Anno 6°, n° 3
PREMIO ARTISTICO E PREMIO LETTERARIO:
IL PREMIO DEI SOCI?
I
In questo numero:
Premio artistico e letterario
di D. Tacchino
pag. 1
Torino Eventi
di G. Giorgio Massara
pag, 2
Passio Christi, passio Hominis
di M. Centini
pag. 2
Speciale concorso di Arte Città
Amica
pag. 3
Due artisti al mese
di D. Tacchino
pag. 5
Vercelli capitale dell’astrattismo?
di M. Parodi
pag. 5
Prossimi appuntamenti
pag. 6
n questo periodo si stanno concludendo i giochi del Premio Artistico,
che ogni due anni come già raccontato in altri articoli, l’associazione porta
avanti con massimo impegno, attenzione,
utilizzo di risorse e partecipazione dei
soci, di importanti esponenti della critica
artistica torinese e con ottima risposta di
partecipanti da tutti gli angoli d’Italia.
Ma già all’orizzonte si staglia il prossimo
impegno legato alla valorizzazione degli
artisti a tutto campo, del quale l’associazione ritiene attività primaria del suo
esistere e perpetuare nel costante sviluppo dell’arte in tutte le sue forme.
Sto parlando del premio letterario il cui
bando è ormai di pubblico dominio, con
la scadenza dell’invio delle opere entro
fine giugno, e la premiazione che si effettuerà come tradizione da anni, entro uno
dei sabati del mese di ottobre, probabilmente, quest’anno si effettuerà nell’ultimo.
H
o accennato ai due premi che
Arte città Amica porta avanti
ormai da parecchi anni, per mettere a fuoco sicuramente l’elemento fondamentale che è quello, già ripetuto, della
promozione e della scoperta di talenti
artistici a tutto campo, ma in questo contesto, mi interessa promuovere e far presente l’importante, particolare ed immensa risorsa che l’associazione ha e che
può utilizzare come energia unica per
dare un nuovo valore aggiunto alla valorizzazione artistica torinese, sarebbe a
dire, una sinergia a dir poco originale tra
i due premi. Il segreto per poter effettuare
questa singolare sinergia sta proprio nei
soci di Arte città Amica, che sono unici,
vitali, il senso fondante dell’associazione
stessa. Senza il loro apporto, il loro consenso, la loro partecipazione alle collettive ed agli eventi, l’Associazione non
potrebbe crescere, svilupparsi, far sentire
la sua voce nel coro delle associazioni
artistiche torinesi.
I soci e la scoperta di nuovi talenti per il
premio artistico. I soci e il contributo
dell’arte grafica e pittorica alle opere che
si sono distinte nella classifica del premio
letterario.
Questo è il tema che a mio avviso si deve
ulteriormente sviluppare come strategia
fondante e fondamentale dello scopo di
crescita artistica che deve avere l’Associazione Arte Città Amica di Torino.
H
o intenzione di portare avanti,
già dall’edizione dell’ottobre del
2010 del premio letterario, questa sinergia, proponendo alla Presidente e
chiedendo a tutti i soci, di partecipare alla
prossima collettiva di primavera (2011),
con un tema indirizzato alla descrizione
di alcuni passi delle opere classificate al
premio: alcuni versetti di poesie, passi di
racconti, incisi di romanzi editi, questo si
definirà a tempo debito. “L’Immagine
racconta: i soci descrivono con immagini,
alcuni passi delle opere premiate al concorso letterario del 2010”. Questa può
essere l’idea per una sinergia nuova, unica per l’associazione, e difficilmente utilizzabile da altri, perché poche associazioni si trovano ad avere da gestire due
premi di questa portata ed un “KnowHow” artistico di più di sessanta soci…
A
bbiamo quindi tutti i presupposti
per creare nell’ambito della promozione culturale, una sinergia
nuova ed unica.
DT
Anno 6° , n° 3
T O R I N O
pag. 2
E V E N T I
DI
C
arlo Loro scompare nel 2002 ed oggi
il Piemonte Artistico Culturale
(Torino, P.za Solferino, 7), per
desiderio delle figliole Mariella e Grazia,
ripetutamente ritratte dal loro papà, dedica
al pittore una bella mostra antologica il
cui catalogo critico reca i testi di Angelo
Mistrangelo e Giuseppe Biasutti. Il primo
dipinto è datato 1948, si trova in collezione privata a New York e si ispira allo smemorato della pace: una grande immagine a
foggia di manichino attorniata da volti dallo
sguardo inquieto. Di due anni posteriore
sono sia il ritratto di Maria con una figura
compita contro il profilo di una città, sia
l’olio Venezia nel quale l’atmosfera della
città lagunare è resa attraverso un colore
che pare disfarsi nell’ora del tramonto. Il
mondo di Loro negli anni sessanta muta,
per cui i dipinti assumono carattere fantasmagorico; a fatica si rintraccia l’immagine, però
le belle tele aquiloni e Pierrot (1970) significano un convinto ritorno a figure più profondamente rivisitate, percorse da quelle
“cadenze sottilmente poetiche” espresse da
GIAN GIORGIO MASSARA
Carlo Carrà.
resso la Galleria Arte Regina di Torino, con un catalogo firmato da Francesco De Bartolomeis, è in corso la
mostra “Il mistero della vita nella pittura”
che conferma quanto Giacomo Soffiantino
sia un grande pittore. E non solo! Le opere
sono condotte su carta (tecnica mista più
acqua e interventi grafici) e poeticamente
rivelano alcune radici, brani di natura morta
assemblati con perizia e senso di scenografia,
fossili che narrano una storia antica di millenni condotti con interventi di “scrittura”
che trasformano l’opera in documento. Molto interessante è l’opera datata 2008 “Le
mani”: grandi e inquietanti spazi vuoti
alla base del dipinto, quindi i gessi raffiguranti le mai, brandelli di colore, segni e
un sapiente disegno che si lega al titolo dell’opera condotta come se si trattasse di un’invocazione. Giacomo Soffiantino ha studiato
con Francesco Menzio e Mario Calandri, per
ricoprire la cattedra sia al Liceo Artistico sia
all’Accademia Albertina. Dopo l’esordio
avvenuto nel 1955, s’interessano alla pittu-
P
ra Luigi Carluccio, Luciano Pistoi, Giovanni Arpino,
Guido Curto, Lorenzo
Mondo, Giovanni Testori. Presente in quattro differenti edizioni alla Biennale di Venezia a far data dal 1956, in occasione
del compimento degli ottant’anni viene
organizzata una grandiosa antologica curata
da Giovanna Barbero (Biblioteca Nazionale
Universitaria, Torino). Come annota l’estensore del catalogo attuale “nel silenzio sensibile al mistero si sperimenta la vitalità delle
opere di Giacomo”.
Giacomo Soffiantino, finestre
!
“ PA S S I O C H R I S T I , PA S S I O H O M I N I S ” :
L’ O S T E N S I O N E D E L L A S I N D O N E
“P
assio Christi passio hominis” è il
motto che caratterizza l’ostensione della Sindone: un evento di
rilievo per la fede, ma anche un modo per
ricordare che la grande attenzione che
circonda uno dei reperti più affascinati e misteriosi della storia dell’umanità. Sappiamo
che dopo il contestato verdetto del carbonio
radioattivo (che cronologicamente pone la
Sindone tra il 1260 e il 1390), sono state
suggerite diverse ipotesi per cercare di comprendere se quella datazione possa essere il
risultato di un errore, cosa credibile se si
considera che il lenzuolo - per tanto tempo
ritenuto il sudario di Cristo - nel corso
dei secoli è stato sottoposto ad inquinamento
da carbonio. Oggi la ricerca si muove sostanzialmente su tre fronti: scienza, storia e
devozione. Il primo è quello da cui possono
provenire le effettive novità per cercare di
capire “cosa sia” effettivamente la Sindone, quale sia stata la sua relazione con un
corpo umano e soprattutto come si sia formata l’immagine antropomorfa sul tessuto.
Quindi è il fronte che, positivisticamente,
costituisce la chiave di volta di tutti gli studi.
Il secondo cerca di mettere un po’ d’ordine
nel mare magnum di fonti – storiche ma
anche leggendarie; canoniche e apocrife –
per ricostruire la “vita”, gli itinerari, gli
occultamenti e le apoteosi, di una reliquia
che ha un passato decisamente avventuroso.
n estrema sintesi ricordiamo che, dal
II° secolo, numerose fonti fanno riferimento, direttamente o indirettamente,
alla Sindone. Tutto ciò mentre a Edessa
(Urfa, Turchia), dal IV° secolo, vi è un
ritratto di Cristo achiropito (cioè non fatto
da mani umane) chiamato Mandylion e che
poi sarà trasferito a Costantinopoli. E proprio a Costantinopoli, nel 1204, in occasione
della IV° crociata, la Sindone fu vista dal
crociato Robert de Clary. Dopo quell’anno la
reliquia è indicata in altre località: Grecia,
Cipro, Rodi, Germania, Ungheria. Vi sono
poi alcune stranezze che da sempre mettono
a dura prova la pazienza dei ricercatori. Ecco
i fatti: nella seconda metà del XIII° secolo,
Besançon, la famiglia de La Roche possiede la Sindone; 3 marzo 1349, la Sindone
brucia; 1377, la Sindone riappare; 1794, la
Sindone viene distrutta dai rivoluzionari.
Non allontaniamoci dalla Francia del XIV°
secolo: 1353-1356, Lirey, la famiglia de
Charny possiede la Sindone, non è chiara la
sua provenienza, ma è diversa da quella di
Besançon; 1453, la Sindone è ceduta ai
Savoia; 1532, incendio della cappella di
I
Chambèry, salvataggio della Sindone in extremis; 1578, trasferimento della Sindone a Torino. Naturalmente la questione non è così
semplice, poiché il cosiddetto “periodo
oscuro” della Sindone, quello che di fatto
abbraccia circa milletrecento anni, è attraversato da tracce e indizi, anche false piste,
che rendono la ricerca complessa e spesso
frustrata dalla mancanza di fonti sicure.
pendiamo ancora due parole sul terzo
fronte della ricerca: quello devozione.
Si tratta di un ambito di grande importanza poiché consente di constatare l’eco
ottenuta dalla Sindone nel culto, ma anche di
trarre delle rilevanti indicazioni di carattere iconografico, antropologico e cultuale
che molto possono dirci sui rapporti tra la
gente (di qualunque categoria sociale) e quella che per tanto tempo è stata considerata
la reliquia più importante della cristianità.
Naturalmente la Sindone continuerà ad essere
un grande mistero, una testimonianza importante per tutti, credenti e non, poiché
“oggetto impossibile” e pertanto caratterizzato da un “quid” di impenetrabilità che
si sottrae agli strumenti d’indagine umani.
S
M. Centini
SPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICASPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICAS
PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA DISEGNO E GRAFICA
EDIZIONE 2010
L
o spirito del concorso voluto dal
compianto critico d’arte Armando
Capri è delineato verso l’identificazione di artisti che propongono, con le
loro opere, spunti e riflessioni per offrire
nuove indicazioni all’evoluzione del concetto e delle tecniche artistiche, per continuare a creare valore aggiunto all’Arte
del XXI secolo.
Dietro l’impegno tenace e serio che l’organizzazione dimostra nel portare avanti
questo importante concorso, si cela il
desiderio e la volontà di riscattare il periodo difficile che la produzione artistica
sta vivendo in questo momento della
nostra storia.
L’Arte non è patrimonio del passato, ma
è sempre l’elemento portante di un messaggio che si deve sviluppare nel presente per poter dare quella continuità qualitativa che è simbolo dell’arte per i tempi
futuri.
Nelle passate edizioni abbiamo avuto
modo di vedere artisti provenienti da
tutta l’Italia ed oltre per partecipare all’evento.
Abbiamo visto nascere nuove amicizie;
abbiamo assistito a discussioni più o meno vivaci su ciò che si intende “fare Arte”, tema su cui si potrebbe discutere una
vita intera e non arrivare ad una conclusione condivisa e scambi di esperienze
tra i vari artisti che, a concorso concluso,
hanno voluto mantenere contatti con la
nostra Associazione.
Tutti motivi validi per partecipare ad un
concorso serio e ben organizzato.
L’organizzazione
L
a Giuria del Premio Biennale
internazionale Torino Arte Città
Amica 2010 - presieduta da
Angelo Mistrangelo, giornalista della
Stampa e critico d’Arte - composta da:
Prof. Gian Giorgio Massara, critico d’Arte
- Dott. Elio Rabbione, critico teatrale - Dott.
Isidoro Cottino, pittore - Dott. Gianni Sesia
della Merla, artista - ha valutato le opere
presentate da artisti giunti da tutta
Italia.
La rassegna é articolata nelle sezioni
Grafica e P i t t u r a .
Nella prima sezione, la maggior parte
degli artisti s'è affidata alla realtà realizzando ora ritratti (Elsa, Evelina Christillin, Yeats) ora rifacendosi al mondo
antico pensando quindi a Saffo, ora
alla natura: i suoni del bosco, fiori,
alberi. Le tecniche usate spaziano dal
carboncino alla penna biro, dalla stampa
su tela all'incisione a caldo in un'opera di carattere astratto.
Nell'ampia sezione Pittura, che
comprende altresì gli acquerelli, sono
risultate assai interessanti alcune
“vedute" marine, le opere ispirate al
tema della natura " violata", a r ico r d i d i città (New York, Buenos Aires,
con le proprie contraddizioni) alla
situazione della donna indiana; poi
tramonti in Langa, gradevoli nature
morte, vedute urbane.
Un dipinto può comporsi di un solo
panneggio, riprendere le veneziane maschere intese quale souvenir, fotografare
personaggi africani, evocare il recente terremoto d'Abruzzo, meditare sulle
pieghe dell'anima.
La maggior parte delle opere presentate rivela una buona qualità, frutto di una seria selezione; non si
scordi, infatti, che ogni concorso significa un confronto con gli altri partecipanti, ma soprattutto con se stessi.
Ma in modo sincero e co str uttivo .
Lo scorrere di tutte le immagini il
giorno della premiazione ufficiale, significa vedere cosa capita nel mondo dell’arte
un po’ in tutta Italia.
Un ringraziamento agli artisti che hanno
accettato l’invito di “Arte Città Amica”
da parte sia dell’ Organizzazione, sia della
Giuria.
La Giuria
ASSEGNAZIONE DEI PREMI E MOTIVAZIONI
A
Torino, nei locali dell’Associazione Arte Città Amica il giorno
16 del mese di Aprile 2010, alle
ore 10,00 si è riunita la Commissione
Giudicatrice del Premio Internazionale
di “Pittura, Disegno e Grafica, Edizione 2010" composta dal Dott. Angelo
Mistrangelo, giornalista e critico d’Arte,
in veste di presidente di giuria; Prof. Gian
Giorgio Massara, critico d’Arte; Dott.
Elio Rabbione, giornalista e critico d’Arte; Dott. Isidoro Cottino, artista; Dott.
Gianni Sesia della Merla artista e Raffaella Spada, presidente di A. C. A. in veste
di segretaria.
La Giuria ha notato con soddisfazione
l’alto livello generale delle opere presentate ed ha esaminato tutte le opere
selezionate preliminarmente dalla Commissione stessa in data 6 marzo c.a.
Dall’esame dei giudizi espressi, dai vari
giurati singolarmente, sono risultati una
rosa di finalisti, che pubblichiamo in ordine alfabetico:
scussione, la Commissione ha ritenuto di
assegnare i seguenti premi:
SEZIONE PITTURA
SEZIONE PITTURA
Allasia Luciano Rodolfo, Benedetto
Davide. Bissacco Martino, Castelli
Gian Luigi, Cervellera Anna, Cinardo
Alessandro, d'Avenia Giovanna, Falvo Umberto, Fiacchini Sonia, Giurovich Gabriella, Grioli Marco, Lignana
Daniela, Lotito Luigi, Pinosa Graziella.
SEZIONE DISEGNO E GRAFICA
Bisogno Monica, Caldera Valeria, Di
Filippo Sonia, Mendola Mirella, Peruchetti Antonia Maria.
Dopo ulteriore e comparativo riesame
delle predette opere ed approfondita di-
1° classificato
Gabriella Giurovich di Trieste con l’opera “Resurrezione”
Motivazione:
Nel clima d e l l ' O s t e n s i o n e d e l l a
Sindone, si colloca l'interpretazio ne d e l l a Resurrezione intensamente
dipinta da Gabriella Giurovich.
Premi: 10 giorni di Mostra personale con
un massimo di 60 opere presso la galleria
Arte Città Amica di Torino nel corso
dell’ anno 2010 + pergamena e targa offerta dal Comune di Torino.
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SPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICASPECIALEBIENNALEARTECITTÀAMICAS
Premi: 10 giorni
di mostra personale con un
massimo di 20
opere presso la
galleria
Arte
Città Amica di
Torino nel corso
dell’ anno 2010
+ pergamena e
targa offerta dal
Comune di Torino.
“Tra le pieghe dell'anima un buco nero”
Motivazione:
L'incedere del segno scava nella
m a t e r i a le “ pieghe” di un ‘ i n q u i e t u dine esistenziale
Premi: servizio di tre pagine sulla rivista
d’arte Boè offerto dal Centro Diffusione
Arte di Palermo,
pergamena e targa
offerta dalla Provincia di Torino.
2° classificato
Martino Bissacco di Savonera (TO) con
l’opera “Natura violata.”
Motivazione:
Dal magma della materia emerge un insieme calibrato di forme, pur indefinite e di colore.
Premi: 10 giorni di esposizione personale
con un massimo di 20 opere presso la
galleria Arte Città Amica di Torino nel
corso dell’ anno 2010 + pergamena e
targa offerta dal Comune di Torino.
3° classificato
Giovanna D’Avenia di Torino con l’opera “Cielo mare terra”
Motivazione:
La fresca vena narrativa dell'artista approda a una sintesi naturalistica i n c u i s ì f o n d o n o c i e l o e
mare.
Premi: 10 giorni di esposizione personale con un massimo di 20 opere presso la
galleria Arte Città Amica di Torino nel
corso dell’ anno 2010 + pergamena e
targa offerta dal Comune di Torino.
4° classificato
Umberto Falvo di Catanzaro con l’opera
5° classificato
Luciano Rodolfo Allasia di Racconigi
(CN) con l’opera “Segnora en la cama”
In modo accorto, il nudo femminile è
reso con perizia, esaltando la corposità
della modella.
Premi: Servizio di tre pagine sulla rivista
d’arte Boè offerto dal Centro Diffusione
Arte di Palermo pergamena e targa offerta dalla Provincia di Torino.
***
La giuria ha ritenuto meritevoli di segnalazione i seguenti artisti:
Davide Benedetto di Torino per l’opera:
“Junkie girl”
Alessandro Cinardo di Torino per l’opera:
“Sola”
Sonia Fiacchini di Arezzo per l’opera:
“Motocarro”
Luigi Lotito di Torino per l’opera:
“Buenos Aires”
Gian Luigi Castelli di Torino per l’opera:
“Umano e Divino”
Daniela Lignana di Torino per l’opera:
”La quiete”
Anna Cervellera di Rivalta (TO) per
l’opera: “Langhe”
Marco Griolidi Montecassiano per l’opera: “Traffico a New York”
Graziella Pinosa di Moncalieri (TO) per
l’opera
“In navigazione“
SEZIONE DISEGNO E GRAFICA
1° classificato
Antonia Maria Peruchetti di Milano
con l’opera “Senza limiti”
Motivazione:
La ricerca tendente all'astrazione esprime emozioni e sensazio ni che il
segno estrae dal fondo.
La giuria ha altresì ritenuto meritevole di
segnalazione i seguenti artisti:
Per la Pittura
Monica Bisogno di Solduno (Svizzera)
per l’opera “Saffo innamorata”:
Valeria Caldera di Torino per l’opera:
“Evelina Christillin”;
Sonia Di Filippo di Villa Adriana (RM)
per l’opera
“Desert”;
Mirella Mendola di Torino per l’opera:
“Elsa”:
Inoltre la giuria a ritenuto segnalare l’artista più giovane partecipante al concorso:
Merlotto Mattia di Treviso per l’opera:
“Argento bianco”.
Il comitato del Premio Arte Città Amica
oltre ai giudizi espressi dalla giuria competente, ha ritenuto meritevoli di segnalazione i seguenti artisti:
Silvana Alasia di Giaveno (TO) per
l'opera Il sole sui melograni
Giuseppe Arizzio di Torino per l'opera
La vetrina del liutaio
Vito Battista di Chieri (TO) per l'opera
Manhattan, Amarcord
Lorenzo Briccarello di Torino per l'opera I colori della terra
Domenico Caricasulo di Barga (LU) per
l'opera Avevo steso una maglietta
Katia Dal Zilio di Quinto di Treviso
(TV) perl'opera Cavalli
Carla Graziano di Torino per l'opera
Tramonto di langa
Jean Claude Maton di Vinchio (AT) per
l'opera Un volto nella grotta
Luigia Polvanesi di Monte San Savino
(AR) per l'opera Regard moi
Per la Grafica
Giuseppe Alletto di Bagheria (PA) per
l'opera Ritratti di Yeats
Anno 6° , n° 3
pag. 5
“Essere Artisti di Arte Città Amica significa
essere uniti nella produzione artistica e nelle
emozioni che essa offre, per determinare un
messaggio creativo nel segno di una qualità
mirata a far conoscere e conoscersi”
A cura di Danilo Tacchino
Due Artisti al Mese
P. Giorgio Viotto
non scambia mai i ruoli nel suo sviluppo
artistico e comportamentale.
Ha detto ancora di Lui l’amico Isidoro Cottino: “Allievo di Pippo Ciarlo per l’olio e di
Sandro Lo Balzo per l’acquerello, egli ha
dato dimostrazione di avere ben assimilato gli insegnamenti dei suoi due maestri
applicandoli con ottimi risultati. E’ soprattutto nelle opere surreali che egli rivela una
tecnica raffinata ed una fantasia creativa ed
interpretativa di notevole forza.”
Pietro è veramente una grande risorsa
per l’associazione. Un uomo semplice, operoso, sempre attivo e disponibile. Capace di
offrire importanti consigli nei campi a lui
più congeniali (informatica ed Arte), con
grande signorilità, massima schiettezza e
semplicità.
Come si fa a fare a meno di Giorgio? Come
si fa a non avere in lui una stima altissima ed
un rispetto che non ha pari? Come si fa?....
Come ha ben scritto e interpretato Pippo
Ciarlo sulle opere di Viotto:
“Il nostro autore evidenzia una sorta di doppia
personalità sia artistica che morale, che si
traduce in due filoni ben distinti , una sorta di
“diavolo e di acqua santa” quasi letterale.
Abbiamo il Viotto che, con segno delicato e
sensibile, diremo quasi con devozione, cataloga piloni, chiese e vedute di campagne. La
tecnica è quasi sempre un bell’inchiostro con
lumeggiature misurate ed efficaci. All’opposto, il “demone Viotto” aggredisce lo spettatore con immagini surreali, forti, in contorno
alle, preferiamo chiamarle così, “sfere rotte”.
E’ un turbinìo di curiose prospettive, oggetti
evocativi, radici-tentacolo che sembrano
sferzare il silenzio un po’ opprimente
delle visioni. Sono quadri in cui l’energia
e
la voglia
di
concludere
queste
“apparizioni dell’inconscio” riescono a
trasmettere un disagio, una sorta di vertigine. Due mondi quasi completamente opposti convivono nella personalità dello stesso
autore e l’equilibrio, il bilanciamento tra i
due Viotto, è sotto i nostri occhi, e la sua
capacità di esprimersi e presentarsi attraverso le sue tecniche, le sue immagini i suoi
messaggi, le sue liberazioni…”
Quasi che il mondo della realtà si compenetri
in un mondo di fantasia, senza però
“inquinarsi a vicenda”. Razionalità e immaginazione sono un “unicum “ per Viotto, che
Renata Seccatore
Dolce, attenta, elegante, sempre disponibile discreta, apparentemente timida, ricca di
voglia per imparare e sperimentare sulla
pittura, sull’arte in genere. Quando può non
manca mai di presenziare a tutte le attività ed agli eventi che si propongono in Associazione. La sua fame di sapere non è mai
sazia, e questo la arricchisce, gli offre
nuovi spunti per crescere, ragionare sulle sue
esperienze artistiche ed andare avanti nel
proporre nuove opere e nuove emozioni,
visto che in Associazione è molto stimata e
rispettata per la sua serietà ed il suo sacrificio nel voler crescere e migliorare, sempre…
E’ l’ammissione della sua vita, che l’amo-
VERCELLI CAPIT ALE DELL’ASTRATTISMO ?
N
on c’è due senza tre. Ancora una volta le
proposte di Peggy Guggenheim hanno
fatto centro. Dopo l’Immaginario surreale del
2007, con i capolavori di Picasso, Dalì,
De Chirico, Giacometti che aveva fatto da
apripista, c’era stata la conferma di pubblico e di successo confortante per la Nuova
pittura americana del 2008 con Pollock,
Kline, Motherwell stelle di primo piano, eccoci ora alla prima mostra degli anni Dieci, Le
avanguardie dell’astrazione, in mostra presso
l’Arca di San Marco nella città di Sant’Andrea, gioiello del primo gotico italiano, fino al 30
maggio.
L’Arca sta quindi diventando un appuntamento atteso per chi ama l’arte del Novecento.
Quest’anno la rassegna vede protagoniste le
due collezioni Guggenheim di New York e di
Venezia. Come dire che si gioca in casa.
Lo spazio, si sa, è ristretto nell’affascinante
Chiesa del Duecento, ma sono presenti oltre
cinquanta capolavori, firmati da maestri che
hanno segnato la storia artistica di un secolo
come il Ventesimo, affamato di nuove strategie tecniche e spaziali.
re per la pittura ha sempre sentito di averlo
nel sangue, sin da bambina. Difatti frequenta il liceo artistico torinese “Renato Cottini” e successivamente l’Accademia Albertina di Belle Arti. Grazie a questi studi
riesce ad effettuare qualche interessante
esperienza espositiva, partecipando a varie
collettive a Grugliasco e a una mostra a Torino presso la Società Promotrice delle Belle
Arti. Si specializza successivamente in
“Operatrice di pregio e Trompe l’Oeil”
presso le scuole Tecniche San Carlo, ed
effettua uno stage nel mondo del restauro.
La sua formazione è legata prevalentemente al mondo classico, ma la sua esperienza si
è arricchita seguendo un percorso interessato
a nuove forme espressive colme di colori vivi
sempre seguendo la linea del figurativo. Pian
piano affina sempre più la sua tecnica, affacciandosi al tema della figura e della natura, rispettando gli spazi e i piani, affinché
il pensiero diventi poesia, materia e luce.
Il gusto del bello fa parte del suo essere, e i
colori che dal caldo al freddo vibrano
sulla sua tela, evidenziano un linguaggio profondo e interno che confermano grande
capacità e sensibilità.
Ma anche estetiche, talmente è stimolante e
gradevole la visione delle opere esposte.
Troviamo un Braque che con il suo Violino e
tavolozza ci fa ammirare tutta la potenzialità del cubismo geometrico. Il formicaio,
tela di notevole dimensione di Alechinsky con
la sua connotazione di paura e angoscia viene
stemperato dalla Grande sinfonia solare di
Corneille, un rincorrersi di volumi luminosi in
tensione centrifuga. C’è il puntinismo inquietante di Seurat, con il suo astrattismo bloccato all’apertura fertile dell’impressionismo
come si può notare in Cezanne, presente
anche lui all’Arca.
L’astrattismo ha il segno della pura casualità nel Grand collage di Hans Arp, e in quest’opera si scorge il prodromo della pop-art.
Curiosa la struttura prospettica di Saint
Severin, opera geniale di Robert Deleunay.
La chiesa gotica parigina è variamente
inclinata, c’è un diffuso inarcamento dei pilastri con un pavimento macerato dal peso
del tempo. Sempre di Deleunay Forme circolari che ci porta in dimensioni planetarie
celesti.
Non poteva mancare l’elemento acquatico. Ed
ecco due tele di forte attrazione, Estate, duna
in Zelandia, di Mondrian e Canale di Frankenstaler, il primo con grandi spazi blu costeggiati
da linee gialle, il secondo una grande macchia
gialla bordata di azzurro.
Un posto non solo fisicamente centrale
nella mostra spetta a Kandinsky, uno dei
massimi esponenti dell’astrattismo. Il mago
del colore, dei sorprendenti effetti di linee
inserite con intendimenti ontologici per non
dire trascendentali in figure geometriche
può essere ammirato in Croce bianca, ma
soprattutto in Composizione VIII dove lo
sperimentalismo sembra strizzare l’occhio
all’improvvisazione.
La sala si chiude con opere di artisti italiani, da Emilio Vedova a Edmondo Bacci, da
Tancredi Parmeggiani a Giuseppe santomaso
a i quali fa compagnia Dubuffet con uno spettrale L’istante propizio di una temeraria visionarietà.
Da non perdere, prima di uscire, il brillante
recupero della Storia della Vergine, opera
di maestri novaresi della seconda metà del
Quattrocento.
Mario Parodi
Anno 6° , n° 3
pag. 6
Arte Città Amica
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Dall’1 al 7 maggio
“PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA, DISEGNO E GRAFICA”
(Esposizione della prima parte delle opere in concorso)
Dall’8 al 15 maggio
“PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA, DISEGNO E GRAFICA”
(Esposizione della seconda parte delle opere in concorso)
15 maggio, ore 16,00: Appuntamento alla GAM, Galleria d’Arte Moderna, per la premiazione
dei vincitori del concorso.
Dal 21 al 30 maggio, con inaugurazione venerdì 21, ore 18,00 avremo la personale di:
ROBERTO VITALI
Dal 4 al 15 giugno il Centro ospiterà la COLLETTIVA dei soci CEDAS FIAT
Presenteranno la mostra il critico, prof. G. Giorgio Massara e Angelo Mistrangelo, critico e
giornalista.
Venerdì 18 giugno inaugurazione della mostra:
“EROS NELL’ARTE”
I soci del Centro si cimenteranno, ancora una volta, in questo tema che già negli anni scorsi ha
registrato una nutrita partecipazione. La mostra continuerà fino al 27.
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Per quanto riguarda gli appuntamenti letterari di questo bimestre avremo:
18 maggio, ore 21.00: “NAUTILUS”, poesie di Nicoletta Cherubini. Presenta Mario Parodi;
Sabato 29 maggio ore 16.00:
“La Sindone e i templari” Conferenza di M. Centini
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Anticipiamo la mostra “L’arte incontra la Poesia” che si terrà dal 7 al 18 settembre per pubblicare per tempo le poesie di Lawrence Ferlinghetti alle quali i partecipanti si dovranno ispirare
per le loro opere che dovranno essere consegnate in sede entro il 10 luglio.
Da “IL PARADOSSO DI OLBERS”
E io udii il colto astronomo
Il cui nome era Heinrich Olbers
Parlare con noi attraverso i secoli
Sul suo modo di osservare ad occhio nudo
Sul fatto che in cielo ci fossero
Poche stelle vicine
E più spingeva lontano lo sguardo
Più erano numerose
Con numeri infiniti di grappoli di stelle
In miriadi di Vie Lattee & miriadi di nebulose
Da questo si può dedurre
Che nelle distanze infinite
Ci deve essere un posto
Ci deve essere un posto
Dove tutto è luce
E che la luce viene da quell’alto luogo
Dove tutto è luce
Semplicemente non è arrivata qui…
Da: “PALINODIA TARDIVA PER
DYLAN THOMAS”
In Galles a Laugharne finalmente mi trovo
vicino
All’alto rifugio dove scriveva
Sulle acque ribollenti
Dove è sospeso immobile il falco
Sui ciottoli sparsi di conchiglie
….un uccello marino in lontananza
Ripete ancora il suo verso…
….
Oltre il suo riparo pieno di echi
Un albero di fichi nasconde il mare
Una barca da pesca inclinata su un fianco…
Un promontorio sfacciatamente verde perso
nel sole…
…
E nella sua casa galleggiante inclinata ora
La sua gran voce registrata corre fuori…
Lasciando a poeti e aironi
Un risonante vuoto di luce da riempire
T u t t e l e m o s t r e d i A r t e C i t t à a m i c a possono essere visitate nei seguenti orari:
Dal martedì al sabato:
ore 16.00 - 19.00
domenica:
ore 10.00 - 12.00
lunedì:
chiuso
COMPAGNIA DELLE INDIE:
Un'avventura entusiasmante che dura
da oltre 400 anni. Un marchio ricco di
suggestioni positive, che attrae i giovani. Uno stile che identifica il loro bisogno di libertà e di evasione.
Riscoprire il piacere di vivere in armonia con se stessi e con la natura.
I prodotti di COMPAGNIA DELLE
INDIE ripropongono in chiave moderna
i valori di una cultura millenaria.
Direttore:
Danilo Tacchino.
In redazione:
Egidio Albanese,
Fabrizio Legger,
G. Giorgio Massara,
Mario Parodi,
Danilo Tacchino.
Impaginazione e grafica:
Egidio Albanese
anno VI°, n° 3; magg./giug. 2010
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PREMIO ARTISTICO E PREMIO LETTERARIO: