Il Giornale del Pilo Albertelli di Roma - Nov/Dic 2010 - Numero 2 - Anno IV
Figli della stessa rabbia
L'editoriale è stato pubblicato sull'account
Facebook di OndanomalA
Un partigiano
di razza
Venas Abiertas
pag. 13
pag. 4
OndanomalA
Sull'amore
intervista
Ammaniti
pag. 5
pag. 8
2
Novembre/Dicembre 2010
Anno IV - Numero 2
Un mondo a colori
Q
uesto proverbio africano
descrive in poche parole
lo scopo del concorso “Un
mondo a Colori”, progetto rivolto
a tutti i ragazzi, agli studenti delle
scuole medie superiori e ai giovani
che nel mondo frequentano i corsi
di lingua italiana e le iniziative degli Istituti Italiani di Cultura. Questa è una delle tante iniziative
proposte dal Progetto Dialogo (sostenuto dalle associazioni ONG,
Maratona dei Popoli e dall’ A.S.
Ponte Mediterraneo) atte alla
sensibilizzazione di noi giovani
studenti verso la reale e odierna
tematica dell’incontro tra culture e
popoli diversi. Per quanto riguarda
questo concorso sono richiesti elaborati scritti e grafici: i migliori sono raccolti nell'omonimo libro "Un
Mondo a Colori" che viene pubblicato ogni anno con la prefazione di
numerosi Premi Nobel per la Pace.
Il libro e i vincitori sono presentati
ogni anno il 2 Ottobre, in occasione della celebrazione della
“Giornata della Non-violenza e del
Dialogo”. Per ottenere informazioni più dettagliate e specifiche a proposito del bando completo del
progetto si può tranquillamente
consultare il sito Web www.progettodialogo.it.
Altre iniziative interessanti correlate
a questo argomento sono sia la maratone dei People Runners (personalità sportive, dai motociclisti ai
maratoneti) che si tengono in molte
città italiane nonché straniere, sia
l’attribuzione annuale del Premio
Testimone del Dialogo a personalità
o organizzazioni di livello internazionale che si sono distinte per il loro impegno a favore del dialogo
interetnico e interreligioso.
Riguardo al concorso “Un Mondo a
Colori”, invito coloro che avessero
voglia di partecipare a rivolgersi a
Flavia Tiburzi e Cecilia Lugi (II B) o
ad Andreas Iacarella (II D) prima del
30 Maggio 2010, data di scadenza
per la consegna dell’elaborato finale.
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Anno IV - Numero 2
Social Network
L'epidemia del XXI secolo
Tutti conoscono i social network, che da sette anni stanno superando ogni record di utenze su internet e dividono le masse sulla loro reale utilità nella nostra società. Ma non tutti conoscono il motivo del loro crescente
successo presso giovani e adulti. Esistono almeno un centinaio di siti e di programmi per comunicare tramite
chat, ma alcuni sono speciali per via delle loro funzioni “extra” tra cui c’è il più famoso e diffuso Facebook (con
quasi un miliardo di utenze nel mondo), seguito a ruota dal pittoresco Netlog e dal simpatico Twitter (con milioni di iscritti in tutto il mondo), che permettono all’utente non solo di comunicare con la chat ma anche di
scambiare immagini e link in tempo reale, mentre si è impegnati in un quiz d’attualità o nel rispondere a una
mail dei parenti all’estero, ricevendo contemporaneamente gli aggiornamenti di stato e le novità dai propri
amici di tastiera. Siti che in breve
tempo hanno surclassato i vecchi nomi
come il grande MSN e quelli
riservati ai single in cerca di
appuntamenti al buio,
tutti quanti ridotti a storia
antica dal già citato gigante Facebook. Fin qui è
tutto mercato, è giusto
che il prodotto migliore
sia il più venduto ma,
è giusto scegliere il prodotto migliore senza
essere sicuri di saperlo
usare correttamente?
Molti esperti nel settore
della psicologia hanno
affermato che il fenomeno “social network” può
venire male interpretato da
alcuni soggetti, che soffrono di insoddisfazione e solitudine
a
causa
della
disoccupazione o per motivi caratteriali, come un mezzo per fuggire
dalla propria realtà.
Cosa significa?
Vuol dire che tutti i soggetti che soffrono di depressione o stress, rimangono
facilmente assuefatti al social network,
attirati dalla prospettiva di essere diversi
dalla loro realtà e scelgono di iscriversi,
a volte sostituendo il proprio nome e la
propria foto con quella di personaggi
inventati o dello spettacolo oppure
cercando di vivere una vita diversa dalla
propria, ma non senza conseguenze.
Gli effetti negativi possono essere
molteplici e forse anche legati a disturbi
psicologici preesistenti nei soggetti, ma
certamente il più evidente dei sintomi
può essere la mancanza di sonno
accompagnato da rabbia e scarsa lucidità.
Altri effetti possono essere la mancanza
di appetito e quella che molti definiscono impropriamente “Sindrome da notifica” collegata per lo più al desiderio
quasi maniacale di attenzione e notorietà all’interno del social network scrivendo quantità enormi di messaggi
pubblici e commentando anche esage-
ratamente i vari link che girano
per il web solo per ricevere le
cosiddette notifiche cioè i
commenti degli altri internauti
di passaggio sul social network,
che rappresentano per queste
persone, un segno di conforto e
di realizzazione.
L’anno scorso in Europa ci sono
stati più di venti morti (di cui
cinque nella sola Germania),
tutti internauti iscritti a
, che si sono suicidati dopo
essersi resi conto di non aver ricevuto alcuna notifica dopo
appena due giorni, giustificando
il loro estremo gesto scrivendo
sempre su
di essere
stati dimenticati dal mondo e
che quindi la loro esistenza non
poteva avere un seguito e
nemmeno un ritorno alla
normalità. Fortunatamente si è
trattato di casi rari, anche se il
pericolo è presente e non può
essere preso alla leggera. Infatti,
oggi sono moltissimi i giovani
italiani a passare interi pomeriggi su internet e anche intere
notti incidendo negativamente
sul rendimento scolastico e lavorativo.
è uno strumento utilissimo per tutti, basta saperlo
usare con attenzione e giudizio
onde evitare di essere colpiti da
quella che molti già chiamano
l’epidemia del XXI secolo.
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Un Partigiano di Razza
Antar racconta Giorgio
Intervista ad Antar Marincola
Antar Marincola, cosa ne pensa
dell’iniziativa di intitolare l’aula di
scienze del nostro liceo a suo zio
Giorgio?
“Devo riconoscere che è stata un’
intitolazione molto attesa, una cerimonia davvero molto bella e commovente, e per questo mi sento di
ringraziare la preside per l’ impegno
ma anche i ragazzi per l’interessamento poiché è importantissimo ricordare Giorgio non solo per le sue
azioni partigiane ma anche per testimoniare gli ideali che lo hanno ispirato.”
Come era descritto Giorgio da sua sorella Isabella?
“Mia madre ne parlava quasi come
una figura mitica, un eroe ai suoi
occhi, ben consapevole del valore di
lla fine tutti applaudono
commossi; la targa è stata
appena scoperta e tutti, dagli ospiti agli alunni ai professori
insieme alla preside si accalcano
nella restaurata aula di scienze.
Strutture antiche e nuovi strumenti
sono disposti all’interno del laboratorio, i primi a testimonianza delle generazioni che si sono cimentate
nell’analisi dei fenomeni naturali, i
secondi come stimolo per quelli che
vorranno proseguire nello stesso genere di studi. Forse non a caso si è
deciso di dedicare l’aula a un
alunno, un ragazzo figlio di una giovane somala e di un maggiore
dell’esercito italiano che da grande
sognava di mettere a disposizione le
sue conoscenze per combattere le
malattie tropicali e salvare vite umane nel suo paese natale. Ma Giorgio
A
Marincola non ha fatto in tempo a
intraprendere questa battaglia,
perché caduto prima, a 23 anni, tra
le alture della Val di Fiemme,
nell’ultima strage nazista nel Nord
Italia, e, come recita la motivazione
con cui gli fu data la medaglia d’oro
al valor militare, “quando la lotta
per la libertà era ormai vittoriosamente conclusa”. Tra le persone venute a celebrare il “partigiano nero”
c’era anche suo nipote Antar, figlio
di Isabella, la sorella di Giorgio, assai rassomigliante a suo zio, tanto
che molti sguardi alla cerimonia
convergevano su di lui e sul professor Guido Albertelli, il figlio di Pilo,
discendenti di una generazione che
ha legato i propri destini a questa
scuola, tanto da meritare il professore il nome della scuola e l’alunno
il nome dell’aula di scienze.
ciò che aveva fatto e dell’importanza
delle lotte a cui aveva partecipato;
inoltre, essendo cresciuti insieme
alla seconda moglie di mio nonno
avevano sviluppato un legame
molto forte poiché capitava spesso
che il fratello dovesse difenderla dai
continui soprusi che la matrigna riservava loro.”
nella militanza antifascista attiva
non solo a Roma ma in seguito
anche nel biellese, dove poi morirà.
Qual è il contributo che l’ insegnamento di Albertelli ha portato ai valori del giovane Giorgio?
“L’insegnamento di Albertelli ha sicuramente contribuito molto alla
sua formazione, come del resto è
capitato a molti degli alunni che
hanno conosciuto il giovane professore; d’altronde la passione con cui
si rivolgeva a tutte quante le classi
non a caso colpì il giovane Marincola, avendo lui un carattere estremamente sensibile, tanto da portarlo
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La nomadicità della sua lotta, fatto
abbastanza curioso nel panorama
della Resistenza, si può spiegare
anche in questo modo.”
ne e riunificare un paese diviso a
metà senza dubbio potrebbe essere in grado di far riflettere quei
giovani italiani dalla molteplice
identità culturale.”
Secondo lei oggi qual è il valore
della figura di Marincola nella società italiana che si avvia ad essere
multirazziale?
Come crede che debbano essere
sensibilizzati i giovani sui valori
di giustizia e libertà per cui ha
combattuto Giorgio?
“Si potrebbe pensare che al giorno
d’oggi tutti dovrebbero essere più
abituati alla società multirazziale
rispetto a quando Giorgio frequentava il liceo (e infatti erano
molti di più a notare le differenze
nel periodo delle leggi razziali),
però ancora oggi si fa fatica a riconoscere quella che è una realtà di
fatto in Italia. Inevitabilmente poi
il concetto di italianità appare
ancora troppo legato al colore
della pelle, perciò la figura di un
partigiano di origine somala che si
è fatto paracadutare nel nord Italia
per realizzare la lotta di liberazio-
Intervista a Niccolò
Ammaniti dal Venerdì
di Repubblica del
29/10/2010
A Cura di Giorgio Colletti,
Davide Galeotti, Cecilia Lugi e
Paolo Marzioli sul sito del Pilo!
www.piloalbertelli.it
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“Certamente la sua figura può diventare un vero esempio di nobili
ideali a dispetto di chi propugna
la liberà solo a fini politici e ideologici, facendo un uso abbastanza
improprio del significato di questo concetto. Giorgio invece, e
tantissimi altri che come lui
purtroppo non hanno la fama
che si meriterebbero per le azioni
compiute durante la Resistenza
romana, incarna più di qualsiasi
discorso retorico odierno questi
principi fondanti dello Stato Italiano.”
Intervista a tre nasi rossi
P
aolo, Laura e Federico sono tre amici che qualche
anno fa hanno formato un gruppo. Non musicale,
se è quello che stavate pensando, bensì di lavoro e
neanche uno qualunque. Loro sono gli Endaxi: cosa fanno?
I clown… Si decide l’intervista durante un loro giorno lavorativo, precisamente il 30 ottobre, e al mio arrivo si presentano tutti e tre in tenuta da lavoro: Federico è truccato
da zucca, Laura travestita da zombie e Paolo, anche grazie
alla sua elevata statura, è molto convincente come vampiro. Prendiamo posto in un bar e dopo aver ordinato tre
succhi e uno zabaione, comincio eccitata a intervistarli…
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Prima di tutto, come nasce la figura
del clown?
Beh, la comicità è sempre esistita
nella teatralità, fin da Aristotele e si
è evoluta nel tempo secondo il gusto
della cultura. Già dall’antica Roma e,
successivamente, nel Medioevo erano presenti saltimbanchi, giocolieri
ed acrobati che si esibivano nei
mercati e nelle piazze; poi, da fare solo semplici spettacoli, si è creato un
vero e proprio schema, con modelli
e canovacci, che si è sviluppato
sempre più.
Fino alla metà dell’‘800 andavano di
moda i circhi equestri dove si svolge-
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vano solo acrobazie a cavallo: ad un
certo punto, si è pensato di alternare
quei numeri a scene buffe. La cosa
ebbe successo, divenne usuale nei
circhi e la figura del clown ebbe
sempre più spazio. Dagli anni ’20 e
’30 nascono spettacoli incentrati solo
sul clown, tanto che si diffondono
anche nel cinema (famosi sono
Charlie Chaplin e Buster Keaton); a
partire dagli anni ’70 si allestiscono
spettacoli clowneschi rivolti esclusivamente ad un pubblico adulto
(Jango Edwards e Leo Bassi). Nel panorama teatrale comico italiano la figura del clown viene diffusa da Totò
Cosa significa per voi essere “clown”?
Paolo: Per me essere “clown” è utilizzare la filosofia riassunta in una
citazione del libro “Opinioni di un
clown” di Bloch:
Laura: E’ una filosofia di vita perché
quando sei clown per lavoro sei
clown anche nella vita di tutti i
giorni.
Federico: Essere “clown” vuol dire
saper trasformare tutto, da bello a
brutto, anche nella normalità. Come ha detto Laura, è un modo di
vivere.
Come, quando e perché avete
scelto questo come lavoro?
Paolo: Io ho sempre riso e
scherzato fin da quando ricordo.
Ho sempre organizzato spettacoli
comici per i miei amici. Non ho
scelto di essere clown...
Laura: Fino ai vent’anni ero
convinta che il clown fosse l’unica cosa che non sarei mai potuta
essere. Poi è venuta fuori ed è rimasta.
Federico: Perché mi è sempre
piaciuto tantissimo donare sorrisi
e vedere che gli altri si divertono
grazie a me.
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e poi ripresa da Aldo, Giovanni e
Giacomo.
Ditemi, qual è la differenza tra fare
ed essere clown?
Allora, mentre un attore ha un copione e recita un personaggio, un
clown, anche se è all’interno di un
canovaccio, comunque utilizza
sempre sé stesso e non un personaggio finto perché, a differenza del
percorso teatrale, si parla di ricerca
del proprio clown, dato che ogni
clown è un’estensione del proprio
essere.
Cos’è un “clown in corsia”?
Nel 1980 in America il Big Apple
Circus di New York sperimenta una
delle performance clown negli
ospedali pediatrici ed ottengono un
ottimo risultato. Da ciò si crea una
Care United permanente. Quindici
anni dopo, i clown di questo gruppo
portano l’esperienza in Europa: in
Francia si crea la Rire Medicine e in
Italia dal 1999 esiste Soccorso Clown.
La clown-terapia viene conosciuta
per via del film Patch Adams, che
narra la vera storia di un dottore
che si relaziona ai pazienti usando
tecniche clownesche. Bisogna però
precisare che nella clown-terapia
sono i clown che parodiano i medici
e non viceversa. L’obiettivo di un
clown-dottore
è
modificare
un’atmosfera negativa in positiva,
rendere lo spazio ospedaliero a mi-
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tanta, tanta gavetta.
Esistono varie scuola in Italia, le
più importante sono quella di Philiphe Radice a Torino, la Flick,
sempre a Torino e la Galante
Garrone a Bologna. Ci sono comunque molti corsi e altre scuole
minori, anche a Roma. Si possono
trovare ulteriori informazioni su
www.giocoleria.org
www.jugglingmagazine.it
Per saperne più su di noi, visitate il
Non sembra poi così difficile come sito www.spazioendaxi.it
lavoro, ma quale preparazione
Cosa si può dire a un ragazzo per
serve?
Per essere un buon clown serve farlo incuriosire a quest’arte?
molto lavoro, che non finisce mai Tutti e tre: L’unico modo per incue prevede studi teatrali, approcci riosirsi è mettersi in gioco e proalle diverse discipline circensi e varlo...
sura di bambino, dare sicurezza al serio e cerco di mandare avanti lo
paziente, il tutto attraverso tecni- spettacolo.
che di ascolto e clownesche.
Laura: Io sono Tipota e sono un augusto, il classico clown imbranato.
Vi ispirate a qualcuno in particola- Sono simpatica e sbarazzina ma
re?
faccio tanti casini anche se cerco
Tutti e tre: No, non abbiamo un d’aiutare.
ispiratore, perché il clown è un la- Federico: Io sono Folk e sono un
voro continuo e immenso, non ba- antiaugusto. Non sono capace a far
sterebbe solo una figura come niente e tutto ciò che so fare mi rieispirazione, ma più e più…
sce male.
Come si chiamano i vostri personaggi? E qual è il loro carattere?
Paolo: Allora, io sono Mastro
Scannavino e sono un bianco, ovvero nel gruppo sono quello che sa fare tutto bene e professionalmente,
come un artista. Ho il carattere più
Project Panda
Q
uest’anno il Chengdu
Panda Base, in collaborazione con il WWF, ha
ideato un progetto per la salvaguardia dei panda giganti. Al
mondo sono rimasti solamente
1.600 esemplari di questi bellissimi
orsi bianconeri e ancor meno volontari che si apprestano a curarli.
Quindi questa riserva, che si trova
nella Repubblica Popolare Cinese
di Sichuan, ha lanciato un concorso
internazionale nel quale si richiedeva la partecipazione di tutto coloro che avessero a cuore la causa di
questa specie e che fossero disposti
ad occuparsi di questi animali per
un periodo di un mese. Attraverso
una selezione dei partecipanti, che
sono stati scelti con molta attenzione in base al loro impegno e creatività, si è giunti
a formare un piccolo gruppo di
persone davvero volenterose che
in questi mesi svolgono le funzioni
di fotografi, giornalisti, scienziati e
ricercatori in mezzo alle forestelussureggianti del bacino di Sichuan,
perennemente accompagnati dai
loro panda.
Questi sei volontari sono stati denominati “pambassadors”, ovvero
panda-ambasciatori, e hanno
quindi il compito di richiedere
quell’aiuto che i panda non possono invocare, e di occuparsi concretamente delle loro esigenze. Per
questo mese è il turno della
pambassador Ashley Robertson,
una ragazza americana di 25 anni
che da sempre sogna di studiare da
vicino questi animali e che si sta
impegnando assiduamente nel
suo lavoro. Di certo questo non
è un progetto da trascurare e la
cosa che rincuora molto è che il
numero dei partecipanti a questo concorso è stato di 60 mila.
Certo se si pensa alla popolazione mondiale, non è poi questo
gran numero, ma si può già
considerare un buon inizio.
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Sull'amore
E
qui la domanda sorge sponta- rio o da una pretesa.
nea: cos’è dunque l’amore?
Cercando la definizione di questa
parola in qualsiasi dizionario, si
leggerebbe su per giù qualcosa come
“sentimento di affetto vivo”, “istinto
naturale che lega due persone” o
anche “desiderio di ottenere una cosa”. Herman Hesse va oltre: trasforma e sfuma il significato. Per lui
. L’amore viene
inteso come un’infinita ricerca esistenziale, come un sublime tentativo di raggiungere quello stato di
grazia dello spirito e dei sensi che
trova in sé il proprio appagamento.
L’amore, infatti, è del tutto slegato
dal possesso:
, dice Hermann. Chi ama non deve
farlo con l’intento di ottenere
qualcosa, quindi spinto da un deside-
. Per quanto
riguarda quest’ultimo punto, tuttavia, molti potrebbero non essere
d’accordo: come si può arrivare alla
felicità, se si è logorati da un amore
non corrisposto? Hesse, esorta costoro a non disperarsi, giacché
Non bisogna struggersi e disperarsi, ma cogliere in ogni istante le più piccole e
belle sfumature di questo meraviglioso sentimento, sino ad arrivare ad
apprezzarlo totalmente proprio per
quello che è.
Questo illustre saggio di Hermann,
include insieme poesie, brani narrativi e citazioni, che sono disposti non
in ordine cronologico, o storicoletterario, bensì in base ai tre temi
che vengono principalmente trattati
nel libro. All’inizio, infatti, l’autore
ci espone la vitalità, le preoccupazioni e l’entusiasmo propri
dell’amore adolescenziale, dove un
giovane ed inesperto protagonista
narra le sue prime avventure amorose; successivamente è la volta di
un uomo maturo
che racconta
i suoi incontri, le sue passioni e le
sue delusioni, mentre, infine, si passa all’amore inteso come sentimento
superiore, nei confronti dell’umanità.
Consiglio vivamente la lettura di
questo testo a tutti coloro che vogliono deliziarsi con splendide poesie, dolci aforismi e piacevoli
pensieri di colui che è stato e sarà
sempre uno dei maggiori esponenti
nella storia della letteratura.
Nel paese delle mille bandiere
In un’ Europa che, come ogni anno,
si prepara a resistere alla morsa del
gelo e a un lungo inverno di brutte
notizie dal Medio Oriente, esistono
ancora e continuano ad ampliarsi e
migliorarsi, piccoli ritagli di pace,
luoghi e associazioni dove le parole
“guerra” e “nazionalismo” non
hanno significato alcuno. Uno di
questi, luogo e associazione insieme,
si trova in Italia a Rondine, piccolo
borgo medievale dal curioso e antico
nome radicato lungo l’ansa
dell’Arno che, oltrepassata Arezzo,
punta verso Firenze. Qui, grazie al lavoro dell’ associazione Rondinecittadella della pace, i pregiudizi etnici si annullano ed è frequente trovare, per le vie del piccolo centro che
ospita diversi ostelli della gioventù
(sempre gestiti dall’ associazione),
studenti russi che passeggiano insie-
me a colleghi ceceni, serbi con bosniaci, israeliani con libanesi e
palestinesi. A Rondine dunque, i ragazzi (ne vengono ospitati circa 200
l’anno) possono dirsi “cittadini del
mondo” alla maniera degli Stoici
greci e dimenticare i conflitti che
oppongono le patrie lontane. Vivendo dunque insieme per un periodo, studiando nelle università
toscane,
questi
giovani,
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formalmente in guerra, abbattono
i pregiudizi etnici, stringono amicizie politically incorrect e, tornati
alle loro case (anche se ormai
molti si trattengono per conseguire un master o vengono a vivere
definitivamente in Italia), seminano testimonianze di pace, raccontano ai loro compatrioti da anni
divisi, come sia possibile vivere
insieme, riconciliarsi con “l’altra
parte” soltanto facendo prevalere
la logica dell’individuo, quella che
9
ci dice nel profondo che un
conflitto per pochi metri quadrati
di terra in più o in meno è stupido
quanto insensato, sull’ ideologia di
stato che li vorrebbe nemici. Per
fortuna, progetti come questo non
sono unici e si stanno ampliando e
diffondendo come sono riusciti a
fare nel nostro paese grazie sia al
sostegno del mondo della cultura,
essendo le maggiori università toscane convenzionate con l’ associazione, sia alla disponibilità di
Anno IV - Numero 2
alcune testate che li aiutano e
pubblicizzano come “Il Fatto Quotidiano” grazie al quale si è venuti
a conoscenza dell’esistenza di
Rondine, paese dalle mille bandiere e del suo importante ruolo nel
cercare di promuovere la pace tra i
popoli e nel mondo, perché qui,
come dice il presidente di Rondine-cittadella della pace Franco
Vaccari, più che discutere si vive
la risoluzione dei conflitti.
Ritorno alla guerra fredda
C
all of Duty: Black Ops è
uno sparatutto in prima
persona sviluppato da
Treyarch e pubblicato da Activision, uscito per gli Stati Uniti ed
Europa il 9 novembre 2010.
il gioco è il settimo capitolo della
serie Call of Duty e il quarto gioco
della serie ad essere sviluppato da
Treyarch dopo Call of Duty 2: Big
Red One, Call of Duty 3 e Call of
Duty: World at War. Come da
prassi la Treyarch mostra un
contenuto di grafica elevata e di
una buona gestione riguardate il
realismo delle armi. Il tasso di violenza, rispetto a Modern Warfare
2 è decisamente elevato, infatti come in Call Of Duty World at War
è possibile, quando si colpisce un
nemico, incenerirlo, distruggergli
arti, oppure colpirlo con foga nel
corpo a corpo mediante il coltello.
Cosa
che
non
avviene
normalmente nelle opere di Infi-
nity Ward, che, anche trattando di
un gioco di guerra cercano sempre
di ridurne la violenza. La modalità
Co-op,
precedentemente
annunciata, non è presente; infatti
la Treyarch ha preferito non inserirla lasciandone però un piccolo assaggio nella modalità Zombie.
Infondendo nuova linfa alla modalità multiplayer, Call of Duty:
Black Ops porta il gioco competitivo a un nuovo livello. I combatti-
menti rapidi e brutali vedono
l'aggiunta di alcune migliorie e
modalità: come per esempio gli
avvincenti editor sia per gli emblemi che per i video, condivisibili
con la community on-line, sia
maggiori possibilità di personalizzazione, dalle mimetiche facciali
e delle armi alla creazione di un
proprio emblema, nonché l’inserimento dell’avvincente modalità
scommessa.
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Ce l'hai un attimo per me?
Gli attacchi di panico
S
econdo gli ultimi dati del 2009, il Disturbo degli Attacchi di Panico
(Dap) è comune a circa il 7-8% della popolazione italiana. Questo
disturbo, che colpisce maggiormente le donne (infatti somo circa il
doppio rispetto agli uomini) si può presentare tra i 15 e 35 anni, ovvero in
quella fase di transizione dall’adolescenza alla vita adulta e alle responsabilità
che ne comporta. Infatti, coloro che soffrono di attacchi di panico hanno più
comunemente paura di fallire o di risultare inopportuni e inadeguati. Ovvero,
per chi soffre di attacchi di panico “errare NON è umano”. Non mi pare
opportuno né, sinceramente, ho voglia di raccontare cos’è che si prova nel momento in cui si ha un attacco di panico; vi basti sapere che è una sensazione
orrenda. Chi soffre di Dap comincia a prestare attenzione a molte cose che prima faceva con totale naturalezza. Se uno ha avuto un attacco di panico mentre
volava, avrà sempre più timore di prendere un aereo; se è stato male in mezzo
a tanta gente, non si va mai ad infilare tra la folla. Un attacco di panico è P.S.: un ringraziamento a tutto
qualcosa di indefinibile, che si innesca quasi senza che tu te ne possa rendere coloro che mi hanno aiutato in
conto. Ma stai tranquillo, passerà. E adesso, le 5 regole anti-panico, ovvero co- questi momenti: vi adoro!
me si combatte la “paura della paura”:
• Affrontare subito il problema: non bisogna negarlo né pensare di potercela
fare da soli, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione.
• Gli attacchi di panico NON sono una debolezza caratteriale: non bisogna
farsene una colpa. Può succedere e bisogna pensare solo a rimediare.
• Evitare psicoterapie troppo lunghe: potrebbe rendere questo disturbo cronico.
• Lo stile di vita aiuta a migliorare la situazione: è testato che l’esercizio fisico è
un ottimo anti-panico.
• Non bisogna aver paura di diventare matti: non ci si diventa; il problema sta
tutto nella gestione dell’ansia.
Dimmi come ti muovi e ti dirò chi sei
I
l modo di porsi di ognuno
di noi e i gesti che
compiamo inconsciamente
esprimono la nostra personalità
più di quanto non faccia il
linguaggio parlato. Gesti automatici come giocherellare con
un oggetto, toccarsi ripetutamente la faccia, annodare i
capelli su un dito possono rivelare molte cose su di noi e su i
nostri stati d’animo: possono
esprimere nervosismo, imbarazzo o sfrontatezza.
Il nostro corpo parla continuamente ma la maggior parte
delle volte lo ignoriamo perché
non conosciamo il suo linguaggio e travisiamo i messaggi che ci invia. Infatti, è
molto difficile interpretare correttamente
gesti che si compiono in maniera del tutto
involontaria, magari si riescono a
percepire i comportamenti più significativi, ma per leggere bene
un
corpo
non dobbiamo
soffermarci su dei singoli movimenti, perché un gesto preso in
maniera isolata non ci dice niente:
tutto cambia quando viene
accompagnato da altri comportamenti. Questo significa che un
messaggio si rivela in parti del
corpo differenti, che però possono
andare in accordo o in disaccordo.
Ciò avviene perché abbiamo una
maggiore coscienza di alcune nostre parti piuttosto che di altre,
come ad esempio la faccia e in ge-
11
nerale la parte sopra il busto, al
contrario controlliamo in maniera
più distratta gli arti inferiori dove
molto spesso si rivelano la
maggiorparte delle informazioni.
Inoltre, abbiamo una maggiore coscienza del lato desto piuttosto che
di quello sinistro.
Anche
gesticolando lanciamo moltissimi
segnali al nostro interlocutore,
infatti secondo alcuni studi
soltanto il 7% di tutte le informazione che recepiamo ci arrivano
dalle parole mentre il restante 93%
si divide in informazioni che ci
arrivano mediante il tono della voce e la gestualità. Molte persone,
Anno IV - Numero 2
però, sbagliando pensano che gesticolare sia un modo brusco e rozzo
di esprimersi, per alcuni addirittura
sinonimo di maleducazione, oggi è
dimostrato che non è affatto così,
anzi chi fa uso di gesti mentre
parla, studia, comunica. ottiene risultati più soddisfacenti. Infatti gesticolare aiuta a fissare i concetti
nella memoria e non solo ci aiuta a
farci capire meglio, ma risulta utilissimo quando si devono esprimere concetti difficili.
Insomma, il linguaggio del corpo è
un’arte molto affascinante, misteriosa e interessante perché spesso
un gesto dice più di mille parole.
Venas abiertas
I
l Novecento è stato un secolo di eccezionale vitalità politica, nel bene e nel male. In Sudamerica forse più
nel male che nel bene, tuttavia non sono mancate figure d'eccezione. Citarne solo alcuni sarebbe un torto
imperdonabile verso gli altri, e allora facciamo parlare la loro eredità. A volo d'angelo attraverso il conti
nente latinoamericano.
VENEZUELA
cinque fratelli del presidente sono concretezza. Ma allora chi lo critiChàvez è un dittatore, questo è stati imposti come ministri, sinda- ca?
certo. E le dittature non hanno co- ci, dirigenti. Gli amministratori I benpensanti, gli industriali, i
lori, non li devono avere, sono della PDVSA, la società petrolifera piccolo-borghesi... Quelli che nesemplicemente istituzionalizzazio- statale, sono stati sostituiti arbitra- gli ultimi anni hanno guardato
ne della violenza. Chàvez ha preso riamente con persone ideologica- con orrore i loro campi da golf trail potere con libere elezioni sola- mente più vicine alla linea del sformarsi in quartieri popolari. Il
popolo venezuelano ha scelto, più
mente perché fallì il golpe che ave- partito di governo. Però...
va ordito nel '92. Però...
Chàvez ha promosso, facendo leva volte: l'amore per la democrazia
Dal 1998 ad oggi è triplicato il nu- sui grandi interessi che gravitano ha ceduto il passo alla possibilità di
mero degli iscritti alle università intorno al greggio venezuelano, vivere. Tutto vero, Chàvez è un
>>
(1.800.000): l'educazione ha ces- una
politica
antimperialista, dittatore, eppure...
sato di essere un privilegio di clas- sottraendosi alle imposizioni degli
se. Gran Bretagna, Francia e USA, riaprendo i rapporti con CuGermania, punte di diamante ba,
favorendo
un'unione
dell'economia europea, hanno un commerciale e politica di alcuni
tasso di disoccupazione doppio ri- fra i principali stati dell'area (Braspetto a quello venezuelano sile, Bolivia, Argentina, Ecuador,
(6,2%). Il 70% della popolazione Nicaragua, Cuba). Un omaggio a
ha accesso ad assistenza sanitaria e Bolìvar, un sogno che forse, dopo
medicinali gratuiti. E' vero: i secoli, potrebbe trovare una sua
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Anno IV - Numero 2
BOLIVIA
Cocainomane l'hanno definito, favoreggiatore delle lobby della droga. Da
secoli in questa regione la coca è la
principale coltivazione, la più
importante fonte di sostentamento
per migliaia di contadini. Beati loro,
che dalla Casa Bianca possono
permettersi di lanciare anatemi
contro il presidente Morales...
Vorrebbero lo sradicamento di tutte
le piantagioni: e poi? La coltivazione
continuerebbe clandestinamente, si
diffonderebbe in altre zone, il tutto
contornato dal migliaia di vite
condotte far gli stenti. "Sulla coltivazione, purtroppo, non possiamo
intervenire, bisogna agire nel senso
del consumo". Tant'è che da quando
c'è lui la DEA (polizia antidroga statunitense) è stata cacciata via dal territorio boliviano: prepotenze e pesanti
ingerenze di stampo coloniale non
erano più tollerabili. E' il primo presidente indigeno, e questo non è poco. Insieme a Chàvez ha costituito
"l'asse del bene, fra Bolivia, Venezuela e Cuba, contrapposto all'asse del
male di Stati Uniti e alleati. Poiché il
peggiore nemico dell'umanità è il
capitalismo statunitense. Se il mondo
intero non riconosce questa realtà,
che gli stati nazionali non si occupano nemmeno in misura minima di
provvedere a salute, istruzione e nutrimento, allora ogni giorno i più
fondamentali diritti umani sono violati." E' un idealista, è certo...ma conosce i suoi limiti, i limiti del suo
governo, di uomini che sono ancora
disabituati all'ebbrezza del comando.
Il Sudamerica, il popolo latinoamericano, sta appena cominciando ad
applicare concretamente i principi
dell'antimperialismo. Sarà forse un
populista, uno che elargisce a piene
mani il denaro pubblico mai sprecandolo però. Ogni anno le famiglie
ricevono 200 peso boliviani (circa
20 euro) per ogni figlio che è stato
iscritto all'anno scolastico precedente. Un rimborso notevole, per
sostenere le spese dell'occorrente
scolastico. Lo chiamano bono
Juancito Pinto, in onore dell'eroe
bambino della guerra contro il Cile
di metà ottocento. "Lui abbandonò
il tamburo, per imbracciare il fucile". Un monito di una storia che è
stata, che si vuole mettere da parte.
ECUADOR
La polizia ha tentato di farlo fuori.
Non si lascino ingannare gli ingenui, non sono state semplici proteste
sfuggite un po' di mano: il termine
appropriato è golpe, un po' strano
certo, sospetto forse, ma sempre un
tentativo di colpo di stato. Per cosa
poi, le proteste? Per il decreto che
equipara le forze dell'ordine agli
altri dipendenti pubblici, tagliando
gli stipendi ed eliminando tutti quei
privilegi che da sempre fanno sì che
in America Latina la polizia, insieme all'esercito, sia una sorta di secondo governo. Hanno fallito, come
è giusto che sia. Storie di assalti stile
Far West ne abbiamo fin troppe: ora
è tempo dell'azione. Rafael Correa si
è sempre distinto come una persona
di estrema intelligenza (ha studiato
in Belgio, negli USA), e non è il
classico "comunista-mangiabambini": pensare che è addirittura cattolico praticante! Nonostante ciò la
Chiesa ha invocato la punizione di
Dio verso questo miscredente che
ha fatto sì che venisse incluso nel
nuovotestocostituzionalel'intollerabile articolo 66: "la Repubblica tutela l'integrità fisica, psichica, morale
e sessuale di ogni persona" "garantendo inoltre il diritto di decidere sulla propria sessualità e
orientamento sessuale". Un'eresia
imperdonabile! D'altronde, ce l'ha
messa tutta per farsi odiare: recentemente ha espulso dall’Ecuador la
multinazionale petrolifera spagnola
REPSOL. Dato che l'azienda per mesi si è rifiutata di scendere a patti
con il governo, Correa ha dichiarato: “Il tempo è finito. Devono
andarsene. Tutte le multinazionali
devono metterselo in testa. Da oggi
in poi non sono più loro che dettano
le condizioni. Le condizioni le detta
il governo. Il tempo della Repubblica delle banane è finito”. E il mese
scorso era toccato ad altre due società, brasiliane questa volta: non si
fanno sconti a nessuno! "E’ venuto il
tempo –ha concluso il presidentedi buttare nella spazzatura della storia il Fondo Monetario Internazionale e il Banco Mondiale che sono i
colpevoli di un’architettura ingiusta
e diseguale che ha impedito all’economia di crescere”.
Ma il presidente sembra in arrestabile e, tra un incontro con Morales
e un altro con Chàvez, si concede
anche il lusso di chiudere la base
statunitense di Manta, liberando,
conformemente a quanto espresso
dalla nuova Costituzione, il territo-
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rio della repubblica da basi militari straniere. Forse sarà vero, forse è possibile, possiamo cominciare a crederci: sta finendo veramente l'epoca delle
repubbliche delle banane. Il Sudamerica ha sofferto,
ha pagato il prezzo del benessere del suo
ingombrante vicino di oltre-golfo. La strada è ancora
in salita, ma la marcia è cominciata, nessuno potrà
fermarla. Le rivoluzioni hanno fallito, perlopiù, il castrismo ha fallito, una nuova democrazia di sinistra
sta cominciando a germogliare. Quanto sangue
ancora dovranno buttare queste venas abiertas?Ogni
ferita si cicatrizza, si ricuce, scompare sotto un nuovo strato di pelle, di vita.
E' tempo che l'America Latina risani la sua terra.
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lia cade. Giulia è una foglia.
Per tutti coloro che odiano il metal e non conoscono gli Amon
Amarth ( demens, pollo e
bronzo) AMON AMARTH RULES!!!!!!!!!!!!!
by the Rise of Amon
Edoardo II E non fare tanto il
Per Andrea del II C: ti trovo un
matto, che non lo sei!
ragazzo riflessivo, interessante e
Vogliamo la testa di Lugi! Li- sono sicura che sei anche
acculturato (P.S. anche carino!).
berté, Égalité, Fraternité!!! xD
Posso offrirti una pizzetta?
A Cecilia manca solo il pretesto Biondina ‘95
W il prof Fracchiolla! We love per spogliarsi per........!
I’m not telling you… to smile
you. <3
Renda, andiamo sotto la tenda! but don’t be down <3 <3
Biondino del I E sei troppo,
troppo fichissimo... Ricordando Giorgia IIB sei così carina!!! E FESTA, FESTA, FESTA, FESTA,
il primo anno, con amore la tua poi abbiamo tantissimo in comu- FESTA. VOGLIAMO LA FESTA! Waaaaa
classe!
ne!!!
A Nicola VE: sei il mio sogno
Giulio Vecchia IIE sei stupendo. Andiamo a sciare? Andiamo a erotico numero uno… <3
sciare? Andiamo a sciare? … NO By Lolly
Le “ragioni del latino”. Vorrei
davvero saperle!
Hey scusi! Me l’annusi, me Angelica IVD sei troppo caril’addenta? Per il sig. Dario To- naaaaaaaaaaaaaa! by eagarthóir
2 eleFANTI si dondolavano so- massi IIB.
Passi la trota, passi il tonno, paspra il filo di una ragnatela, e trovando al cosa interessante, Michele IIIA, quanto sei bello! sino pure l’abbacchio, il gatto e
la volpe, ma uno scoiattolo in
chiamarono un altro elefante… <3 Pop
preda a crisi isterica, quello pro3 eleFANTI … FANTI T’HO
prio nO! Una Polla
CIOCCATOOOOOO
SILLOGISMI:
Baci Baci (X Eugenio III B)
II pomodori sono pelati. C è peQuesta redazione non è prolata… C è un pomodoro!
E’ autunno, le foglie cadono. Giu- duttiva! XD
Quarto e Quinto
Ginnasio!
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1
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9
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Tosho! Ballaci la samba!
DUE CUORI E UNA CANNA Fava
O DUE CUORI E UNA DOSE.
“Quel tappeto dava un tono A Sirviana: Non sempre i Selli -Piselli: “Stavo a comprà
le fazzolette…” Meli: “E che
principi sono azzurri...FF…
all’ambiente”
sono?” Selli -Piselli: “Oh!
“Prato verde” sei il nostro lama Per il biondino che porta i pani- Quelle che te fumi!?!”
ni: ti guardo sempre ma non so
preferito! We love u! <3
come conoscerti perché… so- Per la proprietaria del bordello
Bertagna “The Voice” maestro no a dieta! Vediamo se capisci di Loreto: mettice un altro post-it sul povero Agostino!
chi sono. C
del free style!
Paola Mancini alè! By Ignoto Edoardo Cascarino II E 6 bellissimo e muscoloso.Ti voglio
cliente
troppo, 6 più figo di Scamarcio.
“Il sole bacia i belli e cieca i Io e te 3MSC<3 <3 <3
brutti!” Yao Yao
Maria IVE 6 troppo carina!
Per la ragazza dai piedi immacolati: abbiamo notato il tuo
linguaggio FORBITO e il tuo
buon gusto per il cioccolato…
ci hai rapito il cuore! SCEGLI:
LILLO CUONKA!!!
xNata: Ma tu sei mandata a cavallo sulla tangenziale? O baratti spinaci con Saddam? By
un’ammiratrice della storia che
Vendo marmellata di mele e si ripete…
uva e olio jonson’s baby. Per
info cercare Lady Marmelade xLuisona: Smettila di fare le
in via Salaria dalle 24.00 alle pere e dare la colpa a me! =) By
7.00 Dottoressa… Dopo i no- una persona stanca delle tue
stri “ due minuti di passione”, ti puzzette!
cerco tra i volti della gente. Er
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In risposta alla str***a: è inutile tutte!
che dici che sono io a fare le pe- Capitan Ovvio, re della Tautologia (Perrotz e le sue genialate xD)
re! TE PUZZA IL SEDERINO.
Ce’
Per anonima: Crescina funziona!
Per Elena del II C: DAMON, DAForicinti taci ! Una volta per MON, DAMON! <3
Anno IV - Numero 2
Perchè una tortina dovrebbe cadere dal tavolo e spappolarsi?
(Perché ha fatto una cassata)
LeiSaComeIncantareIlMondoCo
nQueiSuoiOcchiGrandiComeIl
MarCheDiconoVivrò...
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ER PEGGIO AMICITIA
Narrami, o penna delle mie amiche
Che tutti i giorni vicine mi stanno
Si sa, son delle gran fiche
Soprattutto oggi che è il mio compleanno
Per i problemi di oggi e di ieri
e di tutti gli altri giorni passati
C’è sempre l’attrice Sara Guerrieri
E la ballerina Giulia Margellati
Soldato pronto a
combattere. Mi è
mancata l'arma
Se la scuola ti crea un blocco
Prova a rendere la vita più bella
Falla con gioia con Camilla Scuocco
Che di certo arriverà Flavia Stella.
Se tra gli Dei hai contro anche Diana
Tranquilla, la sfiderà Cristiana
E se all’improvviso piomberà il silenzio
Di sicuro lo romperà Alessia D’Ortenzio.
Non può farlo l’afona Claudia Mancini
Perché anche d’inverno sta in bikini
E non chiedere di ciò il perché
Il sapere risiede in Beatrice Manfrè.
“Quando parlate state attente”
Dice sempre il Santamaria
“Non si dice praticamente
Se non volete smarrire la retta via”.
C
osì scriveva al tempo di Nerone Petronio, nel suo
Satyricon, riguardo all’impotenza maschile. Ma prima
dei romani, anche i greci trattarono ampliamente questo
tema, con opere miste di umorismo e terrore. Infatti, molti
scrittori e drammaturghi si lamentavano di questo problema,
spesso incolpando dee o maghe che con qualche maledizione
avrebbero punito in questo modo un uomo. Un esempio ce lo
fornisce Omero, o chi per lui, quando nell’Odissea scrive: <<
>>. Non mancarono però anche tentate
spiegazioni scientifiche: per esempio, il medico greco Ippocrate,
vissuto tra il 460 e il 377 a.C. ca., disse che l’impotenza diffusasi
tra la popolazione nordica degli Sciti fosse dovuta non a un
castigo di Afrodite, bensì al loro smisurato esercizio a cavallo.
Molti scienziati dell’antichità, da Aristotele a Plinio il Vecchio,
studiarono dei metodi per rimediare a questo “affanno” degli
uomini. Alcuni credevano che si
dovessero usare delle sostanze irritanti
come l’ortica o il pepe; invece ci sono altri
che hanno lasciato lunghi elenchi di cibi
considerati afrodisiaci, come la rucola, i
molluschi, lo zafferano e il vino misto a
miele.Tra l’altro anche allora, come oggi
vale per il Viagra, si sconsigliava l’abuso
di questi afrodisiaci: si dice che Plutarco
rimproverasse le mogli di somministrare
di nascosto ai mariti intrugli del genere.
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Anno IV - Numero 2
Anno IV - Numero 2
Foresta
Pensieri
"21.16
21.17
E' passato un minuto da quando ho aperto questa pagina. Un
minuto in cui ho pensato. Per una volta non a me stessa... ma a
qualcun altro. Qualcuno che non conosco. Ho pensato a cosa è
successo in questo minuto.
Qualcuno è nato. Qualcuno è morto. Qualcuno ha raccolto un
fiore.E' caduto un albero. Due amanti litigano. Una famiglia viene
distrutta. Una donna tradisce un uomo. Un uomo tradisce una
donna. Un padre se ne va di casa. Un figlio soffre. Una figlia soffre.
Qualcuno si droga. Qualcuno ammira il suo paio di scarpe nuove.
Un altro si strugge per colei che ama. Una donna viene costretta ad
amare qualcuno. Un bambino piange. Una donna piange. Un
uomo piange. Una ragazza sorride. Qualcuno è felice.
Fremono freschi e leggiadri
Gli uccelli della foresta,
Il sole scalda la
Terra; subito è festa,
Bramano cibo i pargoli nidi;
Lieta nenia,
Dolce quel canto.
Un battito d’ali, volare nel
Cielo assaggiando
La libertà e la dolce
Gioia dell’essere
Puro.
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Già... mentre io sto qui e scrivo succedono tutte queste cose e
molte altre. Mi sento piccola, insignificante. Non sono nemmeno
un millesimo del mondo. Mentre voi state qui e leggete succedono
molte altre cose e queste.
Fermati. Una volta. Una volta ogni tanto fermati e pensa che non
sei solo. Un minuto, ti ci vuole un minuto."
"Forse siamo fatti di carta. Come quelle
bamboline che facevamo da piccoli. Siamo
così, evanescenti e fragili. Ce ne possiamo
andare in ogni secondo o durare per
sempre.
Forse siamo fatti d'acqua. Scorriamo per la
nostra vita così leggeri e pesanti insieme,
devastando tutto ciò che incontriamo o
accarezzandolo piano, lasciando solo una
carezza fresca.
Ricordatevi di mandare i
Vostri lavori alla nostra
e-mail
OndanomalA WANTS YOU!
O siamo fatti di fuoco. Così passionali e
caldi, così tanto forti da poter bruciare ogni
cosa o così tanto deboli da potersi spegnere
in un secondo.
O forse siamo semplicemente fatti di carne,
come dicono tutti.
Secondo me siamo fatti d'aria. Liberi. Senza
poter avere carceri. O almeno così saremo,
prima o poi."
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Io cerco
me stesso
Anno IV - Numero 2
Pensieri
D
Dove sei…
Dove sei infido bastardo,
compagno di mille beghe…
Amico traditore.
Dove sei…
Dov’è finito l’essere che si credeva un Dio…
Solo per fuggire dalla sua realtà.
Dove sei…
Codardo e bugiardo.
Dove sei…
Ultimo e primo…
Strabiliante essere detestabile nel suo amare…
Ma amabile nel suo odiare.
Grande anima riflessa…
Sei forse morto soffocato dalle tue manie?
O forse non sei mai esistito…
Direttrice:
Cecilia Lugi - II B
Impaginazione:
Cecilia Lugi - II B
Flavia Tiburzi - II B
Grafica:
Cecilia Lugi - II B
Paolo Marzioli - III C
Sito Web:
Lorenzo Raffio - III C
Responsabili Pag.
Facebook:
Paolo Marzioli - III C
Gianmarco Perrone - II A
Lorenzo Raffio - III C
Toshiro Yajima - III D
a piccola volevo fare la scrittrice,
anche se non mi ero mai
soffermata a scrivere qualcosa.
Mi piaceva pensare di creare un nuovo
mondo, una nuova storia, nuovi
personaggi. La sindrome del Padreterno,
praticamente. L'ambizione ha sempre
scaturito nelle persone che mi
chiedevano “Che vuoi fare da grande?”
un po’ di simpatia e ilarità, ma capisco
che vedere uno scricciolo di un metro e
trenta affermare con tanta risolutezza di
voler fare la scrittrice piuttosto che la
ballerina o la cantante è destabilizzante.
E' forse per questo che mi sono messa in
testa di andare al Liceo Classico, ed è
forse per questo che sei o sette anni dopo
mi ci sono ritrovata. Devo ammetterlo, la
costanza non è proprio il mio forte, ma
sui progetti a lungo termine non mi batte
nessuno. Ho degli zii che non vedo
spesso, un fratello di mia nonna e la
moglie, e ogni volta che mi vedono,
nonostante oramai siano passati quasi
dieci anni, mi chiedono come procede il
romanzo, quasi ne avessi veramente uno
in corso. Per la mia prima comunione mi
regalarono una penna “Parker”. E’ ancora
nel cassetto. Ora mi hanno posto di
nuovo la fatidica domanda, ma se prima
era un “Cosa vuoi fare da grande?”, ora è
un
“Quale
facoltà
prenderai
all'università?”. Il punto è che non ne ho
idea ed ho ancora tre anni per deciderlo.
Una volta mi sono azzardata a
rispondergli “Medicina”. Voglio vedere
ora se per i miei diciotto anni mi
regaleranno un bisturi.
16
Redazione:
Ilaria Catanzaro - I E
Giorgio Colletti - I F
Davide Galeotti - V A
Andreas Iacarella - II D
Paolo Marzioli - III C
Gianmarco Perrone - II A
Marcello Pieri - II B
Lorenzo Raffio - III C
Claudia Severa - I E
Flavia Tiburzi - II B
Valeria Tiburzi - I C
Toshiro Yajima - II D
Hanno collaborato:
Francesca Pasqualone - I B
Gianluca Murano - II B
Angelica Nicolai - IV D
Chiara Lupoli - I F
Andrea Maccioni - V E
Agata Write
0
Liber
Il dark side del
giornale del Pilo
Albertelli di Roma
mente
Frizzi, lazzi, poesie da ridere, comicità da
piangere. Apparenti scemenze, latenti
genialità: liberate la mente!
Ipse Dixit
IMPROPRIETA’ DI LINGUAGGIO
Carp: “Zeus influisce sugli eventi fisiologici…”
(intendendo dire metereologici!)
Prof: “E che scatena una diarrea collettiva?”
QUESTA E'
OndanomalA!
Prof.ssa: “Carp, che ne pensi dell’interrogazione di Clara?”
Carp: “Beh, è abbordabile…”
Prof.ssa: “ Come abbordabile?” o.O
Carp: “Sì prof, abbordabile!”
Prof.ssa: “Ma… Abbordabile significa… (attimo di riflessione) RIMORCHIABILE!”
Lezione su Giordano Bruno
Prof.ssa: “Cosa comportano le affermazione di Giordano bruno sull’infinità dei Mondi?”
La classe: “ Beh, l’uomo e la terra perdono la propria
centralità…”
Prof.ssa: “Sì. E come la mettiamo con il figlio mandato
da Dio in terra per la salvezza umana se esistono infiniti
pianeti? Mica poteva trovarsi in tutti contemporaneamente!”
La classe (momento di esitazione): […]
Defla L’Illuminato: “Gesù pendolare!”
Prof.ssa C.: "And did they give you breakfast?"
Er Cirio: "Yes, tramezins!"
Yaoyao: "Si, nella eating room"(aula magna)
PaoPedu (rivolto a un alunno): "Sai, ultimamente mi
ricordi un bidello che lavorava qui, un tipo losco... lo
chiamavano ER LINGUA"
Prof.ssa (declamando allegramente): "Ei fu siccome
immobile/dato il mortal sospiro/prese una bicicletta/e si
fece un altro giro!
Prof.ssa C: "Beh, nessuno di voi capirà il greco… E’
troppo filosofico per le vostre menti infantili…" -.-‘
OndanomalA
augura a tutti
Buon Natale
e un Felice
2011!
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