Biol. Mar. Mediterr. (2007), 14 (2): 380-381
C. Facca, A. Sfriso
Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Venezia,
Calle Larga Santa Marta, 2137 – 30123 Venezia, Italia.
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COMUNITÀ MICROALGALI IN AREE DELLA LAGUNA DI
VENEZIA CARATTERIZZATE DA POPOLAZIONI NATURALI
E TRAPIANTATE DI NANOZOSTERA NOLTII
MICROALGAL COMMUNITIES IN AREAS OF VENICE LAGOON
CHARACTERIZED BY NATURAL AND TRANSPLANTED
NANOZOSTERA NOLTII POPULATIONS
Abstract – The paper compares the microalgal distribution in two stations of Venice lagoon populated
by Nanozostera noltii (Hornemman) Tomlinson et Posluzny. The station, whose sediments and seagrasses were imported, was characterised by lower microalgal abundance both in the water column and in the
surface sediments. In both sites the benthic diatoms were at least 6 times as abundant as the planktonic
ones.
Key-words: phytoplankton, benthic diatoms, Nanozostera noltii, Venice lagoon.
Introduzione – In due aree della laguna di Venezia, popolate da Nanozostera noltii
(Hornemman) Tomlinson et Posluzny, sono stati raccolti campioni di acqua e sedimento per studiare la distribuzione delle comunità microalgali planctoniche e bentoniche. Una stazione è stata scelta perché caratterizzata da condizioni prevalentemente
naturali (Petta di Bò), mentre l’altra (Lido) ha subìto, recentemente, importanti modifiche dovute ad interventi di ripascimento con sedimenti sabbiosi, su cui, successivamente, sono state trapiantate le fanerogame.
Materiali e metodi – I campioni d’acqua e di sedimento sono stati prelevati in
entrambe le stazioni con cadenza mensile da gennaio a dicembre 2005. La determinazione del fitoplancton è stata fatta secondo il metodo Utermöhl (1958) e i campioni
di sedimento superficiale sono stati trattati come descritto in Facca et al. (2002) per
le diatomee bentoniche. Per confrontare l’abbondanza delle due comunità i dati del
fitoplancton sono stati integrati per unità di superficie in funzione dell’altezza della
colonna d’acqua. La caratterizzazione degli ambienti è stata fatta anche con misure
dei principali nutrienti (fosforo reattivo RP, azoto inorganico disciolto DIN e silicato
reattivo Si nella colonna d’acqua; fosforo totale TP e azoto totale TN nel sedimento
superficiale).
Risultati – L’abbondanza media delle comunità fitoplanctoniche è stata 33±39 ×104
cells cm-2 e 89±147 ×104 cells cm-2 nelle stazioni di Lido e di Petta di Bò, rispettivamente. Le nanoflagellate hanno rappresentato fino al 94% dell’abbondanza con valori
medi su tutto l’anno attorno al 55%. Le diatomee planctoniche non hanno superato il
23% delle abbondanze a Lido (valore medio 6.23±6.33 ×104 cells cm-2) e il 55% a Petta
di Bò (12±9.92 ×104 cells cm-2). Il confronto degli andamenti osservati nella colonna
d’acqua delle due stazioni non ha evidenziato valori significativamente diversi (test
ANOVA ad una via, p>0.05). Le abbondanze cellulari medie delle diatomee bentoniche sono state 66±32 ×104 cells cm-2 a Lido e 113±53 ×104 cells cm-2 a Petta di Bò.
In questo caso il test di ANOVA ha rilevato differenze significative tra le due stazioni
(p<0.05). Sia il fitoplancton sia le diatomee bentoniche sono state più abbondanti nella
stazione con condizioni naturali (Petta di Bò), dove sono state registrate concentrazioni maggiori dei principali nutrienti (a Lido nella colonna d’acqua RP: 0.27±0.16 µM,
381
DIN: 16.1±8.4 µM, Si: 2.28±1.49 µM, nel sedimento superficiale TP: 424±71 µg g-1,
TN: 0.29±0.26 mg g-1; a Petta di Bò nella colonna d’acqua RP: 0.45±0.6 µM, DIN:
34±26 µM, Si: 3.21±4.53 µM, nel sedimento superficiale TP: 385±23 µg g-1, TN:
0.70±0.35 mg g-1).
Le diatomee bentoniche sono state da 6 a 30 volte più abbondanti di quelle planctoniche per unità di superficie. Il test di ANOVA tra comunità bentonica e planctonica
ha evidenziato differenze altamente significative (p<0.001) in entrambe le stazioni.
Confrontando la composizione tassonomica è emerso che il fitoplancton aveva una
distribuzione tendenzialmente omogenea nelle due stazioni studiate, mentre le diatomee
bentoniche hanno presentato un’abbondanza significativamente (ANOVA p<0.05)
maggiore dei generi Cocconeis, Nitzschia e Thalassiosira nella stazione di Petta di Bò.
Conclusioni – La biomassa di N. noltii è stata ca. 3 volte maggiore nella stazione a
condizioni naturali ed ha evidenziato un progressivo decremento in quella “artificiale”.
Supponendo che ci possa essere competizione per le risorse tra fanerogame e microalghe è stato piuttosto inaspettato che entrambe le comunità siano state più abbondanti
a Petta di Bò. Va, tuttavia, considerato che la maggiore densità di diatomee nei sedimenti della stazione con caratteristiche naturali può essere in parte giustificata dalle
diverse caratteristiche granulometriche. Il microfitobenthos tende, infatti, ad essere più
abbondante nei sedimenti prevalentemente fini (Facca et al., 2002) che costituiscono
anche un habitat preferenziale per N. noltii (Sfriso e Facca, 2007). Un altro fattore che
probabilmente favorisce una più elevata densità microfitobentonica in coincidenza con
la più alta biomassa di fanerogame è la maggiore stabilità dei sedimenti. D’altra parte
si è visto anche che a Petta di Bò la concentrazione dei principali nutrienti è stata fino
a due volte maggiore di quella della stazione Lido.
Bibliografia
FACCA C., SFRISO A., SOCAL G. (2002) - Temporal and spatial distribution of diatoms in the
surface sediment of the Venice lagoon. Botanica Marina, 45: 170-183.
SFRISO A., FACCA C. (2007) - Distribution and production of macrophytes and phytoplankton in
the lagoon of Venice: comparison of actual and past situation. Hydrobiologia, 577: 71-85.
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