Anno 6°, n° 3 PREMIO ARTISTICO E PREMIO LETTERARIO: IL PREMIO DEI SOCI? I In questo numero: Premio artistico e letterario di D. Tacchino pag. 1 Torino Eventi di G. Giorgio Massara pag, 2 Passio Christi, passio Hominis di M. Centini pag. 2 Speciale concorso di Arte Città Amica pag. 3 Due artisti al mese di D. Tacchino pag. 5 Vercelli capitale dell’astrattismo? di M. Parodi pag. 5 Prossimi appuntamenti pag. 6 n questo periodo si stanno concludendo i giochi del Premio Artistico, che ogni due anni come già raccontato in altri articoli, l’associazione porta avanti con massimo impegno, attenzione, utilizzo di risorse e partecipazione dei soci, di importanti esponenti della critica artistica torinese e con ottima risposta di partecipanti da tutti gli angoli d’Italia. Ma già all’orizzonte si staglia il prossimo impegno legato alla valorizzazione degli artisti a tutto campo, del quale l’associazione ritiene attività primaria del suo esistere e perpetuare nel costante sviluppo dell’arte in tutte le sue forme. Sto parlando del premio letterario il cui bando è ormai di pubblico dominio, con la scadenza dell’invio delle opere entro fine giugno, e la premiazione che si effettuerà come tradizione da anni, entro uno dei sabati del mese di ottobre, probabilmente, quest’anno si effettuerà nell’ultimo. H o accennato ai due premi che Arte città Amica porta avanti ormai da parecchi anni, per mettere a fuoco sicuramente l’elemento fondamentale che è quello, già ripetuto, della promozione e della scoperta di talenti artistici a tutto campo, ma in questo contesto, mi interessa promuovere e far presente l’importante, particolare ed immensa risorsa che l’associazione ha e che può utilizzare come energia unica per dare un nuovo valore aggiunto alla valorizzazione artistica torinese, sarebbe a dire, una sinergia a dir poco originale tra i due premi. Il segreto per poter effettuare questa singolare sinergia sta proprio nei soci di Arte città Amica, che sono unici, vitali, il senso fondante dell’associazione stessa. Senza il loro apporto, il loro consenso, la loro partecipazione alle collettive ed agli eventi, l’Associazione non potrebbe crescere, svilupparsi, far sentire la sua voce nel coro delle associazioni artistiche torinesi. I soci e la scoperta di nuovi talenti per il premio artistico. I soci e il contributo dell’arte grafica e pittorica alle opere che si sono distinte nella classifica del premio letterario. Questo è il tema che a mio avviso si deve ulteriormente sviluppare come strategia fondante e fondamentale dello scopo di crescita artistica che deve avere l’Associazione Arte Città Amica di Torino. H o intenzione di portare avanti, già dall’edizione dell’ottobre del 2010 del premio letterario, questa sinergia, proponendo alla Presidente e chiedendo a tutti i soci, di partecipare alla prossima collettiva di primavera (2011), con un tema indirizzato alla descrizione di alcuni passi delle opere classificate al premio: alcuni versetti di poesie, passi di racconti, incisi di romanzi editi, questo si definirà a tempo debito. “L’Immagine racconta: i soci descrivono con immagini, alcuni passi delle opere premiate al concorso letterario del 2010”. Questa può essere l’idea per una sinergia nuova, unica per l’associazione, e difficilmente utilizzabile da altri, perché poche associazioni si trovano ad avere da gestire due premi di questa portata ed un “KnowHow” artistico di più di sessanta soci… A bbiamo quindi tutti i presupposti per creare nell’ambito della promozione culturale, una sinergia nuova ed unica. DT Anno 6° , n° 3 T O R I N O pag. 2 E V E N T I DI C arlo Loro scompare nel 2002 ed oggi il Piemonte Artistico Culturale (Torino, P.za Solferino, 7), per desiderio delle figliole Mariella e Grazia, ripetutamente ritratte dal loro papà, dedica al pittore una bella mostra antologica il cui catalogo critico reca i testi di Angelo Mistrangelo e Giuseppe Biasutti. Il primo dipinto è datato 1948, si trova in collezione privata a New York e si ispira allo smemorato della pace: una grande immagine a foggia di manichino attorniata da volti dallo sguardo inquieto. Di due anni posteriore sono sia il ritratto di Maria con una figura compita contro il profilo di una città, sia l’olio Venezia nel quale l’atmosfera della città lagunare è resa attraverso un colore che pare disfarsi nell’ora del tramonto. Il mondo di Loro negli anni sessanta muta, per cui i dipinti assumono carattere fantasmagorico; a fatica si rintraccia l’immagine, però le belle tele aquiloni e Pierrot (1970) significano un convinto ritorno a figure più profondamente rivisitate, percorse da quelle “cadenze sottilmente poetiche” espresse da GIAN GIORGIO MASSARA Carlo Carrà. resso la Galleria Arte Regina di Torino, con un catalogo firmato da Francesco De Bartolomeis, è in corso la mostra “Il mistero della vita nella pittura” che conferma quanto Giacomo Soffiantino sia un grande pittore. E non solo! Le opere sono condotte su carta (tecnica mista più acqua e interventi grafici) e poeticamente rivelano alcune radici, brani di natura morta assemblati con perizia e senso di scenografia, fossili che narrano una storia antica di millenni condotti con interventi di “scrittura” che trasformano l’opera in documento. Molto interessante è l’opera datata 2008 “Le mani”: grandi e inquietanti spazi vuoti alla base del dipinto, quindi i gessi raffiguranti le mai, brandelli di colore, segni e un sapiente disegno che si lega al titolo dell’opera condotta come se si trattasse di un’invocazione. Giacomo Soffiantino ha studiato con Francesco Menzio e Mario Calandri, per ricoprire la cattedra sia al Liceo Artistico sia all’Accademia Albertina. Dopo l’esordio avvenuto nel 1955, s’interessano alla pittu- P ra Luigi Carluccio, Luciano Pistoi, Giovanni Arpino, Guido Curto, Lorenzo Mondo, Giovanni Testori. Presente in quattro differenti edizioni alla Biennale di Venezia a far data dal 1956, in occasione del compimento degli ottant’anni viene organizzata una grandiosa antologica curata da Giovanna Barbero (Biblioteca Nazionale Universitaria, Torino). Come annota l’estensore del catalogo attuale “nel silenzio sensibile al mistero si sperimenta la vitalità delle opere di Giacomo”. Giacomo Soffiantino, finestre ! “ PA S S I O C H R I S T I , PA S S I O H O M I N I S ” : L’ O S T E N S I O N E D E L L A S I N D O N E “P assio Christi passio hominis” è il motto che caratterizza l’ostensione della Sindone: un evento di rilievo per la fede, ma anche un modo per ricordare che la grande attenzione che circonda uno dei reperti più affascinati e misteriosi della storia dell’umanità. Sappiamo che dopo il contestato verdetto del carbonio radioattivo (che cronologicamente pone la Sindone tra il 1260 e il 1390), sono state suggerite diverse ipotesi per cercare di comprendere se quella datazione possa essere il risultato di un errore, cosa credibile se si considera che il lenzuolo - per tanto tempo ritenuto il sudario di Cristo - nel corso dei secoli è stato sottoposto ad inquinamento da carbonio. Oggi la ricerca si muove sostanzialmente su tre fronti: scienza, storia e devozione. Il primo è quello da cui possono provenire le effettive novità per cercare di capire “cosa sia” effettivamente la Sindone, quale sia stata la sua relazione con un corpo umano e soprattutto come si sia formata l’immagine antropomorfa sul tessuto. Quindi è il fronte che, positivisticamente, costituisce la chiave di volta di tutti gli studi. Il secondo cerca di mettere un po’ d’ordine nel mare magnum di fonti – storiche ma anche leggendarie; canoniche e apocrife – per ricostruire la “vita”, gli itinerari, gli occultamenti e le apoteosi, di una reliquia che ha un passato decisamente avventuroso. n estrema sintesi ricordiamo che, dal II° secolo, numerose fonti fanno riferimento, direttamente o indirettamente, alla Sindone. Tutto ciò mentre a Edessa (Urfa, Turchia), dal IV° secolo, vi è un ritratto di Cristo achiropito (cioè non fatto da mani umane) chiamato Mandylion e che poi sarà trasferito a Costantinopoli. E proprio a Costantinopoli, nel 1204, in occasione della IV° crociata, la Sindone fu vista dal crociato Robert de Clary. Dopo quell’anno la reliquia è indicata in altre località: Grecia, Cipro, Rodi, Germania, Ungheria. Vi sono poi alcune stranezze che da sempre mettono a dura prova la pazienza dei ricercatori. Ecco i fatti: nella seconda metà del XIII° secolo, Besançon, la famiglia de La Roche possiede la Sindone; 3 marzo 1349, la Sindone brucia; 1377, la Sindone riappare; 1794, la Sindone viene distrutta dai rivoluzionari. Non allontaniamoci dalla Francia del XIV° secolo: 1353-1356, Lirey, la famiglia de Charny possiede la Sindone, non è chiara la sua provenienza, ma è diversa da quella di Besançon; 1453, la Sindone è ceduta ai Savoia; 1532, incendio della cappella di I Chambèry, salvataggio della Sindone in extremis; 1578, trasferimento della Sindone a Torino. Naturalmente la questione non è così semplice, poiché il cosiddetto “periodo oscuro” della Sindone, quello che di fatto abbraccia circa milletrecento anni, è attraversato da tracce e indizi, anche false piste, che rendono la ricerca complessa e spesso frustrata dalla mancanza di fonti sicure. pendiamo ancora due parole sul terzo fronte della ricerca: quello devozione. Si tratta di un ambito di grande importanza poiché consente di constatare l’eco ottenuta dalla Sindone nel culto, ma anche di trarre delle rilevanti indicazioni di carattere iconografico, antropologico e cultuale che molto possono dirci sui rapporti tra la gente (di qualunque categoria sociale) e quella che per tanto tempo è stata considerata la reliquia più importante della cristianità. Naturalmente la Sindone continuerà ad essere un grande mistero, una testimonianza importante per tutti, credenti e non, poiché “oggetto impossibile” e pertanto caratterizzato da un “quid” di impenetrabilità che si sottrae agli strumenti d’indagine umani. S M. Centini SPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICASPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICAS PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA DISEGNO E GRAFICA EDIZIONE 2010 L o spirito del concorso voluto dal compianto critico d’arte Armando Capri è delineato verso l’identificazione di artisti che propongono, con le loro opere, spunti e riflessioni per offrire nuove indicazioni all’evoluzione del concetto e delle tecniche artistiche, per continuare a creare valore aggiunto all’Arte del XXI secolo. Dietro l’impegno tenace e serio che l’organizzazione dimostra nel portare avanti questo importante concorso, si cela il desiderio e la volontà di riscattare il periodo difficile che la produzione artistica sta vivendo in questo momento della nostra storia. L’Arte non è patrimonio del passato, ma è sempre l’elemento portante di un messaggio che si deve sviluppare nel presente per poter dare quella continuità qualitativa che è simbolo dell’arte per i tempi futuri. Nelle passate edizioni abbiamo avuto modo di vedere artisti provenienti da tutta l’Italia ed oltre per partecipare all’evento. Abbiamo visto nascere nuove amicizie; abbiamo assistito a discussioni più o meno vivaci su ciò che si intende “fare Arte”, tema su cui si potrebbe discutere una vita intera e non arrivare ad una conclusione condivisa e scambi di esperienze tra i vari artisti che, a concorso concluso, hanno voluto mantenere contatti con la nostra Associazione. Tutti motivi validi per partecipare ad un concorso serio e ben organizzato. L’organizzazione L a Giuria del Premio Biennale internazionale Torino Arte Città Amica 2010 - presieduta da Angelo Mistrangelo, giornalista della Stampa e critico d’Arte - composta da: Prof. Gian Giorgio Massara, critico d’Arte - Dott. Elio Rabbione, critico teatrale - Dott. Isidoro Cottino, pittore - Dott. Gianni Sesia della Merla, artista - ha valutato le opere presentate da artisti giunti da tutta Italia. La rassegna é articolata nelle sezioni Grafica e P i t t u r a . Nella prima sezione, la maggior parte degli artisti s'è affidata alla realtà realizzando ora ritratti (Elsa, Evelina Christillin, Yeats) ora rifacendosi al mondo antico pensando quindi a Saffo, ora alla natura: i suoni del bosco, fiori, alberi. Le tecniche usate spaziano dal carboncino alla penna biro, dalla stampa su tela all'incisione a caldo in un'opera di carattere astratto. Nell'ampia sezione Pittura, che comprende altresì gli acquerelli, sono risultate assai interessanti alcune “vedute" marine, le opere ispirate al tema della natura " violata", a r ico r d i d i città (New York, Buenos Aires, con le proprie contraddizioni) alla situazione della donna indiana; poi tramonti in Langa, gradevoli nature morte, vedute urbane. Un dipinto può comporsi di un solo panneggio, riprendere le veneziane maschere intese quale souvenir, fotografare personaggi africani, evocare il recente terremoto d'Abruzzo, meditare sulle pieghe dell'anima. La maggior parte delle opere presentate rivela una buona qualità, frutto di una seria selezione; non si scordi, infatti, che ogni concorso significa un confronto con gli altri partecipanti, ma soprattutto con se stessi. Ma in modo sincero e co str uttivo . Lo scorrere di tutte le immagini il giorno della premiazione ufficiale, significa vedere cosa capita nel mondo dell’arte un po’ in tutta Italia. Un ringraziamento agli artisti che hanno accettato l’invito di “Arte Città Amica” da parte sia dell’ Organizzazione, sia della Giuria. La Giuria ASSEGNAZIONE DEI PREMI E MOTIVAZIONI A Torino, nei locali dell’Associazione Arte Città Amica il giorno 16 del mese di Aprile 2010, alle ore 10,00 si è riunita la Commissione Giudicatrice del Premio Internazionale di “Pittura, Disegno e Grafica, Edizione 2010" composta dal Dott. Angelo Mistrangelo, giornalista e critico d’Arte, in veste di presidente di giuria; Prof. Gian Giorgio Massara, critico d’Arte; Dott. Elio Rabbione, giornalista e critico d’Arte; Dott. Isidoro Cottino, artista; Dott. Gianni Sesia della Merla artista e Raffaella Spada, presidente di A. C. A. in veste di segretaria. La Giuria ha notato con soddisfazione l’alto livello generale delle opere presentate ed ha esaminato tutte le opere selezionate preliminarmente dalla Commissione stessa in data 6 marzo c.a. Dall’esame dei giudizi espressi, dai vari giurati singolarmente, sono risultati una rosa di finalisti, che pubblichiamo in ordine alfabetico: scussione, la Commissione ha ritenuto di assegnare i seguenti premi: SEZIONE PITTURA SEZIONE PITTURA Allasia Luciano Rodolfo, Benedetto Davide. Bissacco Martino, Castelli Gian Luigi, Cervellera Anna, Cinardo Alessandro, d'Avenia Giovanna, Falvo Umberto, Fiacchini Sonia, Giurovich Gabriella, Grioli Marco, Lignana Daniela, Lotito Luigi, Pinosa Graziella. SEZIONE DISEGNO E GRAFICA Bisogno Monica, Caldera Valeria, Di Filippo Sonia, Mendola Mirella, Peruchetti Antonia Maria. Dopo ulteriore e comparativo riesame delle predette opere ed approfondita di- 1° classificato Gabriella Giurovich di Trieste con l’opera “Resurrezione” Motivazione: Nel clima d e l l ' O s t e n s i o n e d e l l a Sindone, si colloca l'interpretazio ne d e l l a Resurrezione intensamente dipinta da Gabriella Giurovich. Premi: 10 giorni di Mostra personale con un massimo di 60 opere presso la galleria Arte Città Amica di Torino nel corso dell’ anno 2010 + pergamena e targa offerta dal Comune di Torino. "#$%# SPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICASPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICAS Premi: 10 giorni di mostra personale con un massimo di 20 opere presso la galleria Arte Città Amica di Torino nel corso dell’ anno 2010 + pergamena e targa offerta dal Comune di Torino. “Tra le pieghe dell'anima un buco nero” Motivazione: L'incedere del segno scava nella m a t e r i a le “ pieghe” di un ‘ i n q u i e t u dine esistenziale Premi: servizio di tre pagine sulla rivista d’arte Boè offerto dal Centro Diffusione Arte di Palermo, pergamena e targa offerta dalla Provincia di Torino. 2° classificato Martino Bissacco di Savonera (TO) con l’opera “Natura violata.” Motivazione: Dal magma della materia emerge un insieme calibrato di forme, pur indefinite e di colore. Premi: 10 giorni di esposizione personale con un massimo di 20 opere presso la galleria Arte Città Amica di Torino nel corso dell’ anno 2010 + pergamena e targa offerta dal Comune di Torino. 3° classificato Giovanna D’Avenia di Torino con l’opera “Cielo mare terra” Motivazione: La fresca vena narrativa dell'artista approda a una sintesi naturalistica i n c u i s ì f o n d o n o c i e l o e mare. Premi: 10 giorni di esposizione personale con un massimo di 20 opere presso la galleria Arte Città Amica di Torino nel corso dell’ anno 2010 + pergamena e targa offerta dal Comune di Torino. 4° classificato Umberto Falvo di Catanzaro con l’opera 5° classificato Luciano Rodolfo Allasia di Racconigi (CN) con l’opera “Segnora en la cama” In modo accorto, il nudo femminile è reso con perizia, esaltando la corposità della modella. Premi: Servizio di tre pagine sulla rivista d’arte Boè offerto dal Centro Diffusione Arte di Palermo pergamena e targa offerta dalla Provincia di Torino. *** La giuria ha ritenuto meritevoli di segnalazione i seguenti artisti: Davide Benedetto di Torino per l’opera: “Junkie girl” Alessandro Cinardo di Torino per l’opera: “Sola” Sonia Fiacchini di Arezzo per l’opera: “Motocarro” Luigi Lotito di Torino per l’opera: “Buenos Aires” Gian Luigi Castelli di Torino per l’opera: “Umano e Divino” Daniela Lignana di Torino per l’opera: ”La quiete” Anna Cervellera di Rivalta (TO) per l’opera: “Langhe” Marco Griolidi Montecassiano per l’opera: “Traffico a New York” Graziella Pinosa di Moncalieri (TO) per l’opera “In navigazione“ SEZIONE DISEGNO E GRAFICA 1° classificato Antonia Maria Peruchetti di Milano con l’opera “Senza limiti” Motivazione: La ricerca tendente all'astrazione esprime emozioni e sensazio ni che il segno estrae dal fondo. La giuria ha altresì ritenuto meritevole di segnalazione i seguenti artisti: Per la Pittura Monica Bisogno di Solduno (Svizzera) per l’opera “Saffo innamorata”: Valeria Caldera di Torino per l’opera: “Evelina Christillin”; Sonia Di Filippo di Villa Adriana (RM) per l’opera “Desert”; Mirella Mendola di Torino per l’opera: “Elsa”: Inoltre la giuria a ritenuto segnalare l’artista più giovane partecipante al concorso: Merlotto Mattia di Treviso per l’opera: “Argento bianco”. Il comitato del Premio Arte Città Amica oltre ai giudizi espressi dalla giuria competente, ha ritenuto meritevoli di segnalazione i seguenti artisti: Silvana Alasia di Giaveno (TO) per l'opera Il sole sui melograni Giuseppe Arizzio di Torino per l'opera La vetrina del liutaio Vito Battista di Chieri (TO) per l'opera Manhattan, Amarcord Lorenzo Briccarello di Torino per l'opera I colori della terra Domenico Caricasulo di Barga (LU) per l'opera Avevo steso una maglietta Katia Dal Zilio di Quinto di Treviso (TV) perl'opera Cavalli Carla Graziano di Torino per l'opera Tramonto di langa Jean Claude Maton di Vinchio (AT) per l'opera Un volto nella grotta Luigia Polvanesi di Monte San Savino (AR) per l'opera Regard moi Per la Grafica Giuseppe Alletto di Bagheria (PA) per l'opera Ritratti di Yeats Anno 6° , n° 3 pag. 5 “Essere Artisti di Arte Città Amica significa essere uniti nella produzione artistica e nelle emozioni che essa offre, per determinare un messaggio creativo nel segno di una qualità mirata a far conoscere e conoscersi” A cura di Danilo Tacchino Due Artisti al Mese P. Giorgio Viotto non scambia mai i ruoli nel suo sviluppo artistico e comportamentale. Ha detto ancora di Lui l’amico Isidoro Cottino: “Allievo di Pippo Ciarlo per l’olio e di Sandro Lo Balzo per l’acquerello, egli ha dato dimostrazione di avere ben assimilato gli insegnamenti dei suoi due maestri applicandoli con ottimi risultati. E’ soprattutto nelle opere surreali che egli rivela una tecnica raffinata ed una fantasia creativa ed interpretativa di notevole forza.” Pietro è veramente una grande risorsa per l’associazione. Un uomo semplice, operoso, sempre attivo e disponibile. Capace di offrire importanti consigli nei campi a lui più congeniali (informatica ed Arte), con grande signorilità, massima schiettezza e semplicità. Come si fa a fare a meno di Giorgio? Come si fa a non avere in lui una stima altissima ed un rispetto che non ha pari? Come si fa?.... Come ha ben scritto e interpretato Pippo Ciarlo sulle opere di Viotto: “Il nostro autore evidenzia una sorta di doppia personalità sia artistica che morale, che si traduce in due filoni ben distinti , una sorta di “diavolo e di acqua santa” quasi letterale. Abbiamo il Viotto che, con segno delicato e sensibile, diremo quasi con devozione, cataloga piloni, chiese e vedute di campagne. La tecnica è quasi sempre un bell’inchiostro con lumeggiature misurate ed efficaci. All’opposto, il “demone Viotto” aggredisce lo spettatore con immagini surreali, forti, in contorno alle, preferiamo chiamarle così, “sfere rotte”. E’ un turbinìo di curiose prospettive, oggetti evocativi, radici-tentacolo che sembrano sferzare il silenzio un po’ opprimente delle visioni. Sono quadri in cui l’energia e la voglia di concludere queste “apparizioni dell’inconscio” riescono a trasmettere un disagio, una sorta di vertigine. Due mondi quasi completamente opposti convivono nella personalità dello stesso autore e l’equilibrio, il bilanciamento tra i due Viotto, è sotto i nostri occhi, e la sua capacità di esprimersi e presentarsi attraverso le sue tecniche, le sue immagini i suoi messaggi, le sue liberazioni…” Quasi che il mondo della realtà si compenetri in un mondo di fantasia, senza però “inquinarsi a vicenda”. Razionalità e immaginazione sono un “unicum “ per Viotto, che Renata Seccatore Dolce, attenta, elegante, sempre disponibile discreta, apparentemente timida, ricca di voglia per imparare e sperimentare sulla pittura, sull’arte in genere. Quando può non manca mai di presenziare a tutte le attività ed agli eventi che si propongono in Associazione. La sua fame di sapere non è mai sazia, e questo la arricchisce, gli offre nuovi spunti per crescere, ragionare sulle sue esperienze artistiche ed andare avanti nel proporre nuove opere e nuove emozioni, visto che in Associazione è molto stimata e rispettata per la sua serietà ed il suo sacrificio nel voler crescere e migliorare, sempre… E’ l’ammissione della sua vita, che l’amo- VERCELLI CAPIT ALE DELL’ASTRATTISMO ? N on c’è due senza tre. Ancora una volta le proposte di Peggy Guggenheim hanno fatto centro. Dopo l’Immaginario surreale del 2007, con i capolavori di Picasso, Dalì, De Chirico, Giacometti che aveva fatto da apripista, c’era stata la conferma di pubblico e di successo confortante per la Nuova pittura americana del 2008 con Pollock, Kline, Motherwell stelle di primo piano, eccoci ora alla prima mostra degli anni Dieci, Le avanguardie dell’astrazione, in mostra presso l’Arca di San Marco nella città di Sant’Andrea, gioiello del primo gotico italiano, fino al 30 maggio. L’Arca sta quindi diventando un appuntamento atteso per chi ama l’arte del Novecento. Quest’anno la rassegna vede protagoniste le due collezioni Guggenheim di New York e di Venezia. Come dire che si gioca in casa. Lo spazio, si sa, è ristretto nell’affascinante Chiesa del Duecento, ma sono presenti oltre cinquanta capolavori, firmati da maestri che hanno segnato la storia artistica di un secolo come il Ventesimo, affamato di nuove strategie tecniche e spaziali. re per la pittura ha sempre sentito di averlo nel sangue, sin da bambina. Difatti frequenta il liceo artistico torinese “Renato Cottini” e successivamente l’Accademia Albertina di Belle Arti. Grazie a questi studi riesce ad effettuare qualche interessante esperienza espositiva, partecipando a varie collettive a Grugliasco e a una mostra a Torino presso la Società Promotrice delle Belle Arti. Si specializza successivamente in “Operatrice di pregio e Trompe l’Oeil” presso le scuole Tecniche San Carlo, ed effettua uno stage nel mondo del restauro. La sua formazione è legata prevalentemente al mondo classico, ma la sua esperienza si è arricchita seguendo un percorso interessato a nuove forme espressive colme di colori vivi sempre seguendo la linea del figurativo. Pian piano affina sempre più la sua tecnica, affacciandosi al tema della figura e della natura, rispettando gli spazi e i piani, affinché il pensiero diventi poesia, materia e luce. Il gusto del bello fa parte del suo essere, e i colori che dal caldo al freddo vibrano sulla sua tela, evidenziano un linguaggio profondo e interno che confermano grande capacità e sensibilità. Ma anche estetiche, talmente è stimolante e gradevole la visione delle opere esposte. Troviamo un Braque che con il suo Violino e tavolozza ci fa ammirare tutta la potenzialità del cubismo geometrico. Il formicaio, tela di notevole dimensione di Alechinsky con la sua connotazione di paura e angoscia viene stemperato dalla Grande sinfonia solare di Corneille, un rincorrersi di volumi luminosi in tensione centrifuga. C’è il puntinismo inquietante di Seurat, con il suo astrattismo bloccato all’apertura fertile dell’impressionismo come si può notare in Cezanne, presente anche lui all’Arca. L’astrattismo ha il segno della pura casualità nel Grand collage di Hans Arp, e in quest’opera si scorge il prodromo della pop-art. Curiosa la struttura prospettica di Saint Severin, opera geniale di Robert Deleunay. La chiesa gotica parigina è variamente inclinata, c’è un diffuso inarcamento dei pilastri con un pavimento macerato dal peso del tempo. Sempre di Deleunay Forme circolari che ci porta in dimensioni planetarie celesti. Non poteva mancare l’elemento acquatico. Ed ecco due tele di forte attrazione, Estate, duna in Zelandia, di Mondrian e Canale di Frankenstaler, il primo con grandi spazi blu costeggiati da linee gialle, il secondo una grande macchia gialla bordata di azzurro. Un posto non solo fisicamente centrale nella mostra spetta a Kandinsky, uno dei massimi esponenti dell’astrattismo. Il mago del colore, dei sorprendenti effetti di linee inserite con intendimenti ontologici per non dire trascendentali in figure geometriche può essere ammirato in Croce bianca, ma soprattutto in Composizione VIII dove lo sperimentalismo sembra strizzare l’occhio all’improvvisazione. La sala si chiude con opere di artisti italiani, da Emilio Vedova a Edmondo Bacci, da Tancredi Parmeggiani a Giuseppe santomaso a i quali fa compagnia Dubuffet con uno spettrale L’istante propizio di una temeraria visionarietà. Da non perdere, prima di uscire, il brillante recupero della Storia della Vergine, opera di maestri novaresi della seconda metà del Quattrocento. Mario Parodi Anno 6° , n° 3 pag. 6 Arte Città Amica P r o s s i m i a p p u informa n t a m e n t i Dall’1 al 7 maggio “PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA, DISEGNO E GRAFICA” (Esposizione della prima parte delle opere in concorso) Dall’8 al 15 maggio “PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA, DISEGNO E GRAFICA” (Esposizione della seconda parte delle opere in concorso) 15 maggio, ore 16,00: Appuntamento alla GAM, Galleria d’Arte Moderna, per la premiazione dei vincitori del concorso. Dal 21 al 30 maggio, con inaugurazione venerdì 21, ore 18,00 avremo la personale di: ROBERTO VITALI Dal 4 al 15 giugno il Centro ospiterà la COLLETTIVA dei soci CEDAS FIAT Presenteranno la mostra il critico, prof. G. Giorgio Massara e Angelo Mistrangelo, critico e giornalista. Venerdì 18 giugno inaugurazione della mostra: “EROS NELL’ARTE” I soci del Centro si cimenteranno, ancora una volta, in questo tema che già negli anni scorsi ha registrato una nutrita partecipazione. La mostra continuerà fino al 27. *** Per quanto riguarda gli appuntamenti letterari di questo bimestre avremo: 18 maggio, ore 21.00: “NAUTILUS”, poesie di Nicoletta Cherubini. Presenta Mario Parodi; Sabato 29 maggio ore 16.00: “La Sindone e i templari” Conferenza di M. Centini *** Anticipiamo la mostra “L’arte incontra la Poesia” che si terrà dal 7 al 18 settembre per pubblicare per tempo le poesie di Lawrence Ferlinghetti alle quali i partecipanti si dovranno ispirare per le loro opere che dovranno essere consegnate in sede entro il 10 luglio. Da “IL PARADOSSO DI OLBERS” E io udii il colto astronomo Il cui nome era Heinrich Olbers Parlare con noi attraverso i secoli Sul suo modo di osservare ad occhio nudo Sul fatto che in cielo ci fossero Poche stelle vicine E più spingeva lontano lo sguardo Più erano numerose Con numeri infiniti di grappoli di stelle In miriadi di Vie Lattee & miriadi di nebulose Da questo si può dedurre Che nelle distanze infinite Ci deve essere un posto Ci deve essere un posto Dove tutto è luce E che la luce viene da quell’alto luogo Dove tutto è luce Semplicemente non è arrivata qui… Da: “PALINODIA TARDIVA PER DYLAN THOMAS” In Galles a Laugharne finalmente mi trovo vicino All’alto rifugio dove scriveva Sulle acque ribollenti Dove è sospeso immobile il falco Sui ciottoli sparsi di conchiglie ….un uccello marino in lontananza Ripete ancora il suo verso… …. Oltre il suo riparo pieno di echi Un albero di fichi nasconde il mare Una barca da pesca inclinata su un fianco… Un promontorio sfacciatamente verde perso nel sole… … E nella sua casa galleggiante inclinata ora La sua gran voce registrata corre fuori… Lasciando a poeti e aironi Un risonante vuoto di luce da riempire T u t t e l e m o s t r e d i A r t e C i t t à a m i c a possono essere visitate nei seguenti orari: Dal martedì al sabato: ore 16.00 - 19.00 domenica: ore 10.00 - 12.00 lunedì: chiuso COMPAGNIA DELLE INDIE: Un'avventura entusiasmante che dura da oltre 400 anni. Un marchio ricco di suggestioni positive, che attrae i giovani. Uno stile che identifica il loro bisogno di libertà e di evasione. Riscoprire il piacere di vivere in armonia con se stessi e con la natura. I prodotti di COMPAGNIA DELLE INDIE ripropongono in chiave moderna i valori di una cultura millenaria. Direttore: Danilo Tacchino. In redazione: Egidio Albanese, Fabrizio Legger, G. Giorgio Massara, Mario Parodi, Danilo Tacchino. Impaginazione e grafica: Egidio Albanese anno VI°, n° 3; magg./giug. 2010