Scuola “Falcone – Borsellino” ClasseIIB Anno scolastico 2009-2010 Ci abitavano i nostri nonni e i nostri bisnonni. Almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale, la maggior parte delle case del territorio di Monterenzio erano costruite in sasso. Alcune ormai sono disabitate e quasi distrutte, altre invece ancora oggi sono abitabili e in ottimo stato. questa casa è disabitata, all’interno è tutto distrutto e potrebbe crollare a momenti. Monterenzio Via della Rocca Monterenzio Via della Rocca Queste case in sasso invece sono abitabili perché sono state ristrutturate Completamente o in alcune parti Bisano Queste case erano spesso costruite in luoghi un po’ isolati, nel nostro Appenino. Erano costruite in campagna perché la maggior parte della popolazione una volta era composta da contadini, che avevano bisogno di terre da lavorare. Intorno infatti c’erano i campi coltivati e i prati dove si portavano le bestie a pascolare. Villa di Cassano Le case di una volta sono grandi perché dovevano contenere famiglie numerose. Questa casa era abitata da molte persone, lo si capisce perché al suo interno si trovano molte stanze, come indicano le finestre numerose. Bisano Bisano Abitare in case di sasso come questa aveva molti vantaggi per esempio i grossi muri erano isolanti, quindi d’estate faceva fresco mentre d’inverno, con il giusto riscaldamento, faceva abbastanza caldo. Negli anni prima della 2° Guerra Mondiale, le case nei paesi del territorio di Monterenzio erano costruite con sassi e ciottoli presi dai torrenti locali e sabbia presa dai monti vicini. La casa della signora Monti a Quinzano era fatta proprio così; nel suo libro infatti racconta che suo padre, per costruire la loro casa, ha portato sulle spalle i ciottoli raccolti dal torrente Zena. Il libro di Graziana Monti • Le case avevano grossi muri e porte e finestre piccole che permettevano un buon isolamento termico perché, essendo piccole, non facevano entrare il caldo d’estate o il freddo d’inverno. • I muri erano senza intonaco e i sassi erano in vista. Disegno di Daniel Francia • La casa della signora Monti aveva un cortile e una gradinata che portava alla porta principale, da cui si accedeva all’ingresso. • Il piano terra era costituito dalla cucina su un lato, dalla saletta sull’altro e dalle scale che portavano ai piani superiori. • La cucina era molto ampia, perché le famiglie erano molto numerose e ci si mangiava tutti insieme; mentre nella saletta si mangiava solo quando c’erano ospiti. Entrambe le stanze erano munite di caminetto, l’unica fonte di calore, che riscaldava le camere superiori attraverso la canna fumaria. Il pavimento della cucina era fatto con lastre di sasso e nelle altre stanze era fatto di lastre di legno. Pianta ipotetica di una casa in sasso. Ricostruzione di Michel Rofrano • Con la scala centrale si saliva ai piani superiori: al primo piano si trovavano le stanze dei genitori e dei nonni e al secondo piano c’erano le stanze dei figli. In alcune case vi era una botola sul soffitto della cucina, grazie alla quale, mediante una scaletta di legno, si saliva alla camera da letto. Disegno di Daniel Francia • La casa della signora Monti aveva anche un balconcino. • All’esterno della casa c’erano una bottega, il pollaio, la stalla, l’orto e la cantina. • Le case appartenevan o, di solito, a chi le abitava quindi erano di proprietà della famiglia. Il fienile Bisano I materiali che si usavano per costruire le case di una volta erano: PIETRA (ciottoli di fiume) MALTA LEGNO TEGOLE E COPPI DI TERRACOTTA Le pietre nell’ Appennino venivano prese dai fiumi e dai torrenti, quindi a Monterenzio venivano prese dall’Idice. Per costruire le case, soprattutto per realizzare le travi, si usava anche il legno. A quei tempi il legname si prendeva dagli alberi che crescevano numerosi nei boschi nel territorio di Monterenzio. La malta è un legante composto da acqua, sabbia e gesso. Questo è il tipo più antico e veniva usato per le case in sasso. Il tetto era coperto da tegole e coppi di terracotta CAMINO - La casa è molto grande quindi ci viveva una famiglia numerosa, ha diverse stanze come si può notare dalle finestre. - La famiglia poteva avere animali perché c’è un vasto prato intorno. - La casa aveva un camino per potersi riscaldare e cucinare. Monterenzio, Via della Lamma La cucina, di solito, era l’ambiente più importante della casa. Qui si radunava la famiglia numerosa, per mangiare e per chiacchierare. Era un ambiente ben riscaldato perché c’era un grande camino Le camere da letto si trovavano di solito ai piani superiori ed erano più di una, quella dei genitori, dei figli, dei nonni Data la grandezza degli edifici di una volta, ci voleva molto per far sì che la casa diventasse calda. C’erano quindi grandi camini al piano terra e il calore saliva ai piani alti attraverso la canna fumaria LE CASE TORRI Le case torri si trovano nell’Appennino Tosco- Emiliano, quindi anche nel territorio di Monterenzio. Pizzano “Il Palazzino” Pizzano “Cà di Jusso” La casa torre è un edificio che risale al Medio Evo, serviva per avvistare da lontano i nemici e per difendersi. Le case torri infatti si innalzano in senso verticale, sono arroccate in posizione panoramica, sono realizzate in sasso e hanno finestre di piccole dimensioni che servivano per facilitare la difesa contro il nemico. Monterenzio “La Torre dei Pagani” •Quando finisce, attorno al 1500, il periodo delle continue guerre, le case torri isolate non vengono più costruite. Nascono invece case con torri per sottolineare la ricchezza della famiglia. La torre viene d’ora in poi usata soprattutto come piccionaia. Pizzano “Cà del Fiume” Classe IIB I testi e l’impaginazione sono di Anisha Azhakathu, Francesco Baroni, Luca Buson, Federico D’Alessandro, Daniel Francia ,Yassin Jouhari, Hassin Jomaa, Federica Leone, Selene Maiani, Riccardo Malaguti, Giulia Maurizzi, Kalil Meeran, Sarah Morganti, Michel Rofrano, Daniele Sanna, Brenda Santi, Laura Santucci, Matteo Terzi, Michaela Vasile. Le fotografie sono di Luca Buson, Daniel Francia, Riccardo Malaguti, Michel Rofrano Coordinamento di Caterina Taglioni Si ringraziano per la collaborazione le prof. Loredana Storani E Angela Bassano