IMPIANTO ELETTRICO Riferimenti normativi Gli impianti ed i singoli componenti saranno realizzati a regola d'arte (Legge 186 del 1.3.68). Le caratteristiche degli impianti e dei relativi componenti devono corrispondere alla normativa ed alla legislazione vigente alla data del contratto; tale conformità si intende riferita alle norme tecniche emanate dal C.E.I., dall'U.N.I., nonchè alla produzione legislativa attualmente in vigore. Allo stesso modo, gli impianti dovranno essere eseguiti nel rispetto delle disposizioni legislative e normative vigenti, utilizzando apparecchiature che rispettino le prescrizioni di sicurezza delle corrispondenti norme CEI di prodotto. Tutte le apparecchiature e i materiali impiegati soggetti alla direttiva bassa tensione dovranno essere dotati di marcatura CE e, possibilmente, anche di marchio IMQ. Le apparecchiature ed i materiali non soggetti alla direttiva bassa tensione dovranno essere dotati di marchio IMQ. Legislazione Lavori pubblici • D.Lgs 12.04.2006, n.163 e s.m.i.: “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”; • D.P.R. 05.10.2010, n.207: “Regolamento di esecuzione ed attuazione del D.Lgs 12/04/2006, n.163, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”; • Delibere Autorità per la vigilanza dei Lavori Pubblici. Edilizia ed igiene • D.P.R. 06.06.2001, n.380: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”; • D.P.R. 24.07.1996, n.503: “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”; • Regolamenti edilizi e di igiene applicabili. Sicurezza sui luoghi di lavoro • D.Lgs n.81 del 9.04.2008 s.m.i.: “Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”; • Prescrizioni e raccomandazioni delle A.S.L. ISPESL, ecc. in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; Prevenzione incendi • D.M. 16.02.1982: “Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi”; • D.M. 26.08.1992: “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”; RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 1 • D.M. 22/02/2006: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici”; • D.M. 01.02.1986: “Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili”; • D.M. 30.11.1983: “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”; • D.M. 10.03.1998: “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”; • D.M. 16.02.2007: “Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione”; • D.M. 9.03.2007: “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”; • Lettere-circolari in materia di prevenzione incendi. Impianti elettrici • Legge n. 186 del 1/03/1968: “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”; • D.M. n.37 del 22/01/2008: “Regolamento recante l’attuazione dell’articolo 11-quadricies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici; • D.P.R. 462 del 22/10/2001: “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”; • Prescrizioni e raccomandazioni della società fornitrice di energia elettrica; Normative C.E.I. • Norma CEI 0-2: “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici” (2002); • Norma CEI 0-14: “Guida all'applicazione del DPR 462/01 relativo alla semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi” (2005); • Norma CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata ed a 1500V in corrente continua” (2007); • Norma CEI 64-12: “Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario” (1998) + V1 (2003); • Norma CEI 64-50: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali” (2007); • Norma CEI 64-52: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri particolari per edifici scolastici” (2007); • Norma CEI EN 62305-1: “Protezione contro i fulmini – Parte 1: Principi generali” (2006); • Norma CEI EN 62305-2: “Protezione contro i fulmini – Parte 2: Valutazione del rischio” (2006); RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 2 • Norma CEI EN 62305-3: “Protezione contro i fulmini – Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone” (2006); • Norma CEI EN 62305-4: “Protezione contro i fulmini – Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture” (2006); • Norma CEI EN 50173-1: “Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato – Parte 1: Prescrizioni generali” (2008); • Norma CEI EN 50173-2: “Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato – Parte 2: Locali per ufficio” (2008); • Norma CEI EN 100-55: “Sistemi elettroacustici applicati ai servizi di emergenza” (2007); Normative U.N.I. • Norma UNI 10840: “Luce e illuminazione – Locali scolastici – Criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale (2007)”; • Norma UNI EN 12464-1: “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: Posti di lavoro interni” (2004); • Norma UNI EN 1838: “Applicazione dell’illuminotecnica – Illuminazione di emergenza” (2000); • Norma UNI 9795: “ Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio – Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore, rivelatori ottici lineari di fumo e punti di segnalazione manuali” (2010); • Norma UNI 11224: “Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi” (2011). • Norma UNI 11222: “Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici - Procedure per la verifica periodica, la manutenzione, la revisione e il collaudo” (2010). • CEI-UNEL tab. 35023-70, cavi per energia isolati in gomma o con materiale termoplastico aventi grado di protezione non superiore a 4 -Cadute di tensione; • CEI-UNEL tab. 35024-70, cavi per energia isolati in gomma o con materiale termoplastico aventi grado di protezione non superiore a 4 -Portata di corrente in regime permanente; • CEI-UNEL tab. 35375, cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica alto modulo di qualità G7, sotto guaina di PVC, non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi. Cavi unipolari e multipolari con conduttori flessibili per posa fissa. Tensione nominale Uo/U: 0.611 KV; • CEI UNEL tab. 35752, cavi per energia isolati con polivinilcloruro non propaganti l'incendio. Cavi unipolari senza guaina con conduttori flessibili. Tensione nominale Uo/U: 450/750 V; • CEI-UNEL tab. 35755, cavi per energia isolati con polivinilcloruro non propaganti l'incendio. Cavi multipolari, per posa fissa con conduttori flessibili, con o senza schermo, sotto guaina di PVC per comandi e segnalazioni. Tensione nominale Uo/U: 0.611 KV; • CEI-UNEL tab. 35756, cavi per energia isolati con polivinilcloruro non propaganti l'incendio. Cavi multipolari per posa fissa con conduttori flessibili con o senza schermo, sotto guaina di PVC. Tensione nominale Uo/U: 0.611 KV; • CEI-UNEL tab. 84601-71, connettori per frequenze radioelettriche e relativi calibri (prese TV); • CENELEC R64.001, portate di corrente in conduttori e cavi; RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 3 • IEC 364-4-443 Electrical installations of buildings; • IEC 364-5-523 Electrical installations of buildings; Distribuzione L'intero impianto prende origine da un quadro di consegna energia esistente previsto per l'attestamento delle linee E.N.E.L. e la protezione delle linee di alimentazione del quadro generale esistente, delle pompe antincendio, nonché delle nuove partenze per il nuovo quadro della palestra e per l’impianto fotovoltaico. Del primo si specificherà di seguito, mentre del secondo si dirà in apposita relazione. Quadri elettrici I quadri dovranno rispondere alle prescrizioni dettate dalle C.E.I. 17-13 e 70-1 ed avere un grado di protezione almeno IP 4x, ove altrimenti non meglio specificato; il quadro generale, avente funzioni di protezione e smistamento, sarà alloggiato in cassetta a parete nel vano porta, esso avrà dimensioni assimilabili a 486x810x250 e capacità di 72 moduli e prevede un interruttore onnipolare generale e le varie partenze con interruttori magnetotermici differenziali, il potere d'interruzione del generale sarà di 10 kA, mentre per filiazione i secondari avranno solo 4.5 kA, comunque ampiamente sufficienti, dichiarando l’Ente Distributore un livello di ctocto pari a 6 kA ai morsetti di consegna ed alle barre del quadro avremo un valore massimo di 2.3 kA. Per quanto concerne i sottoquadri, la distribuzione prevede la installazione di un quadro produzione acqua calda sanitaria, installato in vano presso la centrale termica, del tipo da parete in poliestere delle dimensioni di 400x400x100 mm. e capacità di 36 moduli. Condutture Le tubazioni, i cavi, le scatole ed i morsetti dovranno rispondere alle C.E.I. 23-14, 23-8, 20-20, 70-1, 23-20, 23-21, 17-19. La distribuzione avviene con schema radiale, prevalentemente le condutture saranno del tipo sottotraccia, realizzate con tubazioni flessibili pesanti del tipo RK15; i conduttori saranno in rame isolato in pvc del tipo N07V-K, non propaganti l'incendio; sono previste altresì cassette di derivazione e transito in pvc autoestinguente, dove verranno alloggiate le derivazioni in materiale termoplastico del tipo a mantello. Le condutture interrate saranno posate ad una profondità di almeno 50 cm. dal piano di calpestio ed opportunamente protette da sollecitazioni meccaniche mediante cavidotti e copertura con cls magro, previo annegamento in sabbione o in terreno vegetale; i cavidotti saranno del tipo pesante, i cavi saranno in rame isolato con gomma di qualità G10 con guaina esterna in pvc. Le derivazioni saranno del tipo a compressione ed isolate in colata di resina, il tutto allocato in appositi pozzetti di dimensioni utili 35x35x50 cm. ovvero 50x50x50 cm. per la montante, tutti con chiusura carrabile. Le sezioni sono rilevabili dagli allegati elaborati di progetto, dai quali si potrà evincere il coordinamento con le protezioni a massima corrente. RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 4 Utilizzatori Sono previsti punti luce interrotti, deviati, derivati e comandati da pulsanti a relais con bobina a 220V; le singole derivazioni saranno realizzate con tre conduttori di sezione 1,5 mmq. Le prese di corrente saranno tutte bipolari 2x10A+T oppure bipasso 2x10/16A+T, quelle protette avranno in dotazione anche l'interruttore magneto-termico calibro 10A; le singole derivazioni saranno realizzate con tre conduttori di sezione 2,5 mmq. Le alimentazioni degli utilizzatori aventi potenza maggiore di 1 kW saranno del tipo interbloccato con interruttore magneto-termico di adeguato calibro (tipo SICURA). Illuminazione Illuminazione generale I componenti e gli apparecchi risponderanno alle norme emanate dal CT 34 del C.E.I. In ogni ambiente si é posta particolare attenzione alla illuminazione perché risponda ai requisiti dettati dalle raccomandazioni C.I.E., U.N.I. ed A.I.D.I., tenendo conto dei valori minimi di illuminamento, del fattore di luce diurna, e, soprattutto, della uniformità di illuminazione e della resa cromatica delle sorgenti luminose. I livelli di illuminamento sono rilevabili dagli allegati calcoli illuminotecnici e dalla tavola di verifica complessiva. Le plafoniere utilizzate sono del tipo DISANLENS, OIKOS, HYDRO ED OBLO’; le lampade adoperate sono tubi fluorescenti φ 26, con indice di resa cromatica 85 ÷ 100 e temperatura di colore ≤ 3500°K. Nella sala pesi, nella medicheria, nell’ingresso, nella sala docenti e nel wc docenti saranno installate delle plafoniere aventi corpo In lamiera di acciaio stampato in un unico pezzo, riflettore In acciaio, bianco, stabilizzato ai raggi UV, diffusore in policarbonato trasparente, internamente microprismatizzato antiabbagliamento, infrangibile e autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV e liscio esternamente antipolvere, la verniciatura è effettuata ad immersione per anaforesi con smalto acrilico, colore bianco, stabilizzato ai raggi UV, previo trattamento di fosfatazione, la plafoniera ha portalampada in policarbonato e contatti in bronzo fosforoso, il cablaggio ha 2 alimentazione 230V/50H, cavetto rigido sezione 0.50 mm , guaina di PVC-HT resistente a 90°C secondo le norme CEI 20-20 e morsettiera 2P+T con massima sezione dei conduttori ammessa 2.5 2 mm . La plafoniera dovrà esser realizzara in conformità alle vigenti norme EN60598-1 - CEI 34 - 21, esser protette con il grado IP40IK08 secondo le EN 60529 ed avere la certificazione di conformità Europea ENEC ed esser installabili su superfici normalmente infiammabili. Nello spogliatoio alunni, nelle docce e nei bagni di alunni ed alunne, saranno installate delle plafoniere stagne aventi corpo stampato ad iniezione, in policarbonato grigio RAL7035, infrangibile ed autoestinguente V2, di elevata resistenza meccanica grazie alla struttura rinforzata da nervature interne, il diffusore è stampato ad iniezione in policarbonato trasparente prismatizzato internamente per un maggior controllo luminoso, autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV. La finitura liscia esterna facilita l'operazione di pulizia, necessaria per avere sempre la massima efficienza luminosa, il riflettore è in acciaio laminato a freddo, zincato a caldo RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 5 antifessurazione, rivestimento con fondo di primer epossidico 7/8 micron, verniciatura stabilizzata ai raggi UV antingiallimento in poliestere lucido colore bianco, spessore 20 micron; la plafoniera è dotata di portalampada in policarbonato bianco e contatti in bronzo fosforoso ed attacco G13, dotato di cablaggio con alimentazione 230V/50Hz, con reattore elettronico, cavetto rigido sezione 0.50 mm² rivestito con PVC-HT resistente a 90°C, secondo le norme CEI 20-20, morsettiera 2P+T con portafusibile, massima sezione ammessa dei conduttori 2.5 mm², equipaggiato con fusibile di protezione 3.15°, pressacavo in nylon f.v. diam 1/2 pollice gas, guarnizione in materiale ecologico di poliuretano espanso, ganci di bloccaggio in nylon f.v. r predisposizione al serraggio con viti in acciaio. La plafoniera dovrà esser prodotta in conformità alle vigenti norme EN 60598-1 CEI 34-21, grado di protezione IP66IK08 secondo le EN 60529. Installabile su superfici normalmente infiammabili ed aver ottenuto la certificazione di conformità europea ENEC ed esser resistente alla prova del filo incandescente per 850°C. Nel wc handy, nello spogliatoio alunni ed all’ingresso allo spogliatoio alunne si installeranno delle plafoniere a media diffusione aventi corpo stampato ad iniezione, in policarbonato grigio RAL7035, infrangibile ed autoestinguente V2, di elevata resistenza meccanica grazie alla struttura rinforzata da nervature interne, diffusore stampato ad iniezione in policarbonato trasparente prismatizzato internamente per un maggior controllo luminoso, autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV, con finitura liscia esterna a facilitare l'operazione di pulizia, necessaria per avere sempre la massima efficienza luminosa, il riflettore è in acciaio laminato a freddo, zincato a caldo antifessurazione, rivestimento con fondo di primer epossidico 7/8 micron, verniciatura stabilizzata ai raggi UV antingiallimento in poliestere lucido colore bianco, spessore 20 micron. La plafoniera è dotata di portalampada in policarbonato bianco e contatti in bronzo fosforoso, attacco G13, il cablaggio ha alimentazione 230V/50Hz, con reattore elettronico, cavetto rigido sezione 0.50 mm² rivestito con PVC-HT resistente a 90°C, secondo le norme CEI 20-20, morsettiera 2P+T con portafusibile, massima sezione ammessa dei conduttori 2.5 mm², equipaggiamento con fusibile di protezione 3.15°, pressacavo in nylon f.v. diam 1/2 pollice gas, guarnizione in materiale ecologico di poliuretano espanso, ganci di bloccaggio in nylon f.v. e predisposizione al serraggio con viti in acciaio. La plafoniera sarà prodotta in conformità alle vigenti norme EN 60598-1 CEI 34-21, grado di protezione IP66IK08 secondo le EN 60529, installabile su superfici normalmente infiammabilie ed aver ottenuto la certificazione di conformità europea ENEC., resistente alla prova del filo incandescente per 850°C. Per la illuminazione del campo esterno si utilizzerà un proiettore da esterno con corpo in alluminio pressofuso, con alettature di raffreddamento, riflettore del tipo simmetrico, in alluminio martellato 99.85, ossidato anodicamente spessore 2 micron e brillantato, diffusore in vetro temperato, spessore di 5 mm resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI EN 1250-1:2001); il proiettore sarà vernicaito a polvere poliestere, colore nero, resistente alla corrosione e alle nebbie saline; dotato di portalampada in ceramica e contatti argentati con attacco BY22d, E40; il proiettore sarà cablato con alimentazione 230V/50Hz con protezione termica, dotato di cavetto flessibile capicordato con puntali in ottone stagnato, isolamento in silicone con calza in fibra di vetro, sezione 1.0 mm² di morsettiera 2P+T in nylon con massima sezione dei conduttori ammessa 4 mm². Il corpo illuminante è equipaggiato con guarnizione di gomma siliconica, pressacavo in nylon f.v. diam. 1/2 pollice gas, viterie in acciaio imperdibili, anticcorosione, antigrippaggio e antivandalismo, staffa orientabile in acciaio con scala goniometrica, telaio frontale, apribile a cerniera, che rimane agganciato al corpo dell'apparecchio. Il proiettore deve esser conforme alle RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 6 vigenti norme EN60598-1 CEI 34-21, protette con il grado IP66IK08 secondo le EN 60529 ed aver ottenuto la certificazione di conformità Europea ENEC. Illuminazione di riserva e notturna Per fronteggiare eventi sfavorevoli o la momentanea deficienza della rete di distribuzione pubblica, sono previste delle lampade fisse di riserva del tipo safety o similari con lampada da 18W, autoalimentate ad intervento automatico, oltre a degli inverter da cablare nelle plafoniere esistenti; la potenza massima prevista é di 58W per una autonomia di almeno 1 ora. Per l’illuminazione di sicurezza sono state apposte le opportune indicazioni con pittogrammi normalizzati. La plafoniera ha corpo in policarbonato grigio RAL 7035, infrangibile, ed autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV, antingiallimento, diffusore in policarbonato trasparente, infrangibile, ed autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV, antingiallimento, rotazione tra 0° e 330°, portalampada in policarbonato bianco e contatti in bronzo fosforoso ed attacco 2G7, cablaggio con alimentazione 230V/50 Hz con gruppo autonomo di emergenza, cavetto rigido sezione 0.50 mm² e guaina in PVC-HT resistente a 90°C secondo le norme CEI 20-20, morsettiera 2P+T in policarbonato e con massima sezione dei conduttori ammessa 2.5 mm², completo di cornice in policarbonato bianco, infrangibile ed autoestinguente V2, dotata di pittogrammi autoadesivi disponibili. Prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1 - CEI 34-21, sono protette con il grado IP40IK07 secondo le raccomandazioni IEC fascicolo 529. Installabili su superfici normalmente infiammabili. In caso di ''black-out'' una sola lampada collegata al circuito in emergenza rimane accesa, evitando così dovuti all'improvvisa mancanza di illuminazione. L'autonomia è di 60 min. Al ritorno della tensione la batteria si ricarica automaticamente entro 8 ore. RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO ELETTRICO pag. 7 IMPIANTI AUSILIARI Riferimenti normativi Come già specificato, gli impianti ed i singoli componenti saranno realizzati a regola d'arte (Legge 186 del 1.3.68); oltre alla sucitata normativa e legislazione gli impianti ed i relativi componenti dovranno corrispondere alle prescrizioni dettate dalla S.I.P. e dalle seguenti leggi e norme: Legislazione D.P.R. n° 323 del 20/3/1956 - D.M. 27/7/1970. Normative C.E.I. CEI 12-13 - CEI 12-15 - CEI 103-1 - CEI 79-1 - CEI 79-3 e relative varianti. Impianto chiamate L'impianto avrà origine da trasformatore di sicurezza 220-24V e sarà costituito da: - - - Nel posto doccia pulsante di chiamata tipo 5005 completo di scatola incasso tipo 503, telaio tipo 5031R, placca tipo 5031, lampada ripetitrice ad un portalampada per lampada 24 V, 3 W attacco a siluro S6 x 38 e diffusore piano tipo 5621 X completo di scatola incasso tipo 503; fuori porta: pulsante di annullamento chiamata tipo 5005 completo di scatola incasso tipo 503, telaio tipo 5031R, placca tipo 50311, lampada fuori porta ad un portalampada per lampada 24 V, 3 W attacco a siluro S6 x 38 e diffusore piano tipo 5621 X completo di scatola incasso tipo 503, relè di chiamata (uno per locale) tipo 5860 completo di scatola incasso tipo 503, telaio tipo 5031R, placca tipo 50311; nel posto presidiato: quadretto indicatore luminoso costituito da scatola incasso tipo 599, placca con supporto in lamiera verniciata tipo 5690 atta ad alloggiare fino a 19 spie luminose di segnalazione tipo 506011 ed una suoneria ronzatore tipo 5049 a 24 V alternata. I conduttori di alimentazione in rame del tipo flessibile e della sezione di 1 mmq, grado di isolamento 4 tipo N07V-K saranno installati negli atri e locali comuni nella prevista tubazione incassata sotto traccia in PVC pesante flessibile tipo RK15; Impianto telefonico L'allacciamento alla rete esistente avverrà tramite pozzetto esterno e cavidotto φ 40 opportunamente interrato ad una profondità di almeno 40 cm. dal piano di calpestio. Requisito essenziale sarà la completa separazione delle condutture telefoniche dai restanti impianti. Lo sviluppo delle tubazioni avrà andamento radiale a collegare tutte le prese dislocate nelle varie stanze con la esistente centrale telefonica. E' prevista la installazione di doppino telefonico omologato SIP in tubazione φ20 (RK15), corrente sotto pavimento ed assestantesi in scatole di transito a settori, per poi raggiungere la singola presa RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 8 Impianto rivelazione incendi Norme tecniche di riferimento Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme e disposizioni legislative: UNI 7546-16 UNI 11224 UNI EN 54-1 UNI EN 54-2 Segni grafici per segnali di sicurezza - Parte 16: Pulsante di segnalazione incendio Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 1: Introduzione Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 2: Centrale di controllo e di segnalazione UNI EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 3: Dispositivi sonori di allarme incendio UNI EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 4: Apparecchiatura dì alimentazione UNI EN 54-5 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio – Rivelatori di calore - Parte 5: Rivelatori puntiformi UNI EN 54-7 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 7: Rivelatori di fumo Rilevatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione UNI EN 54-10 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 10: Rivelatori di fiamma - Rivelatori puntiformi UNI EN 54-11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 11: Punti di allarme manuali UNI EN 54-12 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio Rivelatori di fumo - Parte 12: Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso UNI EN 54-16 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 16: Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale UNI EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 17: Isolatori di corto circuitoUNI7546-16 Segni grafici per segnali di sicurezza-Parte16: Pulsante di segnalazione incendio UNI EN 54-20 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 20: Rivelatori di fumo ad aspirazione UNI EN 54-24 Sistemi di rivelazione e dì segnalazione d'incendio - Parte 24: Componenti di sistemi di allarme vocale - Altoparlanti UNI EN 54-25 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 25: Componenti che utilizzano collegamenti radio UNI EN 13501-1 Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione – Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua CEI EN 50200 Metodo di prova per la resistenza al fuoco di piccoli cavi non protetti per l'uso in circuiti di emergenzUNI11224 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 9 Termini e definizioni L'impianto di rivelazione incendi avrà la seguente terminologia utilizzata nella presente relazione. • Altezza di un locale: Distanza tra il pavimento e il punto più alto dell'intradosso del soffitto o della copertura, quando questa costituisce il soffitto. • Area: Una o più zone protette dal sistema. • Area specifica sorvegliata: Superficie a pavimento sorvegliata da un rivelatore automatico d'incendio determinata utilizzando il raggio di copertura. • Compartimento: Parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi. • Punto: Componente connesso al circuito di rivelazione, in grado di trasmettere o ricevere informazioni relative alla rivelazione d'incendio. • Raggio di copertura: Distanza massima in aria libera senza ostacoli che può esserci fra un qualsiasi punto del locale, soffitto e/o sovrastruttura sorvegliato e il rivelatore più vicino. Nel caso di soffitti inclinati tale distanza viene riferita al piano orizzontale. • Sorveglianza di ambiente: Sorveglianza estesa a un intero locale o ambiente. • Sorveglianza di oggetto: Sorveglianza limitata a un macchinario, impianto o oggetto. • Zona: Suddivisione geografica dei locali o degli ambienti sorvegliati, in cui sono installati uno o più punti e per la quale è prevista una propria segnalazione di zona comune ai diversi punti Caratteristiche del sistema Finalità I sistemi fissi automatici di rivelazione d'incendio hanno la funzione di rivelare automaticamente un principio d'incendio e segnalarlo nel minore tempo possibile. I sistemi fissi dì rivelazione manuale permettono invece una segnalazione nel caso l'incendio sia rivelato dall'uomo. In entrambi i casi, il segnale di allarme incendio è trasmesso e visualizzato in corrispondenza di una centrale di controllo e segnalazione ed eventualmente ritrasmesso ad una centrale di ricezione allarmi e intervento. Un segnale di allarme acustico e/o luminoso può essere necessario anche nell'ambiente interessato dall'incendio ed eventualmente in quelli circostanti per soddisfare gli obiettivi del sistema. Lo scopo dei sistemi è di: • favorire un tempestivo esodo delle persone, degli animali nonché lo sgombero di beni; attivare i piani di intervento; • attivare i sistemi di protezione contro l'incendio e eventuali altre misure di sicurezza Componenti I componenti dei sistemi fissi automatici di rivelazione d'incendio sono specificati nella UNI EN 54-12). RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 10 I sistemi fissi automatici di rivelazione d'incendio, oggetto della presente norma, devono in ogni caso comprendere: • rivelatori automatici d'incendio (A); • punti di segnalazione manuale (D); • centrale di controllo e segnalazione (B); • apparecchiatura di alimentazione (L); • dispositivi di allarme incendio (C). Oltre a tali componenti possono essere collegate al sistema le funzioni E - F, J - K e G - H. Nei sistemi fissi di sola segnalazione manuale sono assenti i rivelatori automatici d'incendio Uso e limitazioni Legenda A Rivelatore(i) d'incendio C Centrale di controllo e segnalazione D E F B Dispositivo(i) di allarme incendio I J Punto(i) di segnalazione manuale Dispositivo di trasmissione dell'allarme incendio G H Stazione di ricevimento dell'allarme incendio K Comando dei sistema automatico antincendio Sistema automatico antincendio Dispositivo di trasmissione dei segnali di guasto Stazione di ricevimento dei segnali di guasto Apparecchiatura di alimentazione Gli elementi G e H possono richiedere alimentatori separati Le linee che collegano i diversi componenti indicano i flussi di informazione e non le interconnessioni fisiche Nota 3. Per i collegamenti agli elementi G è necessaria la segnalazione di guasto sulla centrale per corto circuito o interruzione linea A. B. C. D. E. F. G. H. I. J. K. Nota 1. Nota 2. DESCRIZIONE L'impianto di rivelazione incendi dovrà garantire precocità di rivelazione, tempestività di segnalazione ed esatta localizzazione. Estensione della sorveglianza Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. All'interno di un'area sorvegliata, devono essere direttamente sorvegliate dai rivelatori anche le seguenti parti: • locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, nonché vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi; • cortili interni coperti; • cunicoli, cavedi e passerelle per cavi elettrici; RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 11 • condotti di condizionamento dell'aria, e condotti di aerazione e di ventilazione; • spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati. Possono non essere sorvegliate dai rivelatori le seguenti parti, qualora non contengano sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici, ad eccezione, per questi ultimi, di quelli strettamente indispensabili all'utilizzazione delle parti medesime: • piccoli locali utilizzati per servizi igienici, a patto che essi non siano utilizzati per il deposito di materiali combustibili o rifiuti; • condotti e cunicoli con sezione minore di 1 mq, a condizione che siano correttamente protetti contro l'incendio e siano opportunamente compartimentati; • banchine di carico scoperte (senza tetto); • spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, che: abbiano altezza minore di 800 mm, e abbiano superficie non maggiore di 100 mq, e abbiano dimensioni lineari non maggiori di 25 m, e siano totalmente rivestiti all'interno con materiale di classe Al e Al FL secondo la UNI EN 13501-1, • non contengano cavi che abbiano a che fare con sistemi di emergenza (a meno che i cavi non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min secondo la CEI EN 50200); • vani scale compartimentati; • vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi purché facciano parte di un compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione Suddivisione dell'area in zone L'area sorvegliata deve essere suddivisa in zone, in modo che, quando un rivelatore interviene, sia possibile individuarne facilmente la zona di appartenenza. Le zone devono essere delimitate in modo che sia possibile localizzare rapidamente e senza incertezze il focolaio d'incendio. Ciascuna zona deve comprendere non più di un piano del fabbricato, con l'eccezione dei seguenti casi: vani scala, vani di ascensori e montacarichi, edifici di piccole dimensioni anche se a più piani, ciascuno dei quali può costituire un'unica zona distinta. La superficie a pavimento di ciascuna zona non deve essere maggiore di 1.600 mq. Più locali non possono appartenere alla stessa zona, salvo quando siano contigui e se: • il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore di 600 mq e gli accessi danno sul medesimo disimpegno; oppure • il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 mq e in prossimità degli accessi sono installati segnalatori ottici di allarme chiaramente visibili, che consentono l'immediata individuazione dei locale dal quale proviene l'allarme RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 12 I rivelatori installati in spazi nascosti (sotto i pavimenti sopraelevati, sopra i controsoffitti, nei cunicoli e nelle canalette per cavi elettrici, nelle condotte di condizionamento dell'aria, di aerazione e di ventilazione, ecc.) devono appartenere a zone distinte. Deve inoltre essere possibile individuare in modo semplice e senza incerte e dove i rivelatori sono intervenuti. Si deve prevedere localmente una segnalazione luminosa visibile. Se una medesima linea di rivelazione serve più zone o più di 32 punti, la linea deve essere ad anello chiuso e dotata di opportuni dispositivi di isolamento, conformi alla UNI EN 54-17, in grado di assicurare che un corto circuito o una interruzione della linea medesima, non impedisca la segnalazione di allarme incendio per più di una zona. In una zona possono essere compresi rivelatori sensibili a fenomeni differenti purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione. I punti di segnalazione manuale possono essere collegati ai circuiti dei rivelatori automatici purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione Criteri di scelta dei rivelatori I rivelatori devono essere conformi alla serie UNI EN 54. Nella scelta dei rivelatori devono essere presi in considerazione i seguenti elementi: • le condizioni ambientali (moti dell'aria, umidità, temperatura, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive, presenza di sostanze infiammabili che possono determinare rischi di esplosione, ecc.) e la natura dell'incendio nella sua fase iniziale, mettendole in relazione con le caratteristiche di funzionamento dei rivelatori, dichiarate dal fabbricante e attestate dalle prove; • la configurazione geometrica dell'ambiente in cui i rivelatori operano; • le funzioni particolari richieste al sistema ( per esempio: azionamento di una installazione di estinzione d'incendio, esodo di persone, ecc.). Criteri di installazione Generalità I rivelatori devono essere installati in modo che possano individuare ogni tipo d'incendio prevedibile nell'area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale e in modo da evitare falsi allarmi. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione deve essere effettuata in funzione di: • tipo di rivelatori; • superficie e altezza del locale; • forma del soffitto o della copertura quando questa costituisce il soffitto; • condizioni di aerazione e di ventilazione naturale o meccanica del locale. In ciascun locale, deve essere installato almeno un rivelatore RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 13 La posizione dei rivelatori deve essere scelta in modo che la temperatura nelle loro immediate vicinanze non possa raggiungere, in condizioni normali, valori tali da dare origine a falsi allarmi. Pertanto devono essere prese in considerazione tutte le installazioni presenti che, anche transitoriamente, possono essere fonti di irraggiamento termico, di aria calda, di vapore, ecc. DESCRIZIONE L'impianto di rivelazione incendi dovrà garantire precocità di rivelazione, tempestività di segnalazione ed esatta localizzazione. L’intero impianto sarà realizzato in conformità con le “Norme di costruzione, installazione ed esercizio degli impianti automatici di rivelazione di incendio con rivelatori puntiformi di calore e di fumo”. Lo stesso impianto prenderà origine dalla centralina avente le seguenti caratteristiche: doppia portella tura, doppia alimentazione, da rete pubblica e da batteria in tampone, allarmi differenziati per incendi e guasto, linee individuabili separatamente per avvisatori manuali, connessioni realizzate con linee fisiche, tempi di ricognizione, preallarme ed allarme regolabili. La centrale di rivelazione d’incendi esistenti sarà adeguata ed ampliata, fra le altre caratteristiche, avrà un accumulatore d’emergenza che permetta almeno 48 ore di servizio e potrà effettuare un ulteriore allarme di circa 30 minuti in caso di allarme selettivo. Tale accumulatore sarà ricaricabile entro 24 ore. La rete di collegamento sarà realizzata tramite dei cavi schermati in Alluminio posati entro tubazioni autoestinguenti del tipo RK15, completamente separati dai restanti circuiti; saranno utilizzati quindi cavi del tipo FGT10OR/4 dotati di guaina antifiamma rossa, rispondenti alle C.E.I. 20-22/II ed alle UNI50600. Per i tratti interrati si prescrive il grado di isolamento 4 (0,6/1 kV) e la protezione antiroditore. I rivelatori puntiformi da installare dovranno essere del tipo foto-ottico, dotato di relativa certificazione rilasciata dal M.I. - Centro studi ed esperienze antincendi di Roma Capannelle, in considerazione del fatto che i locali da proteggere hanno elevato pericolo di impolveramento ed insozzamento, ma non di formazione di vapori d’acqua, di formazione di fumo dovuto a processi di lavorazione, di campi elettromagnetici ad alta frequenza. Essi saranno installati come da elaborati grafici, in rispetto delle superfici di protezione corrette dai fattori ambientali e di installazione. Riguardo la distribuzione si deve sottolineare la necessità di avere un sistema di condutture sottotraccia completamente separate dagli altri impianti, a partire dalle tubazioni, dalle scatole di derivazione e da quelle portafrutti. Per i depositi si utilizzeranno i rivelatori a doppia camera di ionizzazione con uno sviluppo ed una copertura rilevabile dagli elaborati grafici. RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI AUSILIARI pag. 14 IMPIANTO DI TERRA E PARAFULMINI Protezione dalle fulminazioni Nonostante l’edificio risulti autoprotetto, obblighi legislativi impongono la realizzazione dell’impianto LPS e delle relative protezioni SPD. (DPR 547/55 e Esso sarà realizzato secondo le norme CEI 81-10, e sarà costituito da organi di captazione e discesa, composti da bandella di acciaio zincato delle dimensioni di 30x3 mm su sostegni per tetto piano e per parete posati ad una interdistanza non superiore ad 1 ml. La protezione delle calate sarà garantita fino ad un'altezza non inferiore a 2,20 ml. dal piano di calpestio mediante profilato in vetroresina, sono inoltre previsti n°4 scaricatori per circuito di potenza rispondenti alle IEC 99-1 con potere di scarica 19,6 kA, forma d'onda 10/350x10-6 msec, tensione d'innesco non inferiore a 2500 V, e n°1 scaricatore per circuiti TELECOM con potere di scarica 6 kA, forma d'onda 10/20x10-6 msec, tensione d'innesco non inferiore a 60 V. Protezione dai contatti L'impianto di messa a terra degli esterni, realizzato mediante una rete radiale con corda di rame nuda da 25 mmq, sarà integrato da una corda di rame della sezione di 35 mmq. a realizzare un dispersore ad anello intorno a ciascun plesso, comunque connessi tra di loro. Il dispersore, così realizzato, si attesterà sul nodo principale di terra posizionato nel quadro generale per il tramite del conduttore di terra costituito da corda tipo N07V-K della sezione di 16 mmq; ad esso si collegheranno i conduttori equipotenziali principali e supplementari, i conduttori di protezione principale e secondari che giungeranno al quadro principale. I conduttori di protezione sono costituiti da cavo N07V-K della sezione pari alla maggiore di quelle di fase. Tutte le masse e le masse estranee saranno collegate all'impianto di terra tramite il collettore principale, al quale si prescrive la connessione delle seguenti apparecchiature, con corda tipo N07V-K della sezione di 6 mmq.: ♦ le tubazioni dell’impianto di riscaldamento, da eseguirsi tramite connessione al collettore nel locale centrale termica; ♦ le tubazioni dell’impianto idrico, sul collettore dell’acqua fredda e calda, sempre nel locale tecnico, ma badando a cavallottare anche il contatore E.A.A.P.; ♦ eventualmente le armature della struttura statica, costituenti dispersore di fatto o naturale, tramite bullone saldato e capicorda per Cu 35 mmq.; Ciascun nodo sarà realizzato con barretta di rame delle dimensioni di 30x3 mm. e posizionata all’interno di una scatola da incasso con coperchio trasparente e dotato di opportuno pittogramma normalizzato. Il prescritto coordinamento fra la resistenza di terra e le correnti di scatto é stato facilitato dalla installazione diffusa di interruttori differenziali ad alta sensibilità con I∆N= 30 mA coordinati con il valore delle resistenze di terra. RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTO DI TERRA E PARAFULMINI pag. 15 Sommario IMPIANTO ELETTRICO .................................................................1 Riferimenti normativi ..................................................................................................................... 1 Legislazione ............................................................................................................................... 1 Normative C.E.I.......................................................................................................................... 2 Normative U.N.I......................................................................................................................... 3 Distribuzione .................................................................................................................................. 4 Quadri elettrici .......................................................................................................................... 4 Condutture ................................................................................................................................ 4 Utilizzatori ................................................................................................................................. 5 Illuminazione.................................................................................................................................. 5 Illuminazione generale .............................................................................................................. 5 Illuminazione di riserva e notturna............................................................................................ 7 IMPIANTI AUSILIARI .....................................................................8 Riferimenti normativi ..................................................................................................................... 8 Legislazione ............................................................................................................................... 8 Normative C.E.I.......................................................................................................................... 8 Impianto chiamate ......................................................................................................................... 8 Impianto telefonico ........................................................................................................................ 8 Impianto rivelazione incendi .......................................................................................................... 9 Norme tecniche di riferimento .................................................................................................. 9 Termini e definizioni ................................................................................................................ 10 Caratteristiche del sistema ...................................................................................................... 10 DESCRIZIONE ........................................................................................................................... 11 DESCRIZIONE ............................................................................................................................ 14 IMPIANTO DI TERRA E PARAFULMINI ............................. 15 Protezione dalle fulminazioni ...................................................................................................... 15 Protezione dai contatti ................................................................................................................. 15 Sommario ............................................................................................... 16 RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA <Sommario pag. 16