Capitolo 17
La domanda aggregata e l'offerta
aggregata
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Premessa: le oscillazioni del PIL effettivo non
sono eterne, possono avere durate diverse, ma
tendono a riallinearsi con il PIL di piena
occupazione.
Per comprendere questo aspetto, dobbiamo
considerare una variabile finora trascurata: il
livello dei prezzi
Figura 1: Distinguiamo l'effetto dei prezzi sul
PIL reale: domanda aggregata
dall'effetto del PIL reale sul livello dei prezzi:
offerta aggregata
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in questa analisi sarà importante la distinzione tra
breve e lungo periodo (fluttuazioni vs trend)
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La curva di domanda aggregata
Consideriamo l'effetto delle variazioni livello
dei prezzi sul PIL reale
Il livello dei prezzi e il mercato monetario
Quando il livello dei prezzi aumenta
(diminuisce), la curva di domanda di moneta si
sposta a destra (a sinistra)
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la moneta serve per effettuare le transazioni, se
aumentano (diminuiscono) i prezzi ci servirà più
(meno) moneta per le transazioni
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Quindi, un aumento del livello dei prezzi fa
aumentare il tasso di interesse, e quindi riduce
la componente sensibile al tasso di interesse del
PIL reale. Il PIL di equilibrio diminuisce in
base al moltiplicatore
Il livello dei prezzi e le esportazioni nette
Quando il livello dei prezzi di un paese
aumenta, le sue esportazioni diminuiscono
Quando il livello dei prezzi di un paese
aumenta, le sue importazioni aumentano
Complessivamente, quando i prezzi aumentano
le esportazioni nette diminuiscono

Questo riduce il PIL di equilibrio in base
all'effetto del moltiplicatore
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La curva di domanda aggregata
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Figura 2
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La curva di domanda aggregata (AD)
rappresenta la relazione tra il livello dei prezzi
ed il livello del PIL reale di equilibrio
Spostamenti lungo la AD
Figura 2: quando il livello dei prezzi aumenta, il
livello del PIL diminuisce
Conseriamo la catena di eventi:
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P↑ ⇒dom. di moneta↑⇒ t. di interesse ↑
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⇒ consumo autonomo↓, IP↓ ⇒ PIL di eq.↓
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P↑ ⇒ NX↓ ⇒ PIL di eq.↓
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
Nel caso di diminuzione dei prezzi si innesca
un meccanismo opposto: P↓ ⇒ PIL di eq. ↑
Gli spostamenti della curva AD
Quando una variazione di un fattore diverso dai
prezzi modifica il PIL di equilibrio, la curva
AD si sposta
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Gli shock della spesa
Avevamo visto che gli shock della spesa fanno
aumentare la spesa totale e, tramite il
moltiplicatore, il PIL di equilibrio
Ora possiamo precisare che, gli shock della
spesa fanno aumentare la spesa totale e, tramite
il moltiplicatore, il PIL di equilibrio per ogni
dato livello dei prezzi
Quindi, uno shock positivo di spesa sposta la
AD a destra
Figura 3
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La AD si sposta a destra quando:
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la spesa pubblica aumenta
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la spesa per investimento autonomo aumenta
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la spesa per il consumo autonomo aumenta

le esportazioni nette aumentano

le imposte diminuiscono

e viceversa..
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Le variazioni nel mercato monetario
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Un aumento dell'offerta di moneta riduce il
tasso di interesse e stimola l'investimento,
quindi sposta a destra la AD
Figura 4: riassunto
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La curva di offerta aggregata
Analizziamo la relazione che va dal livello del
prodotto al livello dei prezzi
I costi e i prezzi
Introduciamo una semplice teoria che lega i
costi ai prezzi
I prezzi di una impresa sono fissati in base ai
suoi costi unitari di produzione su cui si applica
un margine detto mark-up
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es. costi: 2$, mark-up: 10% ⇒ prezzo 2,2$
Il mark-up medio dell'econonomia dipende
dalle condizioni concorrenziali
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Siccome le condizioni concorrenziali di una
economia cambiano lentamene, il mark-up
medio rimane costante nel breve periodo (un
anno)
Quindi, quello che può fare aumentare i prezzi
nel breve periodo, è un aumento dei costi
unitari
Il PIL, i costi e il livello dei prezzi
Dobbiamo capire come una variazione del PIL
reale possa provocare una variazione dei costi
medi e quindi dei prezzi
Consideriamo tre casi relativi ad un aumento
del prodotto
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Tipo di input: se una impresa aumenta la
produzione, dovrà ad esempio assumere lavoratori
di “qualità” inferiore (ad es. non addestrati), oppure
utilizzare terra di qualità inferiore.
Complessivamente, questo può fare aumentare la
quantità di fattori utilizzati per ogni unità di
prodotto, e dunque i costi unitari
Prezzi degli input: i fattori “scarsi” diversi dal
lavoro, come la terra o altre risorse naturali, se
utilizzati in misura maggiore, costano di più.
Tasso salariale: discorso simile per la forza lavoro,
se si aumenta la produzione si aumenta la quantità
di lavoro utilizzata e diminuiscono i lavoratori
disponibili.
Tutto ciò fa sì che, nel breve periodo, quando
aumenta la produzione aumentano i costi e i prezzi
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Il breve periodo
Il prezzo di alcuni input aumenta piuttosto
rapidamente all'aumentare del prodotto
Le variazioni del salario nominale sono invece
più lente rispetto a variazioni della produzione:
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i contratti di lavoro che fissano i salari nominali
sono spesso pluriennali
a livello burocratico, modificare i salari in una
impresa richiede spesso del tempo
modificare i salari ha dei costi
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ad es. se le imprese li aumentano, ci vorrà del tempo
prima di reclutare i nuovi lavoratori; se li abbassano
questo potrebbe demoralizzare i lavoratori

modificare frequentemente i salari potrebbe nuocere
alla reputazione della impresa
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
i lavoratori potrebbero non gradire lavorare per una
impresa che notoriamente modifica spesso i salari
Quindi, assumeremo che nel breve periodo le
modificazioni del prodotto non abbiano effetti
sui salari nominali
Nel breve periodo, un aumento del PIL reale fa
aumentare i costi unitari attraverso un aumento
della quantità di fattori diversi dal lavoro e del
loro prezzo, e quindi fa aumentare il livello dei
prezzi
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La curva di offerta aggregata
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Figura 5
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La curva di offerta aggregata (AS) rappresenta
il livello dei prezzi corrispondente ad un dato
livello di prodotto nel breve periodo
Spostamenti della AS
Sono determinati da variazioni dei prezzi che
non dipendono dal livello di PIL reale
Esempi:
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variazioni del prezzo del petrolio: un aumento
sposta la AS in alto
condizioni metereologiche: buone condizioni
spostano la AS in basso
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progresso tecnologico: le nuove tecnologie possono
ridurre i costi unitari e spostare la AS in basso
salario nominale: spostamenti lungo la AS
implicano che il salario nominale sia costante. Ma
se il salario nominale aumenta (per un qualsiasi
motivo), allora i costi unitari aumentano e la AS si
sposta in alto
Figura 7 (riassunto)
L'interazione tra AD e AS e l'equilibrio di breve
periodo
Figura 8: l'equilibrio di breve periodo
corrisponde all'intersezione tra AD e AS
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Un punto come B non è di equilibrio: a quel livello
di prezzi, il PIL di equilibrio (cioè quello sulla AD)
è minore del PIL reale. Quindi questo farà ridurre il
PIL reale
Un punto come F non è di equilibrio: a quel livello
di PIL, se le imprese fissano il prezzo in base al
mark-up, dovrebbero fissarlo a 140, mentre nel
punto F il prezzo sarebbe minore. Quindi in F le
imoprese vorrebbero aumentare i prezzi
L'unico punto di equilibrio è E
L'equilibrio cambia al verificarsi di uno shock
di domanda (che sposta la AD), o di uno shock
di offerta (che sposta la AS)
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entrambi sono di fatto shock di spesa
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Gli shock di domanda nel breve periodo
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Es. aumento della spesa pubblica
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Figura 9
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la AD si sposta a destra
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l'aumento complessivo di PIL però non è nel punto
J, perchè in quel punto i prezzi tenderebbero ad
aumentare
l'aumento effettivo di PIL è nel punto H
l'aumento della spesa pubblica è stato in parte
controbilanciato dalla riduzione delle componenti
della spesa che risentono di un aumento dei prezzi
(NX, IP, ecc.)
L'opposto accade se la spesa pubblica si riduce
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Effetti simili quando aumenta l'offerta di
moneta
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questo farà spostare a destra la AD perchè stimola
la componente di domanda che dipende
positivamente da una riduzione del tasso di
interesse
Gli shock di domanda: gli aggiustamenti di
lungo periodo
Figura 9: immaginiamo che la situzione iniziale
sia quella di piena occupazione, e che si
verifichi uno shock di domanda
Questo non esaurisce i possibili effetti
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In un punto come H la disoccupazione sarebbe
eccezionalmente bassa e i lavoratori disponibili
poco numerosi. Questo porterebbe le imprese
ad aumentare i salari nominali, e quindi la AS
inizierebbe a spostarsi verso sinistra.
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Se l'equilibrio fosse ad un livello inferiore al PIL di
piena occupazione, l'elevata disoccupazione
spingerebbe verso il basso il salario nominale, e la
AS si sposterebbe a destra
Quindi, se consideriamo lungo periodo una
situazione in cui il salario nominale può
cambiare, l'unico equilibrio di lungo periodo è
quello di piena occupazione
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Quindi uno shock positivo o negativo della
domanda hanno effetti solo di breve periodo su
produzione e occupazione
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esiste cioè un meccanismo di auto-correzione che si
attiva quando il sistema economico si allontana dal
pieno impiego
La curva di offerta aggregata di lungo periodo
Il meccanismo di auto-correzione spiega perchè
le fluttuazioni non sono eterne
Il fatto che il sistema tenda a riposizionarsi al
livello di PIL di pieno impiego si può
rappresentare tramite una curva di offerta
aggregata di lungo periodo verticale (Fig. 12)
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Implicazione: politiche fiscali e monetarie
espansive (che spostano a destra la AD), nel
lungo periodo hanno come unico effetto quello
di fare aumentare i prezzi
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Gli shock di offerta nel breve periodo
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Figura 13: es. aumento del prezzo del petrolio

stagflazione: conseguenza di uno shock negativo di
offerta. Aumento dei prezzi ed aumento della
disoccupazione
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anche per gli shock di offerta esistono meccanismi
di auto-correzione (nel caso in cui lo shock non sia
temporaneo e quindi si auto-elimini da sè): uno
shock negativo porta il prodotto sotto il livello di
pieno impiego, la disoccupazione aumenta, il
salario nominale diminuisce e la AS si risposta a
destra
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