DA CONVEGNO 28 settembre/1 ottobre 2011 La dermatite atopica dai galenici alle nanotecnologie GRUPPO Indice Le angosce della terapia: il triangolo mamma, pediatra e internet...................................... pag. 3 Prof. Carlo Gelmetti La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo....................pag. 5 Dr. Giuseppe Ruggiero Nanotecnologie e nanosilicio........................................................ pag. 8 Prof. Giovanni 2 Scapagnini Le angosce della terapia: il triangolo mamma, pediatra e internet Prof. Carlo Gelmetti (Clinica Dermatologica Pediatrica “Ospedale Maggiore Policlinico” Università degli Studi-Milano) pur senza essere una patologia Al “vecchio” triangolo mamma-pediatra-bambino sembra essersi sostituito quello più recente mammapediatra-internet. Internet è in effetti diventato una fonte di dati, peraltro spesso non autorevole. Basti pensare che al 15 settembre 2011, soltanto digitando “dermatite atopica”, si potevano ottenere 214.000 risultati, oltre 63.000 abbinando il termine terapia alla chiave di ricerca. In inglese i risultati ammontano invece a 6 milioni per “atopic dermatitis” e “atopic eczema”. È evidente che con tale volume di siti, che esprimono altrettante opinioni, è difficile per chiunque orientarsi e che la precedenza su google non è sintomo di qualità, ma talvolta solo di investimenti: sono molti infatti i siti pseudo-scientifici che vogliono vendere qualcosa. “ Al “vecchio” triangolo mamma-pediatrabambino sembra essersi sostituito quello più recente mammapediatra-internet. “ Internet è in effetti diventato una fonte di dati, peraltro spesso non autorevole. “ grave, essa, come già accennato, incide sulla qualità di vita e suscita nei genitori sensi di colpa per lo più amplificati dalla frequente difficoltà di consolare il bambino, oltre che dall’ansiosa aspettativa di efficacia del trattamento; la necessità di ricorrere a terapie articolate e di effettuare un monitoraggio costante del decorso, la frequente corticofobia e le paure legate alla tollerabilità dei farmaci rendono lo scenario ancor più complesso. “ Nel bambino, sin dai primi mesi di vita, la Dermatite Atopica si traduce in disagio psicofisico che mina il benessere, comporta disturbi del sonno e quindi implicazioni negative di tipo comportamentale e caratteriale, riduce la qualità di vita (Alanne S et al. Acta Paediatr 2011) e può mostrare una tendenza alla persistenza fino all’età scolare (Akdis CA et al. Allergy 2006) o anche oltre. Non meno rilevanti sono tuttavia le sue ripercussioni sui genitori, in termini di impatto psicologico, impegno nel trattamento e condizionamento sulla vita familiare (Al Robaee AA, Shahzad M. Acta Dermatovenerol Croat. 2010), mentre è facilmente intuibile la preoccupazione per il pediatra di suggerire soluzioni terapeutiche in grado di coniugare efficacia, rapidità nel sollievo dei sintomi, facile gestione quotidiana e favorevole rapporto costo/beneficio. Più in dettaglio, si può affermare che il triangolo bambinopediatra-genitori, che definisce non soltanto il perimetro operativo di una prestazione consulenziale-professionale ma anche il paradigma di una relazione fiduciaria basata su presupposti di empatia e condivisione di un processo di cura, si declina in più ambiti, delineati da alcuni aspetti connaturati allo status atopico: innanzitutto esso è caratterizzato da un’evolutività intrinseca, che si traduce nella “marcia allergica”; a corollario dell’affermazione precedente appare pressoché scontato il possibile coinvolgimento da parte della fenomenologia allergica di altri distretti (congiuntiva, vie aeree superiori e inferiori, apparato digerente); la Dermatite Atopica può essere gravata da complicanze, quali le sovrainfezioni secondarie; 3 Le angosce della terapia: il triangolo mamma, pediatra e internet Prof. Carlo Gelmetti (Clinica Dermatologica Pediatrica “Ospedale Maggiore Policlinico” Università degli Studi-Milano) Il codice HON Autorevole Indicare le qualifiche degli autori Complementarietà L’informazione dovrebbe supportare, non sostituire, la relazione medico-paziente Privacy Giustificabilità Il sito deve fare il back up delle affermazioni relative a prestazioni e performance Trasparenza Presentazione accessibile, identità dell’editore e webmaster, contatto email accurato Rispettare la privacy e la riservatezza dei dati personali inviati al sito dal visitatore Informazione finanziaria Attribuzione Sponsorizzazione Citare le fonti delle informazioni pubblicate, i dati e le pagine mediche e di salute Identificare le fonti di finanziamento Distinguere chiaramente la pubblicità dal contenuto editoriale Figura 1 Il logo e le garanzie dell’”HON code” Purtroppo, però, non sempre siti autorevoli presentano il codice HON: quello della National Eczema Society americana, per esempio (www. nationaleczema.org), lo ha ottenuto soltanto di recente, mentre quello della società europea (www.eczema.org) e quello dei CDC ne sono addirittura sprovvisti. Altre insidie della rete sono rappresentate da siti che propongono informazioni accattivanti che mascherano proposte subdole di vendita, per esempio di test diagnostici non certificati, oppure da siti che, citando riviste non accreditate nell’Index Medicus, sollevano preoccupazioni o propugnano messaggi terroristici o fuorvianti. La consultazione di siti autorevoli, come quello dell’Emea, potrebbe 4 consentire a chiunque di effettuare le opportune verifiche, ma è pur vero che difficilmente i genitori, senza opportuna indicazione, possono acquisire tali informazioni. L’istituzione della scuola dell’atopia si è dimostrata un’iniziativa utile ai pazienti e quindi alla società: grazie a materiali di impatto visivo e all’incontro con i genitori promuove infatti una cura migliore dei piccoli pazienti, offrendo loro una migliore qualità di vita. “ La scuola dell’atopia, grazie a materiali di impatto visivo e all’incontro con i genitori, promuove infatti una cura migliore dei piccoli pazienti, offrendo loro una migliore qualità di vita. “ Un criterio da suggerire può essere senz’altro la certificazione “HON” (Fig. 1): la Health On the Net Foundation, istituita a Ginevra nel 1995, ha stabilito un codice di comportamento, che rappresenta al tempo stesso una garanzia dei contenuti per chi naviga in internet. La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo Dr. Giuseppe Ruggiero (Referente Nazionale Rete Dermatologia della FIMP) “ La Dermatite Atopica determina una riduzione delle performance scolastiche del 60%, effetti avversi sulle attività sportive e all’aria aperta e un maggiore carico di stress per le madri “ Soltanto lo 0,9% dei pediatri di famiglia, sulla base dei risultati dell’indagine, crede di avere conoscenze ottimali sulla Dermatite Atopica, il 27% buone e il 58,5% soltanto sufficienti. “ Un pediatra si dovrebbe rivolgere in ogni caso a un altro specialista se la DA è severa e non risponde a una terapia topica ottimale entro una settimana oppure in caso di fallimento del trattamento per una DA da sovrainfezione batterica. Allo stesso modo la consulenza specialistica dovrebbe essere richiesta se la diagnosi è incerta, se la DA non risponde a un trattamento appropriato e se essa comporta un elevato rischio sociale o determina problemi psicologici al bambino o ai genitori. Applicando il Children’s Dermatology Life Quality Index nella valutazione degli effetti psicosociali dei disordini cutanei nei bambini tra 5 e 16 anni si è osservato che la DA era seconda soltanto alla scabbia come malattia responsabile di effetti avversi sulla qualità di vita: ha infatti determinato una riduzione delle performance scolastiche del 60% (50% con DA moderata e 80% con DA severa), effetti avversi sulle attività sportive e all’aria aperta (40% con DA lieve, 64% con DA moderata e 84% con DA severa) e un maggiore carico di stress per le madri (85% vs 31% delle madri dei bambini controllo). Soltanto il 27% delle madri dei bambini con DA, tra l’altro, lavorano, contro il 65% delle madri dei bambini controllo. La cura di un bambino con DA moderata o severa è stata inoltre comparata con quella di un bambino con diabete insulinodipendente ed è stata ritenuta più impegnativa rispetto a quella di un bambino con asma. Da queste considerazioni si evince che la malattia e la famiglia non possono che essere assistite da un medico che abbia maggiori opportunità di incontro con il bambino, lo abbia seguito sin dalla nascita e riscuota maggiore credibilità da parte dei genitori. Il pediatra di famiglia incarna queste tre caratteristiche in quanto il percorso terapeutico richiede un adeguato colloquio preliminare nonché una grande disponibilità di ascolto e di confronto. Elementi, questi, difficilmente concretizzabili nell’incontro, spesso unico, con lo specialista dermatologo. Il rapporto di fiducia è poi determinante per ottenere una buona compliance al trattamento, che presuppone disponibilità, professionalità, competenza e comprensione del disagio che quel “disturbo” cutaneo può creare nel piccolo paziente e soprattutto nella famiglia. Ma il pediatra di famiglia conosce la DA? Soltanto lo 0,9%, sulla base dei risultati dell’indagine, crede di avere conoscenze ottimali, il 27% buone e il 58,5% soltanto sufficienti. La stragrande maggioranza degli intervistati, pari all’87,8%, ha tuttavia affermato che la patogenesi della DA dipende dall’interazione tra fattori ambientali, genetici, immunitari, metabolici e infettivi e ha ammesso di conoscere il ruolo del difetto di filaggrina e dell’alterazione delle proteasi endogene ed esogene, la relazione tra precocità e maggiore gravità della DA, la maggiore suscettibilità alle infezioni, il più elevato assorbimento “ Un’indagine epidemiologica condotta nel 2008 su 437 pediatri di famiglia,selezionati su tutto il territorio nazionale in modo da rappresentare l’universo dei Pediatri FIMP, ha esplorato la gestione della dermatite atopica (DA) nell’ambulatorio pediatrico. Un primo dato importante emerso è che l’87,4% ha dichiarato di richiedere una visita specialistica – nel 51% dei casi dermatologica, nel 46,8% allergologica – soltanto in casi selezionati, il 4% di non farlo mai e poco meno del 9% restante di farlo sempre. 5 La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo Dr. Giuseppe Ruggiero (Referente Nazionale Rete Dermatologia della FIMP) tre minori): xerosi, pitiriasi alba, cheratosi follicolare, cheilite, dermatite periorale, pliche di Dennie-Morgan, iperlinearità palmare e pigmentazione sotto-orbitaria. Un dato sorprendente è che quasi il 60% dei pediatri di famiglia conosce lo SCORAD per la valutazione di gravità della DA ma il 65% non lo applica nella pratica quotidiana, pur essendo lo strumento più utilizzato nelle ricerche cliniche. In generale tutti gli scoring system permettono, con un approccio più scientifico, di definire in termini numerici la gravità della DA nel singolo paziente, di valutarne obiettivamente l’andamento clinico e di calcolare l’impatto di una terapia, con il duplice vantaggio di uniformare i criteri di valutazione e di ridurre le variazioni interindividuali di giudizio. Gli obiettivi della terapia della DA, notoriamente strutturata a step (Fig. 1), sono riconducibili ai seguenti: riparare il danno cutaneo, ridurre l’infiammazione, prevenire le ricadute, limitare il prurito e trattare le infezioni. Il primo step prevede l’uso di creme idratanti ed emollienti. Benché l’85,8% dei pediatri ne consigli l’impiego, soltanto il 20,4% mostra però come applicare correttamente i prodotti. Grave: obiettivo SCORAD > 40 / eczema persistente Moderata: obiettivo SCORAD 15-40/ eczema ricorrente Lieve: obiettivo SCORAD <15 / eczema transitorio Baseline Terapia basica Gli obiettivi della terapia della DA sono riconducibili ai seguenti: riparare il danno cutaneo, ridurre l’infiammazione, prevenire le ricadute, limitare il prurito e trattare le infezioni. Ospedalizzazione, immunosoppressione sistemica: glucocorticosteroidi orali, ciclosporina A, PUVA, azatioprina, tacrolimo orale, mofetil micofenolato Antistaminici sedativi (doxepina, idroxizina), UV terapia (UVB 311 nm, UVA 1), consulenza psicosomatica, terapia climatica Glucocorticosteroidi topici o a seconda di cofattori locali: inibitori calcineurina topici, antisettici inclusi argento/AEGIS biancheria intima, antistaminici non sedativi (controverso) Programmi educazionali, emollienti, oli da bagno, dieta di eliminazione di cibi in pazienti allergici, evitare allergeni (stringenti, se diagnosticato da test allergici) Figura 1. Step della terapia della DA 6 “ “ di allergeni attraverso la cute e infine il ruolo dell’acaro della polvere. È opportuno sottolineare che la diagnosi di DA è clinica e non si basa su test di laboratorio. I criteri diagnostici, ribaditi nel position paper ETFAD/EADV del 2009, che si basa sui criteri individuati da Hanifin e Raika oltre trent’anni fa, comportano dei limiti nella loro applicazione e talvolta non sono utili nel singolo caso perché la loro sensibilità non è del 100%, ma sono adeguati per classificare gruppi di pazienti e rendono possibili i confronti tra casistiche di differenti studi. Soltanto il 7,2% dei pediatri di famiglia ha affermato di conoscere questi criteri diagnostici, anche se poi di fatto, nella propria attività professionale, tiene in stretta considerazione il prurito con lesioni da grattamento, la morfologia e la topografia (viso e regioni estensorie nei bambini più piccoli, pieghe degli arti superiori e inferiori in quelli al di sopra dei due anni d’età), la storia familiare e personale di atopia e l’eczema cronico recidivante di mani e piedi. Oltre a questi, che sono i criteri maggiori, i pediatri di famiglia applicano soprattutto quelli minori (per la diagnosi ne occorrono tre maggiori e La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo Dr. Giuseppe Ruggiero (Referente Nazionale Rete Dermatologia della FIMP) consigliano di limitare il loro utilizzo al tempo necessario alla risoluzione dei sintomi come dichiarato dal 36,5% dei pediatri. I cortisonici topici sono ancora il primo farmaco da impiegarsi nella terapia delle fasi acute della DA e, associati a un libero uso di dermocosmetici, permettono di mantenere uno SCORAD tra 15-20 nelle forme gravi, in cui tale punteggio è superiore a 40. “ Un valido e costante trattamento dermocosmetico riduce le fasi infiammatorie e di conseguenza riduce la frequenza dell’utilizzo dei farmaci; l’applicazione regolare di dermocosmetici è capace di contrastare efficacemente l’induzione dell’atrofia cutanea da parte degli steroidi. “ Un valido e costante trattamento dermocosmetico riduce le fasi infiammatorie e di conseguenza riduce la frequenza dell’utilizzo dei farmaci; l’applicazione regolare di dermocosmetici è capace di contrastare efficacemente l’induzione dell’atrofia cutanea da parte degli steroidi. Per quanto riguarda la durata del trattamento consigliata, il 32% dei pediatri arriva a utilizzare i cortisonici topici sino a 8 giorni mentre le linee guida 7 Nanotecnologie e nanosilicio Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso) Si spiega così perché la carenza di silicio influisce negativamente sulla formazione e sulla deposizione del collagene nella maggior parte dei tessuti. La dieta è la principale fonte di silicio, ma la sua biodisponibilità nei cibi solidi è bassa ed il suo assorbimento è scarso. Le nanotecnologie hanno aperto nuove frontiere e potenzialità in ambito medico in quanto l’impiego di particelle con diametro di 1-100 nanometri consente di cambiare le loro proprietà farmacocinetiche ed elettromagnetiche senza alcuna modifica del com- “ Il trattamento dermocosmetico è sempre raccomandato in tutti i gradi di gravità della Dermatite Atopica, affiancando quello farmacologico diretto contro i meccanismi infiammatori e trova indicazione anche nella fase di remissione. “ Il silicio contribuisce a rafforzare la struttura di un tessuto o di una membrana conferendole resistenza ed elasticità “ 8 biossido. Chimicamente presenta notevole affinità per l’acqua e, in particolare, per l’ossigeno, con il quale forma un legame molto stabile – da cui la capacità di conferire solidità e resistenza alla cheratina e di contribuire alla funzione di barriera epidermica; il silicio esplica anche attività antiossidante fornendo l’elettrone ai radicali liberi. Nel corpo umano è presente in vari tessuti (aorta, trachea, tendini), e a livello cutaneo si ritrova negli strati profondi del derma, epidermide e annessi cutanei ed è in grado di legarsi a glicosaminoglicani, collagene, elastina e cheratina. Per quanto riguarda gli effetti biologici, il silicio regola la sintesi di collagene, elastina e glicosaminoglicani e favorisce la sintesi di prolina e idrossiprolina, aminoacidi fondamentali del collagene ed elementi centrali della sua struttura primaria e secondaria. Legando queste molecole tra loro e creando ponti all’interno della stessa molecola o legami tra molecole di mucopolisaccaridi o proteine, il silicio contribuisce, quindi, a rafforzare la struttura di un tessuto o di una membrana conferendole resistenza ed elasticità (Fig. 1). “ Com’è noto, i soggetti atopici, a causa di mutazioni genetiche, non producono correttamente sfingofosfolipidi, costituenti delle membrane delle cellule, e filaggrina, proteina della pelle che regola il passaggio di acqua e lo stato di permeabilità e necessaria per il legame dei filamenti di cheratina in macrofibrille. Quanto maggiore è il deficit di filaggrina, tanto più profondo sarà il danno alla barriera cutanea e più grave sarà l’eczema. Se da un lato il cedimento della barriera epidermica costituisce un elemento fondamentale per l’ingresso di antigeni che sensibilizzano oltre misura il sistema immunitario, dall’altro molti dei geni coinvolti non riguardano la struttura epidermica ma gli stessi elementi che regolano il sistema immunitario. Ecco perché l’infiammazione e la modulazione della risposta immunitaria (in particolare i linfociti T-helper di tipo 2, che sono maggiormente coinvolti in mutazioni geniche) sono i diretti responsabili della sindrome atopica. La terapia della DA è prevalentemente di tipo sintomatico nell’ottica di contenimento dell’episodio acuto, interferendo sulla qualità della struttura cutanea. Il trattamento dermocosmetico è sempre raccomandato in tutti i gradi di gravità per migliorare sia la funzione di barriera (riducendo il TEWL) sia l’idratazione cutanea, tenendo in considerazione il fatto che la secchezza cutanea è un segno non solo nella fase acuta ma anche in remissione. Per tale ragione il trattamento dermocosmetico affianca quello farmacologico diretto contro i meccanismi infiammatori e trova indicazione anche nella fase di remissione. Un elemento di particolare interesse è il silicio, presente in natura come Nanotecnologie e nanosilicio Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso) Molecola proteica o Si o o Molecola proteica o Si Molecola proteica o o o Molecola proteica o Si o Molecola proteica o Le nanotecnologie hanno aperto nuove frontiere e potenzialità in ambito medico, consentendo di cambiare le proprietà farmacocinetiche senza alcuna modifica del composto attivo. Si o o Si o Si o o Si Si o Si lecola oteica o o o o Si “ Molecola proteica o Si MolecolaFigura 1. Esemplificazione delle interazioni del silicio responsabili della formazione di strutture stabili proteica Fig. 1 Esemplificazione delle interazioni del penetraziosilicio si correla una maggiore posto attivo. Le particelle di nanosilicio hanno un diametro di 10-20 nm simile alla dimensione di una IgE ed inferiore a quella dei virus e sono caratterizzate da elevata biodisponibilità alla quale Mole- mtt vitalità % di controllo negativo assorbimento nella cute, con responsabili della formazionenedie strutture stabili assenza di tossicità cutanea, come Slide 14-solo riquadro a destra (slide 2 nel file) dimostrato in colture cellulari (Park 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 YH et al, Toxicology, 2010) (Fig. 2). “ 5hr 18hr controllo 1.0% Triron X.100 7nm nanosilicio 10-20nm nanosilicio Trattamento Fig. 2. Sicurezza delle particelle di nanosilicio di 7 e 10-20 nm impiegate a elevata concentrazione (500 mcg/ ml) sulla vitalità di cheratinociti in coltura Le particelle di nanosilicio (10-20 nm) sono caratterizzate da elevata biodisponibilità alla quale si correla una maggiore penetrazione e assorbimento nella cute, con assenza di tossicità cutanea, come dimostrato in colture cellulari “ o o Si o Si o o “ Molecola proteica 9 Nanotecnologie e nanosilicio Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso) elevata affinità con i cheratinociti e contribuisce alla formazione della matrice lipidica cutanea: quando il nanosilisoma giunge alle cellule, infatti, si fonde naturalmente con la sua membrana, rilasciando all’interno il nanosilicio (Fig. 5). Un ulteriore componente di particolare rilevanza dermocosmetica è il carbossi-metil glucano (CMglucano), un derivato del glucano, polisaccaride estratto da Saccharomices cerevisiae, reso solubile e utilizzabile in preparati dermatologici Variazione del TEWL* 12 11,36 10 9,23 -33% 7,6 8 6 4 2 0 Tempo 0 Dopo 20 giorni Dopo 40 giorni Studio effettuato in 30 volontari sani femmine sottoposti a trattamento per 40 giorni Fig. 3. Riduzione del TEWL (perdita d’acqua trans epidermica) promossa dal nano silicio, a dimostrazione del miglioramento della funzione barriera cutanea Variazione della corneometria* 50 40 30 42,88 45,25 +50% 30,12 20 10 0 Tempo 0 Dopo 20 giorni Dopo 40 giorni Figura 4 Miglioramento dell’idratazione cutanea rilevato alla corneometria I nanosilisomi sono nanoparticelle costituite da nanoliposomi di 50 nm di diametro, cioè vescicole a doppio strato di fosfatidilcolina, contenenti nanosilicio. Le dimensioni molto piccole dei nanosilisomi consentono di penetrare negli spazi tra i corneociti e poi negli strati più profondi dell’epidermide, mentre il loro rivestimento, costituito da lipidi affini a quelli delle membrane cellulari, conferisce 10 Nanosilicio Nanoliposoma Figura 5 Rilascio del silicio da parte del nanosilisoma “ Il nanosilisoma penetra negli strati profondi dell’epidermide e quando giunge alle cellule si fonde naturalmente con la sua membrana, rilasciando all’interno il nanosilicio “ Grazie a queste caratteristiche il nanosilicio può essere utilizzato con successo nel trattamento della Dermatite Atopica (Berardesca E et al, J Plastic Dermatol, 2009) perchè: agisce positivamente sulla funzio ne di barriera riducendo il TEWL (Trans Epidermal Water Loss) in modo significativo (Fig. 3) migliora l’idratazione cutanea, au mentando la Corneometria in modo significativo (Fig. 4) riduce eritema e sensazione di prurito. Nanotecnologie e nanosilicio Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso) b a 100 80 80 (Nrf2 D.U.) 100 60 40 20 0 60 40 20 “ Il carbossi-metil glucano (CM-glucano), un derivato del glucano, svolge numerose attività, tra cui la protezione dell’epidermide nei confronti del danno causato da detergenti e dai raggi UV, la promozione della proliferazione dei cheratinociti e la stimolazione dei meccanismi di difesa della cute 0 0 1h 3h 6h 12h Si 15µM 0 1h 3h 6h 12h CM-GLU 15µM c (Nrf2 D.U.) 100 “ 80 60 40 20 0 0 1h 3h Si + CM-GLU 15µM 6h 12h Figura 6 Effetto antiossidante dell’azione silicio-CM-glucano mediato dal fattore Nrf2. tripeptide vitale contro lo stress ossidativo, e l’emeossigenasi-1 che produce bilirubina, l’antiossidante endogeno forse più potente della cellula. Uno studio (Cantù AM et al, Eur J Pediat Dermatol 2008; 18:27-30) di 12 settimane condotto su 34 pazienti con DA lieve e moderata ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa (p<0,001) dei principali sintomi (prurito, eritema, estensione delle lesioni) valutati tramite lo SCORAD con un note- La gestione terapeutica della Dermatite Atopica in fase lieve-moderata può avvalersi di sostanze, quale il nanosilicio, che includono uno specifico aspetto cosmetogenomico nell’ambito dell’approccio multifattoriale per la salute del paziente “ (Nrf2 D.U.) vole miglioramento globale della sintomatologia nell’85,3% dei casi, insieme a una tollerabilità valutata come buona o ottima. Allo stato attuale delle conoscenze è pensabile che alcuni principi attivi nutrizionali siano in grado di interferire con la genetica. Le evidenze sembrano dimostrare che la gestione terapeutica della Dermatite Atopica in fase lieve-moderata può avvalersi di sostanze, quale il nanosilicio, che includono uno specifico aspetto cosmetogenomico nell’ambito dell’approccio multifattoriale per la salute del paziente. “ dalla carbossimetilazione. Esso svolge numerose attività, tra cui la protezione dell’epidermide nei confronti del danno causato da detergenti e dai raggi UV, la promozione della proliferazione dei cheratinociti e la stimolazione dei meccanismi di difesa della cute. Si è osservato che l’azione sinergica di nanosilicio e CM-glucano si traduce in uno spiccato effetto antiossidante mediato dal fattore di trascrizione Nrf2 (Scapagnini G., dati non pubblicati) (Fig. 6). Quest’ultimo in cheratinociti e fibroblasti attiva numerosi geni, tra cui quelli che sintetizzano il glutatione, 11 Cute Secca e/o Atopica DRYOFF ™ Dermocosmetico ai Nanosilisomi® e al CM Glucano Nuovo prodotto lenitivo, rigenerante e protettivo, e coadiuvante alla terapia antinfiammatoria A occhio nudo si vedono solo i risultati micro elementi macro risultati Crema 50 ml GRUPPO Spray 50 ml Cod. 15021735 NOV ITÀ