Insieme
Tino Aime
Enrico Challier
Via Albergian 20 - Soucheres Hautes - 10060 Pragelato (TO) Italy
[email protected]
web: tinberartgallery.it
Per informazioni: Tel. 0122 78461 - Gianni Bertin +334 60 70 170
SABATO 22 GIUGNO - GIOVEDI’ 8 AGOSTO 2013
ORARIO GALLERIA:
da mercoledì a venerdì 10.00 /12.30 - 16.00 / 18.30
sabato e domenica 10.00 /12.30 - 15.30 / 19.00
giorno di chiusura: martedì
Testi
Daria Jorioz
Giorgio Cattaneo
Elena Piacentini
Progetto grafico
Beatrice Sciascia
Fotografie
Giuseppe Scavo
Stampa
Tipolito Melli
In copertina disegni di Garbolino Ru
In un magico ambiente e in un particolare territorio quale è Pragelato, la Galleria Tinber ha il piacere e l'onore di
presentare una mostra inedita con due artisti contemporanei
che insieme, per la loro grande capacità comunicativa hanno
saputo portare l'Arte ad alti livelli, nazionali ed internazionali.
Si tratta di Tino AIME, pittore, scultore, incisore, artista
molto conosciuto ed amato e il giovane Enrico CHALLIER,
scultore, che continua a stupirci con le sue dolci fanciulle.
L'idea di inserire due artisti così diversi ma complementari, ci offre l'opportunità di capire come l'arte contemporanea
risulta essere un messaggio di vita positiva, dove i soggetti
rappresentati, naturali e silenti di Tino, si esaltano accostati
alle figure scultoree curiose e intriganti di Enrico;
per questo motivo la mostra diventa una sinergia di contenuti e di creatività che permettono una lettura più completa
ed appassionante.
La galleria, abituata a diffondere la cultura dell'arte in
tutte le sue svariate tipologie, trova in questi due artisti la vera
creatività, pittorica e scultorea, misurata ed effervescente,
dove la bellezza e l'armonia, negli accoglienti ambienti della
Tinber Art Gallery di Pragelato, viaggiano insieme, creando
un binomio bello e affascinante.
Dir. Artistico
Gianni Bertola
biografia
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Tino Aime è nato a Cuneo nel 1931 e risiede a Gravere in Val di
Susa. Dopo aver frequentato la Libera Accademia di Torino sotto
la guida di Idro Colombi ha iniziato ad esporre come scultore, per
poi dedicarsi alla pittura e alla grafica di cui è interprete conosciuto
anche in campo internazionale.
Tino Aime ha intrecciato la sua vita con quella di molti scrittori e poeti
tra i quali Lorenzo Mondo, Davide Lajolo, Nuto Revelli, Mario Rigoni
Stern, Laura Mancinelli, Nico Orengo, Ernesto Caballo, Renzo Guasco, Mario Franceschetti, Giorgio Calcagno, Mike Berra, Giorgio
Cattaneo, che gli hanno dedicato pagine letterarie e che hanno accompagnato le sue cartelle di incisioni.
Nel 1963 espone per la prima volta le sue opere in una mostra
personale. Seguono riconoscimenti in Italia, Francia, Germania, Romania e Stati Uniti. In Provenza incide e dipinge il mondo di Frèderic
Mistra; ne nasce una mostra itinerante a Gap, Digne, Dreaguignan,
Aix en Provence e Nice. Dal 1983 le sue opere grafiche sono presenti sul catalogo Prandi di Reggio Emilia e nel 1992 la Regione
Piemonte gli dedica una mostra nel Palazzo della Regione a Torino.
In seguito progetta il francobollo commemorativo di Galileo Ferrari
emesso il 7 febbraio 1997 e nello stesso anno realizza il dipinto
per il Palio di Susa e il bozzetto del biglietto della Lotteria Italia Susa
Moncenisio, oltre al Monumento per la Corsa Automobilistica SusaMoncenisio. Nel 1998 realizza il monumento per i 100 anni della
nascita di Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo. Espone alla Fiera
della Parola presso l’Archivio Storico Olivetti di Ivrea, partecipazione
ripetuta nel 2009 e 2010. Del 2009 è anche l’importante mostra
presso l’Espace Wallonie di Bruxelles dal titolo “Piemonte, Confins de
Silence” voluta dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino, e
ripetuta nel 2010 al Palazzo delle Feste di Bardonecchia. Nel 2011
espone nella Chiesa di Santa Marta a Ivrea e sempre nello stesso
anno ottiene, a Santo Stefano Belbo, il premio “una vita per l’arte”
dal Centro Pavesiano, Museo Casa Natale. Nel dicembre 2011 viene inaugurata una mostra antologica al Museo della Montagna di
Torino “I Segni del Silenzio” che si è conclusa il 5 febbraio 2012.
Nell’estate del 2012 espone ad Aosta nella Chiesa di S. Lorenzo,
mostra a cura della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Nel 2013 è
invitato alla rassegna “Alpi dell’Arte” nel complesso Monumentale
Chiesa di San Francesco a Cuneo ed in seguito nella Chiesa di San
Domenico ad Alba.
Le finestre
di Tino Aime
Elogio del segno
Tino Aime
La limpidezza del segno e lo squisito equilibrio compositivo caratterizzano
l’opera grafica di Tino Aime, raffinato incisore forse più di quanto la critica abbia sinora sottolineato. Le sue opere grafiche, siano esse acqueforti
o acquetinte, puntesecche o litografie, rivelano “una finezza tale da far
pensare alla magia di Morandi”, per citare Massimo Mila, una finezza
che è insieme diretta e sospesa. Ma Tino Aime non è solo incisore di rango e la selezione di dipinti e sculture che presentiamo ora alla Chiesa di
San Lorenzo di Aosta evidenzia un percorso artistico di lucida coerenza
e grande solidità, che culmina nel recentissimo dipinto Fiori stremati 3,
appena realizzato e presentato per la prima volta al pubblico.
Molte e prestigiose firme nel corso degli anni hanno dedicato pagine
illuminanti a Tino Aime e questo aspetto mi induceva a non espormi. Ma ho
recentemente conosciuto Aime in occasione dell’organizzazione di questa
mostra aostana e ho colto nello sguardo di quest’uomo qualcosa di struggente e autentico, così lontano dalla superficiale frenesia che caratterizza la
nostra quotidianità, da meritare di essere espresso. Una malinconia cristallina e fiera di cui si percepisce l’evidenza nei Notturni e nei tetti imbiancati
incorniciati dalle celebri finestre, ma anche una grande forza interiore e una
passione vitale, che traspare persino nelle nature morte, in cui spiccano a
volte tocchi di rosso carminio, perché siamo fatti “di terra e di sangue, come
gli altri”, come scriveva in alcuni versi indimenticati Cesare Pavese.
La coincidenza tra l’uomo e l’artista mi è parsa in Tino Aime quanto
mai compiuta, come ha sottolineato con efficacia Gianfranco Schialvino: egli “non ha saputo, non ha voluto separarsi
dalle sue radici, dalla sua essenza”.
L’incontro con Aime mi ha trasmesso un senso di serenità sulle cui motivazioni mi sono interrogata. E la risposta
mi è arrivata con estrema chiarezza: in Aime ho percepito la
solidità di una generazione, quella stessa dei miei genitori,
che ci ha trasmesso il senso concreto della vita e la certezza
che solo ciò che è autentico ci salverà. Dunque considero
questo incontro un privilegio.
Daria Jorioz
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Il mondo che vorremmo
Tino Aime
(127x33 cm)
tecnica mista su tavola - 2006
inverno
Il mondo che vorremmo, il mondo che non c’è più. Esiste solo lì, in quella
luce fredda, fatta di grazia e gioia trattenuta, a prudente distanza da quella che Montale chiamava felicità raggiunta, per la quale si cammina su fil
di lama. È il grembo di un segreto, che indossa i panni spogli dell’inverno,
il pallore della luna. Un vuoto d’ombre, di abissi riparati dentro un terso
limitare di orizzonti. E allora ci si affaccia sulla soglia di un sottile incanto.
Quello dei luoghi sacri, che l’anima all’istante riconosce, e nei quali non
teme di smarrirsi. Sono memorie vive, autentiche, di fronte a cui accade
– semplicemente – di cadere in contemplazione. Perché raccontano la
loro umanità invincibile, ce la rivelano. E parlano di noi, di tutto il tempo
abitato sulla terra, tra pietre madri e stecchi, e petali sfuggiti alla stagione,
e uccelli. Sono parole che ripetono promesse, e dicono che gli anni non
si estingueranno, rivelano che cosa resterà. La voce dei ciliegi, il tiepido
languore del disgelo. Un codice cifrato, che solo il cuore afferra. Ci sono
artisti per i quali è naturale provare innanzitutto gratitudine. Conoscono
la strada che porta in un paese noto solo a loro. Vengono e vanno, non
sanno farne a meno. E tornano ringiovaniti e nuovi, stupefatti: come bambini a cui accadano miracoli. Succede anche al ragazzo chiamato Tino
Aime, frequentatore di silenzi rarefatti. La confessione poi fiorisce sulla
tela, secondo misteriose vie. Sguardo terrestre, visitato dal maestrale. Tutta la scienza millenaria del perdono, la civiltà del sole. Cieli che volano
nell’orto dietro casa. Mani che sanno suscitare la leggerezza delle nuvole.
Giorgio Cattaneo
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tecnica mista su tavola - 2011 (145x103 cm)
fremo fatigo
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tecnica mista su tavola - 2007
(143x43 cm)
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tramonto
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tecnica mista su tavola - 2007
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(125,5X38 cm)
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tecnica mista su tavola - 2012
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tecnica mista su tavola - 2010
(112x35 cm)
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(109x41,5 cm)
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tecnica mista su tavola - 2012
(113,5x32 cm)
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tecnica mista su tavola - 2011
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(143x43 cm)
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tecnica mista su tavola - 2012 (137x41 cm)
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tecnica mista su tavola - 2009
(62x57 cm)
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biografia
Il compito fondamentale di un artista è guidare verso l’alto chiunque abbia sensi affinati e volontà. Volare in alto. Inteso come elevazione spirituale e ricerca incessante della bellezza perché, oggi
piú che mai, sono convinto che solo la bellezza ci salverà. Spinto
da questo preciso ideale lavoro ogni giorno nel mio studio, posto
al margine di un bosco, vicino agli alberi da me tanto amati.
Enrico Challier è nato nel 1974 a Pinerolo, laureato in Scienze
Politiche, lavora a Pinasca, in Val Chisone.
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2013 Mostra personale Foemina in Arbore Ala Comunale - Vinovo (TO); Mostra
Collettiva; La Terra e lo Slancio Vitale, Galleria Ariele, Torino; Mostra Collettiva La
Grande Onda. Omaggio a Hokusai, Galata - Museo del Mare, Genova. 2012
Mostra Collettiva 7 Scultori, Galleria Tinber, Pragelato (TO); Mostra personale,
Legni diVersi, Galleria Losano, Pinerolo (TO); Concorso Internazionale di Scultura
“Luci ed Ombre del Legno” - Castello Tesino (TN), Menzione Speciale della Giuria;
Concorso Internazionale di Scultura, Montagn’Art, Thyon - Svizzera, Primo Premio.
2011 Mostra Collettiva, Castello Estense - Ferrara; Simposio Internazionale di Scultura - Lutago (BZ); diVento Mostra personale presso il Salotto dell’Arte - Torino; Luci
ed Ombre del Legno … una mostra che viaggia, Mostra Itinerante Collettiva; 5
febbraio - 2 marzo, Venezia - Isola di San Servolo; 3 marzo - 29 marzo, Ferrara Liceo Classico L. Ariosto; 4 aprile - 28 aprile, Spinea (VE) - Oratorio di Villa Simion;
30 aprile - 23 maggio, Castello Tesino (TN) - A.P.S.P. “Suor Agnese”; 24 maggio - 7
giugno, Borgo Valsugana (TN) - Spazio Erika Klien; 10 giugno - 25 giugno, Trento - Casa della S.A.T.; 1 luglio - 29 luglio, Levico Terme (TN) - Villa Sissi; Mostra
Collettiva presso Tinber Art Gallery - Pragelato (TO). 2010 Vincitore Premio della
Giuria; “Luci ed Ombre del Legno” - Castello Tesino (TN); Donne di Legno e di
Anima; Mostra personale presso Tinber Art Gallery - Pragelato (TO); Vincitore Premio del Pubblico “I maestri del legno” - Pinerolo (TO). 2009 Vincitore Premio della
Giuria, Concorso Internazionale di Scultura Città di Asiago (VI); Partecipazione alla
sezione Artisti,; Fiera dell’Artigianato Pinerolese (TO); Simposio Internazionale “Les
Karellis” (Francia); Mostra Collettiva Arte; Prato della Valle, Padova. 2008 Mostra
Collettiva “Terra”, Ex Cappella Cottolengo, Macello (TO); Mostra Collettiva “Terra”,
Palazzo Vittone, Pinerolo (TO); Concorso Internazionale di Scultura Città di Asiago
(VI); Inaugurazione Trittico Monumentale dedicato a “Le migrazioni dei Valdesi in
Germania”, Piazza Italia, Perosa Argentina (TO); Concorso di Scultura - Macugnaga
(VC). 2007 Mostra Collettiva “Miti e Leggende”; Ex Cappella Cottolengo, Macello
(TO); Vincitore Premio della Giuria Popolare; Concorso di Scultura, Macugnaga
(VC); Concorso “Legno e Sensazioni”, Ossana (TN); Concorso “Trucioli d’Artista”,
Rivoli (TO). 2006 Vincitore Primo Premio (Premio della Giuria); Concorso “Legno
e Sensazioni”, Ossana (TN); Vincitore Primo Premio; Concorso “Scultura su Bastone”, Ala di Stura (TO); Concorso “Trucioli d’Artista” Rivoli (TO); Selezionato per la
sezione Artisti; Rassegna dell’Artigianato Pinerolese, Pinerolo (TO). 2005 Vincitore
Secondo Premio Concorso “Scalpellate d’Artista”, Strambino (TO); Riconoscimento
del Pubblico; Concorso “Trucioli d’Artista”, Rivoli (TO); Inaugurazione opera lignea
monumentale nella Piazza della Frazione Laux, Usseaux (TO), dedicata a Don Francesco Berger. 2004 Rassegna dell’Artigianato Artistico, Pinerolo (TO); Personale di
Scultura presso il Circolo Culturale Pax Cultura, Pinerolo (TO). 2003 Mostra Collettiva d’Arte “Pinasc’Arte”, Pinasca (TO). 2002 Esposizione di Sculture dedicate alla
Montagna presso il Salone Internazionale della Montagna di Torino
Le stagioni
di Enrico Challier
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Enrico Challier
Le Stagioni, figure allegoriche della mitologia greca e romana, simboli del regolare flusso dello scorrere del tempo, sono personificate da divinità femminili che
presiedono al ciclo della vegetazione. Il moto periodico, costante, immutabile, è
una certezza ancestrale che rassicura, incoraggia e sprona lo spleen e l’inquietudine ìnsite nel segreto della creazione estetica dell’Artista.
Quale migliore ispirazione, propria dello stilema di Enrico Challier: il legno,
materiale vivo e lieve, che attraverso il suo pensiero e i suoi strumenti di lavoro, diventa estremamente duttile; egli, estraendone inconsciamente la linfa vitale, pone
al centro di ogni sua opera l’intima visione della potenza naturale. Queste le fondamentali premesse per organizzare il sistema estetico dell’Artefice.
Le opere sono caratterizzate da cromie forti: arancioni vibranti e oro, verde
smeraldo e verde acido iridescente, neri opachi, azzurri e bianchi algidi.
Forme lasciate a spigolo, tagli a legno vivo, Challier coglie, più che mai in
questa collezione, tratti peculiari tipici dell’ Espressionismo, percorrendo alcune
componenti primitivistiche per comunicare la nostalgia verso un’armonia recuperabile, alla ricerca delle radici dell’esistenza umana.
Lo scultore riconduce a sè la forma, si adopera tutt’uno col gesto che scava
il legno, individuato da una connessione strutturale tra la soggettività dell’impulso
e le caratteristiche organiche e viventi della materia; evoca infine una autenticità
primordiale, congiungendo, in linea esplicita con i propri stilemi, ora tratti severi e
rigorosi, ora forme morbide.
Nella mostra INSIEME pensata e organizzata con l’amico Tino
Aime nella Galleria Tinber di Pragelato, Enrico Challier presenta
otto figure lignee inedite.
Crepitasenzabruciarelanottedell’estate l’artista stabilisce l’inizio del suo itinerario: la donna di colore, con fattezze somatiche e
monili nord-africani, esprime calore ardente: il tramonto infuocato contraddistinto da una forma circolare arancione tra le fronde
di un’immaginaria chioma d’albero bruciato, delinea il tramonto,
manifestando un ciclo che volge al termine.
Inquestanotted’autunnosonopienodelletueparole: legno sinuoso, conformazione austera e virginea liberata dalla prigionia
della materia, assorta da intensi moti interni; la figura è ritratta
mentre affonda le mani in uno specchio d’acqua, immobile come
ad indicare lo scorrere lento di pensieri generati da lemmi fecondi.
L’autunnoèunasecondaprimaveradoveognifogliaèunfiore: il vento impetuoso e capriccioso anima la figura vestita di foglie turbinose
e scossa da fremiti leggeri: ricorda il turbinìo di movimenti a spirali dei cumuli di foglie riarse e di accesi
cromatismi autunnali; la struttura indossa ornamenti preziosi, è elegante, pare tuttavia percorsa da taciti timbri.
L’eternitàèilmareunitoalsole, una giovane donna è ritratta seduta, quasi sospesa su intagli spumeggianti; le cromie vivaci
e il movimento ricercato della chioma protesa verso l’alto, la posizione
fetale degli arti, donano alla fanciulla una armatura, una difesa da situazioni emotive tempestose o da condizioni atmosferiche avverse.
Il taglio nervoso e in divenire caratterizzano la seconda
figura dedicata all’inverno: in languored’invernonelmondodiunsolocolore, ogni parte scultorea intagliata, suggerisce
ghiaccio, immobilità, prigionia: l’elemento legno è lasciato
volutamente grezzo nella quasi totalità del tronco ad eccezione
del particolare dell’orecchino finemente cesellato.
Ogni Cultura celebra la certezza della rinascita, come alchemico,
eterno ricorso; in primaverachesempreritorni, le componenti orientali dei
tratti somatici, riprendono immagini tradizionali inconfutabili, il verde intenso il
fucsia e l’arancio tuttavia, rimandano a elementi che appartengono a panorami
e visioni contemporanee. L’accento stilistico è inconfondibile: il tronco verticale, in
essenza di noce, segnato naturalmente da una spaccatura, è lasciato volontariamente aperto per sottolineare fatate movenze lievi e aggraziate; così il nodo strutturale, espresso ed evidenziato nella parte centrale dell’opera, funge da chiave di
volta per la comprensione della natura fisica del materiale ligneo.
Una bellezza aspra e nervosa caratterizza la puella dedicata alla stagione
estiva: tidiròugualeadungiornod’estate? Incantano i fiori di campo tra i capelli corti, lo sguardo intrigante, di sfida; il colore cangiante del costume, riconduce poi
a grazie femminili appena sbocciate ma colme di malizioso richiamo. Singolare e
azzeccata la scelta estetica di assecondare e manifestare i grafismi naturali dell’interno della corteccia, risultando così naturalmente sottolineati quegli intrighi lievi e
impalpabili di situazioni adolescenziali.
Potrannotagliaretuttiifiorimanonfermerannomailaprimavera: l’effigie delicata
di bimba scorta in punta di piedi, mentre avverte il profumo dei fiori, è una significante notevole; la spontaneità e la purezza sono la basilare causa - conseguenza
di reiterata fiducia nel futuro.
Elena Piacentini
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Noce, acrilico, pastelli e foglia d’oro
2013 (h. cm 148)
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Noce, acrilico e pastelli
2013 (h. cm 173)
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Noce, acrilico, pastelli e foglia d’argento
2013 (h. cm 150)
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Noce, acrilico e pastelli
2013 (h. cm 135)
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Noce, acrilico, pastelli e foglia d’argento
2013 (h. cm 191)
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Noce, acrilico, pastelli e foglia d’oro
2013 (h. cm 197)
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Noce, acrilico, pastelli e foglia d’oro
2013 (h. cm 152)
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Il predestinato non è accidentale,
Le foglie cadono quando è l’ora.
E l’inverno non è che l’araldo
della primavera.
Tutto è rivelato; tutto è raggiungibile...
(Agni Yoga. Foglie del Giardino di Morya - Appello)
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