DELLE www.corrierecomunicazioni.it n°13. 15 luglio 2013 [email protected] 13 Italia alla prova digital skills ► Siamo agli ultimi posti nella classifica Ue per competenze digitali eppure è in aumento l’offerta di posti di lavoro qualificati da parte delle aziende. E se non si darà una sterzata in direzione della formazione high profile difficilmente l’Italia potrà fare il grande salto nella digital society Lucianamaci diceva di puntare tutto sulla formazione, sulla ricerca, sull’innovazione. Per quanto riguarda l’Italia sappiamo com’è andata: nell’ultimo quindicennio il settore dell’educa- tion è stato il più definanziato del bilancio pubblico a vantaggio della previdenza e della sanità”. In particolare la vicepresidente del Senato sottolinea che i consumi Uniconcamere: l’incongruità della formazione è responsabile del 38% delle mancate assunzioni [ ricetta innovazione ] Dell’Aringa: «Le imprese investano» «Le imprese devono investire in innovazione non solo per creare occupazione ma per offrire posti di lavoro di qualità»: a sostenerlo è il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Carlo Dell’Aringa, che commenta i dati del rapporto Glocus secondo cui, entro il 2015, saranno circa 900mila i posti di lavoro vacanti in Europa per scarsità di figure professionali nell’Ict. Eppure il nostro Paese resta fanalino di coda per digital skills. Il viceministro sottolinea che, in Italia, domanda e offerta stanno andando in direzioni opposte: sono circa 2 milioni i giovani che non studiano e non lavorano e un milione le badanti. “In sostanza abbiamo creato posti in settori di qualità scadente. Questi due mondi devono avvicinarsi e, per farlo, bisogna ristrutturare l’intero apparato produttivo e investire in innovazione in tutti i settori: nanotecnologie ma anche agricoltura, welfare e turismo”. Alla base resta il nodo formazione. “La nostra offerta formativa - ribadisce - è ancora molto indietro nell’adeguarsi alle professioni del futuro. Invece bisogna preparare meglio i giovani: non penso solo agli studi accademici, ma anche a percorsi professionali post-scuola secondaria, che devono essere di alto livello, potremmo dire di serie A”. Come esempio il politico indica la Germania, dove le istituzioni hanno sussidiato l’occupazione. “Ma - sottolinea - lì sono CARLO DELL’ARINGA Sottosegretario al Lavoro e stati realizzati investimenti strategici e nel lungo periodo”. alle Politiche sociali p Il lavoro? Lo troverà chi possiede digital skills. Entro il 2015 ci saranno circa 900mila posti vacanti in Europa a causa della scarsità di figure professionali dell’Ict: è quanto emerge dal recente rapporto “Professioni e Lavoro nel 21esimo secolo” curato da Glocus, think tank indipendente impegnato nell’elaborazione di progetti e proposte per la modernizzazione del Paese. Ma l’Italia è tra gli ultimi posti nella classifica Ue per competenze digitali. Dal 2007 al 2011, nel nostro Paese, l’occupazione relativa a posizioni di lavoro con “high skills” è calata di poco meno del 2% a fronte di un aumento medio europeo del 2% (elaborazione Isfol su dati Eurostat, 2012). Nello stesso periodo sono invece cresciute del 3% le professioni a qualifica più bassa (low skills), cui si somma un minimo calo anche per quelle “medium”. Nel 2012 in Italia, infatti, solo il 4% delle imprese ha assunto o cercato di reclutare specialisti Ict, uno dei valori più bassi della Ue insieme con Romania e Portogallo. Eppure l’1% delle aziende andate a caccia di esperti riferisce di aver incontrato difficoltà nel reperire e assumere dipendenti con i requisiti e le competenze Ict richieste. Non stupisce dunque che, secondo l’European Scoreboard 2013, i cittadini italiani certi di possedere un discreto livello di conoscenze informatiche siano in numero inferiore rispetto a quelli di altri Stati: il 56% nel nostro Paese contro la media europea del 67%. Anche per questo l’Internet economy arranca. Sempre secondo Glocus l’economia italiana sul web contribuisce alla formazione del Pil nella misura di appena il 2%, circa 32 miliardi di euro, rispetto alla media europea del 4% con picchi del 7% in paesi come Germania e Nord Europa. Eppure proprio l’Internet economy potrebbe trainare lo sviluppo e contribuire a ridurre il tasso di disoccupazione giovanile under 30, che da noi si è attestato al 23,9% nel 2012. Uno dei problemi principali, rilevato da Unioncamere, è l’incongruità della formazione e della preparazione professionale dei candidati, responsabile del 38% delle mancate assunzioni. Occorre dunque concentrarsi prima di tutto sulla formazione. Ne è convinta Linda Lanzillotta, presidente di Glocus, che dice: “Noi partiamo in ritardo perché abbiamo di fatto mancato l’obiettivo che l’Europa si era data per il 2000/2010. L’agenda di Lisbona pubblici per le spese sanitarie italiane dal 1980 al 2009 sono aumentati dal 29,7% al 33,8%, mentre l’istruzione ha visto scendere la quota dal 25,7% al 20%. “Abbiamo speso per gli anziani anche le risorse che dovevano costruire il futuro per i giovani, ora dovremmo restituirgliene almeno una parte”. “Quando si parla di digital economy - le fa eco Carlo Maria Medaglia, docente alla Sapienza e coordinatore dell’area innovazione di Glocus - si sottolinea sempre l’esigenza di investimenti in banda larga, e-commerce o cloud, ma si sottovaluta l’aspetto basilare delle competenze digitali. Sono importanti gli open data nella PA, ma chi sta formando le persone che dovranno gestirli?”. Molti tirano in ballo la mancanza, o lo spreco, delle risorse finanziarie destinate alla formazione, tuttavia per Medaglia “non è solo questione di investire, ma anche di avere una visione complessiva dell’ecosistema innovazione. Il digitale non ha una connotazione geografica, è brain intensive. Per mettere in piedi Google, nato in quella fucìna di Internet company che è l’East Coast americana, in fondo sono serviti buone università e buoni computer, ma poteva nascere dovunque ci fossero le condizioni”. Per Pietro Ichino, giurista, docente di Diritto del Lavoro e senatore di Lista Civica, “il vero ritardo dell’Italia è nell’orientamento. Guardiamo ad esempio - dice - alle offerte di lavoro presentate dalle regioni: una quota di posti resta puntualmente scoperta e questo perché manca manodopera qualificata. Per non parlare della mancanza di monitoraggio costante del mercato del lavoro”. Infine, dal punto di vista delle aziende, Jacopo Morelli, presidente Giovani Imprenditori Confindustria, spiega che, se si vuole che gli industriali investano in innovazione e nuove tecnologie, resta essenziale “rendere meno complicato fare impresa: riduzione del carico fiscale e creazione di nuova occupazione sono due lati della stessa medaglia”. perché c’è bisogno di moltiplicare gli sforzi per un’innovazione più potente, intelligente e veloce. Relatori confermati: Franco Bassanini, Presidente, Astrid - I temi di Capri 2013: Sono aperte le iscrizioni www.capri.between.it Realizzare l’Agenda Digitale Quali sono le aree prioritarie di intervento e le risorse disponibili per lo sviluppo del digitale in Italia? L’innovazione dei servizi vista da dentro e sopra la rete Quali saranno le forme di convergenza nell’era della banda ultra larga? Mobilità e nuovi modelli di business digitali Come contribuiscono le tecnologie mobili a rivitalizzare alcuni settori in crisi? La sfida italiana dello scorporo della rete Quale sarà l’impatto dello scorporo sullo sviluppo concorrenziale e sull’innovazione? Classifiche e strategie per la costruzione delle città intelligenti Qual è la classifica delle città intelligenti italiane? La trasformazione digitale delle Regioni Esiste una roadmap ideale per la costruzione delle Agende Digitali Regionali? Quale contributo del digitale alla crescita dell’Italia? Qual è l’impatto dell’assetto regolamentare per rilanciare gli investimenti e la crescita? Presidente, Cassa Depositi e Prestiti - Andrea Campora, Director Marketing & Sales, Security & Smart Systems Division, Selex ES - Angelo Cardani, Presidente, AGCOM - Antonio Catricalà, Viceministro, Ministero dello Sviluppo Economico Carlo D’Asaro Biondo, President, Southern and Eastern Europe, Middle East and Africa, Google - Maurizio Dècina, Commissario, AGCOM - Graziano Delrio, Ministro per gli affari regionali e le autonomie - Maximo Ibarra, Amministratore Delegato, Wind Telecomunicazioni - Giuseppe Jannelli, Managing Partner, Communications, Media and Technology Italy, Greece, CEE, Russia, Turkey and the Middle East, Accenture - Silvio Mani, Managing Partner, Communications, Media and Technology – Europe, Africa and Latin America, Accenture - Corrado Passera - Marco Patuano, Amministratore Delegato, Telecom Italia - Agostino Ragosa, Direttore Generale, Agenzia per l’Italia Digitale - Massimo Sarmi, Presidente Comitato Servizi Digitali evoluti, Confindustria - Roberto Viola, Deputy Director, Commissione Europea