Agricoltura conservativa Alcune considerazioni introduttive Le operazioni colturali svolgono un ruolo fondamentale al fine di ottenere condizioni ideali per lo sviluppo delle colture e per l’ottenimento di rese produttive ottimali. La consapevolezza dell’importanza di mantenere la fertilità del suolo e quindi l’integrità dei fattori produttivi non rinnovabili come terra, acqua, aria e fonti energetiche ha fatto emergere sempre più evidenti alcuni aspetti critici degli interventi praticati nell’agricoltura convenzionale, con particolare riferimento all’aratura. Alcune considerazioni introduttive Aspetti critici delle lavorazioni: • implicano consumi energetici rilevanti; • promuovono un’accelerazione del processo di mineralizzazione della sostanza organica; • aumentano il rischio di erosione del suolo; • possono causare un peggioramento della struttura del suolo; • aumentano la superficie del suolo esposta all’aria e quindi inducono maggiore evaporazione e perdite del contenuto idrico Aratura e ripuntatura Aratura: è la prima lavorazione eseguita all’inizio di un ciclo colturale; è eseguita con l'aratro tipico a vomere e versoio, per praticare il taglio e il rovesciamento di un blocco di terreno; mira a creare un ambiente fisico ospitale per le piante coltivate facilitando lo sviluppo dell’apparto radicale, la circolazione idrica e una maggiore aerazione del terreno. Ripuntatura: è una lavorazione che prevede il taglio verticale del terreno sodo senza alterazione del profilo; quindi non altera la successione degli strati in quanto non provoca rivoltamento del terreno lavorato Dottorato di ricerca in Ecologia Agraria XXII Ciclo - Mattia Fumagalli Agricoltura Conservativa Agricoltura Conservativa che rappresenta un insieme di tecniche colturali che si sono sviluppate negli ultimi vent’anni del secolo scorso e sono costituite da: • la semina su sodo (zero tillage o sod seeding): • la minima lavorazione (minimum tillage): • l’adozione di colture di copertura (cover crops), • il mantenimento in campo di residui colturali • la pratica di associazioni e rotazioni colturali diversificate Semina su sodo La semina su sodo (zero tillage o sod seeding): consiste nel seminare con una speciali seminatrici direttamente sul terreno che non ha subito nessuna lavorazione. Le malerbe presenti vengono preventivamente trattate con diserbanti ad azione sistemica e privi di effetti residui; il prodotto più largamente utilizzato è il glyphosate di colore blu da cui deriva anche il nome di Agricoltura Blu assegnato a queste tecniche . La semina diretta può essere adottata anche su un cotico erboso (prato o pascolo) preventivamente disseccato e lasciato sul posto con ulteriore vantaggio di non intaccare la struttura del suolo e di evitare fenomeni erosivi. Seminatrice su sodo Semina diretta (seminatrice su sodo) all’opera Prova di semina su sodo di colza con seminatrice SEMEATO TDNG 300 E su residui di mais http://www.youtube.com/watch?v=AtRrlzmFvLE Seminatrice da sodo per mais Seminatrice da sodo per frumento Minima lavorazione La minima lavorazione (minimum tillage):consiste in lavorazioni meccaniche che riguardano solo i primi 5-10 centimetri di suolo e che si rivelano sufficienti per l’utilizzo delle normali seminatrici. Vengono solitamente usate attrezzature diverse da quelle tradizionali. Colture di copertura (Cover crops) Sono colture che in genere precedono e seguono la coltura principale. Possono essere • Cover crops invernali (pisello proteico, loiessa) precedono una coltura primaverile estiva (mais) • Cover crops estive (mais da foraggio) seguono una coltura vernina (frumento, orzo) Hanno lo scopo di: • Difesa da fenomeni di erosione e lisciviazione in falda; • Miglioramento della struttura del terreno con la presenza dell’apparato radicale; • Controllo delle infestanti; • Apporto di nutrienti al terreno (fissazione dell’azoto delle leguminose); • Produzione prevalente di foraggi e granella ,se non interrate (sovescio) Residui colturali La tecnica di mantenere in superficie i residui della coltura precedente, ha effetti benefici quali: • La limitazione dell’evaporazione; • La limitazione dell’erosione dovuta a pioggia e vento; • Contenimento delle infestanti Mais coltivato su sodo: residui della coltura precedente ancora visibili sul suolo sotto la copertura delle piante di mais Principali aspetti positivi • l’aumento della sostanza organica del suolo; • miglioramento della struttura del suolo e dell’attività biologica; • diminuzione del degrado del suolo in particolare l’erosione e il ruscellamento; • diminuzione di emissioni di CO2 dato il minor utilizzo di macchinari e il maggiore accumulo di carbonio organico; • diminuzione nei costi di energia dovuto ai lavori di preparazione del terreno; • diminuzione nei costi di manodopera Principali aspetti negativi • possono presentarsi diminuzioni nelle rese soprattutto nei primi anni di adozione delle nuove tecniche; • necessità di maggiori quantità di sostanze chimiche nella lotta alle infestanti; • notevoli investimenti iniziali in macchinari specializzati; • la gestione colturale subisce radicali cambiamenti Presupposti L’applicazione delle tecniche di agricoltura conservativa richiede la verifica di alcuni presupposti riguardanti: • La tipologia del suolo • Le attrezzature e le macchine • La gestione delle infestanti • Gestione delle concimazioni • Gestione irrigua e sistemazione idraulica agraria Presupposti – La tipologia del suolo Sono sconsigliabili i terreni: a) sabbiosi: tra questi alcuni tendono al compattamento quindi a rendere più difficoltoso lo sviluppo dell’apparato radicale; b) limosi: praticamente tutti tendono al compattamento e a formare croste che rendono più problematica la percolazione idrica; c) argillosi costituiti da argille non autostrutturanti (caolinite) sono da preferire terreni: a) franchi b) argillosi costituiti da argille espandibili (montmorillonite)in grado nel tempo di ricostituire la struttura originaria Presupposti – Le attrezzature e le macchine Caratteristiche: devono evitare il più possibile il compattamento del terreno che renderebbe indispensabile una lavorazione profonda per ripristinarne la struttura; dunque macchine dotate di pneumatici a bassa pressione, possibilmente di assi multipli o di cingoli gommati e con organi lavoranti trainati o semi portati in modo da poter scaricare tutto il loro peso a terra. sono di grosse dimensioni e richiedono grossi investimenti finanziari e il cui ritorno in termini economici è consentito solo alle aziende di grandi dimensioni poco frequenti nella realtà italiana; altrimenti devono essere disponibili presso i contoterzisti Presupposti – La gestione delle infestanti È il presupposto per l’adozione di tecniche di non lavorazione o ridotta lavorazione è l’applicazione di diserbanti sistemici in presemina; ciò comporta la modificazione delle specie presenti e soprattutto il rischio di maggiori infestazioni se le operazioni di diserbo non sono effettuate con oculatezza; spesso sono necessari ulteriori interventi in post emergenza con diserbanti specifici per mono e dicotiledoni. Da ricordare che il mancato interramento dei residui colturali contribuisce al contenimento delle erbe infestanti oltre ad avere un’azione di contenimento dell’evaporazione con conseguente risparmio idrico nelle fasi iniziali della coltura. Presupposti – La gestione delle concimazioni si esclude la possibilità di distribuzione con interramento per il mais, ad esempio, la somministrazione dell’azoto viene di norma effettuata in superficie in due soluzioni: in post emergenza e alla quinta o sesta foglia; durante la fase di transizione da un sistema tradizionale ad una semina su sodo si manifesta generalmente una minore disponibilità di azoto nel suolo e ciò comporta nei primi anni un maggior consumo stimabile in 50 kg./ha (Tabaglio et. al 2009). Presupposti – La gestione irrigua la mancanza di lavorazioni profonde potrebbe rendere più difficoltoso l’approfondimento l’apparato radicale e di conseguenza meno facile l’approvvigionamento idrico, il che rende necessaria una gestione irrigua particolarmente attenta onde evitare l’insorgere di stress idrico; al contempo una sistemazione idraulica del terreno un idoneo sgrondo delle acque può evitare eccessi idrici e quindi problemi di asfissia dovuti al manifestarsi di una minore capacità di percolazione. Regione Lombardia – PSR 2007-2013 La Regione Lombardia ha incluso nel PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2007 – 2013 misura 214 azione M un piano di interventi finanziari miranti ad incentivare l’adozione delle tecniche di agricoltura conservativa. Obiettivo: contrastare gli effetti della gestione intensiva delle colture Due tipi di intervento: Intervento 1 “Introduzione dell’agricoltura blu o semina diretta su sodo” Intervento 2 “Minima lavorazione” Condizioni spaziali e temporali Regione Lombardia – PSR 2007-2013 Intervento 1 “Introduzione dell’agricoltura blu o semina diretta su sodo” • Semina diretta su sodo su almeno 10% della SAU aziendale a seminativo • Divieto di lavorazioni che provochino rimescolamento del terreno • Obbligo di successione colturale • Mantenere in loco i residui colturali • Concimazioni frazionate e localizzate • Controllo delle infestanti • Divieto di utilizzazione fanghi • Registro aziendale Mais in semina diretta su sodo Regione Lombardia – PSR 2007-2013 Intervento 2 “Minima lavorazione” • Divieto di lavorazione a profondità > 15 cm. • Divieto di lavorazioni che provochino rimescolamento del terreno • Mantenere in loco i residui colturali • Concimazioni frazionate e localizzate • Controllo delle infestanti • Divieto di utilizzazione fanghi • Registro aziendale Mais in minima lavorazione Domande • Quali sono gli aspetti positivi dell’Agricoltura Conservativa? • Quale operazione colturale non è consentita in agricoltura conservativa e perché? • Differenze tra minima lavorazione e semina su sodo. • I residui della coltura precedente mantenuti in campo quali vantaggi comportano? • Quali terreni sono consigliabili in agricoltura conservativa? • Caratteristiche delle attrezzature e delle macchine per l’agricoltura conservativa. Dottorato di ricerca in Ecologia Agraria XXII Ciclo - Mattia Fumagalli