COMUNE DI SERAVEZZA
Provincia di Lucca
Settore Gestione e tutela del territorio
───────────────────────────────
PIANO ATTUATIVO
DELL’AREA “DQ _ QUERCETA – HENRAUX”
DOCUMENTO PRELIMINARE
PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA PROCEDURA DI V.A.S.
(articolo 22, legge regionale n° 10/2010 e s.m.i.)
Il Funzionario Responsabile
Arch. Andrea Tenerini
Settembre 2012
1
Indice
1. La valutazione ambientale strategica
1.1. Riferimenti normativi nazionali e regionali
1.2. La verifica di assoggettabilità a VAS del piano attuativo
1.3. Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale
1.4. La valutazione del Regolamento Urbanistico vigente
1.5. L’autorità procedente e l’autorità competente
2. Sintesi dei contenuti del piano attuativo dell’area industriale e artigianale “Querceta –
Henraux”
2.1. Sintesi della scheda norma n° 3 del Regolamento urbanistico relativa all’area DQ
2.2. Il piano attuativo dell’area industriale e artigianale “Querceta –Henraux”
3. Previsioni del Piano Strutturale
4. Localizzazione e descrizione dell’area oggetto di piano attuativo
5. Coerenza del piano attuativo con le prescrizioni e gli indirizzi degli strumenti sovraordinati
5.1. Il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana
5.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca
5.3. Il Piano Strutturale del Comune di Seravezza
5.3.1. Coerenza con le risorse essenziali del territorio (Articoli 39 del P.S..)
5.4. Il Piano Regionale di Azione Ambientale
5.5. Il Piano Regionale della mobilità e della logistica
5.6. Coerenza con gli indirizzi e le prescrizioni della legge regionale 1/2005 e dei regolamenti
attuativi in merito alla sostenibilità ambientale degli interventi
5.7. Normative vigenti in tema ambientale pertinenti il piano attuativo dell’area industriale
e artigianale Querceta-Henraux
5.7.1. La risorsa acqua
5.7.2. La Risorsa aria
5.7.3. La Risorsa suolo
5.8. Il paesaggio e i beni architettonici
5.9. Il Sistema rifiuti
5.10. L’inquinamento acustico
5.11. Sistema energia e cambiamenti climatici
5.11.1. Cambiamenti climatici
5.11.2. Il Sistema energia
5.12. L’inquinamento elettromagnetico (radiazioni non ionizzanti)
6. Le previsioni del piano attuativo dell’area industriale artigianale Henraux rispetto alle norme
di attuazione del Regolamento Urbanistico e la valutazione degli effetti ambientali
6.1. La risorsa acqua
6.1.1. Azioni previste
6.2. La risorsa aria
6.2.1. Azioni previste
6.3. La risorsa suolo
6.3.1. Azioni previste
6.3.2. La fattibilità idraulica, geomorfologica e sismica
6.4. Paesaggio e beni architettonici
6.5. Sistema rifiuti e azioni previste
6.5.1.Cocciame e marmettola. CER010413
6.5.2. Piattelle abrasive CER010413
6.5.3. Carta e cartone
6.5.4. Olio motore esausto CER130208
6.5.5. Legname da imballaggi vari CER150103-170201-150106
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6.5.6. Erba e potature di piante CER200201
6.5.7. Granulato metallico CER120101
6.5.8. Rottami in ferro CER170405
6.5.9. Toner di stampa e cartucce esauste
6.5.10. Lame con taglio esauste CER010499
6.5.11. Adesivi e sigillanti di scarto CER080409 - Imballaggi in metallo CER150104 - Imballaggi
metallici contenenti sostanze pericolose CER150110 - Materiali assorbenti e filtranti CER150202150201 - Filtri sporchi d’olio CER160107- Resine mastici solventi adesivi induriti CER080409
6.5.12. Altri rifiuti
6.6. Inquinamento acustico
6.6.1. Azioni previste
6.7. Energia
6.7.1. Azioni previste
6.8. Inquinamento elettromagnetico
6.8.1. Azioni previste
6.9. Inquinamento luminoso
6.9.1. Azioni previste
7. Qualità della vita, della salute umana e aspetti socio economici
8. Sintesi degli effetti ambientali
9. Analisi degli effetti cumulativi e sinergici
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1. La valutazione ambientale strategica
1.1. Riferimenti normativi nazionali e regionali
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) indica un processo volto ad assicurare che nella
formazione e approvazione di un piano o di un programma, siano presi in considerazione gli impatti
significativi sull’ambiente che potrebbero derivare dall’attuazione dello stesso. La VAS serve per:
• capire se nella definizione dei contenuti del piano o programma siano stati tenuti in piena
considerazione gli effetti ambientali prevedibili;
• definire le scelte dello stesso piano o programma;
• individuare preventivamente gli effetti che deriveranno dall’attuazione del piano o del
programma;
• selezionare tra varie possibili soluzioni alternative quella maggiormente rispondenti
agli obiettivi dello sviluppo sostenibile;
• individuare le misure volte a impedire, mitigare o compensare l’incremento delle eventuali
criticità ambientali già presenti e i potenziali impatti negativi delle scelte operate.
La procedura di VAS serve a fornire gli elementi conoscitivi e valutativi per la formulazione delle
decisioni del piano e consente di documentare le ragioni poste a fondamento delle scelte
strategiche, sotto il profilo della garanzia della coerenza delle stesse con le caratteristiche e lo stato
dell’ambiente. La VAS è regolata dalle seguenti disposizioni legislative:
• Direttiva 2001/42/CE. La direttiva pone l’obiettivo di garantire un elevato livello di
protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali
durante l'elaborazione di piani o programmi;
• Normativa statale. In Italia la normativa di attuazione della direttiva comunitaria è
costituita dal D.Lgs 152/06 "Norme in materia ambientale" come modificato dal D.Lgs.
4/08, dal D.Lgs 128/10 e dal D.Lgs 129/10;
• Normativa regionale. In Toscana la VAS è parte integrante degli strumenti di pianificazione
territoriale e degli atti di governo del territorio, così come previsto all’art. 11 della l.r.
1/05 che, al comma 1, prevede che “gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti
di governo del territorio sono assoggettati al procedimento di valutazione ambientale
strategica (VAS) nei casi e secondo le modalità indicati dalla l.r. 12/02/10 n. 10 (…)”.
1.2. La verifica di assoggettabilità a VAS del Piano attuativo
Il comma 3 dell’ art. 5 della l.r. 10/10 stabilisce che “l’effettuazione della VAS è subordinata alla
preventiva valutazione (…) della significatività degli effetti ambientali” anche per i “piani e
programmi che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le relative modifiche che
definiscano o modifichino il quadro di riferimento per la realizzazione dei progetti”. Il piano
attuativo dell’area industriale e artigianale “Querceta - Henraux” prevede il potenziamento delle
strutture economiche e produttive esistenti, la riqualificazione degli edifici e delle attrezzature di
interesse socio-culturale, la riorganizzazione delle infrastrutture per la mobilità. In particolare
garantisce: l’adeguamento tecnico-morfologico delle strutture esistenti e degli impianti, con
particolare attenzione per quelle recenti e in efficienza produttiva; la riorganizzazione logistico
funzionale interna dell’azienda con particolare attenzione per i piazzali e i depositi; la nuova
costruzione di strutture ed edifici produttivi, anche in ampliamento di quelli esistenti; il recupero a
fini culturali, direzionali ed espositivi dei manufatti storici, nonché degli spazi aperti di pertinenza
per eventi culturali di livello internazionale. In questo quadro, al fine di favorire la presenza di
uomini di cultura, artisti e imprenditori provenienti da tutto il mondo, sono anche previsti
laboratori di scultura e tre appartamenti di rappresentanza, proprio all’interno del complesso
immobiliare.
In dettaglio, l’area oggetto d’intervento del piano attuativo è articolata in 3 comparti corrispondenti
ad aree tematiche omogenee ed in 18 unità minime d’intervento, ciascuna delle quali ha proprie
finalità, meglio specificate nella disciplina relativa ad ognuna di esse.
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Il presente documento preliminare illustra i contenuti del piano attuativo e fornisce le informazioni
e i dati necessari alla verifica dei possibili impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione
della stessa ai sensi all’articolo 22 della legge regionale n° 10/2010 e s.m.i., secondo i criteri
individuati nell’allegato 1 della medesima legge regionale.
Il documento preliminare va quindi a costituire una “fase preliminare” indispensabile per indagare
l’eventuale necessità di approfondimento degli effetti ambientali e per consentire l’attivazione di
forme di consultazione, sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione del piano attuativo,
tra l’autorità “procedente” e l’autorità “competente” oltre che con gli altri soggetti competenti in
materia ambientale.
L’allegato 1 della L.R. 10/2010 definisce i criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e
programmi. Essi sono:
1. Caratteristiche del piano attuativo tenendo conto dei seguenti elementi:
• in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti e
altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni
operative o attraverso la ripartizione delle risorse;
• in quale misura il piano o programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli
gerarchicamente ordinati;
• la pertinenza del piano o programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in
particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;
• i problemi ambientali relativi al piano o al programma;
• la rilevanza del piano o programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel
settore dell’ambiente.
2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto, in
particolare, dei seguenti elementi:
• probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti;
• carattere cumulativo degli impatti;
• natura transfrontaliera degli impatti;
• rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti);
• entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione
potenzialmente interessate);
• valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa delle speciali
caratteristiche naturali o del patrimonio culturale;
• superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite;
• utilizzo intensivo del suolo;
• impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o
internazionale.
1.3. Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale
I soggetti e gli enti con competenze ambientali individuati per il confronto e la concertazione sono i
seguenti:
a) Enti territorialmente interessati:
• Regione Toscana - Dipartimento politiche territoriali e ambientali;
• Provincia di Lucca - Settore Ambiente;
• Provincia di Lucca – Settore Urbanistica;
• Autorità di Bacino Toscana Nord;
• Genio Civile / Ufficio regionale per la tutela delle acque e del territorio di Lucca e
Massa Carrara;
b) Strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionalmente
interessati:
• ARPAT Dipartimento Provinciale di Lucca – Settore Versilia;
5
•
•
•
•
AUSL 12 Versilia - Igiene e sanità pubblica;
Autorità Idrica Toscana - Sede della Conferenza territoriale N° 1 Toscana Nord;
GAIA SpA;
ATO - Rifiuti.
1.4. La valutazione del Regolamento Urbanistico vigente
Il Regolamento Urbanistico del Comune di Seravezza, approvato nel 2009, contiene uno specifico
elaborato dedicato alle attività di valutazione integrata attraverso il quale:
• si dà conto della coerenza del Regolamento Urbanistico con il Piano Strutturale;
• le trasformazioni degli assetti ambientali, insediativi e infrastrutturali previste dal
Regolamento Urbanistico sono assoggettate a specifica valutazione di coerenza, verifica di
compatibilità, bilancio ambientale e a valutazione degli effetti territoriali e ambientali;
• in combinato con i contenuti perequativi, stabiliti dal Regolamento Urbanistico, viene
effettuato un bilancio per sistemi territoriali, sistemi funzionali, invarianti strutturali e
UTOE;
• sono indicate forme diverse di perequazione e compensazione per l’attribuzione a carico
dei soggetti attuatori degli interventi di trasformazione di oneri (monetari, di realizzazione
di opere, di cessione d’area) finalizzati alla qualità insediativa, ambientale, territoriale e
più in generale per la tutela del paesaggio.
Per l’attuazione dei progetti di trasformazione il Regolamento Urbanistico dispone che vengano
eseguite delle verifiche in ordine a:
• la compatibilità con il piano di classificazione acustica;
• la verifica dell’impatto prodotto da emissioni inquinanti in atmosfera ed acustiche (…);
laddove l’intervento produca incremento di traffico, preveda l’adeguamento della viabilità
o realizzazione di viabilità (…) nonché un’articolazione multifunzionale del sistema della
mobilità anche tramite la creazione di piste ciclabili e percorsi pedonali (…);
• la disponibilità della risorsa idrica;
• l’allaccio alla rete della fognatura pubblica dando anche atto, sentite le competenti
Autorità, dell’adeguatezza della rete fognaria;
• il ricorso alle fonti rinnovabili di energia ai fini del risparmio energetico;
• la previsione di eventuali aree necessarie a soddisfare le esigenze di raccolta, differenziata
e non, dei rifiuti prodotti;
• la valutazione sull’esposizione in caso di presenza di campi elettromagnetici.
Sempre all’interno delle aree di trasformazione, il Regolamento Urbanistico prevede specifiche
direttive per la qualità degli spazi e degli interventi pubblici, per la promozione della bioedilizia e
dell’uso di fonti energetiche rinnovabili, queste ultime nel rispetto delle “Linee guida per la
valutazione della qualità energetica ed ambientale degli edifici in Toscana di cui alla DGRT 322/05
come modificata dalla DGRT 218/06”.
Il “Rapporto di valutazione integrata” del Regolamento Urbanistico ha verificato i livelli di
compatibilità e di coerenza delle trasformazioni, stabilendo delle prescrizioni operative che sono
vincolanti e non derogabili per la realizzazione degli interventi. Tali prescrizioni sono riferite a:
• la fattibilità idraulica, geomorfologica e sismica, con indicazioni e prescrizioni volte a
evitare la vulnerabilità delle risorse eventualmente interessate;
• le modalità operative per la realizzazione degli spazi pubblici e altre misure di
compensazione a carico dei proponenti (quali la cessione gratuita di aree per standard
urbanistici e la contestuale realizzazione delle opere di urbanizzazione, la costruzione e
cessione gratuita di alloggi, ecc.);
• le eventuali misure di perequazione da realizzare a carico dei proponenti anche in
partizioni spaziali esterne;
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•
le misure di mitigazione da realizzare a carico dei proponenti e le eventuali ulteriori
indicazioni tipologiche e morfologiche di dettaglio.
La verifica di assoggettabilità tiene conto delle valutazioni già fatte dal Piano Strutturale e dal
Regolamento Urbanistico e provvede ad integrare tali studi alle mutate condizioni legislative nel
frattempo pervenute, in specifico al nuovo Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione
Toscana.
1.5. L’autorità procedente e l’autorità competente
In osservanza di quanto disposto con il citato D.Lgs. n. 152/2010 in coerenza con gli indirizzi
applicativi e in analogia con gli atti deliberativi della regione Toscana (D.G.R.T.
n. 87/2009,
Allegato A, Parte A), con deliberazione del Consiglio Comunale n. 17 del 10 Febbraio 2010 erano
stati individuati il Consiglio Comunale e la Giunta Comunale rispettivamente quale autorità
procedente e quale autorità competente per i piani e i programmi da assoggettare a VAS.
La definizione di “autorità competente” e “autorità procedente” contenuta all’art. 4, lett. h) e i),
della legge regionale n° 10/2010 è stata successivamente modificata dalla legge regionale n° 6 del
17 febbraio 2012 nei termini che seguono:
• “autorità competente: è la pubblica amministrazione o l’organismo pubblico individuati
all’art. 12, cui compete l’adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità,
l’espressione del parere motivato e che collabora con l’autorità precedente o con il
proponente il piano o programma nell’espletamento delle fasi relative alla VAS”;
• “autorità procedente: la pubblica amministrazione che elabora ed approva il piano
programma soggetto alle disposizione della legge regionale n°10/2010 e s.m.i., ovvero,
ove il piano o programma sia elaborato dal soggetto di cui alla lettera l) dell’art. 4 della
legge regionale n°10/2010 (proponente) la Pubblica Amministrazione che approva il piano
programma medesimo”;
la medesima legge regionale n°6 del 17 febbraio 2012 ha chiarito, con il novellato, art. 12 che
l’Autorità competente è individuata nel rispetto dei principi generali stabiliti dalla normativa statale
e che la stessa deve possedere i seguenti requisiti:
a) separazione rispetto all’autorità procedente;
b) adeguato grado di autonomia;
c) competenza in materia di tutela, protezione e valorizzazione ambientale e di sviluppo
sostenibile.
Sulla base di ciò con Delibera della Giunta Comunale n° 93 dell’11 Luglio 2012 è stato individuato
quale autorità competente un apposito gruppo tecnico costituito da tre membri interni
all’Amministrazione Comunale composto da:
• l’Ingegnere responsabile del settore Lavori Pubblici e Ambiente;
• un Ingegnere istruttore dei Lavori Pubblici e Ambiente;
• un Geometra responsabile del procedimento delle Autorizzazioni Paesaggistiche del
settore Lavori Pubblici e Ambiente.
2. Sintesi dei contenuti del piano attuativo dell’area industriale e artigianale “Querceta –
Henraux”
2.1. Sintesi della scheda norma n° 3 del Regolamento urbanistico relativa all’area DQ
L’area industriale artigianale DQ “Querceta – Henraux” è posta nel vigente Regolamento
Urbanistico all’interno dell’UTOE n° 4 di Querceta. L’articolo 33 delle Norme dell’atto di governo del
territorio stabiliscono che gli interventi di riorganizzazione funzionale del complesso produttivo
siano definiti da un apposito piano attuativo. La scheda norma n° 3 allegata alle Norme del
Regolamento Urbanistico, relativa alla zona, fissa le seguenti disposizioni, parametri e prescrizioni:
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Disposizioni generali:
Ambito territoriale di riferimento:
Tipo di zona e identificazione:
Denominazione e localizzazione:
Obiettivi e finalità:
Modalità di attuazione:
Interventi ammessi:
U.T.O.E. 4 “Querceta”
DQ - area industriale e artigianale soggetta a Piano
attuativo di iniziativa privata.
Area Industriale e Artigianale di “Querceta - Henraux”.
La tutela e la salvaguardia culturale, economica e sociale
del patrimonio costituito dall’area industriale della “Soc.
Henraux”. Essa rappresenta il principale “simbolo”, a scala
territoriale caratterizzante la città, in quanto fondamentale
matrice di riferimento storico-funzionale connotante lo
sviluppo urbano dell’insediamento. Il P.A. dovrà prevedere
il potenziamento delle strutture produttive esistenti per lo
sviluppo delle attività economiche connesse, la
riqualificazione degli edifici e delle attrezzature di interesse
socio-culturale, la riorganizzazione delle infrastrutture per
la mobilità. In particolare dovrà essere garantito:
l’adeguamento tecnico - morfologico delle strutture
esistenti e degli impianti, con particolare attenzione per
quelli recenti e in efficienza produttiva; la riorganizzazione
logistico – funzionale interna dell’azienda con particolare
attenzione per i piazzali e i depositi; la nuova costruzione di
strutture ed edifici produttivi, anche in ampliamento di
quelli esistenti; il recupero a fini culturali, direzionali ed
espositivi dei manufatti storici, nonché degli spazi aperti di
pertinenza. In questo quadro è ammesso il mantenimento
delle residuali funzioni residenziali esistenti.
Piano attuativo art. 65 l.r. 1/05 con i contenuti di cui all’art.
67 e in particolare all’art. 73 (P.d.R.) della stessa legge
regionale.
Fino alla Ristrutturazione Urbanistica di cui all’art. 78 l.r.
1/05 – comma 1- lettera f) e Addizioni volumetriche di cui
all’art. 78 l.r. 1/05 - comma 1- lettera g) così come definite
all’art. 18 del R.U. fino a un massimo del 30% della S.U.L.
esistente da aggiungersi ai parametri urbanistici ed edilizi
indicati alle sezione successiva. Tale addizione volumetrica
è ammessa anche con la Ristrutturazione Urbanistica. È
consentito il recupero ( a parità di S.U.L. esistente) delle
aree e degli antichi edifici (palazzina uffici, officina,
segheria) a “polo culturale” con destinazione d’uso
congressuale, museale, espositiva, culturale e didattica
compreso spazi di ristorazione e mensa nonché servizi
funzionali a tali attività.
Principali parametri urbanistici ed edilizi :
Superficie Coperta massima:
3.000 mq. oltre l’esistente e le addizioni ammesse.
Superficie Utile Lorda massima
ammessa:
3.000 mq. oltre all’esistente e alle addizioni ammesse.
Altezza massima consentita:
10,50 ml.
Rapporto di copertura massimo:
0,70 mq/mq di S.f.
Destinazioni d’uso ammesse:
Produttivo/Artigianale; residenziale (limitatamente agli
immobili a destinazione residenziale esistente); direzionale,
8
culturale, espositivo e di servizio (limitatamente agli antichi
edifici).
Prescrizioni, spazi pubblici e misure di compensazione:
Viabilità pubblica:
Cessione della superficie indicata nella cartografia del R.U.
per la realizzazione della viabilità di collegamento tra le due
rotonde di nuova previsione nelle vicinanze, di iniziativa
pubblica.
Ulteriori misure della valutazione integrata:
Misure di mitigazione:
Vedi in particolare la specifica “Scheda prescrittiva di
valutazione integrata delle trasformazioni” (elaborato 4.c
del quadro progettuale)
Disposizioni per la redazione delle In sede di predisposizione del Piano attuativo si prescrive di
indagini geotecniche a supporto del indicare dettagliatamente la pericolosità dell’area da un
P.A. e della progettazione esecutiva: punto di vista sismico, geomorfologico ed idraulico,
secondo le indicazioni delle Tavole dell’Elaborato 6.2. In
relazione ad essa dovrà essere determinata la fattibilità
degli interventi previsti dal piano secondo l’art. 87 delle
N.T.A. del presente R.U. e dovranno essere osservate le
prescrizioni e le limitazioni di cui agli artt. 87 e 88 delle
stesse N.T.A.
Prescrizioni inerenti la fattibilità e la Vedi specifica scheda della relazione geologico-tecnica a
compatibilità degli interventi:
supporto del R.U.
Fig. 1. Il complesso industriale artigianale Henraux – Foto aerea (fonte Bing Maps)
9
2.2. Il piano attuativo dell’area industriale e artigianale “Querceta –Henraux”
L’intera area di proprietà della Soc. Henraux Spa - individuata nel vigente Regolamento Urbanistico
comunale, all’interno degli insediamenti di impianto moderni e contemporanei, come “area
industriale e artigianale Querceta-Henraux (DQ)” - è soggetta a Piano attuativo di iniziativa privata.
Come sinteticamente delineato in precedenza l’area rappresenta uno dei principali simboli, a scala
territoriale caratterizzanti il territorio di Seravezza, in quanto fondamentale matrice di riferimento
storico-funzionale connotante lo sviluppo urbano dell’insediamento della pianura.
In conseguenza di ciò e sulla base di quanto stabilito dall’articolo 33 delle “Norme e regole di
governo, gestione e attuazione”, del Regolamento Urbanistico e dalla specifica Scheda Norma del
medesimo atto di governo del territorio, il Piano attuativo prevede il potenziamento delle strutture
economiche connesse all’impianto produttivo, la riqualificazione degli edifici e delle attrezzature di
interesse socio-culturale e la riorganizzazione delle infrastrutture per la mobilità.
In coerenza con gli strumenti sovraordinati il piano, in particolare, garantisce:
• l’adeguamento tecnico-morfologico delle strutture esistenti e degli impianti, con
particolare attenzione per quelle recenti e in efficienza produttiva;
• la riorganizzazione logistico funzionale interna dell’azienda con particolare attenzione per i
piazzali e i depositi;
• la nuova costruzione di strutture ed edifici produttivi, anche in ampliamento di quelli
esistenti;
• il recupero a fini culturali, direzionali ed espositivi dei manufatti storici, nonché degli spazi
aperti di pertinenza per eventi culturali di livello internazionale.
In questo quadro, al fine di favorire gli elementi culturali caratterizzanti la produzione di materiale
ad alto valore artistico, all’interno del complesso immobiliare, sono anche previsti laboratori di
scultura e tre atelier-soggiorno di rappresentanza.
Nello specifico, l’area oggetto d’intervento del Piano attuativo è articolata in tre sub-comparti
corrispondenti ad aree tematiche omogenee ed in diciotto unità minime d’intervento (UMI),
ciascuna delle quali caratterizzata da proprie finalità, meglio specificate nella disciplina relativa. I tre
sub-comparti e le 18 UMI, sono:
• Sub-comparto 1, corrispondente all’area della cultura comprendente le UMI relative:
1. alla ex palazzina degli uffici da destinare a museo, biblioteca, uffici, atelier-soggiorno di
rappresentanza e relativi servizi, con annessa area a parcheggio e giardino;
2. all’ex ufficio tecnico, da adibire a mensa e ristorante con i relativi servizi e pertinenze,
quali cucina, dispensa, spogliatoi, ecc.;
3. al vecchio padiglione della segheria da adibire a laboratorio di scultura, studi degli artisti,
attività espositive e, in parte, a giardino;
4. all’edificio della vecchia officina da adibire a sala convegni e relativi servizi e pertinenze,
con annessa area a parcheggio.
• Sub-comparto 2, corrispondente all’area dei servizi amministrativi comprendente le UMI
relative:
5. all’archivio;
6. agli uffici direzionali, finanziari e tecnici del complesso produttivo.
• Sub-comparto 3, corrispondente all’area produttiva, comprendente le UMI relative:
7. all’officina;
8. all’area d’ingresso esistente, con portineria e altre pertinenze;
9. agli impianti tecnici;
10. al laboratorio di lavorazione del marmo;
11. al laboratorio di segagione del marmo;
12. ad un altro laboratorio di lavorazione del marmo;
13. alla sala campionario e laboratorio;
14. al laboratorio di finitura, detto “la moschea”;
10
15. agli impianti tecnici e alla cabina elettrica;
16. alla nuova area d’ingresso lato ferrovia e ad altre pertinenze;
17. al piazzale di stoccaggio e ai laboratori di taglio del marmo;
18. all’area da cedere alla Amministrazione Comunale ai fini della realizzazione di un breve
tratto stradale di interesse strategico.
Le disposizioni normative generali e quelle dettate per ogni UMI, indicano i dati dimensionali
esistenti e di progetto, le categorie di intervento, la destinazione d’uso ed eventuali prescrizioni di
dettaglio, il tutto in conformità con quanto disposto dall’articolo 33 delle “Norme e regole di
governo, gestione e attuazione”, del Regolamento Urbanistico, dalla specifica Scheda Norma (n° 3),
e dalla scheda di valutazione integrata del medesimo atto di governo del territorio.
Fig. 2. Regolamento Urbanistico vigente (estratto)
L’area industriale artigianale Henraux (DQ) nel contesto dell’abitato di Querceta
11
Fig. 3. Piano attuativo area Henraux – Planimetria indicativa con individuazione delle UMI
12
Fig. 4. Regolamento Urbanistico vigente (estratto) - L’area industriale artigianale Henraux (DQ)
Fig. 5. Ricostruzione grafica tridimensionale del complesso Henraux
13
3. Previsioni del Piano Strutturale
Nella scheda dell’U.T.O.E. n° 4, Querceta-Marzocchino, del Piano Strutturale sono indicate le
direttive e gli indirizzi di carattere strategico e riportate le prescrizioni operative relative all’area
Henraux .
Secondo quanto disposto dall’atto della pianificazione territoriale del Comune di Seravezza sono
direttive ed indirizzi di carattere strategico e prescrizioni operative da definire e garantire nel
Regolamento Urbanistico con apposita disciplina e mediante specifiche localizzazioni e previsioni di
zona:
[…] La tutela e la salvaguardia culturale, economica e sociale del patrimonio costituito dall’area
industriale della “Soc. Henraux”, che rappresenta il principale “simbolo”, a scala territoriale
caratterizzante la città, in quanto fondamentale matrice di riferimento storico-funzionale
connotante lo sviluppo urbano dell’insediamento, anche mediante un sistema integrato di progetti
e azioni che favoriscano il potenziamento delle strutture produttive esistenti e lo sviluppo delle
attività economiche connesse, la riqualificazione degli edifici e delle attrezzature di interesse socioculturale, la riorganizzazione delle infrastrutture per la mobilità, l’integrazione […].
A tale proposito si dovrà:
• attivare forme di collaborazione con la proprietà Henraux al fine di definire, in sede di
Regolamento Urbanistico, una normativa, sul patrimonio edilizio esistente e su quello di nuovo
impianto, idonea ad agevolare il piano di sviluppo produttivo dell’azienda per dare un impulso
positivo a tutti i settori legati alla lavorazione del marmo;
• potenziare le infrastrutture di supporto attraverso la riorganizzazione dell’area terminal
adiacente alla stazione ferroviaria, la sistemazione della rete viaria anche mediante la
realizzazione di nuovi tratti stradali, la risoluzione dei vicini snodi viari che garantisca una rapida
ed agevole comunicazione con le principali arterie di accesso al casello autostradale ed
all’Aurelia in modo da ridurre al minimo le interferenze con gli insediamenti esistenti […].
Fig. 6. Piano Strutturale – Quadro conoscitivo - Carta dell’assetto insediativo (estratto)
14
Fig. 7. Piano Strutturale – Quadro progettuale - Carta dei Sistemi funzionali e delle UTOE (estratto)
Fig. 8. Piano Strutturale – Quadro progettuale - Carta delle criticità e mitigazioni (estratto)
15
4. Localizzazione e descrizione dell’area oggetto di piano attuativo
L’area industriale e artigianale “Querceta - Henraux” è situata nel Comune di Seravezza in località
Querceta, all’interno dell’isolato formato dall’area terminal della Stazione di Querceta, da Via
Deposito, da Via Provinciale della Marina e da Via Seravezza. L’area interessata dal piano attuativo
si estende su una superficie rilevata di mq. 48.330,56.
Catastalmente l’area è individuata dai mappali n. 1173, 1174 e 547 del foglio n° 38.
Sotto il profilo urbanistico il complesso Henraux si collocata in un’area strategica di vasta
dimensione, interna al centro abitato di Querceta. Geograficamente, l’area oggetto del piano
attuativo è posta nella parte centrale della piana apuo-versiliese, a poche centinaia di metri dai
primi rilievi collinari delle Alpi Apuane, in una zona avente una quota assoluta di circa 18,30 - 19,20
metri s.l.m.. I terreni affioranti sono costituiti da depositi alluvionali attuali e recenti, composti da
ghiaie miste sabbia e ghiaie cementate.
Figg. 9a-c. Area Henraux – vedute aeree dell’attuale complesso produttivo
16
5. Coerenza del piano attuativo con le prescrizioni e gli indirizzi degli strumenti
sovraordinati
5.1. Il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana
Si riportano di seguito i principali elementi di coerenza del piano attuativo con il Piano di Indirizzo
Territoriale della Regione Toscana implementato per la disciplina paesaggistica, in attuazione del
Codice dei Beni Culturali, adottato dal C.R. con delibera n° 32 del 16 giugno 2009.
Articolo
Articolo 7 (stralcio).
La “città policentrica
toscana” - Direttive
per dotare la “città
toscana” della capacità
di offrire accoglienza
organizzata e di qualità
per l’alta formazione e
la ricerca.
Contenuti pertinenti
La Regione
promuove
l’offerta della
migliore e più congrua accoglienza per chi
voglia compiere un’esperienza educativa,
didattica, di ricerca e di specializzazione
professionale.
Articolo 9, comma 4
(stralcio).
La “città policentrica
toscana” - prescrizioni
correlate.
Fasce di rispetto di m. 30 dalla rotaia più vicina
Articolo 9, comma 7
(stralcio).
La “città policentrica
toscana” - prescrizioni
correlate.
Preventiva o contestuale realizzazione di nuove
e congruenti infrastrutture stradali
Articolo 18, commi 1 e
3.
Assicurare il consolidamento e lo sviluppo della
presenza industriale in Toscana […]
privilegiando funzioni idonee ad assicurare la
durevole permanenza territoriale delle attività
produttive, ovvero, in alternativa di attività
attinenti alla ricerca, alla formazione e alla
innovazione tecnologica.
Coerenza
☺
☺
☺
☺
Articolo 19, lettere a, b,
d.
La Regione promuove la massima diffusione
delle fonti rinnovabili di energia. Ai fini del
conseguimento
della piena
efficienza
produttiva degli impianti
necessari alla
produzione di fonti energetiche rinnovabili e
della tutela delle risorse naturali e dei valori
paesaggistici
del territorio toscano, la
localizzazione e la realizzazione degli impianti
stessi avrà luogo ai sensi dell'articolo 10,
comma 2, della l.r. 1/05, sulla base delle
determinazioni del Piano di Indirizzo
17
☺
Note
Il piano prevede il recupero
di edifici e aree da destinare
ad attività di ricerca e allo
sviluppo
delle
attività
artigianali e artistiche del
settore
del
marmo,
prevedendo un vero e
proprio
polo
culturale
all’interno
dell’area
produttiva con alloggio
riservato ad artisti e
studiosi.
Il piano rispetta la distanza
minima dei m. 30 dalla
rotaia più vicina (lato nordoccidentale dell’area) anche
per gli ampliamenti degli
edifici esistenti.
Una porzione dell’area del
piano attuativo è destinata
ad essere ceduta al Comune
per la realizzazione di una
importante infrastruttura
stradale,
ai
fini
del
miglioramento
della
mobilità su gomma.
Il piano attuativo prevede il
consolidamento
e
lo
sviluppo
dell’area
produttiva
esistente,
storicamente
connotata
dalla presenza delle attività
di lavorazione del marmo,
intervenendo su gli edifici
suscettibili di riuso e
destinazione, con possibilità
di
ampliamento
delle
superfici destinate alla
lavorazione e con recupero
di aree e edifici da destinare
alla cultura e alla ricerca
artistica.
Il piano attuativo prevede il
risparmio
delle
risorse
idriche dettando norme sul
risparmio idrico stesso,
raccolta di acque meteoriche
e altri accorgimenti tecnici e
tecnologici.
Articolo 19, comma 1,
lettera e)
Energetico
Regionale
previa
specifica
valutazione integrata a norma del piano
paesaggistico regionale di cui al presente PIT e
dei vincoli previsti dalla normativa nazionale e
regionale.
Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli
atti di governo del territorio, nonché gli atti
regolamentari specifici dei comuni, disciplinano
l'installazione di impianti solari termici (…).
☺
Il piano attuativo prevede la
realizzazione di impianti
solari tecnici e fotovoltaici
sulle
coperture
degli
stabilimenti esistenti e su
quelli di nuova realizzazione.
5.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca
Il piano attuativo non contiene nuove o diverse previsioni rispetto a quelle del Piano Strutturale e
del Regolamento Urbanistico del Comune di Seravezza, la coerenza dei quali è stata oggetto di
valutazione con il P.T.C..
5.3. Il Piano Strutturale del Comune di Seravezza
Le interazioni e la compatibilità con la disciplina statuaria del Piano Strutturale sono:
• Sistema territoriale di appartenenza: Sistema della Piana Versiliese;
• Subsistema territoriale di appartenenza: Subsistema della pianura della Versilia Storica;
• Utoe di appartenenza: n° 4 “Querceta – Marzocchino”;
• Sistemi e subsistemi funzionali interessati: Sistema funzionale della crescita sociale e
cultura della comunità; Subsistema delle tradizioni e della memoria storica - Beni, edifici
e manufatti da riqualificare.
5.3.1. Coerenza con le risorse essenziali del territorio (Articoli 39 del P.S..)
L’articolo 39 del Piano Strutturale definisce gli elementi per la valutazione ambientale degli atti di
Governo del Territorio. Nel caso del piano attuativo dell’area Henraux non sono stati riscontrate
azioni del piano attuativo che incidono sulle risorse essenziali per le quali risulta necessaria una
valutazione di coerenza.
5.4. Il Piano Regionale di Azione Ambientale
Con Delibera n. 1176 del 28 dicembre 2010 la Giunta regionale ha approvato il Piano
Regionale della Prevenzione (PRP) 2010-2012. Il documento si allinea a quanto previsto dal
Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, emanato con Intesa Governo-Regioni-Province
autonome del 29/04/2010. A livello regionale i contenuti del Piano hanno un diretto collegamento
con quanto stabilito dal Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010 ed in particolare con due
obiettivi in esso contenuti: integrazione dell’ambiente con altre politiche regionali e relazione tra
ambiente e salute.
Il Piano regionale di azione ambientale 2007-2010 risulta strumento attuativo delle scelte
strategiche del PSR 2006-2010 e contribuisce a perfezionare il processo di convergenza tra gli
strumenti della programmazione e dello sviluppo e quelli del governo del territorio, che hanno nella
sostenibilità ambientale il denominatore comune. La finalità del Piano regionale di azione
ambientale è pertanto di tendere da un lato alla conservazione delle risorse ambientali e
dall’altro a valorizzare le potenzialità locali di sviluppo.
Nell’ambito della programmazione regionale, il PRAA promuove l’integrazione con le principali
politiche regionali in grado di incidere in maniera rilevante sulle risorse ambientali, e in
particolare: le politiche sanitarie; le politiche industriali; le politiche della mobilità; le politiche
agricole e forestali; le politiche del mare e della costa; le politiche della montagna; le politiche del
turismo; le politiche dell’istruzione.
In accordo con questi indirizzi, l’intervento della Regione nell’economia toscana è volto a
coniugare dinamismo e competitività favorendo lo sviluppo di politiche innovative e collegamenti
18
con il contesto nazionale ed europeo, in una prospettiva di sviluppo sostenibile.
5.5. Il Piano Regionale della mobilità e della logistica
Il Piano regionale dei trasporti (PRIT) risale individua le strategie di sviluppo così riassumibili:
1. assicurare una mobilità di persone e merci ambientalmente sostenibile,
- riequilibrando e integrando i vari modi di trasporto;
- ottimizzando l’uso delle infrastrutture ed eliminandone le strozzature;
- promuovendo l’innovazione tecnologica;
2. porre i cittadini al centro della politica dei trasporti
- assicurando adeguate condizioni di accessibilità alle funzioni distribuite sul territorio ed ai
servizi pubblici di trasporto;
- rendendo l’utente consapevole dei costi;
- migliorando la sicurezza;
3. sviluppare una governance efficace,
- promuovendo la cooperazione di tutti gli attori decisivi ai fini del successo delle politiche
nel campo della mobilità.
Il Piano stabilisce inoltre una serie di obiettivi qualificanti che presuppongono, per essere
pienamente conseguiti, un coordinamento e una sinergia con le politiche generali e di settore che
concorrono al governo del territorio: la mobilità è infatti in larga misura determinata dalla
distribuzione delle funzioni sul territorio. A tal fine assume particolare rilievo una integrazione del
Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) per raccordare gli obiettivi delle politiche della mobilità con i
contenuti degli atti di governo del territorio degli enti locali, definendo indirizzi, direttive e
prescrizioni con le finalità di:
- garantire interrelazioni e raccordi tra le direttrici infrastrutturali individuate dal presente
Piano e la rete infrastrutturale di interesse provinciale e comunale allo scopo di assicurare
la continuità del sistema generale della mobilità;
- considerare i Piani Urbani della Mobilità e i Piani Urbani del Traffico come elementi
essenziali degli strumenti urbanistici comunali e con loro funzionalmente integrati per
ambiti caratterizzati da maggiore criticità in termini di modalità;
- individuare, attraverso gli strumenti di governo del territorio, azioni finalizzate a liberare
da funzioni impropriamente localizzate le direttrici stradali urbane esistenti ritenute
essenziali per il potenziamento del servizio di trasporto collettivo, per la mobilità ciclabile
e per la fluidificazione del traffico;
- implementare il sistema dei parcheggi pubblici e pertinenziali per recuperare le sedi viarie
esistenti alla loro primaria funzione;
- contenere la ulteriore crescita della mobilità privata indotta da uno squilibrato rapporto fra
servizi diffusi a scala locale negli insediamenti e grandi strutture polarizzanti;
- promuovere l'uso delle reti immateriali di servizi;
- definire criteri per valutare la sostenibilità ambientale e di relazione con gli insediamenti
delle nuove previsioni infrastrutturali;
- salvaguardare la potenzialità di trasporto delle infrastrutture a valenza sovracomunale
anche in relazione di carichi indotti da nuove funzioni ed insediamenti;
- salvaguardare i valori territoriali, ambientali e paesaggistici fruiti dagli utenti delle
infrastrutture di trasporto;
- individuare le metodologie da applicare per l'analisi e la valutazione degli effetti indotti
dalle trasformazioni del territorio in generale e degli sviluppi insediativi in particolare per
verificarne la compatibilità con il livello di servizio delle infrastrutture.
5.6. Coerenza con gli indirizzi e le prescrizioni della legge regionale 1/2005 e dei
regolamenti attuativi in merito alla sostenibilità ambientale degli interventi
Come prescritto dal D.P.G.R. 9 febbraio 2007, n. 2/R (Regolamento di attuazione dell’articolo 37,
comma 3, della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 - Disposizioni per la tutela e valorizzazione degli
insediamenti) al Capo V - Salubrità degli immobili e del territorio, l’edilizia sostenibile ed il
contenimento energetico, “i comuni incentivano l’edilizia sostenibile, nel rispetto delle linee guida
19
tecnico-costruttive emanate dalla Regione ai sensi dell’articolo 145, comma 1 della l.r. 01/2005, che
individuano e definiscono uno standard di valutazione della qualità ed i regolamenti edilizi
comunali individuano soluzioni tecnologiche volte a favorire l’uso razionale delle risorse
ambientali”.
DPGR
2/R
Art. 1
Art. 3
Titolo Articolo
CONTENUTI PERTINENTI
Disposizioni per la tutela e
la valorizzazione degli
insediamenti.
(…) 2. I parametri e gli indirizzi di
cui al c. 1 sono diretti a garantire
che tutti gli interventi di
trasformazione del territorio siano
compiuti nel rispetto dei requisiti
di qualità urbana, ambientale,
edilizia e di accessibilità al fine di
prevenire e risolvere i fenomeni di
degrado. Essi riguardano, in
particolare:
a) la dotazione di infrastrutture
per la mobilità, parcheggi, verde
urbano e di connettività urbana,
percorsi pedonali e ciclabili,
infrastrutture per il trasporto
pubblico, arredo urbano ed altre
opere di urbanizzazione primaria;
b) la qualità e la quantità degli
interventi
realizzati
per
il
contenimento
dell’impermeabilizzazione del
suolo, il risparmio idrico, la
salvaguardia e la ricostruzione
delle riserve idriche anche
potenziali;
c) la dotazione di reti differenziate
per lo smaltimento e per
l’adduzione idrica, nonché il
riutilizzo delle acque reflue;
d) la salubrità degli immobili e del
territorio,
il
contenimento
energetico, il rispetto dei requisiti
di fruibilità, accessibilità e sicurezza
degli insediamenti per ogni
tipologia di utenza.
Disposizioni e criteri
generali per la qualità degli
insediamenti.
1. Nella definizione degli strumenti
della pianificazione territoriale e
degli atti di governo del territorio, i
comuni
individuano quale
obiettivo strategico l’incremento
della
qualità del patrimonio insediativo,
tenendo conto delle esigenze e
delle dotazioni necessarie a
riequilibrare e qualificare gli
insediamenti
esistenti,
con
particolare riferimento alle nuove
previsioni, agli interventi di
trasformazione o di riqualificazione
urbanistica.
2. L’obiettivo di cui al c. 1 è
perseguito attraverso la definizione
20
Coerenza
☺
☺
Note
Le norme generali del
Regolamento Urbanistico
e la specifica disciplina
del
piano
attuativo
dell’area
artigianale
industriale di QuercetaHenraux
- Zona DQ –
Scheda di Norma n. 3,
l’intervento
di
potenziamento
delle
strutture
produttive
esistenti per lo sviluppo
dell’attività economiche
connesse e il recupero ai
fini culturali direzionali
espositivi dei manufatti
storici. In particolare è
previsto:
a)
unitamente
agli
interventi privati dovrà
essere
garantita
la
contestuale realizzazione
delle
opere
di
urbanizzazione primaria.
In particolare per la
viabilità pubblica:
1. il completamento della
rete
fognaria
e
la
realizzazione della rete di
illuminazione
pubblica
lungo la Via Deposito;
2. la cessione della
superficie
per
la
realizzazione della viabilità
di collegamento tra le due
rotonde in aderenza del
cavalcaferrovia.
Le previsioni insediative
del
Regolamento
Urbanistico
pongono
particolare attenzione alla
qualità del patrimonio
insediativo e alle esigenze
delle
dotazioni
necessarie a qualificare gli
insediamenti.
Nello
specifico il P di R dell’ex
Olimpia che prevede una
trasformazione
urbanistica, rientra nella
strategia
di
riqualificazione
degli
insediamenti
sopra
richiamati. A tal fine sono
Art. 9
Art. 16
Art. 17
Componenti
essenziali
della
qualità
degli
insediamenti.
Contenimento
dell’impermeabilizzazione
del suolo nella costruzione
di nuovi edifici.
Interventi
per
il
contenimento
dell’impermeabilizzazione
del suolo negli spazi urbani.
di
indicatori
del
livello
di qualità, da conseguire attraverso
progetti specifici o più ampi
programmi
di
intervento
per l’incremento della qualità
urbana e assicurando, in ogni caso,
il rispetto delle disposizioni del
regolamento emanato ai sensi
dell’art. 75 della l.r.1/2005 ed,
altresì, degli standard previsti dal
DM 2/04/1968, n.1444 (Limiti
inderogabili di densità edilizia, di
altezza, di distanza fra i fabbricati e
rapporti massimi tra spazi destinati
agli insediamenti residenziali e
produttivi e spazi pubblici o
riservati alle attività collettive, di
verde pubblico o a parcheggi da
osservare ai fini della formazione
dei
nuovi
strumenti
urbanistici o della revisione di
quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17
della L. 6/08/1967, n.765),
individuati quali livelli minimi
inderogabili della qualità del
patrimonio insediativo.
1. Sono componenti essenziali
della qualità degli insediamenti:
a) le opere di urbanizzazione
primaria di cui all’art. 37, c. 5 della
l.r.1/2005;
b) le opere per la difesa del suolo e
la regimazione delle acque;
c) gli impianti di smaltimento delle
acque reflue.
1.
Si
definisce
superficie
permeabile di pertinenza di un
edificio
la
superficie
non
impegnata da costruzioni fuori
terra o interrate che consenta
l’assorbimento almeno parziale
delle acque meteoriche.
2. Nella realizzazione di nuovi
edifici e negli ampliamenti di
edifici
esistenti
comportanti
incremento di superficie coperta, è
garantito il mantenimento di una
superficie permeabile di pertinenza
pari ad almeno il 25%
della
superficie fondiaria.
1. I nuovi spazi pubblici o privati
destinati a viabilità
pedonale o
meccanizzata sono realizzati con
modalità
costruttive idonee a
consentire l’infiltrazione o la
ritenzione anche temporanea delle
acque,
salvo che tali modalità
costruttive non possano essere
utilizzate per comprovati motivi di
sicurezza igienico-sanitaria e statica
o di tutela dei beni culturali e
paesaggistici.
21
previste specifiche azioni
per acquisire al demanio
comunale
aree
per
standard urbanistici che,
nel caso in oggetto, sono
stati stabiliti in misura
maggiore
rispetto
a
quanto previsto dal DM
1444/68 allo scopo di
colmare una quota parte
del deficit urbanistico
dell’abitato di Querceta.
☺
☺
☺
L’intervento del piano
prevede specifiche azioni
ai fini della tutela degli
acquiferi, per la riduzione
della impermeabilità del
suolo, per la realizzazione
delle
opere
di
urbanizzazione primaria.
L’intervento garantisce un
miglioramento
delle
attuali
condizioni
di
permeabilità
e
una
superficie permeabile del
terreno superiore al 25%
anche attraverso l’utilizzo
di
materiali
che
consentono
l’assorbimento
delle
acque meteoriche.
Nella realizzazione della
nuova viabilità l’intervento
prevede
l’impiego
di
tecniche costruttive e di
materiali che garantiscono
l’infiltrazione delle acque.
È prevista la realizzazione
di una doppia rete per lo
smaltimento delle acque
piovane e per le acque
nere.
Art. 19
2. E’ vietato il convogliamento
delle acque piovane in fognatura
o nei corsi d’acqua, quando sia
tecnicamente possibile il loro
convogliamento in aree permeabili,
senza determinare fenomeni di
ristagno.
Al fine di contrastare e ridurre i
fenomeni di ingressione delle
acque salmastre, nonché favorire
la ricarica degli acquiferi costieri
nelle aree di pianura, i comuni
incentivano
la
progressiva
riduzione dei prelievi delle acque di
falda.
Ricostituzione delle riserve
idriche nelle aree costiere.
Non sono previsti prelievi
dalle acque di falda.
☺
5.7. Normative vigenti in tema ambientale pertinenti il piano attuativo dell’area
industriale e artigianale Querceta-Henraux
Di seguito si riportano in sintesi le principali normative di riferimento per le diverse risorse
ambientali di interesse e i relativi piani e i programmi di settore che interessano il territorio in cui si
colloca l’area interessata dal piano attuativo. Attraverso questa analisi è possibile evidenziare
anche eventuali problemi ambientali esistenti nella zona.
5.7.1. La risorsa acqua
Livello
Atto
Titolo
Dir. 2008/1057CE
Dir. 2006/118/CE
Comunitario
Dir. 00/60/CEE
Dir. 98/837CE
Dir. 92/271/CEE
Direttiva 91/271/CEE
Direttiva 78/659/CEE
Dir. 76/464/CEE
DM Ambiente 17/07/2009
DM Ambiente 14/04/2009 n°
56
Nazionale
D.Lgs 30 del 16/03/2009
L. 13 del 27/02/2009
D.M. Ambiente n° 131 del
16/06/2008
D.lgs 152/06 e s.mi.
D.Lgs 195/2005
L.183/1989
D.P.G.R.
n°
08/09/2008
D.P.G.R.
n°
46/R
del
29/R
del
Direttiva Parlamento europeo e Consiglio UE – standard di
qualità ambientale nel settore della politica delle acque.
Modifica e successiva abrogazione delle direttive del
Consiglio 82/176/CEE, 85/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE
e 82/280/CEE nonché modifica della Dir 2000/60
del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle
acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento
direttiva quadro per l'azione comunitaria in materia di acque
concernente la qualità delle acque destinate al consumo
umano
concernente il trattamento delle acque reflue urbane
trattamento delle acque reflue urbane
qualità delle acque dolci che richiedono protezione o
miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci
inquinamento provocato da alcune sostanze pericolose
scaricate nell'ambiente idrico
Attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di
acque- predisposizione rapporti conoscitivi
Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici- art. 75,
D.Lgs 152/06 e s.m.i.
Protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento
Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 30/12/2008
n°208, recante misure straordinarie in materia di risorse
idriche e di protezione dell’ambiente
Criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idriciAttuazione articolo 75 D.Lgs 152/06 e s.m.i.
Norme in materia ambientale
Attuazione della Dir. 2003/4/CE sull’accesso del pubblico
all’informazione ambientale
norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa
del suolo
Regolamento di attuazione della L.R. n° 20 del 31/05/2006
”Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”
Regolamento di attuazione dell’art. 8 bis della L.R. 81/95
22
26/05/2008
D.P.G.R. 17/R del 21/04/2008
Regionale
Del C.R. n° 6 /2005
L.R. n° 20/2006
L.R. 81/1995
L.R. 14/2007 PRAA 2007-2010
“Norme di attuazione della L. 36/94”. Disposizioni per la
riduzione e l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a
terzi dal gestore del servizio idrico integrato
Modifiche al Regolamento emanato con DPGR 13/07/2006
n° 32/R (Regolamento recante definizione del programma
d’azione obbligatorio per le zone vulnerabili di all’art. 92, c.6
del D.Lgs 152/06 “Norme in materia ambientale” in
attuazione della Direttiva del Consiglio 91/976/CEE
el12712/1991)
Piano di Tutela delle Acque della Toscana
Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento
Norme di attuazione della L. 5/01/1994 n° 36 “Disposizioni in
materia di risorse idriche”
Piano Regionale di Azione Ambientale
Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 29/R del 26 maggio 2008, sono state definite
norme generali finalizzare a promuovere comportamenti tendenti al risparmio idrico e sono stati
precisati obblighi e divieti atti a limitare usi impropri della risorsa destinata al consumo umano.
L’area di intervento è posta nel Comune di Seravezza che rientra:
• nel Bacino Regionale Toscana Nord che non è un vero bacino idrografico ma comprende
un insieme di corsi d’acqua che si originano dalla catena delle Alpi Apuane con recapito
diretto a mare;
• nell’Autorità Idrica Toscana;
• nel Comprensorio di Bonifica Versilia Massaciuccoli.
Nel piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana (Bacino Toscana Nord, Vol. 4) sono state
evidenziate le principali criticità che caratterizzano le acque sotterranee del bacino:
1. l’inquinamento di origine antropica arricchisce le falde del bacino soprattutto in
nitrati e solfati; la maggiori concentrazioni di tali inquinanti sono state registrate in
corrispondenza delle zone urbane e industriali;
2. la salinizzazione della falda freatica della pianura costiera dovuta prevalentemente
a 2 cause:
a) l’intrusione di acqua marina nella falda libera contenuta nelle sabbie e ghiaie della
fascia costiera conseguente a eccessivi prelievi della stessa;
b) l’ingresso di acqua di mare nei canali di bonifica e nelle foci dei corsi d’acqua che,
non essendo impermeabilizzati, le ricedono all’acquifero superiore.
5.7.2. La Risorsa aria
Livello
Atto
Titolo
Comunitario
COM (2005) 446
Direttiva 2008/50/CE
Direttiva 2005/78/CE
Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico.
relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa
Provvedimenti contro l'emissione di inquinanti gassosi e del particolato emessi
dai motori dei veicoli
Provvedimenti contro l'emissione di inquinanti gassosi e del particolato emessi
dai motori dei veicoli
Modifiche alla dir1999/30/CE sui valori limite di qualità dell'aria ambiente
Norme in materia ambientale. Parte V- Norme in materia di tutela dell'aria e di
riduzione delle emissioni in atmosfera
Disposizioni di attuazione nazionale della Decisione della Commissione
europea 2007/589/CE del 18 luglio 2007 inerenti il monitoraggio delle
emissioni di CO2 per il periodo 2008-2012
Limiti per emissioni di S02, NO2, CO, PM10
Attuazione integrale della Dir. 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione
integrate dell'inquinamento
Conversione in legge del D.Lgs. n. 16 del 21/2/2005
Attuazione integrale della Dir. 96/61/CE relativa alla riduzione e prevenzione
integrata dell’inquinamento
Attuazione della Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria
Direttiva 2005/55/CE
Dec. 2001/744/CE
D.Lgs 152/06 e s.m.i.
Del. n.14/2009 del
MATT
Nazionale
D.M. n. 60/2002
D.Lgs 59/ 2005
L. 58/05
D.Lgs 59/05
D.Lgs. 183/04
23
D.Lgs. 171/ 04
D.M. 60/02
Regionale
DGRT 21/2008
Del.
C.R.T.
n°
44/2008
Del C.R. 32/2007
D.G.R.T. 27/2006
D.G.R.T. 377/2006
L.R. n 33/1994
L.R. 63 1998
D.G.R.T. n. 381/1999
DGRT n. 1325/2003
DGRT n. 377/2006
D.G.R.T.n.
2002
1327/
Limitazioni nazionali di emissioni di alcuni inquinanti atmosferici
Recepimento della Direttiva 199/30/CE del Consiglio concernente i valori limite
di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli
ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della Direttiva 2000/69/CE relativa ai
valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene e il monossido di
carbonio
Determinazione della struttura regionale di rilevamento per il PM2,5
Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria (PRRM)
2008-2010
P.R.A.A. (Piano Regionale di Azione Ambientale) 2007-2010
Determinazione della struttura regionale di rilevamento per l’ozono ai sensi
dell’art. 6 del D.Lgs. 183/2004
Determinazione della struttura regionale di rilevamento per il PM10 ai sensi
del D.M. 60/2002
Norme per la qualità dell'aria
Norme in materia di zone a rischio di episodi acuti di inquinamento
atmosferico e modifiche alla L.R. 5/5/1994 n. 33
Approvazione del Piano regionale di rilevamento della qualità dell'aria
Presa d’atto della valutazione della qualità dell’aria e dell' ambiente ed
adozione della classificazione del territorio regionale
Determinazione della struttura regionale di rilevamento per il PM10 ai sensi
del D.M. 60/02
Incarico della R.T. all'Arpat per la costituzione del Centro Regionale di
riferimento per il controllo dati sulla qualità dell'aria
Con Del. C.R.T. n° 44 del 25 giugno 2008, la Regione Toscana ha approvato il Piano Regionale di
Risanamento e Mantenimento della qualità dell’aria (P.R.R.M.) 2008-2010 che attua le priorità del
Programma Regionale di Sviluppo (P.S.R.) per quanto concerne la sostenibilità, l’ecoefficienza, il
rispetto del protocollo di Kyoto e i macrobiettivi del Piano Regionale di Azione Ambientale (P.R.A.A.)
connessi all’inquinamento atmosferico e alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti
(macrobiettivo C1 “Ridurre la percentuale di popolazione esposta a inquinamento atmosferico”).
Per affrontare le varie problematiche ambientali, tra cui quella dell’inquinamento atmosferico, il
P.R.A.A. mantiene le zone di criticità ambientale previste dal precedente Piano, intese come ambiti
territoriali nei quali sono presenti uno o più fattori di pressione ambientale che determinano
impatti sull’ecosistema particolarmente significativi, e che richiedono interventi integrati per la
risoluzione degli stessi. Per tutte le zone, il P.R.A.A. prevede l’aggiornamento del quadro conoscitivo
delle criticità in occasione dell’aggiornamento del Piano stesso e l’eventuale indicazione di obiettivi
territoriali da raggiungere, al momento individuati solo per quattro di esse. Nella Provincia di Lucca
le aree a forte criticità ambientale sono rappresentate dal Parco delle Alpi Apuane, dal lago di
Massaciuccoli e dal Distretto Cartario.
5.7.3. La Risorsa suolo
Livello
Comunitario
Nazionale
Atto
Titolo
COM (2006) 231
COM (2006)232
Dir. 96/61/CE
D.Lgs. 152/ 2006
D.Lgs. 59/2005
Strategia tematica per la protezione del suolo
Proposta di direttiva quadro per la protezione del suolo
Relativa alla prevenzione e riduzione dell'inquinamento
Norme in materia ambientale
Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione
dell'inquinamento
Approvazione dei metodi ufficiali di analisi biochimica del suolo
Attuazione dei programmi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico, di cui
all’articolo 1 comma 2 e articolo 8 comma.2 del D.Lgs. n° 80, convertito con
modificazioni dalla L. 3 agosto 1998, n° 267
Direttive tecniche per l’individuazione e la perimetrazione, da parte delle Regioni,
delle aree a rischio idrogeologico
Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo
Approvazione Piano di Bacino stralcio Assetto Idrogeologico Regionale (P.A.I)
Toscana Nord
D.M. 23-2-2004
D.M. 4-2-1999
D.M. 14-2-1997
L. 183/1989
DCRT 11/ 2005
24
Regionale
L.R. 27/2005
Modifica alla legge regionale 11/12/1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo)
5.8. Il paesaggio e i beni architettonici
In Toscana il paesaggio trova ampia attenzione negli strumenti della pianificazione territoriale
ovvero nel Piano di Indirizzo Territoriale, nei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali
(PTCP), nei Piani Strutturali a livello comunale (PS).
Il PIT come modificato e integrato con Delibera C.R. n. 32 del 16 giugno 2009 (Implementazione del
Piano di indirizzo territoriale con valore di Piano Paesaggistico) assume la funzione di piano
paesaggistico in adempimento ai dettami del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Articolo 143) e a quelli dell’articolo 33 della l.r. 1/05.
Il PIT individua 38 specifiche realtà territoriali connotate da elementi e profili paesaggistici tali per
cui ciascuna di esse da essere considerata un insieme determinato, unitario e irripetibile. Il
territorio comunale di Seravezza rientra nell’ambito di paesaggio n. 21 Versilia.
5.9. Il Sistema rifiuti
Livello
Comunitario
Atto
Titolo
Dir. 2008//98/CE del
19/11/2008
Direttiva 2006/12/CE
del 5 aprile 2006
Direttiva 2004/35/CE
del 21 aprile 2004
D.lgs 152/06 e s.m.i.
Direttiva del parlamento Europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti e che
abroga alcune direttive (testo rilevante ai fini SEE)
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti
Nazionale
Regionale
D.M.
248
del
29/07/2004
L.R. 25/1998
L.R. 01/05
L.R. 61 del 22/11/2007
L.R.16/2006
L.R. 14/2007
L.R. n°30 /2006
Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla responsabilità
ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale
Norme in materia ambientale- Parte IV “Gestione dei rifiuti e bonifica
Nazionale dei siti inquinati”
Rifiuti contenenti amianto
“Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”
Norme per il governo del territorio
Modifiche alla L.R. 25 del 18/05/1998 e norme per la gestione integrata dei
rifiuti
Modifiche alla L.R. 31/94 (Norme in materia di bonifica) e alla L.R. 25/1998
(Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati)
P.R.A.A. 2007-2010 Piano Regionale di Azione Ambientale Regionale
Funzioni amministrative di competenza comunale in materia di bonifica di siti
contaminati
Il Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010 nell’ambito del macrobiettivo D1 “ridurre la
produzione totale di rifiuti e la percentuale conferita in discarica e migliorare il sistema di raccolta
aumentando il recupero e il riciclo”, pone i seguenti obiettivi specifici, prevedendo puntuali misure
di sostegno a favore:
• degli interventi di prevenzione e minimizzazione della produzione di rifiuti;
• dell’implementazione della raccolta differenziata, del recupero e del riciclo;
• dell’incentivazione del riutilizzo del materiale recuperabile;
• dello sviluppo del sistema impiantistico (innovazioni impiantistiche e interventi sinergici e
integrativi tra piani).
La Provincia di Lucca è dotata esclusivamente del Piano provinciale di gestione dei rifiuti – 1°
stralcio relativo ai rifiuti solidi urbani, approvato con delibera del Consiglio provinciale n° 178 del 17
novembre 1999. Tale piano sarà ancora valido fino all’approvazione del piano interprovinciale
attualmente in fase di elaborazione.
Nel Comune di Seravezza il servizio di raccolta degli RSU ed assimilati è svolto dalla Soc. ERSU Spa.
Lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani Indifferenziati avviene tramite il sistema integrato della
Versilia presso l’impianto di Pioppogatto a Massarosa. L’altro impianto utilizzato - quello di
Falascaia a Pietrasanta - è stato chiuso, pertanto il CDR prodotto nell’impianto di Pioppogatto viene
bruciato in altri impianti posti sul territorio nazionale, a cura e spese della società gestore degli
25
impianti.
I Rifiuti Solidi Urbani Differenziati vengono raccolti e selezionati da Ersu Spa presso l’impianto dello
Statutario a Pietrasanta, per la plastica e per il multimateriale leggero, e quindi indirizzati al
riciclaggio, mentre sono avviati direttamente al riciclaggio e al recupero altri materiali come vetro,
metalli, legno, etc. Il rifiuto compostabile verde è smaltito da Ersu Spa nell’impianto collocato a
Pietrasanta, in Via Olmi.
A Querceta, in Via Ciocche, da alcuni anni è stato realizzato un centro di raccolta dei RSU assimilati
quali vetro, plastica, metalli, legno, ingombranti, etc. Nel centro è possibile il conferimento diretto
dei materiali da parte degli utenti residenti a Seravezza; dal centro i materiali vengono
successivamente avviati allo smaltimento e/o al recupero presso gli impianti specifici.
Nell’impianto di Falascaia è presente una piazzola di conferimento di ERSU Spa dove vengono
raccolti e selezionati tutti gli ingombranti raccolti sul territorio.
I rifiuti speciali inerti vengono raccolti e riciclati presso i due impianti presenti sul territorio e nelle
sue vicinanze quello di “Varia Versilia e Ambiente” a Pietrasanta e quello de “La Quintavalle” a
Querceta. I rifiuti speciali pericolosi non rientrando nel ciclo dei RSU vengono raccolti a cura e spese
degli utenti da operatori specializzati e smaltiti o recuperati presso un impianto collocato fuori dal
territorio comunale.
5.10. L’inquinamento acustico
Livello
Comunitario
Atto
Titolo
COM (2001) 580
Raccomandazione
2003/613/CE del 06/08/03
Dir.
2003/10/CE
06/02/2003
del
Dir. 2002/49/CE
Dir. 2000/14/CE del 08/05/00
D.Min.A.
e
24/07/2006
T.M.
del
D.Lgs. 19/8/2005, n.19
Nazionale
Circolare
6 /7/2004
MATT
del
L. 9.12.98 n° 426
D.P.R. 18.11.98, n. 459
D.M. Ambiente del 16.3.98
D.P.C.M. 5.12.97
D.P.C.M. 14.11.97
L. 26.10.95 n° 447
D.P.C.M. 01.03.91
L.R. 67 del 29/11/2004
Del. C.R. 77/00
Del.G.R. 398/00
Regionale
D.C.R. N. 111 del 08/02/1999
Libro verde sul rumore
Concernente le linee guida relative ai metodi calcolo aggiornati per il
rumore dell'attività industriale, degli aeromobili, del traffico veicolare
e ferroviario, e i relativi dati di rumorosità
Sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative
all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici
(rumore) - (diciassettesima direttiva particolare ai sensi dell'articolo
16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE).
Direttiva sulla valutazione e gestione del rumore ambientale
Sul ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri concernenti
l'emissione acustica ambientale delle macchine e attrezzature
destinate a funzionare all'aperto
Modifiche dell’allegato I – Parte b, del D.Lgs 4/9/2002, n° 262, relativo
all’emissione acustica ambientale delle macchine e attrezzature
destinate al funzionamento all’esterno
Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e
alla gestione del rumore ambientale
Interpretazione in materia di inquinamento acustico: criterio
differenziale e applicabilità dei valori limite differenziali. pubblicata in
G.U. n° 217 del 15/09/ 2004
Nuovi interventi in campo ambientale
Regolamento recante norme di esecuzione dell'art. 11 della L 447/95
in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario
Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico
Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici
Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore
Legge quadro sull'inquinamento acustico
Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e
nell'ambiente esterno
Modifiche alla Legge Regionale n. 89 del 1.12.98
Criteri e indirizzi della pianificazione degli enti locali ai sensi dell’art. 2
della L.R. 89/98
Modifica e integrazione della Del. 13/7/99, n. 788 "Definizione dei
criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico e
della relazione previsionale di clima acustico ai sensi dell'art. 12,
comma 2 e 3 della L.R. n.89/98".
Ambiti di competenza dei Dipartimenti Provinciali per la Protezione
26
Ambientale e dei Dipartimenti di Prevenzione
Definizione dei criteri per la redazione della documentazione di
impatto acustico e della relazione previsionale di clima acustico ai
sensi dell'art. 12 co. 2 e 3 della L.R. n. 89/98
Norme in materia di inquinamento acustico
D.G.R.N. 788/99
L.R. 89 del 01/12/1998
La Legge Quadro sull’inquinamento acustico del 26 ottobre 1995 attribuisce ai Comuni la
responsabilità di zonizzare il proprio territorio, secondo specifiche classi di destinazione d’uso,
indicate nella seguente tabella:
Tabella A del D.P.C.M. 14/11/97
CLASSE I – Aree particolarmente protette
CLASSE II – Aree destinate a uso prevalentemente
residenziale
CLASSE III – Aree di tipo misto
CLASSE IV – Aree di intensa attività umana
CLASSE – Aree prevalentemente industriali
CLASSE VI – Aree esclusivamente industriali
Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete
rappresenta un elemento base per la loro utilizzazione:
aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e
allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare
interesse urbanistico, parchi pubblici ecc.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate
prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa
densità di popolazione, con limitata presenza di attività
commerciali e assenza di attività artigianali.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da
traffico veicolare locale o di attraversamento, con media
densità di popolazione, con presenza di attività
commerciali, uffici, con limitata presenza di attività
artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali
interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da
intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione,
con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con
presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di
strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le
aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole
industrie.
Rientrano in questa classe le aree interessate da
insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
Rientrano in questa classe le aree interessate
esclusivamente da attività industriali e prive di
insediamenti abitativi.
Il Comune di Seravezza, in ottemperanza alla Legge 447/95 “Legge quadro sull’inquinamento
acustico”, al D.P.C.M. 14/11/97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore e altre
norme e regolamenti sul rumore” e alle norme regionali, ha approvato, con Deliberazione del
Consiglio Comunale n° 37 del 30 giugno 2010, il Piano di Classificazione Acustica.
5.11. Sistema energia e cambiamenti climatici
5.11.1. Cambiamenti climatici
Livello
Atto
COM (2001) 580
Direttiva 2009/29/CE
Dir. 2009/30/CE
Comunitario
Dir. 2009/28/CE
Decisione 2009/406/CE
2007
Titolo
Piano di azione del Programma europeo sul cambiamento climatico
Modifica della Dir. 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il
sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto
serra
Direttiva Parlamento Europeo e Consiglio UE - specifiche sui combustibili
e riduzione emissioni di gas serra - Modifica direttive 1998/70/CE,
1999/32/CE e 93/12/CE
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione
dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili recante modifica e successiva
abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE
Sforzi degli Stati membri per ridurre le emissioni dei gas a effetto serra al
fine di adempiere agli impegni della Comunità in materia di riduzione
delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020.
Libro verde sull’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa - quali
27
Comunicazione
10/01/2007
CPM (2008) 30
Dec. 2006/944/Ce
Dec. 2005/166/CEE
Dec. 2002/358/CE
Dec. 2002/215/CE
Dec. del 29/01/2004
Comunitario
Dec. 280/2004/CE
Dir. 2004/101/CE
Dir. 2003/87/CE
Dec.2002/358/CE
Dir. 2002/3/CE
Reg. (CE) 2493/2000
Dec. 94/69/CE
D.Lgs. n. 216/2006
D.lgs 152/06 e s.m.i.
D.Lgs 216/2006
Decreto RAS/74/2006 del
23/02/2006
D.Lgs. n. 192/2005
Legge n. 239/2004
L. 273/04
L. 185/04
L. n.36/04
possibilità di intervento per l’UE
della Commissione - Limitare il surriscaldamento dovuto ai cambiamenti
climatici a +2 gradi Celsius - la via da percorrere fino al 2020 e oltre
Due volte 20 per il 2020, l’opportunità del cambiamento climatico per
l’Europa Comunitario
Determinazione dei livelli di emissione rispettivamente assegnati alla
Comunità e a ciascuno degli Stati membri nell'ambito del protocollo di
Kyoto ai sensi della decisione 2002/358/CE
Del. Consiglio relativa a un meccanismo per monitorare le emissioni di
gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto
Approvazione del protocollo di Kyoto
Approvazione del quarto emendamento al protocollo di Montreal sulle
sostanze che riducono lo strato di ozono
Della Commissione che istituisce le linee guida per il monitoraggio e la
comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi della Dir
2003/87/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio
Del Parlamento e del Consiglio relativa a un meccanismo per monitorare
le emissioni di gas serra nella Comunità e per attuare il protocollo di
Kyoto
Dir. Parlamento Europeo e Consiglio recante modifica della dir.
2003/87/CE che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni
dei gas a effetto serra nella Comunità, riguardo ai meccanismi di progetto
del Protocollo di Kyoto. Pubblicata nella G.U.U.E. 13/11/2004, n. L 338.
Dir. del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema per
lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e
che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio. Pubblicata nella G.U.U.E.
25/10/2003, n. L 275. Entrata in vigore il 25/10/ 2003.
Decisione del Consiglio riguardante l'approvazione, a nome della
Comunità europea, del protocollo di Kyoto allegato alla convenzione
quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'adempimento
congiunto dei relativi impegni. Pubblicata nella G.U.C.E. 15/05/2002, n. L
130
Dir. del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'ozono nell'aria.
Pubblicata nella G.U.C.E. 9/03/2002, n. L 67. Entrata in vigore il
9/03/2002.
Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a misure
volte a promuovere la totale integrazione della dimensione ambientale
nel processo di sviluppo dei paesi in via di sviluppo. Pubblicato nella
G.U.C.E. 15 novembre 2000, n. L 288. Entrato in vigore il 18 novembre
2000
Decisione del Consiglio concernente la conclusione della convenzione
quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Pubblicata nella
G.U.C.E. 7 febbraio 1994, n. L 33
Attuazione delle Direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio
di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, con
riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto
Norme in materia ambientale. Parte V- Norme in materia di tutela
dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera.
Piano Nazionale di Allocazione dei permessi di emissione 2008-2012
Piano Nazionale di Allocazione dei permessi di emissione 2005-2007
Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia
Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto
delle disposizioni vigenti in materia di energia
Attuazione della Dir. 2003/87/CE in materia di scambio di quote di
emissione di gas ad effetto serra; testo coordinato con la L. 316/04
Ratifica ed esecuzione dell’Emendamento al Protocollo di Montreal sulle
sostanze che impoveriscono lo strato di ozono
Conversione in legge, con modifiche, del D.Lgs. n. 273/04 sulle quote di
28
Nazionale
L. n.316/2004
L. n. 120 del 01/06/2002
D.M. 11/11/1999
Del. CIPE 19/11/1998
L. n.65 del 15/1/1994
emissione dei gas serra
Conversione in legge, con modifiche, del D.Lgs. n. 273/2004, recante
disposizioni urgenti per l’applicazione della Dir. 2003/87/CE in materia di
scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità
europea
Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11/12/1997.
Pubblicata nella G.U 19/06/2002, n. 142, S.O.
Direttive per l'attuazione delle norme in materia di energia elettrica da
fonti
rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 del D. Lgs. 16/03/1999,
n. 79. Pubblicato nella G. U. 14/12/1999, n. 292
Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni
dei gas serra
Ratifica ed esecuzione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici, con allegati, fatta a New York il 9/05/1992.
Pubblicata nella G.U. 29/01/1994, n. 23, S.O.
5.11.2. Il Sistema energia
Livello
Atto
COM (2008) 782
Dir. 2009/28/CE
Dir 2007/72/CE
COM (2007) 723
COM (2007) 1
Dec. 2006/500/CE
COM (2006) 848
COM (2006) 847
COM (2006) 545
COM (2006) 105
Dir. 2006/32/CE
Comunitario
COM (2005) 265
Dir. 2003/30/CE
Dir. 2002/91/ CE
Dir. 96/92/CE
Dec. 98/181/CE, CECA e
Euratom
COM (97) 599
COM (2000)769
Decreto Ministro dello
Sviluppo Economico del
10/09/2010
Decreto Ministro dello
Sviluppo Economico del
06/08/2010
L. 13/2009
Titolo
Libro verde “Verso una rete energetica europea sicura, sostenibile e
competitiva”
Del Parlamento europeo e del Consiglio - promozione dell’uso dell’energia
da fonti rinnovabili
Parlamento Europeo e Consiglio UE. Norme comuni per il mercato interno
dell’energia elettrica - abrogazione della Dir. 2003/54/CE
Un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche (piano SET).
Verso un futuro a bassa emissione di carbonio
Una politica energetica per l’Europa
Del. consiglio relativa alla conclusione da parte della Comunità europea
del trattato della Comunità dell’energia
Tabella di marca per le energie rinnovabili. Le energie rinnovabili nel 21°
secolo: costruire un futuro più sostenibile
Verso un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche
Piano di azione per l’efficienza energetica 2007-2012
Libro verde “una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva
e sicura”
Direttiva concernente l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi
energetici
Libro verde sull’efficienza energetica: fare di più con meno
Direttiva sulla promozione dell’uso di biocarburanti o di altri carburanti
rinnovabili nei trasporti
Sul rendimento energetico nell’edilizia
Concernente norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica
Del. Consiglio e della Commissione concernente la conclusione da parte
delle Comunità europee del Trattato sulla Carta dell’energia e del
protocollo della carta dell’energia sull’efficienza energetica e sugli aspetti
ambientali correlati
Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili - Libro bianco per una
strategia e un piano di azione della Comunità
Libro verde
“verso
una
strategia europea
di
sicurezza
dell’approvvigionamento energetico
Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti
rinnovabili
Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione
fotovoltaica della fonte solare
Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 30/12/2008 n°208
recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione
29
D.Lgs 115/2008
Nazionale
L. 244/2007
D.lgs 152/06 e s.m.i.
D.Lgs. n.192/2005
Legge n.239/2004
D.M. 20/07/2004
L. n. 316/2004
D.Lgs. 387/2003
L. n. 120 del 01/06/2002
D.Lgs. n. 79/1999
D.M. 11/11/1999
L. n. 65 del 15/1/1994
L.n.10/1991
L. n. 9/91
L.R. 11/2011
Regionale
L.R. 71/2009
Del. CR 47/2008
L.R. n. 39/2005
L.R. n. 45/1997
dell’ambiente
Attuazione della Dir. 2006/32/CE relativa al’efficienza degli usi finali
dell’energia e i servizi energetici a abrogazione della Dir. 93/76/CEE
Legge finanziaria 2008
Norme in materia ambientale. Parte V- Norme in materia di tutela dell'aria
e di riduzione delle emissioni in atmosfera.
Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia
Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto
delle disposizioni vigenti in materia di energia
Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio
energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili
Conversione in legge, con modifiche, del D.Lgs. n. 273/2004, recante
disposizioni urgenti per l’applicazione della Dir 2003/87/CE in materia di
scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità
europea
Attuazione della Dir. 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia
elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno
dell'elettricità. Pubblicato nella G.U. 31/01/2004, n.25, S.O.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11/12/1997.
Pubblicata nella G.U. 19/06/2002, n.142, S.O.
Attuazione della Direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato
interno dell’energia elettrica
Direttive per l'attuazione delle norme in materia di energia elettrica da
fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 del D. Lgs.
16/03/1999, n. 79. Pubblicato nella G.U. 14/12/1999, n. 292
Ratifica ed esecuzione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici, con allegati, fatta a New York il 9/05/1992.
Pubblicata nella G.U. 29/01/1994, n.23, S.O.
Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso
razionale, di energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti
rinnovabili di energia. Pubblicato nella G.U. 16/01/1991, n.13.
Norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti
istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e
geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali
Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili di energia. Modifiche alla L.R. 39/2005 e alla
L.R. 01/2005
Modifiche alla L.R. 39/2005
P.I.E.R. 2007-2010, Piano di Indirizzo Energetico Regionale
Disposizioni in materia di energia Regionale
Norme in materia di risorse energetiche
5.12. L’inquinamento elettromagnetico (radiazioni non ionizzanti)
L’inquinamento elettromagnetico è provocato dalle radiazioni non ionizzanti, comprese nel range di
frequenza 0-300 GHz, emesse da impianti per le radiotelecomunicazioni e dal sistema di
produzione, distribuzione e utilizzo finale dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di
trasformazione, elettrodomestici).
Livello
Atto
ICNIRP 1998,2002
Dir. 2000/40/CE
Comunitario
Dir. 2008/46/CE
Raccomandazione
1999/519/CEE
Titolo
Guidelines for limiting exposure tot time-varying electric, magnetic and
electromagnetic fields
Direttiva sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative
all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi
elettromagnetici)
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio - Campi elettromagnetici:
rischi per lavoratori dall' esposizione
Sollecitazione agli Stati membri perché adottino misure efficaci di
protezione dai campi elettromagnetici, indicando i limiti di esposizione da
osservare per la tutela della salute dei cittadini
30
D.M. 29/05/2008
D.M. 29/05/2008
L. 36/01
D.P.C.M. 08/08/2003
Nazionale
D.P.C.M. 08/07/03
D. Lgs. 259/03
D.P.C.M. 8/089/1995
D.P.C.M. 23/04/1992
Regionale
L.R. 54/00
D.P.G.R. 9/2000
L.R. 51/99
Decreto
29/06/2008
R.T.
Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell’induzione
magnetica
Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle
fasce di rispetto per gli elettrodotti
“Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici”
“Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli
obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai
campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli
elettrodotti (G.U. n°200 del 29-08-2003)
“Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli
obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze
comprese tra 100 kHz e 300 GHz”
Codice delle comunicazioni elettroniche
Norme tecniche procedurali di attuazione del D.P.C.M. 23/04/1992
relativamente agli elettrodotti
Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla
frequenza industriale nominale (50Hz) negli ambienti abitativi e
nell’ambiente esterno
“Disciplina in materia di impianti di radiocomunicazione”
Regolamento attuazione L.R. 51/99
Disposizioni in materia di linee elettriche e Regionale impianti elettrici
Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell’induzione
magnetica sulla base di quanto disposto dal D.P.C.M. 98/97/93 e del
rapporto tecnico APAT- ARPAT
I gestori delle infrastrutture elettriche, nella predisposizione di nuovi impianti o modifica o
ristrutturazione di impianti esistenti, garantiscono una qualità di progettazione corrispondente agli
standard stabiliti dal Titolo II della L.R. 11 agosto 1999 n° 51 e alle altre leggi di settore.
6. Le previsioni del piano attuativo dell’area industriale artigianale Henraux rispetto alle
norme di attuazione del Regolamento Urbanistico e la valutazione degli effetti
ambientali
6.1. La risorsa acqua
Dal punto di vista idrogeologico, la natura dei terreni di pianura dove si colloca l’area del piano
attutivo Henraux sono caratterizzati da depositi alluvionali, da sabbiosi a ghiaiosi prevalenti,
permeabili per porosità (Classe 1). La ricarica dell’acquifero è garantita dal fiume Versilia, dagli altri
corsi d’acqua superficiali, da infiltrazioni dal substrato profondo e dall’infiltrazione zenitale delle
acque di pioggia.
L’area è ubicata al di fuori dell’ambito di pericolosità idraulica elevata ed è inserita
in classe I.1. Per la suddetta classe non sono indicate limitazioni e/o prescrizioni di
sorta.
La falda nella zona del piano attuativo Henraux è da considerare a quote mediamente a circa 17/18
metri di profondità. L’area è servita dalle reti pubbliche di acquedotto. La fognatura è presente
esclusivamente sul tratto di Via Seravezza.
6.1.1. Azioni previste
La principale azione prevista è la realizzazione del tratto di fognatura su Via Deposito di
collegamento tra Via Fonda e Via Seravezza.
Le altre azioni previste riguardano lo smaltimento dei reflui e il risparmio idrico:
• i nuovi edifici dovranno prevedere la realizzazione di una canalizzazione per il passaggio
della rete dell’impianto delle acque bianche e nere, allacciate alla rete comunale;
• le reti saranno realizzate con tutte le garanzie di sicurezza per evitare sversamenti
accidentali o dispersione in falda di eventuali sostanze inquinanti;
• al fine di contenere i consumi per gli usi irrigui sarà inoltre effettuato il recupero delle
31
acque meteoriche, dei pluviali, della viabilità e dei piazzali parcheggio.
Per quanto concerne i consumi acquedottistici e il risparmio idrico il progetto edilizio dovrà
prevedere:
a) l’installazione di sistemi di ottimizzazione e limitazione delle portate prelevate al rubinetto
quali ad esempio limitatori di flusso, diffusori, limitatori di pressione, vaporizzatori, ovvero
di sistemi di interruzione di flusso quali temporizzatori, pedivella, fotocellula;
b) l’installazione di sistemi per la riduzione e ottimizzazione dei flussi idraulico per il
risciacquo degli apparecchi igienico-sanitari quali ad esempio limitatori di scarico, pulsanti
per l'interruzione dello scarico, doppia pulsantiera per la cassetta di scarico.
Per ciò che concerne i consumi idropotabili le nuove previsioni insediative non implicheranno un
significativo aumento dei consumi rispetto alla attuale dotazione idrica garantita da pozzi di
proprietà dell’azienda.
Le aree permeabili del sito non verranno modificate rispetto alle superfici attuali, le acque
meteoriche raccolte dai piazzali vengono convogliate in pozzetti e successivamente disperse nel
terreno. Questo garantirà il rispetto delle condizioni di invarianza idraulica richieste e prescritte dal
Regolamento Urbanistico nella apposita Scheda di Fattibilità della scheda di norma n° 3 DQ, così da
permettere la ricarica della falda, come previsto dal Piano di Tutela delle Acque oltre che dalle
normative urbanistiche vigenti (articolo 16 DPGR 2/R del 2007).
6.2. La risorsa aria
Sono presenti i seguenti camini di emissione già autorizzati con Determinazioni dirigenziali n° 138
del 21 giugno 1999, n° 129 del 23 giugno 2001 e n° 10 del 14 gennaio 2004:
• n° 6 camini per la segagione graniti;
• n° 1 camino masticiatura lavorati (Moschea);
• n° 1 camino resinatura (Marmeria);
• n° 3 bruciatori linea di resinatura (Marmeria).
Le principali fonti di emissione in atmosfera sono legate alla lavorazione dei materiali lapidei, alla
loro resinatura ed al riscaldamento. Emissioni diffuse derivate da operazioni di rifinitura dei
materiali lapidei, movimentazione del cocciame e scarti, gas di scarico dei mezzi di movimentazione
e trasporto.
La creazione della nuova viabilità prevista dal Regolamento Urbanistico al margine nord-occidentale
dell’area Henraux e il collegamento con il centro di Querceta comporterà un incremento di traffico
che avrà effetti sulla qualità dell’aria.
6.2.1. Azioni previste
Non sono previste azioni di rilievo.
6.3. La risorsa suolo
L’area artigianale e industriale Henraux si trova ad una quota di circa ml. 19,60 s.l.m., in zona di
terrazzamento del Fiume Versilia, caratterizzata da materiali alluvionali a prevalente
granulometria grossolana e subordinatamente fine, disposta su morfologia tipicamente
pianeggiante, con deboli ondulazioni e con pendenza compresa tra 0 e 2%.
6.3.1. Azioni previste
La fattibilità dell’intervento è condizionata con normali vincoli (F2). In fase di progetto esecutivo, gli
approfondimenti in materia geologica e geotecnica, dovranno attenersi strettamente ai
parametri indicati nelle indagini geologico-tecniche e nella relazione geologica. Dovrà, inoltre,
essere realizzata una campagna di indagini geofisiche e geotecniche che definisca spessori,
geometrie e velocità sismiche dei litotipi sepolti al fine di valutare l'entità del contrasto di rigidità
sismica dei terreni tra alluvioni e bedrock sismico.
La disamina storica delle attività svolte presso l’area di intervento non ha individuato elementi tali
da presupporre che il sito sia da ritenersi potenzialmente inquinato, tuttavia qualora si ravvisassero
32
le condizioni di cui al Titolo V della parte quarta del D.lgs 152/2006, si provvederà alla
caratterizzazione ed alla eventuale bonifica delle matrici ambientali, secondo le direttive di legge.
Sono, infine, previsti specifici interventi per la regimazione delle acque meteoriche e di
scorrimento superficiale.
6.3.2. La fattibilità idraulica, geomorfologica e sismica
a) Fattibilità idraulica
L’area è ubicata fuori dall’ambito di pericolosità idraulica elevata ed è inserita parzialmente in
classe I.1. Per la suddetta classe non sono indicate limitazioni e/o prescrizioni di sorta.
La quota di imposta della fondazione dei fabbricati previsti sarà ubicata a non più di ml. 2,50 da p.c.,
in tal modo non ci sarà interferenza tra il sistema fondazionale e la falda idrica più superficiale,
riscontrata ad una profondità di ml. 17 / 18,00.
Gli interventi previsti sono stati sviluppati coerentemente con il contesto geologicogeomorfologico, idraulico e sismico determinato. Pertanto, in relazione a tali aspetti, non si ritiene
necessario adottare particolari misure o soluzioni progettuali atte alla mitigazione del rischio, fatte
salve le opere relative alla rigenerazione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale.
b) Fattibilità geologica-geomorfologica
Il sito dell’opera in progetto si trova ad una quota di circa ml. 19,60 s.l.m., in zona di terrazzo
alluvionale del Fiume Versilia, caratterizzata da materiali alluvionali a prevalente granulometria
grossolana e subordinatamente fine, disposta su morfologia tipicamente pianeggiante con deboli
ondulazioni e con pendenza compresa tra 0 e 2%.
Non si rilevano elementi di criticità di tipo geologico-geomorfologico e la pericolosità risulta essere
di tipo “G1” (bassa).
c) Fattibilità sismica
Le indagini di tipo geofisico hanno consentito di individuare una categoria di suolo di fondazione di
tipo B: “depositi di sabbie e ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di
diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con
la profondità e da valori di Vs3o compresi tra 360 m/sec e 800 m/sec (ovvero resistenza
penetrometrica Nspt > 50, o coesione non drenata cu > 250 kPa”. La classe di pericolosità sismica è
di Tipo S2 - media.
Sulla base delle ricognizioni geologico, geomorfologiche, stratigrafiche ed idrogeologiche
eseguite non si evidenziano elementi in grado di generare amplificazione dell’onda sismica.
I suoli di fondazione sono stati sismicamente classificati mediante opportune indagini in sito
eseguite secondo modalità e criteri del Programma VELL conformemente a quanto prescritto dalla
“scheda di fattibilità geologia della scheda di norma n. 3 DQ dell’allegato al Regolamento
Urbanistico.
d) Fattibilità idrogeologica
L’area ricade in zona a vulnerabilità idrogeologica elevata (falda freatica priva di una qualsiasi
protezione). Tenendo conto della vulnerabilità dell’acquifero il progetto si articola compatibilmente
con gli obiettivi di tutela degli acquiferi sotterranei.
6.4. Paesaggio e beni architettonici
Nell’area oggetto del piano attuativo non sono segnalati elementi di valorizzazione o tutela del
paesaggio individuati dal Piano Strutturale.
6.5. Sistema rifiuti e azioni previste
I rifiuti speciali prodotti nell’area industriale sono ad oggi smaltiti tramite “formulario di
identificazione rifiuto” mediante il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali denominato SISTRI.
Nell’area industriale Henraux sono stati individuati degli spazi dedicati allo stoccaggio dei rifiuti,
questi spazi sono evidenziati nella planimetria aziendale, una volta che il rifiuto ha raggiunto il
quantitativo necessario per lo smaltimento viene avvisata la ditta preposta al trasporto in discarica,
adibita al trasporto.
33
Essendo presenti diverse tipologie di rifiuti sono state individuate più aree di deposito temporaneo
e più di un trasportatore adibito al trasporto:
6.5.1.Cocciame e marmettola. CER010413
I rifiuti maggiormente prodotti sono i cocciami di marmo/granito e la marmettola prodotta dalla
filtrazione dei fanghi di lavorazione. Questi rifiuti sono prodotti in grande quantità.
La marmettola viene immagazzinata man mano che la filtropressa la separa dall’acqua in essa
contenuta in un locale posto sotto le filtropresse. Qui, giornalmente, viene prelevata (circa 2 bilici al
giorno, 60 ton./gg) e trasportata dalla ditta preposta alla discarica autorizzata. I viaggi sono tutti
accompagnati dal formulario di identificazione e memorizzati sul computer nel programma
apposito che permette anche la stampa del registro di carico e scarico.
Il cocciame pulito viene prelevato sempre con i bilici dalla ditta preposta e trasportato alla ditta
ricevente e addetta allo smaltimento. Il trasporto non è giornaliero ma a seconda delle esigenze,
possiamo dire che la produzione che viene stoccata nella discarica si aggira sulle 20 ton./giorno, i
viaggi vengono concentrati in alcuni giorni della settimana fino ad esaurimento della zona di
raccolta. Un altro tipo di cocciame viene prodotto dai residui del taglio delle filagne di marmo
lavorate sotto la linea di taglio, questo viene direttamente caricato dal nastro trasportatore della
macchina su di un cassone scarrabile. Una volta che il cassone è colmato la ditta preposta procede
al suo smaltimento.
Un terzo rifiuto facente parte di questa tipologia è il cocciame sporco prodotto dalle bucce di
marmo o granito resinate e prodotte dopo la segagione dei blocchi nella segheria. Queste sono
poste all’interno di un cassone scarrabile e smaltite, quando necessario, dalla ditta preposta al
trasporto e smaltimento.
6.5.2. Piattelle abrasive CER010413
Sono prodotte per la maggior parte nel reparto marmeria, derivano dai supporti usati per la
lucidatura delle lastre, sono immagazzinate all’interno di big-bag di circa 1 mc., ogni big-bag
riempito viene trasportato nella zona di stoccaggio posta vicino al cancello. Qui il rifiuto, quando
necessario, viene affidato alla ditta preposta che procede al suo smaltimento.
6.5.3. Carta e cartone
Provengono principalmente dalle scatole che contengono gli abrasivi usati nella lucidatura e sono
immagazzinati in una apposita zona di raccolta. Sono rifiuti che non necessitano di formulario di
smaltimento ma, essendo assimilati ai rifiuti urbani, vengono smaltiti dalla ditta ERSU.
6.5.4. Olio motore esausto CER130208
Proviene dal cambio olio di tutti i macchinari; viene stoccato in una cisterna in plastica posta in una
apposita zona di raccolta. Sotto la cisterna è posta una vasca di adeguata dimensione che evita
sversamenti in caso di rotture della cisterna. Il rifiuto viene smaltito attraverso la ditta Vi.Ve. di
Livorno (ditta autorizzata al recupero degli oli usati).
6.5.5. Legname da imballaggi vari CER150103-170201-150106
Provengono dai vari imballaggi di legno che sono utilizzati in azienda come, ad esempio, pancali
usati nel trasporto di marmi o pezzi meccanici, legacci usati nel trasporto delle lastre di marmo,
traversine o travicelli usati nella posa dei blocchi sul piazzale, ecc.. Sono rifiuti stoccati in cassoni
metallici in una apposita zona di raccolta e prelevati dietro richiesta dalla ditta ERSU che si occupa
dello smaltimento nella sua discarica.
6.5.6. Erba e potature di piante CER200201
Sono piccole quantità di rifiuto vegetale prodotte dalla pulizia delle siepi e dei giardini. Sono
stoccate in un cassone scarrabile posto in un’apposita zona di raccolta e prelevate dalla ditta ERSU
dietro richiesta.
6.5.7. Granulato metallico CER120101
Il granulato metallico viene utilizzato nella segagione dei blocchi fatta con i telai multilama della
segheria, una volta che questo è esausto, ovvero ha perso le caratteristiche necessarie a favorire il
taglio del blocco posto in segagione, viene allontanato dalla miscela di segagione attraverso una
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macchina chiamata ciclone che sfruttando la forza centrifuga separa la graniglia ormai ridotta in
polvere finissima dalla miscela di taglio. Una volta separata la graniglia esausta viene immagazzinata
in un cassone scarrabile e smaltita attraverso una ditta autorizzata al conferimento di questo
prodotto. La macchina separatrice e lo stoccaggio del rifiuto sono collocati in una apposita zona.
6.5.8. Rottami in ferro CER170405
Provengono dalla demolizione o manutenzione dei macchinari o delle strutture in ferro che
compongono i vari impianti aziendali. Sono smaltiti con il formulario di smaltimento da una ditta
abilitata al ritiro di questo rifiuto.
6.5.9. Toner di stampa e cartucce esauste
Prodotti dalle macchine stampanti e fotocopiatrici degli uffici aziendali, sono tenuti in un magazzino
degli uffici all’interno di un cassone eco-box e ritirati come assimilabili.
6.5.10. Lame con taglio esauste CER010499
Le lame con taglio sono utilizzate dai telai multilama nella segagione dei graniti, quando sono
consumate vengono smontate dal telaio e immagazzinate nel punto di stoccaggio provvisorio
antistante la segheria, qui una volta raggiunta una determinata quantità sono prelevate dalla ditta
Co.Ro.Fer., che si occupa del trasporto e dello smaltimento.
6.5.11. Adesivi e sigillanti di scarto CER080409 - Imballaggi in metallo CER150104 Imballaggi metallici contenenti sostanze pericolose CER150110 - Materiali assorbenti e
filtranti CER150202-150201 - Filtri sporchi d’olio CER160107- Resine mastici solventi
adesivi induriti CER080409
Tali rifiuti sono per lo più derivanti da manutenzioni, (filtri sporchi d’olio, materiali assorbenti e
filtranti) e da fasi lavorative come la resinatura (resine mastici solventi adesivi induriti, adesivi
sigillanti di scarto e imballaggi metallici contenenti sostanze pericolose) o la stuccatura dei marmi.
Sono prodotti in diversi luoghi dell’azienda, in modo particolare nel reparto marmeria dalla linea
resinatrice e nel reparto lavorati dalle operazioni di rifinitura e stuccatura manuale. Sono stoccati in
un apposito punto di raccolta in big-bag e fusti metallici sigillati e da lì trasportati in discariche
autorizzate.
6.5.12. Altri rifiuti
Oltre a questi rifiuti speciali sono prodotti anche i normali rifiuti urbani, il servizio di raccolta è
svolto dalla ditta ERSU che a seconda del tipo di rifiuto provvede al suo ritiro. Per i rifiuti organici
prodotti dalla mensa il ritiro è quotidiano, e il punto di raccolta è l’area antistante la cucina della
mensa aziendale. La carta e il cartone provenienti dagli uffici sono lasciati sul marciapiede
antistante gli uffici posti in via Seravezza secondo il calendario previsto dalla ditta preposta al ritiro.
Il rifiuto plastico e il multi materiale è stoccato in un cassone in apposito punto di raccolta e ritirato,
quando necessario, dalla ditta ERSU.
6.6. Inquinamento acustico
L’area ricade in Zona IV del Piano di Classificazione Acustica approvato dal Comune con
deliberazione del Consiglio comunale n° 63/2009. La Classe IV comprende, infatti, le “aree di
intensa attività umana” ovvero:
• le aree interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con
elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali;
• le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie;
• le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.
L’intervento è quindi compatibile con la previsione del vigente Piano di Classificazione Acustica
comunale.
6.6.1. Azioni previste
Le cause di rumore sono generate principalmente dal traffico veicolare e, in tal senso, il piano
attuativo prevede una serie di misure per consentire una significativa riduzione delle emissioni:
a) la costruzione di barriere vegetali, prospicienti la stazione ferroviaria, lato Sud/Ovest che
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assolvono, oltre alla funzione di assorbimento dell'energia sonora, anche quella di riduzione
dell'inquinamento atmosferico e di miglioramento estetico-visivo dei luoghi;
b) le attività ludiche e culturali che si svolgeranno all’interno della struttura (“Polo culturale”), in
aderenza all’abitato lungo la Via Deposito non comporteranno nessuna emissione acustica.
6.7. Energia
La struttura di approvvigionamento energetico del Comune consiste nei seguenti elementi:
• Energia elettrica: reti ENEL;
• Gas naturale: rete SNAM e struttura distributiva da parte della CoinGas;
• Prodotti petroliferi: rete di distribuzione commerciale e provenienze dei singoli vettori.
L'area del piano attuativo è servita da rete ENEL.
Il piano attuativo non prevede la realizzazione di impianti per l’energia e l'installazione di ripetitori.
6.7.1. Azioni previste
Gli edifici saranno progettati nell'ottica di raggiungere i seguenti obiettivi:
a) assicurare condizioni ottimali di utilizzo delle strutture;
b) assicurare la massima durabilità, manutentibilità e sostenibilità dei componenti
impiantistici;
c) ottimizzare e contenere i fabbisogni energetici durante l'utilizzo dell’opera mediante
l’introduzione di sistemi atti a sfruttare fonti rinnovabili di energia; a tal fine si sottolinea
che, per orientamento e struttura, esiste la possibilità di utilizzare le falde del tetto per
l'installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici; in sede di progettazione dovranno
essere predisposti gli impianti in modo tale da rendere possibile, per le attività che si
insedieranno, di poter ricorrere all’uso di tali forme di produzione di energia, in coerenza
con quanto disposto dal DPGR 9 febbraio 2007, n. 2/R.
Le reti elettriche a servizio dei fabbricati saranno interrate e verrà è promosso l’impiego della
bioedilizia in applicazione alle “Linee guida per la valutazione della qualità energetica e
ambientale degli edifici in Toscana” di cui alla DGRT 322/2005 e s.m.i..
6.8. Inquinamento elettromagnetico
In prossimità della zona interessata dal piano attuativo (lato nord-ovest) è presente un’antenna
base per la telefonia cellulare.
6.8.1. Azioni previste
Trattandosi di impianto privato esterno all’area del piano attuativo oggetto di monitoraggio da
parte di ARPAT non sono previste azioni di rilievo.
6.9. Inquinamento luminoso
Attualmente la presenza di strade di scorrimento importanti come la Strada provinciale per la
Marina e di insediamenti residenziali, direzionali e di servizio, determina la presenza di una
diffusa illuminazione sia in orario crepuscolare che notturno.
Relativamente agli effetti sull’inquinamento luminoso all’interno del progetto delle opere
pubbliche, si prevede che la realizzazione di un impianto di illuminazione lungo la viabilità
pubblica porterà ad un incremento delle emissioni luminose in orario serale e notturno.
6.9.1. Azioni previste
Le attività insediate rispetteranno comunque i limiti imposti dalla legge regionale n. 39/2005 Capo
IV (“Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”) tenendo conto delle misure minime di
protezione dall’inquinamento luminoso degli Osservatori Astronomici.
7. Qualità della vita, della salute umana e aspetti socio economici
La Soc. Henraux Spa, è un’azienda leader, in Italia e nel mondo, nel campo dell’escavazione e della
lavorazione del marmo, anche in virtù della sua antica prestigiosa tradizione.
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La sua costituzione è legata alle vicende storiche che hanno interessato il territorio nazionale e la
regione apuo-versiliese fino dai primi anni dell’Ottocento. La società fu, infatti, costituita da Marco
Borrini e Jean Baptiste Alexander Henraux nell’anno 1821 per lo sfruttamento degli agri marmiferi
del Monte Altissimo. La sua collocazione, in aderenza alla ferrovia, è quella originaria,
strategicamente scelta in collegamento alla prima moderna infrastruttura di trasporto dell’area
versiliese.
In pochi anni dalla costituzione della società le innovazioni tecnologiche introdotte nel campo
dell’escavazione e, ancor di più, nella lavorazione del marmo, consentirono un notevole incremento
nell’occupazione e nella produzione del marmo che veniva commercializzato ed esportato sia per
via ferrata, dalla stazione ferroviaria di Querceta e Pietrasanta, sia per via mare, imbarcandolo su
navi dal pontile caricatore di Forte dei Marmi.
Durante i quasi due secoli di attività il fenomeno dell’urbanizzazione e della crescita edilizia,
avvenuto principalmente in fregio alle infrastrutture viarie e della ferrovia, quali la via Provinciale
(già Via della Marina) e la Statale Aurelia, hanno comportato l’occupazione di rilevanti porzioni di
questa parte centrale del territorio versiliese.
All’interno dell’area industriale del settore del lapideo viene svolta l’attività di segagione,
trasformazione, scultura artistica e commercializzazione del marmo, del granito e delle pietre. Le
attività che si svolgono nel sito produttivo possono avere un impatto sulla qualità dell’aria e
dell’acqua nonché del traffico pesante.
Attualmente questo impatto viene già limitato dall’utilizzo di impianti di abbattimento delle
emissioni in atmosfera e di depurazione degli scarichi idrici. Tali impianti sono sistematicamente
sottoposti alla manutenzione da parte di personale specializzato in grado di realizzare operazioni in
modo corretto.
L’Amministrazione Comunale ha previsto per questa porzione di territorio, posta all’interno del
centro urbano, il mantenimento dell’area Artigianale e Industriale con possibilità di potenziamento
con interventi di ampliamento volumetrico.
Si può quindi parlare di zona produttiva integrata, nel senso che, attorno alla funzione produttiva, si
sviluppano attività legate alla logistica, ai servizi, al commercio (vedi intervento previsto dal
Regolamento Urbanistico nella limitrofa area della “Pantanella” posta sul lato monti del comparto)
e al Polo Culturale che integrano l’attività di produzione con la distribuzione e il marketing, anche
attraverso la valorizzazione dell’ arte scultorea.
La presenza dell’area industriale nel territorio genera modifiche agli elementi che compongono il
sistema ecologico, il sistema sociale ed il sistema economico che sono interdipendenti fra loro
generando degli effetti che possono essere negativi su un sistema e positivi sull’altro.
Il sistema ecologico peraltro già stabilizzato, con l’incremento della produzione non subirà
alterazioni significative, considerato che l’azienda opera sull’area da quasi 200 anni. Inoltre il
progetto avrà sicuramente un impatto positivo sia sul sistema economico che su quello sociale.
Il progetto prevede un ulteriore incremento degli elementi che normalmente caratterizzano le aree
ecologicamente attrezzate quali:
• la presenza di impianti per la depurazione delle acque, trattamento rifiuti, sistemi di
monitoraggio ambientali, impianti centralizzati per la produzione di energia e
infrastrutture;
• la messa in opera di elementi in grado di garantire standard di qualità ambientale superiori
(es: maggiore garanzia rispetto alle norme ambientali, prestazioni ambientali più elevate,
ecc.).
La realizzazione degli interventi previsti dal piano attuativo sull’area non produrrà effetti
significativi sulla salute umana, non aumenterà i rischi per la salute e la sicurezza pubblica e, in
generale, non inciderà sulla qualità della vita dei residenti.
Aumentando gli spazi coperti per la lavorazione e riorganizzando l’intero sistema produttivo, il
piano attuativo favorirà lo sviluppo dell’imprenditoria locale e la crescita occupazionale ed
economica delle zona.
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8. Sintesi degli effetti ambientali
A seguito di quanto sopra riportato il piano attuativo detta specifiche prescrizioni a difesa delle
varie matrici ambientali.
Dall’analisi emerge che uno degli elementi di maggiore criticità per la zona è dato dal possibile
inquinamento del suolo e delle acque sotterranee. Il progetto esecutivo degli spazi pubblici e di
quelli privati dovrà, pertanto, utilizzare in modo adeguato le possibilità in grado di consentire una
opportuna difesa delle acque sotterranee e, eventualmente, capace di migliorarne l’attuale stato.
La realizzazione del tratto di fognatura nera su via Deposito di unione tra Via Fonda e Via Seravezza
concorrerà a migliorare la situazione.
Risorsa suolo: qualità chimico-fisica
☺
Per quanto riguarda il consumo di suolo non si andranno a interessare nuove zone se non quelle già
ad oggi assai trasformate caratterizzate da una forte impermeabilizzazione.
Risorsa suolo: consumo
☺
L’area si presenta con suolo ampiamente impermeabilizzato. Con la realizzazione degli interventi
previsti dal piano attuativo non si prevede un ulteriore ampliamento delle aree impermeabili ma un
aumento di quelle permeabili attraverso accorgimenti tecnici che permettano l’assorbimento delle
acque.
Risorsa suolo: permeabilità
Per ridurre l’impatto acustico, luminoso (e parzialmente quello atmosferico) e per limitare
l’impatto estetico paesaggistico dell’area soprattutto nei confronti degli insediamenti residenziali
esistenti, è previsto l’impianto di specie arboree e arbustive autoctone. Lo scopo del verde è
quello di svolgere la funzione di barriera e di elemento schermante.
Risorsa suolo: area a verde
Il piano attuativo mantiene sostanzialmente invariati gli attuali varchi visuali verso le Apuane.
Visuali paesaggistiche
Il piano attuativo raccomanda e prescrive un uso sostenibile delle acque attuando tecniche e
impianti che consentano il massimo risparmio idrico e che permettano la tutela qualitativa della
risorsa.
Risorsa acqua: tutela qualitativa
☺
Risorsa acqua: tutela quantitativa
☺
L’insediamento pur prevedendo ulteriori impatti sulle risorse energetiche prediligerà l’uso di
impianti e macchinari ad alta efficienza energetica; allo stesso modo l’efficienza energetica verrà
ricercata nella costruzione degli edifici ricorrendo all’uso di fonti energetiche rinnovabili
Risorsa energia
☺
Per quanto concerne la qualità dell’aria considerato l’assai limitato apporto degli interventi su tale
risorsa non sono previste modifiche agli attuali impatti.
Risorsa aria: qualità
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Per l’impatto acustico sono previsti sistemi costruttivi per la riduzione delle emissioni.
Clima acustico: qualità
☺
Per quanto riguarda l’inquinamento luminoso sono da attuare tutte le misure utili a limitare il
disturbo. A tal fine, a parte l’utilizzo di fonti di illuminazione opportune (si tenga conto anche delle
disposizioni della legge regionale n° 37/2000 in merito alla salvaguardia degli Osservatori
Astronomici), risulta importante ridurre la luminosità nelle ore crepuscolari e notturne a quanto
necessario per ragioni di sicurezza e di operatività.
Inquinamento luminoso
Le pressioni su inquinamento acustico, luminoso e potenzialmente sulla qualità dell’aria (anche
se per limitati periodi) possono esercitare limitati effetti sulla salute umana e sulla qualità della
vita dei residenti. Qualunque azione di mitigazione volta a ridurre tali impatti risulta comunque
opportuna.
Salute umana
L’attuazione degli interventi previsti nel piano attuativo rappresentano il volano per uno sviluppo
socio-economico dell’area offrendo occasioni di crescita imprenditoriale e di occupazione e
innescando un processo di sviluppo della conoscenza dei luoghi e della cultura del marmo.
Sviluppo socio economico
☺
Occupazione
☺
9. Analisi degli effetti cumulativi e sinergici
Il piano attuativo dell’area artigianale-industriale Henraux non determina nuovo consumo di suolo
perché si interviene su un’area urbana già edificata in cui veniva esercitata una’attività di
lavorazione e segagione di marmi e graniti. La superficie interessata è già quasi interamente
impermeabilizzata e, nel rispetto delle normative regionali che prevedono almeno il 25% di
superficie permeabile, la proposta di trasformazione dovrà produrre un complessivo miglioramento
del rapporto di permeabilità.
È ipotizzabile un effetto cumulativo sui consumi energetici, sui consumi idrici, sulle reti
(fognatura e depurazione) e sul clima acustico. È prevista la realizzazione di un tratto di fognatura
su Via Deposito di collegamento tra le attuali reti poste in Via Seravezza e Via Fonda.
Le attività previste non comportano un adattamento delle reti di fornitura elettrica e di fornitura
gas metano nell’area.
Sono previsti interventi progettuali che vedono la presenza di pannelli fotovoltaici sulle
coperture e l’utilizzo di tecniche di risparmio e a basso consumo di risorse.
Come evidenziato dall’analisi degli effetti ambientali, è possibile una interazione cumulativa sul
clima acustico e luminoso che potrebbe ripercuotersi su alcuni insediamenti residenziali posti in
prossimità dell’area; a tal proposito risultano importanti le misure che saranno attuate per la
mitigazione.
Conclusioni: i contenuti del piano attuativo risultano coerenti con le prescrizioni e con gli
indirizzi derivanti dalle analisi valutative.
Seravezza, 12 settembre 2012
Il Funzionario responsabile
(arch. Andrea Tenerini)
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