N.56 | Febbraio 2014 TASSI DI OCCUPAZIONE NELLE REGIONI EUROPEE OVERVIEW INSIDE In Italia, il tasso di occupazione ha una variabilità media relativa tra regione e regione maggiore di quella che si riscontra considerando l’insieme di tutte le regioni della UE. Ciò deriva dalla forte differenza nel nostro Paese tra i tassi di occupazione del Centro-Nord e quelli del Mezzogiorno, in particolare per quanto riguarda la componente femminile. >> Mappe tematiche del livello e della variazione del tasso di occupazione 20-64 anni nelle regioni europee. Totale e dettaglio di Genere >> Numero di regioni per classi di tasso di occupazione 20-64 anni. Totale e dettaglio di Genere per Paese >> Indicatore di divergenza dei tassi di occupazione regionali. Totale e dettaglio di Nella Unione Europea la divergenza Genere territoriale è aumentata con la crisi, cosa che non si verifica in Italia grazie alla riduzione delle disparità regionali dei tassi di occupazione tra le donne. In ambito UE, i più bassi tassi di occupazione, complessivi ed anche quelli relativi alla sola popolazione femminile si registrano in regioni del nostro Mezzogiorno. Figura 1 - Divergenza dei tassi di occupazione regionali Figura 2 - Divergenza dei tassi di occupazione maschili (coeff. di variazione %). UE ed Italia. Anni 2005-2012 e femminili (coeff. di var. %). UE ed Italia. Anno 2012 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. EUROSTAT. 1 N.56 | Febbraio 2014 Introduzione e quadro d’insieme Accanto alle note differenze nazionali, sussiste anche una accentuata variabilità degli indicatori del mercato del lavoro a livello regionale. Ciò non riguarda solo i paesi più vasti, ma anche alcune economie dalle dimensioni più contenute (ad es. il Belgio). La presente nota tratta delle differenze tra i tassi di occupazione (occupati in percentuale della popolazione) nelle regioni europee. Le entità territoriali della UE sono organizzate secondo lo schema NUTS (sigla che sta per Nomenclature des Unités Territoriales Statistiques). Il livello NUTS 0 corrisponde agli Stati nazionali. Dei tre livelli successivi (NUTS 1, NUTS 2 e NUTS 3), il primo corrisponde in Italia alle grandi ripartizioni geografiche (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) il secondo alle regioni e province autonome ed il terzo alle province. La corrispondenza con le entità amministrative non è univoca: ad esempio, in Germania, per un Land (Stato federale) piccolo come Amburgo i tre livelli NUTS coincidono, mentre per la Baviera il Land corrisponde al livello NUTS 1, l’Alta Baviera (Regierungsbezirk=Distretto governativo) al NUTS 2 e Monaco (Kreisfreie Stadt=Distretto urbano) al terzo livello. Nel caso degli Stati più piccoli (Malta, Lussemburgo, Cipro) e nei 3 Paesi baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia) non esiste una suddivisione nazionale a livello di NUTS 1 e 2. Figura 3 – Divergenza dei tassi di occupazione regionali Figura 4 - Divergenza dei tassi di occupazione regionali femminili (coeff. di var. %). UE ed Italia. Anni 2005-12 maschili (coeff. di var. %). UE ed Italia. Anni 2005-12 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. EUROSTAT. I perimetri delle regioni NUTS 2 sono riportati nelle mappe tematiche allegate alla nota. Secondo l’indicazione europea, si prendono in esame il tassi di occupazione regionali (occupati in % della popolazione) della fascia di età tra i 20 ed i 64 anni, lasciando, quindi, fuori dal campo di osservazione i giovanissimi (in larga parte studenti) e gli anziani (generalmente non più attivi nel mercato del lavoro). Il tasso di occupazione declinato per genere mostra una disparità territoriale maggiore del dato complessivo. L’EUROSTAT (l’Ufficio Statistico dell’UE) fornisce a tale proposito una misura relativa della dispersione dei tassi di occupazione regionale, espressa in rapporto alla media1, dei singoli Stati e dell’Unione nel suo complesso (ed anche dell’Eurozona). 1 Coefficiente di variazione: scostamento quadratico medio in rapporto alla media, dati ponderati. L’EUROSTAT calcola l’indicatore sui tassi di occupazione 15-64 anni. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 2 N.56 | Febbraio 2014 La dispersione territoriale dei tassi regionali di occupazione è nettamente più elevata nell’UE nella componente femminile che in quella maschile della popolazione. Ciò avviene anche in Italia, con la peculiarità di un’ampiezza dello scarto di proporzioni molto elevate: infatti, la variabilità territoriale dei tassi di occupazioni femminili in Italia è del 50% superiore a quella calcolata per tutte le regioni UE (Figura 2). Ciò dipende dalla circostanza che tra il gruppo di regioni italiane più virtuose, e quello, quasi altrettanto numeroso, di regioni meno virtuose ci sono più di 30 punti percentuali in rapporto alla popolazione. A livello nazionale, ciò corrisponde alla differenza che si rileva tra la Svezia e la Grecia. Per l’Italia, a partire dal 2007, anche la dispersione regionale dei tassi di occupazione maschili (Figura 4) è superiore a quella media dell’UE, ma in proporzioni molto più contenute che per la popolazione femminile. Un’altra peculiarità italiana è che la crisi non ha accentuato le divergenze regionali, che si sono anzi ridimensionate tornando sui livelli di metà anni 2000, al contrario di quanto avviene nell’UE nel suo complesso (Figura 1). Per quanto riguarda la componente femminile (Figura 3), la divergenza territoriale in Italia si riduce nettamente con la crisi, pur restando sempre su livelli molto elevati, mentre nell’UE nel suo insieme si verifica un aumento di tale divergenza. La maggior convergenza dei tassi di occupazione femminili delle regioni italiane si spiega con il miglioramento, o almeno la stabilizzazione della situazione occupazionale in alcune regioni del Centro-Sud, a fronte invece di un generalizzato peggioramento nell’Italia settentrionale e in quella centrale, escluso il Lazio. La divergenza nei tassi di occupazione regionali maschili in Italia (Figura 4) è cresciuta dopo un assestamento con la seconda fase della crisi, ma, a differenza dell’UE nel suo complesso, essa era andata crescendo anche durante la precedente fase economica espansiva. Il dato medio nazionale è stato, quindi, il risultato di due tendenze contrastanti: all’aumento delle differenze territoriali per la componente maschile e alla riduzione per quella femminile. Nell’UE, invece, non solo l’entità delle divergenze regionali, ma anche le linee evolutive per Genere sono più simili. Il dato che caratterizza l’Italia, anche nel 2012, è comunque un valore dell’indicatore della divergenza dei tassi regionali di occupazione femminile molto elevato: esso sfiora quota 26 ed è il più elevato tra i Paesi dell’UE, un primato evidentemente tutt’altro che invidiabile. Il secondo posto in questa graduatoria spetta alla Spagna (13,5). Solo in Italia, inoltre, il valore dell’indicatore di divergenza a livello nazionale è più elevato del valore calcolato relativamente al complesso delle regioni dell’Ue (17). Per avere altri termini di paragone, la Francia fa registrare un valore di 7,6, il Regno Unito di 5,8 e la Germania di 4,6. I livelli molto bassi dei tassi di occupazione nel Meridione italiano che si osservano nell’Analisi dei dati possono legittimamente far sorgere il dubbio che ciò derivi, almeno in parte, da una forte presenza dell’economia sommersa in tali aree. Tuttavia, nella Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro non viene escluso a priori il lavoro non regolare tra le forme di occupazione. Tale esclusione può derivare, comunque, da una scelta consapevole dell’intervistato, timoroso di rivelare informazioni su attività svolte senza assolvere gli obblighi fiscali e contributivi e, più in generale, rispettare le normative vigenti. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 3 N.56 | Febbraio 2014 Analisi dei dati Il tasso di occupazione negli Stati dell’UE ha toccato un picco generalizzato tra il 2007 ed il 2008. Lo stesso si verifica nel dettaglio regionale e di genere. Il 2007 rappresenta anche un minimo dal punto di vista della divergenza dei tassi regionali di occupazione nell’intera Unione. La diversa intensità della crisi da regione a regione, così come una ripresa limitata solo ad alcune aree del continente, ha comportato un aumento delle divergenze territoriali (almeno) fino al 2012. Le prime tre mappe tematiche (Figura 5, Figura 6 e Figura 7) riportano la situazione al 2012 dei tassi di occupazione nelle regioni europee. Sono ricompresi anche gli Stati EFTA e candidati che fanno confluire i dati presso l’EUROSTAT (Islanda, Norvegia, Svizzera, Macedonia e Turchia). Si riporta nella Figura 5 la situazione complessiva e nelle due successive quella per Genere. Sono state elaborate anche le mappe tematiche con le variazioni tra i tassi di occupazione tra il 2012 e il periodo precedente alla crisi, il 2007 o il 2008 (Figura 8, Figura 9 e Figura 10). Con maggiore dettaglio in termini di ampiezza delle classi, le Tabelle riportano la distribuzione del numero di NUTS 2 per Paese per il livello del tasso di occupazione della popolazione tra 20 e 64 anni. Nelle colonne è presente la sigla del Paese e per riga la classe di ampiezza. Oltre all’ultimo anno disponibile, il 2012, viene riportato il dato relativo al 2007, l’ultimo anno pre-crisi in tutti i territori. Nell'UE, nella fascia di età 20-64 anni, nel 2012 (Tabella 3) cinque dei sei più bassi tassi di occupazione femminile a livello NUTS 22 si registrano nel nostro Mezzogiorno - in ordine decrescente nelle regioni Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Campania - dove i tassi sono stabilmente al di sotto del 40%; l'unica altra regione a registrare un così basso tasso di occupazione è l’enclave spagnola di Ceuta sulla costa del Marocco. Per trovare valori inferiori è necessario spostarsi in Turchia e nei Balcani, fuori dei confini dell’Unione; al contrario, all’altra estremità della graduatoria, con un tasso di occupazione pari o superiore al 75%, si trovano alcune aree del Nord e del Centro dell’Unione, cui si aggiungono la Svizzera e i paesi nordici non aderenti all’UE (Norvegia e Islanda). La strategia Europa 2020 non fa una distinzione di Genere per quanto riguarda l’obiettivo del 75% per il tasso di occupazione tra i 20 ed i 64 anni. Sul fronte dell’occupazione femminile, nell’UE solo 15 regioni su 272 raggiungono o superano l’obiettivo (nessuna in Italia, e, più in generale, nell’Europa meridionale e centro-orientale). In 61 regioni NUTS 2 i tassi femminili si collocano tra il 70% ed il 74%. Anche in tal caso, nessuna si trova in Italia. Nella fascia immediatamente precedente (65-69%) troviamo due regioni/province autonome italiane (Val d’Aosta e Alto Adige-Südtirol). Nel 2007 (Tabella 4) in tale fascia si trovava una sola regione italiana, anche se di dimensioni notevolmente maggiori (l’Emilia-Romagna). I valori per la popolazione maschile sono, come prevedibile, diffusamente più vicini all’obiettivo. Nel 2012 (Tabella 5) in 145 regioni europee su 272 il tasso di occupazione maschile è pari o superiore al 75%: 10 di tali regioni si trovano nel nostro Centro-Nord. Nel 2007 le regioni italiane in tale fascia erano 14 (Tabella 6). 2 Cfr. la nota Euostat Labour markets at regional level del 18 febbraio 2014, con riferimento al 2011. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 4 N.56 | Febbraio 2014 Sul versante opposto, con tassi di occupazione maschile tra il 55% e il 59% si trovano solo 10 regioni nell’UE di cui 3 in Italia. Nella fascia successiva (60-64%) si trovano 26 regioni UE di cui sempre 3 nel nostro Mezzogiorno. Nel 2007, complessivamente, solo 10 regioni in tutta l’UE presentavano un tasso di occupazione maschile inferiore al 65% e solo una di queste si trovava in Italia (contro 6 nel 2012). Nell’insieme (Tabella 1), solo 76 regioni dell’UE, circa ¼ del totale, presentano nel 2012 dei tassi di occupazione pari o superiore al 75%, di cui una sola in Italia (Alto-Adige). 62 sono molto o abbastanza vicine all’obiettivo, collocandosi nella fascia 70-74%, di cui 3 in Italia (Valle d’Aosta, Trentino ed Emilia-Romagna). Veneto e Lombardia sono prossime alla soglia del 70%. Sul versante opposto, sono due le regioni italiane (Campania e Sicilia) a presentare nel 2012 un tasso di occupazione complessivo nella fascia 20-64 anni inferiore al 45%, con la Calabria che ha un valore appena superiore a tale quota. Si tratta dei valori più bassi che si registrano nell’intera UE. Nel 2007 (Tabella 2), nessun regione nell’Unione scendeva sotto il 45%, ma anche in questo caso sul fondo della graduatoria si trovavano le 3 regioni italiane appena menzionate. A livello regionale, come a quello nazionale, vi è un forte legame tra il tasso di occupazione femminile e il tasso di occupazione complessivo, come risulta evidente dalla Figura 5 e dalla Figura 6. A riprova, le regioni italiane con i tassi di occupazione più bassi nella componente femminile si trovano anche sul fondo della graduatoria dei tassi di occupazione complessivi. La crisi economica non ha colpito tutte le regioni in egual misura: alcune aree non hanno subito, infatti, una contrazione duratura dei tasso di occupazione; in particolare, nel 2012 alcune regioni tedesche riportano tassi superiori (Figura 8), anche di 4-5 punti percentuali, a quelli degli anni pre-crisi. Nel distretto di Berlino, che rappresenta il caso più eclatante, si è passati dal 66,1% del 2008 al 71,4% del 2012, con un guadagno quindi di oltre 5 punti. Sul fronte opposto, in molte regioni di Grecia, Irlanda e Spagna si registrano cali dei tassi di occupazione di oltre 10 punti, partendo peraltro da livelli non elevati quando non decisamente bassi. In Andalusia, per fare un esempio, si passa dal 62% del 2007 al 50% del 2012. Nelle regioni italiane la flessione negli anni della crisi è contenuta entro i 5 punti percentuali e solo la provincia autonoma di Bolzano fa segnare una crescita, grazie alla componente femminile. La flessione nella UE è stata particolarmente accentuata nella componente maschile (Figura 10), raggiungendo ed in alcuni casi superando, negli stessi paesi appena citati, i 15 punti, con flessioni dell’ordine di 20 punti nel Sud della Spagna, più elevate ancora di quella fatte registrare dalla regione di Atene e dalla Grecia centrale (-17/18 punti). In Italia, sempre con l’eccezione alto-atesina, tutte le regioni sono in flessione, con picchi negativi di 7/8 punti nelle regioni meridionali (Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna) Relativamente più contenuta di quella maschile è stata la flessione dei tassi di occupazione femminile (Figura 9), anche nei paesi più colpiti dalla crisi. In Italia, non mancano casi dì aumento, in regioni del Nord ed anche del Meridione. La flessione è più contenuta non solo in termini assoluti, cosa che viene a dipendere anche dai più bassi livelli partenza rispetto ai maschi, ma anche nelle variazioni relative: nelle regioni più colpite dalla crisi (nella Spagna meridionale, gran parte della Grecia) la Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 5 N.56 | Febbraio 2014 riduzione percentuale dei tassi di occupazione maschili si attesta su valori pari o superiori al 20%; in Grecia la riduzione percentuale dei tassi di occupazione femminili solo in una regione supera il 20% ed in Spagna le differenze sono maggiori, quasi sempre oltre i 10 punti percentuali, ed estese a tutte le aree del Paese iberico. Si tratta di un fenomeno che si riscontra su una scala minore anche in Italia, dove i tassi di occupazione femminili restano stabili, e in alcuni casi crescono, proprio nelle regioni con la più elevata riduzione dei tassi di occupazione maschile. Figura 5 - Tasso % di occupazione 20-64 anni nelle regioni europee (NUTS2). Anno 2012 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 6 N.56 | Febbraio 2014 Figura 6 – Tasso % di occupazione femminile 20-64 anni nelle regioni europee (NUTS2). Anno 2012 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Figura 7 – Tasso % di occupazione maschile nelle regioni europee (NUTS2). Anno 2012 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 7 N.56 | Febbraio 2014 Figura 8 – Variazione assoluta del tasso % di occupazione 20-64 anni nelle regioni europee (NUTS2). 2012 rispetto al 2007-2008. Totale Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 8 N.56 | Febbraio 2014 Figura 9 - Variazione assoluta del tasso % di occupazione 20-64 anni nelle regioni europee (NUTS2). 2012 rispetto al 2007-2008. Femmine Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Figura 10 - Variazione assoluta del tasso % di occupazione 20-64 anni nelle regioni europee (NUTS2). 2012 rispetto al 2007-2008. Maschi Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 9 N.56 | Febbraio 2014 Tabella 1 - Distribuzione delle Regioni Tasso di AT BE BG CY CZ occupazione 40―44,99 45―49,99 50―54,99 55―59,99 2 3 60―64,99 1 2 65―69,99 5 1 2 70―74,99 4 3 1 5 75―79,99 5 1 80―84,99 85―89,99 Totale 9 11 6 1 8 (NUTS 2) della UE per classe di tasso di occupazione 20-64 anni (%). Totale. Anno 2012 DE DK EE 10 23 5 2 3 1 38 5 1 EL ES 1 3 6 3 2 3 4 6 4 13 19 FI 1 2 1 1 5 FR HR HU 1 2 1 2 10 10 26 1 1 2 1 2 2 2 7 IE 2 2 IT 2 2 2 1 2 8 3 1 21 LT LU LV MT NL 1 1 1 1 1 1 2 9 1 1 1 12 PL 1 10 4 1 PT RO SE 2 5 2 2 4 SI 2 5 3 16 7 8 8 SK UK Totale 1 1 1 3 17 15 2 1 2 4 37 2 6 12 24 36 54 62 64 11 1 272 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Tabella 2 - Distribuzione delle Regioni Tasso di AT BE BG CY CZ occupazione 45 ―49,99 50 ―54,99 55 ―59,99 2 60 ―64,99 1 2 65 ―69,99 1 4 3 2 70 ―74,99 2 4 5 75 ―79,99 6 1 1 1 80 ―84,99 85 ―89,99 9 11 6 1 8 Totale (NUTS 2) della UE per classe di tasso di occupazione 20-64 anni (%). Totale. Anno 2007 DE 5 20 11 36 DK 5 5 EE EL ES 5 6 2 1 1 3 7 7 FI FR 1 2 2 3 2 8 11 HR HU 2 IE IT 2 3 2 2 2 7 5 3 1 3 LT LU MT NL 1 2 9 1 1 13 19 1 1 5 26 2 7 2 21 1 1 1 PL 4 9 3 1 1 1 1 LV 1 12 16 PT 1 5 1 7 RO SE SI 1 2 5 UK Totale 2 2 1 1 2 12 19 2 2 4 35 5 3 8 SK 8 3 5 17 31 59 83 62 7 1 268 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 10 N.56 | Febbraio 2014 Tabella 3 – Distribuzione delle Regioni (NUTS 2) della UE per classe di tasso di occupazione 20-64 anni (%). Femmine. Anno 2012 Tasso di occupazione 30―34,99 AT BE BG CY CZ DE DK EE EL ES FI FR HR HU IE 1 35―39,99 2 1 40―44,99 4 2 1 45―49,99 6 2 1 1 1 1 4 2 1 3 6 3 1 1 5 2 1 50―54,99 2 55―59,99 2 60―64,99 5 1 4 65―69,99 4 2 70―74,99 5 1 1 5 1 3 2 75―79,99 9 1 25 4 1 1 4 IT LT LU LV NL PL PT RO SI SK UK Totale 5 1 4 1 8 1 2 16 1 5 2 1 22 6 8 1 1 2 37 3 4 2 1 4 40 2 1 1 18 64 13 61 2 13 4 2 1 1 1 3 2 8 2 1 1 5 80―84,99 1 1 85―89,99 Totale SE 4 2 14 MT 1 1 9 11 6 1 8 38 5 1 13 19 1 5 26 2 7 21 2 1 1 1 1 12 16 7 8 8 2 4 37 272 SK UK Totale 5 3 6 11 28 40 4 46 15 82 15 34 1 12 1 35 268 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Tabella 4 – Distribuzione delle Regioni (NUTS 2*) della UE per classe di tasso di occupazione 20-64 anni (%). Femmine. Anno 2007 Tasso di occupazione 30―34,99 35―39,99 40―44,99 45―49,99 50―54,99 55―59,99 60―64,99 65―69,99 70―74,99 75―79,99 80―84,99 Totale AT 2 6 1 9 BE 3 2 3 3 BG CY 3 2 1 CZ 2 5 1 1 11 6 1 8 DE DK EE EL 2 5 4 2 8 25 3 36 2 3 1 5 1 13 ES 1 1 FI FR HR HU IE 2 2 2 7 5 1 19 1 2 1 1 5 3 3 6 12 1 1 3 1 1 2 1 1 IT 4 1 2 1 1 9 2 1 LT LU LV MT 2 7 2 21 PL PT RO 1 1 5 2 4 1 1 SE SI 1 9 5 2 1 1 6 6 1 26 NL 1 1 1 1 12 2 1 2 1 7 16 7 8 8 1 2 4 Nel database Eurostat mancano i dati relativi al 2007 di 2 regioni tedesche e 2 britanniche. Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 11 N.56 | Febbraio 2014 Tabella 5 – Distribuzione delle Regioni (NUTS 2) della UE per classe di tasso di occupazione 20-64 anni (%). Maschi. Anno 2012 Tasso di occupazione 55―59,99 60―64,99 65―69,99 70―74,99 75―79,99 80―84,99 85―89,99 Totale AT 3 5 1 9 BE BG 1 2 4 4 11 CY CZ 4 1 1 1 6 1 4 3 1 8 DE 1 12 18 7 38 DK 5 5 EE EL 1 5 4 2 2 1 13 ES 4 5 4 6 19 FI 3 1 1 5 FR HR HU 1 1 1 4 1 2 2 1 13 3 6 IE 26 2 2 7 1 1 IT 3 3 1 4 8 2 LT 21 1 LU LV MT NL 1 1 1 1 1 1 1 2 9 1 12 PL PT RO 6 8 2 5 2 16 7 3 4 1 8 SE SI 2 1 7 8 2 SE SI SK UK Totale 10 26 1 32 1 4 59 1 11 66 1 18 64 4 15 4 37 272 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Tabella 6 – Distribuzione delle Regioni AT BE BG CY CZ 55―59,99 60―64,99 65―69,99 3 2 70―74,99 1 3 75―79,99 2 6 1 2 80―84,99 5 1 6 85―89,99 2 1 90―94,99 Totale 9 11 6 1 8 (NUTS 2*) della UE per classe di tasso di occupazione 20-64 anni (%). Maschi. Anno 2007 DE DK EE EL ES FI FR HR HU IE IT LT LU LV MT NL PL PT RO 1 4 3 1 1 1 1 2 1 1 3 5 4 4 1 2 1 8 1 3 10 3 11 4 4 2 11 3 8 1 1 1 1 3 1 20 5 1 7 11 1 2 6 1 6 4 1 1 5 1 36 5 1 13 19 5 26 2 7 2 21 1 1 1 1 12 16 7 8 2 6 2 8 2 SK UK Totale 1 9 23 2 39 1 10 75 1 15 98 10 22 1 4 35 268 Nel database Eurostat mancano i dati relativi al 2007 di 2 regioni tedesche e 2 britanniche. Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro su dati EUROSTAT. Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL 12 N.56 | Febbraio14 Staff di Statistica, Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro di Italia Lavoro S.p.A. Realizzato nell’ambito del progetto MONITORAGGIO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE Italia Lavoro SpA Via Guidubaldo del Monte, 60 00197 Roma [email protected] www.italialavoro.it www.servizilavoro.it