18a23 pechino:- 1-10-2008 14:37 Pagina 22 22 Pechino 2008 THE VILLAGE PEOPLE L e misure di sicurezza per raggiungerlo sono imponenti e l’entrata è quasi sconosciuta ai tassisti. Le difficoltà per arrivare all’ingresso nord, l’unico possibile per i visitatori di giornata, sono grandi quanto il perimetro di filo spinato che circonda l’area. Purtroppo dopo i tragici eventi di Monaco ’72, gli attentati di Città del Messico ’68 e le tensioni del nuovo millennio questa è la faccia triste dei Giochi Olimpici moderni. Alla fine, quando si tirano le somme, di visitare il Villaggio di Pechino vale assolutamente la pena. Al primo controllo ti chiedono i documenti, verificano che il permesso giornaliero sia stato richiesto entro le 14.00 del giorno precedente e ti fanno entrare. Ce l’abbiamo fatta, pensiamo. Macché. Altro check-in, borsa inserita nel metal-detector, perquisizione individuale altrettanto accurata e poi ti indirizzano verso l’ultimo bureau. Finalmente, dalle mani della solita cortesissima volontaria con gli occhi a mandorla, arriva il pass, ma in cambio, come pegno, vogliono il passaporto. Ecco fatto, ci mancherebbe altro. Le porte del Village si schiudono, ma la condizione è che si venga accompagnati da un residente. Il nostro “Virgilio” è Enrico Casella, preciso nella spiegazione dei posti. «Questa è l’entrata per la mensa - ci mostra il DTN della Femminile - questa la piazza degli spettacoli, qui si fa l’alza bandiera, da quest’altra parte si va verso la lavanderia, la chiesa e là ci sono i negozi». Grigie palazzine di otto piani, stanze con mobili stile Ikea, più che un villaggio sembra una cittadina. In effetti il luogo dove atleti e tecnici alloggiano durante la XXIX Olimpiade ha tutte le caratteristiche di un quartiere residenziale, l’unica differenza è che le automobili non vi possono circolare e, con lo smog nel resto della Capitale, è davve- ro un bel vantaggio. L’Italia occupa due edifici a Nord. Nel primo, il D3, confinante con i Francesi, di fronte a Venezuelani, Cinesi e Giapponesi, alloggiano gli atleti della Ginnastica. Gli appartamenti sono da sei: tre stanze doppie nelle quali si dividono le coppie Ferrari-Parolari, Benolli-Macrì, Bergamelli-Giovannini per l’Artistica femminile. Sopra, al secondo piano, i maschi: Morandi con Pozzo, Cassina e Coppolino, Busnari e Angioletti. Dal 12 agosto la squadra di Ritmica occupa il terzo piano (D’Ottavio-Masseroni, Falca-Santoni, Savrayuk-Blanchi), mentre Cannone e Canali dividevano una stanza al quarto livello. Al settimo, nella camera 702, è alloggiato Andrea Cassarà, ma sullo stesso pianerottolo c’è anche Montano, la Cagnotto, Di Biasi e Cammarelle. In una saletta al pianterreno dell’altra palazzina, su di un grande multi-schermo, è 18a23 pechino:- 1-10-2008 14:37 Pagina 23 23 In questa foto le ragazze della ritmica all’ingresso del villaggio. Sotto, a destra: Angioletti, Morandi, Pozzo e Coppolino con Usain Bolt. Nella pagina accanto i ginnasti azzurri con, in senso orario: Ronaldinho e Brembilla, Montano, Rosolino e Michael Phelps. possibile seguire tutte le gare dei Giochi, grazie ad un collegamento a circuito chiuso. Sulla lavagna le comunicazioni di servizio - «Pullman Casa Italia, tutte le sere alle 20:00 dalla porta Est» – si mischiano con frasi scherzose - «È arrivato l’arrotino» scritto probabilmente da qualche schermidore buontempone – e i complimenti di rito – «Con un grande Jonny (Peliello, ndi) splende un argento lucente» e ancora «grande Zorro» riferito a Matteo Tagliariol, oro nella spada. Nei vialetti all’orientale, con i ciottoli e le passerelle in legno, si incontrano campioni come Ronaldinho o Rafael Nadal. L’atmosfera è magica, da Villaggio Globale. No nell’accezione spersonalizzata di Mc Luhan, bensì in quella cosmopolita del cittadino del mondo. Democrito scriveva: “Ogni paese della terra è aperto all’uomo saggio: perché la patria dell’uomo virtuoso è l’intero universo“. I percorsi pedo- nali sono invasi da tute colorate e i grandi interpreti degli sport più ricchi si mischiano ai colleghi meno celebri. C’è Magnini su una minibicicletta a motore affittata per € 1.000, Rosolino e la Filippi che rientrano dal Water Cube, i pallanotisti di ritorno dalla loro vittoriosa esibizione con la Cina. Dalle verande, tra biancheria appesa e bandiere, spuntano fisici statuari alla ricerca di un debole segnale wireless. Per connessioni più sicure basta conquistare una delle 100 postazioni all’Internet Point, che, insieme alla sala giochi (biliardo, calcio balilla e console Wii/Nintendo i passatempo più gettonati), quella DVD (con quadrifogli di monitor LCD, cuffie e co- modi divanetti in pelle), la mega palestra targata Technogym, la piscina, i campi da tennis e da basket, componeva l’offerta del BOCOG per il tempo libero. Frequentatissima l’area shopping dove potevi imbatterti, ad esempio, in Almudena Cid che girava tra i banchi alla ricerca delle immancabili pins. A disposizione anche un parrucchiere e l’estetista. La mensa, invece, somiglia ad un aeroporto. Ci sono tutte le cucine: dalla locale a quella muslin, western, mediterranea. Per la serie “De gustibus non est disputandum” ecco pure l’immancabile Mc Donalds, poco dietetico ma sponsor olimpico, aperto 24h su 24. Proprio mentre ci avviciniamo all’uscita per ritirare il preziosissimo passaporto, sommerso da un nugolo di atleti e volontari si staglia la figura di Kobe Bryant. La fotografia non riusciamo a scattarla, ma un «cinque alto» all’italiana la stella dell’Nba non ce lo rifiuta. Una volta in strada ci voltiamo a guardare la sera che cala su quella piccola grande comunità, immaginando chi si gioca a carte una medaglia, chi insegue un flirt o una foto ricordo, in un clima da gita scolastica che restituisce una dimensione più umana a quanto avviene fuori di lì. (D.C.)