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DIRETTORE RESPONSABILE
Antonio R. De Caria
[email protected]
COMITATO DI DIREZIONE
Cristina Benetti
Eleonora Carravieri
Antonio R. De Caria
COMITATO SCIENTIFICO
Sandro Burdo - Varese
Eleonora Carravieri - Milano
Delfo Casolino - Cesena
Antonio Cesarani - Milano
Domenico Cuda - Piacenza
Maria Ferretti - Ravenna
Francesco Galletti - Messina
Giuseppe Gitti - Firenze
Roberta Mazzocchi - Terni
Maria Rosa Paterniti - Palermo
Vincenza Piraino - Catanzaro
Antonio Quaranta - Bari
Rivista Italiana
di Logopedia
SEGRETERIA DI REDAZIONE
ASSOCIAZIONE
LOGOPEDISTI LOMBARDI
Viale Aretusa n. 28 - 20147 Milano
Tel. 333 8272661
e-mail: [email protected]
Progetto grafico della copertina:
Lamberto Radaelli
Consulenza legale:
Avv. Aldo De Caria
via L. Boccherini 3, 00198 Roma
tel. 06 84242470
Fotocomposizione e Stampa:
ERRE DI ESSE GRAFICA S.p.A.
Via delle Industrie 8 MERATE (LC)
Tel. 039.990.22.95 - www.errediesse.it
Registrazione: Tribunale di Milano
Numero 538 del 19-7-2004
Si ringrazia
Periodico Semestrale
Anno 9° - N. 2
Luglio – Dicembre 2011
per la preziosa collaborazione
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Norme per la pubblicazione degli articoli
I lavori dovranno essere inviati come allegati di posta elettronica all’indirizzo:
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L’articolo deve rispettare le seguenti caratteristiche:
formato WORD; carattere ARIAL; dimensione 11; interlinea 1,15; breve riassunto e parole chiave.
In ogni lavoro devono essere indicati i nomi completi, i titoli, le qualifiche e l’indirizzo
degli Autori.
I lavori non conformi alle istruzioni non saranno accettati.
L’invio stesso sottintende la dichiarazione degli Autori, sotto la propria responsabilità, che si
tratta di lavori originali, non pubblicati né sottoposti per la pubblicazione altrove e che non ledono diritti altrui. La correzione delle bozze di stampa sarà limitata alla semplice revisione tipografica: eventuali modifiche del testo saranno a cura degli Autori. Le bozze corrette
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la Redazione potrà correggere d’ufficio le bozze in base all’originale pervenuto. Saranno accettati articoli originali su argomenti di Logopedia, Foniatria, Audiologia, Fonetica, Neuropsichiatria, Otorinolaringoiatria e Psicologia che dovranno essere inviati alla Segreteria di
Redazione. Gli Autori accettano implicitamente che il lavoro venga sottoposto in modo anonimo all’esame del Comitato di Redazione e in caso di accettazione a revisione editoriale. I
lavori saranno vagliati dal comitato di redazione che potrà proporre correzioni o modifiche.
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esclusivamente in quadricromia. Disegni, diagrammi e tabelle, devono essere forniti nella
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o in parte, sempre specificandone la fonte, solo con l’autorizzazione scritta del direttore
della rivista.
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INDICE
Comunicazione
pag.
5
Proposta di un protocollo valutativo logopedico
della disfagia infantile
Valentina Cavallaro
pag.
6
Il linguaggio immaturo: lo sviluppo atipico dei prematuri
con particolare interesse alla lunghezza media dell’enunciato
e alle capacità fonologiche in percezione e programmazione
Sara Corradini
pag.
29
Risolvere un problema è questione di memoria?
Silvia Trepiccione, Enrica Mariani, Manuela Pieretti
pag.
47
Recensioni
pag.
57
Corsi e Congressi
pag.
61
3
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X° Convegno Nazionale Federazione Logopedisti Italiani FLI
Il Logopedista: dall’identità professionale alle innovazioni
nella clinica e nella ricerca scientifica
MILANO 15 - 17 Marzo 2012
La Federazione Logopedisti Italiani ha svolto il suo X° Convegno Nazionale a Milano dal 15 al 17
Marzo 2012. Il Convegno “Il Logopedista: dall’identità professionale alle innovazioni nella
clinica e nella ricerca scientifica”, ha affrontato i temi più salienti della Professione in sinergia
con le componenti che la qualificano quali la Formazione, le Competenze professionali specifiche,
le innovazioni nel campo della ricerca in Logopedia, le Linee Guida prodotte in ambito riabilitativo
logopedico.
A confronto protagonisti autorevoli in campo nazionale ed europeo dibattendo su molti temi
specifici con uno sguardo al futuro e alle emergenti linee di ricerca ed innovazione.
Nelle tre giornate, sono stati organizzati specifici workshop con gli esperti, per approfondire la
pratica clinica nell’età evolutiva, adulta e anziano fragile. Grande attesa per la parte a concorso,
riservata alla sezione Tesi e ai Progetti di ricerca in Logopedia che rispondano ai requisiti di
innovazione e di sperimentazione in ambito clinico.
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CENTRO RICERCHE E STUDI AMPLIFON
BORSA DI STUDIO 2012
PER LOGOPEDISTI
Il Centro Ricerche e Studi Amplifon (CRS), con il patrocinio della Federazione Logopedisti Italiani e della Società Scientifica Logopedisti Italiani, bandisce una Borsa di Studio per neolaureati in Logopedia. Tutti
coloro che si laureano presso un’Università italiana nell’anno solare 2011
possono concorrere alla Borsa di Studio.
Sono in palio 3 Borse di Studio
da 1.000 Euro ciascuna.
Le tesi, dovranno pervenire con posta elettronica e dovranno, pena
automatica esclusione, rispettare queste caratteristiche: formato
WORD, carattere ARIAL, dimensione 12, interlinea 1,15. E’ obbligo inviare certificato di laurea con titolo della tesi.
I lavori dovranno essere inviati entro il 30 - 04 - 2012.
Le tesi verranno sottoposte in forma anonima, senza indicazione dell’Autore e dell’Università di provenienza, ad una Commissione esaminatrice indipendente che selezionerà le tre giudicate più meritevoli. Le
tesi premiate saranno pubblicate su LOGOPaeDIA.
Le tesi dovranno essere inviate come allegato a:
[email protected]
Gli Autori delle tre tesi vincenti saranno immediatamente informati dell’esito
della selezione e i premi verranno assegnati entro dicembre 2012.
Confidiamo in una attiva collaborazione, da parte di tutti i professionisti del
settore, nel rafforzare questa iniziativa che speriamo essere di buon auspicio per il futuro dei nuovi professionisti.
La Direzione
Per ulteriori informazioni contattare il Centro Ricerche e Studi Amplifon,
Via Ripamonti 133 - Milano - Tel: 02 57472361, Fax: 0257472335,
e-mail: [email protected]
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LOGOPaeDIA 2011; vol.2
Ricerche e studi
TESI VINCITRICE DELLLA BORSA DI STUDIO DEL CRS AMPLIFON
PER I LAUREATI IN LOGOPEDIA NELL’ANNO 2010
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA
CORSO DI LAUREA IN LOGOPEDIA
Proposta di un protocollo valutativo logopedico
della disfagia infantile
Valentina Cavallaro
Abstract
La proposta di un protocollo valutativo di tipo qualitativo che comprendesse aspetti sia di ordine anatomico che di ordine funzionale, nasce dall’esigenza di instaurare un adeguato e mirato approccio logopedico, che tenga conto del confronto tra lo sviluppo individuale
neuro-psicomotorio del paziente disfagico e le normali capacità della popolazione sana, osservando quindi il parallelismo di queste differenze e comparando questo rapporto contiguamente.
Un’adeguata e approfondita valutazione delle tappe dello sviluppo alimentare del bambino
rappresenta il primo passo verso una corretta riabilitazione motoria che promuova un approccio sano e spontaneo al cibo in tutti i suoi aspetti sostanziali. Nello specifico lo studio in
questione è stato svolto con la prerogativa di fornire una valutazione qualitativa della capacità deglutitoria in soggetti di età compresa fra zero e tre anni, prendendo in esame sia una
valutazione obiettiva del distretto oro-facciale e dei riflessi primari, sia una valutazione della
meccanica deglutitoria in relazione all’assunzione di alimenti di diversa forma e consistenza.
Partendo dal protocollo valutativo proposto, il logopedista potrà elaborare il programma e il
percorso educativo e riabilitativo inerente la gestione dei disturbi della deglutizione, promuovendo un intervento specifico e individualizzato per ogni soggetto e monitorandone inoltre il follow up tramite un retest.
Parole chiave: valutazione disfagia infantile, deglutizione età pediatrica, funzioni orali, iperprotezione buccale, alimentazione.
INTRODUZIONE
In età evolutiva è necessario affrontare preventivamente e con competenza le problematiche
che riguardano il rapporto tra le normali funzioni orali e le alterazioni della maturazione anatomica, funzionale ed educativa del quadrivio oro-faringeo.
Queste alterazioni compromettono ed a volte impediscono il processo evolutivo delle abilità
alimentari, in particolare il passaggio dalla suzione neonatale per via riflessa alla cosciente
capacità masticatoria e deglutitoria di un’età più matura.
Risulta fondamentale, pertanto, un approccio foniatrico-logopedico che si focalizzi sugli
aspetti organici e funzionali di una deglutizione adeguata in relazione all’età di sviluppo so-
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matico e neurologico, con l’obiettivo topico di effettuare una corretta e puntuale valutazione
diagnostica, inserita in una più ampia e multidisciplinare presa in carico terapeutica (rimediativa, educativa e rieducativa).
La valutazione rappresenta quindi il fulcro necessario ed inderogabile per una comprensione
olistica e interpretativa dei disturbi della buccalità in tutti i suoi aspetti interconnessi e interdipendenti, nonché elemento basilare per un adeguato approccio terapeutico che mira non
solo alla riabilitazione (o forse meglio abilitazione) della funzionalità buccale in senso stretto,
ma soprattutto al reinserimento sociale tenendo conto delle innumerevoli e non trascurabili
implicazioni emotive e psicologiche che ne derivano sia sul piccolo paziente sia sul contesto familiare in cui è inserito.
La conoscenza approfondita dei distretti anatomici coinvolti nella meccanica deglutitoria, la
funzionalità e le modificazioni fisiologiche e patologiche a cui essi vanno incontro, rappresenta un elemento propedeutico alla comprensione della patologia deglutitoria in condizioni
la cui gravità risulta variabile.
Dall’analisi dei problemi della deglutizione è osservabile una serie di conseguenze che affliggono i bambini disfagici: è importante ravvisare subito le problematiche psicologiche, sia
di ordine familiare (preparazione di cibi differenti, adeguamenti posturali, se necessario presenza di alimentazione alternativa) sia d’interazione con il prossimo e di partecipazione sociale; in secondo luogo le problematiche inerenti le limitazioni alimentari, le difficoltà
nell’assunzione di farmaci e nel mantenimento dell’equilibrio idrico - salino, elementi che
comportano implicazioni gravi, tali da giungere fino a scompensi organici dati da malnutrizione o disidratazione.
In ultima analisi gli effetti di queste situazioni possono aumentare di gravità, come nel caso
di patologie organiche congenite quali dismorfismi cranio-faciali, le schisi (labiali, palatali, labiopalatali), le atresie esofagee, patologie traumatiche, virali e sindromiche che determinano
conseguenze anche mortali da soffocamento, aspirazione tracheo-bronchiale (evenienza
che, con discreta probabilità, rappresenta una delle cause delle morti in culla) e polmonite
ab ingestis.
I dati finora presenti in letteratura indicano una prevalenza di sintomi nel quadro della fase
orale, nello specifico ascrivibili alla condizione patologica della deglutizione atipica: si stima
che circa il 30% dei soggetti sotto i dieci anni ne sia affetto e il numero vada aumentando in
relazione al cambiamento delle abitudini alimentari (uso di alimenti frullati, omogeneizzati e
merendine soffici a scapito di alimenti più consistenti) e alla riduzione di un’adeguata stimolazione orale in epoca neonatale ed infantile, tale da sfociare sovente in situazioni di iperprotezione buccale.
Ne consegue l’importanza vitale della deglutizione, e per questo motivo la valutazione risulta
fondamentale; essa dovrà imperniarsi non solo sull’osservazione tecnica delle manifestazioni dei sintomi e sull’anamnesi patologica prossima e remota, bensì dovrà monitorare la
presenza/assenza delle attività riflesse orali elementari e lo sviluppo neuro-psico-motorio,
aspetti, questi ultimi due, che si fondono, si influenzano e si modificano costantemente nel
tempo.
Al fine di migliorare la prognosi occorre avere una profonda conoscenza, tale da diventare
intuitiva, di tutti questi processi nella loro globalità e mutevolezza, osservando in maniera
critica il rapporto del bambino con il cibo e il momento del pasto in cui si esalta con tutta la
sua forza, il rapporto elettivo fra mamma e bambino.
Il terapista, sulla base di ciò, modifica e adatta continuamente l’approccio riabilitativo, che
viene costantemente discusso con l’elasticità del momento ma la fermezza della conoscenza
di tutto il quadro patologico, esaminando di volta in volta ogni singola manifestazione secondo precisi criteri diagnostici e costruendo un progetto rieducativo con la capacità previsionale delle conseguenze basate su dati statistici ed esperienza.
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SIGNIFICATO BIOLOGICO DELLA DEGLUTIZIONE
La deglutizione viene definita come il meccanismo che consente la propulsione del cibo masticato (bolo) dal cavo orale allo stomaco; tale abilità acquisisce un’importanza sostanzialmente alimentare, rappresentando inoltre una strutturazione neuro-fisiologica complessa e
dinamica con macroevoluzioni - dalla deglutizione neonatale alla deglutizione adulta e geriatrica - e microevoluzioni – influenzata dalle differenti abitudini alimentari relative al contesto sociale e culturale di appartenenza, specificatamente dalle singolarità delle abitudini
acquisite nello stile di vita di ciascun individuo.
Essa è collegata con altre funzioni biologiche primarie, la funzione respiratoria in primis, con
la quale crea un rapporto sia di inibizione reciproca, sia d’integrazione proficua in determinate condizioni particolari quali l’inspirazione buccale di grandi quantità d'aria in un breve
lasso di tempo, o come la respirazione orale sostitutiva di quella nasale nel caso d'impedimento di essa, oppure l’aerazione della cassa timpanica per via tubarica, etc.
In quest’ottica è possibile interpretare lo splancnocranio come il luogo fisico dove si crea un
crocevia fra il condotto respiratorio e il condotto digestivo; essi pur essendo separati condividono un segmento di percorso in comune a livello dell’orofaringe e dell’ipofaringe. Il significato biologico di base di questa intersezione è rappresentato certamente dalla necessità di
ridurre gli spazi, elemento che tuttavia implica una sofisticazione delle strutture deputate alla
separazione funzionale dei due condotti, al fine di assicurare la pervietà delle vie aeree. Ciò
è garantito da un complesso e progressivo sistema di difese attraverso meccanismi valvolari a livello di corde vocali, false corde, sfintere esofageo superiore e istmo delle fauci; meccanismi funzionali d’innalzamento ed avanzamento della laringe, e meccanismi nervosi (di
cui il più importante è senza dubbio il riflesso nervoso della tosse costituito da una via afferente rappresentata dal nervo vago, da un centro d’integrazione bulbo-pontino, e da una via
efferente somatica).
L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA VALUTAZIONE
Al fine di una razionale progettazione educativo-riabilitativa e della relativa pianificazione
dell’intervento è necessaria una puntuale valutazione della buccalità del piccolo paziente inserita nel contesto di una più ampia valutazione generale che tenga conto degli aspetti ambientali, socioculturali ed interpersonali del bambino e dei rispettivi care-givers.
Fondamentale, da parte del riabilitatore, è prestare attenzione non solamente ai dati qualiquantitativi riportati dai referti nei vari esami, ma soprattutto è necessario, partendo da questi, effettuare una propria indagine svolta in maniera precisa e puntuale, nell’interesse
esclusivo del paziente.
In tal senso un adeguato approccio al paziente necessita di una valutazione epicritica congiunta fra foniatra e logopedista, con la collaborazione di tutte quelle figure professionali facenti parte anch’esse dell’equipe medica multidisciplinare che si occupa della presa in carico
del paziente (nutrizionista, otorinolaringoiatra, pneumologo, radiologo, fisiatra, psicomotricista, neuropsichiatra infantile, ecc).
Attualmente in Italia non sono disponibili test quantitativi per valutare, attraverso dati obiettivi e quindi standardizzati, le abilità oro-motorie dei bambini con disfagia, a differenza dei pazienti disfagici adulti la cui patologia da danno neurologico acquisito o da lesione organica è
stata ampiamente affrontata in letteratura.
I test per i soggetti disfagici adulti non possono essere utilizzati nei bambini poiché a differenza del sistema motorio orale degli adulti, quello del bambino non è giunto a maturazione
completa, ma è ancora in sviluppo ed inoltre nel paziente adulto è possibile basarsi sulla
collaborazione dello stesso e sulla capacità di eseguire comandi verbali.
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Relativamente alla valutazione della pedofagia gli unici dati quantitativi (e quindi oggettivi) rilevabili, sono quelli ottenuti dalle valutazioni strumentali quali fibrolaringoscopia e videofluorografia.
PRESENTAZIONE DEL PROTOCOLLO VALUTATIVO
In questa sede, propongo uno strumento valutativo qualitativo non standardizzato elaborato
sulla base delle preesistenti scale di osservazioni presenti in letteratura, sia italiana che
estera, in particolar modo facendo riferimento alle linee generali del test SOMA, Schedule for
Oral-Motor Assessment creato dal gruppo di South London Growth and Developmental Study
presso l’ospedale Great Ormond Street Children e l’istituto Child Health a Londra, e al volume “La valutazione delle abilità di alimentazione nella disfagia infantile” a cura della dottoressa Antonella Cerchiari, specializzata nello studio dei disordini alimentari dei bambini.
Il protocollo è applicabile nello studio di soggetti con età prestazionale compresa fra zero e
tre anni e mira alla valutazione sia in termini di sviluppo delle effettive capacità del singolo
individuo, sia in rapporto alle normali tappe di sviluppo cronologico. È composto da diverse
parti ciascuna delle quali divise in sezioni e sottosezioni.
• Raccolta anamnestica
o Informazioni generali
o Anamnesi fisiologica
o Anamnesi patologica remota
o Anamnesi patologica prossima
o Storia dello sviluppo alimentare
o Dieta alimentare
o Storia dello sviluppo psicomotorio
• Valutazione obiettiva
o Esame obiettivo delle strutture anatomiche
- Aspetto cranio facciale
- Labbra
- Mandibola
- Lingua
- Denti
- Velo palatino
o Valutazione della voce
o Valutazione dei principali riflessi orali
• Valutazione del pasto
o Indicazione dei comportamenti utili alla registrazione e all’osservazione
delle abilità alimentari
o Elaborazione dei dati ricavabili dalla registrazione
- Modalità di suzione del latte materno o dal biberon
- Abilità di coordinazione suzione - deglutizione- respirazione
- Abilità di controllo della saliva
- Abilità di suzione del cibo semi-liquido dal cucchiaio
- Abilità di suzione del cibo semi-solido dal cucchiaio
- Modalità di suzione dei liquidi dalla tazza
- Modalità di deglutizione dei cibi solidi
- Abilità motorie mandibolari sul morso di cibi solidi
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- Abilità motorie linguali nella masticazione
- Abilità motorie labiali nella masticazione
E si conclude con una scheda riassuntiva che permette di avere un quadro generale della
condizione del bambino.
Le prime due parti (raccolta anamnestica e valutazione obiettiva) possono essere effettuate
in un unico incontro senza necessitare di particolari materiali, mentre l’ultima parte (valutazione del pasto) è consigliabile effettuarla in una seduta successiva avvalendosi dell’ausilio
di un video registratore che permette di valutare le prove non necessariamente nell’immediato e rappresenta inoltre un metodo utile per il monitoraggio dei progressi.
Si suggerisce un’inquadratura in primo piano, fronto-laterale rispetto al soggetto, al fine di cogliere a pieno i dettagli delle varie fasi dell’assunzione di cibo.
È consigliabile inoltre chiedere alla mamma di filmare il momento del pasto svolto a casa in
modo da poter valutare il rapporto madre-bambino, le posture utilizzate, l’utilizzo eccessivo
di bavette e tovaglioli e la modalità di suzione quando il bambino è affamato. La registrazione fatta in studio, invece deve avvenire al di fuori del momento del pasto, non entrando
in collisione con la fame, con l’insuccesso dei tentativi alimentari e con l’ansia materna di
“lutto” perché il bambino non si alimenta.
I materiali richiesti sono:
Un tappetino morbido su cui far giocare il bambino per instaurare un primo approccio e rendere più confortevole e familiare l’ambiente;
- Dei giochi di forma, dimensione e colore variabile, fra cui giochi impilabili, carta e colori
preferibilmente a cera o a legno;
- Un cucchiaio, la cui grandezza sarà adeguata alla capacità di apertura buccale del bambino, meglio se un cucchiaino da gelato o dessert con concavità della spatola non eccessivamente accentuata, di metallo (se possibile di argento in quanto è un metallo duttile
che si riscalda facilmente e di conseguenza, a differenza di metalli più “freddi” come l’acciaio, crea sensazioni più accettabili dai soggetti ipersensibili alle variazioni di calore);
- Un bicchiere di vetro (o plastica, purché sia trasparente al fine di controllare il livello del
liquido che si avvicina al bordo) possibilmente con sfaccettature sulla superficie esterna
in modo da facilitare l’impugnatura da parte dell’operatore. La dimensione non deve essere eccessiva e per facilitare la posizione corretta del capo del bambino; è possibile
inoltre incollare esteriormente sul fondo una figurina colorata (sono sconsigliati invece bicchieri a doppia parete, nonostante siano molto colorati, in quanto solitamente sono troppo
grandi e quindi poco agevoli nell’utilizzo);
- Cibi di varie consistenze:
- Cibi semi-liquidi come gelati, creme, omogeneizzati di frutta;
- Cibi semi-solidi come omogeneizzati di carne o pesce, polenta morbida, budini;
- Cibi liquidi come succhi di frutta o acqua;
- Cibi solidi (da introdurre dopo i cinque mesi di età cronologica) come gnocchi
di patate molto conditi, pesce attentamente pulito dalle lische, pane arabo
(non produce briciole);
Brioscina morbida (da introdurre dopo i cinque mesi di età cronologica);
Biscotto tipo “Plasmon” (da introdurre dopo i cinque mesi di età cronologica).
La videoregistrazione successivamente sarà osservata con attenzione e in conformità a questa si compileranno le tavole valutative.
Sulle tavole sono riportate zone colorate, che corrispondono al normale sviluppo delle abilità nella popolazione sana, e zone incolori che corrispondono alle eventuali situazioni non
adeguate all’età cronologica.
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SUZIONE DI SEMISOLIDI DAL CUCCHIAIO
Non si somministrano cibi semisolidi
Uso del primitivo modello di suzione-deglutizione. Del cibo viene
spinto fuori dalla bocca. Possibilità occasionali episodi di tosse,
starnuto o vomito
La lingua presenta un m. di estensione-retrazione o di semplice
protrusione tra le arcate gengivali. Il cibo non è spinto al di fuori della
bocca. Minore perdita di cibo
Uso del modello di suzione up-down. Semplice protrusione linguale
tra i denti e le gengive. Potrebbero continuare i m. linguali di
estensione-retrazione
Deglutizione di semi-solidi con un’intermittente posizione elevata
della punta linguale. Questo m. linguale si potrebbe alternare con
una semplice spinta linguale. D. con facile chiusura labiale. Non c’è
perdita di saliva
Uso dell’elevazione dell’apice linguale saltuario o costante per
deglutire. Semplice protrusione linguale durante la d., ma non c’è m.
di estensione-retrazione
D. senza perdita di saliva o cibo. Uso dell’elevazione dell’apice
linguale. Non c’è protrusione linguale
18 MESI
> 24 MESI
9 MESI
12 MESI
7 MESI
3 MESI
6 MESI
< 3 MESI
ETA’
CRONOLOGICA
Il logopedista registra le risposte dell’individuo nelle apposite caselle disegnate sulle tavole,
apponendo un segno in quella dove l’età cronologica incontra l’effettiva abilità del bambino.
Esempio: Un bambino dell’età cronologica di 7 mesi utilizza un modello di suzione corrispondente ad un’età prestazionale di 3 mesi.
!
Consistenza degli
alimenti somm.
Posizione di
!
alimentazione
Modalità di suzione !
!
GAP
24 M. +
23 M.
22 M.
21 M.
20 M.
19 M.
18 M.
17 M.
16 M.
15 M.
14 M.
13 M.
12 M.
11 M.
10 M.
9 MESI
8 MESI
7 MESI
6 MESI
5 MESI
4 MESI
3 MESI
2 MESI
MESI
ABILITA’
1 MESE
È possibile aggiungere informazioni deducibili dall’osservazione del pasto nella sezione
“Note” a fine pagina.
Tutti i dati ottenuti dalle tavole valutative, ed eventuali annotazioni ricavabili dalla raccolta
anamnestica e dalla valutazione obiettiva, saranno poi riportate sulla “scheda riassuntiva”.
Nella sezione scheda riassuntiva per ogni tavola valutativa saranno riportati i valori di età cronologica e prestazionale, calcolando quindi il gap fra le due.
Esempio: bambino con età cronologica di 6 mesi. La valutazione si arresta alla suzione semiliquidi dal cucchiaio perché ancora non ha sviluppato le abilità successive.
3
5
5
11
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Abilità di
coordinazione
Abilità controllo
della saliva
Suz. semiliquidi dal
cucchiaio
Suz. semisolidi dal
cucchiaio
Suzione di liquidi
dalla tazza
Deglutizione di cibi
solidi
Abilità di
masticazione
Abilità motorie
linguali
Abilità motorie
labiali
!
3
!
/
!
3
3
!
PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE DEGLUTITORIA IN ETA’
PEDIATRICA
RACCOLTA ANAMNESTICA ED ESAME OBIETTIVO
o
RACCOLTA ANAMNESTICA
Cognome________________________
! INFORMAZIONI GENERALI
S
Data di nascita___________________
Data dell’osservazione______________________
Cognome_________________________
L
Nome_________________________________ Cognome_________________________
S
Data di nascita___________________
Sesso: M
L
F
Data di nascita___________________
Luogo di nascita______________________ Luogo di residenza_____________________
P
ambulatoriale ?
ricoverato ?
altro ?
Indirizzo_________________________________________________________________
P
Tel.(1) __________________
Tel.(2) __________________Altezza
Tel.(3) ___________________
I
_
Provenienza:
ambulatoriale
?
ricoverato ?
P
ambulatoriale ?
Peso
______________________
ricoverato
?
altro ?
Altezza
___________________
altro ?
P
Altezza ___________________
Inviato
da _______________________________________________________________
I
Con
diagnosi ____________________________________________________________
Si ?
No ?
Quali?
_
Quali?
_
No ?
Si ?
No ?
Quali? Q
_
12
No ?
Si ?
No ?
No ?
No ?
?
No
distocico
?
No
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eutocico ?
distocico ?
cesareo ?
eutocico ?
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cesareo ?
Q
M
Q
M
Si ?
Si ?
Si ?
?
Si
eutocico
Si ?
-
Si ?
cesareo ?
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P
P
P
P
ambulatoriale
ambulatoriale ?
?
ricoverato
altro
ricoverato ?
?
altro ?
?
Altezza
___________________
Altezza ___________________
II
!
-
ANAMNESI FISIOLOGICA
Si ?
?
Si
La gestazione ha avuto complicanze?
Quali?
Quali?
No ?
?
No
_______________________________________________________
_
- La mamma ha fumato in gravidanza?
Si
No
Si ?
?
No ?
?
--
Ha assunto farmaci?
Si
No
Si ?
?
No ?
?
Quali?
Q
_______________________________________________________
-
Parto:
-
Nascita:
eutocico
?
distocico ?
?
cesareo ?
?
eutocico ?
distocico
cesareo
Motivi
del
parto
distocico
M
_________________________________________
a termine ?
pre-termine
settimana_________________
pre-termine ?
?
settimana_________________
post-termine
?
settimana_________________
post-termine ? settimana_________________
---
Si
No
Si ?
?
No ?
?
Presentava cianosi?
Si
?
No ?
?
Si ?
No
Si ?
No ?
Presentava ittero?
Si
?
No
?
Si ?
No ?
Si ?
No ?
Peso alla nascita ________________________________________
-
Ha un sonno regolare?
---
Alla nascita ha pianto subito?
!
-
-
Si ?
ANAMNESI PATOLOGICA REMOTA
Il bambino è
P stato ospedalizzato presso l’UTIN? Si ?
Per quanto tempo?
No ?
No ?
No ?
No ?
_____________________________________________
Si
?
No
?
P
Ha subito ulteriori
ospedalizzazioni?
Si ?
No ?
P
Per
_ quanto tempo?
Si ?
No ?
_____________________________________________
P
A causa di
_
____________________________________________________
-
Insorgenza del disturbo di deglutizione:
•? alterazione della deglutizione dalla nascita;
?
• alterazione della deglutizione da causa sconosciuta;
?
• alterazione della deglutizione all’interno di una patologia ben definita;
?
• paralisi cerebrale
?
• prematurità
?
• sindrome genetica
?
• altro _______________________________________________________________
13
? alterazione della deglutizione al
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 14
? paralisi cerebrale
? prematurità
? sindrome genetica
? altro ______________________
!
ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA
È stato inviato da _________________________________________________________
Con diagnosi ____________________________________________________________
_______________________________________________________________________
Esami effettuati __________________________________________________________
_______________________________________________________________________
Sintesi dei referti _________________________________________________________
_______________________________________________________________________ foniatra ?
foniatra
?
?
fisioterapista?
È seguito
da:foniatra
foniatra
?foniatra
?
?fisiatra
fisiatra
fisiatra
? fisiatra
?
? fisioterapista?
fisioterapista?
fisioterapista?
neuropsichiatra
neuropsichiatra
infantile
? infantile
?nutrizionista
neuropsichiatra
neuropsichiatra
neuropsichiatra
infantile
infantile
? ?nutrizionista
nutrizionista
?nutrizionista
? ?
?pneumologo ?
? altro
_______________________________________________
p pneumologo
p altro
? ? altro
? _______________________________________________
? altro
_______________________________________________
? _______________________________________________
!
1 MESE
3 MESI
4 MESI
5 MESI
6 MESI
8 MESI
12 MESI
18 MESI
4 MESI
5 MESI
6 MESI
8 MESI
12 MESI
18 MESI
Consistenza degli alimenti somministrati:
3 MESI
-
Allattamento:
-
1 MESE
- -
-
ETA’ DI
SVILUPPO
-
STORIA DELLO SVILUPPO ALIMENTARE
ETA’ CRONOLOGICA
p
I CIBI SOMMINISTRATI SONO
Liquidi dal seno o dal biberon
Introduzione di pappe di consistenza purea
Liquidi, cibi di consistenza purea, alimenti solidi che si
sciolgono, anche a doppia consistenza
Liquidi, solidi che si sciolgono, anche a doppia consistenza e
cibi morbidi da mordere
Liquidi, solidi vegetali-animali e doppie consistenze
Calda
Calda ??
-Dolce
Dolce ??
Viscosa
Viscosa ??
Tritata
Tritata ??
Fredda
Fredda ??
Tiepida
Tiepida ??
14
Amaro
Amaro ??
Acido
Acido ??
Salato
Salato ??
-Cucchiaino
Cucchiaino da
da caffè
caffè ??
Punta
Punta del
del cucchiaio
cucchiaio ??
Cucchiaio
Cucchiaio da
da minestra
minestra ??
f
altro ? __________
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 15
Viscosa ?
Viscosa ?
Tritata ?
Viscosa ? Viscosa
Viscosa
? Tritata
?
?
Calda ?
Calda ?-
-
-
-
-
-
-
Tritata ?
Viscosa ?
Tr
Tritata
Tritata
? ?
Fredda ?
Fredda ?
Tiepida
Calda
? ?
Amaro
Calda ? Calda
Calda
? ? Fredda ? Fredda
?Dolce
Tiepida
? ? ? Tiepida
Tiepida
? ??
- Fredda
Dolce ?Amaro ?
Acido ? Dolce
Salato
Sapori somministrati:
? ?
da? caffè
? Salato
Dolce
Dolce
Amaro
? ? ? Amaro
Amaro
Acido
? -Cucchiaino
?? Acido
Salato
Acido
?? Salato
? ?
Punta
del
cucchiaio
da caffè ?
Cucchiaio
da minestra
? ?
Volume delCucchiaino
bolo:
Cucchiaino
da? caffè
Dolce ?
Tiepida ?
Fredda ?
Acido ?
Salato ?
Amaro ?
Acido ?
Cucchiaio da minestra ?
Tie
S
Cucchiaio da mine
?
CucchiainoCucchiaino
da Cucchiaino
caffè ?Punta
da caffè
dadel
caffè
?cucchiaio
? Cucchiaio
da
Cucchiaio
minestra
Cucchiaio
da?minestra
da minestra
Punta? del?cucchiaio ?
Punta del cucchiaio
Punta
Punta
del ?cucchiaio
del cucchiaio
? ?
-
Portata:
-
Portata:
separata (primo, secondo, ecc.) ?
separata (primo, secondo, ecc.) ?
unica (tutto insieme) ?
unica (tutto
insieme)
? secondo, ecc.) ?
separata
(primo,
unica (tutto insiem
separata (primo,
separata
separata
secondo,
(primo,
(primo,
ecc.)
secondo,
secondo,
? unica
ecc.)ecc.)
(tutto
? ?unica
insieme)
unica
(tutto
(tutto
? insieme)
insieme)
? ?
cucchiaio
normale
?
forchetta ?
- Ausili per la somministrazione degli alimenti:
dito ?
bicchiere
cannuccia
? forchetta ?
normale ?degli alimenti:
forchetta ?? cucchiaio normale
dito ??
Ausili per lacucchiaio
somministrazione
ausili
bicchiere
?normale
cannuccia
biberon
cucchiaio normale
cucchiaio
cucchiaio
? normale
forchetta
? ?
?forchetta
forchetta
?speciali
? ? ?bicchiere
dito ?
? ? ?
? dito dito
cannuccia ?
ausili
speciali
bicchiere ?bicchiere
bicchiere
? ? ?________________________________________________
cannuccia cannuccia
? cannuccia
? ? ausili
biberon
? biberon
? ?
speciali
?biberon
-
biberon ?
________________________________________________
ausili speciali
ausili
?ausili
speciali
speciali
? ?
_
_
_
- - -
- -
________________________________________________
! STORIA DELLO SVILUPPO PSICOMOTORIO
presente ?
--
-
Allineamento capo-tronco-bacino:
-
assente ? - ?
presente
presente
presente
? ?
?assente
assente
assente
? ? presente
? presente
? assente
assente
?
?
Sufficiente ?
Controllo del
capo: - ? Sufficiente
Insufficiente ?
Sufficiente
Sufficiente
Sufficiente
? ? in estensione
?
Insufficiente
Sufficiente
Insufficiente
? Iperflessione
Insufficiente
?? ?
??
Ruotato
?Sufficiente
Insufficiente
Insufficiente
?
?
Ruotato
Ruotato
Ruotato
in estensione
in estensione
in estensione
? ?
?Ruotato
Iperflessione
Ruotato
Iperflessione
in estensione
Iperflessione
in estensione
? ?? ? ?
Iperflessione
Iperflessione
?
?
Controllo del
tronco:- ? Sufficiente
Sufficiente ?
Sufficiente
Sufficiente
Sufficiente
? ?
? ?
Iperestensione
Insufficiente ?
Sufficiente
Insufficiente
Sufficiente
Insufficiente
? Insufficiente
?? ?
??
Iperflessione
Insufficiente
Insufficiente
?
?
Iperestensione
Iperestensione
Iperestensione
? ?
?
Iperestensione
Iperflessione
Iperestensione
Iperflessione
Iperflessione
? ? ?
?
Iperflessione
Iperflessione
?
?
- -
-
Controllo cingolo
scapolare:
-?
Normale
- -
-
Uso degli arti
superiori:
-?
Possibile
a a
a
a
-
- -
--
Normale
Normale
Normale
? ?
?
Possibile
Possibile
Possibile
? ?
?
Ruotato in este
Retratto ?
Protruso ?
Retratto
Retratto
Retratto
?Normale
? Normale
? ? Protruso
?Protruso
Protruso
?Retratto
? Retratto
??
?
Iperestensione
Normale ?
Protruso
Protruso
?
?
Possibile ?
Possibile con difficoltà ?
Possibile con aiuto di
ausili
Possibile
Possibile
Possibile
Possibile
concon
difficoltà
Possibile
difficoltà
con
? difficoltà
? ?? Possibile
?Possibile
Possibile
Possibile
con
con
con
difficoltà
aiuto
con
con
aiuto
difficoltà
diaiuto
?di ??di
Possibile
Possibile
con aiuto
con a
-
a
Utilizza ausili per la apostura?
Segue con lo sguardo?
Porta gli oggetti in bocca?
No ?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
Si ?
Si ? Si
?
Si ?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
- -
--
Utilizza segni deittici?
- -
--
Utilizza finalisticamente
il -pianto?
- -
--
Porta le mani in bocca?
- -
--
Porta gli oggetti in bocca?
- -
---
Gattona?
-
-
Cammina?
-
-
Si ? Si-?
No ? No ?
Vocalizza?
-
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
Si ?
Si ? Si
?
Si ?
NoNo
? ? No
No ?
?
-
NoNo
? ? No
No ?
?
Si ? Si-?
No ? No ?
-
-
Si ?
Si ? Si ?
NoNo
? ? No ?
Si ? Si ?
No ? No ?
- - - -
--
-
-
Si ?
Si ?
Si ? Si
Si ?
?
15
Si
Si ??
No
No ??
--
Si
Si ??
No
No ??
--
Si
Si ??
No
No ??
--
Si
Si ??
No
No ??
--
Si
Si ??
No
No ??
-
Si ?
No ?
-Logopedia_IMP_2_11_Layout
1 03/05/12 16:40 Pagina 16
3 MESI
7 MESI
9 MESI
3 MESI
7 MESI
9 MESI
18 MESI
1 MESE
1 MESE
La posizione di alimentazione del bambino è:
ETA’ DI
SVILUPPO
-
ETA’ CRONOLOGICA
posizione di alimentazione del bambino è:
LA POSIZIONE DI ALIMENTAZIONE È
18 MESI
Supino con la testa leggermente rialzata
Prono
Reclinato a 45°
Sdraiato su un lato
Semiseduto con inclinazione da 45° a 90°
Seduto sul seggiolone a 90° con supporto esterno per mantenere la
posizione
Seduto sulla sedia senza supporto esterno a 90°, o sul seggiolone
per sicurezza e non per supporto
Seduto al tavolo di famiglia senza supporto. Non necessita del
seggiolone
? In piena allerta
Durante il pasto il bambino è:
? In piena allerta
? Sonnecchiante, ma si risveglia facilmente
? In piena allerta
?• Sonnecchiante, ma si risveglia facilmente
? In piena allerta
? Sonnecchiante, ma si risveglia facilmente? Dorme con una lieve difficoltà a svegliarsi
?• Dorme con una lieve difficoltà a svegliarsi
? Sonnecchiante, ma si risveglia facilmente
•? Dorme con una lieve difficoltà a svegliarsi? Dorme ed ha difficoltà a svegliarsi
? Dorme ed ha difficoltà a svegliarsi
con una lieve difficoltà
- a svegliarsi
Dorme ed ha difficoltà a svegliarsi
•?? Dorme
? Dorme ed ha difficoltà a svegliarsi
Anartica ?
Lievemente disart
- La comunicazione orale si mostra:
Anartica ?
Lievemente disartrica ?
Mediamente
disartrica
?
Gravemente disar
Anartica ?
Lievemente
disartrica
?
Mediamente disartrica ?
Gravemente disartrica ?
Anartica ?
Lievemente
disartrica
?
È limitata
al pianto
Mediamente disartrica ?
Gravemente
disartrica
? ?
È limitata al pianto ?
Mediamente disartrica ?
Gravemente
disartrica
?
È limitata al pianto ?
È limitata al pianto ?
Gestuale ?
Corporea ?
- La comunicazione alternativa è:
Gestuale ?
Corporea ?
Necessita
di ausili speciali ?
Gestuale ?
Corporea
?
Necessita di ausili speciali ?
Gestuale ?
Corporea
?
Necessita di ausili speciali ? ______________________________________
_
Necessita di ausili speciali ? Si ?
______________________________________
Si ?
No ?
_
Quali?______________________________________
- Mostra espressioni di piacere?
Si ?
No ?
Quali?_______________________________________________________
Si
?
No ?
Si ?
Quali?_______________________________________________________
Si ?
No ?
Quali?_______________________________________________________
Quali?______________________________________
Si ?
No ?
Quali?_______________________________________________________
- Mostra espressioni di rifiuto?
Si ?
No ?
Quali?_______________________________________________________
Quali?_______________________________________________________
-
16
Simmetrico ?
Asimmetr
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 17
Si ?
No ?
Si ?
No ?
Quali?_______________________________________________________
o
!
VALUTAZIONE OBIETTIVA
ESAME OBIETTIVO DELLE STRUTTURE ANATOMICHE
ASPETTO CRANIOFACCIALE
-
Aspetto esteriore del viso:
Simmetrico ?
-
Competenza labiale:
Presente ?
Assente?
-
Scialorrea:
Presente ?
Assente?
-
Trofismo cutaneo mucoso:
Adeguato ? Non adeguato ?
-
Grimage facciale:
-
Sensibilità periorale:
Asimmetrico ?
Presente ?
Normale ?
Assente?
Iper ?
Ipo ?
LABBRA
-
Morfologia:
Postura:
Normale
?
Normale
?
Normale ?
Alterata ?
?Deviazione
Deviazione
LabbraLabbra
aperte aperte
?
dx ? dx ?
Deviazione
Deviazione
sx ? sx ?
-
Normale Ipotonico
Ipotonico
Ipertonico
Normale
Ipertonico
Tono:
Labbro sup
?
?
?
?
?
?
Labbro inf
?
?
?
?
?
?
Angolo dx
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
Angolo sx
-
Normale Ipotonico
Ipotonico
Ipertonico
Normale
Ipertonico
Movimento:
Protrusione
?
?
?
?
?
?
Retrazione
?
?
?
?
?
?
Stiramento
?
?
?
?
?
?
Suggellamento
?
?
?
?
?
?
MANDIBOLA
-
Morfologia:
-
Postura:
Normale
?
Normale
?
Normale
?
Deviazione
?
Deviazione
Normale
?
Deviazione
dx ? dxDeviazione
sx ? sx ?
Deviazione
?
Deviazione
indietroindietro
?
Deviazione avanti ?
-
-
-
-
Alterata
?
Alterata
?
Normale
Normale
Ipotonico
Ipotonico
Ipertonico
Ipertonico
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
Normale17
Normale
Compromesso Assente
Assente
Compromesso
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 18
?
?
Normale ?
Normale ?
-
?
Alterata ?
Deviazione dx ?
Deviazione sx ?
Deviazione indietro ?
-
-
Tono:
Normale
Ipotonico
Ipertonico
M. sottomentoniero
?
?
?
M. massetere
?
?
?
M. buccinatore
?
?
?
M. temporale
?
?
?
Movimento:
Normale
Compromesso
Assente
Apertura/chiusura
?
?
?
Lateralità
?
?
?
Antero-posteriore
?
?
?
LINGUA
-
Morfologia:
Perimetro linguale:
-
Postura:
-
Tono:
-
Movimento:
Alterata ?
Liscio ?
Modellato ?
Normale ?
Protrusa ?
Retrusa ?
Bassa ?
Deviazione dx ?
Deviazione sx ?
Normale ?
Ipotonico ?
Normale
Ipertonico ?
Compromesso
Assente
Protrusione
Retrazione
?
?
?
?
?
?
In alto
?
?
?
In basso
?
?
?
A dx
?
?
?
A sx
?
?
?
DENTI
-
Normale ?
Morfologia:
Presenti ?
Assenti ?
Normale ?
Alterata ?
Arcata dentale superiore:
Normale ?
Protrusa ?
Arcata dentale inferiore:
Normale ?
Protrusa ?
Occlusione dentale:
Normale ?
Classe di Angle:
I?
Malocclusione ?
II ?
III ?
VELO PALATINO
-
Morfologia:
-
Postura:
-
Movimento:
Normale ?
Normale ?
Deviazione dx ?
Normale ?
-
Reflusso naso faringeo
Alterata ?
Deviazione sx ?
Compromesso ?
Assente ?
18
Presente ?
Assente ?
? Impossibilità alla valutazione, no fonazione
Alta ?
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 19
Classe di Angle:
Normale ?
-
I ??
Normale
Deviazione dx ?
Normale ?
II ?
III ?
Alterata
?
Deviazione sx ?
Alterata ?
Normale ?
Deviazione dx ?
Deviazione sx ?
Normale ?
Alterata ??
Normale ?
Compromesso
?
Assente
Normale ?
Deviazione
dx ? ?
Deviazione
sx ? ?
Reflusso naso faringeo
Presente
Assente
Normale ?
Compromesso ?
Assente ?
Reflusso naso faringeo
Sollevamento
Normale ?
Reflusso naso faringeo
Presente ?
Compromesso ?
Assente ?
Assente ?
Presente ?
Assente ?
? Impossibilità alla valutazione, no fonazione
VALUTAZIONE DELLA VOCE
?Voce umida e gorgogliante frequentemente
•? Impossibilità alla valutazione, no fonazione
?Voce umida e gorgogliante dopo la deglutizione di saliva o di alimenti
•?Voce umida e gorgogliante frequentemente
? Impossibilità Normale
alla valutazione,
no fonazione
?
Rauca ?
Flebile ?
•?Voce umida e gorgogliante dopo la deglutizione di saliva o di alimenti
?Voce umida e gorgogliante frequentemente
Qualità vocale:
Normale ?
Rauca ?
Flebile ?
?Voce umida e gorgogliante dopo la deglutizione di saliva o di alimenti
!
!
Riflessi
Normale
?
Rauca
?
VALUTAZIONE DEI
PRINCIPALI
RIFLESSI
ORALI
Stimolazione
Rooting
(punti
cardinali)
Lingua
traversa
Suckling
Sucking
Toccando le zone
periorali, al di
sopra, sotto e ai lati
delle labbra
Toccando
lateralmente la
lingua
Mettendo la
tettarella in bocca,
tirando la lingua o
toccando il palato
duro
Come il suckling
Introducendo un
dito fra guance e
arcate dentali
Toccando la base
della lingua o del
faringe
Morso
Vomito
o
!
Comportamento
Presente
a…
Scompare
a…
Il neonato gira la testa
verso la fonte della
stimolazione
32 sett.
gestazione
4 mesi
Spostamento linguale
dalla parte della
stimolazione
28 sett.
gestazione
6 mesi
Movimento anteroposteriore della lingua e
movimento sopra-sotto
della mandibola
18 sett.
gestazione
6-12 mesi
Movimento della lingua
up-down. Escursioni
mandibolari più piccole
6-9 mesi
24 mesi
ed oltre
Pronta chiusura delle
arcate
28 sett.
gestazione
9-12 mesi
Apertura della bocca,
estensione della testa e
piano della bocca aperto
26-27 sett.
gestazione
Flebile ?
Pres.
Ass.
Fis.
Pat.
Continua
in età
edultà
VALUTAZIONE DEL PASTO
INDICAZIONE DEI COMPORTAMENTI UTILI ALLA REGISTRAZIONE E
ALL’OSSERVAZIONE DELLE ABILITA’ ALIMENTARI
importanteprecisare
precisare
l’osservazione
svolta
piena sicurezza
per il
ÈÈimportante
cheche
l’osservazione
deve deve
essereessere
svolta in
pienainsicurezza
per il paziente,
seguendo
le indicazioni del medico e tenendo conto dell’età di sviluppo effettiva del bambino.
p
- Chiedere alla mamma, o al caregiver, di videoregistrare a casa il momento dell’allattamento
del bambino al seno o con il biberon, o a seconda dell’età prestazionale, la deglutizione di liquidi dalla tazza, utilizzando un’inquadratura in primo piano, fronto-laterale;
-- Posizionare il bambino a terra su un tappetino morbido, osservando come interagisce con l’am- biente, instaurando un primo contatto e fornendogli dei giochi di forma, grandezza e durezza
variabile, dei giochi impilabili (tipo costruzioni), carta e colori (preferibilmente a cera o a legno);
- Posizionare il bambino correttamente e porre il cucchiaino con un cibo semi-liquido
(gelato/creme/omogeneizzati di frutta) a livello della bocca sul piano orizzontale, all’incirca a
- 8-10 cm di distanza, all’interno del campo visivo del bambino. Il cucchiaino deve essere lasciato
in posizione per 10 secondi prima di ritirarlo indietro se il bambino rifiuta, in modo da poterglielo
poi offrire una seconda volta dopo 5-10 secondi. Presentare l’alimento al bambino, con questa sequenza, per tre volte.
- Ripetere la procedura precedente con cibo semi-solido, diverso dal semi-liquido per la capacità di rimanere per un breve periodo adeso al cucchiaio (omogeneizzati di carne o pesce/polenta morbida/budini).
19
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 20
-
-
Presentare al bambino un liquido (acqua/succo di frutta) posto in un bicchiere riempito fino ai
3 quarti, posizionato su un tavolo attirando l’attenzione su di esso. Solo se il bambino non
svolge tentativi per afferrarlo, l’esaminatore posiziona il bordo del bicchiere in contatto con il
labbro inferiore, inclinandolo leggermente affinché il liquido arrivi fino al bordo e si aspetta che
il bambino avanzi la testa e protruda le proprie labbra per cercare egli stesso il liquido. (L’acqua non deve scendere per gravità dentro la bocca).
Ripetere la procedura effettuata precedentemente con i cibi semi-liquidi e semi-solidi, utilizzando però cibi di consistenza solida (gnocchi di patate molto conditi/pesce attentamente pulito dalle lische/pane arabo che non produce briciole).
Proporre al bambino una brioscina morbida e un biscotto (tipo Plasmon) posizionandoli su un
tavolo e attirando l’attenzione su di essi. Solo se il bambino non svolge tentativi per afferrarli,
l’esaminatore inizialmente avvicina la brioscina alla bocca del bambino per vedere se la afferra,
poi la posiziona sulle superfici masticanti dei molari per verificare la masticazione, lo spostamento del bolo all’interno della bocca, i movimenti linguali e labiali e la deglutizione. Ripetere
lo stesso procedimento anche per il biscotto.
• ELABORAZIONE DEI DATI RICAVABILI DALLA REGISTRAZIONE
? Il
Il bambino
bambino rifiuta
rifiuta ilil cibo/liquido
cibo/liquido offerto;
offerto;
?
12 MESI
9 MESI
6 MESI
ETA’
CRONOLOGICA
s
s
Si
che
ilil bambino
non
Modalità di?
del latte
o dal biberon:
?suzione
Si ritiene
ritiene
chematerno
bambino
non sia
sia in
in grado
grado di
di gestire
gestire l’alimento
l’alimento in
in
• Non è necessaria la valutazione (sviluppo più avanzato);
• Valutabile;
?
• Non valutabile:
? Insufficiente
Insufficiente quantità
quantità di
di alimento
alimento somministrata;
somministrata;
• Il bambino
rifiuta
il
cibo/liquido
offerto;
?
Movimenti
orali
del
bambino
non
? Movimenti orali del bambino non visibili
visibili dal
dal filmato.
filmato.
• Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
1 MESE
-
MODALITA’ DI SUZIONE
Modalità suckling o modalità sucking con il seno o con il biberon, con perdita di
liquido durante la suzione
Modalità suckling o modalità sucking senza perdita di liquido durante la
suzione,
suzione, se
se non
non al
al momento
momento del
del posizionamento
posizionamento o
o della
della rimozione
rimozione del
del seno
seno o
o
della
della tettarella
tettarella
Uso di entrambi le modalità suckling e sucking mentre beve dal biberon senza
perdita di liquido
Inizia a prendere liquidi dalla tazza. L’uso del biberon potrebbe restare per
addormentarsi la sera
Note: ____________________________________________________________
-
Abilità di coordinazione suzione - deglutizione - respirazione
• Valutabile;
• Non valutabile:
20
s
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
?
ritiene rifiuta
che ilil cibo/liquido
bambino non
sia in grado di gestire l’alimento in
? IlSibambino
offerto;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 21
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
9 MESI
12 MESI
15 MESI
18 MESI
24 MESI
6 MESI
15 MESI
3 MESI
1 MESE
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
? Movimenti
del bambino
non visibili dal filmato.
• Insufficiente
quantitàorali
di alimento
somministrata;
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
ETA’
CRONOLOGICA
s
ABILITÀ DI COORDINAZIONE
Sequenza di due o più suzioni dal seno o dal biberon, facendo poi una
pausa per respirare e deglutire
Sequenza di 20 o più suzioni. La d. segue la suzione senza pause, se il
bambino è affamato. Le pause per respirare sono poco frequenti.
Occasionali episodi di tosse dovuti alla scarsa coordinazione tra suzione,
respirazione e deglutizione
Lunghe sequenze di suzione, deglutizione e respirazione. La presa di
liquidi dalla tazza è effettuata attraverso continue su-zioni seguite da
scoordinata d. Perdita di liquidi dalla bocca. Larghe “boccate” d’aria si
evidenziano durante la tosse
Lunghe sequenze di suzioni quando il bambino beve dalla tazza. Ancora
difficoltà di coordinazione tra suzione, deglutizione e respirazione.
Generalmente prima di fare la pausa compie almeno 3 suzioni
La d. di liquidi segue la suzione senza pausa con almeno una sequenza di
3 suzioni-deglutizioni, quando è assetato. Alcuni colpi di tosse possono
verificarsi, se il flusso del liquido è troppo veloce
Nella suzione di liquidi dalla tazza, la deglutizione è ben coordinata e
segue la suzione senza pause. I colpi di tosse si osservano raramente
ABILITA’ DI CONTROLLO DELLA SALIVA
Produzione minima di saliva
Raramente produce saliva in posizione supina, prona o seduta. La
produzione avviene se il bambino lalla, se porta gli oggetti o le mani
alla bocca, se inizia l’eruzione dei denti o durante e dopo
l’alimentazione
21
9 MESI
6 MESI
1 MESE
ETA’
CRONOLOGICA
? Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
Note: ____________________________________________________________
? Altro: _______________________________________
Abilità di controllo della saliva:
• Valutabile;
• Non valutabile:
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
• Altro: _______________________________________
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 22
Non c’è produzione di molta saliva quando sperimenta le abilità
motorie grossolane (rotolarsi o strisciare). C’è produzione durante
l’alimentazione, ma non prima o subito dopo il pasto
Non c’è produzione di saliva mente il bambino cerca di sperimentare
attività motorie grossolane come il camminare e il correre. Con
l’eruzione vi è produzione di saliva
Non c’è produzione di saliva durante l’acquisizione di compiti motori
fini come l’alimentazione autonoma, lo spogliarsi o il costruire con dei
giochi, produzione di saliva se è in atto la dentizione
Non c’è produzione di saliva quando tenta di acquisire abilità motorie
fini (disegnare) o nella combinazione di 2 o 3 parole
Note: ____________________________________________________________
15 MESI
> 24 MESI
8 MESI
10 MESI
7 MESI
3 MESI
6 MESI
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
< 3 MESI
s
Abilità di suzione del cibo semi-liquido dal cucchiaio:
• Valutabile;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
• Non valutabile:
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
• Si ritiene
che il bambino
non siadiinalimento
grado di gestire
l’alimento in sicurezza;
? Insufficiente
quantità
somministrata;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
? Movimenti
orali delnon
bambino
visibili dal filmato.
• Movimenti
orali del bambino
visibili non
dal filmato.
ETA’
CRONOLOGICA
-
SUZIONE DI SEMILIQUIDI DAL CUCCHIAIO
Non prende il cibo dal cucchiaio
Uso della m. suckling o sucking per approcciare il cibo, le labbra
però non partecipano ancora alla sua rimozione
Riconoscimento visivo o tattile del cucchiaio. La mascella inferiore è
stabile in posizione di apertura fino all’entrata del cucchiaio in bocca.
La lingua resta a riposo per accogliere il cucchiaio
Il labbro superiore si muove avanti e in basso per partecipare alla
rimozione del cibo
Il labbro inferiore tira verso l’interno quando il cucchiaio viene
rimosso o se del cibo rimane sul labbro inferiore. Il labbro superiore
rimuove il cibo dal cucchiaio muovendosi in avanti in basso e indietro
Gli incisivi superiori vengono usati per pulire il labbro inferiore. È
presente la m. di suzione suckling o mista con la m. sucking. Per
giocare il bambino morde il cucchiaio ma non c’è riflesso del morso
La lingua è liberamente usata per pulire le labbra. Elevazione e
depressione linguale indipendenti dai movimenti mandibolari. È
possibile la piena abilità motoria linguale compresa quella dell’apice
Note: ____________________________________________________________
-
Abilità di suzione del cibo semi-solido dal cucchiaio:
22
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 23
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
18 MESI
> 24 MESI
9 MESI
12 MESI
7 MESI
3 MESI
6 MESI
< 3 MESI
ETA’
CRONOLOGICA
s
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
• Valutabile;
• Non valutabile:
? Insufficiente
quantitàofferto;
di alimento somministrata;
• Il bambino
rifiuta il cibo/liquido
• Si ritiene
che
il
bambino
non
sia
in grado
di gestire
in sicurezza;
? Movimenti orali del bambino
non
visibili l’alimento
dal filmato.
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
SUZIONE DI SEMISOLIDI DAL CUCCHIAIO
Non si somministrano cibi semisolidi
Uso del primitivo modello di suzione-deglutizione. Del cibo viene
spinto fuori dalla bocca. Possibilità occasionali episodi di tosse,
starnuto o vomito
La lingua presenta un m. di estensione-retrazione o di semplice
protrusione tra le arcate gengivali. Il cibo non è spinto al di fuori della
bocca. Minore perdita di cibo
Uso del modello di suzione up-down. Semplice protrusione linguale
tra i denti e le gengive. Potrebbero continuare i m. linguali di
estensione-retrazione
Deglutizione di semi-solidi con un’intermittente posizione elevata
della punta linguale. Questo m. linguale si potrebbe alternare con
una semplice spinta linguale. D. con facile chiusura labiale. Non c’è
perdita di saliva
Uso dell’elevazione dell’apice linguale saltuario o costante per
deglutire. Semplice protrusione linguale du-rante la d., ma non c’è m.
di estensione-retrazione
D. senza perdita di saliva o cibo. Uso dell’elevazione dell’apice
linguale. Non c’è protrusione linguale
Note: ____________________________________________________________
-
Modalità di suzione dei liquidi dalla tazza:
• Valutabile;
• Non valutabile:
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
• Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
s
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
? Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
23
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 24
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
s
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
24 MESI
> 24 MESI
18 MESI
8 MESI
12 MESI
5 MESI
6 MESI
4 MESI
ETA’
CRONOLOGICA
? Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
SUZIONE DI LIQUIDI DALLA TAZZA
Introduzione di liquidi dalla tazza
M. suckling o m. mista. M. di estensione-retrazione della lingua
mentre beve o quando la tazza è offerta o rimossa. Larghe
escursioni della mascella con perdita di liquido. Durante la d. le
labbra potrebbero restare aperte
M. sucking. Escursione mascellare di tipo up-down o avanti-indietro.
La lingua è protrusa sotto la tazza per dare più stabilità. Perdita di
M. sucking. Escursione mascellare di tipo up-down o avanti-indietro.
La lingua è protrusa sotto la tazza per dare più stabilità. Perdita di
liquido durante la suzione. Durante la d. le labbra potrebbero restare
aperte
M. sucking. Stabilizzazione del mascellare attraverso il morso sul
bordo della tazza. La lingua non è protrusa. Minima escursione
[ updown o avanti-indietro della mascella. Facile chiusura delle labbra,
non c’è perdita di liquido mentre beve né quando la tazza viene
rimossa
Uso del m. di suzione up-down con la tazza tenuta tra le labbra.
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
Massima stabilizzazione interna della mandibola
? Si diritiene
che
il bambino
non sia
in grado
Uso di un modello
suzione
e della
stabilizzazione
interna
della di gestire l’alimento in
mandibola.
Vi
è
una
sequenza
di
sorsi
>
di
2.
M.
up-down
della
s
> 24 MESI
18 MESI
12 MESI
7 MESI
6 MESI
< 6 MESI
? Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
Modalità di deglutizione dei cibi solidi:
[età > 5 mesi]
• Valutabile;
• Non valutabile:
[
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
• Si ritiene che il bambino non sia
in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Movimenti
orali del bambino
non visibili dal
filmato.
? Il bambino
rifiuta il cibo/liquido
offerto;
ETA’
CRONOLOGICA
-
8 MESI
Note: ____________________________________________________________
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
s DEGLUTIZIONE DI CIBI SOLIDI
Non si somministrano cibi solidi
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
Deglutizione di cibi di consistenza purea, fitti e morbidi. Si evidenzia
? Movimenti
orali
del bambino
non visibili
dal filmato.
l’uso della semplice
protrusione
linguale
o del movimento
di estensioneretrazione
Deglutizione di cibi schiacciati con presenza di grumi. Si evidenzia l’uso
dell’elevazione dell’apice linguale, ma ci possono essere anche
semplici protrusioni della lingua. Nessun movimento di estensioneretrazione durante la deglutizione
24
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 25
21 MESI
18 MESI
9 MESI
< 5 MESI
6 MESI
> 24 MESI
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
ETA’
CRONOLOGICA
s
Note: ____________________________________________________________
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
Abilità motorie
mandibolari
suldel
morso
di cibi non
solidi:
[etàdal
> 5filmato.
mesi]
? Movimenti
orali
bambino
visibili
• Valutabile;
• Non valutabile:
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
• Si ritiene che il bambino non sia
[
in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
12 MESI
Deglutizione di cibo solido con facile chiusura labiale. Non c’è perdita di
cibo o saliva. Durante la deglutizione l’apice linguale si eleva. Sono
evidenti ancora protrusioni linguali durante la deglutizione
Deglutizione di cibi solidi, anche quelli a doppia consistenza con facile
chiusura labiale. Non c’è perdita di cibo o di saliva dalla bocca. L’apice
linguale si eleva durante la deglutizione, in cui non si vedono più
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
protrusioni linguali
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
ABILITÀ DI MASTICAZIONE
sSotto i 5 mesi è inappropriato mordere i cibi
Uso di m. primitivo
di morso-rilassamento
su un biscotto
morbido. Il
? Insufficiente
quantità di alimento
somministrata;
ritmo del morso è regolare e non è volontario. Il bambino potrebbe
? Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
tornare a succhiare il biscotto
Tiene alimenti soffici tra le arcate gengivali senza morderli del tutto.
Mantiene tranquillamente la mandibola a riposo. Con biscotti compatti
può usare il m. di morso-rilascio
Uso controllato e sostenuto del morso su un biscotto morbido. Con un
biscotto duro non è in grado di farlo e potrebbe tornare alla fase di
suzione o al morso-rilascio
Uso controllato e sostenuto del morso su biscotto duro. Potrebbe
muovere gli arti durante il morso e potrebbe spingere la testa un po’
indietro in estensione per aiutare il morso
Uso del morso sostenuto e controllato su biscotto duro senza aiuto dei
m. degli arti e non c’è estensione della testa. Apre la bocca con la
grandezza necessaria.
Tiene la testa in linea mediana quando il cibo è presentato per essere
morso in entrambi i lati della bocca. È capace di aprire la bocca quanto
basta per accogliere il cibo
Note: ____________________________________________________________
-
Abilità motorie linguali nella masticazione:
[età > 5 mesi]
• Valutabile;
• Non valutabile:
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
• Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
25
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 26
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
s
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
> 24 MESI
24 MESI
9 MESI
12 MESI
7 MESI
6 MESI
< 6 MESI
ETA’
CRONOLOGICA
? Movimenti orali del bambino non visibili dal filmato.
ABILITÀ MOTORIE LINGUALI
Uso di m. sukling o sucking
M. up-down. Non c’è lateralizzazione quando i cibi vengono messi al
centro della bocca. Piccole lateralizzazioni quando il cibo è posto a lato
tra le arcate gengivali. Il m. sucking si può alternare con un accenno di
masticazione
Iniziano i m. laterali o i semplici passaggi orizzontali quando il cibo è
posto tra la superficie masticatoria dei molari
M. laterali quando il cibo è messo lateralmente in bocca. Inizio di
trasferimento del cibo dal centro della bocca al lato. Con cibo difficile da
trasferire si possono vedere delle estensioni e retrazioni linguali
Trasferimento del cibo dal centro a entrambi i lati della bocca.
Intermittenti m. di estensione-retrazione con cibi difficili da trasferire
Trasferimento del cibo da un lato all’altro della bocca senza passare
per il centro. Con il cibo difficile da trasferire possono evidenziarsi m. di
estensione-retrazione
Abile e rapido trasferimento del cibo da un lato al centro e da lato a
lato. Uso di precisi movimenti di elevazione dell’apice linguale. Non c’è
più m. di estensione-retrazione
Note: ____________________________________________________________
ABILITÀ MOTORIE LABIALI
M di sukling o sucking
Le labbra si tirano lievemente verso l’interno quando il cibo è
inserito in bocca. Quando viene messo al lato, sulla superficie
masticatoria, labbra e guance si muovono asimmetricamente.
26
3 ANNI
4 ANNI
18 MESI
24 MESI
12 MESI
15 MESI
< 6 MESI
6 MESI
9 MESI
s
Abilità motorie labiali nella masticazione:
[età > 5 mesi]
• Valutabile;
? Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in
• Non valutabile:
[
• Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
• Si ritiene che il bambino non sia in grado di gestire l’alimento in sicurezza;
? Insufficiente quantità di alimento somministrata;
• Insufficiente quantità di alimento somministrata;
? Movimenti
orali del non
bambino
visibili dal filmato.
• Movimenti
orali del bambino
visibilinon
dal filmato.
? Il bambino rifiuta il cibo/liquido offerto;
ETA’
CRONOLOGICA
-
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 27
Le labbra e la mandibola attive con m. up-down. Il labbro
superiore si muove continuamente in avanti e in basso durante la
masticazione. Il labbro inferiore si muove verso l’interno quando il
cibo è su di esso
Labbra attive. Uso degli incisivi superiori per pulire il labbro
inferiore che si tira all’interno
Labbra attive durante la masticazione. Gli angoli delle labbra e le
guance sono determinanti nel controllo del bolo in bocca
Masticazione a labbra chiuse. Non c’è perdita di alimenti dalla
bocca
Adeguati movimenti delle labbra durante la masticazione che
avviene a labbra chiuse
Labbra chiuse mentre mastica anche elementi di maggiore
spessore
Note: ____________________________________________________________
SCHEDA RIASSUNTIVA
Consistenza degli
alimenti somm.
Posizione di
alimentazione
Modalità di suzione
Abilità di
coordinazione
Abilità controllo
della saliva
Suz. semiliquidi dal
cucchiaio
Suz. semisolidi dal
cucchiaio
Suzione di liquidi
dalla tazza
Deglutizione di cibi
solidi
Abilità di
masticazione
Abilità motorie
linguali
Abilità motorie
labiali
27
GAP
24 M. +
23 M.
22 M.
21 M.
20 M.
19 M.
18 M
17 M.
16 M.
15 M.
14 M.
13 M.
12 M.
11 M.
10 M.
9 MESI
8 MESI
7 MESI
6 MESI
5 MESI
4 MESI
3 MESI
2 MESI
MESI
ABILITA’
1 MESE
•
Note derivate dall’anamnesi:
_____________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________
_________________________________________________
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 28
•
Note: _____________________________________________________________
_____________________________________________________________________
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONE
L’idea di elaborare un protocollo valutativo logopedico partendo dalle informazioni ricavabili
in letteratura, nasce dalla necessità di convogliare i vari aspetti che è possibile analizzare
nella sintomatologia del bambino disfagico, studiarli, catalogarli e valutarli al fine di garantire
un servizio riabilitativo sempre migliore e sempre più completo.
Durante lo svolgimento del tirocinio ho avuto modo di osservare diversi casi di disfagia infantile, che hanno rappresentato l’input allo studio di questa patologia sia dal punto di vista
diagnostico-valutativo sia dal punto di vista riabilitativo. Ai soggetti in questione è stato somministrato il protocollo in fase di sperimentazione apportando di volta in volta le modifiche necessarie a rendere la valutazione quanto più completa e agevole possibile. Il protocollo in
versione definitiva è stato infine somministrato a tre bambini selezionati fra i pazienti seguiti
ambulatorialmente presso l’A. O. U. “Policlinico – Vittorio Emanuele” di Catania.
I bambini in questione sono stati:
- M. R. di sesso femminile, età cronologica di somministrazione del protocollo 31 mesi,
affetta da sindrome di Williams;
- F. G. di sesso maschile, età cronologica di somministrazione del protocollo 14 mesi,
affetto da PCI;
- R. A. di sesso femminile, età cronologica di somministrazione del protocollo 13 mesi,
affetta da Leucodistrofia di Krabbe.
Partendo dal protocollo valutativo proposto è stato possibile pianificare il trattamento riabilitativo logopedico specifico per ciascun individuo, focalizzandolo sull’esercizio dei vari parametri che risultavano deficitari in relazione all’età cronologica. La gestione delle dinamiche
nutrizionali ed i differenti obiettivi terapeutici avverrà in tempi e modalità diversificati a seconda della complessità del quadro patologico e del livello di compromissione del quadrivio
orofaringeo, rispettando in ogni caso una necessaria progressione temporale dello sviluppo
delle varie abilità. Concludendo è possibile affermare che la globalità e la precocità dell’intervento logopedico, associate ad una precisa e completa valutazione, sono alla base del recupero funzionale dell’atto nutrizionale e della specifica efficacia ed efficienza delle differenti
fasi della deglutizione. La riabilitazione e di conseguenza la valutazione logopedica non possono, e non devono prescindere da una presa in carico multidisciplinare, e da un mutua collaborazione tra logopedista e foniatra le cui competenze risultano complementari. L’intreccio
di queste conoscenze nel tempo integra ciò che la valutazione dovrebbe prevedere, perfezionandosi autonomamente e garantendo un costante sostegno al paziente ad inizio, in itinere ed in conclusione di terapia.
BIBLIOGRAFIA A RICHIESTA
28
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 29
LOGOPaeDIA 2011; vol.2
Ricerche e studi
TESI VINCITRICE DELLLA BORSA DI STUDIO DEL CRS AMPLIFON
PER I LAUREATI IN LOGOPEDIA NELL’ANNO 2010
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA
CORSO DI LAUREA IN LOGOPEDIA
Il linguaggio immaturo: lo sviluppo atipico dei prematuri
con particolare interesse alla lunghezza media
dell’enunciato e alle capacità fonologiche in percezione
e programmazione
Sara Corradini
Abstract
L’obiettivo di questa ricerca è comprendere gli esiti della prematurità e del basso peso alla nascita sullo sviluppo complessivo del bambino e, nello specifico, se e quali difficoltà comportino
nello sviluppo del linguaggio. Nella prima fase di questa ricerca è stata effettuata un’analisi
complessiva dell’incidenza dei deficit globali della prematurità nella popolazione modenese
mediante i dati derivanti dal “Progetto di raccordo tra Neuropsichiatria Infantile e Neonatologia”
di Modena. L’obiettivo principale della prima fase riguardava la possibilità di individuare un pattern comune di sviluppo per una condizione di estrema variabilità interindividuale quale è la nascita pretermine. Nella seconda fase del progetto, dopo un’accurata analisi della letteratura
presente sull’argomento, si è passati ad una valutazione delle aree linguistiche maggiormente
critiche nei prematuri. Il campione di bambini della ricerca è costituito da 24 bambini prematuri
di età compresa tra i 3 e i 7 anni. Le aree indagate riguardano la lunghezza media dell’enunciato, il funzionamento della memoria di lavoro fonologica e le capacità fonologiche in percezione e programmazione, in parte mediante materiale testistico utilizzato anche in altri studi ed
in parte con test tarati per i bambini costituenti il campione di studio.
Parole chiave: prematurità, lunghezza media dell’enunciato, memoria di lavoro fonologica, competenze fonologiche
INTRODUZIONE
“Matteo, così chiamai nostro figlio, era al di la del grande finestrone; era un piccolo ranocchietto dentro un’ enorme incubatrice”
Viste le moderne ricerche e tecnologie salvavita neonatali in caso di prematurità il mondo
della riabilitazione si è aperto a bambini che fino a pochi anni fa non sarebbero sopravvissuti ed il tasso di sopravvivenza di questi è in netto aumento.
Viene considerato pretermine qualsiasi neonato nato prima di aver completato la 37ª settimana gestazionale.
29
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 30
La nascita pretermine è considerata una condizione di rischio non solo in base alla settimana gestazionale, ma una variabile significativa risulta anche essere il peso alla nascita.
In base al peso alla nascita i neonati vengono classificati in:
• neonato di basso peso ( LBW: Low Birth Weight) se il peso alla nascita è < 2500 g;
• neonato di peso molto basso (VLBW: Very Low Birth Weight) se il peso alla nascita è <
1500 g;
• neonato di peso estremamente basso ( VVLBW: Very Very Low Birth Weight o ELBW:
Extremely Low Birth Weight) se il peso alla nascita è < 1000 g.
Se si considera il peso alla nascita in rapporto all’età gestazionale si parla di:
• neonato AGA ( Appropriate for Gestational Age) se il peso alla nascita è tra il 10º e il 90º
centile per l’età gestazionale;
• neonato SGA ( Small for Gestational Age ) se il peso alla nascita è uguale o inferiore al
10º centile o 2 DS sotto il peso alla nascita medio per l’età gestazionale;
• neonato LGA (Large for Gestational Age) se il peso alla nascita è superiore al 90º centile per l’età gestazionale.
Ogni anno in Italia nascono circa 5000 bambini prematuri e la tendenza è in aumento. Essere prematuri non necessariamente significa presentare un basso peso alla nascita e viceversa, presentare un basso peso alla nascita non implica necessariamente una
prematurità. Quando i due fattori, basso peso alla nascita e prematurità, sono presenti contemporaneamente aumentano notevolmente i rischi di mortalità e morbilità.
La nascita pretermine è una condizione caratterizzata da notevole variabilità interindividuale e gli esiti a distanza di prematurità e basso peso alla nascita coinvolgono tutte le
sfere dello sviluppo: cognitiva, motoria,linguistica ed emotiva. Ciò che rimane un’incognita
è l’eventuale possibilità di individuare pattern di sviluppo comuni che permettano di prevedere l’andamento dello sviluppo ed i deficit a cui vanno incontro questi bambini in base
ai parametri alla nascita, in modo da mettere in atto quanto più possibile un intervento precoce. Il primo quesito di questo studio è stato di cercare di individuare un possibile pattern
comune di sviluppo in bambini nati pretermine mediante i dati raccolti dal “Progetto di Raccordo tra Neuropsichiatria Infantile di Modena e Neonatologia”. In particolare l’interesse si
è focalizzato sull’incidenza dei disturbi di linguaggio ed apprendimento in caso di prematurità e sulla possibilità di comprendere se lo sviluppo cognitivo e soprattutto motorio potessero darci qualche indicazione sul successivo sviluppo del linguaggio. Un altro quesito
interessante di questa analisi era individuare in che percentuale le difficoltà riscontrate
nella sfera linguistica e dell’apprendimento rappresentassero un semplice ritardo poi compensato o un vero e proprio disturbo.
I dati analizzati riguardano tutti i prematuri nati nell’intera provincia di Modena dal 1995 al
2005. I bambini sono stati suddivisi in due gruppi: pretermine alto rischio e pretermine
basso rischio.
Dall’analisi della categoria pretermine alto rischio, costituita da 73 bambini, è emerso che
i deficit riscontrati riguardavano in percentuali maggiori la sfera del linguaggio e dell’apprendimento, seguiti da deficit motori e sensoriali.
In particolare:
• il 21,9% ha sviluppato disturbi cognitivi (ritardi di sviluppo o ritardi mentali);
• il 58,9% ha sviluppato disturbi di linguaggio/apprendimento;
• il 24,6% ha sviluppato disturbi sensoriali (prevalentemente visivi e in percentuale minore
uditivi);
• il 54,7% ha sviluppato disturbi motori.
In questo campione di bambini il 58,9% ha presentato ritardi o difficoltà riguardanti la sfera
linguistica e l’apprendimento.
30
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Per quanto riguarda queste aree è stata effettuata un’analisi più specifica comparando ritardi e disturbi con l’età gestazionale, escludendo però i casi di anartria che erano il 13,9%
del campione e l’unico caso di balbuzie poiché abbiamo deciso di non considerarlo come
disturbo significativo per la tesi.
Figura: Percentuale di ritardi e disturbi di linguaggio/apprendimento comparati
all’età gestazionale.
Nel nostro campione il 51,1% dei bambini ha presentato un ritardo nell’acquisizione del
linguaggio, metà dei quali sono risultati essere ritardi semplici che sono stati compensati
spontaneamente, l’altra metà, invece, è evoluta in disturbo (25,5 %). Solo in un caso il ritardo di linguaggio semplice è associato allo sviluppo successivo di un disturbo di apprendimento.
In base ad un’analisi delle specifiche difficoltà in queste aree è emerso che nel campione
di bambini prematuri ad alto rischio la percentuale più significativa di problemi connessi
alla sfera del linguaggio e dell’apprendimento riguarda il Disturbo Specifico di Linguaggio.
Dall’analisi della categoria prematuri a basso rischio, costituita da 17 bambini, è emerso
che:
• il 23,5% dei bambini ha sviluppato problemi nella sfera cognitiva;
• il 52,9% ha sviluppato problemi nella sfera del linguaggio/apprendimento;
• il 5,8% ha sviluppato disturbi sensoriali;
• il 58,9% ha sviluppato problemi nella sfera motoria.
31
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*“Acclimatazione all’applicazione acustica e tempi
di rimediazione protesica” Domenico Cuda, Antonio
R. De Caria, 2008. Studio effettuato presso l’Unità
Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale
di Piacenza.
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In base a questi dati l’età gestazionale più elevata implica una maggiore compromissione
dell’area motoria rispetto all’area linguistica.
Un’analisi più approfondita della sfera linguistica mette in evidenza una percentuale del
23,5% di ritardi, la metà dei quali è stato compensato spontaneamente e una percentuale
del 29,4% di disturbi linguistici o di apprendimento.
EE’ stata poi attuata la medesima analisi specifica eseguita per l’altro gruppo in base a otto
dei nove bambini che hanno presentato deficit nella sfera linguistica.
Figura: Percentuale di ritardi e disturbi di linguaggio/apprendimento in relazione
all’età gestazionale.
In base a questi risultati è stata effettuata un’analisi più analitica dei deficit dell’area linguistica e ciò che è nuovamente emerso è che il disturbo più rappresentato è il Disturbo
Specifico di Linguaggio.
Questo campione di analisi, seppur non essendo un campione che può ancora essere considerato scientifico, permette di effettuare osservazioni significative almeno per ciò che riguarda la realtà di Modena circa l’incidenza della prematurità sullo sviluppo psico-motorio.
La prematurità ad alto e basso rischio incide in percentuale molto superiore sullo sviluppo
delle abilità motorie e delle abilità linguistiche, mentre, lo sviluppo cognitivo e sensoriale
sembra essere meno influenzato da queste variabili. In particolare è importante notare
come le percentuali di disturbi della sfera linguistica siano superiori a quelle dei disturbi
L
della sfera motoria nella categoria dell’alto rischio.
In base a questi dati, perciò, la prematurità non sembrerebbe solo una condizione di ritardo, ma una variabile che genera in percentuali significative disturbi veri e propri che perd
i
mangono durante tutta l’età evolutiva.
e
a
o
34
,
t
e
1-2%..
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 35
Per ciò che riguarda l’ambito linguistico, in particolare, è stata comparata l’incidenza di
DSL nella popolazione normale e l’incidenza di DSL nei prematuri. Sappiamo che l’incidenza di DSL nella popolazione normale si aggira intorno al 5-7% in età prescolare, percentuale che tende a diminuire in età scolare circa al 1-2%.
L’analisi di questi dati ha evidenziato come, nella popolazione dei prematuri modenesi, l’incidenza di DSL sia quasi il doppio di quella normale, circa il 13,5%.
Obiettivi del progetto
Supportati da questi dati di incidenza di DSL nella popolazione di prematuri è nata la curiosità di verificare in che misura, nella realtà dei Servizi di NPIA di Modena e provincia, i
bambini in carico dimostrassero le difficoltà indagate negli studi di letteratura riferiti alla lingua italiana presi in esame prima dell’inizio del nostro lavoro. Sono state selezionate ed indagate solo alcune aree di criticità:
• lunghezza media dell’enunciato;
• memoria di lavoro fonologica;
• capacità fonologiche in percezione e programmazione.
I lavori di ricerca considerati all’inizio di questo progetto in particolare sono dagli studi effettuati presso il Dipartimento di Psicologia e il Reparto di Neonatologia dell’ Università di
Bologna da Alessandra Sansavini
d e colleghi. E’ stata fatta lai scelta di escludere gli studi
è nono
riferiti alla lingua italiana per la diversità dei parametri e degli indici riguardanti i disturbi di
linguaggio.
Materiali e metodi
I bambini che compongono il nostro campione di ricerca sono 24 bambini nati prima della
37ª settimana di gestazione, di età compresa tra i 3 e i 7 anni. Il range di età è statocstabi-e
lito in base alle prove somministrate, poiché oltre i sette anni risultavano sature. Questi
bambini sono una significativa rappresentazione di tutti i bambini prematuri attualmente in
Icarico io dimessi da poco dai servizi
,
.
territoriali di Neuropsichiatria
Infantile. Non è stato
possibile disporre di tutta la popolazione con queste caratteristiche per cause di diverso
tipo: mancata autorizzazione dei genitori, gravità delle condizioni cliniche generali ecc …
Il campione è composto per il 16,6% da bambini bilingui.
Avremmo avuto a disposizione anche bambini nati a termine che hanno presentato un alto
rischio alla nascita, ma è stato scelto di non includerli nello studio per evitare confusione.
settimane con un range che va
a
La media di età gestazionale dei 24 bambini è di 30.2 settimane con un range che va dalle
d24 alle
2 36 settimane.
Figura: Distribuzione dei bambini in base all’età gestazionale
La media del peso alla nascita risulta essere di 1250.3 grammi.
35
S
a
m
o
e
:
di 3 e 4 anni di età, ai
q
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Siccome il nostro campione di bambini è molto eterogeneo per quanto riguarda l’età abbiamo dovuto somministrare prove diversificate purchè fossero tarate sull’età corretta. Possiamo perciò suddividere il nostro campione d’indagine in due gruppi:
• il primo gruppo è composto da 13 bambini di 3 e 4 anni di età,
ai quali è stata somministrata la prova di Ripetizione Frasi di De Vescovi e Caselli;
• il secondo gruppo è composto da 11 bambini dai 5 ai 7 anni, ai quali è stata somministrata la prova di Ripetizione frasi di Cumer Bruno.
A 3 dei bambini del primo gruppo non è stato possibile proporre le prove sia per la gravità
del quadro clinico generale, sia per la mancata collaborazione degli stessi, perciò il test è
stato somministrato unicamente a 10 bambini.
Il campione è stato anche valutato per ciò che riguarda la ripetizione di non-parole mediante la sezione dedicata ad esse nel test di Cossu TNP.
Infine i bambini sono stati registrati durante un’attività di gioco in modo da trarre, per quanto
possibile, la lunghezza media dell’enunciato. Il Test di Ripetizione Frasi di De Vescovi e
Caselli (TRF) ha lo scopo di verificare la capacità del bambino di imitare stimoli verbali e,
in particolare, di valutare la permanenza degli aspetti morfologici e sintattici delle frasi da
loro prodotte. Non sono, invece, considerate significative le modificazioni fonologiche degli
enunciati target. La prova è suddivisa in due parti: una relativa alla ripetizione di items lessicali e una relativa alla ripetizione di frasi.
Le categorie morfologiche considerate sono:
• nomi maschili e femminili, singolari e plurali;
• articoli determinativi, accordati in base al genere e al numero del nome di riferimento;
• verbi semplici e composti, in forme singolari e plurali del presente indicativo;
• modificatori (aggettivi e avverbi);
• preposizioni semplici e articolate.
La prova è, perciò, costituita da 24 nomi preceduti dal rispettivo articolo determinativo e 27
frasi.
Le frasi che ritroviamo all’interno della prova sono:
 frasi nucleari con argomento e predicato al singolare;
 frasi nucleari con argomento e predicato al plurale;
 frasi con predicato nominale;
 frasi nucleari a un argomento con modificatore;
 frasi nucleari a due argomenti;
 frasi nucleari a due argomenti con modificatore;
 frasi nucleari a due argomenti con preposizione semplice;
 frasi nucleari a tre argomenti con preposizione semplice;
 frasi nucleari a tre argomenti con preposizione articolata.
Il test è completato da una serie di figure, una per ogni frase, in modo da fornire al bambino un supporto visivo durante la prova.
Il Test di ripetizione frasi di Cumer Bruno è un test composto da venti frasi di diversa complessità semantico-strutturale ed è somministrabile ai bambini dai 3 ai 7 anni. Le frasi possono essere suddivise in due gruppi:
• il primo è composto da 10 items e comprende frasi nucleari semplici, la cui lunghezza
varia da un minimo di sei sillabe a una massimo di quattordici e comprende frasi ad uno,
due e tre argomenti. Gli elementi morfologici relativi al genere e al numero dei nomi e al
tempo dei verbi sono correttamente bilanciati e gli elementi lessicali sono semplici, ripetitivi e ad alta frequenza d’uso;
• il secondo gruppo di frasi è composto da 10 items caratterizzati dalla presenza nella
struttura frasale degli elementi facoltativi (modificatori dei nomi ed avverbi) e dall’ espansione della frase nucleare mediante la congiunzione “e”. La lunghezza delle frasi di que-
36
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 37
da noi
u
sto gruppo va da un minimo di 11 ad un massimo di 18 sillabe e dal punto di vista lessicale gli elementi presenti sono più vari e di uso meno comune rispetto a quelli del primo
gruppo, quindi con una variabile per la frequenza.
La prova di Ripetizione di non parole, inserita all’interno del Test di Cossu, è stata da noi
utilizzata per indagare le abilità fonologiche in assenza di un supporto lessicale. Essa consiste in 8 non parole, quattro bisillabiche e quattro trisillabiche.
E’ stata effettuata sia un’analisi quantitativa che qualitativa dei dati ottenuti dal materiale testistico in modo da ottenere una visione quanto più possibile dettagliata delle caratteristiche del linguaggio da noi considerate.
Analisi quantitativa dei dati
Ciò che è emerso da un’analisi quantitativa dei dati per quello che riguarda il TRF di De Vescovi e Caselli, somministrato ai bambini di tre e quattro anni del nostro campione, è che
unicamente uno dei bambini raggiunge uno standard adeguato alla media d’età, mentre gli
altri 9 raggiungono punteggi inferiori.
Tabella: Numero medio di frasi ripetute in modo completo, range
e deviazioni standard nei gruppi d’età.
In base ai dati relativi alla tabella dei dati di riferimento possiamo costruirne una relativa al
nostro campione d’analisi.
BAMBINI
ETà
PUNTEGGIO
DEVIAZIONE
STANDARD
1
3.2
1
-2
2
3.10
19
-1
3
3.2
6
-1
4
3.9
20
-1
5
4
18
-1
6
4
24
0
7
4
8
-3
8
4
21
-1
9
4
21
-1
10
4
19
-1
Riferendoci ai punteggi ottenuti perciò possiamo rappresentare il nostro campione in base
alla deviazione standard:
37
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 38
Figura: Distribuzione bambini in base alla deviazione standard
Ciò che emerge, perciò, è che:
• il 10 % dei bambini ottiene un punteggio adeguato all’età;
• il 70 % dei bambini si colloca ad un punteggio di -1 DS, che implicherebbe solo una richiesta di attenzione, ma non di presa in carico;
• il 10% dei bambini si colloca ad un punteggio di -2 DS, perciò risulta patologico;
• il 10 % dei bambini si colloca ad un punteggio di -3 DS, quindi patologico.
Effettuando un’analisi dei dati ricavati dal Test di Ripetizione Frasi Cumer Bruno, somministrato ai bambini da 5 ai 7 anni, possiamo notare che le performance sono molto inferiori rispetto a quelle ottenute dal campione di bambini a cui è stato somministrato il TRF
i
BAMBINO
ETà
PUNTEGGIO
1
5.4
16
DEVIAZIONE
STANDARD
-2
2
5.2
15
-3
3
5.3
4
5.2
4
-10
5
7
8
-8
6
6.8
13
-4
7
5.3
8
-7
8
5
14
-3
9
5.2
8
-7
10
6.3
15
-3
11
5.2
14
-3
possiamo notare
che le performance
sono molto
5
-9
Figura: Distribuzione dei bambini in base alla deviazione standard.
38
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 39
Da queste analisi emerge che:
• il 9% dei bambini si colloca a -10 DS;
• il 9% dei bambini si colloca a -9 DS;
• il 9% dei bambini si colloca a -8 DS;
• il 18 % dei bambini si colloca a -7 DS;
• il 9 % dei bambini si colloca a – 4 DS;
• il 36% dei bambini si colloca a -3 DS.
Questi dati ci hanno portato a chiederci come fosse l’andamento degli errori visti i risultati
così scarsi, analisi che poi sarà effettuata in modo analitico. La prova di ripetizione di non
parole inserita all’interno del Test di Cossu è stata proposta a 24 bambini, ma è risultata
somministrabile solo a 14 di loro per la mancata collaborazione dei restanti bambini.
Di questi 14 bambini il 36% fa parte del primo gruppo, cioè dei bambini di 3 e 4 anni, mentre il 64% fa parte del secondo gruppo, cioè dei bambini con età dai 5 ai 7 anni.
Va tenuto conto, infatti, che i bambini eseguivano questo test dopo la somministrazione
delle altre prove, perciò non tutti erano collaboranti per quest’ultima.
Figura: Numero non parole correttamente ripetute da ciascun bambino.
In base ai risultati ottenuti è stato interessante verificare quali fossero le non parole più
sbagliate dal nostro campione di bambini e, di conseguenza, quali fossero quelle che prela struttura di esse.
sentano maggiore difficoltà, per poter valutare, infine, la
struttura di esse.
la struttura di esse.
L’ultima caratteristica linguistica indagata è stato l’indice di LME. Quest’ultimo è stato calcolato tramite il TRF, per il primo gruppo di bambini ed in base al Test Cumer Bruno per il
39
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 40
secondo gruppo. Per alcuni bambini abbiamo anche a disposizione l’indice di LME derivante da uno spaccato di linguaggio spontaneo, il quale, però risulta essere differente rispetto a quello derivato dalle prove. Per ricavare questo indice ci siamo basati sul numero
di parole e non sul numero di morfemi, anche se vi è ancora un dibattito aperto in letteratura poiché le modalità di calcolarlo non sono ancora stabilite in modo universale.
Il valore viene comunque riportato, per favorire un confronto ed una riflessione su un argomento ancora abbastanza controverso quale è questo indice.
Valori normali della lunghezza media dell’enunciato sulle frasi ripetute in base al TRF
BAMBINI
ETà
LME
LME LING.
SPONTANEO
1
3.2
2.1
/
2
4
4.5
/
3
4
4.6
4,9
4
3.10
4.5
/
5
3.2
3.4
3,9
6
4
4.6
/
7
4
4.4
/
8
3.9
4.3
/
9
4
4.4
5,2
10
4
4.7
/
11
5.4
6.5
/
12
5.2
6
/
13
5.3
4.3
5,1
14
5.2
5.8
6
15
7
5.7
5,9
16
6.8
6.2
/
17
5.3
5.9
/
18
5
6.5
6,4
19
5.2
5.6
/
20
6.3
6.4
/
21
5.2
6.1
6,2
Valori di LME del nostro campione in base ai test di ripetizione frasi e al linguaggio
spontaneo.
40
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:40 Pagina 41
Analisi qualitativa dei dati
Effettuando un’analisi qualitativa dei risultati del TRF emerge che i tipi di errori prodotti sono:
• 62% omissioni, che possono riguardare articoli, nomi, verbi, aggettivi o preposizioni;
• 23,2 % sostituzioni lessicali, spesso della stessa sfera semantica, che possono riguardare articoli, nomi, verbi, aggettivi o preposizioni;
• 4,2% errori morfologici: il bambino usa una forma morfologica diversa della stessa parola;
• 5,8% errori fonologici, anche se non considerati significativi per la valutazione del test;
• 1,1% inversioni: diverso ordine degli elementi nella frase.
Figura: Percentuali di errori commessi nel TRF.
Gli errori maggiormente rappresentati nel nostro campione sono, perciò, le omissioni e le
sostituzioni, che costituiscono l’85% degli errori totali. E’ interessante mettere in evidenza
come queste due tipologie di errori interessino in modo differente
i vari costituenti
frase.
E’ interessante
mettere della
in evidenza
c
f
interessino in modo differente i vari costituenti della
Figura: Percentuali di omissioni dei vari costituenti della frase.
41
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 42
Figura: Percentuali di sostituzione dei vari costituenti della frase.
Le componenti della frase più colpite per ciò che riguarda le omissioni sono, perciò, i nomi
e gli articoli in base a ciò che possiamo notare dalla tabella, mentre il verbo e le componenti “facoltative” della frase lo sono molto meno. A livello di sostituzioni possiamo evidenziare come esse riguardino in modo molto consistente il nome e come, rispetto alle
omissioni, vengano interessati gli aggettivi. A livello di sostituzioni non troviamo un particolare coinvolgimento del verbo. Nel test TRF, quindi, il verbo, essendo una componente
molto forte della frase o è omesso oppure è mantenuto, ma raramente sostituito.
LE’ interessante notare, vista l’importante compromissione del nome nel caso delle sostituzioni, come esso venga spesso sostituito con parole della stessa sfera semantica, o comunque pertinenti a livello semantico (esempio: i nomi propri vengono sostituiti spesso
con la parola “bambino”).
L’analisi qualitativa dei risultati del Test Cumer Bruno ha messo in evidenza che in totale
sono stati effettuati 211 errori suddivisi in:
• 57,3% omissioni, che possono riguardare articoli, nomi, verbi, preposizioni o aggettivi;
• 32,7% sostituzioni, che possono riguardare articoli, nomi, verbi, preposizioni o aggettivi;
• 8% errori morfologici: il bambino usa una forma morfologica diversa della stessa parola;
• 6,1% errori fonologici;
•
• 2,8%
inversioni.
Figura: Percentuali di errori commessi nel Test Cumer Bruno.
Da questa distribuzione emerge che omissioni e sostituzioni costituiscono insieme circa il
90% di tutti gli errori che sono stati commessi. Così come verificatosi per il TRF, anche in
42
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 43
questo test le due tipologie di errori sopra citate possono essere analizzate più approfonditamente in base ai costituenti della frase.
Figura. Percentuali di omissioni dei vari costituenti della frase.
Figura: Percentuali di sostituzioni dei vari costituenti della frase.
43
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In base alle tabelle ed ai grafici possiamo mettere in evidenza come, nel Test di Cumer Bruno,
le omissioni colpiscano maggiormente articoli e nomi, ma in questo caso, a differenza del TRF,
anche le componenti “facoltative” della frase sono interessate da esse in modo importante, soprattutto per ciò che riguarda preposizioni e avverbi. Accade la medesima cosa ad eccezione
degli articoli anche per ciò che riguarda le sostituzioni, le quali sono maggiormente riferite alla
categoria dei nomi, ma sono molto consistenti anche per preposizioni ed avverbi, mentre sono
nulle per congiunzioni, pronomi ed aggettivi. Se confrontiamo i risultati delle due prove, TRF
e Cumer Bruno, possiamo notare come esistano differenze importanti. Mentre nel TRF la
componente più compromessa, sia da omissioni che da sostituzioni, è il nome, nel Cumer
Bruno gli errori in questo costituente della frase diminuiscono notevolmente e si distribuiscono
nelle componenti “facoltative”, ad eccezione degli aggettivi, i quali risultano più interessati da
errori nel TRF. Probabilmente, la maggiore complessità morfologica e sintattica delle frasi del
Cumer Bruno fa si che aumentino gli errori negli articoli e nelle componenti “facoltative” della
frase e diminuiscano nelle componenti più forti a livello semantico, ovvero verbi e nomi.
Ad un’analisi qualitativa dei risultati ottenuti dalla prova di non parole di Cossu emerge che
i 34 errori commessi sono:
• 50% sostituzioni di fonemi;
• 8.8% omissioni di fonemi;
• 20.5% inserzione di fonemi;
• 20.5% lessicalizzazioni.
Figura: Analisi degli errori al Test di Cossu.
A differenza dei test di ripetizione frasi precedentemente analizzati, nel caso della ripetizione di non parole si inverte la tendenza, nel senso che il nostro campione ha commesso
più frequentemente errori di sostituzione, mentre le omissioni, che negli altri test risultavano
le più frequenti, qui sono l’errore meno rappresentato.
Abbiamo, perciò, deciso di effettuare un’analisi parola per parola, in modo da poter verificare se esista un pattern d’errore comune o almeno più frequente.
A
m
r
e
e
SABE
NIRO
PANTU
TRIDA
PELIFO
MANITRA
LETILE
GREFIDO
TIPO DI ERRORE
a
p
S-I–S
S-S-S-L-L-L-L-L-L
S-I-O
S-O–S
I-S–O
S-S-S-L
S
I-I-S-S-I-I-S-O
a
.
S = sostituzione UL = lessicalizzazione
O = omissione I = inserzione
S
44
O
I
-O
r
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 45
Per quanto riguarda le lessicalizzazioni riguardano soprattutto la non parola “niro”, la quale
viene regolarizzata nella parola “nero” in quanto molto simile foneticamente; solo in un
caso riguarda la non parola “manitra” che viene regolarizzata nella parola “matita”.
Per ciò che riguarda le sostituzioni è stata effettuata un’analisi in tratti per indagare se le
sostituzioni seguano una logica oppure siano casuali.
Ciò che è emerso, anche se non vi è una grande significatività, è che per ciò che riguarda
il modo si verifica una perdita del tratto continuo a favore di un tratto occlusivo o vibrante
e, invece, per ciò che riguarda il luogo di articolazione si verifica frequentemente una posteriorizzazione di esso.
Conclusioni
Il campione di bambini presi in analisi durante la prima fase di questo lavoro di ricerca ha
evidenziato un’incidenza di Disturbi Specifici di Linguaggio del 13,5 % nei bambini nati prematuri a Modena nel periodo preso in considerazione, quasi il doppio rispetto all’incidenza
nella popolazione italiana (5-7%). Questa percentuale è molto significativa e riflette il fatto
che il settore della riabilitazione logopedica dovrà rapportarsi sempre più a bambini con storie cliniche di questo tipo. I progressi in campo neonatale devono andare di pari passo con
i progressi di quei settori che si prendono cura del bambino in età evolutiva per mettere in
atto una presa in carico ed un intervento quanto più possibile precoce.
I primi studi riguardanti la prematurità hanno già messo in evidenza numerose aree di criticità per quanto concerne il linguaggio ed evidenziato alcuni parametri di sviluppo significativi.
Seppur consapevoli dei limiti di questo studio, soprattutto per quanto riguarda il campione
ristretto ed eterogeneo, i risultati possono già dare qualche indicazione a coloro che si occupano di riabilitazione del linguaggio.
I risultati ottenuti per ciò che riguarda la ripetizione di frasi, sia con il Test di Ripetizione Frasi
di De Vescovi e Caselli, sia con il Test di Ripetizione Frasi di Cumer Bruno, mettono in evidenza come questi bambini non ottengano punteggi adeguati all’età.
Ciò che richiede una riflessione, però, è la differenza di performance tra il primo gruppo ed
il secondo gruppo di bambini da noi valutati. I bambini del primo gruppo, di età inferiore rispetto agli altri, non mostrano performance adeguate all’età, ma per la maggior parte di
essi, nemmeno patologiche, perciò richiederebbero unicamente un monitoraggio nel
tempo. I bambini di età superiore, invece, mostrano delle performance decisamente patologiche rispetto alla popolazione normale. Questo sembrerebbe rispecchiare la realtà
messa in evidenza dagli studi della letteratura secondo i quali il gap linguistico esistente
tra bambini nati a termine e bambini prematuri persiste e diventa più evidente verso i quattro anni d’età, quando, ovvero, nello sviluppo tipico si verifica il consolidamento delle abilità grammaticali e una diminuzione della variabilità interindividuale, che invece permane
in soggetti prematuri.
A livello qualitativo entrambi i gruppi hanno messo in evidenza che gli errori più frequenti
nei test di ripetizione di frasi sono omissioni e sostituzioni. Anche in questo caso persistono differenze importanti, che possono essere collegate sia al diverso strumento di valutazione, che alle differenti abilità in base all’età.
Nel test TRF le componenti della frase più interessate sia da omissioni che sostituzioni
sono articoli, nomi ed aggettivi, con un picco per i nomi nel caso delle sostituzioni.
Nel Test Cumer Bruno, invece, si evidenziano meno omissioni e sostituzioni di articoli e
nomi, ma un incremento di essi nelle componenti facoltative della frase quali preposizioni,
avverbi e congiunzioni. Questo è sicuramente dovuto alle differenze morfologiche e sintattiche delle frasi dei test, ma potrebbe anche trovare una spiegazione nel fatto che, nel
caso di frasi ad alta complessità, la componente semantica risulta più forte rispetto a quella
45
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 46
morfologica. Una costante, invece, per entrambi i gruppi valutati è la ridotta percentuale di
errore nel verbo, probabilmente poiché esso risulta la componente più forte della frase.
I risultati al test di ripetizione di non parole hanno messo in evidenza che il nostro campione
di bambini non risulta particolarmente deficitario in caso di ripetizione in assenza di un supporto lessicale, ma la prova da noi somministrata prevede una complessità media, infatti
le non parole sono al massimo trisillabiche.
L’ultima variabile da noi considerata è l’indice di LME calcolato in base alle prove di ripetizione di frasi, il quale non risulta particolarmente deficitario. Infatti, le percentuali di errore
ai nostri test sono elevate per le omissioni, le quali dovrebbero alterare l’indice di LME, ma
sono molto elevate anche per le sostituzioni, le quali incidono sulla performance generale,
ma non specificatamente sulla LME.
Consapevoli, perciò, dei limiti di questo studio, possiamo affermare che le conquiste di
questa tesi, più che i risultati in sé, risultano essere i quesiti aperti su un argomento di cui
ancora si conosce poco, soprattutto in previsione dell’aumento dei casi di prematurità viste
le moderne ricerche e tecnologie salvavita neonatali.
BIBLIOGRAFIA A RICHIESTA
46
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LOGOPaeDIA 2011; vol.2
Ricerche e studi
TESI VINCITRICE DELLLA BORSA DI STUDIO DEL CRS AMPLIFON
PER I LAUREATI IN LOGOPEDIA NELL’ANNO 2010
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA”
CORSO DI LAUREA IN LOGOPEDIA
Risolvere un problema è questione di memoria?
Silvia Trepiccione, Enrica Mariani, Manuela Pieretti
Abstract
La Consensus Conference (2007) ha descritto due profili di Disturbo Specifico del Calcolo,
differenziando un profilo in cui è presente prevalentemente un deficit della cognizione numerica ed uno in cui sono per lo più coinvolte le componenti esecutive. In più, ha stabilito
che difficoltà nel problem solving matematico non concorrono alla diagnosi di discalculia,
rimanendo un ambito su cui insistono molte competenze diverse. In particolare molte ricerche hanno messo in risalto la relazione fra abilità di memoria di lavoro e la soluzione dei
problemi. L’intento del nostro lavoro è stato esaminare l’abilità di risoluzione di problemi aritmetici in relazione ad una gamma di abilità linguistiche, aritmetiche e, più in generale, di
apprendimento, cercando eventuali correlazioni con la memoria di lavoro. A tal proposito
presenteremo i risultati di uno screening effettuato su un campione di 60 bambini della
quarta classe della scuola primaria al quale abbiamo somministrato prove collettive (lettura
e rievocazione di un brano, comprensione della lettura, risoluzione di problemi aritmetici,
calcoli scritti, codifica semantica del numero) e prove individuali (matrici progressive di
Raven, working memory verbale, calcoli a mente, denominazione automatica rapida, correttezza e rapidità della lettura).
Parole chiave: Discalculia, memoria di lavoro, disturbi specifici di apprendimento
INTRODUZIONE
La Consensus Conference [2007], vale a dire il documento che contiene le raccomandazioni per la pratica clinica redatto dai principali organismi che si occupano di Disturbi Specifici di Apprendimento, basandosi sui risultati delle più recenti ricerche scientifiche ha
individuato due profili distinti di Disturbo Specifico del Calcolo, caratterizzati il primo da debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numerica (cioè negli
aspetti basali dell’intelligenza numerica, quali subitizing, meccanismi di quantificazione,
seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale), il secondo da compromissioni a livello procedurale e di calcolo (lettura, scrittura, incolonnamento dei numeri, recupero dei
fatti numerici e degli algoritmi del calcolo scritto). Inoltre, ha stabilito che difficoltà nel problem solving matematico non concorrono alla diagnosi di discalculia, rimanendo un ambito
su cui insistono molte competenze diverse. Tuttavia, un’alta percentuale di bambini discalculici mostra difficoltà nella risoluzione di problemi matematici.
Il tema di questa tesi sarà guidato dalla seguente domanda: “Risolvere un problema è questione di memoria?”.
47
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Numerose ricerche hanno messo in evidenza la relazione fra abilità di memoria di lavoro
e il successo nella soluzione di problemi.
Come sappiamo, la nostra memoria può elaborare un numero limitato di informazioni ed
in certi casi può essere sovraccaricata dalla quantità delle nozioni proposte.
In genere la quantità di informazioni da tenere simultaneamente in memoria aumenta considerevolmente la difficoltà di soluzione di un problema.
Pertanto, accanto all’influenza delle abilità cognitive e metacognitive è ragionevole chiedersi quale possa essere il ruolo della memoria nella capacità di problem solving. Chiaramente la soluzione di un problema matematico implica la necessità di una conoscenza
concettuale relativa al significato delle operazioni aritmetiche e di una conoscenza delle
procedure necessarie per eseguirle. Ciononostante è possibile che queste abilità da sole
non siano sufficienti per sviluppare un’elevata abilità nella soluzione. Prendendo in esame
un problema matematico di tipo verbale si può supporre che l’influenza della memoria di
lavoro sia rilevante persino quando il testo scritto del problema sia disponibile. Infatti la
comprensione del problema richiede che le informazioni in ingresso siano integrate con le
precedenti informazioni mantenute nel sistema della memoria di lavoro il cui ruolo è necessariamente coinvolto anche nello sviluppo della rappresentazione mentale della situazione problematica. Mentre sono numerose le ricerche che hanno indagato l’influenza della
memoria sulla competenza nella comprensione di un testo, relativamente ancora pochi
sono gli studi che hanno preso in esame la relazione fra memoria e soluzione dei problemi.
Disegno Sperimentale
OBIETTIVO DELLA RICERCA
Al fine di approfondire il ruolo della memoria di lavoro nella soluzione di problemi matematici, è stato effettuato un disegno sperimentale il cui obiettivo è stato esaminare in bambini della IV classe della scuola primaria, l’abilità di risoluzione di problemi aritmetici in
relazione ad una gamma di abilità linguistiche, aritmetiche e, più in generale, di apprendimento, cercando eventuali correlazioni con la memoria di lavoro.
SOGGETTI
Ha partecipato alla ricerca un campione di 60 bambini di IV elementare, distribuiti in tre
classi di una scuola statale di Roma.
Nel campione sono stati esclusi alunni ripetenti e/o dichiarati affetti da handicap.
METODI
Nel corso di uno screening, condotto nel mese di marzo 2009, sono state somministrate le
seguenti prove collettive ed individuali.
Prove collettive
• lettura e rievocazione di un brano
• comprensione della lettura
• risoluzione di problemi aritmetici
• calcoli scritti
• codifica semantica del numero
Prove individuali
• matrici progressive di Raven
• working memory verbale (Listening span, Digit span avanti e indietro)
• calcoli a mente
• denominazione automatica rapida
• correttezza e rapidità della lettura
In particolare, per valutare le abilità di Working Memory verbale, sono stati somministrati i
seguenti test:
48
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“LISTENING SPAN TEST”
Il Listening Span Test è una prova di memoria di lavoro verbale ideata da Daneman e Carpenter nel 1980. Compito del soggetto è giudicare la verità o falsità di ogni frase subito dopo
averla sentita e di ricordare, alla fine di ogni sequenza di frasi, l’ultima parola di ognuna.
Ad ogni soggetto si richiedono quindi due compiti:
• leggere/ascoltare attentamente le frasi per esprimere, alla fine di ognuna, un giudizio
vero/falso (tale giudizio è richiesto affinché il soggetto elabori l’intera frase e non presti attenzione esclusivamente all’ultima parola);
• immediatamente dopo la comparsa di un segnale acustico, rievocare in ordine l’ultima
parola di ogni frase.
L’intera prova è stata registrata su un nastro, con un suono che segnalava la fine di ogni
sequenza di 2,3,…6 frasi, ed uno differente che segnalava la fine di ogni set.
Le sequenze, composte da un minimo di due a un massimo di sei frasi, venivano proposte in ordine crescente ed erano ripetute tre volte, per un totale di sessanta frasi.
Il punteggio ottenuto è uno span dato dalla lunghezza delle serie ricordate. Ulteriori misure possono essere il numero delle parole finali ricordate correttamente, il numero totale
di errori nel dare il giudizio vero/falso, e il numero di intrusioni, ossia aver ricordato erroneamente una parola che non è quella finale della frase.
“PROVA DI LETTURA DI UN BRANO CON SUCCESSIVA RIEVOCAZIONE”
La prova consiste nel proporre un breve brano espositivo, intitolato “Valentina diventa una
sportiva” [Pazzaglia, Palladino, De Beni, 2000], dal contenuto elementare, formato da 14
frasi, per un totale di 20 unità di informazione, di cui 10 rilevanti e 10 non rilevanti. La rilevanza è data dalla loro relazione con l’argomento principale del brano, indicato dal titolo.
La prova inizia invitando i bambini a sottolineare le frasi importanti tenendo conto “del desiderio di Valentina di diventare una sportiva”. Ad una prima lettura segue un compito inaspettato di rievocazione libera ovvero si invitano i bambini a scrivere su un altro foglio
bianco tutto quello che ricordano del brano, anche i particolari.
“DIGIT SPAN INVERSO”
La presentazione più nota di una prova di span è quella relativa allo span di cifre, che compare nel reattivo per la valutazione dell’intelligenza di Wechsler [Wechsler, 1986].
Per analizzare lo span indietro si parte da una sequenza di due cifre, la si pronuncia chiaramente al soggetto, e gli si chiede di ripeterla nell’ordine inverso.
Se viene ripetuta correttamente si passa alla sequenza successiva di tre cifre e si procede
in tal modo sino a quando il soggetto sbaglia (dimentica una o più cifre o nel ricordo ne altera l’ordine di presentazione). In caso di errore si propone un’altra sequenza dello stesso
numero di cifre: se il soggetto la ripete esattamente si procede con quella successiva, in
caso contrario si interrompe la prova. Il punteggio di span corrisponde al numero massimo
di cifre ricordate correttamente (ad esempio se si ricordano cinque cifre lo span è cinque).
RISULTATI
La presente sezione è suddivisa in due parti:
Nella prima parte di Statistica Descrittiva sono presentati i grafici relativi ai risultati:
• del “problem solving”, mostrando l’andamento dei due set di problemi rispetto
al valore assoluto;
• delle prove di memoria di lavoro verbale: “Listening span” e “Digit span”;
• della prova di lettura di un brano con successiva rievocazione, intitolata “Valentina
diventa una sportiva”.
I dati relativi a queste prove si riferiscono all’intero campione esaminato.
49
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 50
“Digit span”;
Nella seconda parte di Statistica Inferenziale vengono presi in considerazione soltanto gli abili
e i cattivi solutori di problemi ed i dati si riferiscono esclusivamente a questi due sottogruppi.
L’andamento nelle abilità di memoria di lavoro è presentato sia per ciascun gruppo, che nel confronto tra di essi. Su questo secondo aspetto si focalizza l’obiettivo centrale del nostro lavoro.
P Prima Parte: statistiche descrittive
Grafico 1: primo set di problemi rispetto al valore assoluto.
G
t
Grafico
1: primo set di problemi rispetto al valore assoluto.
pb n°1 – costo dei nastri colorati
n°1––lecosto
dei nastri
colorati
pbpbn°2
cassette
di mele
pbpbn°3
–
i
francobolli
n°2 – le cassette di mele
pb n°3 – i francobolli
Grafico 2: secondo set di problemi rispetto al valore assoluto.
G
Grafico 2: secondo set di problemi rispetto al valore assoluto.
pb n°4 – costo delle saponette in € (I parte) e in £ (II parte)
pb n°5 – il viaggiatore: distanza (I parte) e tempo (II parte)
pb n°6 – numero di viaggi del pulmino scolastico
Grafico
span.
Grafico5:5:listening
listening span.
T
G
Grafico
5: listening span.
T
I
parole
vero/falso
50
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 51
Tabella 1: Medie e deviazioni standard degli indici del Listening Span
VARIABILI
Span
parole
vero/falso
intrusioni
MEDIA
1,6
17
25,8
2,4
DEVIAZIONE STANDARD
1,3
5
3,6
1,7
Grafico
6: digit span.
G
Grafico
Grafico
digit span.
span.
G T 6:6:digit
T
Tabella 2: Medie e deviazioni standard degli indici del Digit Span
VARIABILI
MEDIA
DEVIAZIONE STANDARD
cifre
avanti
cifre
indietro
4,5
0,8
cifrecifre
indietro
indietro
3,1
0,9
Grafico
7: prova
di di
lettura
consuccessiva
successiva
rievocazione.
Grafico
7: prova
letturadidiun
un brano
brano con
rievocazione.
Grafico 7: prova di lettura di un brano con successiva rievocazione.
T 3: Medie e deviazioni standard degli indici del Brano di Valentina
Tabella
T
DEVIAZIONE STANDARD
VARIABILI
MEDIA
tot. frasi rilevanti I (I parte)
6,1
0,9
3,7
1,1
5,5
1,9
frasi rilevanti II
(II parte rievocazione)
frasi secondarie II
(II parte rievocazione)
Ad una prima analisi dei dati, relativi alle prove di memoria e alla risoluzione dei problemi,
dividendo i bambini in gruppi a seconda dello span nelle prove di memoria (bambini in
51
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 52
#
#
media, bambini
con span deficitario=0), risulta che:
 vi sono significative differenze nello span della prova listening solo in relazione alla
risoluzione del problema uno e del problema sei (p<0,05). Negli altri casi, la differenza
nello span del listening non discrimina i bravi solutori dai meno bravi;
 il problema tre è correlato con lo span di memoria cifre, sia in avanti che indietro;
 il problema cinque (prima e seconda parte) con la memoria cifre in avanti;
 il problema sei sia con il listening span che con le cifre in avanti.
Da queste prime considerazioni sembra che solo parzialmente la memoria di lavoro abbia a
che vedere con la capacità di risolvere i problemi, il che dipende anche dalla loro tipologia.
A questo punto una domanda cruciale è la seguente: ”Esiste una differenza statisticamente significativa tra abili e cattivi solutori di problemi rispetto alle abilità di memoria?”.
Vale aAdire, estraendo dal campione queste due tipologie di solutori è possibile che le abilità di memoria assumano un peso più significativo? Ai fini dell’analisi statistica inferenziale, a partire da un campione di 60 bambini, sono stati quindi confrontati esclusivamente
i solutori pienamente competenti e quelli anche solo parzialmente non competenti, ottenendo due gruppi composti da 26 “abili solutori” e 19 “cattivi solutori”.
Seconda Parte: abili e cattivi solutori a confronto
Grafico 1: medie e ds nella working memory nel gruppo “cattivi solutori”.
o
n working memory nel
b gruppo “abili
.
Grafico
2: medie e ds nella
solutori”.
52
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 53
o
n
b
.
Grafico 3: working memory: confronto nelle medie nei due gruppi.
G
Gli indicatori
bianchi segnalano le prove in cui i due gruppi si differenziano in modo significativo. Per verificare l’esistenza di differenze statisticamente significative nella memoria
di lavoro i dati sono stati elaborati attraverso il Test di Mann-Whitney. È stato scelto un test
non parametrico trattandosi di un campione poco numeroso con prestazioni solo parzialÈ stato scelto un test non parametrico trattandosi di un campione poco numeroso con
mente riconducibili ad una distribuzione normale. L’indagine statistica inferenziale ha conp che gli abili e i cattivi solutori di problemi si differenziano significativamente (p<0,05)
fermato
n prove di working memory,
h ad eccezione delle informazioni secondarie
o
i rieL le
in tutte
nella
vocazione del brano. Nelle informazioni rilevanti alla prima lettura, i valori di “p” si avvicinano alla soglia di significatività (p=0,06).
i
N
CONCLUSIONI
o
s
Numerose ricerche hanno messo in evidenza la relazione fra abilità di memoria di lavoro
C
e il successo
nella soluzione di problemi. Come sappiamo, la nostra memoria può elaborare un numero limitato di informazioni ed in certi casi può essere sovraccaricata dalla
quantità delle nozioni proposte. In genere la quantità di informazioni da tenere simultao
a
a problema.
neamente insmemoria aumenta considerevolmente
la difficoltà
di soluzione di un
Pertanto, accanto all’influenza delle abilità cognitive e metacognitive è ragionevole chiedersi quale possa essere il ruolo della memoria nella capacità di problem solving. L’obiet4
tivo del presente elaborato è stato quindi esaminare, attraverso la realizzazione di uno
studio sperimentale condotto su un campione di 60 bambini della IV classe primaria, l’abilità di risoluzione di problemi aritmetici in relazione ad una gamma di abilità linguistiche, aritmetiche e, più in generale, di apprendimento, cercando eventuali correlazioni con la
memoria di lavoro. Al fine di costruire un campione di riferimento sono state proposte nel
corso di uno screening, effettuato in una scuola statale di Roma, alcune prove collettive ed
altre in forma individuale. In particolare, per valutare le abilità di memoria di lavoro sono stati
somministrati i seguenti test: “Listening span” e “Digit span”. Per indagare le abilità di “problem solving” sono stati invece selezionati sei problemi aritmetici: tre sono stati tratti da un
libro di testo per la classe quarta; tre, invece, sono stati appositamente ideati, tenendo
conto delle competenze attese per questa fascia d’età.
Per quanto riguarda la correzione dei problemi, sono stati distinti gli aspetti relativi alla qualità del ragionamento da quelli relativi al calcolo. Ai fini del nostro studio, sono stati presi in
considerazione soltanto i primi, particolarmente connessi con la rappresentazione in memoria del problema e con la fase di ricerca del piano di soluzione. I risultati del nostro studio hanno dimostrato che solo parzialmente la memoria di lavoro ha a che vedere con la
capacità di risolvere i problemi, il che dipende anche dalla loro tipologia.
53
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 54
A questo punto, alla luce di tali considerazioni, una domanda cruciale è la seguente: “Esiste una differenza statisticamente significativa tra abili e cattivi solutori di problemi rispetto
alle abilità di memoria?”. Vale a dire, estraendo dal campione queste due tipologie di solutori è possibile che le abilità di memoria assumano un peso più significativo? Calcolando
la media e la deviazione standard nelle prove di memoria, sono emersi dati statistici significativamente diversi che consentono di distinguere tra non abili ed abili solutori di problemi. Pertanto, ai fini dell’analisi statistica inferenziale, a partire da un campione di 60
bambini, sono stati confrontati esclusivamente i solutori pienamente competenti e quelli
anche solo parzialmente non competenti, ottenendo due gruppi composti da 26 “abili solutori” e 19 “cattivi solutori”. Nella medesima fase sperimentale, è stato inoltre interessante
osservare la relazione tra la soluzione di problemi e la rievocazione di informazioni rilevanti/irrilevanti con la presentazione di un breve brano espositivo, intitolato “Valentina diventa una sportiva” [Pazzaglia, Palladino, De Beni, 2000]. I risultati emersi da tale prova
hanno confermato l’ipotesi [Passolunghi, Cornoldi, e De Liberto, 1999] che, dividendo i
bambini tra abili e cattivi solutori di problemi, riescono a ricordare più informazioni rilevanti,
nella seconda parte di “rievocazione”, i bravi solutori. Di conseguenza possiamo affermare
che un buon solutore di problemi è anche un buon “memorizzatore”.
Un’elaborazione preliminare dei dati raccolti è stata esposta nella sezione “poster” al XVIII
Congresso Nazionale AIRIPA - ONLUS (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento
nella Psicopatologia dell’Apprendimento). Il XVIII Congresso dell’AIRIPA sui disturbi dell’apprendimento, organizzato nel mese di ottobre 2009 con la collaborazione del Comune
di La Spezia, si è riproposto contenuti che spaziano dai disturbi presenti nella psicopatologia dell’apprendimento, sino a quelli generalizzati dello sviluppo. In aggiunta è stato dato
risalto alle metodologie generali e specialistiche per favorire l’apprendimento dei bambini
con difficoltà, mettendo poi in rilievo gli aspetti emotivo motivazionali ed i fattori contestuali
legati alle difficoltà di apprendimento. Più in particolare è stato esaminato il processo di
apprendimento, approfondendone le caratteristiche, gli aspetti legati alla valutazione ed i
possibili interventi riabilitativi nell’ambito della lettura, del calcolo, della scrittura e del metodo di studio. Concludendo, la presente ricerca ha approfondito ed esaminato importanti
aspetti messi in luce dalla letteratura, ne ha confrontato alcuni risultati ed ipotesi ed ha ricavato ulteriori considerazioni e spunti di riflessione che meritano di essere ulteriormente
indagati in ricerche future.
54
Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 55
Poster “XVIII Congresso Nazionale AIRIPA – ONLUS”, La Spezia.
BIBLIOGRAFIA A RICHIESTA
Autrice
Silvia Trepiccione - Via Voghera, 26 - 00182 Roma - email: [email protected]
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Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 56
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di memoria visuo-spaziale che hanno un ruolo all’interno dell’orientamento ambientale. La
seconda parte vede protagonista un piccolo alieno, “Kosmos”, che si è perso sul pianeta
Terra e a cui i bambini dovranno insegnare come muoversi, attraverso la risoluzione di
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come ad esempio la capacità del cervello di modificare le propria organizzazione e recuperare funzioni apparentemente perdute. Alcune interviste inedite aprono una porta sulla
vita del fondatore del Metodo e sui suoi rapporti con i maggiori personaggi che attraversarono il secolo scorso, dal premio Nobel Joliot-Curie, a Gurdjieff, Jigoro Kano, Alexander,
e tanti altri, tra scienza, spiritualità esoterica e studi somatici.
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Jorge Ulnik
LA PELLE IN PSICOANALISI
Barriera e filtro tra mondo interno e mondo esterno, la pelle è il principale artefice dello scambio biologico e psicologico. Basato su un lavoro effettuato in stretta collaborazione con dermatologi clinici, il testo dello psicoanalista e psichiatra Jorge Ulnik, dopo un riesame aggiornato
delle riflessioni dedicate dagli psicoanalisti al tema della valenza psichica delle manifestazioni
cutanee, offre un approccio integrato alla cura e al sostegno dei pazienti con problematiche
dermatologiche che molto possono beneficiare di un approfondimento psicoterapeutico.
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GENITORI E INSEGNANTI
La motivazione e la creatività, bambini disattenti e iperattivi, integrare gli alunni stranieri
nella scuola
a cura di Marco Rossi-Doria
I rapidi cambiamenti che hanno interessato negli ultimi anni la società hanno messo in luce
la necessità di una revisione dei modelli educativi e dei modi stessi di apprendere. La
scuola cambia per misurarsi con un mondo molto più variegato, multietnico, dove la domanda ‘cosa e come insegnare’ non trova più risposte condivise. Questo volume, il quinto
della collana “Cento e un bambino”, vuole contribuire ad accompagnare i genitori nell’esplorazione di questo nuovo paesaggio educativo, fornendo strumenti di riflessione e di
lettura utili a favorire una nuova alleanza tra genitori e insegnanti, nella prospettiva di una
equilibrata distinzione di ruoli e di funzioni. Vengono affrontati il rapporto tra famiglia e
scuola, le sfide della classe multiculturale, il legame tra apprendimento e creatività e la delicata questione dei bambini cosiddetti ‘iperattivi’.
collana CENTO E UN BAMBINO
Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
LA PSICOANALISI
Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi
Studi Internazionali del Campo Freudiano
PRATICA FILOSOFICA ED ESPERIENZA ANALITICA
n. 49 – gennaio-giugno 2011
Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
LA PSICOANALISI
Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi
Studi Internazionali del Campo Freudiano
L’ANORESSICA E L’INCONSCIO
n. 50 – luglio-dicembre 2011
collana RIVISTA: LA PSICOANALISI
Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
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Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 59
Marco D’Agostini - Franco Fabbro
ENNEAGRAMMA E PERSONALITÀ
Tipi e sottotipi nei personaggi cinematografici
L’enneagramma, la figura geometrica che in antichità fu strumento di conoscenza della
psicologia umana, diffusa in Occidente da G. I. Gurdjieff e in seguito studiata da Oscar
Ichazo e Claudio Naranjo, viene illustrato in questo libro, con un approccio originale, attraverso lo studio del carattere di alcuni protagonisti di film, che diventano istanze esemplari degli enneatipi e dei loro sottotipi.
Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
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Logopedia_IMP_2_11_Layout 1 03/05/12 16:41 Pagina 60
La Favelliana
Via Val di Fiemme, 21 - 20128 Milano
Tel 02 2550650 - Fax 02 27000663
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LOGOPaeDIA 2011; vol.1
Corsi e Congressi
ORECCHIO E UDITO 2012: Imparare dai casi clinici
Piacenza 24 marzo 2012
Sede: Piacenza: Best Western Park Hotel - Strada Val Nure 7 - 29100 Piacenza
Segr. Org. Welcome Srl - Tel: 011 9656180 / 334 7772813
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IN SITU THERAPY FOR INNER EAR DISORDERS
Parigi - Francia 23 - 24 marzo 2012
Segr. Org. MEET & WORK tel. 049.8601818 - www.meetandwork.it
CORSO PRIMO LIVELLO VMS (VOCAL MUSIC SYSTEM)
Roma 24 - 25 marzo 2012
Sede Hotel dei Congressi viale Shakespeare 29 - Roma
WORKSHOP INTRODUTTIVO SULL’APPLIED BEHAVIOUR
ANALYSIS-VERBAL BEHAVIOUR
Sassari 24 - 25 marzo 2012
LABORFORM - www.laborform.it
5° CORSO DI AGGIORNAMENTO MONOTEMATICO SIAF
La Vertigine Emicranica
Firenze 30 marzo 2012
Sede del Corso: Caserma “Francesco Redi”, Via Venezia 5 - 50121 Firenze
www.meetandwork.it
6° CORSO DI AGGIORNAMENTO MONOTEMATICO SIAF
Potenziali Uditivi Evocati nella Diagnostica Audiologica
Firenze 31 marzo 2012
Sede del Corso: Caserma “Francesco Redi”, Via Venezia 5 - 50121 Firenze
www.meetandwork.it
WORKSHOP INTRODUTTIVO SUI DSA; DISLESSIA DISCALCULIA
E DISORTOGRAFIA
Lagonegro 31 marzo - 1 aprile 2012
ORECCHIO E UDITO 2012: Imparare dai casi clinici
Piacenza 13 aprile 2012
Sede: Piacenza: Best Western Park Hotel - Strada Val Nure 7 - 29100 Piacenza
Segr. Org. Welcome Srl - Tel: 011 9656180 / 334 7772813
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TINNITUS EVALUATION AND TREATMENT: AN UPDATE
Siviglia – Spagna 20 - 21 aprile 2012
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K-ACTIVE TAPING NELLE DISFUNZIONI BUCCO-FACCIALI
Bolzano 21 aprile 2012
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CORSO PRIMO LIVELLO VMS (VOCAL MUSIC SYSTEM)
Roma 21 aprile 2012
DEGLUTOLOGIA
Milano 10 - 11 maggio 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
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ORECCHIO E UDITO 2012: Imparare dai casi clinici
Piacenza 11 maggio 2012
Sede: Piacenza: Best Western Park Hotel - Strada Val Nure 7 - 29100 Piacenza
Segr. Org. Welcome Srl - Tel: 011 9656180 / 334 7772813
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LA PATOLOGIA DELLE GHIANDOLE SALIVARI MAGGIORI:
QUANDO LA CHIRURGIA?
Cagliari 14 - 15 giugno 2012
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LA CHIRURGIA FUNZIONALE DELL’ORECCHIO MEDIO
Piacenza 20 - 22 giugno 2012
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VESTIBOLOGIA “L. CIPPARRONE”
Firenze 19 - 22 settembre 2012
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DISTURBI DELL’ELABORAZIONE UDITIVA (APD)
Tarquinia (VT) 4 - 5 ottobre 2012
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WORK SHOP SULLA DISLESSIA EVOLUTIVA
Lamezia Terme 06 ottobre 2012
LE URGENZE IN AUDIOLOGIA-OTOLOGIA: INQUADRAMENTO CLINICO,
DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Roma 18 - 19 ottobre 2012
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IPOACUSIA INFANTILE E LINGUAGGIO
Milano 25 - 26 ottobre 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
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ATTUALITÀ IN TEMA DI LARINGECTOMIE SUBTOTALI
Milano 8 - 9 novembre 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
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IV CORSO DI CHIRURGIA ENDOSCOPICA RINOSINUSALE
Catania 15 - 16 novembre 2012
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PROFILI DI RESPONSABILITÀ NELLA PATOLOGIA IATROGENA IN ORL
Milano 22 - 23 novembre 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
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ANALISI POSTURALE CRANIO CERVICO MANDIBOLARE: DIAGNOSI,
TERAPIA, E PROTOCOLLI CLINICI
Milano 29 - 30 novembre 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
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MENIÈRE 2012
Milano 3 - 4 dicembre 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
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EVOLUZIONE DEL TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL SENO FRONTALE:
DAL BALLOON SINUPLASTY ALLA TECNICA DI RIEDEL
Milano 13 - 14 dicembre 2012
Sede del corso: CRS Amplifon, via Ripamonti 133 - Milano
Segr. Org. MEET & WORK tel. 049.8601818
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O
21: Piacenza Sud
O
Corso
C
orso U
Ufficiale
fficiale C
CoFA
oFA
AO
OI
AOOI
Associazione
Associazione
Otorinolaringoiatri
Otorinolaringoiatri
O
spedalieri IItaliani
taliani
Ospedalieri
ORECCHIO E UDITO 2012
O
giornata
IVA 21%) per una giornata
giornate
IVA 21%) per due giornate
giornate
IVA 21%) per tre giornate
nata
Sud
nate
ativi rilasciato
formativi rilasciato
compilazione
zione al corso e della compilazione
ate
ImparareO dai
casi clinici
Piacenza
Piacenza
a cura
cura di:
di: Domenico Cuda
Direttore
Direttore U
U.O.
.O. Otorinolaringoiatria
OtorinolaringoOiatria
Ospedale
Ospedale “G
“G.. da
da Sa
Saliceto”
liceto” - Piacenza
Piacenza
O
per una giornata
per due giornate
lasciato
per tre giornate
Piacenza
ilazione
o/circolare
bile intestato
non trasferibile intestato
formativi rilasciato
e della compilazione
ntestato
bancario
n.
alla
1355239 intestato 1°
allaincontro:
Venerdì
1° incontro:
23 Marzo
Venerdì
201223 Marzo 2012
1023 CIN: K
ntestato
trasferibile intestato
G. da Saliceto”
to
55239alla
intestato
”
alla
Piacenza - Best Western Park Hotel
1° incontro: Venerdì 23 Marzo 2012
1° 1°
incontro:
Venerdì
23 Marzo
incontro: Venerdì
23 Marzo
2012 2012
2° incontro:
Venerdì
13 Aprile Logopedisti
2012
Audiometristi,
Logopedisti
Audiometristi,
3° incontro: Venerdì 11 Maggio 2012
Nuova
Formula!
Richiesto accreditamento ECM per Medici
Medici,
A
udioprotesisti, Audiometristi,
Audiometristi, Logopedisti
Logopedisti
Audioprotesisti,
S
Struttura dell’evento:
Ogni giornata comprende due sessioni di letture monotematiche su argomenti di rilevante impatto
clinico o sociosanitario. Ciascuna lettura è seguita da un dibattito animato da un discussant.
Inoltre sono previste due sessioni con presentazione e discussione di casi clinici reali. Tutte le
sessioni sono supportate dal sistema Televoter per una migliore interattività.
Audiometristi, Logopedisti
Scarica

Anno 9 N°2 - CENTRO RICERCHE E STUDI AMPLIFON