Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 29: Modello Domanda-Offerta Aggregata (AD-AS) Facoltà di Economia Sapienza Roma Introduciamo i prezzi • Finora abbiamo ipotizzato che i prezzi fossero dati e costanti. Si trattava di una ipotesi semplificatrice che poteva valere nel breve periodo • Nel medio periodo le imprese variano i prezzi e si può avere inflazione. • Per determinare i prezzi è necessario introdurre l’offerta aggregata, ovvero esplicitare il lato della produzione. • Infatti il prodotto non può essere aumentato all’infinito se aumenta la spesa aggregata, ma vi sono dei vincoli dal lato dell’offerta (disponibilità di risorse). La domanda aggregata • Occorre inoltre derivare la curva di domanda aggregata nell’ipotesi che i prezzi non siano più rigidi, ma flessibili. • Per distinguere la domanda aggregata in questo modello dalla spesa aggregata del modello semplice la chiameremo funzione macroeconomica della domanda aggregata. • La nuova curva AD che deriveremo ha un significato diverso da quella vista nel modello semplice keynesiano. • La nuova AD infatti è ottenuta dal modello IS-LM e descrive come varia Y se i prezzi cambiano, assumendo che vi sia equilibrio sia nel mercato dei beni sia in quello delle attività finanziarie (moneta e titoli). Variabili nominali e variabili reali • Nel modello IS LM essendo i prezzi pari a 1 e fissi nel breve periodo avevamo la coincidenza tra variabili nominali e reali. I simboli dei modelli precedenti indicano, salvo esplicito avviso, variabili reali : Y è il prodotto reale, C il consumo reale. • Rimuoviamo l’ipotesi che P sono fissi (P) e P=1 . Diventa rilevante la distinzione tra variabili nominali e variabili reali. • VARIABILI NOMINALI: sono quelle espresse nell’unità di conto. • VARIABILI REALI: sono quelle espresse in unità di prodotto nazionale. Si ricavano dalle corrispondenti variabili nominali dividendole per P. • ASSENZA DI ILLUSIONE MONETARIA: in coerenza con l’ipotesi di razionalità, le scelte economiche dipendono dalle variabili reali e dai prezzi relativi (che sono i prezzi in unità di conto divisi per P). • Ci interessa di più il prodotto reale (da cui dipende l’occupazione) di quello nominale. 4 Il modello IS-LM con P variabile • Se vale l’ipotesi di assenza di illusione monetaria, nella IS non cambia nulla, tutte le variabili sono reali: • Y = m(Ā − br) • Anche la domanda di moneta è espressa in termini reali: • L = kY − hr • Ma la banca centrale controlla l’offerta nominale di moneta (M). • Perciò la LM va scritta così: M/P = kY − hr • ossia offerta reale di moneta uguale a domanda reale di moneta. • Risolvendo il modello col solito procedimento si arriva a: • Y = m1Ā + m2M/P • Risultato che mostra che P ha effetti reali : ΔP > 0 → ΔY < 0. • La AD è una curva decrescente tra Y e P 5 AD e prezzi • Poiché vogliamo isolare il solo effetto dei prezzi sulla AD, nel modello IS-LM manterremo costanti tutte le altre variabili che generalmente la influenzano (spesa pubblica, tassazione, aspettative, etc.) • Supponiamo di fissare un certo livello dei prezzi P0; a tale livello dei prezzi viene costruita la curva LM. Dato lo stock di moneta nominale, sarà il livello dei prezzi a determinare lo stock di moneta reale che è dato da M/P. • Partiamo pertanto da un equilibrio IS-LM con un livello dei prezzi dato e pari a P0. Riduzione dei prezzi in IS-LM LM0(P=P0) i LM1 (P1<P0) A P0 A’ Una riduzione dei prezzi aumenta M/P e sposta verso il basso la LM IS Y0 Y1 Reddito Y Quando P ↓ allora Y ↑ La curva AD LM(P0) P ↓ da P0 a P1 P↓ M/P↑ e aumenta la domanda aggregata perché c’e un effetto ricchezza i LM(P1) IS Y0 P P0 Y Y1 A A’ P1 AD Y0 Y1 Y Variazioni di P ed “effetto Keynes” • Qual è il meccanismo di trasmissione da P a Y? • Ricordiamo che P compare nella LM. • Una diminuzione di P comporta un aumento dell’offerta reale di moneta; perciò sposta in basso la LM e ha, di conseguenza, un effetto espansivo sul prodotto Y. • Il meccanismo di trasmissione è: • ∆P<0, ∆Μ/P ∆Μ/ > 0, M/P>L, Bd > Bs, ∆Pb > 0, r < 0, ∆Ι > 0, Y>0 (effetto Keynes)). • ∆P<0, aumenta ricchezza reale, ∆C > 0 (Effetto Pigou), Y >0 • Il meccanismo è lo stesso dell’effetto Keynes, ma è innescato da ΔP. 9 Effetto ricchezza (Pigou) • Ricchezza (o patrimonio) delle famiglie è il complesso del valore dei beni, dei titoli e della moneta che esse possiedono: PQ + B + M. • Ricchezza Reale W: si ottiene dividendo la ricchezza per P: • W= Q + (M+B)/P • ΔP < 0 accresce la ricchezza reale, un suo aumento la riduce. • La ricchezza reale influenza positivamente il consumo. Ne consegue che la diminuzione di P fa aumentare il consumo: • Questo meccanismo di trasmissione è noto come: • “Effetto Pigou”. 10 Inclinazione della AD La funzione macroeconomica della domanda aggregata mostra le combinazioni di prezzo e reddito per le quali sia mercato monetario (titoli) che mercato dei beni sono in equilibrio. L’inclinazione negativa della nuova AD può essere così spiegata: • una riduzione di P aumenta l’offerta di moneta reale, il tasso di interesse deve diminuire per mantenere in equilibrio il mercato monetario, al diminuire di i gli investimenti e quindi Y aumentano; ne consegue che una riduzione di P provoca un ↑di Y Spostamenti della AD • Ogni mutamento, che non sia una variazione di P, e che provoca spostamenti delle curve IS o LM determina spostamenti anche della curva AD • Pertanto spostano la curva AD: - variazioni di G - variazioni dell’offerta nominale di moneta (M) - variazioni nella fiducia dei consumatori (C) o delle aspettative degli investimenti (I) - variazioni di T • Se queste variazioni sono di tipo espansivo la curva AD si sposta verso destra e Y aumenta. Se le politiche sono restrittive e, pertanto, fanno diminuire Y, la AD si sposta verso il basso e verso sinistra Politica fiscale restrittiva: un aumento di T o riduzione di G. i Un aumento di T sposta la IS verso il basso in IS’ LM(P0) IS’ Y1 P P0 A’ IS A AD’ Y0 Y Y0 Y0 AD Y Offerta aggregata di breve e medio periodo • La funzione dell’offerta aggregata (AS) mostra il valore dei beni e servizi che le imprese di un sistema economico desiderano offrire ai vari livelli dei prezzi. • Per semplicità la AS indica, per ogni dato livello di P, quale è la quantità prodotta, aggregando tutti i costi marginali di tutte le imprese sul mercato. Cm = w/PML • In un mondo in cui i prezzi non variano (keynesiano) nel breve periodo, la AS è orizzontale. Variazione della AD comportano una variazione del reddito. • In un mondo in cui ci sono rigidità dei prezzi nel medio periodo, la AS è crescente, quindi variazioni della AD comporta sia un aumento del reddito, sia dei prezzi. Modello AD AS • Il modello macroeconomico imperniato sulla combinazione della curva della domanda aggregata e della curva di offerta aggregata è noto come modello AD-AS. • Mentre P è una variabile endogena del modello. • Il modello AD-AS ci permette di calcolare: (i) il livello dell’occupazione; (ii) il livello del salario reale; (iii) il livello e la natura della disoccupazione, oltre che il livello dei prezzi. • Fig. 25.2 del libro. All’equilibrio della AD AS corrisponde un tasso di disoccupazione, in quanto il salario reale più alto di quello di pieno impiego. Ad un equilibrio del mercato del lavoro, piena occupazione delle risorse, corrisponde un prodotto potenziale e quindi, un gap di produzione. • Per ridurre disoccupazione, occorre attuare politiche AS (riduzione salari) e AD (fiscali, monetarie espansive a costo di inflazione maggiore). 15 L’equazione dei salari • Assumiamo che l’interazione tra lavoratori e imprese nella negoziazione dei contratti di lavoro stabilisca la seguente equazione dei salari nominali (W): W = P F (u , z ) e W aumenta in modo esattamente proporzionale alle aspettative di prezzo Pe per conservare il potere di acquisto atteso. Per ora semplifichiamo e si assume Pe =P L’equazione dei salari W = PF ( u , z ) W aumenta se il tasso di disoccupazione u diminuisce poiché aumenta il potere dei lavoratori: – Alle imprese conviene pagare salari più elevati per non perdere i lavoratori migliori (ipotesi salari di efficienza). z è l’indicatore delle condizioni strutturali del mercato del lavoro (es. sussidi di disoccupazione, forte presenza sindacale, livello della contrattazione dei w). W aumenta se i sindacati hanno un potere maggiore nella contrattazione collettiva (z alto). L’equazione dei prezzi Funzione di produzione aggregata: Y=f(N). La produttività marginale del lavoro è funzione decrescente della produzione. P=w/PML. Se Y PML e P . In concorrenza perfetta, l’equilibrio per le imprese sul mercato del lavoro è Cm=w/PML; se la PML è pari a 1, siccome in equilibrio P=Cm, allora P=w. Ma se vige concorrenza imperfetta, allora il potere di monopolistico delle imprese è espresso dal mark-up (µ). Tanto maggiore il grado di concorrenza nel mercato dei beni, tanto minore è µ. P>Cm; quindi, P > w Allora, i prezzi sono dati dalla seguente equazione: P = (1 + µ )W Forme di mercato (monopolio) Monopolio e concorrenza 19 (1) In concorrenza il prezzo è uguale al costo marginale ; in monopolio è maggiore: si ha infatti p > Rm = Cm. Lo scarto tra prezzo e costo marginale misura il grado di monopolio. Usiamo per quest’ultimo il simbolo µ; abbiamo allora µ = (p − Cm)/p (una percentuale). (2) In concorrenza gli extraprofitti sono destinati ad annullarsi nel lungo periodo; in monopolio no (perché le barriere impediscono l’ingresso delle altre imprese). Gli extraprofitti in concorrenza sono “quasi-rendite” (temporanee); in monopolio sono “rendite” (permanenti). Corso di economia politica Il tasso naturale di disoccupazione Salario reale, W/P Equazione dei prezzi PS 1/(1+µ) Equazione dei salari WS un Tasso di disocupazione, u un = disoccupazione di equilibrio quando P=Pe Disoccupazione e inflazione • Il tasso naturale di disoccupazione dipende da alcune caratteristiche del mercato del lavoro e del mercato dei µ + z prodotti. In particolare: un = α z: la forza contrattuale dei sindacati, il livello del salario minimo, le protezioni del mercato del lavoro (tra cui i sussidi di disoccupazione) α: la reattività dei salari al tasso di disoccupazione μ: il grado di concorrenza nel mercato dei prodotti NOTA: il tasso naturale di disoccupazione può cambiare al mutare delle condizioni strutturali rappresentate da μ, z e α Statica comparata: variazioni in μ, z e α muovono le curve WS e PS e comportano variazioni in un.