I disturbi del respiro e del sonno nel paziente con obesità viscerale Dott.ssa Dorotea Peragine UOC di Medicina Interna Responsabile Servizio di Diabetologia ed Endocrinologia Ospedale Fallacara Triggiano Noicattaro 1 febbraio 2013 OBESITA’ = EPIDEMIA L’obesità è una condizione multifattoriale, nella quale l’eccesso di peso corporeo rappresenta un fattore di rischio per la salute dell’individuo. Un numero sempre maggiore di evidenze scientifiche suggerisce che l’obesità non è semplicemente un problema di volontà o di autocontrollo, ma piuttosto una alterazione complessa che coinvolge la regolazione dell’appetito ed il metabolismo energetico, associata ad un certo numero di co-morbidità. Anche se la sua eziologia non è scientificamente provata, in essa sono certamente coinvolti fattori genetici, metabolici, biochimici, culturali e psico-sociali The Global Epidemic BMI ED OBESITA’ Il parametro più utilizzato per quantificare e classificare l’obesità è il BMI (Bode Mass Index o indice di massa corporea) che si ricava dividendo il peso in Kg per il quadrato dell’altezza in metri. Si definisce: normopeso: BMI 18,5- 24,9 Kgm/m2 soprappeso: BMI 25 - 29,9 Kg/m2 obesità: BMI > 30 Kg/ m2 CLASSIFICAZIONE L’obesità a sua volta e’ suddivisa in: 1° grado: 30- 34,9 Kg/m2 2° grado: 35 – 39,9 Kg/m2 3° grado: > 40 kg/ m2 LOCALIZZAZIONE L’obesità può assumere una localizzazione "centrale o androide" quando predilige il tronco e una localizzazione "gluteo-femorale o ginoide” quando predilige il fianco e i glutei Una stima della distribuzione dell’adipe di ottiene misurando la circonferenza addominale ( WAIST), a livello ombelicale e la circonferenza dei fianchi misurata a livello delle anche. Waist (circonferenza addominale) Marker di grasso viscerale Donne > 88 cm = Aumento del rischio di malattia cm Uomini > 102 cm = Aumento del rischio di malattia Lean et al. Lancet, 351:853–6, 1998 Grasso Viscerale Grasso Mesenterico Grasso Omentale OBESITA’ VISCERALE E DISLIPIDEMIA Adipociti IA Fegato FFA CE Citochine Piccole, dense HDL (basso HDL-C) ( HL) VLDL (CETP) HDL TG 2 (grandi) Apo B IR X HDL3 TG CE (CETP) TG Apo A-1 Rene Insulina LDL FFA: Acidi grassi liberi CETP: Colesteril ester transfer protein HL: Lipasi Epatica LDL LDL piccole e ( HL) dense Obesità Viscerale e NAFLD NAFLD Grasso viscerale Lipolisi Steatosi Sistema portale FFA URICEMIA INSULINO-RESISTENZA E IPERINSULINEMIA TG HDL-COL LDL DENSE Ipertensione DIABETE e IGT RIDOTTA PRODUZIONE DI OSSIDO NITRICO DA PARTE DELL’ENDOTELIO PAI-1 AUMENTO DELLA REPLICAZIONE DELLE CELLULE MUSCOLARI LISCE ATEROSCLEROSI ALTERAZIONI CARDIOVASCOLARI INDOTTE DALLA OBESITA’ CARDIOPATIA ISCHEMICA IPERTROFIA DEL VENTRICOLO SINISTRO DISFUNZIONE DIASTOLICA DEL VENTRICOLO SINISTRO SCOMPENSO CARDIACO FIBRILLAZIONE ATRIALE MORTE IMPROVVISA ANEURISMA AORTA ADDOMINALE Osteoartrite (mani, bacino, ginocchia) Iperostosi scheletrica diffusa idiopatica Alterazioni della andatura Alterazioni dei tessuti molli (s. del tunnel carpale, fascite plantare) Osteoporosi Gotta Fibromialgia Artrite reumatoide Anandacoomarasamy et al, Int J Obesity, 2008 LA OBESITA’ VISCERALE E’ ASSOCIATA A DIVERSE PATOLOGIE RESPIRATORIE DEFICIT RESPIRATORIO DI TIPO RESTRITTIVO SINDROME DELLE APNEE DURANTE IL SONNO (OSAS) COPD (CHRONIC OBSTRUCTIVE PULMONARY DISEASE) ATELETTASIE ASMA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Sleep Syndromes related to Obesity OBESITY HYPOVENTILATION SYNDROME: • SLEEP CENTRAL HYPOVENTILATION SYNDROME • SLEEP OBSTRUCTIVE HYPOVENTILATION SYNDROME SLEEP OBSTRUCTIVE APNEA HYPOPNEA SYNDROME WITH RESPIRATORY FAILURE SYNDROME DI PICKWICK (MIXED OBSTRUCTIVE APNEA HYPOPNEA AND OBESITY HYPOVENTILATION SYNDROME) OVERLAP SYNDROME (ASSOCIATED PULMONARY DISEASE WITH A VENTILATORY SLEEP DISTURBANCE) American Academy of Sleep Medicine Sleep, 1999 OBESITA’ E POLMONE I Tutti gli studi concordano per una significativa relazione inversa tra sovrappeso/obesità, volumi polmonari, e restringimento delle vie aeree, con questo ultimo indice compromesso molto più significativamente di quanto atteso sulla base della riduzione dei volumi polmonari, indipendentemente dall’abitudine al fumo e dal sesso del paziente. E questo suggerisce che negli obesi siano presenti dei cambiamenti strutturali e/o funzionali del calibro delle vie aeree specificamente associati all’aumento di peso, non dovuti a semplice effetto meccanico OBESITA’ E POLMONE II La deposizione di grasso tra muscoli e costole diminuisce poi la compliance della parete toracica, aumentando così la domanda metabolica e il carico respiratorio dell’obeso anche a riposo. Infine l’ostruzione delle piccole vie aeree presente negli obesi – più volte dimostrata – determina in sequenza ipossia, stimolazione simpatica, e conseguente aumento delle resistenze vascolari polmonari OBESITA’ E QUADRO POLMONARE L’accumulo di grasso sulla parete toracica e sul diaframma può, innanzitutto, comprometterne l’espansione, determinando una diminuzione dei valori di VEMS e CVf suggestiva di un pattern restrittivo. Interazioni obesità – infiammazione – apparato respiratorio Al giorno d’oggi si ritiene che tanto l’obesità quanto alcune malattie croniche dell’apparato respiratorio (asma, bronchite cronica, ecc.) siano malattie infiammatorie Il tessuto adiposo è, infatti, molto ricco in macrofagi attivati; inoltre è stato dimostrato che nei linfonodi dei pazienti obesi vi è un continuo scambio di informazioni tra linfociti ed adipociti. Gli adipociti producono in particolare due messaggeri attivi in questo senso: la leptina, pro-infiam-matoria e capace di potenziare la risposta immune, e l’adiponectina, che esercita prevalentemente effetti anti-infiammatori ADIPONECTINE Nei soggetti obesi si riscontrano elevati livelli di leptina e ridotti livelli di adiponectina con una aumentata attività pro-infiammatoria evidenziata dal rilievo costante di aumentate concentrazioni sieriche di proteina Creattiva, di tumor necrosisfactor α, e di interleuchina 6. Dalla presenza cioè di una infiammazione cronica che può sommarsi a quella determinatasi per altre patologie respiratorie (asma, bronchite cronica, ecc.), potenziandola significativamente. Algoritmo per l’approccio diagnostico al paziente obeso con patologia respiratoria dei sintomi , BMI, impedenziometria, 1. Sospetto di pneumopatia Rilevazione Misurazione della circonferenza della vita, del braccio, della coscia legata all’obesità: prima Questionario sulla qualità del sonno accoglienza 1) test di reversibilità; 2) test di 2. Accertamento di malattia Spirometria; provocazione bronchiale aspecifica Emogasanalisi (Saturimetria notturna 3. Identificazione della classe Polisonnografia Polisonnografia sotto C-PAP, e/o in ossigenoterapia 4. Valutazione Esami ematologici (glicemia emocromo. PCR, VES, fibrinogeno) Ecg Ecocardiogramma MOC 5. Capacità di esercizio 6 Monitoraggio ogni 3 mesi 6 Min Walk Test BMI, impedenziometria Emogasanalisi Saturimetria notturna 6 Min Walk Test SPIROMETRIA La spirometria comporta l’espirazione forzata a partire dalla Capacità Polmonare Totale (CPT) fino al Volume Residuo (VR) . La CPT è data dalla Capacità Inspiratoria (VRI) e Volume Corrente (VT) (VRI+VT = VEMS Volume espiratorio forzato in un sec.) + Capacità Funzionale Residua (CFR) ( CFR = Volume Residuo (VR)+ Volume Riserva Espiratoria (VRE) Obesità e volumi polmonari obeso normale CPT FRC Upper airway in obese vs normal subject • smaller airway area • airway decrease in the lateral diameter Airway MRI axial image Subcutaneous Fat Pharyngeal wall Tongue Mandible Parapharyngeal Fat Pad Spinal cord -- Ptergoyd Parotid Pharyngeal Wall Increased parapharyngeal fat pad larger parapharyngeal wall Subcutaneous Fat Schwab RJ, AJRCCM 1995; 152: 1673-8 • aumento resistenze • limitazione di flusso espiratoria • diminuzione compliance • aumento richieste metaboliche • limitazione di flusso inspiratorio diminuzione VRE squilibrio ventilo perfusorio performance diminuita dei muscoli respiratori aumento del lavoro respiratorio modificazioni del pattern respiratorio acquisita congenita? leptino resistenza ? diminuzione di sensibilità dei centri respiratori osa insufficienza respiratoria Sindrome obesità – ipoventilazione Il soggetto obeso è affetto da una patologia respiratoria di tipo restrittivo in cui il grasso viscerale agisce meccanicamente riducendo i volumi polmonari, una delle patologie più gravi è la sindrome da ipoventilazione (riduzione degli atti respiratori) data dall’obesità e l’ipercapnia (aumento dell’anidride carbonica) diurna. Il paziente lamenta sintomi quali: eccessiva sonnolenza, facile stancabilità, ridotta tolleranza allo sforzo. L’ipossia e l’ipercapnia sono associate ad eritrocitosi (aumento del numero di globuli rossi) e ipertensione polmonare che possono portare allo scompenso cardiaco congestizio. Definition Obesity chronic daytime hypercapnia and hypoxemia, policytemia, hypersomnolency and right ventricular failure Pickwickian Syndrome Burwell et al., Am J Med 1956 Obesity Hypoventilation Syndrome (OHS) Rochester et al., Am J Med 1974 Diurnal Hypoventilation defined by PaO2 < 70 mmHg and PaCO2 >45 mmHg in Obese with BMI > 30 Kg/m2 B. Mokhlesi et al., CHEST 2010 Modificazioni della funzione respiratoria durante il sonno nel soggetto normale Perdita di tono dei muscoli intercostali e dei muscoli respiratori accessori Diminuzione di sensibilità dei chemorecettori respiratori Aumento delle resistenze delle alte e basse vie aeree Diminuzione dello stimolo ventilatorio veglia correlato Diminuzione della capacità funzionale residua Obesità e disturbi respiratori durante il sonno E’ stata dimostrata da numerosi studi una aumentata prevalenza di disturbi respiratori nel sonno associati all’obesità. La forma più comune è la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) caratterizzata da un ripetuto collasso parziale o totale delle vie aeree superiori. Questo determina delle interruzioni del ritmo respiratorio durante il sonno con ipossia transitoria intermittente che può portare a bruschi risvegli (arousal) e quindi frammentazione del sonno che porta a sua volta ad una eccessiva sonnolenza diurna. OSAS Questa sindrome è largamente misconosciuta e sottodiagnosticata, tanto da stimare che non sia individuata nel 93% delle donne e nell’82% degli uomini con sindrome moderata-grave. Questo è legato al fatto che l’eccessiva sonnolenza diurna, sintomo principale della OSAS, è condizione che molte persone hanno difficoltà a percepire o comunque a quantificare, spesso perché la confondono con la stanchezza. In genere è il partner a sollevare il problema perché infastidito e preoccupato del russamento importante, abituale ed accompagnato da episodi di pause respiratorie . CAUSE OSAS Il tratto orofaringeo è privo di un supporto rigido come, ad esempio per la trachea ed i bronchi che sono dotati di uno "scheletro" cartilagineo che ne impedisce la chiusura. Ciononostante, anche in questo tratto del collo (che è comune sia alle vie aeree che digestive) il passaggio dell'aria è sempre assicurato da muscoli "dilatatori" che sono comandati dal sistema nervoso autonomo e non richiedono, pertanto, un controllo volontario. Durante il sonno, l'attività di questi muscoli si riduce fisiologicamente ed è possibile avvertire il tipico "respiro pesante" di chi dorme, o sta per addormentarsi, magari mentre voi state parlando ! Questo fenomeno acquista una maggiore importanza nei soggetti che hanno una ridotta pervietà nasale, di un'ipertrofia adenotonsillare o di una qualunque patologia che restringa il calibro delle stesse vie aeree come il grasso nei soggetti obesi. Da che cosa è causata la sindrome delle apnee notturne? Che cos’è la sindrome delle apnee durante il sonno? SINTOMI Il russamento e la sonnolenza eccessiva durante il giorno sono i sintomi riferiti più frequentemente. Il russamento è un sintomo diffuso nella popolazione generale: 35-45% degli uomini e 15-28% delle donne ne sono affetti. Come tale è poco predittivo, ma diventa più specifico se sono presenti anche pause respiratorie con sensazioni di soffocamento. La sonnolenza eccessiva è il sintomo diurno più frequente ed è dovuto ad un peggioramento della qualità del sonno. Il grado di sonnolenza può essere determinato in modo soggettivo ed oggettivo utilizzando appositi questionari standardizzati, autosomministrati . Altri sintomi e segni sono: Sintomi: colpi di sonno durante la guida o nelle normali attività, cefalea e secchezza delle fauci al risveglio, alterazioni dell’umore, ridotta capacità di concentrazione, dismnesie, incontinenza urinaria, iperattività diurna,ritardi di crescita (nei bambini). Segni: Indice di massa corporea, BMI > 29 Kg/m2, Conferenza collo > 43 cm (maschi) o > 41 cm (femmine), misurata a livello della membrana cricotiroidea, Anomalie orofaringee in grado di determinare riduzioni del calibro delle prime vie aeree, quali ad esempio, deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati, ipertrofia tonsillare. Come si riconosce la sindrome delle apnee durante il sonno? Epworth Sleepiness Scale (ESS) Situazioni a. Seduto mentre leggo.. b). Guardando la TV. c). Seduto, inattivo in un luogo pubblico (cinema, teatro) d). In automobile, con passeggero, per un'ora o più. e). Nel pomeriggio, sdraiato, per un riposo f). Seduto, mentre parlo con qualcuno g). Seduto tranquillamente dopo pranzo (niente alcolici h). In automobile, fermo per pochi minuti nel traffico Punteggio totale Probabilità di appisolarmi o addormentarmi ESS Punteggio: 0 = non mi appisolo o addormento mai 1 = ho qualche probabilità di appisolarmi o addormentarmi 2 = ho una moderata probabilità di appisolarmi o addormentarmi 3 = ho un'alta probabilità di appisolarmi o addormentarmi Il punteggio più basso è 0, quello massimo 24. Un valore compreso tra questi due estremi consente di valutare il proprio rischio di sonnolenza. Se il totale è 10 o più, è indicativo di una eccessiva sonnolenza diurna e conviene che si rivolga al proprio medico DIAGNOSI I Il gold standard della sindrome dell’apnea ostruttiva del sonno è rappresentato dalla polisonnografia, un’indagine che si effettua con un apparecchio (polisonnografo) che, consente di: rilevare le apnee e le ipopnee, permetterne la classificazione in centrali, ostruttive e miste mostrare le desaturazioni e la loro entità e le alterazioni del ritmo cardiaco riconoscere la fase del sonno in cui gli eventi si verificano. Può essere aggiunto anche l’elettroencefalogramma, la rilevazione dei movimenti oculari e degli arti. L’indagine consente di monitorare il flusso aereo al naso e alla bocca, movimenti del torace e dell’addome, pulsiossimetria e russamento. DIAGNOSI II Grado lieve: indice di apnea-ipopnea tra 5 e 14, saturazione di ossigeno almeno l’86% e disabilità mattutina minimale. Sonnolenza di grado modesto può manifestarsi mentre si guarda la televisione, o si legge un libro in una stanza tranquilla, oppure si è su un veicolo in movimento come passeggero. Una sonnolenza di questo tipo può non presentarsi ogni giorno. Media gravità o moderato: indice di apnea-ipopnea tra 15 e 30, saturazione di ossigeno tre l’80 e l’85%. Episodi di sonnolenza si manifestano ogni giorno , di norma nel corso di attività molto leggere che richiedono un moderato grado di attenzione, quali concerti, film, eventi teatrali, lavori di gruppo e alla guida di un veicolo. I sintomi di moderata sonnolenza sono in grado di provocare di alterare la qualità della vita sociale o professionale conseguente a stanchezza o perdita di concentrazione. DIAGNOSI III Grado grave: indice di apnea-ipopnea superiore 30 e saturazione di ossigeno del 79% o meno. Gli episodi di sonnolenza si manifestano ogni giorno insorgendo nel corso di attività fisiche che richiedono limitata o moderata attenzione. I sintomi di sonnolenza grave possono manifestarsi durante un pranzo, una conversazione, una guida, una passeggiata, attività fisiche di vario genere, e possono essere all’origine di gravi handicap sociali ed occupazionali TERAPIA : La terapia specifica per la sindrome delle apnee durante il sonno deve essere tagliata su misura per ogni singolo paziente, basandosi sulla storia clinica, sulla visita medica, e sui risultati dell'esame polisonnografico. I farmaci, per lo più, non sono di alcuna efficacia nel trattamento della sindrome delle apnee del sonno I ) Terapia comportamentale Trattandosi generalmente di soggetti obesi, è un aspetto della terapia molto importante, e nei casi lievi può addirittura risolvere il problema. L'approccio più utilizzato consiste ovviamente in un adeguato programma dietetico teso al calo ponderale cospicuo. E' inoltre importante evitare il consumo di bevande alcoliche prima di coricarsi, per non peggiorare la situazione apnoica. Poiché in alcuni casi il decubito laterale (destro o sinistro) possiede un deciso effetto protettivo sulla apnea rispetto al decubito supino diritto, decisi miglioramenti possono essere ottenuti con speciali sistemi che impediscono o riducono di fatto la permanenza a letto in posizione supina diritta. II ) Terapia con CPAP (Continuos Positive Airway Pressure) La terapia più efficace e maggiormente utilizzata per la cura delle apnee ostruttive durante il sonno viene effettuata sottoponendo il paziente, durante le ore di sonno, a ventilazione meccanica positiva attraverso una speciale maschera nasale che viene applicata attorno alle narici. Con tale metodica, chiamata CPAP (Continuos Positive Airway Pressure), una pressione d'aria costante viene mantenuta di continuo nelle vie aeree superiori tanto da impedire meccanicamente il collasso delle strutture anatomiche della gola (impedendo, quindi, che si verifichino le apnee).. La terapia CPAP è efficace in quasi tutti i pazienti; è per lo più ben tollerata e comporta solo minimi effetti collaterali. BMI CONCLUSIONI MANTENERSI IN FORMA OGGI NON E’ PIU’ UN’ESIGENZA SOCIALE MA UNA VERA E PROPRIA EMERGENZA SANITARIA Grazie per l’attenzione