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Giornalino informazioni Club Ausonia - Anno X IV - n° 50 Giugno 2004
Assoc. sportiva - art. 36 / 38 e seguenti Codice Civile statuto reg. Trib. di Firenze
n. 10727 il 15/12/1978 - Sede Via Giacomo Matteotti 18 – 50019 Sesto F.no (FI)
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Cappella Sistina nel 1512. In questa mostra erano esposte
anche le quattro Pietà riprodotte a gessetto su
compensato, dalla prima esposta in S. Pietro a Roma,
all’ultima: la Pietà Rondanini esposta nel Castello
Sforzesco a Milano. Durante il periodo espositivo,
l’affluenza del pubblico è stata soddisfacente e tutti
hanno avuto parole d’elogio per gli esecutori (circa 60
ragazzi) e per chi gli ha guidati in questo ponderoso
lavoro. Per finire vorrei ringraziare il Circolo Rinascita
che ci ha appoggiato in questa iniziativa culturale, il sig.
Sindaco per il suo intervento all’inaugurazione della
mostra, le persone che hanno montato i dipinti e le
sculture, un ringraziamento particolare al prof. Stefano
Rondina, che con la sua consulenza ha permesso di
allestire la mostra in modo splendido, alla preside della
scuola media Pescetti che ci ha concesso i dipinti, ed
infine al pubblico che ha visitato la mostra che spero sia
stata apprezzata da tutti.
di Romano Valli
Figura 1 Michelangelo: la Sibilla Cumana
La sezione Cultura del Circolo Rinascita ha messo in mostra
dall’8 al 16 maggio, i lavori pittorici degli allievi della scuola
media Pescetti. Si tratta di grandi dipinti eseguiti su carta, dei
Giganti della Cappella Sistina (I Profeti e le Sibille) che i
ragazzi sotto la guida del prof. Stefano Rondina hanno
eseguito negli anni 92/93. Detti lavori furono esposti per la
prima volta durante la Pasqua del 1993 nella Pieve di S.
Martino a Sesto Fiorentino. Dopodiché furono
immagazzinati nella scuola e non più esposti, salvo due
dipinti della serie appesi in modo continuo. L’idea di
realizzare questa mostra è nata nel maggio del 2003 durante
una mia visita alla scuola media Pescetti, per lasciare una
locandina di un’iniziativa espositiva di modellismo al circolo
Rinascita. Appesi alle pareti vidi due grandi dipinti della
serie che mi impressionarono per la loro potenza espressiva e
per la buona esecuzione di essi. Pensai: perché non farli
vedere anche ad altre persone che come me potrebbero
apprezzarle e goderne la visione? Così parlai alla preside di
questo progetto e lei molto gentilmente concesse il prestito di
questi dipinti per esporli in mostra. I dipinti sono quasi a
grandezza naturale ed eseguiti con molta cura e precisione,
ma la cosa più importante è che questi lavori sono riusciti ad
avvicinare all’arte i giovani che li hanno eseguiti, inoltre
sono serviti anche a fare conoscere il grande artista:
Michelangelo Buonarroti che con grande travaglio e
sofferenza dal 1508 li portò a compimento nella volta della
1
L'inaugurazione della mostra
FARMACIA Dr. R. R. RAGIONIERI
Fondata nel 1892
Via A. Gramsci 362 – 50019 - Sesto F.no
Telefono/Fax 055 4489084
SEMPRE APERTA H 08,30 - 20,00
data
10 Giovedì
11 Venerdì
11 Venerdì
12 Sabato
13 Sabato
13 Domenica
13 Domenica
15 Martedì
19 Sabato
20 Domenica
20 Domenica
23 Mercoledì
24 Giovedì
27 Domenica
27 Domenica
4 Domenica
nome della corsa
Cerbaia Val di Pesa (FI) – Festa dello Sport non comp. Km 12 - tel. 0558261135
Chiesa Nuova Prato – 14° Scarpinata Nott. Mis. Chiesa Nuova, km 11 - 5 competitiva
e non competitiva – partenza h 20,45 - tel. 0574462997
Sesto Fiorentino – Trofeo Sesto in Festa non comp. km 5/8,300 part. h 8,30
Compiobbi (FI) - 1° Trofeo Celli Giovanni – km 9/5 non comp. - tel. 0556593078
Scarperia (FI) – I Giri della Volpe – km 8 e 12 non competitiva - partenza h 17,30
Caldine Firenze – Corsa dell’Euro competitiva di Km 10 e non comp. Km 5/0,5
Camp. Italiano individuale, partenza comp. h 9,30 e non h 9,00 - tel. 055541290
San Giusto Prato – 4° Corri a S. Giusto km 12,4 comp. e non competitiva di km 2/5/12
Partenza h 9,00 – tel. 0574 635644
Figline – Prato - Prato per la Vita non comp. km 8 – tel. 0574691133 – part. h 20,30
Firenze – Notturna di S. Govanni competitiva km 10 – partenza h 21 - 0555522957
Pistoia Acuerino Marcia dei Giganti non comp. di km5/10/20 – tel. 0573462648
Firenze – 2 Memorial Franco Citerni non competitiva km 12/6 – tel. 055700420
FI Castello – Festa Biancoverde non comp. km 8 partenza h 20,30 – tel. 055453633
Vicchio 3° Trofeo San Giovanni Sportivo competitiva km 9 e non 5 – tel. 055844520
Colli Alti Signa – 27° Trofeo Podisti competitiva km 13 e non 8/13 – tel. 0558997680
Pistoia – Abetone 29° competitiva km 52 – partenza h 7,30 – tel. 057334761
Cadenzano Legri – Trofeo di Legri – competitiva km 12 e non – tel. 0558876135
Visita guidata al Parco dell’Uccellina
20 Giugno 2004
1 Maggio Settignano
Boccardi M. Fabbri D.
Felitti A. Fratoni M.
Fulanetto N. Trabucco G.
Betti F. Borghini A. Travedi B.
Graziani P. Latini V.
Nencini E. Franceschini V.
Morozzi S. Reggioli E.
Magni S.
1 Maggio Tavola di Prato
Faggi F. Faggi F. Faggi C.
Matucci F.
Loro Ciuffenna Reggello
Km 21 – 13° veterano
Targioni Roberto
2 Maggio Poggio a Caiano
Fratoni M. Matucci F.
Trabucco G. Borghini A.
De Muzio G. Ceccherini A.
Fioravanti S.
2 Maggio S. Piero a Ponti
Quota di partecipazione € 45 (la quota comprende viaggio in pullman GT
Biglietto d’ingresso, pranzo al ristorante)
Rosati S. Graziani P.
Franceschini V. Morozzi S.
Valli R. Valli E. Magni S.
Innocenti G. Ercolino V.
Circolo Rinascita - 16 Giugno 2004 - h 21,00
9 Maggio Bilancino Candeli - Firenze
Conferenza della Prof.ssa Margherita Hack
Il tema sarà le ultime scoperte in campo Astrofisico
Da City Firenze Martedì 13 Gennaio 2004
Atlanta (Georgia, USA) – Fare jogging e come
farsi una canna, ma senza conseguenze negative.
La sostanza stimolante rilasciata durante gli sforzi
fisici ha infatti effetti analoghi all’euforia da
marijuana. La scoperta dei ricercatori del Georgia
Institute of Technology e della University of
California potrebbe portare a trattare il dolore di
alcuni malati con principi chimici simili a quelli
indotti dalla corsa aggirando il divieto al
trattamento con marijuana – legale solo in pochi
Paesi – contro le sofferenze da tumore o la cura
dei glaucoma. Il fenomeno, che dagli anni ’70 è
definito in America l’euforia del corridore, è
legato alla produzione di anandamide. Secondo
quanto riferito dall’autore dello studio Ame
Dietrich sulla rivista Neuro Report, ciò è
spiegabile come un meccanismo messo in atto
sopportare meglio lo sforzo muscolare durante
l’attività. L’ANANDAMIDE È UNA MOLE-
COLA LIPIDICA (UN grasso) naturalmente
presente nel corpo e con le stesse
proprietà
dei tetracannabinoidi rilasciati
dalla marijuana sul sistema nervoso. Per
vedere cosa succede nell’organismo di
persone che si cimentano in corsa e
bicicletta, lo scienziato ha sottoposto un
gruppo di 24 giovani a un’ora di esercizio
non intenso. I volontari hanno sostenuto una
breve fase di riscaldamento, poi corso e
pedalato a ritmi non sostenuti per 45 minuti,
infine hanno concluso la prova con alcuni
minuti di defaticamento. Alti livelli di
anandamide sono stati trovati nel loro corpo
durante l'’sercizio. Anche se le ricerche non
sono finite perché bisogna capire quali livelli
di intensità dello sport stimolano il rilascio di
anandamide, osserva l’esperto, l’importanza
di questa scoperta è che nessun altro studio
aveva finora suggerito la possibilità che il
corpo fosse in grado di attivare strategie “
autolentive “ durante uno sforzo.
(Ansa, Reuters)
Boccardi M. Cimenti T.
Cocco M. Fratoni M.
Trabucco G. Borghini A.
Morozzi S. Valli R. Magni S.
Ercolino V. Innocenti G.
Targioni R. 5 Vet. H 48,45
16 Maggio Monterivecchi
Pieralli R. Magni S.
Ercolino V. Morozzi S.
16 Maggio S. A. a Lecore
Franceschini V. Nencini E.
Graziani P. Furlanetto N.
Aiazzi P.
16 Maggio San Casciano
Fratoni M. Rosati S.
Trabucco G. Baroni A.
Borghini A. Travedi B.
Latini V. Calzolai M.
Ceccherini A. Fioravanti S.
Fanciullacci R. Martelli G.
19 Maggio Le Panche
Borsetto G. Cocco M.
Trabucco G. Franceschini V.
Morozzi S. Valli R.
Magni S.
a cura di Calzolari Marialuisa
Email: [email protected]
Email: [email protected]
Adesione telefonare entro il venerdì
AUSONIA 055 443447 (ore 21-23)
Calzolari Luisa 340 6736485
Magni Siro 055 444788 (ore 9-12)
Latini Valfrido 333 4267648
Email: [email protected]
2
A cura di Romano Valli)
Siamo all’ultimo atto della saga dei Borgia. Il tempo per loro sta
finendo, la dea fortuna non intende concedere più loro, un domani,
e con incredibile rapidità l’astro dei Borgia declina. Siamo ormai
nel 1503 è la sera del 3 agosto, il cardinale Adriano Castellesi ha
invitato a cena Cesare e il pontefice, insieme con altri della curia.
Nello spazio erboso che è una vigna della residenza del cardinale,
sono state apparecchiate delle tavole, lo spettacolo è suggestivo,
tutto è illuminato dalle torce poste fra i tavoli, la serata è splendida
e la notte si presenta calda e umida; il cibo e i vini sono eccellenti;
ci si attarda a tavola parlando e sorseggiando bicchieri di vino.
Nella spensierata cena ci si dimentica però dei molti morti di
malaria degli ultimi giorni. Forse i due Borgia pensano che Dio non
vorrà colpirli ora nell’istante in cui un papa e suo figlio stanno
trionfando. E la Chiesa con loro. Ma dall’alto si deve avere pensato
diversamente. Quindici giorni più tardi, infatti, Alessandro VI
morirà avvelenato. Mentre Cesare febbricitante, cerca di resistere al
male, tutto questo, qualcuno ha voluto colorirlo di giallo. Francesco
Guicciardini racconta, che in questa cena Cesare aveva deciso di
avvelenare Adriano cardinale di Coralto per impadronirsi delle sue
ricchezze. Nella vigna dove avevano deciso di cenare. Si narra che
il Valentino aveva mandato certi fiaschi di vino avvelenato,
consegnato ad un ministro all’oscuro della cosa, con l’ordine che
non lo desse ad alcuno. Sopravvenne il pontefice prima dell’ora di
cena, e vinto dalla sete e dal gran caldo, domandò che gli fosse dato
da bere: ma perché non erano ancora arrivate le provviste, gli fu
dato da quel ministro che aveva in consegna quei fiaschi, il vino
avvelenato dato dal Valentino. Mentre il padre beveva, il Valentino
sopraggiunto si mise a bere il medesimo vino avvelenato che lui
credeva messo da una parte, come aveva ordinato al ministro..
Scomparso l’uomo che incuteva terrore. Ognuno ne dice il male che
può. Ci fu chi affermò che nel momento del trapasso, sette diavoli si
apprestavano a prendere l’anima sua e, morto che fu, il suo corpo
cominciò a bollire, e la bocca a spumare come una pentola che
bolle sul fuoco. Si racconta anche di un patto fatto con Satana al
momento dell’elezione a pontefice, e i sette diavoli dove lo
condurranno? E facile immaginarlo. Ora Cesare è nei guai,
febbricitante, cerca di resistere al male, si chiudono le porte del suo
palazzo, oltre a tutto si deve salvare una grossa somma di denaro ed
insieme gioielli di grande valore. Poi si provvede ad una
sorveglianza con decine di uomini armati. Intanto a Roma ci si sta
organizzando per eleggere il nuovo pontefice, sarà eletto il
cardinale Francesco Todeschini che prenderà il nome di Pio II, ha
sessantotto anni ed è malatissimo, infatti, di lì a poco morirà (si dice
avvelenato). Cesare intanto fugge da Roma con i suoi tesori e si
rifugia nel castello di Nepi, lì attende giorni migliori.
Come suol dirsi: “Morto un Papa se né fa un altro” e questo sarà
Giuliano della Rovere che prenderà il nome di Giulio II. Il della
Rovere nemico acerrimo dei Borgia sta apprestando la sua
vendetta nascondendo il suo intento con una facciata di
benevolenza. Il Valentino intanto spera nel nuovo pontefice e non
s’accorge che Giulio II gioca con lui come un gatto col topo.
Dopo un tentativo di fuga del Valentino, Giulio II decide di
mostrare il suo vero volto, lo fa arrestare mentre sta per
imbarcarsi per andare a Genova. Si provvede intanto al sequestro
di tutto quanto gli appartiene. Giulio II porta avanti il suo piano
contro il Borgia senza risparmio di colpi. Cesare è ormai un uomo
distrutto. Il 28 aprile del 1504, per intercessione dei cardinali
spagnoli, il Valentino è rimesso in libertà, successivamente viene
di nuovo arrestato e imprigionato a Castel Novo a Napoli.
Nell’agosto del 1504 viene imbarcato su una nave spagnola
destinazione Valencia, dovrà raggiungere una remota fortezza
chiamata “La Mota” a Medina del Campo. Da questa fortezza
riesce nel 1505 ad evadere in maniera rocambolesca. Dopo molti
tentativi di risalire la china, finalmente si presenta l’occasione per
entrare in azione. Dovrà aiutare il cognato Giovanni d’Albret a
riportare ordine nella Navarra. L’obbiettivo è di attaccare la città
di Viana, dove spadroneggia Luigi de Beaumont, un prepotente
che ha a disposizione uomini e denaro. La città viene assediata
dagli uomini di Cesare, non si vuole fare arrivare i rifornimenti di
cui la città ha estremo bisogno. L’attenzione è massima. La sera
dell’11 marzo del 1507, il Valentino viene informato che le porte
della città si sono aperte per fare entrare i rifornimenti. Ed è ora
che Cesare commette la maggiore delle imprudenze, indossa la
corazza e, dopo avere sguainato la spada, sale a cavallo e si lancia
al galoppo nella notte, da solo a sfidare gli uomini del forte, un
drappello di questi gli si lancia contro, lo circonda. La sua
resistenza è incredibile, dopo avere ucciso molti avversari, alla
fine viene sopraffatto e cade colpito a morte. Un servo di Cesare
che lo sta cercando, viene catturato dai nemici e sarà lui a rivelare
che il guerriero morto è proprio Cesare Borgia, il grande Cesare
Borgia. Quando la notizia fu conosciuta in tutte le corti d’Europa
ci fu chi si addolorò e chi disse che era la sorte di chi troppo
aveva osato. La Spagna lo ricorda ad indicare chi seppe, nel nome
dell’avventura, sfidare il mondo intero, senza alcun limite: nel
bene e nel male. Di questa grande famiglia rimaneva solo
Lucrezia di cui abbiamo detto in un capitolo precedente, la quale
seppe riscattarsi con il suo comportamento esemplare fino a che,
anche lei raggiunse i suoi cari nell’aldilà. Forse per differenti
meriti non si saranno ritrovati, ma rimane a noi la storia di questa
grande famiglia che seppe elevarsi all’attenzione di quanti li
ammirarono, li temettero e li combatterono.
(FINE)
DI Ghizzani Marco & C.
PERSONAL COMPUTER
L’ASSOCIAZIONE “STRADA NOVA”
ORGANIZZA CON LA COLLABORAZIONE DEL CIRCOLO RINASCITA
UNA MOSTRA COLLETTIVA DI ARTI VISIBILI E LETTERATURA DAL
TITOLO “LA VETRINA DELLA STRADA NOVA”
LA DURATA E’ DAL 5 AL 17 GIUGNO, ORARIO DELLA MOSTRA DALLE
ORE 16.00 ALLE ORE 19.00 TUTTI I GIORNI COMPRESO I FESTIVI
Tombola tutti i Giovedì, Sabato, Domenica e festivi dalle ore 21.00
Inoltre: Ristorante pizzeria tutti i Sabati e le Domeniche dalle ore 18.30
Circolo A.R.C.I. Salone Rinascita V. Matteotti N° 18 per info TL. 055-440147
3
Via Cadorna 20
50019 Sesto Fiorentino
ESERCIZI DI ALLUNGAMENTO Le flessioni contro il
muro poniti di fronte a una parete a circa un metro di
distanza,con i piedi completamente appoggiati al suolo e le
ginocchia ferme. Inclinati verso la parete mantenendo i piedi
immobili e resisti almeno dieci secondi per stirare bene i
muscoli del polpaccio, poi rilassali. Non molleggiare.
Ripetilo per cinque volte. Allungamento della schiena e del
collo metti i piedi su una sedia, tenendo il ginocchio disteso
e fisso. Tieni l'altra gamba distesa facendo attenzione a non
piegare il ginocchio. Abbassa la testa verso il ginocchio,
mantenendo sempre i muscoli in tensione. Conta fino a 10 e
rilassati. Ripetilo per cinque volte, poi cambia gamba.
Allungamento della parte inferiore della schiena Rimanendo
in piedi, mantieni entrambe le gambe rette e i piedi
leggermente separati. Piegati e cerca di toccare il suolo con
le mani. Rimani disteso per circa 10 secondi e ripetilo per
una decina di volte. SCEGLI LE SCARPE GIUSTE La
scelta delle scarpe dovrebbe essere fatta in base al peso, alla
struttura del piede, allo stile e alla frequenza dell'esercizio.
Ricordati che ogni scarpa ha una forma differente e i numeri
e la larghezza della pianta variano da scarpa a scarpa. Tieni
in conto che potresti indossare una fascia ortopedica
all'interno della scarpa e valuta se quando corri appoggi tutto
il piede o solo la parte anteriore. Un buon paio di scarpe
deve avere un buon appoggio per ammortizzare l'impatto.
Considera che la parte anteriore della scarpa si piega
completamente. Vai a sceglierle verso sera, quando i piedi
sono leggermente gonfi e porta con te un paio di calzini
grossi per provarle. da www.buongiorno.it
(panorama di Firenze visto dal Giardino)
Nella sempre più caotica città di Firenze, si può ancora trovare
angoli e spazi per rigenerare le batterie nella quiete e nel
verde. Infatti, se invece di fare la classica passeggiata al
Piazzale Michelangelo, con un pizzico di curiosità si può
trovare uno dei giardini più carini della città. Questo è il parco
delle Rose, nome dato dalla varietà di specie di questo fiore
che ne da un aspetto rilassante. Trovandosi nei pressi del
piazzale Michelangelo, il parco è visitato da quei turisti che
vogliono rilassarsi in un oasi di verde senza dover rinunciare
al panorama della città di Firenze. Questo parco offre
un’alternativa ai vari parchi fiorentini assaltati da una
moltitudine di turisti. In questo caso dà la splendida
sensazione di essere nel giardino di casa, le aiuole di varie
specie di rose e con il simpatico giardino alla giapponese, con
vasche e cascata, ma sicuramente le rose occupano la prima
scena. Da qua sdraiati sul prato in mezzo alle aiuole fiorite si
può vedere la nostra città, ed essere allo stesso tempo al di
fuori del caos e del rumore. Il parco ha un aspetto particolare,
è frequentabile solo nel mese della fioritura di queste
eccezionali piante. Vi propongo di segnarlo sul vostro
calendario, e se non ci siete mai stati il prossimo
appuntamento è per il prossimo anno.
Molti atleti, in procinto di partecipare alla prossima
olimpiade di Atene, utilizzeranno sostanze che
aumentano le prestazioni sportive; tra queste sono molto
gettonate la creatina e la caffeina che non sono
considerate una droga. Queste sostanze già presenti
nell'organismo migliorano l'attività sportiva e la loro
assunzione e' considerata legale. La creatina, molto in
voga tra calciatori, velocisti e pesisti: e' un amminoacido
che aumenta la quantità di lavoro svolto dai muscoli
durante sforzi brevi ma intensi. La caffeina invece
migliora la resistenza, è uno stimolante e riduce la
percezione dello sforzo. Rimangono dubbi sugli eventuali
effetti collaterali, ma certamente è meglio del doping.
Leonardo Latini
da www.buongiorno.it
a cura di Tommaso Chimenti
(Firenze - giardino delle Rose)
Circolo ARCI PADULE
Supermercato DESPAR
ALIMENTARI
Di Innocenti e Landi & C. snc
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Servizio a domicilio
Specialità gastronomiche
Via del Risorgimento 237 - 50019 Sesto F.no
tel. 055 4210242
Attività’ Sportive: BASEBALL maschile
SOFTBALL Femminile – CALCIO A 5 – A 7
maschile - Corsi giovanili per ragazzi ragazze da
8 a 14 anni.
Attività’ Ricreative: Pizzeria il sabato h 19,00
TV visione partite calcio da calendario federale
Tombola tutti i venerdì ore 20,30
Ballo mesi estivi
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Via Fra G. Angelico 6
Firenze
Tel. 055 6236163
Fax 055 6235378
Traccia addirittura, su un quotidiano, un profilo adulatorio
del suo allenatore, per ammorbidirne la custodia. Infine,
riuscii a coronare un mese di attenzioni spasmodiche con
una promessa: si sarebbe lasciata invitare, una sera, a
prendere un gelato. Ne era ghiottissima, e l’allenatore
glieli negava. La mia infatuazione per Bea era complicata
dalla condizione anagrafica di quarantenne coniugato con
prole. Dovevo trovare il destro per una piccola bugia in
famiglia, che mi consentisse di coronare il sogno del
gelato proibito. L’occasione si presentò giusto la sera del
17 Giugno,. Ricordo ancora la cabina telefonica, non
lontana dall’appartamento di Bea, dalla quale mi feci
finalmente coraggio a chiamarla. Speravo disperatamente
che a rispondermi fosse proprio lei, e tentai, in un accesso
di vergogna, di contraffare la mia voce, quando, all’altro
capo del filo, si materializzo la mamma. Mi ripetevo che
la voce di un timido quarantenne non è troppo diversa da
quella di un audace ventenne, quando fui informato
seccamente che la famiglia era riunita al televisore.
Sempre sbrigativa, la madre si affrettò a comandare Bea al
telefono. Ero io?, si stupì. Ma perché proprio quella sera?.
Non avevo altro da fare, in una circostanza simile?.
Nemmeno cinque minuti, nemmeno uno – continuò –
poteva concedermi, e anzi doveva affrettarsi al video,
perché il match stava ormai iniziando. “Ciao, guai a te se
mi chiami ancora” concluse Minacciosa, e attaccò.
Indugiai di fronte al ricevitore silenzioso, prima di
mettermi in auto, a percorrere una Milano stranamente
vuota.
(segue a pagina 7)
A cura di Romano Zucca
In contemporanea con lo svolgimento del Campionato
Europeo questa pagina è interamente dedicata al giuoco del
calcio. Il racconto qui sotto pubblicato fu scritto da Gianni
Clerici nel lontano 1970 e fu pubblicato sul Corriere della
Sera, L’autore è un famoso giornalista cronista di tennis per i
maggiori quotidiani nazionali. Per coloro che ebbero
l’occasione di assistere mediante diretta televisiva a Italia –
Germania 4 – 3, non c’è bisogno di aggiungere nulla; questa
partita l’hanno ancora nella mente e nel cuore, ma per chi a
causa dell’età non ebbe questa possibilità, due righe di
introduzione: lotta emozionante, partita palpitante con l’Italia
andata in vantaggio varie volte, e sempre puntualmente
raggiunta in pareggio. Ora siamo ai tempi supplementari e
l’Italia ancora una volta è in vantaggio, ma ancora una volta
viene raggiunta. La rete del 3 a 3 viene segnata da Mueller,
ma viene ritenuto complice Rivera, che in quel momento è al
lato della porta ed avrebbe avuto la possibilità di intercettare
il pallone od almeno tentare di farlo; invece niente il pallone
entra in rete con un Rivera che assiste fermo come una statua.
Urla un vituperio contro il suddetto Giovanni Rivera, che però
dopo pochi minuti si riscattò segnando magistralmente la rete
della vittoria: Italia – Germania 4 – 3 e fu leggenda, ed il
suddetto Gianni nazionale ritornò a sedere in quell’Olimpo
dal quale pocanzi e per brevissimo tempo era stato
malamente sbalzato. E allora l’Italia impazzi di tifo: caroselli,
bandiere, clacson assordanti, soltanto uno non partecipò a
questa frenesia collettiva, e in questo brano lo descrisse con
ironia. Buona lettura.
Di Gianni Clerici ( dal Corriere della Sera)
uella fatidica sera del 17 Giugno del ’70 il mio
cuore non palpitava per gli azzurri, ma per una giovanissima
nuotatrice, della quale non posso rivelare il nome. A quei
tempi, ero un assiduo tennista dell’Olona, il club Milanese
che ospita una piscina olimpionica. Un giorno, mentre
indugiavo ai bordi, lo sguardo era attratto da un ribollire
azzurro intorno a rosei talloni, da braccia morbidissime mi era
mancato il respiro, quasi mi trovassi sott’acqua. La chiamerò
Beatrice, per comodità, o ancor meglio Bea, Per Bea imparai
in pochi giorni a nuotare, io che vengo dalla montagna. Per
Bea imparai a distinguere il delfino, che fin lì avevo ritenuto
un mammifero, dalla farfalla.
BAR-RISTORANTE-PIZZERIA
FORNO A LEGNA
V.le Pratese54 (ang.PiazzaBagnolet)
Sesto Fiorentino
Tel 055 4201352 - 055 4211706
CHIUSO VENERDI’
5
Nell’antichità le stelle dello zodiaco furono raggruppate
in dodici costellazioni, tra le quali oggi è compresa la
tredicesima, l’Ofiuco. Nel nostro secolo, con le
comunicazioni molto più frequenti e facili si è imposto
l’unificazione dei nomi e una delimitazione precisa delle
costellazioni, così nel 1928, gli astronomi si sono
accordati sul nome di 88 raggruppamenti che coprono
tutta la sfera celeste. I nomi scelti per le costellazioni
sono quelli derivati dalla tradizione greca che, attraverso i
romani e gli arabi, ha influenzato tutta la cultura europea.
I greci avevano trasferito in cielo alcuni dei loro miti più
belli. Le costellazioni sono legate a delle leggende, ed è
anche più facile ricordare i nomi delle costellazioni se si
sanno le storie ad esse legate. Cominciamo con la
costellazione del Carro Maggiore, questa è la più nota
(anche perché non tramonta mai per il nostro cielo).
Infatti, essa è una circumpolare, fa in altre parole il
girotondo intorno alla stella Polare ed è sempre visibile.
Pensate che il nome Carro pare le sia stato dato dagli
antichi cinesi 6000 anni fa! I cinesi immaginavano il
carro degli imperatori della Cina, carro trionfale che
doveva trasportare in cielo le loro anime dopo la morte.
Ci sono stati dei ritrovamenti di monete di circa 6000 anni
che raffiguravano questo caratteristico gruppo di stelle. Il
Carro Maggiore fa però parte della più vasta
costellazione dell’Orsa Maggiore. Secondo il mito degli
antichi elleni c’era un tempo in cui essi adoravano gli dei,
fra essi, Diana era la dea della caccia. Quando andava a
caccia Diana portava con se una grande muta di cani ed
un gruppo assai numeroso di fanciulle, le quali avevano
fatto giuramento di non sposarsi mai. Una di queste
fanciulle, la più bella, si chiamava Callisto (in greco
significa bellissima). Il dio Giove, se ne innamorò, scese
sulla terra e la sposò. Da questo matrimonio nacque un
figlio bello e forte chiamato Arcade, che fattosi grande
divenne ben presto un abile cacciatore. Ma Diana e
Giunone si avvidero d’ogni cosa e messesi d’accordo
decisero di vendicare l’offesa sofferta trasformando
Callisto in un orsa. Non appena la povera Callisto si trovò
così mutata si diede a correre ululando per i boschi,
mentre le sue compagne fuggivano terrorizzate. Il figlio
Arcade le udì e per difendere le ninfe, si mise ad
inseguirla, non immaginando che in quella brutta orsa si
celava la sua bella mammina; stava per raggiungerla e
ucciderla, quando Giove dai cieli intervenne affinché non
accadesse un simile delitto e tramutò tutti in stelle
formando il gruppo celeste dell’Orsa Maggiore.
Nel mese di aprile durante una visita organizzata dalla
sezione cultura del Circolo Rinascita, al planetario di
Firenze, abbiamo assistito ad una interessante conferenza,
il relatore era un astronomo di Arcetri, il tema era “le
costellazioni e i loro miti”. Ho voluto riassumere in parte
quello che ci era stato spiegato dall’astronomo per farne
partecipi anche chi in quell’occasione non era presente.
Dal prossimo autunno le conferenze riprenderanno,
organizzerò altre visite al planetario, chi volesse
partecipare mi contatti e faremo un gruppo. Le civiltà
antiche si servivano del moto apparente del Sole lungo lo
Zodiaco per determinare il passare del tempo. In seguito si
diffuse piano, piano la convinzione che il moto regolare
degli oggetti celesti potesse essere usato per predirne il
futuro e molte superstizioni furono associate alle
costellazioni dello Zodiaco. L’astrologia, la credenza che
le posizioni delle stelle e pianeti al momento della nascita
di un individuo ne influiscano sul corso della vita, si è
sviluppata pertanto da queste superstizioni. Fra le 88
costellazioni oggi perfettamente delineate che coprono
l’intera volta celeste, le dodici che compongono lo
Zodiaco meritano una citazione particolare: Ariete, Toro,
Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione,
Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci, confinano l’uno
contro l’altro (l’ultima con la prima) disegnando una
fascia che attraversa la sfera celeste. I segni dello zodiaco
non sono altro che raggruppamenti di stelle che formano
le costellazioni, dove gli antichi popoli vedevano in esse
delle figure fantastiche di animali e di eroi a loro cari, con
un po’ di fantasia anche noi inquadrando bene le
costellazioni vediamo le medesime figure. Adesso
spieghiamo molto semplicemente che cos’è lo zodiaco:
zona della sfera celeste, che si estende per circa 8° sopra e
sotto l’eclittica. L’ampiezza dello zodiaco fu determinata
in origine in modo da comprendere le orbite del Sole,
della Luna e dei cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte,
Giove, Saturno) noti fin dall’antichità. Lo zodiaco è diviso
in dodici parti di 30° ciascuna, che sono dette segni dello
zodiaco. Ciascuna parte ha il nome della costellazione che
era situata nei suoi confini nel II secolo a.C. A causa della
precessione degli equinozi, che avviene in un ciclo di 26.000
anni, il punto di partenza di ogni ciclo si sposta di circa 1°
ogni settanta anni, cosicché il segno dell’Ariete giace oggi
nella costellazione dei pesci.
Di Romano Valli
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CALENZANO – (FI)
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6
Girai senza meta, domandandomi a tratti il perché di
quella vacanza collettiva anticipata. La mia meta finale, il
Tennis Club Milano, avrebbe provveduto a chiarire il
mistero.
Non feci a tempo a scendere, e ad aprire le braccia, che mi
trovai avvinto e addirittura baciato da un tipo con baffi. "
Vittoria ", non finiva di esclamare, " Siamo campioni ! ".
L'entusiasmo suo, e dei suoi compagni, era tale che non
trovai modo di attirare la loro attenzione sui danni riportati
dalla mia auto. Doveva essere, per loro, un dettaglio infimo,
di una banalità infinita. Mi rassegnai a vederli ripartire, e
sedetti su una panchina, ad osservare distratto i caroselli, a
subire suoni di clacson, sirene, trombe, campanacci e,
infine, i botti dei petardi. La mia espressione dovette
apparire tanto sconfortata a due ragazzini in motoretta che
cessarono per un istante di agitare un tricolore, e uno si
spinse a domandarmi: “ Cos’è, sei tedesco? “, “ Ia “, risposi
io, totalmente sconfitto.
L’inserviente, che gallonato come Eric von Strokeim
presidia l’ingresso, aveva incredibilmente abbandonato
vuota la sua guardiola. Dalla sala televisiva giungeva un
vivissimo brusio, che trovò modo di amplificarsi, in un
crescendo temporalesco, intrecciato ad inventive,
improperi, addirittura a propositi criminali. Oggetto di
quelle passioni, appresi presto, era Giovannino Rivera, e
proprio nel suo club non si trovava un solo milanista di
buon cuore disposto a difenderlo da quella pubblica
lapidazione. Pareva che, su un colpettino di testa di
Mueller, Rivera si fosse trovato sulla traiettoria, ma non
fosse riuscito a ribattere in qualche modo quella pallaccia
sbirola, né col ginocchio, col piede, con l’anca e neppure,
nella più disperata delle ipotesi, con una mano. “Faceva
bene, l’Albertosi”, urlava a vene ribollenti un vecchio
socio, noto per la bonomia e lo spirito pacifico,. E, a me
che chiedevo cosa mai volesse fare l’Albertosi, un altro
amico ribatteva “Strozzalo! Quell’abatino dell’ostia!”, La
delusione per il gelato mancato, sommata a quella della
mancata respinta di Rivera, mi fecero presto ritrovare
fuori dal club, verso casa. Non mi sorpresi più che il
traffico fosse sceso ai minimi storici, e ricordo con
precisione di aver incontrato un numero di auto inferiore a
quello dei goals segnati all'Atzca, sino a quel momento: 6,
con le squadre in perfetta parità, 3 a 3. Sulla strada di
casa, decisi di fermarmi un istante dai miei. Trovai
insolitamente eccitato mio padre, pescatore e, per solito,
distaccato osservatore di gare di sci e di tennis. " E' un
genio ", andava ripetendo. "Mai visto niente di simile dai
tempi di Meazza" stabiliva, mentre mia madre, per una
volta, non poteva aver nulla da obbiettare. Venni subito a
sapere che il genio era Rivera, capace di segnare agli
odiati tognini il goal decisivo. Ascoltai, mi finsi felice,
uscii. Nelle strade impazziva ora un traffico sfrenato,
tanto che, ad un incrocio, e col rosso, una macchina
sommersa di tricolori trovò modo di tamponarmi.
Umberto Saba, uno dei massimi poeti italiani dedicò
questa poesia alla squadra della sua Trieste.
Noi la pubblichiamo dedicandola agli Azzurri con i nostri
più accesi auguri di “ In bocca al lupo! “:
Anch’io tra i molti vi saluto, rosso
Alabardati,
sputati
dalla terra natia, da tutto un popolo
amati.
Trepido seguo il vostro gioco.
Ignari
esprimete con quello antiche cose
meravigliose
sopra il verde tappeto, all’aria, ai chiari
soli d’inverno.
Le angoscie,
che imbiancano i capelli all’improvviso,
sono da voi si lontane! La gloria
vi dà un sorriso
fugace: il meglio onde disponga.
Abbracci corrono tra di voi, gesti giulivi.
Giovani siete, per la madre vivi;
vi porta il vento a sua difesa.
V’ama anche per questo il poeta, dagli altri
diversamente – ugualmente commosso.
Umberto Saba
ANGELO FAGGIANO
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(A cura di Romano Valli)
Da questo numero del giornalino prenderemo in esame le poesie d’amore di tutti i
tempi. La poesia d’amore esiste da sempre, da quando esistono le due metà del
cielo: l’uomo e la donna. E’ l’espressione di tutti i sentimenti che maturano dentro
di noi, quando in noi alberga quel dolce sentimento che è l’amore. Questo canto
d’amore, inciso su una tavoletta conservata al Museo d’Istambul, può essere fatto
risalire approssimativamente al 2500 a.C. Rispetto al testo la traduzione non è che
un frammento, ma sentite come le parole dette potrebbero essere molto gradite a
chi le riceve, anche ai tempi nostri.
Canto d’amore
Mi hai affascinata,
e così lascia che resti tremante
davanti a te. Oh quale desiderio
che tu mi porti in camera da letto!
Tu sei come un leone: lascia che ti accarezzi;
la mia carezza sapiente è più dolce del miele,
nella camera ricca come il miele
lascia che io goda della tua bellezza.
Amato mio, leone, lascia che ti accarezzi,
la mia carezza sapiente è più dolce del miele.
E poiché tu mi ami,
dammi la tue carezze, ti prego,
oh mio signore e dio, e posa la tua mano
come un mantello su di me, ti prego.
Cosetta Garuglieri
Non racconterò
sensazioni mai avute,
né inventerò
ispirazioni diverse
da un semplice momento
d’incosciente ebrezza.
Il foglio bianco
si riempie di righe
senza averle cercate.
La poesia è con me
e mi tocca la mano
come un’amica silenziosa.
Quando tutto è passato
neanche la rileggo,
così come è venuta
d’improvviso riparte,
come una fanciulla
con la schiena al vento.
Anonimo Sumero
(2500 a.C. circa)
Penso alla solitudine, avverto un leggero
brivido e un senso di vuoto dentro di me.
Il pensiero vola verso una montagna
sassosa, arida e fredda.
Cerco una vena di verde ma non la trovo.
Costeggio un baratro pieno di pietre.
Ascolto un profondo silenzio sterile.
Palpeggio il calore della terra per sentire la
sua secchezza.
Un soffio di vento avvolge il mio corpo,
per un attimo provo una dolce sensazione,
e con profonda meditazione sento nostalgia
per le carezze mancate.
Per me viene,
non so dirvi quando,
con il vento
o con la pioggia,
fra la gente
o nella notte.
Piero Ragionieri
C'era una volta
ed or non c'è più,
occhi di cielo,
riccioli al vento,
richiami argentini
richiami lontani.
Ti rivedo seduta
che vegli nel meriggio,
le tue creature lavorando la lana
per il prossimo inverno.
Guardi indulgente con occhi sereni
le mie capriole
i miei giuochi.
chinando la testa
sul lavoro infinito
Luci soffuse
si vedono nel cammino,
fra i flutti della vita,
Io;
Come barca alla deriva,
ricerco in te
la mia nuova meta.
Rimasto ormai senza più vento
rimango in balia
dell'indifferente oceano.
Leonardo latini
Calzolai Marialuisa
Redazione: Valli Romano, Latini Valfrido, Latini Leonardo, Zucca Romano. invio gratuito: soci, gruppi sportivi, enti promozione sportiva, ditte collaboratrici, responsabilità di quanto pubblicato è dei singoli autori, la
collab. prestata gratuitamente ed il notiziario è redatto il 30 / 05 / 2004. Impaginazione grafica: Latini Leonardo, Latini Valfrido Collaboratori in redazione Cosetta Garuglieri, Calzolari Marialuisa, Dagliana Carla,
Latini Valfrido, Latini Leonardo, Piero Ragionieri, Romano Zucca, Tommaso Chimenti, Valli Romano.
Macherelli
Impresa funebre dal 1934
P.zza della Chiesa, 3
Sesto Fiorentino
Telefono 055 4489153
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Telefono 055 8811033
Firenze – livorno
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Piazza Eugenio Artom, 12
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FIRENZE
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