DA CONVEGNO
28 settembre/1 ottobre 2011
La dermatite
atopica
dai galenici alle
nanotecnologie
GRUPPO
Indice
Le angosce della terapia:
il triangolo mamma, pediatra e internet...................................... pag. 3
Prof. Carlo Gelmetti
La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo....................pag. 5
Dr. Giuseppe
Ruggiero
Nanotecnologie e nanosilicio........................................................ pag. 8
Prof. Giovanni
2
Scapagnini
Le angosce della terapia: il triangolo mamma,
pediatra e internet
Prof. Carlo Gelmetti (Clinica Dermatologica Pediatrica “Ospedale Maggiore Policlinico” Università degli Studi-Milano)
pur senza essere una patologia
Al “vecchio” triangolo mamma-pediatra-bambino sembra essersi sostituito quello più recente mammapediatra-internet. Internet è in effetti
diventato una fonte di dati, peraltro
spesso non autorevole. Basti pensare che al 15 settembre 2011, soltanto digitando “dermatite atopica”, si
potevano ottenere 214.000 risultati,
oltre 63.000 abbinando il termine terapia alla chiave di ricerca. In inglese
i risultati ammontano invece a 6 milioni per “atopic dermatitis” e “atopic
eczema”. È evidente che con tale
volume di siti, che esprimono altrettante opinioni, è difficile per chiunque orientarsi e che la precedenza
su google non è sintomo di qualità,
ma talvolta solo di investimenti: sono
molti infatti i siti pseudo-scientifici
che vogliono vendere qualcosa.
“
Al “vecchio” triangolo
mamma-pediatrabambino sembra
essersi sostituito quello
più recente mammapediatra-internet.
“
Internet è in effetti
diventato una fonte di
dati, peraltro spesso non
autorevole.
“
grave, essa, come già accennato,
incide sulla qualità di vita e suscita
nei genitori sensi di colpa per lo più
amplificati dalla frequente difficoltà
di consolare il bambino, oltre che
dall’ansiosa aspettativa di efficacia
del trattamento;
la necessità di ricorrere a terapie
articolate e di effettuare un monitoraggio costante del decorso, la
frequente corticofobia e le paure
legate alla tollerabilità dei farmaci rendono lo scenario ancor più
complesso.
“
Nel bambino, sin dai primi mesi di
vita, la Dermatite Atopica si traduce
in disagio psicofisico che mina il benessere, comporta disturbi del sonno e quindi implicazioni negative di
tipo comportamentale e caratteriale,
riduce la qualità di vita (Alanne S et
al. Acta Paediatr 2011) e può mostrare una tendenza alla persistenza
fino all’età scolare (Akdis CA et al. Allergy 2006) o anche oltre. Non meno
rilevanti sono tuttavia le sue ripercussioni sui genitori, in termini di impatto
psicologico, impegno nel trattamento e condizionamento sulla vita familiare (Al Robaee AA, Shahzad M.
Acta Dermatovenerol Croat. 2010),
mentre è facilmente intuibile la preoccupazione per il pediatra di suggerire soluzioni terapeutiche in grado
di coniugare efficacia, rapidità nel
sollievo dei sintomi, facile gestione
quotidiana e favorevole rapporto costo/beneficio. Più in dettaglio, si può
affermare che il triangolo bambinopediatra-genitori, che definisce non
soltanto il perimetro operativo di una
prestazione consulenziale-professionale ma anche il paradigma di una
relazione fiduciaria basata su presupposti di empatia e condivisione
di un processo di cura, si declina in
più ambiti, delineati da alcuni aspetti
connaturati allo status atopico:
innanzitutto esso è caratterizzato
da un’evolutività intrinseca, che si
traduce nella “marcia allergica”;
a corollario dell’affermazione precedente appare pressoché scontato il possibile coinvolgimento da
parte della fenomenologia allergica
di altri distretti (congiuntiva, vie aeree superiori e inferiori, apparato
digerente);
la Dermatite Atopica può essere
gravata da complicanze, quali le
sovrainfezioni secondarie;
3
Le angosce della terapia: il triangolo mamma,
pediatra e internet
Prof. Carlo Gelmetti (Clinica Dermatologica Pediatrica “Ospedale Maggiore Policlinico” Università degli Studi-Milano)
Il codice HON
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Distinguere chiaramente
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editoriale
Figura 1 Il logo e le garanzie dell’”HON code”
Purtroppo, però, non sempre siti autorevoli presentano il codice HON:
quello della National Eczema Society americana, per esempio (www.
nationaleczema.org), lo ha ottenuto
soltanto di recente, mentre quello
della società europea (www.eczema.org) e quello dei CDC ne sono
addirittura sprovvisti.
Altre insidie della rete sono rappresentate da siti che propongono informazioni accattivanti che mascherano proposte subdole di vendita,
per esempio di test diagnostici non
certificati, oppure da siti che, citando riviste non accreditate nell’Index
Medicus, sollevano preoccupazioni
o propugnano messaggi terroristici
o fuorvianti.
La consultazione di siti autorevoli,
come quello dell’Emea, potrebbe
4
consentire a chiunque di effettuare le opportune verifiche, ma è pur
vero che difficilmente i genitori, senza opportuna indicazione, possono
acquisire tali informazioni.
L’istituzione della scuola dell’atopia si
è dimostrata un’iniziativa utile ai pazienti e quindi alla società: grazie a
materiali di impatto visivo e all’incontro con i genitori promuove infatti una
cura migliore dei piccoli pazienti, offrendo loro una migliore qualità di vita.
“
La scuola dell’atopia,
grazie a materiali
di impatto visivo e
all’incontro con i genitori,
promuove infatti una
cura migliore dei piccoli
pazienti, offrendo loro una
migliore qualità di vita.
“
Un criterio da suggerire può essere
senz’altro la certificazione “HON”
(Fig. 1): la Health On the Net Foundation, istituita a Ginevra nel 1995, ha
stabilito un codice di comportamento, che rappresenta al tempo stesso
una garanzia dei contenuti per chi
naviga in internet.
La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo
Dr. Giuseppe Ruggiero (Referente Nazionale Rete Dermatologia della FIMP)
“
La Dermatite Atopica
determina una riduzione
delle performance
scolastiche del 60%,
effetti avversi sulle attività
sportive e all’aria aperta
e un maggiore carico di
stress per le madri
“
Soltanto lo 0,9% dei
pediatri di famiglia,
sulla base dei risultati
dell’indagine, crede di
avere conoscenze ottimali
sulla Dermatite Atopica,
il 27% buone e il 58,5%
soltanto sufficienti.
“
Un pediatra si dovrebbe rivolgere in
ogni caso a un altro specialista se la
DA è severa e non risponde a una terapia topica ottimale entro una settimana oppure in caso di fallimento del
trattamento per una DA da sovrainfezione batterica. Allo stesso modo
la consulenza specialistica dovrebbe
essere richiesta se la diagnosi è incerta, se la DA non risponde a un
trattamento appropriato e se essa
comporta un elevato rischio sociale
o determina problemi psicologici al
bambino o ai genitori. Applicando il
Children’s Dermatology Life Quality
Index nella valutazione degli effetti
psicosociali dei disordini cutanei nei
bambini tra 5 e 16 anni si è osservato che la DA era seconda soltanto
alla scabbia come malattia responsabile di effetti avversi sulla qualità di
vita: ha infatti determinato una riduzione delle performance scolastiche
del 60% (50% con DA moderata e
80% con DA severa), effetti avversi
sulle attività sportive e all’aria aperta (40% con DA lieve, 64% con DA
moderata e 84% con DA severa) e
un maggiore carico di stress per le
madri (85% vs 31% delle madri dei
bambini controllo). Soltanto il 27%
delle madri dei bambini con DA, tra
l’altro, lavorano, contro il 65% delle
madri dei bambini controllo.
La cura di un bambino con DA moderata o severa è stata inoltre comparata con quella di un bambino con
diabete insulinodipendente ed è stata ritenuta più impegnativa rispetto a
quella di un bambino con asma. Da
queste considerazioni si evince che
la malattia e la famiglia non possono
che essere assistite da un medico
che abbia maggiori opportunità di
incontro con il bambino, lo abbia
seguito sin dalla nascita e riscuota
maggiore credibilità da parte dei genitori. Il pediatra di famiglia incarna
queste tre caratteristiche in quanto il percorso terapeutico richiede
un adeguato colloquio preliminare
nonché una grande disponibilità di
ascolto e di confronto. Elementi,
questi, difficilmente concretizzabili
nell’incontro, spesso unico, con lo
specialista dermatologo. Il rapporto di fiducia è poi determinante per
ottenere una buona compliance al
trattamento, che presuppone disponibilità, professionalità, competenza
e comprensione del disagio che quel
“disturbo” cutaneo può creare nel
piccolo paziente e soprattutto nella
famiglia.
Ma il pediatra di famiglia conosce la
DA?
Soltanto lo 0,9%, sulla base dei risultati dell’indagine, crede di avere
conoscenze ottimali, il 27% buone
e il 58,5% soltanto sufficienti. La
stragrande maggioranza degli intervistati, pari all’87,8%, ha tuttavia
affermato che la patogenesi della DA
dipende dall’interazione tra fattori
ambientali, genetici, immunitari, metabolici e infettivi e ha ammesso di
conoscere il ruolo del difetto di filaggrina e dell’alterazione delle proteasi
endogene ed esogene, la relazione
tra precocità e maggiore gravità della DA, la maggiore suscettibilità alle
infezioni, il più elevato assorbimento
“
Un’indagine epidemiologica condotta nel 2008 su 437 pediatri di
famiglia,selezionati su tutto il territorio nazionale in modo da rappresentare l’universo dei Pediatri FIMP, ha
esplorato la gestione della dermatite
atopica (DA) nell’ambulatorio pediatrico. Un primo dato importante
emerso è che l’87,4% ha dichiarato
di richiedere una visita specialistica
– nel 51% dei casi dermatologica,
nel 46,8% allergologica – soltanto
in casi selezionati, il 4% di non farlo
mai e poco meno del 9% restante di
farlo sempre.
5
La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo
Dr. Giuseppe Ruggiero (Referente Nazionale Rete Dermatologia della FIMP)
tre minori): xerosi, pitiriasi alba, cheratosi follicolare, cheilite, dermatite
periorale, pliche di Dennie-Morgan,
iperlinearità palmare e pigmentazione sotto-orbitaria.
Un dato sorprendente è che quasi
il 60% dei pediatri di famiglia conosce lo SCORAD per la valutazione
di gravità della DA ma il 65% non lo
applica nella pratica quotidiana, pur
essendo lo strumento più utilizzato
nelle ricerche cliniche. In generale
tutti gli scoring system permettono,
con un approccio più scientifico, di
definire in termini numerici la gravità
della DA nel singolo paziente, di valutarne obiettivamente l’andamento
clinico e di calcolare l’impatto di una
terapia, con il duplice vantaggio di
uniformare i criteri di valutazione e di
ridurre le variazioni interindividuali di
giudizio.
Gli obiettivi della terapia della DA,
notoriamente strutturata a step
(Fig. 1), sono riconducibili ai seguenti:
riparare il danno cutaneo, ridurre l’infiammazione, prevenire le ricadute, limitare il prurito e trattare le infezioni.
Il primo step prevede l’uso di creme
idratanti ed emollienti. Benché l’85,8%
dei pediatri ne consigli l’impiego, soltanto il 20,4% mostra però come applicare correttamente i prodotti.
Grave: obiettivo
SCORAD > 40 /
eczema persistente
Moderata: obiettivo
SCORAD 15-40/
eczema ricorrente
Lieve: obiettivo
SCORAD <15 /
eczema transitorio
Baseline
Terapia basica
Gli obiettivi della
terapia della DA sono
riconducibili ai seguenti:
riparare il danno cutaneo,
ridurre l’infiammazione,
prevenire le ricadute,
limitare il prurito e trattare
le infezioni.
Ospedalizzazione, immunosoppressione sistemica:
glucocorticosteroidi orali, ciclosporina A, PUVA, azatioprina,
tacrolimo orale, mofetil micofenolato
Antistaminici sedativi (doxepina, idroxizina), UV terapia (UVB 311 nm, UVA 1),
consulenza psicosomatica, terapia climatica
Glucocorticosteroidi topici o a seconda di cofattori locali: inibitori calcineurina topici,
antisettici inclusi argento/AEGIS biancheria intima, antistaminici non sedativi (controverso)
Programmi educazionali, emollienti, oli da bagno, dieta di eliminazione di cibi in pazienti allergici,
evitare allergeni (stringenti, se diagnosticato da test allergici)
Figura 1. Step della terapia della DA
6
“
“
di allergeni attraverso la cute e infine
il ruolo dell’acaro della polvere.
È opportuno sottolineare che la diagnosi di DA è clinica e non si basa
su test di laboratorio. I criteri diagnostici, ribaditi nel position paper ETFAD/EADV del 2009, che si basa sui
criteri individuati da Hanifin e Raika
oltre trent’anni fa, comportano dei
limiti nella loro applicazione e talvolta non sono utili nel singolo caso
perché la loro sensibilità non è del
100%, ma sono adeguati per classificare gruppi di pazienti e rendono
possibili i confronti tra casistiche di
differenti studi.
Soltanto il 7,2% dei pediatri di famiglia ha affermato di conoscere questi criteri diagnostici, anche se poi di
fatto, nella propria attività professionale, tiene in stretta considerazione
il prurito con lesioni da grattamento,
la morfologia e la topografia (viso e
regioni estensorie nei bambini più
piccoli, pieghe degli arti superiori e
inferiori in quelli al di sopra dei due
anni d’età), la storia familiare e personale di atopia e l’eczema cronico
recidivante di mani e piedi.
Oltre a questi, che sono i criteri maggiori, i pediatri di famiglia applicano
soprattutto quelli minori (per la diagnosi ne occorrono tre maggiori e
La dermatite Atopica tra pediatra e dermatologo
Dr. Giuseppe Ruggiero (Referente Nazionale Rete Dermatologia della FIMP)
consigliano di limitare il loro utilizzo
al tempo necessario alla risoluzione dei sintomi come dichiarato dal
36,5% dei pediatri. I cortisonici topici sono ancora il primo farmaco
da impiegarsi nella terapia delle fasi
acute della DA e, associati a un libero uso di dermocosmetici, permettono di mantenere uno SCORAD tra
15-20 nelle forme gravi, in cui tale
punteggio è superiore a 40.
“
Un valido e costante
trattamento
dermocosmetico riduce
le fasi infiammatorie
e di conseguenza
riduce la frequenza
dell’utilizzo dei farmaci;
l’applicazione regolare
di dermocosmetici è
capace di contrastare
efficacemente l’induzione
dell’atrofia cutanea da
parte degli steroidi.
“
Un valido e costante trattamento
dermocosmetico riduce le fasi infiammatorie e di conseguenza riduce
la frequenza dell’utilizzo dei farmaci;
l’applicazione regolare di dermocosmetici è capace di contrastare efficacemente l’induzione dell’atrofia
cutanea da parte degli steroidi. Per
quanto riguarda la durata del trattamento consigliata, il 32% dei pediatri
arriva a utilizzare i cortisonici topici
sino a 8 giorni mentre le linee guida
7
Nanotecnologie e nanosilicio
Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso)
Si spiega così perché la carenza di
silicio influisce negativamente sulla
formazione e sulla deposizione del
collagene nella maggior parte dei
tessuti. La dieta è la principale fonte
di silicio, ma la sua biodisponibilità
nei cibi solidi è bassa ed il suo assorbimento è scarso.
Le nanotecnologie hanno aperto nuove frontiere e potenzialità in ambito
medico in quanto l’impiego di particelle con diametro di 1-100 nanometri
consente di cambiare le loro proprietà
farmacocinetiche ed elettromagnetiche senza alcuna modifica del com-
“
Il trattamento
dermocosmetico è
sempre raccomandato
in tutti i gradi di gravità
della Dermatite Atopica,
affiancando quello
farmacologico diretto
contro i meccanismi
infiammatori e trova
indicazione anche nella
fase di remissione.
“
Il silicio contribuisce a
rafforzare la struttura
di un tessuto o di una
membrana conferendole
resistenza ed elasticità
“
8
biossido. Chimicamente presenta
notevole affinità per l’acqua e, in particolare, per l’ossigeno, con il quale
forma un legame molto stabile – da
cui la capacità di conferire solidità e
resistenza alla cheratina e di contribuire alla funzione di barriera epidermica; il silicio esplica anche attività
antiossidante fornendo l’elettrone
ai radicali liberi. Nel corpo umano è
presente in vari tessuti (aorta, trachea, tendini), e a livello cutaneo si ritrova negli strati profondi del derma,
epidermide e annessi cutanei ed è in
grado di legarsi a glicosaminoglicani,
collagene, elastina e cheratina.
Per quanto riguarda gli effetti biologici, il silicio regola la sintesi di collagene, elastina e glicosaminoglicani e
favorisce la sintesi di prolina e idrossiprolina, aminoacidi fondamentali
del collagene ed elementi centrali
della sua struttura primaria e secondaria. Legando queste molecole tra
loro e creando ponti all’interno della
stessa molecola o legami tra molecole di mucopolisaccaridi o proteine, il silicio contribuisce, quindi, a
rafforzare la struttura di un tessuto o
di una membrana conferendole resistenza ed elasticità (Fig. 1).
“
Com’è noto, i soggetti atopici, a
causa di mutazioni genetiche, non
producono correttamente sfingofosfolipidi, costituenti delle membrane
delle cellule, e filaggrina, proteina
della pelle che regola il passaggio
di acqua e lo stato di permeabilità e
necessaria per il legame dei filamenti
di cheratina in macrofibrille. Quanto maggiore è il deficit di filaggrina,
tanto più profondo sarà il danno alla
barriera cutanea e più grave sarà
l’eczema. Se da un lato il cedimento
della barriera epidermica costituisce
un elemento fondamentale per l’ingresso di antigeni che sensibilizzano
oltre misura il sistema immunitario,
dall’altro molti dei geni coinvolti non
riguardano la struttura epidermica
ma gli stessi elementi che regolano
il sistema immunitario. Ecco perché
l’infiammazione e la modulazione
della risposta immunitaria (in particolare i linfociti T-helper di tipo 2, che
sono maggiormente coinvolti in mutazioni geniche) sono i diretti responsabili della sindrome atopica.
La terapia della DA è prevalentemente di tipo sintomatico nell’ottica
di contenimento dell’episodio acuto,
interferendo sulla qualità della struttura cutanea.
Il trattamento dermocosmetico è
sempre raccomandato in tutti i gradi
di gravità per migliorare sia la funzione di barriera (riducendo il TEWL)
sia l’idratazione cutanea, tenendo in
considerazione il fatto che la secchezza cutanea è un segno non solo
nella fase acuta ma anche in remissione. Per tale ragione il trattamento
dermocosmetico affianca quello farmacologico diretto contro i meccanismi infiammatori e trova indicazione
anche nella fase di remissione.
Un elemento di particolare interesse
è il silicio, presente in natura come
Nanotecnologie e nanosilicio
Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso)
Molecola
proteica
o
Si
o
o
Molecola
proteica
o
Si
Molecola
proteica
o
o
o
Molecola
proteica
o
Si
o
Molecola
proteica
o
Le nanotecnologie hanno
aperto nuove frontiere
e potenzialità in ambito
medico, consentendo
di cambiare le proprietà
farmacocinetiche senza
alcuna modifica del
composto attivo.
Si
o
o
Si
o
Si
o
o
Si
Si
o
Si
lecola
oteica
o
o
o
o
Si
“
Molecola
proteica
o
Si
MolecolaFigura 1. Esemplificazione delle interazioni del silicio responsabili della formazione di strutture stabili
proteica
Fig. 1 Esemplificazione delle
interazioni
del penetraziosilicio
si correla
una maggiore
posto attivo. Le particelle di nanosilicio
hanno un diametro di 10-20 nm simile
alla dimensione di una IgE ed inferiore
a quella dei virus e sono caratterizzate
da elevata biodisponibilità alla quale
Mole-
mtt vitalità
% di controllo negativo
assorbimento
nella cute, con
responsabili della formazionenedie strutture
stabili
assenza di tossicità cutanea, come
Slide 14-solo riquadro a destra
(slide 2 nel file)
dimostrato in colture cellulari (Park
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
YH et al, Toxicology, 2010) (Fig. 2).
“
5hr
18hr
controllo
1.0% Triron X.100
7nm nanosilicio
10-20nm nanosilicio
Trattamento
Fig. 2. Sicurezza delle particelle di nanosilicio di 7 e 10-20 nm impiegate a elevata concentrazione (500 mcg/
ml) sulla vitalità di cheratinociti in coltura
Le particelle di
nanosilicio (10-20 nm)
sono caratterizzate da
elevata biodisponibilità
alla quale si correla una
maggiore penetrazione
e assorbimento nella
cute, con assenza di
tossicità cutanea, come
dimostrato in colture
cellulari
“
o
o
Si
o
Si
o
o
“
Molecola
proteica
9
Nanotecnologie e nanosilicio
Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso)
elevata affinità con i cheratinociti e
contribuisce alla formazione della
matrice lipidica cutanea: quando il
nanosilisoma giunge alle cellule, infatti, si fonde naturalmente con la
sua membrana, rilasciando all’interno il nanosilicio (Fig. 5).
Un ulteriore componente di particolare rilevanza dermocosmetica
è il carbossi-metil glucano (CMglucano), un derivato del glucano,
polisaccaride estratto da Saccharomices cerevisiae, reso solubile e
utilizzabile in preparati dermatologici
Variazione del TEWL*
12
11,36
10
9,23
-33%
7,6
8
6
4
2
0
Tempo 0
Dopo 20 giorni
Dopo 40 giorni
Studio effettuato in 30 volontari sani femmine sottoposti a trattamento per 40 giorni
Fig. 3. Riduzione del TEWL (perdita d’acqua trans epidermica) promossa dal nano silicio, a dimostrazione del
miglioramento della funzione barriera cutanea
Variazione della corneometria*
50
40
30
42,88
45,25
+50%
30,12
20
10
0
Tempo 0
Dopo 20 giorni
Dopo 40 giorni
Figura 4 Miglioramento dell’idratazione cutanea rilevato alla corneometria
I nanosilisomi sono nanoparticelle
costituite da nanoliposomi di 50 nm
di diametro, cioè vescicole a doppio
strato di fosfatidilcolina, contenenti
nanosilicio. Le dimensioni molto piccole dei nanosilisomi consentono di
penetrare negli spazi tra i corneociti
e poi negli strati più profondi dell’epidermide, mentre il loro rivestimento, costituito da lipidi affini a quelli
delle membrane cellulari, conferisce
10
Nanosilicio
Nanoliposoma
Figura 5 Rilascio del silicio da parte del nanosilisoma
“
Il nanosilisoma penetra
negli strati profondi
dell’epidermide e quando
giunge alle cellule si
fonde naturalmente
con la sua membrana,
rilasciando all’interno il
nanosilicio
“
Grazie a queste caratteristiche il nanosilicio può essere utilizzato con successo nel trattamento della Dermatite
Atopica (Berardesca E et al, J Plastic
Dermatol, 2009) perchè:
agisce positivamente sulla funzio
ne di barriera riducendo il TEWL
(Trans Epidermal Water Loss) in
modo significativo (Fig. 3)
migliora l’idratazione cutanea, au
mentando la Corneometria in modo
significativo (Fig. 4)
riduce eritema e sensazione di

prurito.
Nanotecnologie e nanosilicio
Prof. Giovanni Scapagnini (Dipartimento Scienze della Salute,Università degli Studi del Molise, Campobasso)
b
a
100
80
80
(Nrf2 D.U.)
100
60
40
20
0
60
40
20
“
Il carbossi-metil glucano
(CM-glucano), un
derivato del glucano,
svolge numerose attività,
tra cui la protezione
dell’epidermide
nei confronti del
danno causato da
detergenti e dai raggi
UV, la promozione
della proliferazione
dei cheratinociti e
la stimolazione dei
meccanismi di difesa
della cute
0
0 1h 3h 6h 12h
Si 15µM
0
1h 3h 6h 12h
CM-GLU 15µM
c
(Nrf2 D.U.)
100
“
80
60
40
20
0
0
1h
3h
Si + CM-GLU 15µM
6h
12h
Figura 6 Effetto antiossidante dell’azione silicio-CM-glucano mediato dal fattore Nrf2.
tripeptide vitale contro lo stress ossidativo, e l’emeossigenasi-1 che produce bilirubina, l’antiossidante endogeno forse più potente della cellula.
Uno studio (Cantù AM et al, Eur J
Pediat Dermatol 2008; 18:27-30) di
12 settimane condotto su 34 pazienti con DA lieve e moderata ha
dimostrato una riduzione statisticamente significativa (p<0,001) dei
principali sintomi (prurito, eritema,
estensione delle lesioni) valutati
tramite lo SCORAD con un note-
La gestione terapeutica
della Dermatite Atopica
in fase lieve-moderata
può avvalersi di sostanze,
quale il nanosilicio,
che includono uno
specifico aspetto
cosmetogenomico
nell’ambito dell’approccio
multifattoriale per la
salute del paziente
“
(Nrf2 D.U.)
vole miglioramento globale della
sintomatologia nell’85,3% dei casi,
insieme a una tollerabilità valutata
come buona o ottima.
Allo stato attuale delle conoscenze
è pensabile che alcuni principi attivi
nutrizionali siano in grado di interferire con la genetica. Le evidenze sembrano dimostrare che la gestione
terapeutica della Dermatite Atopica
in fase lieve-moderata può avvalersi
di sostanze, quale il nanosilicio, che
includono uno specifico aspetto cosmetogenomico nell’ambito dell’approccio multifattoriale per la salute
del paziente.
“
dalla carbossimetilazione. Esso svolge numerose attività, tra cui la protezione dell’epidermide nei confronti
del danno causato da detergenti e
dai raggi UV, la promozione della
proliferazione dei cheratinociti e la
stimolazione dei meccanismi di difesa della cute. Si è osservato che
l’azione sinergica di nanosilicio e
CM-glucano si traduce in uno spiccato effetto antiossidante mediato
dal fattore di trascrizione Nrf2 (Scapagnini G., dati non pubblicati) (Fig.
6). Quest’ultimo in cheratinociti e fibroblasti attiva numerosi geni, tra cui
quelli che sintetizzano il glutatione,
11
Cute Secca e/o Atopica
DRYOFF
™
Dermocosmetico ai Nanosilisomi® e al CM Glucano
Nuovo prodotto lenitivo, rigenerante
e protettivo, e coadiuvante alla terapia
antinfiammatoria
A occhio nudo si vedono solo i risultati
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La dermatite atopica dai galenici alle nanotecnologie