La mediazione sociale 1 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Voltaire “Solo due volte nella vita sono stato sull’orlo della rovina: una volta quando ho perso una causa, un’altra quando l’ho vinta” 2 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Il conflitto In termini generali, il conflitto è un particolare tipo di interazione sociale in cui uno o più attori coinvolti fanno esperienza di un'incompatibilità negli scopi o nei comportamenti. Il conflitto è un'esperienza universale dell'essere umano e della società: a variare nel tempo e nello spazio sono le modalità in cui gli esseri umani e società agiscono e gestiscono questo fenomeno. Le differenti forme di violenza e la guerra sono esempi di modalità distruttive di gestione del conflitto. 3 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Il conflitto Di notevole interesse sono gli approcci costruttivi alla gestione del conflitto, come la mediazione, la negoziazione integrativa, e - nel campo dei conflitti politici e sociali la nonviolenza. 4 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Il conflitto Un conflitto comporta necessariamente la presenza di attori, ovvero di individui e gruppi dotati della capacità di agire intenzionalmente. Possiamo distinguere diversi livelli della realtà sociale in cui si manifestano i conflitti: il livello micro è caratterizzato da relazioni "faccia a faccia", dove gli attori sono i singoli individui; al livello meso, intermedio quanto a dimensioni e complessità, gli attori del conflitto sono gruppi e organizzazioni; il livello macro, infine, comprende i conflitti che si presentano in grandi aggregati politico-sociali come società e stati, dove gli attori sono entità collettive come partiti, movimenti sociali, gruppi paramilitari o gli stessi stati 5 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Il conflitto Johan Galtung (1996), che è uno dei padri della peace research (o peace studies) individua tre dimensioni caratteristiche del conflitto: la dimensione dei comportamenti, cioè degli atti osservabili compiuti dagli attori (ad esempio delle frasi dette in una disputa verbale, o degli atti di violenza); la dimensione degli atteggiamenti e delle percezioni, ovverosia il punto di vista soggettivo a partire dal quale gli attori "vedono" se stessi, la controparte, il conflitto, e la relazione nel suo complesso. la dimensione della contraddizione di fondo, ovvero del problema (o dei problemi) alla base del conflitto: ad esempio la questione del controllo di un territorio, del potere politico, o della distribuzione di determinate risorse. 6 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Il conflitto Queste tre dimensioni si influenzano tra loro: le percezioni soggettive di una parte possono condurre a scegliere un certo tipo di comportamento (ad es. aggressivo o accomodante). Determinate azioni possono "cambiare le carte in tavola" e ridefinire il tipo di contraddizione intorno al quale ruota tutto il conflitto, ad esempio nel caso in cui una disputa territoriale sfocia in una guerra aperta e il conflitto diventa per uno stato (o un popolo) questione di vita o di morte. Questo tipo di trasformazioni caratterizza in particolare i processi di escalation, ovvero di aumento del grado di intensità e di violenza del conflitto. L'escalation è caratterizzata dal superamento di determinate soglie che ne scandiscono in maniera chiara le diverse fasi. I modelli di escalation possono essere assai complessi (è il caso ad es. del modello proposto da Friedrich Glasl, 1997). 7 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Il conflitto Grosso modo è possibile distinguere tre grandi fasi in un processo di escalation, caratterizzate dall'importanza delle tre dimensioni illustrate sopra: quando il conflitto è a un basso livello di intensità prevale la dimensione della contraddizione di fondo: le parti sono convinte che è possibile trovare una soluzione negoziata con l'accordo di tutti. A causa della crescente frustrazione, una o più parti saranno tentate di adottare la tattica del fatto compiuto; in un momento intermedio dell'escalation, le parti hanno perso la fiducia nella possibilità del dialogo e rafforzano la percezione del carattere negativo dell'altro, della necessità di una contrapposizione, fino ad arrivare ad adottare la strategia della minaccia e dell'ultimatum a livello più elevato di escalation sono i comportamenti delle parti ad essere in primo piano, ed in particolare l'uso della coercizione e della violenza. 8 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La gestione costruttiva del conflitto Come il conflitto, anche la ricerca di strumenti di gestione è un'esperienza universale: ogni società si dà proprie regole per far sì che le forze distruttive del conflitto non compromettano la tenuta della vita associata. In risposta ai conflitti interni sono possibili meccanismi di gestione non coercitiva del conflitto come la negoziazione e la mediazione, e di gestione delegata a un terzo, come l'arbitrato o le procedure giudiziarie. Il diritto può essere considerato un mezzo assai sofisticato per gestire i conflitti all'interno delle società. 9 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La gestione costruttiva del conflitto La mancanza di forti legami associativi e l'assenza di un monopolio legittimo dell'uso della forza fa sì che a livello internazionale i conflitti esplodano nella forma più violenta, la guerra. Anche a livello internazionale, tuttavia, si è registrata negli ultimi decenni una intensa attività di ricerca e sviluppo sulle forme di gestione costruttiva dei conflitti (v. Austin / Fischer / Ropers 2002). Negoziazione, mediazione, problem solving e diplomazia multilivello (multitrack diplomacy) sono alcuni degli strumenti impiegati negli ultimi anni in particolare per la trasformazione, in senso costruttivo, dei conflitti a carattere etnopolitico. . 10 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Oltre il conflitto : La negoziazione come interazione strategica per affrontare e risolvere le divergenze In ogni momento della nostra vita, quando vogliamo raggiungere un qualsiasi obiettivo (personale, familiare, professionale, aziendale) o cerchiamo accordi con gli altri per ottenere quello che vogliamo, noi tutti negoziamo o cerchiamo di farlo. La Negoziazione viene generalmente associata al mondo degli affari alla vendita, alla politica, ma il suo campo di azione è ben più vasto. La Negoziazione non è solo l’abilita di condurre in porto un affare, ma lo strumento efficace per superare i conflitti, le divergenze e gli ostacoli che di frequente incontriamo nelle interazioni e relazioni umane. 11 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La negoziazione Benché il negoziato si svolga ogni giorno, per diversi motivi e con diverse persone, sono pochi quelli che lo conoscono o lo riescono ad applicare con efficacia. Questa incapacità di negoziare bene, conduce le persone e le organizzazioni a evitare la Negoziazione o affidarsi ad altre soluzioni inefficaci, con la conseguenza che molti accordi risultano insoddisfacenti, poco profittevoli e di poca durata. Ne risultano relazioni profondamente compromesse se non definitivamente troncate, costi di mancato accordo (economici e/o di relazione) elevati. Molte trattative si concludono con un accordo peggiore di quello che si sarebbe potuto raggiungere, lasciando sul tavolo tante risorse di valore e quindi perdite consistenti. 12 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La negoziazione È possibile risolvere i conflitti che si originano dalle divergenze, dalle differenze e i contrasti di qualsiasi natura, acquisendo la metodologia della Negoziazione e le abilità necessarie per una comunicazione efficace. La Negoziazione è una abilita che può essere acquisita, sviluppata ed esercitata in tutte le situazioni conflittuali e in quelle situazioni nelle quali le parti desiderano trovare un accordo profittevole, soddisfacente e di valore per entrambe. 13 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La mediazione La mediazione è una modalità di approccio efficace alla gestione positiva dei conflitti. Il suo obiettivo è quello di condurre le parti in disaccordo ad individuare una soluzione mutuamente accettabile e soddisfacente per entrambe attraverso l'ausilio di un terzo neutro: il mediatore. Chiamando in causa nel proprio processo gli stessi attori della controversia e conducendoli all'individuazione di una soluzione al conflitto in cui non ci siano né vincitori né vinti, la mediazione offre un modo di affrontare il tema del conflitto come una dimensione naturale nel processo di evoluzione di un sistema organizzato, che trova applicazione in ogni ambito della vita sociale. 14 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La mediazione Mediazione civile Mediazione culturale Mediazione familiare Mediazione (filosofia) Mediazione linguistica Mediazione penale Mediazione sociale 15 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 La mediazione penale – La mediazione penale è un percorso relazionale tra due o più persone per la risoluzione di conflitti che si configurano come un reato, è una procedura informale a cui la vittima e l’autore del reato aderiscono liberamente, con la quale, tramite l’ausilio del mediatore, le parti confrontano le rispettive posizioni, opinioni, emozioni sentimenti, bisogni, richieste, interessi, al fine di trovare una soluzione comune al loro conflitto, basata sulla riconciliazione e su un accordo di riparazione materiale e/o simbolica. – La mediazione penale si pone quale strumento di riconciliazione tra autori di reato, vittime e società; in essa le parti (autore del reato e vittima) sono coinvolte in prima persona: il mediatore penale, professionista competente e imparziale, non identificato in alcun modo con l’autorità, ha l’obiettivo di trasformare la relazione “TRA ANTAGONISTI” a relazione “TRA PERSONE CHE SI ASSUMONO RESPONSABILITA'”. – La mediazione penale mira a proporre opzioni che non siano basate sulla punizione rigida e impersonale o sulla deresponsabilizzazione paternalistica-assistenziale, ma su una riparazione del danno. 16 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Problem solving La risoluzione di un problema è un'attività (definita in inglese come Problem solving, termine comunemente usato anche in italiano) del pensiero che un organismo o un dispositivo di intelligenza artificiale mettono in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data. Il problem solving indica più propriamente l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche. È da notare però che la risoluzione di un problema vera e propria consiste in un più ampio processo costituito anche dai cosiddetti problem finding e problem shaping. Nel tempo si sono sviluppati diversi metodi per effettuare tali operazioni, coinvolgendo più aree della comunicazione. Varie sono le tecniche e le modalità di risoluzione di un problema che possono essere impiegate, ad esempi: 17 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Problem solving FARE Focalizzare Creare un elenco di problemi Selezionare il problema Verificare e definire il problema Descrizione scritta del problema Risolvere Generare soluzioni alternative Selezionare una soluzione Sviluppare un piano di attuazione Scelta della soluzione del problema Piano di attuazione Analizzare Decidere cosa è necessario sapere Raccogliere i dati di riferimento Determinare i fattori rilevanti Valori di riferimento Elenco dei fattori critici Eseguire Impegnarsi al risultato aspettato Eseguire il piano Monitorare l'impatto durante l'implementazione Impegno organizzativo Completare il Piano. Valutazione finale 18 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Problem solving Risolvi ed analizza Questa metodologia viene utilizzata in ambito informatico per circoscrivere i problemi e costruire delle metodologie specifiche per gli utenti che si basano sull'esperienza comune e sulla condivisione delle conoscenze. I principi fondamentali sono 3: Cercare la responsabilità di una situazione problematica rallenta la soluzione dello stesso senza portare benefici evidenti Se si trova una soluzione bisogna rendere disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo Se non si trova una soluzione è comunque importante dettagliare bene il problema e descrivere accuratamente i passi da seguire affinché il problema si ripresenti Le operazioni da seguire sono le seguenti: Relazionare gli effetti del problema Relazionare la situazione hardware e software Identificare tutte le modifiche effettuate prima dell'esistenza del problema Ricercare le cause Analizzare le cause Porre rimedio se possibile Verificare che il rimedio abbia risolto effettivamente il problema Relazionare la soluzione oppure dichiarare l'impossibilità di trovare una soluzione adeguata. 19 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Abramo Lincoln “Scoraggia la lite. Favorisci l’accordo ogni volta che puoi. Mostra come l’apparente vincitore sia spesso un reale sconfitto” 20 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011 Grazie [email protected] +393491067623 21 L'Aquila, 22 e 23 marzo 2011