PARTE I Introduzione Il counselling, una risorsa importante nell’interazione tra Farmacista e paziente Negli ultimi anni, le disposizioni legislative hanno attribuito alle farmacie nuove e più ampie funzioni nell’ambito della gestione sanitaria della popolazione. In particolare, la normativa individua tra i servizi e le prestazioni che possono essere erogati dalla farmacia: la prenotazione di visite ed esami specialistici presso le strutture pubbliche e private convenzionate; la collaborazione ai programmi di educazione sanitaria; la partecipazione a campagne di prevenzione di patologie a forte impatto sociale, con la possibilità di effettuare alcune indagini strumentali ed analisi di laboratorio. Nel complesso, quindi, si tratta di un’importante svolta di modernizzazione nell’attività del Farmacista, al quale viene riconosciuto un ruolo significativo sia come figura di riferimento per il paziente, da affiancare a quella irrinunciabile del Medico, sia come professionista attivamente impegnato nel processo di miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria. Di conseguenza, avviene sempre più di frequente che il Farmacista sia interpellato per richieste di informazioni qualificate come, ad esempio, ragguagli su comuni disturbi, quesiti su indagini diagnostiche e chiarimenti sulla modalità di assunzione dei farmaci prescritti dal Medico. Uno degli argomenti su cui più di frequente il Farmacista è chiamato a fornire il counselling è rappresentato dai comuni problemi gastroenterologici conseguenti ad alterazioni della cosiddetta “flora batterica” intestinale, più correttamente definita microbiota. In riferimento a ciò, la presente pubblicazione si propone come utile strumento di consultazione che offre una panoramica su alcuni aspetti fondamentali quali, ad esempio: il rapporto tra apparato gastrointestinale e microbiota; le possibili cause di alterazioni quantitative e qualitative della popolazione batterica e le conseguenti disfunzioni gastrointestinali; il ruolo dei probiotici nella correzione delle alterazioni del microbiota e nel ripristino di un microambiente intestinale fisiologico. 2 PARTE I - Il microambiente enterico e il microbiota Il microambiente enterico e il microbiota Evoluzione concettuale del rapporto tra apparato gastrointestinale e microrganismi commensali: dalla “flora batterica” al “microbiota” La superficie della mucosa dell’apparato digerente dell’uomo è a stretto contatto con un’ampia e diversificata comunità di microrganismi, il “microbiota”, termine che ha sostituito in tempi relativamente recenti quello ormai desueto di “flora intestinale”. Nel complesso, il numero di microrganismi che costituiscono il microbiota (formato prevalentemente da batteri) è dieci volte superiore rispetto a quello delle cellule dell’organismo umano. Il microbiota intestinale del soggetto adulto costituisce un ecosistema eccezionalmente vario comprendente oltre un migliaio di specie batteriche differenti nell’ambito delle quali predominano tre raggruppamenti (phyla): Firmicutes (Gram-positivi), Bacteroidetes (Gram-negativi) ed Actinobacteria (Gram-positivi). Inoltre, il microbiota è un ecosistema dinamico con variazioni quantitative e qualitative lungo i vari segmenti del tratto gastrointestinale. In particolare, a livello gastrico la concentrazione batterica è intorno a 102-103 cellule per grammo ed è costituita da Lactobacilli; quindi, tende progressivamente ad aumentare in senso cranio-caudale, risultando compresa tra 104 batteri/g (nel digiuno) e 107 cellule batteriche/g a livello dell’ultimo tratto del piccolo intestino (ileo distale), per poi raggiungere valori compresi tra 1011- 1012 batteri per grammo nel colon (Tabella 1.1). Tabella 1.1 - Distribuzione quantitativa del microbiota nei vari segmenti del tratto intestinale. Sede Numero (cellule batteriche/g di contenuto intestinale) Stomaco, duodeno <103 Digiuno, ileo, iIleo distale 102 -103 104 -107 Intestino crasso 1010 -1012 Note Lactobacilli, streptococchi HCl, bile e peristalsi inibiscono l’adesione dei batteri e ne ostacolano la colonizzazione Scarse informazioni: probabile attività di fermentazione dei carboidrati Sede della maggior parte delle attività del microbiota (prevalenza di anaerobi) 3 Riguardo alla composizione del microbiota, è necessario considerare che il tubo digerente non costituisce un ambiente omogeneo, in quanto si caratterizza per un significativo aumento del pH del lume e per una progressiva diminuzione della quantità di ossigeno progredendo dallo stomaco verso il colon. Pertanto, il microbiota risulta formato principalmente da Lactobacilli e streptococchi nello stomaco e nel duodeno, dove l’acidità gastrica, la bile prodotta dal fegato e le secrezioni pancreatiche inibiscono l’attecchimento e la colonizzazione dei microbi ingeriti con il cibo, mentre il microambiente intestinale e, soprattutto, colico rappresenta l’habitat ideale per la sopravvivenza e la crescita dei batteri ed in particolare dei batteri anaerobi (Figura 1.1). Figura 1.1 - Variazione della composizione del microbiota nei vari segmenti del tratto digerente. 4 PARTE I - Il microambiente enterico e il microbiota Il microbiota intestinale svolge diverse ed importanti funzioni; le principali sono schematizzate nella tabella 1.2. Tabella 1.2 Principali funzioni del microbiota intestinale. Alcune indicazioni ormai chiaramente acquisite sulle funzioni del microbiota, considerato nella sua interezza e nella sua complessità, derivano non soltanto da studi che rientrano nell’ambito della ricerca microbiologica tradizionale, ma anche da una innovativa ricerca molecolare di recentissima esecuzione. 5 Microbiota, barriera mucosa e status immunitario La mucosa di tutto il tratto digestivo consiste di un singolo strato di epitelio colonnare coperto da uno strato di muco secreto dalle cellule caliciformi o mucipare. Le mucine che costituiscono il muco sono glicoproteine, cioè proteine unite da legami covalenti con oligosaccaridi (glicani). ll microbiota e la mucosa, insieme al muco, formano la cosiddetta barriera mucosa, un importante sistema di difesa nei confronti dei patogeni costituito, quindi, da: muco e strato acquoso, che rivestono la mucosa sul lato luminale; batteri commensali che formano una barriera passiva che impedisce ai patogeni ed alle loro tossine di entrare in contatto con l’epitelio; tight junctions (giunzioni strette o occludenti); sistema immunitario (GALT: gut associated lymphoid tissue, linfociti intraepiteliali), un compartimento del sistema immune generale che funziona in modo relativamente indipendente (Figura 1.2). Cellula mucipara Strato di muco Plasmacellule (secernenti IgA) Tight junctions Linfociti intraepiteliali Macrofagi Figura 1.2 - Rappresentazione della barriera mucosa intestinale. La barriera mucosa, più sviluppata nel colon dove è molto elevato il numero di batteri che la costituiscono insieme al muco, esplica la sua azione ostacolando fisicamente il contatto fra epitelio e patogeni, che vengono uccisi da sostanze anti-microbiche prodotte localmente o per intervento dei leucociti intraepiteliali. Il muco partecipa attivamente ai meccanismi di difesa: se un batterio patogeno enterico entra in contatto con la superficie epiteliale, stimola la secrezione di muco immagazzinato da parte delle cellule mucipare. I granuli di mucina si espandono (aumentando le proprie dimensioni di 100–1000 volte per idratazione) e circondano i patogeni con muco fresco che contiene molecole antimicrobiche; se un patogeno si lega ad una mucina 6 PARTE I - Il microambiente enterico e il microbiota della superficie cellulare, la mucina viene rilasciata nel lume intestinale liberando la cellula dal patogeno; i patogeni enterici che non si legano alle mucine sono esclusi per ostacolo sterico (Figura 1.3). È inoltre importante ricordare che a livello della mucosa intestinale alcuni agenti come le defensine prodotte dalle cellule di Paneth e le IgA (sIgA) secretorie dalle plasmacellule, forniscono protezione contro i batteri. La produzione di mucine e di molecole antimicrobiche è influenzata dal microbiota ed aumenta dopo un episodio infettivo. Il riconoscimento dei patogeni da parte dell’ospite porta alla produzione di fattori infiammatori dell’ospite che, a loro volta, inducono la differenziazione di cellule secretorie ed alterazioni nella composizione del muco. a. Secrezione di muco b. Trasduzione c. Sfaldamento del segnale di mucine superficiali Patogeni esclusi per ostacolo sterico Antimicrobici Patogeni Infiammazione Liberazione granuli Modulazione apoptosi Recettore Figura 1.3 - Barriera mucosa: muco e batteri patogeni. I batteri intestinali svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo del sistema immunitario, cui spetta il compito di difendere l’organismo da sostanze, tossine ed agenti infettivi pericolosi, quali batteri, virus, funghi e parassiti. Una sua caratteristica fondamentale è la capacità di distinguere tra le strutture che non costituiscono un pericolo, dunque possono o devono essere preservate (self ) e le strutture che risultano nocive per l’organismo e vanno quindi eliminate (non-self ). Per quanto riguarda l’induzione e la regolazione del sistema immune svolta dai batteri che costituiscono l’ecosistema intestinale, essi possono essere distinti, in linea di massima, in due grandi gruppi, ovvero: uno formato da microrganismi che svolgono un effetto protettivo quali Bifidobacteria, Lactobacilli ed Eubatteri e l’altro che include batteri responsabili di un effetto offensivo, quali Pseudomonas, Proteus, Clostridi e Stafilococchi. Queste varie componenti dell’ecosistema intestinale convivono in un equilibrio dinamico e partecipano attivamente alla regolazione della risposta immune dell’individuo (Figura 1.4). 7 Batteri patogeni Batteri commensali Omeostasi mucosale P. aeruginosa Proteus Stafilococchi Clostridi Veillonelle Risposta immune Bifidobacteria Lactobacilli Eubacteria OSPITE Figura 1.4 - La risposta immune mucosale è il risultato dell’equilibrio tra batteri commensali e patogeni. La risposta immune mucosale a livello epiteliale è regolata da fattori di riconoscimento (recettori) definiti PRR (Pattern Recognize Receptor) come i toll-like receptors (TLR), localizzati sulla superficie della membrana cellulare, ed i nucleotide-binding oligomerization domain-like (NOD) receptors, presenti nel citoplasma. Una volta attivato, il sistema di riconoscimento recettoriale innesca una risposta immune che è specifica per i diversi microrganismi. La successiva tappa dell’attivazione dei TLR e dei NOD receptors è la traslocazione nucleare dell’NF-kB che induce la trascrizione e l’espressione di una grande varietà di geni pro-infiammatori. La maggior parte dei batteri commensali non attiva l’NF-kB e sopprime la risposta pro-infiammatoria. Un disequilibrio del microbiota intestinale conduce ad un’inadeguata risposta del sistema immune che iper-reagisce contro gli antigeni esterni ed è responsabile dell’insorgenza di alterazioni locali e sistemiche. Attualmente si ritiene che questo meccanismo patogenetico svolga un ruolo chiave nell’induzione delle patologie infiammatorie e funzionali intestinali, così come nelle allergie ed intolleranze alimentari. 8 PARTE I - Il microambiente enterico e il microbiota Il microbiota nel bambino, nell’adulto e nell’anziano Alla nascita l’intestino è sterile, ma dopo le prime ore di vita inizia una lenta e graduale colonizzazione batterica del tratto gastrointestinale. Questo processo è dovuto fondamentalmente a 4 fattori: modalità di espletamento del parto (naturale o cesareo), flora batterica vaginale della madre, igiene ambientale e tipo di alimentazione del neonato. In relazione a quest’ultimo aspetto, il microbiota intestinale è costituito prevalentemente da bifidobatteri se il neonato è allattato al seno, mentre se è nutrito con latte artificiale risulta composto da una popolazione mista di Bifidobatteri, Bacteroidi ed Escherichia coli. Inizialmente, il microbiota intestinale è formato per l’85% da Bifidobatteri e per la restante quota da Enterobatteri ed Enterococchi; dopo il primo mese di vita si arricchisce di germi aerobi ed anaerobi facoltativi ed a sei mesi è possibile isolare Enterococchi, Enterobatteri, Streptococchi e Clostridi. A due anni dalla nascita il microbiota appare definito e composto prevalentemente da una miscela di germi aerobi/ anaerobi facoltativi nel rapporto di 1:1000. I Bifidobatteri in questa fase rappresentano circa il 20% della popolazione batterica intestinale totale (Figura 1.5). La composizione del microbiota intestinale nei primi mesi di vita, dipendente prevalentemente Figura 1.5 - Composizione del microbiota intestinale nei primi anni di vita. Tratto digestivo STERILE Nascita Bifidobatteri85% Enterobatteri Enterococchi 15% Enterobatteri Enterococchi Bacteroidi Clostridi Anaerobi Streptococchi Anaerobi facoltativi Anaerobi Bifidobatteri20% 4 settimane 4-6 mesi 24 mesi Microbiota adulto 9 dal tipo di parto ed alimentazione, risulta correlato con l’insorgenza nell’età adulta delle allergie alimentari e dell’obesità. In definitiva, il microbiota intestinale risulta costituito da oltre mille specie batteriche diverse, in parte acquisite alla nascita ed in parte di provenienza ambientale, che colonizzano l’intestino durante le diverse fasi della vita. Con l’invecchiamento si assiste in modo particolare ad una significativa modificazione della composizione del microbiota con incremento di Bacteroides, Escherichia coli, Streptococcus, Clostridia, Lactobacillus e diminuzione di Bifidobacterium (Figura 1.6). Log batteri/g feci 10 8 6 4 2 Nascita Neonati Lattanti Infanti Adulti Lactobacillus Bifidobacterium Bacteroides, Eubacterium, Peptococcaccae Vecchi Clostridium perfringens Escherichia coli, Streptococcus Figura 1.6 - Variazione della composizione del microbiota nelle diverse età. Ruolo del microbiota nel mantenimento dello stato di salute gastrointestinale Come riportato in precedenza, nell’individuo sano i batteri enterici colonizzano il tratto gastrointestinale subito dopo la nascita ed in seguito la composizione del microbiota rimane relativamente costante. La popolazione batterica costituita da germi Gram-positivi, Gram-negativi, aerobi ed anaerobi, si distribuisce lungo il tubo digerente in concentrazioni variabili da zero ad un massimo di 1012/ml di aspirato luminale. Questo ecosistema batterico si armonizza con le varie funzioni digestive, secretive, motorie, di assorbimento e di sensibilità dell’intero intestino. In condizioni normali, per effetto della peristalsi e dell’attività antimicrobica dell’acidità gastrica, nello stomaco e nell’intestino tenue è presente un numero relativamente limitato di microrganismi ed in circa un terzo dei casi le colture digiunali risultano addirittura sterili Quando presenti, i batteri sono solitamente rappresentati da Lactobacilli, Enterococchi, Streptococchi, ed altri aerobi Gram-positivi o anaerobi facoltativi che riflettono la flora dell’orofaringe. 10 PARTE I - Il microambiente enterico e il microbiota La concentrazione di coliformi raramente supera il valore di103 CFU (colony-forming units)/ ml nel succo digiunale. L’ileo terminale rappresenta una zona di transizione fra il digiuno, contenente prevalentemente specie aerobiche e la ricca popolazione di anaerobi del colon. La conta delle colonie può arrivare a 109 CFU/ml nell’ileo terminale in immediata prossimità della valvola ileocecale, con una predominanza di Gram-negativi ed anaerobi. Nel colon, dove la quantità di batteri e la composizione del microbiota cambiano drasticamente, si possono trovare concentrazioni di microrganismi pari fino a 1012 CFU/ml, con presenza prevalente di Digestione e assorbimento componenti dietetici Dieta Componenti dietetici non assorbibili Substrati endogeni - Mucine Ospite umano Trasformazione dei componenti della dieta Produzione di SCFA Modulazione immune Funzione e benessere gastrointestinale “Cross Talk“ specifico Microbiota intestinale Diversità e funzionalità Figura 1.7 - Il triangolo del benessere identifica una condizione di equilibrio tra dieta, microbiota ed ospite. SCFA: acidi grassi a catena corta. Bacteroides, Porphyromonas, Bifidobacterium, Lactobacillus e Clostridium. Gli anaerobi sovrastano gli aerobi con un rapporto di 100-1000 a 1. Il delicato bilancio fra ospite ed ambiente luminale risulta centrale per l’omeostasi intestinale. L’epitelio intestinale è esposto quotidianamente agli antigeni, batterici e non, introdotti con l’alimentazione. Pertanto, si stabilisce un equilibrio fra dieta, microbiota ed ospite che rappresenta il cosiddetto “Triangolo del benessere” (Figura 1.7). Dalla corretta distribuzione lungo il tratto digerente del microbiota e dalla sua equilibrata composizione dipendono importanti funzioni, tra cui: il controllo della proliferazione e della differenziazione cellulare dell’epitelio intestinale (funzione trofica); la regolazione della risposta del sistema immunitario localizzato a livello intestinale (GALT) agli antigeni esterni (funzione immunomodulatoria); il mantenimento di una regolare motilità del tratto digerente e di un fisiologico transito intestinale. In conclusione, il microbiota è un ecosistema dinamico che nella sua interezza e complessità svolge un ruolo chiave nel trofismo e nelle funzioni del tratto digerente, da cui dipendono lo stato di salute intestinale e, più in generale, il benessere dell’individuo. 11 Possibili cause di alterazioni del microbiota e conseguenti disfunzioni gastrointestinali La teoria sulla disbiosi intestinale è incentrata sulla rottura dell’equilibrio tra specie batteriche ritenute “protettive” e quelle considerate “dannose” che risulta responsabile di infiammazione intestinale. La disbiosi è stata in seguito definita come “alterazione qualitativa e quantitativa del microbiota, della sua attività metabolica e della sua distribuzione locale”. L’ipotesi su cui si basa la disbiosi è che l’uso di antibiotici, la dieta e lo stress provochino un’alterata regolazione del microbiota normale, con eccessivo sviluppo (overgrowth) di microrganismi potenzialmente patogeni e tossici. L’ antibioticoterapia costituisce la causa più comune e significativa delle maggiori alterazioni del microbiota e le ripercussioni negative dell’assunzione di un antibiotico includono: overgrowth dei microrganismi presenti, come funghi e Clostridium difficile frequentemente causa di diarrea; diminuita produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) che, tra le varie funzioni svolte, contribuiscono a mantenere l’integrità della mucosa del colon; aumentata suscettibilità ai patogeni intestinali per diminuita resistenza alla colonizzazione. Come accennato in precedenza, lo stress psicologico da solo o in associazione con una dieta basata sul consumo di alimenti ricchi in grassi e con uno scarso contenuto di fibre, può causare alterazioni della motilità intestinale e del microbiota. In particolare, alcuni studi hanno evidenziato che lo stress psicologico si associa ad una riduzione di Bifidobacteria e Lattobacilli fecali, batteri che nell’ambito del microbiota svolgono effetti benefici. Si ritiene che la disbiosi sia implicata nella patogenesi di varie patologie del tratto digerente, quali la sindrome dell’intestino irritabile (SII) e le malattie infiammatorie croniche intestinali (Figura 1.8). LO SPETTRO DELLE MALATTIE INTESTINALI Batteri “buoni” 80% - Batteri “cattivi” 20% Normalità Disbiosi intestinale Malattie infiammatorie intestinali Disturbi funzionali intestinali (SII, etc) Diverticolite Malattia celiaca Figura 1.8 - Alterazione del microbiota (disbiosi intestinale) e conseguenti patologie a carico del tratto digerente. 12 PARTE I - Il microambiente enterico e il microbiota Bibliografia (PARTE I) Balsari A, Ceccarelli A, Dubini F, et al. The fecal microbial population in the irritable bowel syndrome. Microbiologica 1982; 5:185- 194. Beaugeire L, Petit JC. Microbial gut interaction in health and disease. Antibiotica associated diarrea. Best Prac Res Clin Gastroenterol 2004; 18:337-42. Bengmark S. 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