ELEMENTI DI TECNOLOGIA DELL’ ARCHITETTURA
A.A. 2007-2008
Prof. Luca Venturi
IL CALCESTRUZZO
(2^parte)
PROVE SUL CALCESTRUZZO
Il conglomerato cementizio all’atto del progetto deve essere identificato mediante la
resistenza convenzionale a compressione misurata su cubetti (Rck), confezionati e
stagionati a 28 giorni di maturazione.
La resistenza caratteristica è definita come la resistenza al di sotto della quale si ha il 5% di
probabilità di trovare valori inferiori.
La determinazione della resistenza a compressione avviene sperimentalmente con prove di
schiacciamento sui provini di calcestruzzo opportunamente confezionati e di determinate
dimensioni.
FORMA E DIMENSIONE DEI PROVINI
UNI 6130-1 Provini di calcestruzzo per prove di resistenza meccanica. Forma e dimensioni.
Prove a compressione: per questo tipo di prova i provini hanno forma cubica, con lato
proporzionale alla dimensione massima dell’inerte.
PROVINO CUBICO
Prove a flessione: per questo tipo di prova i provini sono di forma prismatica, di sezione
quadrata.
PROVINO PRISMATICO A SEZIONE RETTANGOLARE
Le CUBIERE in poliuretano espanso stampato vengono realizzate con materiale ad elevata
massa volumica, sono monoblocco, indeformabili, riutilizzabili. Alla base presentano un foro
da utilizzarsi per la sformatura pneumatica dei cubetti.
La chiusura del foro durante il riempimento delle cubiere è garantita dagli appositi tappi. Le
superfici interne sono state studiate in modo da evitare la rettifica dei provini prima della
prova di rottura.
Sono utilizzate per la realizzazione di provini aventi il formato: 150 x 150 x 150 mm
CONFEZIONAMENTO DEI PROVINI
UNI EN 12390-2:2002
Prova sul calcestruzzo indurito - Confezione e stagionatura dei provini per prove di resistenza
I provini in calcestruzzo possono essere eseguiti in laboratorio, oppure prelevati in cantiere
durante il corso dei lavori.
Se eseguiti in laboratorio, i singoli componenti del calcestruzzo vengono pesati con una
precisione dello 0,2%. Il confezionamento può avvenire a mano o con apposita betoniera, in
un locale con temperatura di 18÷26 °C e con umidità relativa non inferiore al 65%.
Il calcestruzzo appena confezionato viene sistemato in casseforme metalliche o in
polistirolo ed assestato con la vibrazione; la forma è riempita in un unico strato.
La sformatura è effettuata dopo 24 ore dal getto, con l’avvertenza di non danneggiare il
provino.
La stagionatura dei provini sperimentali si svolge in ambiente a temperatura costante di
18÷22 °C, con umidità del 90%.
In cantiere il prelevamento dei provini può essere effettuato:
- all’impianto di betonaggio;
- all’autobetoniera;
- al momento dell’impiego, sulla struttura stessa.
Il prelievo dalla betoniera può essere fatto a metà dello scarico. È opportuno prendere nota
del tipo di betoniera, capacità, numero di giri e tempo di impasto.
Il prelievo da getti in opera, va eseguito in tre punti della superficie del getto, rimescolando il
calcestruzzo ottenuto, oppure prendendo i campioni dallo scarico dei mezzi impiegati per il
trasporto (benne o nastri trasportatori).
Un prelievo consiste nel prelevare dagli impasti, al momento della posa in opera nei casseri
ed alla presenza del direttore dei lavori o di persona di sua fiducia, il calcestruzzo
necessario per la confezione di un gruppo di due provini (D.M. 27 Luglio 1985).
La media delle resistenze a compressione dei due provini di un prelievo rappresenta la
“Resistenza di prelievo” che costituisce il valore mediante il quale vengono eseguiti i controlli
del conglomerato.
Per la preparazione, la forma, le dimensioni e la stagionatura dei provini di calcestruzzo vale
quanto indicato nelle norme UNI EN 12390-1 e UNI EN 12390-2.
Del prelievo, comunque effettuato, deve essere redatto apposito verbale contenente:
località e cantiere;
numero e sigla del prelievo;
composizione del calcestruzzo;
data ed ora del prelievo;
provenienza del prelievo (betoniera, getto, etc.).
La preparazione dei provini con calcestruzzo prelevato in cantiere segue le seguenti norme:
- il calcestruzzo fluido viene assestato nelle forme in due o più strati, con colpi di tondino di
ferro del diametro di 10 mm;
- il calcestruzzo di media consistenza viene costipato fino a rifluimento della malta in due o
più strati consecutivi mediante pestelli;
- il calcestruzzo a consistenza umida, e che in opera viene vibrato, viene posto nelle forme
in un unico strato ed assestato con la vibrazione.
Confezionatura del provino
assestata a mano.
Confezionatura del provino di
calcestruzzo con pestello a mano.
Ottenuto il costipamento si procede a rasare con righello di metallo la superficie superiore.
La sformatura si effettua dopo 24 ore dal confezionamento.
Il prelievo dei provini deve essere fatto in presenza del rappresentate dell’impresa e della
direzione dei lavori e verbalizzato. Si dovrà specificare:
-forma, dimensione e numero dei provini;
-modalità di preparazione dei provini (costipati, battuti, vibrati, numero dei colpi e peso
dell’attrezzo impiegato, tipo del vibratore e tempo di vibrazione).
STAGIONATURA DEI PROVINI
La stagionatura dei provini confezionati in cantiere può essere effettuata in tre modi:
-stagionatura in condizioni definite di temperatura e di umidità; la temperatura può oscillare
fra i 18 ed i 22°C e l’umidità deve essere superiore al 90%. Queste condizioni possono
essere ottenute in locali appositamente costruiti ed attrezzati, oppure sistemando i provini
sotto sabbia umida in baracca;
- stagionatura nelle stesse condizoni ambientali delle strutture;
- stagionatura accellerata, per provini provenienti da calcestruzzo per manufatti
prefabbricati sottoposti a maturazione accellerata.
Tutti i provini devono essere prelevati
dall’ambiente di stagionatura non prima di
due ore dall’inizio delle prove.
Quando il laboratorio prove si trova lontano
e necessita il trasporto dei provini, questo
deve avvenire con ogni cautela, con imballo
in segatura o sabbia umida.
Camera di stagionatura
I provini possono essere prelevati anche da calcestruzzo
già indurito; il metodo adottato è quello del carotaggio.
È opportuno che il diametro della CAROTA non sia
minore di tre volte il diametro massimo dell’inerte
impiegato nella confezione.
Dai campioni prelevati, che possono avere varie dimensioni, si ricavano con successive
lavorazioni i provini delle dimensioni stabilite dalle norme UNI per le prove di resistenza.
Il verbale di prelevamento di campioni da calcestruzzo già indurito deve dare, oltre le usuali
notizie, le seguenti indicazioni:
- ubicazione del prelievo nella struttura, ed orientamento rispetto al piano del getto;
- metodo dell’estrazione;
- metodo di lavorazione successiva per ricavare i provini dai campioni.
PROVA DI ROTTURA
UNI EN 12390-3:2003
Prova sul calcestruzzo indurito - Resistenza alla compressione dei provini
Prima di essere sottoposti a prove di rottura, i provini, comunque prelevati e confezionati,
devono essere sottoposti a prova di regolarità geometrica: facce piane e parallele, angoli, retti,
ecc.
Se queste condizioni non sono verificate, si deve effettuare la spianatura con apposita
macchina molatrice.
La spianatura può essere fatta anche con applicazione di pasta di cemento o gesso o altro
idoneo materiale. I provini vengono inoltre pesati con una precisione dell’1%.
La prova di schiacciamento è eseguita con pressa idraulica di adeguata potenza (Fig.31); il
provino deve essere posto esattamente al centro di pressione, senza alcuna interposizione
di materiale deformabile, come cartone, feltro o piombo, fra le facce del provino stesso ed i
piatti della macchina.
La pressione deve essere esercitata gradualmente fino alla completa rottura del provino. Si
deve prendere nota del tipo di rottura.
La resistenza si esprime in N/mmq o Kg/cmq.
La prova è accertata da un certificato in cui, oltre alle normali indicazioni, sono dichiarati:
- la data della prova;
- il peso del provino;
- la resistenza a compressione in N/mmq o Kg/cmq;
- il tipo di rottura;
- eventuali difetti del provino o della prova.
Il tipo di rottura del provino è indice della resistenza del calcestruzzo. Se il cubetto si rompe
determinando una serie di piramidi più o meno regolari, con le facce che formano un angolo
di circa 45° con la base, allora il calcestruzzo ha raggiunto senz’altro una elevata resistenza
a compressione. I calcestruzzo scadenti tendono invece a sbriciolarsi, senza precisi piani di
rottura.
Forma ed aspetto dei residui di provino dopo la prova di schiacciamento.
schiacciamento.
La formazione delle “piramidi di rottura”, con le facce a 45°, è conseguenza degli sforzi
tangenziali, che hanno origine dalla compressione. Tali sforzi raggiungono il massimo del
valore in corrispondenza dei piani inclinati a 45°, ed è a causa di tali sforzi di scorrimento
che si verifica la rottura del cubetto.
Provini dopo la prova.
PROVA DI COMPRESSIONE CLS INDURITO
Scopo
Scopo della prova è la determinazione del valore di rottura a compressione su provini di
conglomerato cementizio indurito cubici e/o provini cilindrici.
Norma di riferimento
La norma di riferimento seguita è la UNI EN 12390-3
Modalità Esecutive
• Lo sperimentatore verifica la planarità delle facce
che deve risultare essere < di 0.05 mm: in caso che
le stesse non lo siano, sottopone i provini a rettifica
meccanica.
• Trascrive i dati del provino (sigla /posizione in
opera).
•Misura con il calibro le dimensioni del provino e
trascrive i valori espressi in mm.
• Pesa il provino
• Posiziona il provino tra i piatti della pressa facendo
attenzione a centrarlo nel cerchio disegnato nel
piatto inferiore.
• Accende la macchina, chiude il circuito e porta il
provino a contrasto con il piatto superiore. Inserisce
quindi la velocità di prova che deve essere pari a 50
N/cm2sec
• Al momento della rottura, annota il valore di rottura
(N/mm2) e il tipo di rottura (1=Bipiramidale;
2sb=Sfaldamento piramidale; 2s0 =Sfaldamento
obliquo; 3 =Sgretolamento);
• Scarica la macchina e ripone il residuo sul carrello
che successivamente sarà depositato nell’area di
stoccaggio del materiale provato per almeno 20 gg.
A fianco di ciascun provino si segna la data di
effettuazione della prova
Le cubiere in acciaio plastica e polistirolo
Pesatura
La misurazione con il calibro
Rottura del provino e determinazione del tipo di rottura
Apparecchiatura per la
sformatura del provino
Rettificatrice
Apparecchiatura per la
verifica della planarità
planarità delle facce
PROVE NON DISTRUTTIVE SUI CALCESTRUZZI. LO SCLEROMETRO
UNI EN 12504-2:2001 - Prove sul calcestruzzo nelle strutture
Prove non distruttive - Determinazione dell'indice sclerometrico.
Può essere molto utile conoscere la resistenza di un calcestruzzo senza dover procedere
alla rottura del campione; a questo scopo è stato ideato uno speciale strumento, lo
sclerometro, particolarmente utile nella verifica di strutture ultimate. Di semplice utilizzo,
determina la resistenza alla compressione di manufatti in cemento.
Il suo funzionamento si basa su rimbalzo di una massa battente su di un pistone che
appoggia sulla superficie del manufatto in calcestruzzo: una potente molla scaglia una
massa pesante con punta arrotondata (percussore) contro la superficie di calcestruzzo da
esaminare; a seconda della maggiore o minore resistenza del calcestruzzo, il percussore
rimbalza indietro, muovendo un indice su una scala graduata. Quanto più elevata è la
resistenza del calcestruzzo, tanto maggiore è il rimbalzo.
Lo strumento misura la durezza d’urto, che dipende dalla resistenza del calcestruzzo;
un’opportuna taratura dello strumento permette quindi di risalire dalla durezza d’urto alla
resistenza a compressione.
Misurando su una scala tale rimbalzo e riportandolo sulle curve del diagramma applicato
allo strumento, si ricava la resistenza alla compressione, espressa in Kg/cm2 oppure in
Mpa.
Nella zona da controllare si effettuano in
genere 10 saggi, cercando di evitare gli
elementi grossi degli inerti.
Il valore della resistenza si ottiene dalla
media aritmetica delle letture, scartando
quelle che si discostano troppo dalla
media generale. In genere lo strumento
dà valori inferiori ai reali per i
calcestruzzi recenti o mantenuti molto
umidi oppure gettati con casseforme
metalliche.
Si hanno valori superiori ai reali per
calcestruzzi molto vecchi e induriti in
ambiente secco.
Precauzioni da osservare
nelle prove sclerometriche.
Il grande vantaggio dello sclerometro è la possibilità di saggiare le strutture in conglomerato
nei vari punti, con estrema rapidità e semplicità; è quindi indicato per le opere di collaudo.
Occorre precisare che i dati rilevati con prove sclerometriche non hanno valore giuridico; in
casi di contestazione, è indispensabile procedere al prelievo mediante carotaggio dei provini
regolamentati, per le prove di schiacciamento presso un Laboratorio Ufficiale.
In ogni caso lo sclerometro è utile come prova indicativa.
CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL CALCESTRUZZO
PESO DI VOLUME
Il peso di un metro cubo di calcestruzzo dipende dalla natura dei componenti e varia
lievemente a seconda del grado di compattezza e della quantità di cemento impiegato per
la confezione.
Le norme UNI 10012/67 stabiliscono, nel prospetto 2-1, i seguenti valori:
Kg 2.200 - 2.400 per un metro cubo di calcestruzzo ordinario (non armato);
Kg 1.800 - 2.200 per un metro cubo di calcestruzzo magro (quantità di cemento inferiore a
200 Kg/mc);
Kg > 2.500 per un metro cubo di calcestruzzo armato (la presenza del ferro di armatura
incide per circa 100 kg/mc).
RESISTENZA A COMPRESSIONE
Prescrivere e successivamente ordinare un calcestruzzo "a resistenza" significa aver già
deciso almeno uno dei parametri fondamentali, in quanto agli effetti delle norme attuali, un
calcestruzzo viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione
(N/mmq), che nell’allegato 2 del D.M. 9 gennaio 1996 è definita come "... la resistenza a
compressione al di sotto della quale si può attendere di trovare il 5% della popolazione di
tutte le misure di resistenza".
Se per un certo calcestruzzo viene assunto un certo valore medio come resistenza
caratteristica, vuol dire che il 95% delle le altre future prove dovranno dare un valore di
resistenza uguale o superiore alla resistenza caratteristica.
Nelle presenti norme, a meno di indicazione contraria, la "resistenza caratteristica" designa
quella dedotta dalle prove a compressione a 28 giorni su cubi preparati e confezionati come
al punto 3 "... cioè prelevando dagli impasti, al momento della posa in opera nei casseri, il
calcestruzzo necessario per la confezione di un gruppo di due provini".
La media delle resistenze a compressione dei due provini di un prelievo rappresenta la
"Resistenza di prelievo", che costituisce il valore mediante il quale vengono eseguiti i controlli
sul calcestruzzo.
La obbliga il progettista a inserire nel progetto la resistenza caratteristica del calcestruzzo
con cui deve essere costruita l’opera.
Occorre fare però attenzione a non confondere la resistenza media a 28 giorni con quella
caratteristica.
Ogni provino è un campione di calcestruzzo estremamente ridotto rispetto al getto che deve
rappresentare, e non è in grado di rappresentare la resistenza del calcestruzzo dal quale è
stato ottenuto ed è quindi necessario aumentare il numero di campioni da sottoporre a prova,
facendo molta attenzione a seguire sempre la stesa metodologia.
Sia il confezionamento che la stagionatura dovranno essere uguali per tutti i campioni perché
sono molti i parametri esterni che possono influenzare i risultati delle resistenze finali:
modalità di confezionamento del cubetto, lo stampo utilizzato, l’ambiente e il tempo della
stagionatura.
I valori di resistenza a compressione variano da un minimo di 8÷10 N/mmq (80÷100 Kg/cmq)
per quelli più scadenti, fino a 60÷70 N/mmq (600÷700 Kg/cmq) per quelli ottenuto con ottimi
materiali e perfette tecnologie.
IL PROGETTISTA
Le norme di regolamento obbligano il progettista (Legge 1086/71) ad indicare il valore della resistenza
caratteristica richiesta per il conglomerato da impiegare nelle opere di cemento armato.
IL DIRETTORE DEI LAVORI
Il direttore dei lavori, durante l’esecuzione dei medesimi, provvederà ad eseguire i “controlli di qualità” del
conglomerato realizzato, la cui “resistenza caratteristica” non deve essere inferiore a quella richiesta.
UNI EN 206-1:2001
Classi di resistenza del
calcestruzzo Rck, riferite a
provini cilindrici di diametro
150 mm ed altezza 300
mm. ed a provini cubici di
150 mm di spigolo.
Ogni
calcestruzzo
è
caratterizzato dalla sigla C
seguita da due numeri, il
primo dei quali indica la
resistenza
caratteristica
cilindrica, il secondo quella
cubica, entrambe espresse
in N/mm2.
Classe di Resistenza a
compressione
Resistenza caratteristica cilindrica
minima
Resistenza caratteristica cubica
minima
N/mm2
N/mm2 • Fck
N/mm2 • Rck
C8/10
8
10
C12/15
12
15
C16/20
16
20
C20/25
20
25
C25/30
25
30
C30/37
30
37
C35/45
35
45
C40/50
40
50
C45/55
45
55
C50/60
50
60
C55/67
55
67
C60/75
60
75
C70/85
70
85
C80/95
80
95
C90/105
90
105
C100/115
100
115
Misura della resistenza a compressione del calcestruzzo
UNI EN 12390-4:2002: Prova sul calcestruzzo indurito - Resistenza alla compressione
Specifiche per macchine di prova
La prova viene eseguita con diversi scopi tra cui:
- quello del controllo di qualità della produzione,
- la rispondenza alle specifiche contrattuali del calcestruzzo acquistato
- la rispondenza alle specifiche di progetto di quello messo in opera,
- il controllo del materiale in opera,
Per la prova di compressione si impiegano provini cubici (in Italia e numerosi altri paesi
europei) o cilindrici (Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia).
Le diverse norme per la misura della resistenza a compressione, indicando in genere:
- materiali, dimensioni e tolleranze delle forme per i provini, che non si devono
deformare a seguito del riempimento o della compattazione del conglomerato;
- dimensioni delle forme in relazione al valore di Dmax (la dimensione minima della
cassaforma dovrebbe essere almeno 5 volte quella del diametro massimo);
- modalità del prelievo del calcestruzzo, modalità di riempimento e compattazione
delle forme (si usa in genere la vibrazione, onde ottenere il minor volume di vuoti),
procedimento di lisciatura della superficie libera dei provini;
- tempo intercorrente tra l'impasto e la sformatura dei provini (secondo UNI: 24 ore);
- condizioni di stagionatura (secondo UNI: 20°C e umidità relativa = 90%);
- tempo massimo tra la fine della stagionatura e l'inizio della prova (secondo UNI: 2
ore);
- tolleranza di planarità delle superfici del provino su cui è applicata la compressione
(secondo UNI: ± 0,05 mm);
- angoli tra le facce di 90° ± 30';
- velocità di applicazione del carico (secondo UNI: 0,5 ± 0,2 N/mm2sec).
RESISTENZA A TRAZIONE
UNI EN 12390-6:2002
Prova su calcestruzzo indurito - Resistenza a trazione indiretta dei provini
La resistenza a trazione di un calcestruzzo è piuttosto bassa e rappresenta una frazione
della resistenza a compressione: in genere si assume pari ad 1/10 di quest'ultima, nell’ordine
di 1,5 ÷ 2 N/mmq (15÷20 Kg/cmq). Questa resistenza non viene assolutamente considerata
nei calcoli in quanto lo sforzo di trazione che può verificarsi in una struttura, viene
interamente assorbita dall’armatura metallica.
Sotto compressione gli aggregati determinano in modo attivo il comportamento del materiale
in quanto, essendo a contatto tra loro e con la pasta, riescono ad assorbire, deformandosi,
buona parte degli sforzi. Sotto trazione l'interfaccia legante-aggregato, pur essendo più o
meno resistente in funzione del grado di scabrezza e porosità della superficie di quest'ultimo
e della sua possibilità di formare legami chimici con la pasta di cemento, tuttavia costituisce
sempre il punto debole della struttura del conglomerato.
RESISTENZA A FLESSIONE
UNI EN 12390-5:2002
Prova sul calcestruzzo indurito - Resistenza a flessione dei provini
La resistenza a flessione del calcestruzzo non
armato si calcola al lembo teso della sezione di
mezzeria del provino al momento della rottura.
Generalmente, varia fra i 1/5 ed i 1/10 della
resistenza a compressione, quindi da un minimo di
1,5 N/mmq (15 Kg/cmq) ad un massimo di 10
N/mmq (100 Kg/cmq).
RESISTENZA AL TAGLIO
In un calcestruzzo ordinario la resistenza a sforzi di scorrimento o taglio può raggiungere i
valori di 3,5÷5 N/mmq (35÷50 Kg/cmq). In genere si assume una resistenza pari a due volte
e mezza quella di trazione.
MODULO DI ELASTICITA’
Il modulo di elasticità è una delle proprietà meccaniche fondamentali di qualsiasi materiale
elastico-lineare, omogeneo e isotropo, e la sua conoscenza fornisce un dato essenziale per le
applicazioni strutturali.
Mentre nel caso dei materiali a microstruttura molto fine (ad esempio i materiali metallici)
esiste in generale un esteso tratto iniziale della curva sforzo-deformazione ad andamento
quasi perfettamente lineare, e quindi il modulo elastico (che ne è la pendenza) può essere
tabellato ed utilizzato senza alcun problema, nel caso dei materiali compositi che, come il
calcestruzzo, hanno microstruttura fortemente disomogenea, il modulo elastico dipende da
numerosi parametri.
Essendo inoltre la curva sforzo-deformazione dei
materiali compositi in generale non lineare, il modulo
elastico va specificato o come pendenza iniziale della
suddetta curva (Eci = modulo dinamico) o come
pendenza media (Ec = modulo secante).
MODULO DI ELASTICITA’
Nel caso del calcestruzzo il modulo elastico è funzione della resistenza a compressione, che
a sua volta dipende dal tipo e dalla dimensione massima dell'aggregato, dai rapporti di
composizione dell'impasto e dalle condizioni di stagionatura.
Anche se il calcestruzzo non segue propriamente la legge di Hooke, il suo comportamento
lo si approssima ancora a tale legge per semplicità di calcolo.
Il modulo di elasticità inoltre varia nel tempo raggiungendo il valore massimo in circa 6 anni.
Per i calcestruzzi di scarsa resistenza il valore di “E” può ritenersi circa 15000 N/mmq
(150000 Kg/cmq), mentre per un ottimo calcestruzzo “E” può raggiungere il valore di 45000
N/mmq (450000 Kg/cmq).
FLUAGE DEL CALCESTRUZZO
Con il termine francese “FLUAGE” si indica il fenomeno della deformazione lenta (o
scorrimento viscoso) di un materiale mantenuto sotto carico costante nel tempo. Il
comportamento meccanico del calcestruzzo è influenzato dal rapporto acqua - cemento
(a/c): al decrecere di a/c dimunuisce anche lo scorrimento viscoso.
Per il calcestruzzo il fluage si esaurisce in un periodo di tempo di circa tre anni. Duirante
tale periodo di tempo si può determinare una deformazione tre volte superiore a quella che
si ha subito dopo il carico della struttura ed è più elevato nei calcestruzzi di scarsa
resistenza.
Effetti del “fluage”
fluage” del calcestruzzo in una trave in cemento armato sotto carico fisso
fisso nel tempo.
La freccia di inflessione può essere stimata fra i 4÷
4÷5 per mille di lunghezza.
Decreti ministeriali:
D.M. 20 novembre 1987 - "Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo
degli edifici in muratura e per il loro consolidamento".
D.M. 9 gennaio 1996 - "Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche" Parte I e Parte II
D.M. 16 gennaio 1996 - "Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di
sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi".
D.M. 14 settembre 2005 - "Norme tecniche per le costruzioni". (coesistente con i decreti
precedenti fino al 31/12/2007, data in cui non potranno più essere applicati il D.M.
09/01/1996 e il D.M. 16/01/1996)
D.M. 14 gennaio 2008 - "Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni".
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CLS - 2 - prof. Roberto Coppola