anno duemilaotto - num. nove - ottobre
nelle case degli iscritti da 9 anni
Supplemento a “il lavoro”. Periodico della CGIL di Cuneo N. 35 del
10/10/2008 - Dir Resp. F. Trombini Propr. Coop. S.r.l. ex Machina Autorizz. Tribunale di Cuneo n. 242 del 14.4.78 e del 28.1.83 - Redaz.
Camera del Lavoro di Cuneo, Via M. Coppino 2/bis - “ Poste Italiane
s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale – DL353/2003 (conv. in L.
27/02/2004 N°46) art. 1, comma 2, DCB/CN - stampa CGIL Cuneo 2
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gaspare palermo un patto per lo sviluppo… il caso marina cassi michelin, 900 posti appesi a un filo … 4
paolo grassi Rompere la trattativa valentina origlia il nuovo coordinamento donne …… menardi enrico premio di risultato 5
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comitato esecutivo 7
gaspare palermo un primo passo orario flessibile massimo colombo resoconto attività gianpaolo occelli c.e.e.m.‐cae 8
gaspare palermo zeta la redazione la scomparsa di vittorio foa 9
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il manifesto fateci uscire 11
mario cravero test antidroga i gerenti michelin manteniamo la rotta 12
redazione:
ghibaudo
guarino
oberto
www.filcemcuneo.it
allegati:
‐ perché diciamo NO alla proposta di confindustria
‐ fondogommaplastica e la crisi dei mercati finanziari
UN PATTO PER LO SVILUPPO… …ALLA MICHELIN DI CUNEO!!! ­gaspare palermo­
rsu e componente c.e. filcem cgil
[email protected]
Che la situazione è difficile è noto a tutti (vedi giornalino precedente, art. incontro con il Direttore), infatti ad una situazione generale di crisi, và certamente sommata la strategia Michelin per stare sul mercato con tutte le ripercussioni che questo comporta. Per quanto riguarda lo scenario internazionale, nulla o poco possiamo fare: il ruolo della Politica deve essere quello di trovare delle soluzioni che permettano di superare questa difficile fase e di sostenere soprattutto chi in questi anni ha avuto maggiori difficoltà a partire dal lavoro dipendente e dai pensionati. Invece rispetto alla sempre maggiore competizione tra stabilimenti e per quanto riguarda le scelte che l’Azienda dovrà compiere nei prossimi periodi, dovremo essere in grado di influenzarle, determinando uno scenario ancora più favorevole per lo stabilimento di Cuneo e che ci permetta di dare garanzie e solidità per il futuro. Questo è più che mai importante farlo oggi, con un quadro rispetto alla Michelin Italia che rischia di mutarsi e anche in fretta nei prossimi mesi, e dove, se non messo in chiaro rischia di avere anche pesanti ripercussioni sul nostro stabilimento e su tutti gli stabilimenti italiani e per i numerosi lavoratori che in Michelin operano. Credo che l’errore più grosso che potremmo fare, come Lavoratori, Sindacato e Direzione del Personale è quello di stare a guardare, crogiolarci degli importanti risultati ottenuti e attendere il corso degli eventi. Oggi anche dentro l’Azienda però c’è chi pensa che vada bene così, che forse redazione
sottovalutando il prossimo futuro pensa sia inutile fare una svolta che porti &
veramente lo stabilimento verso “lidi più sicuri”, che sia sufficiente mantenere segreteria
rsu
filcem-cgil
michelin
quello che già si sta facendo, e soprattutto che sia inutile (se non deleterio) david oberto
aprire un confronto vero tra Sindacato e Azienda sul futuro dello stabilimento. sergio ghibaudo
Alcuni quesiti li voglio porre: nino guarino
♦ Se sono veri i dati forniti nell’incontro del 18 settembre con il Direttore, siamo sicuri di essere completamente immuni da quello scenario tracciato ce filcem-cgil michelin
che prevederà un forte ridimensionamento degli stabilimenti dell’Europa gaspare palermo
Occidentale nei prossimi anni? massimo colombo
♦ Se la SAMI dovesse ridurre drasticamente i propri confini produttivi ed occupazionali, lo stabilimento di Cuneo, oggi certamente non messo in discussione, sarà più forte o più debole? ♦ Eventuali esuberi derivanti da tale ridimensionamento, avranno o no ricadute sui nostri assetti occupazionali, a partire da quei numerosi giovani precari presenti in stabilimento? aniello feroce
enrico menardi
scrivici
[email protected]
redazione FilcemSiamoNoi
♦ Siamo sicuri che saremo infine in grado di difendere le produzioni e gli [email protected]
impianti oggi destinati in Italia ? C.E. & RSU
A queste domande io non ho certo ad oggi le risposte, ma credo che non potremo stare fermi ad aspettare che a tali quesiti siano altri a rispondere. Credo quindi che, da una parte dovremo, come coordinamento e strutture sindacali, chiedere una verifica a Michelin sugli impegni assunti al Ministero rispetto al mantenimento dei siti produttivi in Italia e dall’altra essere capaci di “sfidare” l’Azienda sul terreno della competitività, al fine di giungere quanto prima ad un accordo sulla stabilità produttiva dello Stabilimento di Cuneo, che impegni seriamente la Michelin a destinare investimenti e produzioni verso il nostro Sito. Penso che, come sempre avvenuto nei maggiori momenti di difficoltà, le lavoratrici ed i lavoratori ed il Sindacato sapranno cogliere questa importante e quanto mai vitale sfida, sapendo che anche l’Azienda (dal primo dei dirigenti all’ultimo dei responsabili) dovrà fare la sua parte dimostrando innanzitutto serietà e forte senso di responsabilità. Non è accettabile infatti che aumentino gli indiretti o che la competitività sia solo a carico di qualcuno: senza voler dare giudizi, però credo che nessuno possa sentirsi escluso o tirarsi fuori da questo processo di consolidamento e rafforzamento dello stabilimento di Cuneo…se ci saranno da fare dei sacrifici è giusto che questi interessino tutti!!! Ai quesiti sopra posta bisognerà che ognuno, con il proprio ruolo e con le proprie competenze e nel rispetto dei ruoli, faccia la sua parte evitando innanzitutto di pensare che la costruzione di una nuova fase di dialogo e di confronto sia inutile alla risposta di questi importanti interrogativi.
ottobre 2008 – www.filcemcuneo.it
MICHELIN, 900 POSTI APPESI A UN FILO I SINDACATI: NESSUNO RESTI SENZA LAVORO LE RICADUTE DELLA CRISI GLOBALE -il caso MARINA CASSIarticolo tratto da “La Stampa” on-line del 15 ottobre ‘08
Un filo. A così poco e' appeso lo stabilimento MICHELIN Stura dove ancora lavorano in 930 tra operai e impiegati. La parola chiusura nell'incontro ‐ che ieri l'azienda ha avuto con i delegati ‐ non e' stata pronunciata, ma l'aria che tira non e' buona, anzi peggiora con l'acutizzarsi della crisi economica. Da mesi i lavoratori temono che si arrivi alla fine e ieri hanno nuovamente domandato se lo stabilimento resterà aperto. Dice Michele Maimone della Cgil chimici: «Ci hanno risposto che non e' possibile oggi dare una risposta, che saremo riconvocati a breve e che la situazione non e' buona». Dopo tanti incontri nei quali i delegati hanno detto e ridetto che sono contrari a ogni ipotesi di soppressione della sede torinese del gruppo, ieri hanno incominciato a mettere le mani avanti. Maimone spiega: «Abbiamo chiesto garanzie. Deve essere chiaro che anche in caso di chiusura nessun lavoratore deve restare senza un posto». E l'azienda ribatte che «la MICHELIN ha sempre privilegiato la centralità dell'uomo e mai lasciato i propri dipendenti per strada». Ma ha anche ricordato ‐ malgrado la volontà «di mantenere produzioni nell'Europa dell'Ovest e in Italia rendendole però più redditi» ‐ che esistono problemi strutturali di costi in Italia dall'energia ai trasporti. E non basta: ci sarebbe anche un deficit di produttività, malgrado ne sia stata recuperata negli ultimi mesi. Alla fine l'azienda riconferma che «la MICHELIN Italia ha dei problemi, sta valutando come uscirne e tra non molto verrà data una indicazione sul futuro». Ricorda anche che in Piemonte ci sono stabilimenti a Fossano, Alessandria e Cuneo. E poi c'e' la flessione negli ordini visto che le gomme a 14 e 15 pollici vengono montate su auto di gamma media proprio quella che cala nelle vendite dei clienti del gruppo francese e in genere di tutti i grandi produttori. I delegati rivendicano di aver dato un contributo ‐ riconosciuto dalla proprietà ‐ per si beve l’ostacolo…
abbassare i costi passati, secondo le Rsu da 1,25 al e pure gli operai che ci lavorano dentro!
chilo a 1,09 meglio dell'obiettivo di 1,17. Maimone racconta: «Abbiamo fatto di tutto. Più produzione con 70‐80 persone in meno: adesso siamo a 23.500 gomme al giorno. I turni si sono ridotti da 17 a 15. Ma non e' bastato». L'obiettivo e' mantenere a Torino le produzioni almeno del reparto Zp che occupa 450 persone. Poi si deve contrattare con la MICHELIN eventuali trasferimenti a Cuneo di non meno di 300 persone; ci sarebbe la disponibilità a pagare 5 anni di affitti». Per intanto tra i lavoratori aleggiano delusione, tristezza. Ma anche fiducia che sia possibile contrattare con la MICHELIN «una via di uscita, altrimenti ci piazziamo sui cancelli e non ce ne andiamo più». ottobre 2008 – [email protected]
ROMPERE LA TRATTATIVA ­ CONVOCARE LO SCIOPERO GENERALE! -scritto da Paolo Grassilunedì 20 ottobre 2008
Due sono in particolare le questioni che stanno portando la Cgil sulla strada dell’accordo separato sulla controriforma del modello contrattuale. Il taglio dei salari conseguenti alla proposta di recupero dell’inflazione in base a un indice che esclude il costo di petrolio e materie prime. La quantità di divieti e sanzioni imposte ai lavoratori nell’organizzare scioperi e mobilitazioni. L’incontro del 10 ottobre tra sindacati e Confindustria ha così sancito una spaccatura tra Cgil e Cisl, Uil. Nonostante questo, e con Marcegaglia e Bombassei intenzionati a perseguire un accordo separato, Epifani continua a guardarsi bene dal lasciare il tavolo della trattativa esitando sul da farsi. Da un lato l’aggressività del governo e Confindustria stanno costringendo la Cgil a organizzare manifestazioni e scioperi, vedi scuola e impiego pubblico, dall’altra, nell’illusione di recuperare l’unità di vertice con Cisl e Uil, tenta di diluire nel tempo la trattativa formulando una proposta peggiore dell’altra. Dalla richiesta di allargare il tavolo sul contratto anche alle altre associazioni padronali (su cui sono stati accontentati), all’illusoria richiesta di ritornare a discutere dalla disastrosa piattaforma per il contratto presentata lo scorso marzo dai tre sindacati unitariamente, sonoramente bocciata dalla Fiom e da tanti delegati Rsu, all’ultima grandiosa richiesta di accantonare temporaneamente questa trattativa per aprire non uno ma ben due nuovi tavoli di trattativa sulle politiche anti‐crisi. Richieste inutili visto la determinazione con cui Cisl‐Uil e padroni stanno procedendo. Il lavoro per mettere nell’angolo la Cgil dura da tempo, il documento presentato da Confindustria non è caduto dal cielo, è l’anello finale della catena con cui si vuole legare mani e piedi ai lavoratori. I primi segnali erano arrivati con l’accordo separato sul contratto del commercio a luglio, poi il tentativo di affondo con un nuovo accordo separato in Alitalia, dove alla fine la Cgil ha firmato con piccole modifiche. Per finire la manifestazione del 27 settembre. Se Epifani è disposto a sacrificare definitivamente la principale organizzazione sindacale con l’ennesimo accordo capestro pur di non rimanere isolato lo si vedrà presto. Argomenti per procedere in tale direzione ne può trovare, il primo lo suggerisce il Partito democratico che per senso di responsabilità in parlamento si asterrà sulle misure anti crisi. Anche lo sciopero della scuola sbandierato come la dimostrazione che l’unità sindacale non è definitivamente affossata è una polpetta avvelenata. I motivi con cui viene lanciato differiscono tra Cgil e Cisl. La prima è per l’affossamento della controriforma, la Cisl è per aprire un tavolo di trattativa, perché invece di licenziare il 40% degli insegnanti se ne licenzi “solo” il 35%. Sempre che Bonanni mantenga l’impegno di scioperare. La preoccupazione di dover affrontare il terreno della lotta non è solo di Epifani, che vede con terrore la prospettiva di doversi lanciare nel conflitto, è soprattutto dei padroni. Tutti i principali quotidiani dopo il 27 settembre, non potendo definire le manifestazioni un fallimento, si sono appellati al senso di responsabilità della Cgil. Chiaramente non sono preoccupati per una deriva estremista di Epifani, la preoccupazione è che nel paese possa svilupparsi un conflitto di classe esteso. Si apre per i comunisti una importante opportunità per rilanciare il conflitto sociale. C’è la concreta possibilità di entrare in contatto con centinaia di migliaia di lavoratori che in queste settimane prendono atto che bisogna organizzarsi per dare una risposta. Senza fare sconti alla burocrazia, senza cadere in errori di opportunismo, congelando la critica a un vertice responsabile delle peggiori nefandezze di questi anni, si possono gettare le basi perché l’opposizione in Cgil e fuori dalla Cgil possa crescere e rafforzarsi. Questa è l’unica strada per evitare che dopo qualche scintilla di inizio autunno, il Partito democratico, utilizzando le sue leve in Cgil, riesca a far prevalere la passività e l’arrendevolezza tra i lavoratori. Lavoriamo perché in ogni fabbrica, in ogni azienda e scuola si creino le condizioni per rompere gli indugi fino alla convocazione di uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie. ottobre 2008 – www.filcemcuneo.it
IL NUOVO COORDINAMENTO DONNE PROVINCIALE CGIL -valentina origlia.rsu filcem cgil.
Il governo di centro‐destra è partito, come prevedibile, con una forte impronta neo‐liberista (anche se ora, in seguito alla grave crisi finanziaria internazionale, sta chiamando a gran •
voce lo “STATO”!). Le prime azioni di governo infatti stanno assumendo i contorni di un vero e proprio attacco alle fasce di popolazione più deboli, di cui le donne, purtroppo, fanno ancora parte. E’ per questo che il 13 ottobre si è svolto a Cuneo •
un incontro tra le r.s.u. donne di tutte le categorie cgil per cercare di ricostituire il coordinamento donne provinciale. Perché, ora più che mai, diventa necessaria un’azione di contrasto volta a rilanciare le trattative di genere. E’ stato proposto anche di aprire eventualmente uno sportello donna in camera del lavoro. Ma vediamo più nel dettaglio alcune delle azioni del governo •
che per ora, o penalizzano le donne o nella migliore delle ipotesi, non ne tengono minimamente conto. •
La detassazione degli straordinari è un beneficio di cui godranno in misura maggiore sicuramente gli uomini, dal momento che le donne si occupano di più di lavori di cura (anziani e bambini) e questo porterà una ulteriore differenza di retribuzione. •
La riforma ICI avvantaggia i proprietari di immobili di un certo valore, essendo la tassa per immobili di basso valore già eliminata dal governo precedente. Il mancato introito dell’ICI ricadrà pesantemente sui Comuni i quali andranno a tagliare là dove possono, cioè sui servizi. Sappiamo che il peggioramento dei servizi (assistenza anziani, asili, ecc.), già scarsi peraltro, andrà a pesare di più sulle donne, visto il contesto socio‐culturale del nostro paese. •
Per coprire il mancato gettito dell’ICI è stato anche cancellato il fondo di sostegno alle donne che hanno subito violenze istituito dal governo precedente. Se pensiamo che il 2008 è l’anno internazionale contro la violenza sulle donne, questa misura diventa ancora più grave! Un’altra conseguenza della mancata entrata dell’ICI sarà la cancellazione di un fondo istituito dal governo Prodi per la vaccinazione gratuita contro il tumore alla cervice per le ragazzine di 12 anni. E’ stata cancellata la norma sulle dimissioni in bianco. L’obiettivo di questa norma era quello di rendere più difficile, tramite una pratica burocratica più complessa, questo metodo purtroppo ancora molto diffuso secondo cui le aziende al momento dell’assunzione si fanno firmare le dimissioni in bianco. E le donne, ovviamente, “colpevoli” di rimanere incinte, sono quelle più colpite da questa pratica. La grande questione della riforma della scuola: non si sa come il governo potrà conciliare gli 8 miliardi di euro e le migliaia di posti di lavoro che vuole tagliare con l’aumento del tempo pieno come promette! Siamo ben lontani dall’obiettivo del Consiglio di Lisbona che prevedeva di arrivare ad un’occupazione femminile del 60% entro il 2010 (ora siamo a poco più del 40%). Obiettivo che prevede un aumento dell’occupazione femminile perché è ormai coro unanime di tutti gli economisti che le società in cui c’è un’alta percentuale di donne occupate sono le più floride, le più sane, insomma l’economia di un Paese ne ha giovamento. Invece qui sembra quasi che con tanta nostalgia del grembiulino, del voto in condotta e dei bei tempi che furono, si abbia anche grande nostalgia delle donne ai fornelli, che si occupano esclusivamente della casa, dei bambini, degli anziani. Certo, non ci si poteva aspettare molto da un governo il cui premier, ad una domanda di rassicurazione per il proprio futuro da parte di una ragazza precaria, consigliava di sposarsi un miliardario, magari suo figlio! PREMIO DI RISULTATO -enrico menardirsu e componente c.e. filcem cgil
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Durante le assemblee del 14 e 17 ottobre è stata presentata la proposta della RSU sulle percentuali da attribuire agli indicatori del premio di risultato riferito al 2008. I pesi ponderali saranno uguali per tutte e tre le linee prodotto (PLE, TCE, CPSF): ♦ TF (tasso frequenza infortuni): 15% ♦ CF (costo di fabbricazione): 35% ♦ IPI (indice produttività internazionale): 35% ♦ IQP (indice qualità prodotto): 15% È stato definito di destinare il 10% (al 100% del premio, 167,20 Euro), slegato dalla malattia, al TP (tasso di partecipazione alla sicurezza). Ad oggi l’azienda ha comunicato il raggiungimento al 100% per la sola CPSF, confermando invece delle difficoltà sul parametro della qualità per le altre due linee prodotto. Per la PLE la direzione ha precisato che entro la fine dell’anno l’obiettivo potrebbe essere raggiunto. Per la TCE, il parziale recupero dell’obbiettivo potrà avvenire invece attraverso l’inserimento nel calcolo delle produzioni fatte dalle macchine individuali (es. CX). Ricordo inoltre che a fine anno scade l’accordo sul premio di risultato: il rinnovo cade in una fase estremamente complicata, sia in termini internazionali che più nello specifico per la Michelin. Nonostante tutto, le aspettative dei lavoratori restano alte, quindi non potremo immaginare un rinnovo come quello del 2005. Potremo quindi ragionare sull’argomento solo in una fase in cui sarà chiaro tutto lo scenario, dopo aver comunque chiesto all’azienda il rispetto degli accordi presi al ministero, il rafforzamento del nostro stabilimento e il futuro della Michelin italiana. ottobre 2008 – [email protected]
FONDO GOMMA PLASTICA A seguito delle legittime preoccupazioni dei Lavoratori Iscritti al Fondo Gomma Plastica il Comitato Esecutivo ha previsto per il giorno 18 Novembre 2008 la convocazione delle Assemblee sul tema specifico con la partecipazione dei responsabili Sindacali del Fondo. RESOCONTO ATTIVTÀ COMITATO ESECUTIVO -massimo colomborsu e componente c.e. filcem cgil
In data 16 settembre 2008 la Direzione del Personale ha convocato il Comitato Esecutivo della RSU per comunicare la necessità di ricorrere ad un periodo di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, motivato da una significativa diminuzione delle vendite, soprattutto a livello Europeo. La CIGO interessa in larga parte il Serv. O ed il Serv. Z, è escluso il Serv. Y. Il Comitato Esecutivo ha richiesto alla Direzione di ridurre l’utilizzo della CIGO applicando tutti gli strumenti previsti dagli accordi esistenti. Il 24 settembre 2008 si è svolto a Fossano un attivo dei Delegati della CGIL in preparazione della manifestazione indetta per il Sabato 27 settembre in opposizione alla manovra finanziaria del Governo, manifestazione che a Cuneo si è svolta in Piazza Odifreddi e che ha visto una larga partecipazione di gente con la presenza del Segr.Generale della CGIL Piemonte Vincenzo Scudiere. Il 25 settembre 2008 presso il locale del C.E. si è tenuta la riunione delle RSU Unitarie con all’ordine del giorno le ricadute che possono interessare il sito di Cuneo per il ricorso alla CIGO e soprattutto per il calo di mercato della Michelin evidenziato dal Direttore di Stabilimento Ing. Eula nell’area dell’Europa Occidentale. A seguito di un dibattito, che ha visto portare all’attenzione dei presenti da parte di molti Delegati le preoccupazioni dei Lavoratori, si è deciso di convocare le assemblee, che si sono svolte nelle giornate di martedì 14 settembre e venerdì 17 settembre 2008. Venerdì 03 ottobre ’08 si è tenuto il Direttivo/RSu della Filcem/CGIL della Michelin di Cuneo con la partecipazione del Segr. Generale di Categoria Mario Cravero. Il componente del C.E. Gaspare Palermo ha illustrato all’assemblea dei presenti le preoccupazioni e le strategie che la Filcem vuole mettere in campo per contrastare le eventuali derive che la crisi del mercato e l’eventuale “chiusura” del sito di Torino potrebbero riversare sul nostro Stabilimento, la riunione è proseguita con un animato quanto costruttivo dibattito da parte della maggioranza dei presenti. In seguito il Segr. Mario Cravero ha portato a conoscenza dei presenti lo stato dell’arte sul prosieguo della trattativa con Confindustria sul nuovo modello di contrattazione, evidenziandone tutte le difficoltà e contrarietà, non solo nel rapporto con Confindustria ma anche con le altre sigle sindacali Cisl e Uil. Lunedì 06 ottobre ’08 a seguito della visita in Stabilimento di Monsieur Chiche responsabile della TCE Europa la Direzione del Personale ha illustrato al C.E., in sintesi, la positiva impressione che il sito di Cuneo ha messo in evidenza; Mr. Chiche ha sottolineato il concreto avanzamento dello stabilimento sui progetti, sia per quanto riguarda i più a contatto con la produzione che quelli sulla sicurezza, l’Ing. Bernacca ha poi assicurato l’impegno da parte dell’Azienda a portare a termine i progetti nei tempi previsti ed a cercare di portare a Cuneo ulteriori nuovi investimenti. ottobre 2008 – www.filcemcuneo.it
…UN PRIMO PASSO VERSO L’ORARIO DIVISO FLESSIBILE!!! ­gaspare palermo­ rsu e componente c.e. filcem cgil
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Come illustrato durante le apposite assemblee dei lavoratori operanti su orario diviso, è stato raggiunto un primo accordo, sperimentale e della durata di un anno, sulla flessibilità dell’orario diviso. Non nascondiamo che le nostre aspettative erano certamente altre. Ricordo infatti che la proposta fatta dalla RSU era quella di un orario con la possibilità di entrata dalle 7.00 alle 9.00 ed un’uscita dalle 16.00 alle 18.00. Inoltre abbiamo posto più volte all’Azienda l’esigenza di rivedere la pausa, non retribuita, di un’ora legata alla refezione. Il risultato ottenuto, rispetto alle richieste iniziali, è quindi certamente modesto. La valutazione fatta e condivisa con la Direzione del Personale però è stata quella di fare “un passo alla volta” e di verificare in questa fase sperimentale l’applicazione di ciò che è stato concordato, per poi eventualmente estendere la flessibilità. Rispetto ad una indisponibilità da parte della Michelin ad allargare il campo di azione, hanno certamente contribuito, da una parte la nostra chiusura ad affrontare modalità di recupero che di fatto rischiavano di mettere in forse il pagamento dello straordinario effettuato per coloro che fruivano della flessibilità, e dall’altra che una “forchetta” troppo ampia rispetto all’entrata e all’uscita potesse creare una situazione di non “governabilità” organizzativa. “
l’entrata
posticipata alle ore
8.30 non dovrà
essere concordata
con il proprio
Ricordo infine che obbiettivo principale della nostra richiesta, che certamente non sarà abbandonata, è quello di trovare degli strumenti migliorativi al fine di agevolare e meglio coniugare per le lavoratrici ed i lavoratori tempi di lavoro e tempi di vita familiare. Fatta questa necessaria premessa, i contenuti dell’accordo sono: 1. l’orario flessibile è applicato solo ai lavoratori operai ed impiegati operanti su orario diviso; 2. possibilità di ingresso entro le ore 8.00 o entro le ore 8.30 e possibilità di uscita alle ore 17.00 o alle ore 17.30; 3. mantenimento dell’attuale riferimento della mezz’ora per il rilievo della presenza (es: entrata compresa fra h. 8.01 e h. 8.30 vale come entrata per le h. 8.30 ai fini della presenza); 4. pausa pranzo di un’ora o di due (se concordato) compresa fra le ore 12.00 e le ore 14.00; 5. la prestazione giornaliera di lavoro normalmente attesa è di otto ore; 6. eventuali ore di prestazione giornaliera superiori o inferiori alle otto ore dovranno essere preventivamente autorizzate dal proprio responsabile; 7. nel caso di prestazione giornaliera inferiore a otto ore, il periodo mancante al raggiungimento delle otto ore dovrà essere giustificato con F, RS, RA, Conto Ore o permesso non retribuito; 8. l’entrata posticipata alle ore 8.30 non dovrà essere concordata con il proprio responsabile; 9. eventuali orari diversi, invece, dovranno essere preventivamente autorizzati dal proprio responsabile; 10. l’accordo sperimentale è valido dal 08.09.2008 al 31.12.2009. responsabile
”
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ottobre 2008 – [email protected]
C.E.E.M. ‐ CAE -gianpaolo occelli.rsu filcem cgil.
Volevo brevemente raccontare, per fare conoscere questa struttura, la mia esperienza all’ interno della riunione del Comitato d’imprese Europee Michelin (CEEM) a cui ho partecipato in qualita’ di rappresentante della CGIL dei vari siti Michelin Italia. Questo comitato, che si riunisce di norma due volte l’ anno, vede la partecipazione dei vari rappresentanti (sindacali e non) delle varie realtà Michelin presenti nei diversi paesi europei. Oltre che dai vari rappresentanti nazionali, la struttura e’ composta da un presidente e da un “direttivo” di 6 membri eletti tra i rappresentanti dei paesi in cui la realta’ Michelin e’ piu’ importante. La riunione si e’ tenuta a Berlino nei giorni 15,16 e 17 Ottobre scorsi ed era sostanzialmente divisa in due diverse fasi: una prima fase in cui ci si e’ trovati a discutere, senza la presenza di rappresentanti aziendali, della situazione degli stabilimenti dei diversi siti (e’ in questo momento, piu’ informale, in cui vengono fatti risalire i vari problemi di diverso genere, molti dei quali comuni a piu’ realta’ Michelin. E’ stato interessante rilevare che, a fronte di problemi comuni, le modalità per affrontarli siano a volte completamente diverse…) Uno di questi esempi che penso si potrebbe approfondire anche per Cuneo e’ certamente quello degli stabilimenti tedeschi dove il problema delle varie assenze per mal di schiena e’ stato affrontato introducendo la figura di un fisioterapista di stabilimento che consiglia esercizi di ginnastica mirata, esercizi che si possono fare in locali appositamente attrezzati (prevenire e’ meglio che curare…, visto anche che l’ età pensionabile in Germania si sta avvicinando ai 67 anni!!!). E’ seguita poi una seconda fase piu’ “istituzionale” in cui sono stati presentati alcuni studi commissionati a società esterne relativi all’ impatto che hanno i vari orari di lavoro sulla qualita’ di vita delle persone, una relazione sulla situazione dell’ azionariato dei dipendenti e sullo stress a cui gli individui sono soggetti in maniera sempre piu’ crescente a causa del lavoro. A conclusione l’ intervento di un responsabile Michelin Europa sulla situazione attuale e futura che ha purtroppo confermato le pessime previsioni di riduzione di produzione che interesserà sicuramente in modo pesante anche lo stabilimento di Cuneo. Il tutto aggravato dall’ attuale crisi economica mondiale al punto che, ad oggi, e’ estremamente difficile fare delle previsioni attendibili per i prossimi mesi… A parte queste note finali non proprio incoraggianti ritengo che la partecipazione all’ interno del CEEM per le opportunità di conoscenze e di contatti che offre e soprattutto per l’ “internazionalizzazione” che certi problemi assumono al suo interno sia una opportunità da mantenere e coltivare. ZETA: UN ATTO DI COERENZA DA PARTE DELLA NUOVA MAITRISE!!! ­gaspare palermo­
rsu e componente c.e. filcem cgil
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Certamente è vero che fino a quando tutto và bene…grossi problemi non ce ne sono per nessuno: ma è nei momenti di difficoltà (e oggi la situazione produttiva è fortemente precaria e non in crescita) che una maitrise seria e capace deve dimostrare tutto il suo valore e capacità gestionale per evitare, ove possibile, che le situazioni più critiche si scarichino solo sui lavoratori. Il “banco di prova” a cui sono stati esposti il nuovo Capo Servizio ing. Bresciano, e il capo reparto Aschero, nuovi alla realtà di Zeta non è certamente facile: una situazione produttiva in forte calo, ed una incertezza ancora più marcata, se si tiene conto che, a differenza del Servizio O che produce prodotti finiti, lo Zeta ha come clienti i vari produttori di pneumatici e quindi non direttamente legato al mercato, seppur da esso fortemente influenzato. Per entrare nel merito: ancora nel mese di agosto sono state effettuate le assemblee dello Zeta per fare il punto della situazione e per confrontarci sul prossimo futuro e questo anche in funzione della Cassa Integrazione effettuata nei mesi di luglio ed agosto. È emerso da una parte il forte disagio per una retribuzione messa in difficoltà dalla perdita provocata dalla CIGO e dall’altra la preoccupazione per l’effetto che potrebbe avere il perdurarsi di una situazione di crisi, in termini salariali e conseguentemente anche sulla turnazione (quella dei 21 turni) che potrebbe essere messa in discussione dall’Azienda. segue a pag 9…
ottobre 2008 – www.filcemcuneo.it
… segue da pag 8
Si è sottolineato e richiesto con forza come in questa fase di difficoltà, anche al fine di mantenere i posti di lavoro (e i Contratti a Termine) si potessero recuperare degli appalti, al fine di ridurre l’utilizzo della Cassa Integrazione. Quindi per arrivare ad oggi, seppur con un forte sacrificio da parte dei lavoratori che si troveranno a svolgere temporaneamente mansioni non proprie e certamente difficoltose, il Servizio d’accordo con il reparto ha messo in campo quanto da noi richiesto e cioè ha recuperato degli appalti, recuperando dei lavori a cui destinare lavoratori Michelin. Questo permetterà di ridurre la produzione effettuata, anche attraverso “ l’accorpamento” delle squadre e ci auspichiamo che, se non del tutto, possa almeno ridurre l’utilizzo della Cassa Integrazione: di fatto le date del 28 settembre e del 20 ottobre che inizialmente era prevista di CIGO è stata confermata come giornata di lavoro e lo sforzo comune è quello di utilizzare questo strumento come estrema ratio. Su queste basi condividiamo quindi l’impostazione che lo Zeta si è data, ribadendo che, come concordato, eventuali lavori disagiati possano prevedere una rotazione del personale dello Zeta, senza che si scarichino solo su alcuni, e ci auspichiamo che come fatto in questa situazione possa mantenersi un clima di collaborazione e di confronto che in questi anni, nonostante le tante difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, ci hanno permesso di ottenere importanti e positivi risultati. Aveva 98 anni. Veltroni: «Scompare uno dei migliori figli d'Italia»
La scomparsa di Vittorio Foa Giovane antifascista di Giustizia e libertà, nel 1935 venne arrestato e
condannato a 15 anni
ROMA ‐ È deceduto a Formia Vittorio Foa, 98 anni, giornalista, sindacalista e personaggio della sinistra italiana della resistenza e del dopoguerra. Foa nacque a Torino il 18 settembre 1910 da una famiglia ebraica per parte di padre. A 23 anni entrò nel movimento antifascista Giustizia e libertà, nel 1935 venne arrestato e condannato a 15 anni. Uscì dal carcere solo nel 1943, nel settembre entrò nel Partito d'azione (Pda) e per lo stesso partito fu rappresentante nel Comitato di liberazione nazionale (Cln). IL PERCORSO POLITICO ‐ Deputato nell'assemblea costituente per il Pda e nella II, III e IV legislatura per il Partito socialista. Nel 1948 iniziò il suo percorso di dirigente sindacale, prima nella Fiom poi nella Cgil. Nel 1964 fu tra coloro che lasciarono il Psi per fondare a sinistra il Psiup (Partito socialista italiano di unità proletaria) che nel '72 diede origine con altri al Pdup (Partito di unità proletaria), movimento che doveva indirizzare l'estrema sinistra italiana verso una prospettica «politica» e non «rivoluzionaria». Attraverso varie scissioni e ricomposizioni, nel 1975 nacquero le liste di Democrazia proletaria. All'inizio degli anni Ottanta, Foa iniziò ad allontanarsi dalla politica attiva, ma nel 1987 venne eletto senatore come indipendente nelle liste del Partito comunista. Fu favorevole alla trasformazione del Pci nel Pds e si schierò a favore della prima guerra del Golfo. In un'intevista al Messaggero del 13 agosto 2006, disse: «Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti e ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni». Il 2 giugno 2005 sposò la sua compagna di tanti anni, Maria Teresa Tatò. VELTRONI: «UNO DEI FIGLI MIGLIORI D'ITALIA» ‐ «È un immenso dolore per noi, per il popolo italiano, è un immenso dolore per gli italiani che credono nei valori di democrazia e libertà, per l'Italia che lavora, per il sindacato», ha dichiarato il segregtario del Partito democratico Walter Veltroni. «È un dolore per me personalmente perché Vittorio Foa incarnava ai miei occhi il modello del militante della democrazia, un uomo con una meravigliosa storia di sofferenza, di lotta e di speranza, un uomo della sinistra e della democrazia, mosso da un ottimismo contagioso e da un elevatissimo disinteresse personale. Penso che tutto il Paese senta Vittorio Foa come uno dei suoi figli migliori». ottobre 2008 – [email protected]
Fateci uscire Una nuova emergenza bussa alle nostre porte. Ha qualcosa di simile alle tante dei nostri 37 anni di vita, perché sempre di bilanci in rosso si tratta. Ma è molto diversa da tutte le altre che l’hanno preceduta, perché stavolta non si tratta di raccogliere qualche soldo per sopravvivere ma di trovare le risorse per una battaglia di libertà che non riguarda solo noi. Quello che ci assumiamo e a cui vi chiediamo di partecipare è un compito tutto politico. I tagli ai finanziamenti per l’editoria cooperativa e politica non sono misurabili «solo» in euro, in bilanci che precipitano nel rosso, in giornalisti e poligrafici che rischiano la disoccupazione. Sono lo specchio fedele di una «cultura» politica che, dall’alto di un oligopolio informativo, trasforma i diritti in concessioni, i cittadini in sudditi. Non sarà più lo stato (con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un padrone né scopi di lucro. Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale. Il meccanismo «tecnico» di questa controrivoluzione lo abbiamo spiegato tante volte in queste settimane (e continueremo a ricordarlo), ma il senso politico‐culturale dell’operazione è una sorta di pulizia etnica dell’informazione, il considerare la comunicazione giornalistica una merce come tante altre. Ed è la filosofia che ha colpito in questi ultimi anni tanti altri beni comuni, dal lavoro all’acqua. Noi ci batteremo con tutte le nostre forze e pubblicamente contro questa stretta: porteremo questo obiettivo in tutte le manifestazioni dell’autunno appena iniziato, stringeremo la cinghia come abbiamo imparato a fare in 37 anni di vita difficile ma libera, incalzeremo la politica e le istituzioni perché ne va della democrazia, spenderemo l’unico nostro patrimonio, cioè il nostro lavoro, per fornire il supporto giornalistico a questa battaglia di civiltà. E ci apriremo all’esterno ancor di più di quanto abbiamo fatto fino a oggi per raccogliere forze e saperi nuovi e capire come essere più utili a chi si oppone ai poteri che ci vogliono morti. Faremo tutto questo, come sempre e più di sempre. Ma oggi siamo di nuovo qui a chiedere aiuto ai nostri lettori e a tutti coloro che considerano un bene essenziale il pluralismo e la libertà d’informazione. A chiedervi di sostituire ciò che questo governo ci nega con uno sforzo collettivo. In un panorama politico e culturale disastrato, di fronte alla lunga sconfitta che in un ventennio ha smantellato la stessa idea di «sinistra», non ci rassegneremo alla scomparsa. Perché, a differenza del protagonista di «Buio a mezzogiorno» di Arthur Koestler, non crediamo che «morire in silenzio» sia una lodevole testimonianza finale. Se questo governo e i poteri che rappresenta vogliono chiuderci, noi vogliamo riaprire. Con tutti voi, perché altrimenti è impossibile. Ecco come potete partecipare alla nostra campagna di sottoscrizione: • On line, versamenti con carta di credito sul sito (http://www.ilmanifesto.it) ed è il metodo più veloce ed efficace. • telefonicamente, sempre con carta di credito, al numero 06‐68719888, o via fax al numero 06‐
68719689. Dal lunedì al sabato, dalle ore 10,30 alle 18,30. Dove potete telefonare anche per segnalare, suggerire e organizzare iniziative di sostegno. • Con bonifico bancario presso la Banca popolare etica – Agenzia di Roma – intestato a il manifesto – IBAN IT40K0501803200000000535353. • Con Conto corrente postale numero 708016, intestato a il manifesto Coop. Ed. Arl. ‐ via Bargoni 8 – 00153 Roma. ottobre 2008 – www.filcemcuneo.it
TEST ANTIDROGA PER I LAVORATORI CON MANSIONI A RISCHIO -mario cravero.segretario provinciale filcem. In data 18settembre 2008 la Conferenza Unificata Stato‐Regioni ha approvato l’accordo sul documento in materia di “ accertamento di assenza di tossicodipendenza in lavoratori addetti a mansioni che comportano particolari rischi …. “ ( G.U.n° 236 del 8.10.08) perfezionato nella seduta della Conferenza Unificata del 30 ottobre 2007. Il provvedimento individua tutte le attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l’espletamento di mansioni considerate pericolose e che comunque comportano particolari rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi. Come Sindacato abbiamo sollevato sin da subito, chiedendo la sospensione del provvedimento, una forte contrarietà su rilevanti punti contenuti nell’accordo Governo e Regioni in quanto ritenevamo e continuiamo a ritenere che lo stesso entri in forte conflitto e contraddizione con norme attinenti le relazioni contrattuali, ma anche con diritti individuali non negoziabili delle lavoratrici e dei lavoratori. In data 1 ottobre 2008 CGIL – CISL e UIL hanno formalmente richiesto al Ministro del Lavoro e al Presidente della Conferenza Stato ‐ Regioni un incontro urgente per proporre le opportune modifiche al provvedimento, richiesta tuttora ancora senza alcun riscontro. Per quanto riguarda il Settore Industriale e più in specifico la nostra Categoria il provvedimento coinvolge in particolare gli addetti ai carrelli elevatori in quanto rientranti nel punto 2 lettera n. “ addetti alla guida di macchine movimentazione terra e merci “ del citato provvedimento. Considerata l’estrema delicatezza dell’argomento che, se gestito impropriamente, può determinare una vera e propria “ schedatura “ delle abitudini personali dei lavoratori ed una loro conseguente possibile ricattabilità in assenza di precise tutele e garanzie, rende necessario che le RLS – RSU, in attesa di auspicabili interventi di modifica del provvedimento, operino fin da subito per tentare di limitare il più possibile la discrezionalità aziendale sull’individuazione dei soggetti da sottoporre a controllo sapendo che: 1. le aziende non possono richiedere di sottoporre agli accertamenti sanitari la generalità dei lavoratori in quanto l’accordo Stato – Regioni individua specificatamente le mansioni che comportano particolari rischi; 2. per quanto attiene in particolare alla figura del carrellista è opportuno intervenire per limitare gli accertamenti sanitari a chi, in possesso dell’adeguata formazione e del relativo patentino, svolge con continuità o comunque in via assolutamente prevalente tale funzione, evitando l’estensione dell’accertamento a chi utilizza sporadicamente il carrello su input aziendale, pur essendo titolare di altra mansione; 3. dal momento che per migliorare l’efficienza e la saturazione produttiva, le aziende potrebbero essere tentate di allargare il più possibile la platea dei lavoratori soggetti ad accertamento ( per la semplice logica dei benefici superiore ai costi sostenuti per le visite), è importante che si intervenga per conoscere preventivamente i nominativi dei lavoratori e la loro relativa mansione individuati dall’Azienda per la comunicazione al medico competente per l’accertamento sanitario ; 4. in ogni caso si raccomanda di rivendicare con le Aziende la possibilità di ricercare mansioni alternative per i lavoratori che, anche per ragioni di “principio”, chiedono di non essere sottoposti all’accertamento e di segnalare immediatamente eventuali casi di “ sospensione “ del lavoratore in quanto non idoneo o solo parzialmente idoneo perché risultato positivo al test. ottobre 2008 – [email protected]
gennaio 2008 – www.filcemcuneo.it
Fondo pensione Complementare a Capitalizzazione per i lavoratori dell’industria
della gomma e cavi elettrici ed affini e delle materie plastiche
Associazione con personalità giuridica iscritta All’Albo dei Fondi Pensione con il n° 125.
Milano 10 ottobre 2008
CIRCOLARE N.36/ottobre 2008
Alle Aziende associate – loro sedi
c.a. Ufficio Amministrazione del
Personale
c.a. R.S.U. interne
Oggetto:
fondogommaplastica e la crisi dei mercati finanziari,
edizione speciale della Newsletter periodica
Si allega l’edizione speciale -ottobre 2008- della Newsletter del Fondo, in cui si
approfondisce il tema della recente crisi che ha colpito i mercati finanziari.
Vi preghiamo di dare alla pubblicazione la più ampia diffusione tra i lavoratori.
Il file in versione originale (a colori) è scaricabile dalla “home page” del sito
www.fondogommaplastica.it .
Grazie per la collaborazione.
Con i migliori saluti.
Il Presidente
(Mario Saltalamacchia)
Uffici Amministrativi: via G.B.Pirelli 16/B – 20124 Milano – tel. 02 67382452 – fax 02 6696596
E-mail [email protected] - http://www.fondogommaplastica.it - cod. fisc 97233020
Sede Legale: via S.Vittore, 36 – 20123 Milano
Pag.1 di 1 (oltre a 4 pagine in allegato)
Edizione
Speciale
news
Ottobre
2008
La crisi dei mercati finanziari: chi ha aderito ha fatto la scelta
giusta? Proviamo a fare due conti……………
Nel corso del 2008 si è manifestata una gravissima situazione di crisi dei mercati
finanziari. Originate dai cosiddetti subprime bonds statunitensi, le turbolenze si sono
estese al continente europeo e, al di là ed al di qua dell’oceano, hanno fatto vittime
illustri (istituti bancari di lunga e consolidata tradizione).
I principali mezzi di comunicazione -radio, tv, giornali-, nel commentare
l’eccezionalità della situazione, possono aver fatto sorgere il dubbio che l’adesione a
fondogommaplastica non sia stata una scelta opportuna.
Dobbiamo preoccuparci? Hanno fatto bene coloro che hanno preferito
mantenere il TFR in azienda?
Per rispondere a queste domande verifichiamo cosa è davvero accaduto finora nella
gestione finanziaria dei tre comparti di investimento (dati al 30 settembre 2008):
a fronte di perdite rilevantissime nei mercati azionari (oltre il 30% nel vecchio
continente, di poco inferiori nei mercati extraeuropei), l’entità dei ribassi accusati
dal Fondo nello stesso periodo si è dimostrata molto più contenuta.
Infatti mentre il Comparto Conservativo registra un modesto incremento
(+0,71%), il Comparto Bilanciato arretra di circa il 5,6% e solo il Comparto
dinamico, che ha un rilevante contenuto di azioni, accusa un ribasso marcato (14,6%), ma comunque significativamente inferiore a quello dei mercati di
riferimento.
Al contenimento delle performance al ribasso ha contribuito la forte
diversificazione degli investimenti operati dal Fondo e la logica prudenziale
seguita nella composizione dei patrimoni (in termini di emittenti -in larga misura
governativi-, di rating minimo, di aree geografiche).
se prendiamo in considerazione l’intero orizzonte temporale di attività del
Fondo (oltre sei anni comprendendo la precedente gestione monocomparto) la
rivalutazione complessivamente ottenuta è ancora positiva e complessivamente
in linea a quella del TFR in azienda (vedi tabella).
Unicamente nel comparto dinamico, peraltro costituito per i lavoratori più giovani,
che hanno un ampio orizzonte temporale per recuperare gli eventuali andamenti
congiunturali non favorevoli prima del pensionamento, le performance degli ultimi
mesi hanno pesato fortemente sul rendimento complessivo, portandolo ad un
livello inferiore a quello del TFR in azienda.
1
MAGGIO 2002 – SETTEMBRE 2008
Andamento quota del Fondo- TFR in azienda
Conservativo
cumulato
quota (A)
25,62
Bilanciato
21,46%
Dinamico
12,20%
Comparto
cumulato
TFR (B)
Medio
differenza
annuo
(A) – (B) Quota (C)
6,19%
3,67%
19,43%
2,03%
3,12%
-7,23%
1,83%
medio
annuo Differenza
tfr (D) (C) – (D)
0,82
2,84
0,27
-1,01
AVVERTENZA: i rendimenti passati non sono necessariamente indicativi di quelli
futuri. I rendimenti sopra evidenziati sono al netto dei costi gravanti indirettamente sugli aderenti e
degli oneri fiscali. Il rendimento del TFR è considerato ad agosto 2008, ultimo dato disponibile.
Considerare l’intero periodo di esistenza del Fondo permette inoltre di valutare
l’investimento effettuato in modo più distaccato e di comprendere come le
brusche oscillazioni verso l’alto o verso il basso, come nei primi 9 mesi di
quest’anno, hanno un impatto meno rilevante di quanto si possa pensare.
Infatti i versamenti mensili consentono un regolare acquisto di titoli in ogni fase
di mercato (positiva o negativa). Lo strumento previdenziale diventa simile ad un
piano di accumulo in cui, in termini complessivi, i titoli vengono comprati ad un
prezzo medio slegato dalle oscillazioni di mercato, che, in tal modo, vengono
efficacemente ammortizzate.
Quota comparto bilanciato
Quota media
M
S e ag g
t te io
m 20
G e b re 0 2
n n 20
M a io 02
S e ag g 20 0
t te io 3
m 2
G e b re 0 0 3
n n 20
M a io 03
S e ag g 20 0
t te io 4
m 2
G e b re 0 0 4
n n 20
M a io 04
S e ag g 20 0
t te io 5
m 2
G e b re 0 0 5
n n 20
M a io 05
S e ag g 20 0
t te io 6
m 2
G e b re 0 0 6
n n 20
M a io 06
S e ag g 20 0
t te io 7
m 2
G e b re 0 0 7
n n 20
M a io 07
S e ag g 20 0
t te io 8
m 20
b r 08
e
20
08
14 €
14 €
13 €
13 €
12 €
12 €
11 €
11 €
10 €
Il ribasso di mercato, infine, è una vera e propria perdita solo per l’associato
che, per qualsivoglia motivo (compresi lo switch di comparto e l’anticipazione),
liquidi la posizione. Per tutti gli altri, e ancor più per chi è lontano dalla pensione,
il ribasso assume connotati non negativi.
Infatti vi è la possibilità di comprare, a parità di versamento, un numero maggiore
di quote del Fondo, ponendo le basi per l’incremento della posizione
previdenziale nella successiva fase di rialzo.
Visualizziamo quanto detto con un esempio numerico:
Mesi
1
2
3
4
5
6
Valore quota
Versamento
unico
Quote
acquisite
Versamento
mensile
Quote
acquisite
40
1.200 €
30
25
15
20
25
30
200 €
200 €
200 €
200 €
200 €
200 €
5
6,67
8
13,33
10
8
Tot.
Quote
Valore
Posizione
30
750 €
51
1.275 €
2
Nella tabella si ipotizza di versare una somma di 1.200 euro:
− in unica soluzione nel primo mese;
− come avviene nel Fondo, per importi frazionati mensili.
In fasi di oscillazione dei mercati il versamento graduale permette l’attribuzione di
più quote (nell’esempio 51 anziché 30) e un rapido recupero delle congiunture
negative.
€ 45
valore quota
€ 40
valore quota media
€ 35
Valore medio della
quota: euro 25 con
versamento mensile
€ 30
€ 25
€ 20
€ 15
€ 10
€5
€0
1
2
3
4
5
6
• Alle considerazioni già svolte va aggiunto che l’adesione a fondogommaplastica
consente al lavoratore di beneficiare del contributo del datore di lavoro e dei
vantaggi fiscali previsti dalla legge.
Un ombrello protettivo davvero importante anche nelle condizioni di
mercato più sfavorevoli!!
Per comprendere tutto ciò è necessario confrontare l’ipotesi dell’adesione al
fondo con l’alternativa del mantenimento del TFR in azienda, utilizzando gli
orizzonti temporali già considerati ed aggiungendone un terzo (maggio 2002,
gennaio 2007, gennaio 2008).
Confronto ISCRITTO – NON ISCRITTO al 31 settembre 2008 *
Reddito annuo lordo : 20.000 €
* per la rivalutazione del TFR si considerano i coefficienti sino al 31agosto u.s., ultimi diramati alla data di redazione della
newsletter.
Contribuzione da maggio 2002 (dall’inizio della fase contributiva del Fondo)
Contributi versati a carico iscritto
Contributi versati a carico azienda
Contributi TFR (100%)
Totale contributi versati
ISCRITTO
1.360,33
1.360,33
8.867,83
11.588,50
Valore della posizione maturata presso il FONDO
Comparto
Conservativo
Bilanciato
Dinamico
12.537,17
12.041,04
11.090,97
NON
iscritto
Contributi a carico aderente
rimasti in busta paga al
lavoratore (netto tasse)
Contributi TFR (100%)
Rivalutazione TFR in azienda
Montante TOTALE
993,04
8.867,83
761,94
10.622,82
3
3
Contribuzione da gennaio 2007
Contributi versati a carico iscritto
Contributi versati a carico azienda
Contributi TFR (100%)
Totale contributi versati
ISCRITTO
371
371
2.418,50
3.160,50
Valore della posizione maturata presso il FONDO
Comparto
Conservativo
Bilanciato
Dinamico
3.166,74
2.995,79
2.747,43
NON
iscritto
Quota netta a carico aderente
rimasta in busta paga al
lavoratore
Contributi TFR (100%)
270,83
2.418,50
Rivalutazione TFR in azienda
Montante TOTALE
38,85
2.728,18
Contribuzione da gennaio 2008
Contributi versati a carico iscritto
Contributi versati a carico azienda
Contributi TFR (100%)
Totale contributi versati
ISCRITTO
159,00
159,00
1.036,50
1.354,50
Valore della posizione maturata presso il FONDO
Comparto
Conservativo
Bilanciato
Dinamico
1.351,97
1.315,12
1.256,27
NON
iscritto
Quota netta a carico aderente
rimasta in busta paga al
lavoratore
Contributi TFR (100%)
116,07
1.036,50
Rivalutazione TFR in azienda
Montante TOTALE
1.152,57
In conclusione, nonostante l’eccezionale crisi dei mercati finanziari, la scelta di
aderire al fondo ha sinora assicurato un patrimonio complessivo superiore
rispetto al mantenimento del TFR in azienda, a prescindere dal comparto di
investimento scelto.
4
Messaggio promozionale riguardante forme
pensionistiche complementari
Prima dell’adesione leggere la nota informativa
e lo Statuto
Via G.B. Pirelli 16/B
20124 Milano
Telefono: 0267382452
Fax:026696596
Sito internet: www.fondogommaplastica.it
Mail: [email protected]
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