COGITO ERGO SUM… Questa è la base del pensiero occidentale L’uomo viene percepito come… Puro pensiero Tutto è nell’intelletto Tutto è concetto Questa eredità ha messo in secondo piano il corpo come fattore identitario: Il mio corpo sono IO e attraverso il mio corpo posso dire chi sono. In molte culture non occidentali sul corpo si iscrivevano i significati sociali MODIFICARE IL CORPO Le tecniche di ornamento e modificazione del corpo sono innumerevoli: dal marchio di Caino, citato nel Vecchio Testamento, ai tatuaggi sul viso dei Maori, guardando alla varietà di questi interventi sul corpo appare evidente che le differenti pratiche mostrano poche somiglianze le une con le altre. Per classificarle, gli antropologi usano un metodo che si basa su due fattori: l’oggettività della permanenza (la durata di una decorazione nel tempo) e la variazione strutturale (se, cioè, la parte del corpo che viene abbellita appartiene ai tessuti molli oppure ossei). Dall’incrocio di questi fattori nasce uno schema che racchiude le tante tecniche, antiche e moderne, in quattro differenti tipologie: - non invasive - invasive - temporanee - permanenti Perchè permanenti? Le popolazioni tribali sparse in tutto il mondo sono ricorse più specificatamente alle decorazioni corporee per: - Indicare la propria appartenenza a un clan, una tribù o a un gruppo totemico - Segnalare la fascia d’età, il rango sociale o lo status - Marchiare schiavi e criminali - Significare il lutto - Tenere lontani il male e le malattie; - Ottenere l’ingresso, in punto di morte, in un altro mondo - Acquisire poteri magici - Apparire feroce e terribile ai nemici - Essere più attraenti per gli altri e per se stessi; - Aumentare lo stimolo sessuale in se stessi e nel partner. INVASIVE e PERMANENTI Questa categoria include le tecniche che mirano a modificare una qualsiasi parte del corpo permanentemente attraverso l’allungamento, la perforazione, il taglio o l’asportazione, l’introduzione di sostanze estranee o la modificazione della struttura ossea scarificazione Trucco permanente, piercing, tatuaggio allungamento del collo e del cranio amputazione rituale, sacrificio delle dita …circoncisione, clitoridectomia, infibulazione, inserzione di dischi nei lobi delle orecchie, inserzione di placche nelle labbra, vari tipi di piercing con allungamento dei fori, fasciatura dei piedi, estrazione e limatura dei denti. Tutto ciò cambia quello che noi siamo Come agiamo con gli altri Come gli altri ci percepiscono Come ci giudicano Come ci considerano socialmente Proviamoci!!! Tatuaggio serio Tatuaggio poco serio La prossemica la distanza relazionale Spazio personale Spazio amicale Spazio sociale leggero Assi corporei Orizzontale Rotazione pesante Verticale Il ruolo Le seguenti caratteristiche sono suddivise in quattro gruppi. Per la realizzazione di un personaggio, trovate la caratteristica adeguata. Archetipo: dall’alto➘, alla pari➙, dal basso➚ Centri d’attenzione: interno ○, esterno ○➙ Tensione muscolare: 0% ➟ 100% Ritmo, peso corporeo: leggero, attivo, pigro, pesante Azione ! Mettere al centro le persone L’impatto visivo e gli schemi mentali: la fisiognomica Perché la fisiognomica oggi? 1. Strumento potente di lettura dell’altro che utilizziamo, anche inconsapevolmente, per stabilire (o meno) una relazione 2. Occasione per riconoscere i propri schemi mentali che influenzano la relazione con gli altri Una premessa… Partiamo dalla teoria della percezione: l’occhio non registra tutti i dati visivi, ma ne seleziona alcuni sulla base di uno schema mentale che riconosce: • gli elementi più marcati, che risaltano con evidenza • gli elementi stabili, che persistono nel tempo economia percettiva Cosa è la fisiognomica? Gli studiosi, da sempre, hanno cercato quei caratteri fisici che potessero aiutare a classificare gli esseri umani. La fisiognomica è quell'attività che ha studiato l'uomo attraverso le espressioni che si fissano sul suo volto. Perciò l'attenzione è tutta rivolta ai lineamenti del viso, ai dettagli del movimento, anche alle più lievi contratture, espressioni che rivelano una parte di noi non filtrata dalla ragione. Quadro largo e profondo: ovvero il controllo Quadro stretto e poco profondo: ovvero la relazione Quadro con profilo prominente: ovvero il dinamismo e l’innovazione Quadro con profilo verticale: ovvero la pianificazione e la struttura Un po’ di esercizio… MANIFESTAZIONE e COMUNICAZIONE delle EMOZIONI ESPRESSIONI FACCIALI Prospettiva emotiva delle espressioni facciali: • Le espressioni facciali hanno un valore prevalentemente emotivo in quanto emergenza immediata, spontanea e involontaria delle emozioni provate • Esistono EMOZIONI PRIMARIE o DI BASE: • EMOZIONI PRIMARIE o DI BASE: gioia, collera, paura, sopresa, tristezza, disgusto •Le emozioni sono governate da programmi neuromotori specifici e definiti COLLERA PAURA •Isomorfismo fra emozione ed espressione facciale: a ogni emozione corrisponde una determinata espressione facciale. COROLLARI: invariabilità culturale delle espressioni facciali universalità della loro produzione e riconoscimento senza aver bisogno del contesto LA PROSPETTIVA SITUAZIONISTA (Fernandez-Dols, 1999) Nella prospettiva comunicativa: Importanza fondamentale del contesto Le espressioni fuori contesto, considerate in modo isolato, sono assai difficili da interpretare e si prestano a numerosi equivoci (esempi) Per la prospettiva situazionista (Fernandez-Dols) un’espressione facciale non è pianificata né eseguita secondo un insieme astratto e universale di regole, ma secondo le condizioni del contesto di riferimento. La produzione di un’espressione facciale dipende dalla capacità di gestione locale sia delle emozioni sia delle condizioni contestuali. La stessa emozione (es. gioia) può suscitare espressioni facciali diverse. VOCE Ogni emozione è caratterizzata da un preciso e distintivo profilo vocale Capacità del destinatario di riconoscere e di inferire lo stato affettivo ed emotivo del parlante prestando attenzione soltanto alle sue caratteristiche vocali Accuratezza media di riconoscimento pari al 60% Sono più facilmente identificabili le espressioni vocali delle emozioni negative rispetto a quelle delle emozioni positive: le prime sono più strettamente connesse con le condizioni della sopravvivenza degli individui •La collera: incremento della media, della variabilità e della gamma della Fº; aumento dell’intensità della voce, presenza di pause molto brevi o loro assenza; ritmo elevato; il profilo di intonazione assume variazioni frequenti a forma angolare •La paura: forte aumento della media, della variabilità e della gamma della Fº (incremento rilevante delle perturbazioni; profilo delle armoniche assai irregolare che indica la presenza di tremori); elevata velocità del ritmo di articolazione, intensità della voce molto forte; voce sottile, oltremodo tesa e stretta, segnala la condizione di impotenza di fronte a una minaccia •La tristezza: tono mediamente basso per il decremento della media e della gamma della Fº; volume modesto; presenza di lunghe pause; ritmo di articolazione rallentato; voce rilassata e stretta •La gioia: aumento della media, della variabilità e della gamma della Fº; tonalità molto acuta e profilo d’intonazione progressivo; aumento dell’intensità; a volte, accelerazione del ritmo di articolazione •Il disprezzo: articolazione molto lenta delle sillabe e durata prolungata della frase; tono di voce profondo; intensità piena •La tenerezza: ritmo regolare, tonalità grave e profilo di intonazione lineare; volume tendenzialmente basso; voce ampia e distesa GESTI PER UNA TIPOLOGIA DEI GESTI NON esiste ancora categorizzazione condivisa… a) Gesticolazione (o gesti iconici o lessicali): “illustratori” o “gesti ideativi”; accompagnano l’azione del parlare, variano per forma, estensione spaziale e durata, e sono in stretta relazione con quanto si dice con le parole; sono scarsamente convenzionalizzati (sono idiosincratici); a livello semiotico sono caratterizzati dalla globalità e dalla sinteticità;comprende i gesti regolatori (mantengono la sincronizzazione degli scambi comunicativi) b) Pantomima: costituiscono la rappresentazione motoria e l’imitazione di azioni, di scene o di situazioni; possono essere semplici o complessi, di durata variabile, senza un riferimento a un codice preciso; di norma, non accompagnano il discorso, non sono convenzionalizzati e, a livello semiotico, sono caratterizzati dalla globalità e dall’analiticità c) Emblemi (o gesti simbolici): “gesti semiotici”; sono notevolmente convenzionalizzati e codificati; di solito, sono compiuti a distanza, in assenza di linguaggio, in grado di esprimere concetti che possono essere detti anche con parole; sul piano semiotico, costituiscono unità segmentate d) Gesti deittici: movimenti, di norma compiuti con l’indice, per indicare un certo oggetto, una direzione o un evento a distanza; notevolmente convenzionalizzati, segmentati e caratterizzati da sinteticità a livello semiotico e) Gesti motori (o percussioni): movimenti semplici, ripetuti in successione e ritmici; includono anche i gesti di autocontatto; possono accompagnare il discorso o essere prodotti da soli; scarsamente convenzionalizzati, ma abbastanza comuni e condivisi; sono caratterizzati da globalità e analiticità f) Linguaggio dei segni: sistema dei segni impiegato dai sordomuti; ha le proprietà di un linguaggio vero e proprio in termini di arbitrarietà nella relazione fra segno e referente; pienamente convenzionalizzati all’interno della comunità dei partecipanti; caratterizzati dalla segmentazione e dall’analiticità sul piano semiotico; presentano una specifica rappresentazione corticale nell’emisfero si N.B. non esistono linee precise e nette di demarcazione fra una categoria e un’altra, poiché i gesti costituiscono un sistema eterogeneo e continuo PROSSEMICA E APTICA Il sistema prossemico e aptico nella manifestazione delle emozioni Sistemi di contatto prossemica aptica Percezione, organizzazione e uso dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri Insieme di azioni di contatto corporeo con un altro L’uso dello spazio e della distanza implica un equilibrio instabile fra processi affiliativi (di avvicinamento) ed esigenze di riservatezza (di distanziamento) Gestione della propria territorialità •Territorio: area geografica che assume risvolti e significati psicologici nel corso degli scambi di comunicazione Territorio Territorio pubblico Territorio domestico Territorio dove gli individui hanno libertà d’accesso, ma è regolato da norme e vincoli ufficiali e convenzionali; una certa porzione di spazio è marcata a livello di CNV come propria attraverso segnali e indicatori, e può essere rivendicata come appartenente a sé in quella circostanza Territorio in cui l’individuo sente di avere libertà di movimento in maniera regolare e abituale; in esso prova un senso di agio e ne possiede il controllo; è distinto da quello pubblico da precisi confini sia fisici che psicologici Regolazione della distanza spaziale = buon indicatore della distanza comunicativa fra le persone. Diversi tipi di distanza •Zona intima (fra 0 e 0,5 m circa): distanza delle relazioni intime •Zona personale (fra 0,5 e 1 m circa): area invisibile che circonda in maniera costante il nostro corpo •Zona sociale (fra 1 e 3,5/4 m): distanza per le interazioni meno personali •Zona pubblica (oltre i 4 m): distanza tenuta in situazioni pubbliche ufficiali Differenze culturali nella prossemica Cultura della distanza La distanza interpersonale è grande, angolazione obliqua e ogni riduzione spaziale è percepita come invasione Cultura della vicinanza La distanza interpersonale è ridotta, angolazione diretta e la distanza è valutata come freddezza e ostilità L’APTICA E IL CONTATTO CORPOREO Azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri •es. grooming animali •Nel corso del periodo neonatale e dell’infanzia, il tatto è uno dei canali più importanti di comunicazione; i bambini piccoli manifestano un bisogno innato di contatto corporeo per ragioni sia fisiologiche che psicologiche. Su questa base si crea il legame di attaccamento APTICA Sequenze di contatto reciproco Contatto individuale Due o più azioni di contatto compiute in modo reciproco nel corso della medesima interazione Unidirezionale e rivolto da un soggetto a un altro • Nei rapporti amorosi, il contatto corporeo invia messaggi di affetto, di coinvolgimento e di attrazione sessuale; in pubblico, assume il valore comunicativo di segno di legame che individua la coppia medesima in quanto coppia e che segnala il desiderio di essere lasciata sola • Il contatto corporeo può comunicare una relazione di dominanza e di potere: di norma, le persone che occupano una posizione sociale dominante hanno la libertà di toccare coloro che sono in posizione di minor potere • In numerose circostanze il contatto fisico è regolato attraverso rituali che vi attribuiscono uno specifico significato legato al contesto d’uso