Aristofane
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Aristofane (in greco
Ἀριστοφάνης) (450
a.C. circa – 385 a.C.
circa) è uno dei
principali esponenti
della Commedia
Antica (l'Archaia)
greca, insieme a
Cratino ed Eupoli.
Le commedie
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Aristofane fu un commediografo molto fecondo e trattò
argomenti vari (politica,costume,educazione,cultura).
Nella biblioteca di Alessandria erano conservate 44
sue commedie; di queste ne sono state conservate
intere solo 11:
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Acarnesi Lisistrata
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Cavalieri Tesmoforiazuse
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Le Nuvole Le Rane
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Le vespe Le Donne in Assemblea
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La pace
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Gli Uccelli
Pluto
Aristofane contro tutti
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L'ingiuria è un elemento costitutivo del linguaggio di
Aristofane.
Arma privilegiata della retorica comica dei personaggi,
ingrediente importante nella caratterizzazione del
protagonista, la sua presenza conferisce all’autore
uno stile aggressivo e provocante
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Con un'audacia
stupefacente, Aristofane
mette sotto il suo mirino
tutto, le istituzioni, gli atti
politici, i singoli, gli uomini di
Stato e persino gli dei. Ne Gli
Acarnesi (425 a.C) La pace
(421), Lisistrata (411), va
contro i partigiani della
guerra del Peloponneso che
doveva rovinare Atene. Le
Vespe (422) denunciano la
stoltezza del popolo
ateniese, che passa il suo
tempo a sputare sentenze e
trascura gli affari importanti.
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Ne Le Nuvole (423), sfotte la
filosofia di Socrate, presentato
come il più pericoloso dei
sofisti; Le Donne in Assemblea
(392) è una critica delle teorie
comuniste e femministe fatte
circolare dai sofisti. Immagina,
ne Gli Uccelli (414), una città
ideale, costruita tra il cielo e la
terra, libera dagli inconvenienti
politici delle città terrestri, ed il
cui accesso è permesso
soltanto a certe condizioni.
Aristofane contro Euripide
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In quasi tutte le commedie pervenuteci Aristofane
attraverso varie battute si prende gioco del poeta
tragico Euripide.
Ne Gli Acarnesi critica il realismo e la degradazione a
cui sono sottoposti gli eroi delle sue tragedie
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Ne Le Rane, il dio Dioniso decide
di recarsi nell'Ade per risuscitare il
tragediografo Euripide morto l'anno
precedente, al fine di risollevare la
società ateniese in quel tempo in
declino.
In questa commedia Aristofane va
contro Euripide, al quale
rimprovera di avere abbandonato
la semplicità nobile dei suoi
predecessori e il fatto che le sue
tragedie, secondo lui,
corrompevano il gusto e la morale.
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La comicità in questa commedia è fortissima, spesso
legata a un linguaggio popolare e volgare, mentre la satira
è abilmente sottesa tra una battuta e l'altra. Euripide è
visto da Aristofane come un furfante condannato a
rimanere negli Inferi per la gioia dell'altro grande
tragediografo dell'epoca, Eschilo.
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Ne Le Tesmoforiazuse
Aristofane critica il modo in
cui Euripide rappresenta le
donne, additandole come
assassine, adultere e poco di
buono.
Il poeta, protagonista della
tragedia, sarà costretto, suo
malgrado, a promettere alle
donne di mettere da parte la
propria misoginia, tacendo ai
mariti, di ritorno dalla guerra,
i fatti che le riguardano di cui
è a conoscenza.
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Euripide è un bersaglio
consueto per
Aristofane. Si tratta
però di un
atteggiamento
ambiguo, in quanto lo
critica, ma al tempo
stesso non può non
riconoscerne la
grandezza, rivelando
così un rapporto di
amore-odio.
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A cura di
Federico Piga
2012
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Aristofane