Mondo cristiano/ Mondo Musulmano Percentuali dei cristiani nel mondo Percentuali Islam nel mondo Con quale Islam ci dobbiamo confrontare? Esiste una guerra di civiltà? È in atto una guerra dell'Islam contro il cristianesimo? Da quando Samuel Huntington ha scritto il suo libro ("Il conflitto delle civilizzazioni"), sembra che si possa essere solo pro o contro lo scontro di civiltà. È chiaro che il mondo occidentale è una civiltà; il mondo islamico è anche una civiltà. Uno scontro fra civiltà è sempre esistito. Il punto è che nel mondo terrorista, la parola "scontro" è divenuta sinonimo di "guerra". I fondamentalisti musulmani definiscono gli occidentali "crociati". Questa parola viene dall'uso che se ne fa in Arabia Saudita, dove "occidentale" e "crociato" sono sinonimi. Fino a 15 anni fa questi termini erano usati solo là. Il fondamentalismo islamico presenta lo scontro fra civiltà come uno scontro religioso: islam contro i cristiani. Ma possiamo definire l'occidente come "cristiano"? Lo stesso occidente rifiuta di definirsi tale. Esso è frutto del cristianesimo, ma attualmente la società occidentale prende le distanze da esso. Per questo la risposta dell'occidente non può definirsi come una guerra del cristianesimo contro l'Islam. Occorre far guerra al terrorismo, al fondamentalismo islamico, ma non contro l'Islam. In alcuni gruppi italiani e americani c’è la tendenza a voler assimilare troppo facilmente l'Islam come un'anti-civiltà cristiana, e questo è sbagliato. Fondamentalismo/ Integralismo/Terrorismo islamico Con il termine fondamentalismo si intende una forte reazione a qualsiasi processo di secolarizzazione e/o di contaminazione della religione Con l'espressione Fondamentalismo islamico si usa definire nei media occidentali, almeno a partire dalla nascita della Repubblica Islamica nell'Iran sciita, quella corrente di attivismo politico e teoretico che si richiama esplicitamente ai pretesi valori fondanti dell'Islam delle origini. Il fondamentalismo islamico nasce nel 1954 con l’ascesa al potere dei Fratelli Musulmani che fecero cadere il regime di Nasser in Egitto, condannandone la politica laica che non seguiva i dettami dell’Islam l’integralismo è una posizione intransigente secondo la quale i fondamenti della religione devono diventare anche la fonte da cui scaturisce il diritto giuridico, nonché modello per la vita pubblica e privata. Il chiaro diniego integralista nei confronti di una delle basi del pensiero politico recente, ovvero la sostanziale divisione tra Stato e Chiesa, pone qualsiasi individuo che assume posizioni integraliste in netta antitesi con buona parte delle società moderne o comunque di derivazione illuminista. Storicamente la prima unione tra integralismo e fondamentalismo avvenne verso la fine degli anni Settanta in Iran, dove l’ayatollah Khomeini e la sua visione dell’Islam aliena da ogni forma di critica divennero il modello di tale associazione. L’Iran si trasformò in un luogo d’eccezione per lo svolgimento dello scontro tra forze laiche, rivoluzionarie, conservatrici o comunque aperte alle influenze dei Paesi occidentali, e quelle integraliste/fondamentaliste. Nella nascita della Repubblica islamica iraniana si evidenziò chiaramente come integralismo e fondamentalismo fossero sinonimi di utilizzo politico della religione, che si esplicava e ancora si esplica nel rifiuto nei confronti di molte libertà individuali da cui nascono i principi del pensiero pluralista e democratico. Inoltre, il fondamentalismo/integralismo nella sua forma islamica in particolare, ma più in generale in qualsiasi altra religione, determina una concezione del mondo in cui l’identità individuale deve sottoporsi ai dettami divini per tutto ciò che riguarda la società (economia, politica, comportamenti sociali, etc.). Conseguentemente il vero credente deve accettare e fare accettare la legge divina, tentando anche di imporla ovunque essa non sia arrivata. Tale obbligo assume il nome di jiahd . Con l’uso di tale termine si fa riferimento quindi allo sforzo di diffondere la parola di Dio, lottando strenuamente soprattutto contro l’ignoranza del mondo occidentale, ma anche nei confronti dei fratelli che hanno smarrito la retta via. Non è facile dare una definizione di “terrorismo islamico” perchè assume aspetti e caratteri molto diversi. Diciamo che il carattere che lo distingue è il suicidio religioso. Il combattente islamico porta la strage nell'ambito dei"nemici" facendosi saltare con l'esplosivo secondo un rituale abbastanza preciso nella prospettiva di raggiungere immediatamente il paradiso. In Occidente viene denominato impropriamente "kamikaze" ma egli si considera uno "shaid", termine coranico che significa "martire" nel significato originale del termine greco . Martiri infatti nel cristianesimo venivano definiti i "testimoni" della fede cioè coloro che avevano affrontato la morte per rendere testimonianza della loro fede. Si è cominciato a parlare di "shaid" al tempo della guerra fra Iran e Iraq. Giovanissimi iraniani ("pasdaran" cioè "guardiani della rivoluzione") si cingevano il capo con un nastro sul quale erano scritti dei versi del Corano, avanzavano sui campi minati dove morivano facendo esplodere le mine: l'esercito regolare poi avanzava su quei varchi aperti cosi dolorosamente. Quelli che si sacrificavano venivano considerati "shaid", erano onorati ampiamente e intensamente nell'Iran di Komeini. Non si trattava però di terrorismo: semplicemente di militari che si immolavano nell'ambito di una guerra regolare. In seguito però il fenomeno è dilagato e trasformato: lo “shaid" è una persona che si lascia esplodere uccidendo indiscriminatamente tutti quelli che sono intorno a lui, considerati comunque nemici. Il terrorismo islamico supera i confini delle singole nazioni, va al di là del mondo islamico stesso, intende colpire gli occidentali in generale anche nelle loro terre; è mosso da una cieca fede religiosa I fondamentalisti islamici intendono la loro lotta come lotta dell’Islam contro gli infedeli identificati negli occidentali in generale e negli americani in particolare, siano essi considerati come cristiani che soprattutto come atei. Essi vedono uno scontro religioso: è una catechizzazione del problema in termini religiosi che sfugge completamente agli occidentali che, anche se credenti, vivono e pensano ormai da secoli in un orizzonte laico. Sono secondarie le rivendicazioni economiche: per un fondamentalista islamico la funzione dello stato è etica, esso è innanzitutto difensore e depositario della fede. I fondamentalisti vedono l’occidente come il nemico dell’Islam e tutti quelli che si alleano con esso come traditori, come nemici anche se essi stessi musulmani. Il fine del terrorismo islamico è quello di destabilizzare e rovesciare anche tutti i regimi arabi che più o meno esplicitamente prendono ispirazione dall’Occidente