agronomia
Il cloro,
un microelemento essenziale
Un elemento spesso ingiustamente messo sotto accusa,
che deve invece essere rivalutato
Patricia Imas e Hillel Magen
Cloro
• Simbolo chimico: Cl
• Numero atomico: 17
• Peso atomico: 35,4527
• Punto di fusione:
–100,98 °C
• Punto di ebollizione:
–34,6 °C
• Peso specifico:
3,214 mg/cm3 (20 °C)
• Scoperto nel 1774 da
Carl Wilhelm Scheele
• Il nome, dato da Davy
nel 1810 deriva dal greco χλωροζ (cloros), verde giallastro
• È presente, oltre che nei
fertilizzanti, per molti
prodotti di uso comune,
dal sale da cucina all’acqua di seltz, nella cartotecnica, nell’industria
tessile, nella petrolchimica e per produrre
medicinali, antisettici,
insetticidi, conservanti,
solventi, vernici, plastiche, coloranti, ecc.
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Il cloro è un elemento essenziale per tutte le piante, uno dei 16
nutrienti necessari per una crescita normale e il completamento del ciclo vitale dei vegetali. È
necessario in piccole quantità,
analogamente ad altri microelementi, come ferro, manganese,
zinco, rame, molibdeno e boro.
La funzione del cloro come
microelemento essenziale è stata completamente dimostrata
nei primi anni ’50 del XX secolo.
Tuttavia, la funzione del cloro
nelle colture di campo divenne
ovvia solo negli anni ’80.
L’elemento ha un ruolo vitale
in numerose funzioni biochimiche della pianta, come l’attivazione di enzimi e la fotosintesi.
È importante nel trasporto dei
cationi e per l’equilibrio osmotico, inoltre gioca un importante
ruolo nella regolazione dei movimento stomatici.
Il cloro in quantità adeguate non è pericoloso per la vita
di piante, animali e microrganismi, ma è dannoso se in eccesso. I terreni di molte parti del
mondo sono poveri di cloro, e
provocano quindi problemi alle piante: l’avvizzimento è un
sintomo comune della carenza,
che incide anche sulla traspirazione e spesso causa clorosi.
I problemi di tossicità da cloro possono verificarsi quando
le colture sono irrigate con acque ricche dell’elemento, in terreni con falda salina e su colture sensibili.
Il testo è tratto dal Simposio
internazionale sui microelementi organizzato dall’IFA e
tenutosi a Nuova Delhi nel
febbraio 2004.
Gli autori sono ricercatori
all’ICL Fertilizers, Potash House,
P.O.Box 75, Beer Sheva, 84100,
Israele, www.iclfertilizers.com
Le foto, che illustrano i depositi
di cloruro di potassio del Mar
Morto, sono fornite dall’ICL
Fertilizers.
Fertilizzanti 1/2005
agronomia
Le varie specie differiscono
considerevolmente nella loro
sensibilità agli eccessi di cloro:
barbabietola da zucchero, orzo,
cotone e colza sono molto tolleranti; grano, foraggiere e patate
si situano in una posizione intermedia, mentre pisello, fagiolo, trifogli e altre leguminose sono sensibili. Si ricorda che l’aggiunta di cloro è una parte integrante del piano di fertilizzazione di colture come la noce da
cocco e la palma da olio.
Lo ione cloro è trattenuto assai debolmente dal terreno ed è
lisciviato in maniera analoga ai
nitrati. Si tratta di un anione
molto mobile e pertanto il suo
accumulo e assorbimento possono essere facilmente controllati con una appropriata gestione dell’irrigazione.
Le carenze di cloro sono più
frequenti nelle aree interne, dove l’elemento è poco presente
nell’atmosfera, e nelle zone tropicali, dove le abbondanti piogge
favoriscono la lisciviazione. Come per tutti i nutrienti limitanti,
le piante rispondono all’apporto dell’elemento, migliorando la
resa e aumentando lo sviluppo.
Risposte positive di grano,
mais e sorgo alle concimazio-
Fertilizzanti 1/2005
ne con cloro sono state ampiamente documentate nelle aree
cerealicole di USA, Canada e
Argentina. L’aumento della resa associato al miglioramento
della nutrizione con cloro è stato attribuito alla risposta al microelemento, ma anche alla riduzione dell’incidenza di malattie fungine. Attualmente, semplici analisi del terreno e delle
piante sono utilizzate per pianificare il livello di fertilizzazione,
essendo stati individuati i livelli
critici di cloro nei tessuti vegetali e nel suolo. Per esempio, è
stato accertato che il frumento
risponde con maggiore probabilità al cloro se il valore analitico
è inferiore a 3 mg/kg nel terreno e allo 0,10% nelle foglie, allo stadio di botticella.
In colture intensive fertirrigate, le aggiunte di cloro sono
utilizzate per migliorare la qualità di specie come pomodori e
meloni. Lo ione
cloro non è tossico per le piante nelle dosi ap-
portate e la ricerca ha dimostrato che contribuisce a produrre meno frutti con marcescenza, estendendo quindi il tempo di conservazione. In Francia,
Olanda e Florida, le formulazioni delle soluzioni commerciali di fertilizzanti per il pomodoro in serra utilizzano come fonte parziale di potassio il cloruro
potassico.
L’aggiunta di cloro può essere utilizzata per diminuire il
contenuto di nitrati in colture accumulatrici, come spinaci, insalate e cavoli, per l’effetto antagonista tra cloro e nitrati. Sostituire il nitrato con il cloruro di potassio in fertirrigazione può essere benefico per l’abbassamento dei nitrati immessi
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nell’ambiente e accumulati nei
prodotti agricoli.
È stato ipotizzato che le colture e i terreni siano influenzati negativamente dal cloro presente nei fertilizzanti. Tuttavia il cloruro di potassio è stato
impiegato con successo per decenni come principale fonte di
potassio per migliorare la pro-
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duttività delle colture, confutando chiaramente nella pratica l’ipotesi di cui sopra.
Il cloruro di potassio è un
concime perfettamente sicuro
e i timori di problemi per le colture non irrigue sono infondati. Si tratta della fonte di potassio più economica per la gran
parte delle situazioni e in alcu-
ni casi le colture possono dimostrare una specifica risposta positiva al cloro di questo
concime. Ovviamente le quantità e i momenti di applicazione devono essere corretti, così
come per qualsiasi altro fertilizzante.
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