I. R. Inserto del periodico trimestrale TuttaPovo edito dal Club Interassociativo TuttaPovo DICEMBRE 2015 n. 3 / 2015 / 28° num. pub. IL MELOGRANO IL MELOGRANO Inserto al Periodico trimestrale TuttaPovo edito dal Club Interassociativo TuttaPovo IN QUESTO NUMERO Editoriale una tappa importante per riflettere DICEMBRE 2015 natale: Festa della Speranza 4 6 AnnO VII / n. 28° / n. 3/2015 Centro polifunzionale - Sala Incontri COmITATO DI REDAZIOnE notizie dal nucleo “Girasole” 10 Direttore: Paolo Giacomoni Film “Ti ho incontrata domani” 11 Coordinamento: Antonio Bernabè Appuntamenti nei mesi di ottobre-novembre 2015 14 Domeniche al Centro Servizi 15 In redazione: Antonio Bernabè - Michela Bernardi - Erica Ciresa Renzo Dori - Mariarosa Dossi - Roberto Maestri Padre Domenico Marcato - Loredana Pintarelli Foto: Festa Centro Servizi di Sergio Casetti Servizio Animazione - Fonti varie Si ringraziano tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a dar vita a questo numero de “Il melograno” supplemento al periodico trimestrale Tuttapovo meeting Distretti Famiglia Dall’ApSp di povo 8 Divertimento Tanto per ridere… Concorso a premi pillole di storia 16 un ricordo della grande alluvione del 1966 18 La pagina della poesia 19 Speciale Decennale Centro polifunzionale 20 Stampa: Publistampa Arti grafiche - Pergine Valsugana (TN) In copertina: 10 anni di attività Il Forest Stewardship Council® (FSC®) garantisce tra l’altro che legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore di conservazione, dal taglio illegale o a raso e da aree dove sono violati i diritti civili e le tradizioni locali. La Direzione e il Consiglio di Amministrazione AUGURANO a Ospiti, Familiari, Dipendenti e a tutti i lettori de “Il Melograno” Buon Natale e Felice Anno Nuovo Editoriale Una tappa importante di Renzo Dori E ra il 2005 quando con un po’ di trepidazione abbiamo posto le basi per l’avvio di un’attività completamente nuova. Dopo oltre un secolo che il “Margherita Grazioli” si occupava di residenzialità legata alla non autosufficienza, in quell’anno, forti di una importante condivisione progettuale con i servizi sociali del Comune di Trento, ci “aprivamo” alla gestione di nuovi servizi rivolti alla popolazione adulto - anziana. Si trattava di avviare l’attività di un Centro Diurno, di 21 Alloggi Protetti e del Centro Servizi. Il complesso edilizio del Centro Polifunzionale per anziani, di proprietà del Comune di Trento, era ed è tutt’ora di notevole pregio, con ampi spazi a disposizione e quindi con forti potenzialità nell’offerta di servizi qualificati e per quel tempo anche fortemente innovativi. Il Centro Diurno, recuperando inizialmente diversi utenti che frequentavano quello di Madonna Bianca in fase di chiusura per lavori urgenti, si animò subito di molte persone che fecero poca “fatica” ad inserirsi nella nuova struttura vista anche la sua bellezza e l’accoglienza riservata dai nostri operatori. Gradimento anche da parte delle famiglie oltre che degli ospiti e non solo per gli spazi messi a loro disposizione, ma anche per le attività che il personale, con grande professionalità, sapeva organizzare giorno per giorno onde facilitare e rafforzare elementi di socializzazione, stimolazione cognitiva, manualità, fantasia e mantenimento/miglioramento delle performance fisiche con esercizi ginnici calibrati. I dati di frequenza (vedi tab. 1) e di 60 50 40 gradimento delle attività si sono ben presto assestati su valori molto alti che permangono tuttora tanto che non manca mai l’entusiasmo di ritrovarsi a fare quattro chiacchiere e la piacevolezza di stare tutti assieme. Anche gli Alloggi Protetti, vista la loro dotazione di spazi e la felice ubicazione, ben presto hanno conosciuto il tutto esaurito. A lungo si era in precedenza discusso con il Comune di Trento sulla “entità/qualità” della protezione da garantire ai nuovi residenti e la scelta poi condivisa fu quella di fornire/garantire una protezione “soft” non invasiva della privacy di ogni singolo inquilino e tale da consentire l’accesso e l’utilizzo dell’alloggio a persone in sufficiente buona salute e capaci di svolgere con facilità le azioni legate ad una vita autonoma. Fu una scelta positiva perché in qualche modo favorì la creazione di una piccola comunità fra i neoresidenti e invogliò quest’ultimi ad integrarsi con le attività promosse dal Centro Servizi. La scommessa iniziale di superare elementi/tendenze all’autoisolamento attraverso il coinvolgimento delle persone e la presenza di stimolo di personale dedicato è risultata fin dall’inizio vincente. Il Centro Servizi, preposto alla costruzione di un ponte con la comunità del territorio della collina, i suoi residenti adulto-anziani, le associazioni, i circoli e i singoli cittadini, dopo un primo scontato avvio in salita, ben presto manifestò tutte le proprie grandi capacità di iniziativa e di stimolo. L’alta professionalità degli operatori e la notevole dotazione di spazi consentì di costruire da subito un cospicuo “pacchetto” di iniziative e proposte tanto da riscontrare in poco tempo un’alta adesione e partecipazione. Le attività che si caratterizzavano per un forte target rivolto al benessere della persona nella sua totalità sia fisica che psichica, via via hanno visto una costante crescita di adesioni (vedi tab. 2). 30 20 10 an no 20 14 an no 20 06 an no 20 08 an no 20 10 an no 20 12 0 Tab. 1 - Numero di utenti che hanno frequentato il Centro Diurno (valori assoluti) 4 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 IL MELOGRANO sogno si è realizzato e questo dà ulteriore energia per continuare e migliorare ulteriormente la nostra proposta e la nostra capacità di lettura dei bisogni delle persone e del perseguimento del loro benessere. Un ulteriore riscontro positivo è stato quello del costante aumento negli anni di persone che hanno messo a disposizione del loro tempo per coadiuvare i vari settori di attività e rafforzare gli elementi di socializzazione fra le persone. Tutto ciò a conferma di quanto ormai la comunità senta come proprio il Centro Polifunzionale, tanto da impegnarsi in un prezioso lavoro di volontariato e di solidarietà. 30 20 10 0 id eo La scelta poi di apertura del Centro Servizi all’associazionismo mettendo a loro disposizione spazi e locali per attività autogestite sia in vasca terapeutica che in palestra, che sale di grandi e piccole dimensioni per attività culturali o di tempo libero, ha rafforzato ulteriormente il legame con il territorio e l’associazionismo locale (vedi tab. 3). Tanto che oggi sarebbe impensabile non poter disporre di un Centro così ben organizzato e con tante potenzialità. Conforta il fatto che più gli anni passano e più il Centro Servizi ha saputo legarsi, intrecciarsi con il tessuto della comunità non solo adulto-anziana, ma anche intergenerazionale. In un decennio si è riusciti a dare corpo a ciò che inizialmente sembrava una scommessa, un sogno. Ora senza trionfalismi possiamo ben dire che quella scommessa, quel anno 2010 anno 2014 sa la v Tab. 2 - Numero di iscritti all’attività motoria (valori assoluti) 40 nt ri an no 20 14 an no 20 06 an no 20 08 an no 20 10 an no 20 12 0 sa la in co 10 pa les tra 20 a 30 er ap eu tic 40 at 50 va sc 60 Tab. 3 - Numero di contratti per l'utilizzo degli spazi presso il Centro Servizi (valori assoluti) Anno 2015 - Il personale del Centro Diurno e di Servizi di Povo IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 5 / Per riflettere di padre Domenico marcato C Natale: festa della Speranza arissimi, è già passato un anno nato per voi un Salvatore, che è Cristo e siamo arrivati a Natale e alSignore. Questo per voi il segno: trovel’ inizio di un nuovo anno. Il rete un bambino avvolto in fasce, adatempo passa veloce e inesorabile. Già giato in una mangiatoia» (Lc 2, 10-12). dai primi di novembre in alcune vie Il segno dunque non è un figlio di un della città si sono accese le luci per rire che abita in un palazzo regale, con cordare alla gente che è arrivato il vestiti regali, ma un bambino avvolto tempo di pensare ai regali da fare. Al in fasce e adagiato in una mangiatoia. Centro Diurno e in alcuni Nuclei si è Ecco dove possiamo trovare la spegià cominciato a fare degli oggetti da ranza per andare avanti: in questo vendere nel mercatino di Natale, ma con finalità ben diverse da quelle commerciali. Per molte persone il Natale rimane una festa esteriore fatta di luci, di musica, di regali, con la speranza che aumentino i consumi e il Pil. Per noi cristiani il Natale rappresenta una memoria viva del nostro Dio che si abbassa fino al nostro livello, nasce da una donna, come tutti noi, sperimenta sin dall’inizio la povertà estrema, non ha un luogo degno in cui nascere. Fugge in Egitto con Maria e Giuseppe provando sulla sua pelle la sofferenza e la paura, come tanti bambini che fuggono con i loro genitori dalla Siria, dalla Libia, dall’Egitto e da altri paesi africani o arabi. Per noi cristiani il Natale è la Padre Domenico Marcato, dehoniano festa della Speranza. In mezzo a tanti disperati che fuggono dalle bambino avvolto in fasce e adagiato in guerre, che hanno perso il lavoro; a pouna mangiatoia. Questo bambino è veri che diventano sempre più poveri, Gesù, che significa “Dio salva”, quindi a giovani che non vedono futuro, si è il Salvatore. Questo bambino è l’Emrinnova l’annuncio dell’angelo fatto ai manuele, il Dio con noi, che non ci abPastori: «Non temete: ecco, vi annunbandona mai, anche se a volte sembra cio una grande gioia che sarà di tutto il che sia lontano. Questo bambino mopopolo: oggi, nella città di Davide, è rirà in croce e dopo tre giorni risor- 6 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 gerà, vincendo la morte, l’ingiustizia, il peccato. Un giorno, un ragazzino di 7 anni mi ha chiesto: «Dio che è tanto buono e potente, che ha creato le montagne, il cielo e la terra, i bambini, perché permette che molti bambini muoiano a causa delle guerre?». La domanda vale 10.000 €. Io ho cercato di rispondergli meglio che potevo e nel modo più semplice, in modo che capisse: «Come Dio, che può tutto, ha aspettato il “SÌ” di un’adolescente di 14-15 anni per essere la madre di suo figlio Gesù – poteva fare anche tutto da solo, essendo Dio – così per far cessare le guerre, non interviene direttamente Lui, ma si serve di uomini e donne disposti anche a dare la vita per la pace e la giustizia. Promuove una catena di solidarietà, accogliendo la massa dei rifugiati, facendo cambiare anche le leggi europee. Si serve di papa Francesco che va a parlare al Congresso Americano e all’ONU, e di tante altre persone umili e semplici, che non appaiono sui giornali. Si serve anche di noi, se accettiamo di essere nel nostro ambiente uomini e donne di pace e di speranza». Carissimi, vi auguro di cuore un Buon Natale e Felice Anno Nuovo, che ognuno di noi possa essere testimone vivente di speranza, di gioia e di pace, là dove si trova a vivere. Vi saluto con affetto e con un abbraccio fraterno. IL MELOGRANO L’asino e il bue di bruno Ferrero P remesso che il bue e l’asinello non erano nella stalla con Gesù, come scrive papa Benedetto XVI nel suo libro sull’infanzia di Gesù presentato nel 2012, dal racconto che segue possiamo comunque trarre un utile insegnamento. Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare la Santa Famiglia nella stalla. Per primo, naturalmente, si presentò il leone. «Solo un re è degno di servire il Re del mondo – ruggì – io mi piazzerò all’entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!». IL MELOGRANO «Sei troppo violento» disse l’angelo. Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò: «Io sono l’animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!». «Sei troppo disonesta», disse l’angelo. Tronfio e splendente arrivò il pavone. Sciorinò la sua magnifica ruota color dell’iride: «Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!». «Sei troppo vanitoso», disse l’angelo. Passarono, uno dopo l’altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono. Invano. L’angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene. Vide però che l’asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta. L’angelo li chiamò: «E voi non avete niente da offrire?». «Niente – rispose l’asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie – noi non abbiamo imparato niente oltre all’umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!». Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: «Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code». L’angelo finalmente sorrise: «Voi siete quelli giusti!». N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 7 / Centro Polifunzionale - Sala Incontri A Povo il primo Meeting Distretti Famiglia di Renzo Dori L’ Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili ha voluto organizzare il 28 ottobre scorso, presso il nostro Centro polifunzionale, il “Primo Meeting Distretti Famiglia” della Provincia di Trento. La scelta, come ha ricordato, nel suo saluto iniziale ai numerosi convenuti, il Presidente dell’APSP “M. Grazioli” Renzo Dori, non è stata casuale. Si è voluto in qualche modo riconoscere l’importanza di uno degli ultimi Distretti Famiglia nati in provincia e precisamente quello di Povo sulla collina est del Comune di Trento, che tra l’altro rappresenta una sua specificità nel panorama delle politiche di conciliazione tempi di lavoro e tempi per la famiglia. Attualmente i Distretti Famiglia presenti sul territorio trentino sono 15 e raggruppano circa 550 organizzazioni. Il Distretto Famiglia rappresenta un circuito economico e so8 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 ciale in cui diversi soggetti operano in rete con l’obiettivo di valorizzare la famiglia e sostenere il benessere familiare e della comunità in cui è inserita. La rete dei Distretti Famiglia crea sinergie capaci di dar vita a capitale sociale in una prospettiva di welfare generativo che faciliti il riconoscimento del protagonismo delle famiglie. Il Sindaco di Trento Alessandro Andreatta nel suo intervento ha ricordato che «…il tema delle politiche familiari è stato un cavallo di battaglia per decenni nei programmi politici europei. L’Italia è ai primi posti in Europa per sostegno alla natalità (3% del Pil destinato alle politiche familiari) e in Trentino si registrano i dati migliori rispetto al resto del paese: questo è il frutto della volontà politica e, soprattutto del contesto socioeconomico. Inoltre è bene tener presente che la famiglia non è un costo ma un investimento: i Distretti ne sono consapevoli IL MELOGRANO e lo hanno riconosciuto e promosso ampiamente sul territorio». Sara Ferrari, assessore provinciale alle Pari opportunità, ha a sua volta ricordato «…l’importanza della Legge provinciale 1/2001 grazie alla quale si è formalizzato un impegno condiviso a favore del benessere della famiglia, che si è evoluta nel tempo. Dopo un’iniziale incomprensione del potenziale di sviluppo che si poteva generare, ora la comunità sta cominciando a capire e ad accettare anche questa evoluzione. Siamo stati all’Onu con Malfer per presentare la best practice italiana del Family audit, dove si è riconosciuto che lo strumento della conciliazione vita/lavoro genera benessere sociale ed economico. La scommessa delle politiche familiari è che sono a costo zero e partono dal basso; ora è importante rafforzare i sistemi premianti che valorizzano gli enti certificati con marchi “Family” nelle gare d’appalto e nella distribuzione dei contributi». Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, ha fatto il punto della situazione attuale dichiarando la sua soddisfazione per il percorso fin qui fatto e i risultati raggiunti. La soddisfazione deriva anche dal fatto, ha ricordato, che siamo gli unici in Italia ad aver già attuato quanto previsto nel Piano nazionale della famiglia del 2012 che conteneva una sezione dedicata alle alleanze locali per il benessere familiare. Prossimo traguardo da raggiungere è sviluppare sempre più il family mainstreaming in cui tutti i diversi attori dialogano assieme con lo stesso obiettivo. Malfer ha poi evidenziato che a tutt’oggi ci sono 5 tipologie di Distretto: il primo istituzionale; il secondo è il Distretto famiglia economico, a cui hanno aderito il 30% di famiglie trentine e ben il 41% di veneti, lombardi e emiliani (ski family stazioni sciistiche; pacchetto family pernottamento, IL MELOGRANO noleggio attrezzature sciistiche, pasti ecc.); un terzo è il Distretto dell’estate family che ha offerto 1.200 attività estive erogate nelle comunità di valle; quarto Distretto è quello della conciliazione vita-lavoro che mette in rete le aziende certificate per fornire servizi di sostegno alle famiglie; il quinto è il Distretto famiglia educativo in chiave di comunità educante. A questi primi interventi sono poi seguiti quelli dei singoli referenti dei Distretti che hanno portato le loro esperienze, attività e programmi non dimenticando di evidenziare eventuali criticità riscontrate nella loro attività. I referenti del nostro Distretto family collina est - Povo/Comune Trento hanno ricordato le modalità attraverso le quali si è inizialmente costituito il Distretto (giugno 2014) che vede l’adesione di soggetti diversi dal settore pubblico, come l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “M. Grazioli”, a quello privato come la “Fondazione Kessler”, al privato sociale qual è la “Cooperativa sociale Kaleidoscopio”, al soggetto commerciale - alimentare come la “Famiglia Cooperativa di Povo”. Questi soggetti sin dalle fasi iniziali si sono posti nella tipologia di Distretto che tende a realizzare e metter in campo iniziative di sostegno rivolte esclusivamente ai dipendenti delle realtà aderenti (oltre 800 persone) con al centro il tema della conciliazione tempo lavoro e tempo famiglia. La giornata di verifica dei percorsi attuati e dei programmi da realizzare si è conclusa con l’impegno di tutti nel proseguire la strada intrapresa e nel cercare di ampliare la rete dei Distretti e dei soggetti coinvolgibili partendo dalle molte buone prassi e dalle esperienze maturate in un’ottica di perseguimento del benessere familiare. N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 9 Notizie dal Nucleo “Girasole” ECARE DO GENTL “IL METO LLA ISTENZA A NELL’ASS : DEMENZA LITÀ DI IORE QUA L IG M UNA E” N LE PERSO VITA PER N ello scorso numero de “Il Melograno” avevamo annunciato che dopo un percorso piuttosto impegnativo l’Istituto di Certificazione Internazionale Bureau Veritas Italia SpA stava ultimando la visita di verifica presso il nostro Nucleo Alzheimer “Girasole” e ci aveva anticipato la conformità di quanto da noi realizzato e continuamente aggiornato rispetto al metodo non farmacologico Gentlecare e che tale rispondenza consentiva il rilascio della certificazione a tutti gli effetti. La soddisfazione di tutto il personale e della Direzione è stata grande anche perché era il frutto di tanto impegno e di un percorso non facile, ma voluto fortemente da tutti per il bene dei nostri residenti nel Nucleo. La soddisfazione è poi aumentata nel sapere che la nostra struttura è la terza in Italia a ricevere tale riconoscimento! Ecco qui riprodotto il tanto sospirato certificato con infinite felicitazioni e complimenti a tutto il personale di Nucleo. 10 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 IL MELOGRANO / Centro Polifunzionale - Sala Incontri Grande partecipazione alla proiezione del film di Toscani sul tema dell’Alzheimer di Renzo Dori V enerdì 6 novembre la nostra Azienda, in la collaborazione con l’Associazione Alzheimer Trento, ha organizzato una serata dedicata ai temi dell’Alzheimer utilizzando un recente cortometraggio girato completamente nel Centro storico di Trento dal regista Marco Toscani. La serata, che ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico, circa 200 persone, è stata condotta dalla giornalista Marilena Guerra di TCA. Ha aperto l’incontro il Presidente Renzo Dori che ha ricordato il perché di questa iniziativa e di quanto sia importante mantenere alta l’attenzione, fra la cittadinanza, attorno alla malattia e alle famiglie che si prendono cura dei malati a domicilio. Per quanto riguarda poi il lavoro svolto da quasi un decennio dall’Azienda “M. Grazioli” nel Nucleo specializzato “Girasole”, ha sottolineato come tale impegno sia stato recentemente confermato anche con l’ottenimento della certificazione del metodo Gentlecare (terza realtà Italiana) applicato nel prendersi cura dei malati presenti all’interno di detto Nucleo. Il dottor Carrozzini, Presidente dell’Associazione Alzheimer Trento, ha ricordato al pubblico in sala l’impegno dell’Associazione nel supportare e aiutare le famiglie al loro domicilio. Gli interventi introduttivi alla serata si sono conclusi con parole di apprezzamento e incoraggiamento da parte dell’assessora alle Politiche sociali del Comune, Maria Chiara Franzoia, che ha sottolineato come il Comune di IL MELOGRANO Trento assieme alla Provincia autonoma e all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari siano fra i promotori del filmato. Il regista Marco Toscani, per introdurre i presenti al dramma Alzheimer, è intervenuto con un breve ma efficace prologo. Egli ha suggerito ai presenti di paragonare la nostra vita a un tessuto ricco di colori e di immagini nel quale, ad un tratto, per uno strano evento, un filo di quel tessuto si incaglia da qualche parte e via via si disfa, si scolora, perdendo i disegni della trama e le raffigurazioni, fino a dissolversi. A questa prima, forte emozione, derivante dal prologo di Toscani, è seguita la proiezione del cortometraggio dal titolo “Ti ho incontrata domani”. Il filmato ha suscitato nei presenti profonde sensazioni nel seguire la protagonista che si perde e si ritrova nei luoghi a tutti noi famigliari del centro storico di Trento. L’attrice Chiara Turrini, la protagonista appunto, viene inseguita da una persona a lei sconosciuta, che è il marito, impersonato dall’attore Mario Peretti, e girovaga sempre più affannata nei vicoli, in una corsa verso qualche cosa che le possa dare conforto alla crescente paura, all’angoscia, al buio dove i ricordi si affievoliscono assieme alla conoscenza dei luoghi. Ricordi che a tratti riappaiono in modo scoordinato e in bianco e nero come un film d’altri tempi per poi ritornare alla colorata realtà che non consente più di collegare passato e presente. Dopo il filmato l’attrice protagonista Chiara Turrini ha recitato un monologo interpretando la parte di una persona con Alzheimer di struggente realismo che ha coinvolto tutti. Al termine un fragoroso applauso sembrava quasi liberare i presenti dall’angoscia trasmessa dalla magistrale interpretazione della signora Turrini. La serata è proseguita con il dibattito, ricco, teso a volte “suggerito” da tante emozioni messe in gioco e da tante preoccupazioni esposte senza reticenze da chi in famiglia si prende cura di questi pazienti, troppo spesso lasciati soli o scarsamente aiutati. La dottoressa Taufer, della Società Italiana di psicologia adulto e anziano, in chiusura, ha auspicato che serate come questa di Povo si possano replicare in tutta la provincia per mantenere alta l’attenzione e la tensione su un tema di così grande impatto sociale. N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 11 monologo recitato da Chiara Turrini dopo la proiezione del cortometraggio di marco Toscani“Ti ho incontrata domani”. L a prima volta è stato al tavolo di un caffè. Era bello quel pomeriggio in città con mia figlia Luisa. Arriva il cameriere e mi chiede: «Per lei?». Una domanda semplice, ma semplicissima perfino. E di fatto la risposta doveva essere altrettanto semplice, no? Però, ma che strano, io… non riuscivo a trovare le parole… sì, le parole non venivano! Io, io capivo cosa dovevo rispondere ma… quelle stramaledette parole non riuscivano a fare il tragitto dalla mia testa alla mia bocca. Ah, che ridere! Luisa rideva, io ridevo… il cameriere no, lui ci avrà preso sicuramente per matte, entrambe; per fortuna che ci conosce. Luisa sa cosa ordino di solito: «Grazie. Due caffè e due brioche…». È stato un attimo, quell’attimo è come se… una nebbia fittissima mi fosse entrata nella testa e mi avesse impedito di pensare le parole. La seconda volta mi ha un po’ preoccupata. Io e Mario stavamo per uscire. Ero bell’e pronta, tutta vestita, mi mancavano solo le scarpe… le scarpe. Guardavo stupita le scarpe… a cosa potevano servire queste strane cose e più il pensiero era sulle scarpe, più correva lontano verso quella nebbia a cui non avevo più pensato. 12 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 Poi è arrivato Mario, il mio Mario. Mi ha preso le scarpe fra le mani, si è inginocchiato davanti a me come fa, spesso, con tenerezza, me le ha infilate e mi ha detto: «Sei ancora la mia principessa». Quelle parole mi hanno portato lontano, verso quella nebbia da cui appunto ero fuggita. Io, in quel momento, sì,… ho avuto paura. Non ho detto niente a nessuno, ma quel buio… mi è rimasto… dentro. La terza volta. Me l’hanno raccontata, perché non me la ricordo. Ero con mia figlia, sì… e stavamo per uscire. Ci piace di tanto in tanto andare in città, per negozi. Abbiamo un’affinità tra noi che… spesso qualcuno ci dice addirittura che… non sembriamo mamma e figlia, ma quasi due amiche. Beh, comunque, sto per entrare in macchina e… di colpo … mi arriva quel buio… Io non so più cosa fare, ma poi, sì… io, lo so cosa fare, ma non so come… quale gamba… quale piede. Io l’avrò fatto migliaia di volte di entrare in macchina, ma dai… mi sembra quasi impossibile, mi prende lo sconforto, il panico. Ci provo, comunque; sto per entrare, ma no… e cado. Mia figlia capisce subito che non è una semplice caduta. IL MELOGRANO Lei mi aiuta a rialzarmi. Oh Dio, è come se non avessi mai imparato a camminare. Mentre mi aiuta mi guarda negli occhi e dice: «Mamma». Quella voce è come una luce, un filo d’Arianna che mi porta a casa. Mi guardo sbalordita, sì, ero… ho le calze strappate e le ginocchia scorticate... Lei mi dice: «Andiamo dal medico». «No, ma dai cosa vuoi che sia, non è niente, due stupidi graffi, basta disinfettarli». Lei… non risponde. Al medico da cui andiamo non interessano tanto le mie ginocchia. «Io lo avevo detto, ma dai, non era niente». No. Sì, le disinfetta. Io quasi provo vergogna. Però. Mi fa un sacco di domande. Mi chiede: «Quanti anni ha? Che giorno è oggi? Come si chiamano i suoi figlioli?» Mah, che strano medico! Ma che domande stupide! «Ho 27 anni, non sono ancora sposata e quindi non ho figli, ci mancherebbe! Però… Mario… io ne vorrei, ma almeno due». La donna che è nella stanza parlotta con il medico, s’al- IL MELOGRANO lontanano forse per non farmi sentire e… pensano sicuramente «Ma guarda quella vecchia lì, ancora da sposare, eh?». A me non m’importa nulla. A un certo punto la donna si avvicina, mi prende a braccetto e mi dice: «Andiamo a casa». Ah, ma allora lei sa dove c’è casa mia! No! Non lo sa, perché mi porta in un posto che non è la mia casa, dove ci sono cose che non sono le mie! Ma le persone che sono lì: sì, io dovrei conoscerle perché… mi chiamano per nome, mi si avvicinano, mi accarezzano… mi… toccano. «Andatevene, andatevene via! Non vi conosco, io, andatevene… via. Io voglio tornare a casa mia, fatemi andare a casa, vi prego. Mamma! Mamma! Che buio. Ho paura. Mamma, dove sei?... mamma... mamma…» A chi verrà, dopo di me, lascio il mio posto nel letto e il tuo sorriso, che accendeva mille luci sul palcoscenico della mia vita. N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 13 / Dalla RSA di Povo Mesi di ottobre/novembre 2015 8 ottobre Nel mese mariano siamo in visita alla chiesa parrocchiale di Povo 24 ottobre Assistiamo alla spettacolo “Allegramente insieme” proposto da Gianko Nardelli in collaborazione con la Cassa Rurale di Trento 17 novembre Assistiamo al concerto del Coro ignaziano Intanto nel mese di novembre fervono i preparativi per le prossime festività natalizie 14 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 IL MELOGRANO / Dal Centro Polifunzionale di Povo Domeniche al Centro Servizi D opo il successo riscontrato nell’attività d’animazione delle “domeniche d’estate” il CENTRO SERVIZI ripropone le domeniche animate presso la SALA INCONTRI a partire da domenica 6 DICEMBRE a domenica 28 FEBBRAIO dalle ore 11.30 alle 15.30. L’iniziativa è libera ed è rivolta ad anziani che desiderano stare in compagnia, divertendosi, fare un po’ di ginnastica e pranzare tutti assieme. È previsto il trasporto per le persone del territorio di pertinenza del Polo Sociale Argentario Povo Villazzano e dei Poli limitrofi per massimo 12 persone completamente gratuito (il trasporto deve essere prenotato in ufficio allo 0461 818101 entro il mercoledì precedente l’incontro). Il pranzo prevede un contributo economico a carico del partecipante di circa 5 € (i partecipanti devono prenotare il pasto entro il mercoledì precedente l’incontro). Presso l’UFFICIO DEL CENTRO SERVIZI si potrà richiedere il programma delle attività, che prevede anche la collaborazione di enti e associazioni del territorio (Sat, Alpini, Cori ecc). Partecipate numerosi e vi divertirete… La giornata è così strutturata: 11.30 - Accoglienza Dalle 12.00 alle 13.00 Pranzo tutti insieme Dalle 13.00 alle 14.00 Riposo, lettura guidata, animazione Dalle 14.00 alle 14.45 Attività motoria Dalle 15.00 Merenda 15.30 Chiusura attività Informazioni presso L’UFFICIO DEL CENTRO SERVIZI al primo piano del Centro Polifunzionale. Oppure chiamando al numero 0461 818101. IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 15 Divertimento Tanto per ridere... ... e divertirsi un po’ GRANDE CONCORSO A PREMI Ritorna il Senza parole… .1 n o l l e n i v o d In viene e v r e s o d n Qua ando u q e a t a t t u b viene ù i p e v r e s n no cos'è? e h C . a t a r e recup L 16 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 R icchi premi riservati agli ospiti della RSA e del Centro Diurno che sapranno indicare la risposta esatta ad almeno uno dei due indovinelli. Indovine llo n. 2 Sai qual è la diffe renza tra uno s pecchio e uno stupido ? e soluzioni vanno consegnate agli operatori di animazione con indicato il nome dell’anziano; seguirà la premiazione con nome e foto del vincitore nel prossimo numero de “Il Melograno”! IL MELOGRANO Divertimento Ecco i vincitori del concorso indovina indovinelli n° 27 n. 1 o l l e n i v o d n all’i tavolo l u s e a l o v to a ta “Sono sedu Con uno . e h c s o m i ci sono diec uccido 3, e n e h c s o tavolo?” l u schiacciam s o n o g n che rima s o m e t n a u q ente: m a t t a s e o ost Hanno risp te via” a l o v o n o s erché “Nessuna p Aurora Meneghini (RSA Nucleo Genziana) all’indovinello n. 2 ro “Qual è l’unico nume uante che ha tante lettere q la cifra che indica?” amente: Hanno risposto esatt “Tre” Aurora Meneghini (RSA Nucleo Genziana) Giovanna Contiero (RSA nucleo Genziana) Maria Luisa Fontana (RSA nucleo Ciclamino Ersilia Bertotti (RSA nucleo Tulipano) Onorina Caserotti (RSA nucleo Tulipano) Giuseppe Ongari (RSA nucleo Mughetto) Congratulazioni e un applauso a tutti quelli che hanno indovinato e un incoraggiamento per quelli che non hanno azzeccato la risposta! FORZA CONTINUIAMO COSÌ partecipare è facile! IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 17 Un ricordo della grande alluvione del 1966 di Antonio bernabè C irca un anno fa avevamo avuto occasione di registrare una lunga intervista con Adriano Loss (nella foto), recentemente scomparso, la prima parte della quale è stata pubblicata su “Il Melograno” di marzo 2015 e riportava alcuni episodi da lui vissuti al tempo della Seconda guerra mondiale. Da quell’intervista qui riprendiamo i ricordi legati a un momento importante e drammatico che ha riguardato il nostro Trentino: l’alluvione del 1966. «Vorrei dire – racconta il signor Adriano – che i danni causati dalle intense e continue precipitazioni registrate fra il 3 e il 5 novembre di quell’anno, io me li ero subito immaginati. Il 4 novembre stavo al distretto per assistere alla parata militare, ma la mia attenzione era tutta rivolta alla cascata di Sardagna, che s’ingrossava sempre più. Le mie cupe previsioni non tardavano a trovare conferma. Appena il giorno dopo si delineava un quadro estremamente preoccupante non solo per la perdita di vite umane, per i danni alla viabilità e alle infrastrutture ma anche al patrimonio boschivo del nostro Trentino, settore di mia competenza. Ricordo che in Val Calamento, in Val Cia e nella zona di Passo Cinque Croci era venuto giù tutto. Parliamo di 200/300 mila metri cubi di legname, che ovviamente faceva diga nei corsi d’acqua, peggiorando la situazione. Qualche giorno dopo il mio capo mi assegnava in servizio in Primiero, zona di origine della mia famiglia. Il Primiero era una delle valli più colpite dall’alluvione. A Mezzano una frana di fango aveva distrutto metà del paese. Maggiori ancora erano i danni provocati nella zona di Canal San Bovo, con la distruzione dei ponti sui torrenti Vanoi e Lozen, l’interruzione della strada del Molaren mentre il torrente Cismon aveva fatto franare in diversi Particolare del ponte di Ronco, sul torrente Vanoi, strada provinciale del Broccon, crollato a seguito della piena del torrente nel 1966 18 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015 Adriano Loss punti la statale e portato via il ponte in località San Silvestro. Ricordo che uno dei primi ad arrivare lassù era stato l’ingegner Ezio Mattivi, mio compagno di studi e collega di lavoro. A lui era stato affidato il compito di ripristinare la viabilità tra Canal San Bovo e il Primiero attraverso la Gobbera. In quell’opera era aiutato da molti mezzi messi a disposizione dalla Provincia e soprattutto dalle ruspe e dagli uomini dell’Esercito. Avevo chiesto anch’io dei rinforzi per bonificare le zone boschive maggiormente devastate, ma a me hanno assegnato una sola persona. Vedevo però che in quei frangenti c’erano altre priorità. La mia base era Transacqua e da lì partivo ogni mattina con una motoretta di marca tedesca per recarmi nella zona di Canal San Bovo e di Caoria. Lassù facevo quello che spesso mi capitava di fare anche quand’ero in ufficio a Trento: dar una mano alla mia gente per risolvere qualche problema e, in quel periodo, per uscire più in fretta possibile dall’emergenza. Nei primissimi giorni mancava di tutto: acqua, medicinali, un letto per chi aveva la casa pericolante. Passata l’emergenza è iniziato il lungo e pesante lavoro di recupero, anche con l’impiego di numerose teleferiche, del legname di proprietà demaniale, parte del quale è stato poi venduto, in accordo con i Comuni, al prezzo di 6 mila lire al metro cubo, quando il prezzo di mercato prima del disastro oscillava fra le 7 e le 8 mila lire. Poi sono venuti anche i rimboschimenti e con una oculata gestione forestale siamo arrivati a raddoppiare il patrimonio boschivo». IL MELOGRANO La pagina della poesia Nadal Nadal l’ariva ensema a le folade de vent, che spazza via l’ultime foie. Su le montagne, su le tope moie, s’ha destendù le prime nevegade. Gh’è ’n’alegria che sbisega ’n le strade; a le vedrine gh’è ’n smaniar de voie. Tra i rivendicoi, dai fornei che boie, che profum de castagne brustolade! For oltra i coerti, negri, ’n te la sera, se slarga ’l ziel, sbusà da qualche stela che par fiori de luce su ’n te ’n prà en l’aria gh’è qualcoss che no se sa se sia ’l ricordo de na fiaba bela, o la speranza de ’na fiaba vera. Arcadio Borgogno 1960 Arcadio Borgogno (Borgo Valsugana 1914 – Trento 1977) è considerato dalla critica un valente poeta a livello nazionale; le sue liriche in vernacolo hanno raccolto significativi riconoscimenti anche a livello internazionale. L’album Fermete Vece foto sbiadide, cancelade dal temp. Storie pasade, come la zent. La zent de quei anni che no gh’è pù. Però, l’è quella che ma precedù. En mez a stenti e tribulazion, ale volte aiutade da ’n orazion, averzendo la strada alla me generazion. Vece foto sbiadide cancelade dal temp vo ritrovade, e son... content. Fermete, scolta. Scolta el vent che sofia scorlando i arbori, l’acqua che slipega via sui sassi. I osei che zifola, la zent che ciacola. I zighi dei boci che zuga. Fermete, scolta. Lontan dal fracas dela zità anca el silenzi el parla. E con semplizità el tè empienis de quel che tai desmentegà. Antonio Maule Antonio Maule IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2015 / Il Melograno / 19 E L A I C E SP 10 i n n a 23-25 ottobre 2015 Centro Servizi Centro Diurno Residenze Protette IN FESTA IL CENTRO SERVIZI DI POVO da dieci anni attivo nella comunità Povo, venerdì 23 ottobre 2015 Aprendo la festa per i 10 anni di attività del Centro Servizi di Povo, il Presidente Renzo Dori ha portato ai presenti il saluto e il ringraziamento dell’intero Consiglio di amministrazione e suoi personali. Ha quindi illustrato al pubblico presente il significato di questa ricorrenza con l’intervento che qui si riporta. Oggi siamo in festa a distanza di dieci anni esatti dall’apertura del Centro Polifunzionale. Un decennio per un’Istituzione non è un gran lasso di tempo ma noi abbiamo voluto ricordare questa data soprattutto per verificare se la strada fin qui percorsa sia in linea con quanto ci eravamo proposti. Andando a ritroso con il pensiero a più di dieci anni fa ricordo il nostro lavoro, competente e professionale, con le persone non autosufficienti ospitate nella RSA “M. Grazioli”. Il percorso che iniziava nel 1995 con l’apertura del Centro Polifunzionale era, dunque, per noi un’esperienza completamente nuova che ci metteva davanti strade fino a quel momento inesplorate. È stato questo, in sintesi, l’importante passaggio dalla gestione, per quanto moderna ed efficiente, di una Casa di Riposo a quella, ben più complessa e articolata, di un’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona. Sapevamo che assumendo la gestione del Centro Polifunzionale avremmo dovuto dar spazio ai rapporti con il territorio, per fare rete con una molteplicità di soggetti, siano essi le Circoscrizioni di riferimento, i Circoli anziani, le numerose Associazioni ma anche singole persone. Siamo partiti con entusiasmo, con semplici e chiare idee che hanno dato vita ai primi progetti. Fondamentalmente ci siamo proposti di favorire il “ben-essere” di persone adulto-anziane che vivono nell’ambito del comune di Trento. A questo scopo abbiamo fin dall’inizio organizzato percorsi di attività motoria, proposte culturali, laboratori che danno spazio a un ampio ventaglio di attività, anche manuali, e infine abbiamo messo a disposizione la struttura del Centro Servizi affinché diventasse luogo di aggregazione e di sostegno per tutti coloro che ne facevano richiesta. Il grande lavoro che ha impegnato l’équipe del Centro Servizi in queste attività è più dettagliatamente descritto in una apposita pubblicazione di prossima uscita, pubblicazione che delinea l’andamento di ciascun progetto nel corso di questo decennio. I Mi corre l’obbligo di un sentito ringraziamento ai tanti volontari e alle numerose Associazioni che in questi anni ci hanno dato un aiuto e una spinta formidabile affinché i nostri progetti andassero a buon fine. Ad oggi sono trascorsi dieci anni e la strada è ormai tracciata, ma non ci possiamo fermare qui. Continueremo anche in futuro a calibrare e potenziare le nostre proposte, ad arricchire le reti di collaborazione con le Associazioni, sempre pronti a captare istanze nuove che provengono dai territori. Questo luogo deve puntare ad essere sempre più il luogo del “ben-essere” e del “ben-stare” per i nostri utenti, un ambiente dove avvengono scambi amicali tra i soggetti che lo frequentano. Un luogo, in una parola, dove anche in età avanzata non si perde il gusto di ben-vivere affinché a qualunque età non siano mai spenti i colori della vita. Come ha opportunamente sottolineato il Presidente – aggiunge a sua volta Mariarosa Dossi – Direttrice dell’A.P.S.P. “M. Grazioli” – la “Festa del decennale” alla quale noi oggi e domenica 25 ottobre diamo vita, assume un significato positivo soltanto se la rete di relazioni intessute e di servizi offerti in questo decennio trovano sviluppo coinvolgendo un sempre maggior numero di soggetti. Per questo motivo con le celebrazioni del decennale abbiamo voluto dar voce a tutti coloro – siano Istituzioni, Associazioni o singole persone – che in questi anni hanno conosciuto, frequentato e collaborato con il nostro Centro Polifunzionale. Il mio, quindi, è un intervento breve, perché penso sia più importante lasciare spazio ai testimoni, II alle Associazioni, a quanti hanno fruito di questi servizi e di questi spazi. Il progetto del Centro Polifunzionale è stato dai noi seguito e sostenuto almeno un anno prima della sua apertura, avvenuta nel 2005. Nei primi tempi abbiamo “misurato” i bisogni e su questi “calibrato” le nostre offerte. Da quattro anni a questa parte siamo a pieno regime, con un’alta qualità dei progetti realizzati in rapporto alle possibilità economiche disponibili. In quest’ultimo lasso di tempo è cambiato in positivo soprattutto il contributo degli utenti, teso a migliorare l’offerta dei servizi. Con loro si è instaurato un rapporto franco e sincero, che ci ha permesso di aggiustare e migliorare le nostre proposte. Dobbiamo riconoscere che il sostegno del Comune di Trento per il Centro Servizi non è mai venuto meno, così come non è mai mancato il sostegno da parte dei nostri referenti. Aggiungo, per concludere, che fin dall’inizio abbiamo fatto una scelta ben precisa: dare prioritariamente risposta alle persone più fragili e più in difficoltà. A questo punto la parola passa ai rappresentanti delle Circoscrizioni di riferimento per il Centro Polifunzionale. Apre gli interventi Luigina Bazzanella, Presidente della Circoscrizione di Villazzano, per ringraziare in primo luogo l’équipe del Centro Servizi che con competenza e professionalità elabora progetti e gestisce le molte iniziative che diventano una preziosa risorsa per utenti adulto-anziani della collina est di Trento. E se è comprensibile che non tutte le iniziative proposte raccolgano sempre le adesioni desiderate – conclude – io ho notato con piacere che Loredana, Erica e Tiziana non hanno mai smesso di progettare e proporre attività nuove. Sergio Casetti, Presidente della Circoscrizione di Povo, porta la sua personale esperienza che gli fa dire di aver sempre trovato sia fra il personale del “Margherita Grazioli” come fra quello del Centro Polifunzionale la massima disponibilità e cortesia. Questo gli fa concludere che il rapporto fra gli utenti, i famigliari e il personale che lavora qui dentro risulta semplice, non appesantito da pastoie burocratiche e questo facilita l’ottenimento di risultati positivi e appaganti per tutti. Testimonianze La prima testimonianza viene portata da Andrea Bosetti dell’Associazione ANFFAS. Egli, ricollegandosi alle parole chiave lanciate dal Presidente Dori – ben-essere e ben-stare – ricorda che l’ANFFAS di Trento ha utilizzato, fin dal 2007 la vasca terapeutica, con grande beneficio per i 25/30 ragazzi che ne hanno fruito, alcuni dei quali portatori di seri problemi. Sono piccoli, a volte quasi impercettibili miglioramenti quelli che le persone con disabilità hanno tratto dall’attività motoria svolta nella piscina del Centro Servizi, talché alcune di loro hanno potuto in seguito essere accompagnate nelle piscine pubbliche. L’ANFFAS Trentino – continua Bosetti – festeggia quest’anno i 50 anni di attività; auguro anche alla vostra Istituzione di raggiungere questo traguardo confermando i positivi risultati conseguiti in questo decennio. La parola passa quindi a Nicoletta Larcher in rappresentanza della Fondazione “Franco Demarchi” di Trento. Ricorda che fin dal 2005 l’Università della Terza Età e del Tempo disponibile è stata a fianco del Centro Servizi utilizzandone la struttura. La collaborazione tra i due enti è stata particolarmente efficace nella selezione e nel monitoraggio del corpo docente che ha curato l’educazione alla salute e al benessere psico-fisico degli utenti. Constata che l’obiettivo è stato raggiunto e i risultati conseguiti sono di alto livello. Per l’Associazione trentina Parkinson, il dott. Domenico Manigrasso testimonia che l’Associazione da lui presieduta si è avvalsa della struttura del Centro Servizi di Povo dal 2006. Vi abbiamo portato – continua – circa 40 persone colpite da questa malattia, utilizzando non solo la vasca terapeutica, ma anche la palestra. Generalmente si tratta di persone giovani, tra i 25 e i 40 anni, provenienti non solo dalla città, ma anche da Rovereto, Arco e Riva. Questa di Povo è una struttura estremamente preziosa per i nostri utenti, molti dei quali non possono fare attività motoria in palestra, mentre la possono praticare in acqua dove il corpo diventa più leggero e i movimenti risultano facilitati. In Trentino stimiamo che gli ammalati di Parkinson siano oltre un migliaio, con una percentuale media superiore a quella nazionale. Nonostante il tanto impegno profuso nella ricerca, siamo ancora oggi di fronte a una malattia degenerativa incurabile, aggravata dal fatto che sempre più frequentemente riscontriamo un “Parkinson giovanile” con abbassamento dell’età media degli ammalati. Quest’anno la nostra Associazione compie 25 anni e abbiamo ancora davanti a noi una lunga strada da percorrere. Una lunga strada con risultati lusinghieri come quelli finora conseguiti auguro anche a questo Centro Servizi. La signora Carla Brombin parla con ammirazione delle potenzialità dei locali del Centro Servizi e in particolare del grande ambiente chiamato “sala incontri”, per intenderci quello nel quale si svolge anche questo dibattito. Circa un anno fa – dice Brombin – in questa sala è stata allestita una bellissima mostra che ha esposto i miei quadri di fiori, accanto a quelli di mio marito, il pittore Emilio Gualdi e a deliziosi acquerelli frutto del corso di pittura che era stato organizzato proprio in questo Centro Servizi. Un Centro, dunque, adatto allo svolgimento di attività laboratoriale ma che si propone verso l’esterno anche con iniziative culturali. Chiede la parola Angelino Pontalti, neopresidente del Circolo anziani di Villazzano “La Barchessa”. Qui siamo in molti – dice – e mi dispiace non abbiano potuto essere presenti altri apparteIV nenti al nostro Circolo, che stanno preparando a Villazzano il pranzo sociale di domani. Ritengo che per i Circoli anziani della collina questo Centro Polifunzionale sia non solo utile, ma indispensabile. Infatti nei paraggi è uno dei pochi luoghi in cui un’Associazione con numerosi soci può organizzare una serata, fare quattro salti, un torneo di briscola, un pranzo sociale, trovarsi per scambiare due parole, insomma socializzare. Mi auguro che il personale del Centro Servizi sia per noi di sprone nel proporci sempre nuove e interessanti iniziative che sono sicuro troveranno l’adesione dei nostri soci. Per il Presidente UPIPA Moreno Broggi abbiamo assistito in questi anni a una notevole e significativa evoluzione delle modalità di assistenza agli anziani. In Trentino – dice – abbiamo una fitta rete di case di riposo ma da qualche tempo si pensa che il loro numero non potrà crescere ulteriormente. Le attuali Residenze sanitarie assistenziali sono diventate delle “geriatrie di periferia”, ancorché siano istituzioni accoglienti e con servizi di qualità. Il cambiamento più rilevante è avvenuto da circa 15 anni a questa parte, quando le Istituzioni di assistenza e beneficenza (IPAB) sono state trasformate in Aziende per servizi alla persona (APSP), cambiamento che ha notevolmente ampliato l’offerta istituzionalizzata nonché le modalità di assistenza dell’anziano a domicilio. Ne abbiamo qui una evidente dimostrazione in questa struttura dove accanto alla residenza per non autosufficienti, troviamo il Centro Diurno per utenti almeno parzialmente autosufficienti, troviamo gli Alloggi Protetti e infine un Centro Servizi che offre opportunità di incontri e di svariate attività alle persone adulto-anziane del Comune di Trento. Segue una testimonianza di Margaret Smith, alla quale dieci anni fa il dottore aveva consigliato di fare attività motoria. Ho seguito il suo consiglio, dice la signora Margaret, e ho trovato tanta compagnia in persone impegnate nella stessa attività e poi tanta professionalità negli operatori che ci seguivano. Giocavo al ping pong in un gruppo di anziani. Perché, mi sono detta, non lo propongo anche a Povo? A molti non sembra, ma chi lo pratica si accorge che correre attorno a quel tavolo è vero e proprio sport. Due settimane fa si è buttato in questa attività un signore che non aveva mai preso in mano una paletta e oggi è già diventato un campione. Perciò ringrazio l’équipe del Centro Servizi. Il signor Umberto Carsaniga interviene in rappresentanza del Circolo anziani e pensionati di Povo per sottolineare il grande contributo che gli anziani offrono con il volontariato, contributo di sempre maggior rilevanza anche dentro la grande casa del “Margherita Grazioli”. Aggiunge che di recente l’assessore comunale competente ha cal- damente invitato gli iscritti ai Circoli anziani ad offrire il loro apporto volontario in ulteriori ambiti occupazionali. A questo riguardo Mariarosa Dossi conferma che effettivamente l’Amministrazione comunale si sta muovendo in questa direzione anche sulla spinta dell’impellente bisogno di economicizzare la spesa pubblica. Ecco perché le persone che fruiscono di sussidi di sostentamento vengono invitate a rendersi gratuitamente disponibili per servizi di pubblica utilità. Nel grande complesso del “Margherita Grazioli” – conclude Dossi – per nostra fortuna sono sempre state numerose le persone che hanno accettato di “mettersi in gioco” offrendo la loro opera di volontariato in quei settori dove non è necessario operi personale specializzato. A tutte queste persone non finiremo mai di dire un grande grazie. La prima volta che sono entrata in questo Centro Servizi – testimonia Mariarosa Hauser – ero dolorante. Mi è stata proposta attività motoria in acqua e dal corso ho tratto notevole giovamento fisico. La circostanza mi ha dato la possibilità di conoscere altre persone e allacciare amicizie. Successivamente mi sono iscritta a un corso di yoga che mi ha dato sicurezza in me stessa e adesso mi sento veramente bene. In questo Centro mi accorgo di vivere un ambiente famigliare, quasi come fossi a casa mia e voglio ringraziare tutta l’équipe che ci segue sempre con tanta premura. Le “domeniche d’estate”, da giugno ad agosto, sono una delle preziose iniziative organizzate V dal Centro Servizi rivolte a persone adulto-anziane del nostro territorio. Io – dice Fernanda Roccabruna – sono arrivata qui perché da qualche mese mio marito frequentava il Centro Diurno. Con lui ho frequentato questa struttura, bella e confortevole con l’aria condizionata, con lui ho partecipato alle iniziative che domenica dopo domenica ci venivano proposte, come le tombolate, le esibizioni dei gruppi folcloristici e dei cori e altre ancora. Questa delle “domeniche d’estate” è un’iniziativa davvero meritoria, soprattutto per quegli anziani che, in assenza di altri famigliari, tendono a chiudersi in casa e poi magari vanno in depressione. Mi auguro che anche per il futuro questa bella iniziativa venga ripetuta. Anche il nostro staff – testimonia Tiziana Semeraro della Cooperativa AMICA – ha partecipato VI attivamente alle “domeniche d’estate”. La nostra Cooperativa – aggiunge Semeraro – è costituita da un gruppo di giovani professionisti, accomunati dalla convinzione che il corpo vissuto e il movimento costituiscano la base essenziale delle buone pratiche quotidiane. È nostra intenzione proseguire anche per il futuro su questa strada che ci ha dato finora riscontri molto positivi. Osservando poi che, purtroppo, molti anziani non sono più in grado di uscire di casa, stiamo verificando se esiste la possibilità di portare i nostri docenti direttamente a casa dell’utente. Ringrazio tutti coloro – conclude Semeraro – che hanno creduto nella preparazione dei nostri professionisti e con la loro fiducia ci hanno dato la possibilità di fare un ottimo lavoro. Chiude la ricca serie di interventi l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Trento Mariachiara Franzoia che si è complimentata per i rilevanti risultati raggiunti in questo primo decennio di attività e ha sottolineato l’importanza della rete e dei legami costruiti con le varie realtà del territorio. Oltre alla molteplicità delle attività e servizi offerti alla cittadinanza e alle numerose occasioni di forte socializzazione e legame con il tessuto comunitario, va riconosciuta anche la qualità degli interventi tanto da inserire questo centro fra le realtà di eccellenza nel panorama dei servizi della città. Ha poi avuto parole di elogio per l’importante lavoro svolto dai volontari. Concludendo ha auspicato che i risultati sin qui raggiunti siano da stimolo per proseguire nel lavoro e nelle iniziative future. ● CENTRO DIURNO E ALLOGGI PROTETTI DI POVO IN FESTA Testimonianze Domenica, 25 ottobre 2015 Dese ani Dese ani. A pensarghe el sembra impossibil che sia zà passa dese ani. Dese ani che aven d’avert stò bel Centro. L’era la nòssa prima esperienza de Centro Diurno, ma aven tirà su le maneghe e aven scominzià. Aven laorà en tuti sti ani coi nossi utenti; el noss intent l'era de farghe si l'assistenza, ma anca trovarghe qualcos da far che ’l ghe dessa sodisfazion, che ’i ciacòlassa, se scambiassa opinion, trovassa el spazi anca per divertirse e svagarse, per crescer ensema e deventar come nà fàmia. Devo dir che ancoi lo spirito l’è ancor così, anca se gaven pù assistenza. El merito l’è de tùti quei che se messi en gioco: le me’ coleghe che a’ envestì tante energie per ogni dì a trovar soluzion per ogni situazion; l’educator sempre vizin; el nos capo sempre aperto al dialogo, a laorar con l’equipe non senza l’appoggio della direzion e amministrazion per cercar de vegnirne encontro per certe decision; per non desmentegar el presidente che nà dat nà man per tanti eventi. L’è stà en laoro de squadra che nà portà fin chi. Vòi ringraziar i volontari che i è ’na presenza attiva, la cosina per tutti i saoridi pranzetti, el guardaroba per la biancheria pulita e anca quei che nètta. Ma ancoi voi far en ringraziament spazial ai nossi utenti che nonostant le difficoltà i se mette en gioco, i tenta, i pròva e te ghe lezi en faccia la soddisfazion quando i ghe riesce; voi ringraziar chi che offre parole bone a chi che no sta ben; chi fa da paciere en qualche bèga; e chi che a qualchedun ghe porta en ramet de selem per farse la sera la minestra. Bon lavoro ghe auguro a nà bella Dottoressa che con la so borsa de studi la crea progetti per aiutarne noi e familiari. Sperando che l’Azienda no la porta massa cambiamenti nen avanti coi nossi sentimenti. Son proprio contenta de esser en de sto Centro: qualche delusion ma tante, tante soddisfazion e spero de far altri dese ani ensema alle me colleghe. Me dispias de mancar per questa occasion ma robe pù importanti me tegn lontan e allora ve auguro Bona Festa a tutti. Patrizia BUON COMPLEANNO CENTRO DIURNO È stato all’inizio della primavera ed è successo dal mattino alla sera così è arrivato anche il mio turno di entrare a far parte del Centro Diurno. Ci diamo il buongiorno ogni mattino poi con il sole si esce in giardino facciamo due chiacchiere, leggiamo il giornale e la settimana va via niente male. Con un disegno, un ritaglio e un acquerello rendiamo questo luogo sempre più bello; col gioco alle carte o una passeggiata ecco trascorsa un’altra giornata E se qualcuno ha la luna un po’ storta allora impastiamo un’ottima torta; troviamo un’occasione per fare festa cantando e ballando nessuno si arresta… Tra le persone presenti qui oggi ci son anche gli amici dei vicini Alloggi e tutti insieme siam qui in compagnia per una giornata con tanta allegria. Il Centro Diurno festeggia il compleanno: che la gioia di oggi duri almeno un anno! Ades ve conto cosa suzede al Centro Con la “Roda” se ariva la matina cava la maia, meti via el capot metti le zàvate e parti come en bòt nà bòna colazion per partir con vigor. Se fa la ginastica con la Coperativa per la cràchesa parar via. Se fa laori a maia, sciarpe, cosini, cuerterle per scuerzer i popi e le putele. VIII Per tute le stagion ghè sempre fermento per abelir el Centro se fa maschere a carneval, fiori per l’istà, gufi per l’autun per finir con le stele per la fin de l'an. Con la carta, pèze, dash se laòra a ripetizion per far dei quadri da metter en vision. Se fa zughi cognitivi per mantener i neuroni attivi. Se ten en diario tutti ensema per ricordar quel che se fèva cosa se magnava e come se steva. Dei boni disnari ogni dì arriva dalla cosina che per ogni variante l'a n'è vizina. L’a ne manda farina e ovi e poi noi fen laboratori strudel, grostoi, smacafam, per ricordar el nos magnar tradizional. Al dopodiasnar chi che vol fa la siesta poi se riprende a usar la testa con cruciverba, memory, tombola ghe n’è per tutti per far festa. Chi che zuga a carte e chi sta en disparte per ciacolar en compania del temp o dela famia. Nà volta al mes celebran la Santa Messa per deventar pù boni l'è la promessa. Gaven en progetto con i asiloti che bel poderli chiznerar come i nossi mateloti. Col pulmin nen coi volontari na mezza giornada per mercadi: Caldonaz, Trent, fin a Lavis per comprarne ogni sfiz. Zò al Buffa nen con i sconti a comprar mudande e calzoti e arrivan a casa pieni de fagoti. Sen nadi a mostre e musei per tegnirne lustri i zervei. E po’ en grazie ai volontari che ne frequenta ancora; una fin dal temp del'apertura poi altri i sé avizinadi per farne compagnia con dolcezza e simpatia. Tanta zent nà regalà dei bei momenti a cantar, ballar, sonar con ogni tipo de strumenti. Le signorine che le zerca de farte star ben trovando sempre qualcos da far e se propri propri no te gai voia sentete en poltrona finchè te ven la noia. Tante persone è pàsa da chi che ne restà nel cor ma bisogna nar avanti e pensar a novi orizonti. Tante altre robe suzede ma no pòdo contarve tut se no stò chi na settimana. Èh si! È arrivà anca le zinque come se lamenta qualchedun ghe sempre da laorar chi en de sto Centro ma pasa le ore e se stà en compagnia CHE L’È LA ROBA PU BELA CHE SE PORTA VIA Laorar al Diurno Se ades me lasa far anca mi voria parlar me par giusto far festa tuti quanti en compagnia e allegria Dese ani è pasà dal di che emozionadi aven scominzià Perché a Povo el Diurno è sta enaugurà Prima de scominziar voria ricordar chi per na roba o per l’altra i na lasà ma nel nos cor ghe sempre restà Tuti i dì chi l’è n’avventura se inizia la mattina con l’apertura se fa colazion entant se ciacera e se fa en po’ de confusion Le attività le è tante Taiar , cosir, zugar, cantar, parlar, disegnar per noi l’è tut en laorar El tempo el pasa en compagnia E la giornata en sto modo la vola via Do ani fa i ma domandà se al Diurno voi vegnir a laorar; subit ho acetà sta opportunità, l’era tut na novità sta bela realtà. Che rebalton quando ensema fen da magnar: torte, pizze, taiadele; en fen for proprio tante ma bele. Po disente la verità l’è tut na bontà, de boche bone chi ghe n’è che quando se trata de magnar certo no le se tira endre E che dir quando fen le attività: forbes, colla, cartoni, colori, penei sul taol l’è tut na confusion ma ala fin el risultato l’è sempre na gran sodisfazion. Riden, scherzen, legen, cantan e con vivacità ogni roba chi sperimentan: a far da pont fizeta e pont dentel ho emparà e devo dir la verità che me sa proprio bel. Per finir al Centro se organizza feste per ogni ocasion, che el faga brut o bel a noi no ne enteresa, noi sen sempre pronti a far festa; se al Moronar no poden nar, el Moronar con molta fantasia al Diurno el fen arrivar. Ades son chi con voi a festeggiar, en evviva tutti en sema volen far È STATA PROPRIO UNA BELLA FESTA! Ed è arrivato il giorno di festeggiare il decennale, niente di meglio per far diventare una domenica speciale. Tre anni fa quando ho cominciato qui con voi a lavorare ho visto subito un gruppo allegro, unito, una sensazione di clima familiare… tutti quanti con qualche cosa da fare. In questa domenica di festa e giornata da ricordare noi tutti siamo contenti che voi e i vostri famigliari, possano vedere e toccare, quello che ogni giorno voi qui con noi al Centro riuscite a fare completo, mi sono dovuta trasferire in altro loco. Portando tuttavia nel cuore e molto piacevolmente il ricordo di quegli anni trascorsi nei suoi ambienti confortevoli. Ho parlato fin qui solo del personale, il quale mi ha assistito più volte affettuosamente, ma più di una parola di apprezzamento affettuoso va alla signora Dossi e allo staff dirigenziale, sempre pronto alle nostre richieste. Altri miglioramenti verranno, non è detta l’ultima parola! Nonna Renata Decimo anniversario di questa fondazione ove tanto conforto vi trovan le persone. Chi è in là con gli anni, chi sofferente al male vi trova qui un sollievo davvero eccezionale. Una ridente casa dagli alberi abbellita, solamente a guardarla dà pace alla tua vita. Le persone che vi operano, altruiste appieno, son pronte ad aiutarti con l’animo sereno. È “casa di riposo” ma ridente e operosa: sul finir della vita, è un bel tramonto rosa! ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Nelle case protette io vi ho trascorso diversi anni, il primo insieme a mio marito. Com’è logico pensare, dopo la sua dipartita è stato più che triste rimanere lì, però l’affetto dimostratomi da quasi tutto il personale mi è stato di grande conforto. L’insieme del complesso abitativo, se al principio non è stato tutto perfetto, con l’andare degli anni ha subìto un miglioramento tale da essere quasi da lodare. Quando ho avuto bisogno della “Casa di riposo”, essendo il “Margherita Grazioli” al X Testimonianze di alcuni famigliari Ci tenevo a inviarvi due parole. Spesso, di fronte alla malattia e al decadimento fisico, aspetti ineluttabili della vita, mi trovo inadeguato e impreparato. Provo anche sentimenti di tristezza, specie quando alla malattia e al normale invecchiamento, si sovrappone la sofferenza della psiche. In particolare quando il disagio riguarda le persone a cui vuoi bene come, ad esempio, i tuoi ge- nitori. Non sai come porti, vorresti fare ma i tuoi tentativi, il più delle volte sono maldestri e infruttuosi. E poi il lavoro, le mille cose che devi pur fare, e il senso di colpa per il poco tempo che dedichi ai tuoi cari. Ecco, sapere che la tua mamma, il tuo papà, uno zio o una persona a cui vuoi bene sono in buone mani (come le vostre) non risolve tutti i conflitti ma almeno ti fa sentire un poco meno solo. Forse il Centro non è “la soluzione” ma è certo un grande aiuto per la nostra famiglia e ci fa stare meglio. Aver trovato non solo durante il momento di condivisione operatori e personale sorridente e disponibile è stato ancor più motivo di ottimismo e positività. Inoltre reputo insostituibile il vostro cercare di stimolare gli utenti il più possibile all’attività, con la ginnastica, i lavori, i giochi, le letture. Dinamismo che non riusciremo certo regalare ai nostri cari senza una preparazione, una predisposizione speciale e tanto tempo a disposizione. Io vi ringrazio, so che dovrei essere più presente – come famigliare – nei riguardi del Centro e soprattutto verso i miei genitori ma so di poter contare su una vostra pronta informazione qualora si renda necessario un maggiore coinvolgimento. Allo stato delle cose, quando mamma e papà hanno deciso di partecipare è stato certamente motivo di tranquillità e sollievo. Vi ringrazio, soprattutto per il vostro sorriso. Abbracciandovi, Mauro 12 novembre 2015 •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Il Centro Diurno è stato ed è tutt’ora, per la nostra realtà famigliare, di grandissima importanza. In questa realtà la mamma riempie le sue giornate socializzando con gli altri ospiti e con il personale, prende parte con entusiasmo alle varie attività, in particolare alla lezione di ginnastica, della quale è molto entusiasta. Non voglio tralasciare che l’aspetto positivo si riscontra già a partire dall’ambiente molto curato e accogliente. Il momento del pranzo, peraltro abbondante e ben curato, ci ha dato la possibilità di confrontarci con altri famigliari e utenti relativamente alla loro esperienza. Grazie e buon lavoro. Roberta •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Buongiorno! è stata un’occasione bellissima ricca di sane e vere emozioni. Emozioni che nella vita quotidiana sembrano non trovare il giusto e meritato spazio! Personalmente ho vissuto a pieno la giornata, goduta la mia nonna, che era davvero felice di condividere con me ciò che lei vive giornalmente; non l’ho condiviso solo con lei, ma anche con altri ospiti che molto cordialmente e dolcemente hanno saputo coinvolgermi nelle loro emozioni, nelle loro debolezze e soprattutto mi hanno fatto stare bene. Un grazie davvero speciale a tutto il personale del Centro che sono persone davvero uniche, eccezionali, sincere e di una professionalità impeccabile. Anche loro mi hanno fatto emozionare, e dalle loro “do righe”(cosi le ha dit lore) si percepisce quanto amore, rispetto, pazienza ed empatia regalano ai nostri cari. Se potessi esprimere un desiderio in età avanzata… vorrei davvero poter frequentare il Centro, incontrare delle persone speciali come loro che come dice la mia nonna: «i me tratta meio de na regina». Grazie di cuore per l’aiuto che ci date e soprattutto ancora grazie per l’amore, la comprensione, l’attenzione e l’infinita disponibilità. XI XII / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2015