Quando dalla strana macchina che aveva ideato e costruito in sole trenta ore di lavoro uscirono le prime parole di una nota filastrocca per bambini, lo stesso Edison ne rimase quasi trasecolato. Ce l'aveva fatta: la "macchina parlante", capace di registrare e riprodurre i suoni e le parole, era una realtà Si era nell'estate del 1877, quando quella nuova meraviglia del secolo uscì dal laboratorio che il vulcanico inventore aveva installato a Menlo Park, nel New Jersey. Thomas Alva Edison annunciò l'invenzione del fonografo il 21 novembre 1877 e ne diede una dimostrazione pratica il 29 novembre. Il brevetto venne depositato il 19 febbraio 1878 (US Pat. No. 200521). INT EXT Il giradischi o grammofono è stato il sistema di registrazione e, soprattutto, di riproduzione di suoni più utilizzato a partire dal 1870 fino agli anni ottanta del Novecento. Fu ideato da E. Berliner, un inventore tedesco che sfruttò l’idea di Edison, ma utilizzò dischi al posto dei cilindri. Nel 1924 venne messo in commercio il "panatrope", il primo giradischi elettrico dotato di amplificazione a valvole. INT EXT Nel Natale del 1925, il grande successo commerciale della radio, segnò una prima crisi del fonografo, portando diversi distributori al fallimento. Migliorando la qualità del suono e ampliando l'offerta, le grandi case discografiche riuscirono a risollevare le vendite entro la fine degli anni trenta, quando si presentò una nuova crisi con l'arrivo della grande depressione. Il 6 ottobre 1924 iniziano in Italia le trasmissioni radio pubbliche: Trasmette l'U.R.I., Unione Radiofonica Italiana. Poi diventerà E.I.A.R. e infine RAI. INT EXT Nel 1933, appena superato il periodo della grande depressione seguita alla crisi del '29, la Wurlitzer presentò il suo primo Juke-box, un apparecchio capace di permettere la selezione tra vari dischi. Questi supporti avevano un diametro inferiore a quello usato nei grammofoni, avevano una velocità di rotazione di 45 giri al minuto e sfruttavano la nuova tecnologia del microsolco In effetti la diffusione della nuova macchina musicale ebbe dell'incredibile, dato che solo nel 1936 la Wurlitzer vendette più di quarantamila jukebox, record mai uguagliato nella storia. INT EXT La musicassetta è stata immessa sul mercato nel 1963 dalla Philips. Era costituita da una certa quantità di nastro magnetico racchiusa in un guscio protettivo in materiale plastico. Il nastro disponeva di quattro tracce, dando la possibilità di registrare due tracce stereo – una riproducibile come lato 'A' posto in alto e l'altra utilizzabile capovolgendola. La produzione di massa cominciò nel 1965 ad Hannover in Germania, contestualmente iniziò la vendita di nastri preregistrati. L'avvento di supporti digitali (CD audio in primis) portò alla cessazione pressoché totale di tale massiccia produzione e distribuzione. La progettazione del CD nella sua configurazione definitiva risale al 1979, e si deve ad una joint venture della Philips con l'azienda giapponese Sony, la quale già dal 1975 stava sperimentando in modo indipendente la tecnologia per un disco ottico digitale. Il 17 agosto 1982 il primo CD per utilizzo commerciale venne prodotto in una fabbrica della Philips in Germania. Il primo album musicale ad essere stampato sul nuovo supporto fu The Visitors del gruppo svedese degli ABBA, ma il primo ad essere immesso sul mercato fu 52nd Street di Billy Joel, commercializzato nel 1982 in Giappone insieme al lettore. INT EXT L’ MP3 non è un supporto fisico, come il disco o il CD, bensì un file che contiene dati audio. Rispetto a un file .wav l’mp3 è compresso, cioè contiene un numero inferiore di dati. Questa compressione serve per poter rendere il file più “maneggevole” e di più facile trasmissione soprattutto via internet. Per ascoltare un file mp3 occorre un computer o un lettore specifico. Alternative all'MP3 Ogg Vorbis mp3PRO MP+, una derivato dell'MP2; MPEG-4 AAC, ATRAC, usato dai Minidisc della Sony; AC-3, usato dalla Dolby Digital per i DVD; Windows Media Audio (WMA) RealAudio . I primi filmati musicali a colori che usano le immagini per accompagnare una canzone sono realizzati in Italia, a partire dal 1959. In quell'anno infatti si sperimenta un juke-box ad immagini: il Cinebox. Le prime pellicole del Cinebox sono interpretate da P. di Capri, D. Modugno, J. Dorelli, G. Gaber, G. Paoli, e altri. Il primo vero successo del videoclip avviene in Italia nel 1965 con la proiezione nelle sale cinematografiche di tre film del regista e produttore Tullio Piacentini: 008 Operazione ritmo, Viale della canzone e Questi pazzi, pazzi italiani. Altre forme vicine al videoclip contemporaneo vengono realizzate da registi di fama dalla fine degli anni sessanta: i Beatles per fronteggiare la continua richiesta delle loro apparizioni in giro per il mondo per promuovere i nuovi singoli, realizzarono dei video, col tempo sempre più particolari e fantasiosi, che venivano trasmessi dalle Tv o dai programmi televisivi. INT EXT Nel 1974 gli ABBA fecero uscire il loro primo videoclip, Waterloo, Nel 1975 i Queen realizzano un lungo videoclip, considerato uno dei primi della storia, grazie al lancio ideato dai loro promoter, del loro brano Bohemian Rhapsody INT EXT Con la nascita di MTV (che il 1º agosto 1981 ha ironicamente aperto le proprie trasmissioni con il videoclip Video Killed the Radio Star dei Buggles) e di altre televisioni musicali il videoclip ha assunto sempre maggiore importanza nelle strategie di lancio promozionale dei brani musicali e si è fortemente evoluto dal punto di vista artistico. INT EXT Il primo videoclip con un alto budget di produzione è stato quello del brano Thriller di Michael Jackson nel 1983, che fu studiato e girato come un vero film dal regista John Landis INT EXT Il successivo videoclip considerato ancora oggi tra i più costosi fu quello di Wild Boys dei Duran Duran nel 1984.