B e rn a rd o d i C l ai rv au x V I D OM E NI C A D O P O P E N TEC O ST E 1 Bernardo di Clairvaux V I D O M E N IC A D O P O P E NT EC O S T E1 Il Vangelo dove la folla che da tre giorni segue il Signore viene nutrita con sette pani 1. Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. (Mc 8 , 2 ) Il vangelo, fratelli, è stato scritto per esser letto, e non viene letto per altro motivo se non perché da esso possiamo trarre un ragionevole motivo di consolazione o di desolazione. La gente del mondo trova una vana consolazione nell'abbondanza dei beni della terra, e una desolazione ugualmente vana nella mancanza di questi beni. Ma il vangelo, specchio della verità, non illude nessuno, non inganna nessuno. Ciascuno può ritrovarsi in lui così com’è, cosi da non essere trepidante di timore se non c' è da temere, e non si rallegri se ha agito male. Ma cosa dice la Scrittura? Se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica somiglia ad un uomo che osserva in uno specchio il volto che Dio gli ha dato alla nascita. Appena si è osservato se ne va, e subito dimentica com’era. (Gc 1,23-24) Non sia così per noi, fratelli, vi supplico, non sia così, ma applichiamo a noi la lettura del vangelo che abbiamo ascoltato, per approfittarne e correggerci, se troviamo in noi qual cosa da correggere. Per questo il Profeta desidera che le sue vie siano diritte nel custodire i comandi del Signore, e dice: Allora non sarò confuso, se osserverò tutti i tuoi comandamenti. (Sl 1 1 8 , 6 ) Anch’io davvero non mi vergogno di voi, ma mi glorio per voi, fratelli miei, perché avete seguito il Signore nel deserto, e siete usciti incontro a lui fuori dell'accampamento. Ma temo che a qualcuno, in questi tre giorni di attesa, venga meno il coraggio, e ritorni con il cuore o anche con il corpo nell'Egitto del mondo. Giustamente la sacra Scrittura grida e dice: Attendi il Signore, comportati da uomo, si rinfranchi il tuo cuore e sostieni la prova del Signore. (Sl 26,14) Ma fino a quando bisogna attendere? Fino a che abbia misericordia di te. Chiedi quando ha compassione? Sento compassione - dice - di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro. 2. E’ necessario che tu cammini per tre giorni nel deserto, se vuoi offrire un 1 Dai Sermoni per la stagione estiva 2 sacrificio gradito al tuo Dio, e che per tre giorni tu segua il Salvatore, se vuoi essere saziato con i pani miracolosi. Il primo è il giorno del timore; il giorno che rischiara e illumina le tue tenebre, quelle interiori, e ti rivela il terribile tormento della Geenna, in cui sono le tenebre esteriori. Questo tipo di riflessione, come voi sapete, occupa normalmente gli inizi della nostra conversione. Il secondo è il giorno della pietà, in cui respiriamo alla luce della misericordia di Dio. Il terzo è il giorno della ragione, in cui la verità si fa conoscere, e così, come per un dovere naturale, senza alcuna resistenza la creatura si sottomette al Creatore, il servo al Redentore. A questo punto ci viene ordinato di sederci, perché sia ordinata in noi la carità; allora il Signore apre la mano e colma ogni vivente di benedizione. Ma prima dice agli Apostoli: «Fateli sedere» (Gv 6 , 1 0 ) Voi, lo dico a nostra confusione, avete in noi degli umili suoi rappresentanti, e vi raccomandiamo di sedervi, fratelli carissimi, perché ristorati con il pane della benedizione possiate resistere nel cammino; altrimenti, spinti da un'infelice necessità, ritornereste anche voi in Egitto, e comincerebbero a prendersi gioco di voi quelli che non hanno ancora seguito insieme a voi il Salvatore nel deserto. Disgraziati anche loro, che non sono usciti insieme a quelli che uscivano; ma assolutamente più miserabili di tutti gli uomini quelli che, partiti con gli altri, non hanno ricevuto il nutrimento insieme agli altri. 3. Se qualcuno, mentre gli altri si sdraiavano sull'erba, rimase appartato, nascosto nella macchia o in qualsiasi luogo coperto, costui (chi non lo capisce?) rimase vuoto e a digiuno. Vi furono anche quelli che, condotti dalla leggerezza o dalla curiosità, vagavano intorno, senza sedersi per niente, oppure se si sedevano lo facevano senza ordine e non insieme agli altri. Vi esortiamo perciò, e v’invitiamo con sollecitudine pastorale, perché tra di voi non ci sia chi ama gli angoli, chi d à la caccia ai nascondigli, cerca i luoghi appartati; chi fa il male odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. (Gv 3,20) Ma non vi sia tra voi neppure chi si lascia portare da ogni vento di dottrina, instabile e inquieto, senza avere in sé solidità alcuna, alcuna consistenza come la polvere che il vento disperde sulla superficie della terra. (Sl 1 , 4 ) E cosa dire di quelli che si schierano contro tutti, e tutti sono contro di loro? Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito, (Giuda 1 9 ) poiché nessuno che parla sotto l'azione dello Spirito può dire: Gesù è anatema. (1 Cor 1 2 , 3 ) Sono una peste perfida e pericolosissima, perché l'ostinazione di uno solo turba tutti, e diventa fonte di discordia per tutti, materia di scan dali. Ascolta infine il Profeta che, parlando della vigna del Signore, dice: Se ne pasce 3 l'animale selvatico (Sl 79,14). Per questo vi prego e vi supplico, fratelli miei, fuggite ogni simulazione e gli angoli della volontà propria, fuggite l'inquietudine, e lo spirito di leggerezza, fuggite l'ostinazione, e il pestifero vizio della singolarità, a meno che non vogliate (spero di n o ! ) privare le vostre anime di mangiare il pane benedetto. 4. Ed ecco, per non tirare avanti troppo a lungo, i sette pani con cui ristorarvi sono questi. Il primo pane è la Parola di Dio, in cui è la vita dell'uomo, come testimonia Dio stesso. Il secondo pane e l’obbedienza, perché mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato. (Gv 4,34) II terzo pane e la santa meditazione, di cui è scritto: Una riflessione santa ti custodirà (Pr 2 , 1 1 ) e in un altro passo è chiamata pane di vita e d’intelligenza. Il quarto pane sono le lacrime di chi prega. II quinto pane poi è il lavoro della penitenza. E se ti sembra strano che io chiami pane il lavoro o le lacrime, ricorda quello che dice il Profeta: Ci nutrirai con pane di lacrime (Sl 7 9 , 6 ) e, in un altro salmo: Mangerai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai di ogni bene (Sl 127,2) Il sesto pane è la gioia dell'unione fraterna, pane formato da diversi grani, e lievitato dalla sapienza di Dio. E il settimo pane è l'eucarestia, perché il pane che io dò è la mia carne, per la vita del mondo (Gv 6,25). Traduzione a cura del Monastero Cistercense Valserena 4