Lezione 6.3
L’ASSISTENZA
IN ITALIA
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
1
Obiettivo della lezione
• Evoluzione recente delle politiche nel
settore dell’assistenza in Italia, con
due obiettivi:
– fare un quadro dei principali istituti
– mostrare i principali problemi del
settore e i tentativi di riforma
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
2
1
L’evoluzione (recente) delle
politiche per l’assistenza in Italia
• Commissione Onofri (1997): indica alcune linee di riforma, da cui
scaturiscono alcuni provvedimenti e sperimentazioni di rilievo (19972001).
• Segue un decennio (2001-2011) (scandito in tre fasi a seconda del
governo: c.d. / c.s.) caratterizzato da interventi marginali e spesso
simbolici.
– Giudizio di sintesi “le politiche assistenziali degli anni 2000,
schiacciate dalla priorità assegnata alla via fiscale della
redistribuzione e interessate dal processo di decentramento in
atto tra livelli di Governo, sembrano essere state guidate più da
una logica di piccoli passi che da un disegno coerente di lungo
termine” (Pisano-Toso, 2010).
• Governo Monti (2011-13), Letta (2013-14) e Renzi (2014-): proposte
di manutenzione dell’esistente (con l’obiettivo risparmiare risorse)
– Risultato: i problemi di fondo del settore sono gli stessi messi in
evidenza 15 anni fa.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
3
Una classificazione alternativa della
spesa per protezione sociale
(ex lavori della Commissione Onofri)
• Ripartisce la spesa nei seguenti fondamentali settori:
–
–
–
–
Pensioni e TFR
Mercato del lavoro (ammortizzatori sociali)
Sanità
Assistenza sociale, a su volta ripartita in:
•
•
•
•
•
Sostegno alla famiglia
Contrasto della povertà
Handicap e non autosufficienza anziani (trasferimenti monetari)
Servizi delle amministrazioni locali
Altre spese
• Rispetto al Conto della protezione sociale delle AP, comprende
anche :
– il TFR (trattamento di fine rapporto) pagato dalle imprese private
– le detrazioni fiscali per carichi familiari (che sono “spesa realizzata
con mancate entrate”, tax expenditures)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
4
2
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
ASSISTENZA SOCIALE
LA SPESA RICLASSIFICATA (2010)
Sostegno delle responsabilità
familiari (16,9 mld):
principali strumenti
Assegno al nucleo familiare
-Commisurato alla
dimensione del nucleo
-Decrescente al reddito
familiare Irpef
-Categoriale: solo lavoratori
dipendenti
Detrazioni Irpef per famigliari a carico
-Commisurato alla dimensione del
nucleo
-Decrescente al reddito personale
-Universale, ma problema incapienza
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
6
3
ASSISTENZA SOCIALE
LA SPESA RICLASSIFICATA (2010)
Contrasto povertà (16,8 mld):
principali strumenti
Assegno per famiglie con tre figli
e social card
- Programmi means tested (ISEE)
di contrasto della povertà
Pensioni sociali
-Programma means tested di
contrasto della povertà
(Y<5317) negli anziani >65
anni)
Integrazione delle pensioni al minimo
-Programma means tested di contrasto
della povertà (Y<5957) dei pensionati per
le pensioni che non raggiungono il
minimo vitale (circa 460 la mese) (a
esaurimento)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
7
ASSISTENZA SOCIALE
LA SPESA RICLASSIFICATA (2010)
Non autosufficienza (16,4 mld):
principali strumenti
Indennità di accompagnamento
- Programma non means tested di
carattere universale destinato ai NA (472
euro al mese)
Pensioni invalidità civile
- Programmi non means
tested di carattere universale
destinati a invalidità diverse
da quelle da lavoro
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
8
4
CARATTERI DEI PROGRAMMI
DI ASSISTENZA IN ITALIA
•
•
•
•
•
prevalenza dei trasferimenti monetari
scarsa efficacia distributiva (invalidità)
assegni al nucleo familiare (ANF) categoriali
assenza di una rete di protezione di ultima istanza
criteri di selettività poco efficaci
In sintesi: si spende poco e male.
Quadro assai simile a quello di metà
anni ’90
Esigenza di riforma del settore.
Proposte più organiche: Commissione Onofri (1997)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
9
LINEE DI RIFORMA
(COMMISSIONE ONOFRI)
• Maggiori risorse all’assistenza
(a) e agli ammortizzatori sociali
(as) a scapito delle pensioni (p)
• Razionalizzare i programmi
esistenti: maggiore universalità
• Riforma dei criteri means
testing
• Nuovo assetto legislativo (più
servizi; decentramento a livello
locale)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
“Ricomposizione
o ricalibratura
della spesa
(+a+as-p)”
“Universalismo
selettivo”
(Ermanno Gorrieri)
10
5
PRIMI PASSI DI RIFORMA (1997-2001)
• L’Isee
• Reddito Minimo di Inserimento
sperimentale (1999-2003) (RMI)
• Assegno per nuclei con almeno tre figli
(A3F) e Assegno di maternità (AM),
universali e commisurati all’Isee
• Legge di riforma dell’assistenza
(328/2000)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
11
LIMITI DEL PROCESSO DI RIFORMA
(1997-2001)
• Prevale una logica incrementale, più che una
convinta adesione al disegno di riforma della
Commissione Onofri
• Emerge una posizione a favore:
– (1) della permanenza dell’Assegno al nucleo
familiare (ANF) e
– (2) del potenziamento di alcune tax expenditures,
in particolare le detrazioni Irpef per carichi di
famiglia (diversi dal coniuge) che, accanto agli
istituti assistenziali tradizionali, rivestono un
ruolo distributivo primario
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
12
6
(1) ANF: PROBLEMI IRRISOLTI
• Inefficace disegno della platea dei beneficiari
(categorialità)
• Struttura dei benefici (scale di equivalenza
implicite molto diverse dalle scale osservate)
• Mancato coordinamento con altri strumenti di
sostegno delle responsabilità familiari e
contrasto della povertà (A3F, AM) quanto a
modalità di finanziamento (contributi sociali vs.
imposte) e criteri di selettività (imponibile Irpef
vs. Isee)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
13
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
14
7
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
15
(2) DETRAZIONI IRPEF: PROBLEMI IRRISOLTI
• Nel tempo (ultimi 15 anni) aumentato sensibilmente il
peso delle detrazioni per carichi di famiglia. Ciò ha
potenziato il carattere di universalismo, ma con effetti
solo in parte soddisfacenti sotto il profilo dell’equità
(verticale e orizzontale):
– la struttura delle detrazioni per figli a carico opera in
modo incoerente rispetto a criteri di equità
orizzontale valutati su base familiare (l’importo e la
soglia di esclusione sono definiti in termini di
reddito individuale);
– l’aumento delle detrazioni accentua il problema
dell’incapienza, che affligge i contribuenti più poveri
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
16
8
L’INDICATORE DELLA SITUAZIONE
ECONOMICA EQUIVALENTE (Isee)
I limiti dei criteri di selettività precedenti
• Il reddito risultante dalle dichiarazioni fiscali è
incompleto e soggetto ad evasione
• Assenza o irrazionalità di applicazione della
scala di equivalenza (implicite)
• Scarsa uniformità
Un precedente positivo: il primo dpcm (1994) sul
dsu (applicato per le tasse universitarie e le
borse di studio)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
17
Isee (1998-2014)
L. 449/97 art.59, DLgs 109/98 e DLgs 130/00
• La valutazione della condizione economica si base
su tre principi ispiratori:
– deve essere riferita al nucleo familiare delle
persone (resi omogenei mediante una scala di
equivalenza);
– il reddito fiscale deve essere integrato da
valutazione (normale) dei redditi da attività
finanziarie
– deve essere considerato anche il patrimonio
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
18
9
L’Isee nella sostanza
L’Isee tiene conto del patrimonio attraverso una
combinazione lineare di reddito e di patrimonio:
ISEE = R + P
(con <1)
ISEE =
REDDITO (Ri) + 20% PATRIMONIO (Pi)
SCALA EQUIVALENZA
Tutto a livello famigliare, cioè considerando la
somma dei redditi (Ri) e la somma dei
patrimoni (Pi) dei membri del nucleo
(resi equivalenti con una scala)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
19
REDDITO (R) E
PATRIMONIO (P) NELL’ISEE
quattro soggetti:
a)
c)
b)
d)
R1= 10;
P1= 50
R1= 10;
P2=300
R2=100;
P1= 50
R2=100;
P2=300
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
20
10
PASSAGGIO DAL CRITERIO DEL REDDITO ALL’ISEE
(R=50 valore soglia)
P
P2 (300)
c .
d .
P1 (50)
a .
b .
0
(10)
R1
(50)
R
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(100)
R2
(P. Silvestri, 2014-15)
R
21
Perché il patrimonio?
• Patrimonio come indicatore di capacità
contributiva autonomo rispetto al reddito: è
fonte di sicurezza (in condizioni di bisogno può
essere, in tutto o in parte, liquidato)
• Patrimonio come fonte di informazioni sulla
condizione economica: supplisce a carenze
informative tipiche del reddito (erosione e
evasione)
• Attenzione, la combinazione patrimonio elevato
/ basso reddito può anche essere determinata
da cause lecite: diversa età; fluttuazioni del
reddito; diverse propensioni al risparmio;
eredità.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
22
11
PASSAGGIO DAL CRITERIO DEL
REDDITO ALL’ISEE
(l’Isee non è un “reddito”, ma un “indicatore” della
condizione economica)
ISEE = R + P
<1
ad esempio se =20%
a
c
b
d
e
R1= 10;
R1= 10;
R2=100;
R2=100;
R3= 60;
P1= 50
P2=300
P1= 50
P2=300
P1= 50
ISEE=10+10= 20
ISEE=10+60= 70
ISEE=100+10=110
ISEE=100+60=160
ISEE= 60+10= 70
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
23
Ogni retta esprime la combinazione di R e P
che ha lo stesso ISEE
ISEE = R +  P
P
c.
P2 (300)
d.
P=
ISEE
 -
R

ISEE=20
a.
P1 (50)
0
R1 (10)
e.
R3 (60)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
b.
R2 (100)
R
24
12
Diverso ordinamento con R o con ISEE
valore soglia
dell'ISEE=70
P
P2 (300)
c.
d.
ISEE=20
ISEE=110
a.
P1 (50)
0
e.
R1 (10)
R
b.
R3 (60)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
ISEE=160
R2 (100)
R
(P. Silvestri, 2014-15)
25
PASSAGGIO DAL CRITERIO DEL REDDITO ALL’ISEE
P
Escono
ISE

ISEE = R +  P
C
D
P=
A
ISEE

R

Entrano
B
-1/
0
R
SdW – SISTEMI DI WELFARE
ISEE
(P. Silvestri, 2014-15)
R
26
13
FAQ sull’ISEE:
E’ un sintomo dell'inefficacia del
sistema tributario.
Risposta: non solo! Infatti:
il modello dell'imposta personale e
progressiva è ormai tramontato
(piaccia o non piaccia).
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
27
L'ISEE A LIVELLO NAZIONALE
A chi si applica
• Assegno con nuclei con almeno tre minori e
Assegno di maternità (nuovi programmi)
• Servizi di pubblica utilità per la definizione di
condizioni agevolate di accesso ai servizi
• Su iniziativa delle autorità e delle Amministrazioni
pubbliche competenti (facoltativo)
• Università e Dsu
A chi non si applica
• Grandi programmi nazionali (ANF, Integrazioni al
minimo, pensione sociale, ecc.) (vecchi programmi)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
28
14
L'ISEE A LIVELLO LOCALE
A chi si applica
• Asili nido
• Refezione scolastica
• Assistenza domiciliare
• Contributi ad integrazione rette case di riposo
• RSA
• Assegnazione posti in casa di riposo
• Minimi vitale locale
• Soggiorni per anziani
• Centri estivi per ragazzi
• Contributi per affitto
• Assegnazione alloggi popolari
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
29
DIFFUSIONE DELL’ISEE
• Si stima che ogni anno vengono trasferiti
alle famiglie italiane, attraverso l’Isee circa
10 miliardi di euro.
• Se si considera che i nuclei famigliari che
hanno presentato la Dsu (dichiarazione
sostitutiva unica) ammontano a oltre 6
milioni (pari a circa il 30% della
popolazione), il trasferimento medio a
famiglia ammonta a circa 1.500 euro.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
30
15
Come si calcola l’Isee (1998-2014)
COMPONENTE REDDITUALE (somma reddito dei membri del nucleo)
Reddito complessivo IRPEF
+ rendimento attività finanziarie*
– deduzione per affitto fino a 5.165 euro
.
COMPONENTE PATRIMONIALE (somma patrimonio dei membri del nucleo)
– franchigie patrimoniali fino a:
15.494 euro dal patrimonio mobiliare
e
51.646 euro o mutuo residuo dal patrimonio immobiliare
per abitazione di proprietà
ISE = COMPONENTE REDDITUALE + 20% COMPONENTE PATRIMONIALE
ISEE = ISE / COEFFICIENTE SCALA DI EQUIVALENZA
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
31
La scala Isee (S=N0,65)
NR. COMPONENTI
il nucleo familiare
COEFFICIENTE
1
1
2
1,57
3
2,04
4
2,46
5
2,85
ogni componente in più
0,35
MAGGIORAZIONI
nuclei monoparentali
0,2
handicap
0,5
entrambi i genitori lavoratori
0,2
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
32
16
Aspetti critici dell’Isee (1998-2014)
• Modalità di calcolo del’indicatore
– Non inclusione dei redditi esenti da Irpef
– Franchigie patrimoniali troppo elevate
• Definizione di nucleo familiare
– Rischio di comportamenti opportunistici
(nidi a anziani NA)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
33
Principali innovazioni introdotte
nell’ISEE riformata
(dpcm 3/12/2013)
•
•
•
•
•
•
•
•
•
L’ISEE è un LEP
Differenziazioni per tipologia di prestazione
ISEE corrente
Considerazione dei redditi esenti, ma franchigie per la
disabilità (a seconda della gravità)
Famiglia delle persone NA: diverso riferimento a seconda che
si tratti di servizi residenziali (si considerano anche i figli) o
non residenziali (si considera solo l’anziano).
Trattamento abitazione
Componente patrimoniale (base Imu + riduzione franchigie
patrimoniali)
Maggiorazioni scala equivalenza (più di tre figli)
Maggiori controlli
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
34
17
Come si calcola l’Isee (dal 2015)
COMPONENTE REDDITUALE (somma reddito dei membri del nucleo)
Reddito complessivo IRPEF
+ rendimento attività finanziarie
+ trasferimenti pubblici
– diverse deduzioni (spese per disabili; canone locazione; redditi da
lavoro e pensione; ecc.).
COMPONENTE PATRIMONIALE (somma patrimonio dei membri del
nucleo)
– franchigie sia sul patrimonio mobiliare (fino a 6000 euro) e immobiliare
(per abitazione principale)
ISE = COMPONENTE REDDITUALE + 20% COMPONENTE
PATRIMONIALE
ISEE = ISE / COEFFICIENTE SCALA DI EQUIVALENZA
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
35
La scala Isee (dal 2015)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
36
18
… esempi di complicazioni …
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
37
REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO (RMI)
Collegato alla Finanziaria L.449/97 e poi Dlgs 237/98
• In via sperimentale (in 36 Comuni, poi diventati 306)
• Obiettivo: sussidi monetari a soggetti in condizioni di
povertà e a rischio di marginalità sociale che si trovino
nell’impossibilità di mantenere sé e i figli per cause,
psichiche, fisiche e sociali.
• Destinatari: soggetti legalmente residenti da almeno 12
mesi con meno di 279 euro al mese (single), privi di
patrimonio ad eccezione della casa destinata ad abitazione
principale.
• Trattamento del reddito (familiare, reso equivalente con
scala ISEE): comprensivo anche delle prestazioni
previdenziali e assistenziali, del richiedente, conviventi e
soggetti considerati a carico ai fini Irpef. Il reddito di
lavoro concorre nella misura del 75%.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
38
19
continua … RMI
• Gestito dai Comuni: elaborano un programma di
integrazione sociale, entro 30 giorni dall'accoglimento
della domanda.
• Clausole condizionali: iscrizione al collocamento per i
soggetti in grado di lavorare e disponibilità ad accettare
offerte di lavoro anche a tempo determinato. Iscrizione
non richiesta se impegnato in recupero scolastico, nella
formazione professionale o in compiti di cura di figli con
meno di tre anni e di portatori di handicap grave.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
39
in sintesi … RMI
1. Si tratta di un classico sussidio di
minimo vitale su un livello inferiore
alla soglia della povertà
2. La partecipazione del reddito di lavoro
al 75% ha il significato di attenuare la
trappola della povertà
3. Sono presenti aspetti del workfare
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
40
20
RMI
diverso da lavoratore dipendente
F
Ypost
B
P’
0P Linea della povertà
D
L
G’ = 279 €
G’
A
45°
0
Ypre
P
G
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
41
RMI
lavoratore dipendente
0P Linea della povertà
Ypost
F
B
P’
Esempio:
D
Ypre=100
L
G’
G = 279/0,75= 372 €
G’= 279 €
A
G*=279-100*0,75=204
Ypost=204+100=304
45°
0
G
Ypre
P
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
42
21
Alcuni esempi emblematici dei provvedimenti in materia di
assistenza presi dai diversi governi (negli anni 2001-2014)
•
•
•
•
Centro Destra (XIV legislatura): 2001-2006
– Incremento pensioni minime
– Bonus bebè I
– Dal RMI (reddito minimo d’inserimento) al RUI (reddito di ultima istanza)
– Deduzioni e detrazioni Irpef (badanti; rette nidi)
Centro Sinistra (XV): 2006-2008
– Ddl sulla non autosufficienza
– Piano nidi
– Detrazioni Irpef (badanti; fuori sede; bonus incapienti)
– Agevolazioni Ici
Centro Destra (XVI): 2008-2011
– Bonus famiglia e bonus elettrico
– Social card (vecchia carta acquisti - VCA)
– Ulteriori agevolazioni Ici
Governi “tecnici” (Monti: 2011-13) e di “larghe intese” (XVII) (Letta e Renzi:
2013-14)
– Nuova social card (nuova carta acquisti - NCA)
– Riforma dell’Isee
– Bonus bebè II
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
43
Social card
(Vecchia carta acquisti - VCA)
• Introdotta a fine 2008
• 40 € al mese per acquisiti negozi
convenzionati e per pagare bollette
• famiglie residenti italiane (esclusi stranieri):
anziani di età >65 anni o con bambini di età <3
anni
• che vivono in famiglie con ISEE <6.000 e altri
vincoli patrimoniali e di consumo (autoveicoli)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
44
22
Nuova carta acquisiti (NCA)
• Sperimentazione:
– affianca la vecchia carta acquisiti (VCA), dal 2013
– durata: 1 anno, nei 12 comuni con +250.000 abitanti (da Roma
a Verona)
– costo totale: 50 milioni
– con “gruppo di controllo”
• Target:
– Famiglie in grave difficoltà con riferimento a:
• Condizione economica: ISEE<3000; patrimonio mobiliare
<8.000; limiti al possesso di veicoli; ecc. (povertà assoluta)
• Caratteristiche familiari: presenza di un minore di 18 anni;
precedenza a: disagio abitativo, un solo genitore, molti
minori, ecc.
• Condizione lavorativa: disoccupazione e/o assenza di lavoro,
ecc.
• Condizionalità: si richiede l’impegno a svolgere specifiche attività
(ricerca lavoro; progetti formativi; frequenza scolastica;
comportamenti di prevenzione e cura; ecc.)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
45
Confronto tra carte acquisti
Vecchia
e
Nuova
•
•
•
•
•
Anziani
Inps
Trasferimento
40 € mese
Italiani
•
•
•
•
•
Giovani
Comuni
Piano personalizzato
231- 404 € mese
Italiani e non (p.s.)
Problemi: (1) pesante onere amministrativo sui comuni; (2)
dove trovare i finanziamenti per passare a un sistema a
regime (costo stimato circa 4 mld).
Fonte: M.Baldini e L.Beltrametti, LA SPERIMENTAZIONE DELLA NUOVA
CARTA ACQUISTI (1/2/2013), http://www.nelmerito.com
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
46
23
I c.d. «Bonus bebé»
I) legge finanziaria per il 2004
II) legge stabilità per il 2015
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
47
«Bonus bebé I»
(legge finanziaria per il 2004)
• 1.000 euro per ogni figlio nato dal 1° dicembre 2003 al
31 dicembre 2004 «secondo od ulteriore per ordine di
nascita, e per ogni figlio adottato nel medesimo
periodo»
• Non è stato introdotto nel 2005; ma di nuovo nel 2006
(anche retroattivo al 2005)!
• La madre del bambino deve essere cittadina italiana o
comunitaria e risiedere in Italia al momento del parto o
dell’adozione
• L’assegno non costituisce reddito a fini fiscali e
previdenziali, ha una natura una tantum e non è
subordinato ad alcuna prova dei mezzi economici (non
distingue tra genitori ricchi e poveri); dal 2006 è invece
means tested
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
48
24
«Bonus bebé I»
(legge finanziaria per il 2004)
ASPETTI CRITICI
• Esclude le famiglie di immigrati privi di cittadinanza
italiana/comunitaria, anche se legalmente residenti
• Ha un impatto distributivo trascurabile: ridotta
dimensione complessiva (285 mln €), a favore di 290.000
famiglie (1,3%) sia povere sia ricche
• Non affronta, se non simbolicamente, il problema dei
costi di mantenimento dei nuovi nati
• Se efficace:
– può disincentivare la partecipazione femminile al
mercato del lavoro (laddove sono carenti i servizi per
l’infanzia)
– può aumentare la povertà tra le famiglie numerose
(assegno una tantum)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
49
«Bonus bebè II»
(Legge di stabilità per il 2015, art 125: «Al fine di
incentivare la natalità e contribuire alle spese
per il suo sostegno…»)
•
•
•
•
Contributo economico per bambino nato (o adottato)
nel periodo 1/1/ 2015 – 31/12/ 2017
Famiglie o madri single con Isee<25.000
Cittadini italiani, dell’UE o extracomunitari con regolare
permesso di soggiorno
Importo 80 € al mese, 960 all’anno (l’importo raddoppia
se Isee<7.000); erogato, su domanda, dall’Inps per i
primi 3 anni di vita del bambino.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
50
25
«Bonus bebè II»
(legge di stabilità per il 2015)
ASPETTI CRITICI
•
•
•
Eccessiva frammentazione degli strumenti di sostegno
alle famiglie con bambini, non coordinati tra di loro
(questo è il 5° e d’importo modesto)
Soglia di Isee abbastanza alta. Strumenti «quasi
universalistici» andrebbe bene, se fossero
accompagnati da una misura, generalizzata, di
contrasto alla povertà, che non esiste in Italia). Ricorda
che la povertà (assoluta) si concentra nella famiglie con
bambini.
Clausola di salvaguardia prevista dalla LS 2015
(incertezza).
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
51
PROSPETTIVE “ORGANICHE” DI
RIFORMA
1. La legge quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali
(328/2000): legge a carattere programmatico.
Stato: coordinamento.
Regioni: programmazione.
Comuni / terzo settore: gestione.
Istituzione del Fondo nazionale per le
politiche sociali.
2. Legge costituzionale n. 3/2001: riforma del titolo
V della Costituzione (effetto del referendum del 7
ottobre 2001)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
52
26
RIFORMA DEL TITOLO V DELLA
COSTITUZIONE (art. 117 c. 2)
Potestà legislativa
STATO
ESCLUSIVA
DELLO
STATO
REGIONI
CONCORRENTE
SdW – SISTEMI DI WELFARE
ESCLUSIVA
DELLE
REGIONI
(P. Silvestri, 2014-15)
53
Potestà legislativa in materia di
assistenza sociale
ESCLUSIVA
DELLO STATO
CONCORRENTE
Definizione dei livelli
essenziali
delle prestazioni
concernenti i diritti
civili e sociali che
devono essere
garantiti su tutto il
territorio nazionale
ESCLUSIVA
DELLE REGIONI
Assistenza
(art.117, comma 2, lettera m)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
54
27
Problemi
• Come definire i livelli essenziali delle prestazioni
(Lep)?
• Come assicurare un adeguato finanziamento
all’assistenza: il Fondo nazionale per le politiche
sociali (l. 328/2000) è compatibile con la riforma del
Titolo V della Costituzione?
– Art. 119: il finanziamento delle regioni deriva da
tributi propri + compartecipazione a tributi erariali
+ fondo statale perequativo (della capacità fiscale
e non del bisogno) -> “senza vincolo di
destinazione” per garantire l’autonomia
decisionale degli enti decentrati
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
55
Difficoltà di applicazione anche
a causa di enormi differenze
territoriali di partenza
• Enorme differenziazione territoriale
– Ad es. tasso partecipazione ai nidi: 3% in Calabria; 26% in
Emilia Romagna;
– posti letto per 1000 anziani: 6 in Calabria, 45 in Piemonte;
ecc.
• Elevato e differenziato ricorso alle
esternalizzazioni
– Progressiva separazione di controllo e gestione dei servizi
(welfare-mix) con crescente affidamento ai privati che si
avvantaggiano di forme contrattuali del lavoro meno onerose
– Maggiore capacità di controllo della qualità (ai fini della
regolazione dei servizi esternalizzati) nelle realtà in cui i
servizi sono più diffusi e dove è stata mantenuta una parte di
offerta pubblica
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
56
28
Sintesi su collocazione internazionale
Eurostat, Combating Poverty and Social Exclusion. A Stastistical
Portrait of the European Union 2010
• Le stime Eurostat della spesa per la protezione sociale nella Ue
indicano che l’Italia riserva ad alcune delle politiche più strettamente
riconducibili alla spesa per assistenza una quota di spesa sul Pil
equivalente a quelle di Romania e Lettonia, e superiore solo a quelle di
Polonia e Lituania.
• Assieme ad alcuni paesi dell’Est europeo (Polonia, Estonia e Bulgaria)
e ad altri dell’area mediterranea (Cipro e Malta), il nostro paese si
segnala anche per avere una tra le quote più basse di prestazioni
sociali erogate sotto forma di servizi.
• L’Italia appartiene non solo alla schiera di paesi europei a più elevata
diseguaglianza e povertà relativa - in particolare minorile - ma anche tra
quelli con la più ridotta capacità di contrastare le sperequazioni prodotte
dalla distribuzione primaria del reddito (mercato).
• Secondo le più recenti stime Eurostat, le politiche sociali europee
(esclusa la previdenza) riducono il rischio di povertà minorile dal 33 al
20% (-13 punti). Nel nostro paese la riduzione è di soli 7 punti, dal 32 al
25%.
• Fanno peggio dell’Italia solo la Bulgaria e gli altri paesi del cosiddetto
welfare mediterraneo (Grecia, Spagna e Portogallo).
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
57
http://www.darwinbooks.it/doi/
10.978.8815/229410
Elena Pisano* e Stefano Toso**
“Ammortizzatori sociali e spesa per assistenza: il
mancato approdo delle riforme”
in M.C.Guerra e A. Zanardi (a cura di),
La finanza pubblica italiana. Rapporto 2010,
il Mulino, Bologna 2010
*Università «La Sapienza» di Roma
**Capp e Università di Bologna
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
58
29
PAROLE CHIAVE DELLA
LEZIONE
• Caratteri (negativi) dei programmi di assistenza in
Italia
• Proposte di riforma: la Commissione Onofri
• Principali innovazioni alla fine degli anni novanta:
Isee; Rmi
• Isee: finalità e principali caratteristiche
• Dal vecchio al muovo Isee: principali problemi e
soluzioni
• RMI: finalità e principali caratteristiche
• Povertà assoluta e la carta acquisiti (Social card)
• Prospettive “organiche” di riforma in Italia: la
riforma del Titolo V della Costituzione (3/2001)
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
59
DOVE STUDIARE:
P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle
finanze, Il Mulino, Bologna, 20126
Capitolo 8: La spesa per il WS
Paragrafo
4.7: La spesa per assistenza in Italia
+
ISEE: appunti dalla lezione
Lettura Z6_Riforma_ISEE.pdf
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
60
30
Approfondimenti***
• Guerra M.C., Zanardi A. (a cura di), La finanza pubblica italiana.
Rapporto 2010. Un bilancio di un primo decennio, il Mulino, Bologna
2010 (in particolare il capitolo di C.Mazzaferro su pensioni; E.Pisano e S.Toso
su assistenza e amm.sociali; E.Caruso e N.Dirindin su sanità)
http://www.darwinbooks.it/doi/10.978.8815/229410
• L. Guerzoni (a cura di), La riforma del welfare. Dieci anni dopo la
“Commissione Onofri”, Il Mulino, Bologna 2008
• http://www.lavoce.info
– Qui, ad esempio, c’è un dossier su «bonus bebè» e politiche di sostegno
delle responsabilità famigliari
• http://www.nelmerito.com
•
[possibilità di newsletter] vedi sezioni/articoli su: sanità, pensioni, povertà,
scuola e università, lavoro, immigrazione, welfare (ma anche fisco, conti
pubblici, federalismo, concorrenza...)
• ***del tutto facoltativi
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
61
Esercizio 6. Isee
Isee = R + P
con = 20%
Considerate le seguenti quattro famiglie A,
B, C, D e rispettivi redditi (R), patrimoni
(P), numero di componenti (N):
A (R: 90; P:400; N:3)
B (R:100; P: 50; N:2)
C (R:190; P:100; N:2)
D (R:280; P:200; N:4)
NR.
COMPONENTI
Come cambia il loro ordinamento per
condizione economica se, anziché
considerare il reddito familiare non
equivalente, usate l’Isee (scala di
equivalenza a lato)?
Spiegate da quali fattori dipende il
cambiamento del ranking.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
COEFFICIENTE
1
1
2
1,57
3
2,04
4
2,46
5
2,85
62
31
Esercizio n. 6bis
Commentare un grafico
Commentate il grafico che segue, non
dimenticando di precisare:
1) quali sono le variabili in esame e quale
è il loro significato;
2) le principali evidenze che il grafico
mostra
3) le possibili implicazioni sul disegno
delle policy nel nostro paese.
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
63
Incidenza povertà relativa (Linea Povertà: 60% della mediana),
per età del capo famiglia
40,00%
35,00%
30,00%
25,00%
<=40
41-64
20,00%
>=65
tutte le famiglie
15,00%
10,00%
5,00%
0,00%
1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1986 1987 1989 1991 1993 1995 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012
Archivio storico BI 1977-2012
SdW – SISTEMI DI WELFARE
(P. Silvestri, 2014-15)
32
Scarica

L6_3 Assistenza Ita_15