ECONOMIA CIVILE
Terzo settore, cooperazione sociale e
impresa sociale
L’ EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA
Società tradizionale
l’economia è attività di sostentamento, il surplus di produzione
va al “signore”, il welfare non esiste, la cura è compito della
famiglia e della comunità;
Società moderna
l’economia si stacca dalla comunità e si divide in due ambiti:
privata orientata alla produzione e al profitto, pubblica
orientata alla re-distribuzione (welfare);
Società post-moderna
nasce l’economia relazionale, come risposta efficace ed
efficiente alla nuova domanda sociale.
LA SFIDA DELL’ECONOMIA CIVILE
Far coesistere, all’interno del medesimo sistema sociale, i tre i
principi regolativi dell’economia:
Lo scambio di equivalenti (contratto): l’efficienza;
La re-distribuzione di ricchezza (welfare): l’equità;
La reciprocità (fraternità):
il dono, la libertà positiva .
UN PO’ DI STORIA
S. Francesco e i Francescani: la scelta della povertà che
apre la strada all’economia di mercato;
L’umanesimo civile: la civiltà cittadina, l’economia di
mercato o civile. La figura del mecenate.
L’illuminismo italiano: la scienza del “ben vivere
sociale”.
La tradizione inglese, la nascita dell’economia
capitalistica: la mano invisibile, l’interesse personale, il
profitto.
I TRE PILASTRI DELL’ECONOMIA DI
MERCATO
La divisione del lavoro;
Lo sviluppo per l’accumulazione;
La libertà d’impresa.
L’economia capitalistica
ne aggiunge un quarto:
il profitto
BENE COMUNE E BENE TOTALE
L’economia di mercato sul modello umanistico e
dell’illuminismo italiano è orientata al Bene Comune;
L’economia capitalistica
è orientata al profitto personale
e al Bene Totale.
UN PO’ DI MATEMATICA
La formula del Bene totale è una sommatoria di beni
individuali:
B1+B2+B3 = BT
5 + 3 + ___=____
La formula del Bene comune è una produttoria di beni
individuali:
B1XB2XB3 = BC
5 x 3 x ___=____
LA DICOTOMIA CAPITALISTICA
La legge della produzione: massimizzare il profitto a
beneficio degli azionisti,nessuna pietà nella produzione di
ricchezza;
La legge della distribuzione: ricordarsi del legame che
unisce la società e mettere in pratica la compassione.
La figura del filantropo d’impresa e delle Fondazioni
capitalistiche.
IL WELFARE
La nascita e lo sviluppo nel contesto di una società
“fordista”: dall’assistenza alla cultura dei servizi, il
welfare state.
Il tramonto della società fordista, la globalizzazione
dell’economia, il problema demografico, la crisi della
politica, del lavoro, della famiglia, nuovi bisogni e nuove
povertà...
Il nuovo welfare: sussidiario, comunitario e integrato con
le altre politiche (sviluppo, casa, sanità,cultura...)
La nascita e lo sviluppo del Terzo Settore.
UN PO’ DI GRAMMATICA
Terzo settore:
Primo? Secondo?... Quarto?
No profit:
no = negazione;
Privato sociale:
quale termine lo distingue? Privato? Sociale?
TERZO SETTORE
Definizione dell’International Society for Third Sector,
Dublino 2000: organizzazioni no profit, terzo settore,
ong, fondazioni
=
organizzazioni della
società civile
(civil society organizations)
I SETTORI IN CUI OPERANO I SOGGETTI DEL TS
Servizi sociali
Sanità
Ambiente
Cultura, sport e ricreazione
Istruzione e ricerca
Sviluppo economico e coesione sociale
Tutela dei diritti e attività politica
Filantropia e promozione del volontariato
Cooperazione e solidarietà internazionale
Attività di promozione e formazione religiosa
Relazioni sindacali e rappresentanza di interessi
LA FORMA GIURIDICA
Le associazioni riconosciute
Le associazioni non riconosciute
Le fondazioni (assistenziali, bancarie, culturali, universitarie, liriche,
d’impresa…)
I comitati
Le ex-IPAB
Le organizzazioni di volontariato
Le cooperative sociali
Le organizzazioni non governative (ong)
I circoli aziendali(CRAL)
Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS)
Le associazioni e le società sportive dilettantesche
Le associazioni di promozione sociale
L’IDEA CENTRALE DELL’ECONOMIA
CIVILE
Una visione che guarda e inserisce l’esperienza della
socialità umana e della reciprocità all’interno di una
normale vita economica, né a lato, né prima, né dopo
questa.
E’ il momento economico stesso, che in base alla presenza
o assenza dei principi del dono e della reciprocità,
diventa civile o in-civile.
Perché non è più sostenibile la concezione che il dono e la
reciprocità riguardano altri momenti o sfere della vita civile ?
La rottura del nesso tra produzione di ricchezza e territorio
(la globalizzazione);
L’ effetto spiazzamento:
“la moneta cattiva scaccia
quella buona”
UN MERCATO PLURALE, IMPRESE E IMPRENDITORI
DIVERSI
Il fine dell’imprenditorialità non è solo il profitto, non è vero
che l’unica forma di impresa è quella capitalistica – art. 2247
Codice Civile;
Imprenditore è chi è capace di produrre valore aggiunto, a
prescindere dal motivo che lo muove all’azione;
La funzione filantropica d’impresa è inadeguata per gli
scopi che vorrebbe raggiungere e priva di legittimazione
sociale.
L’IMPRENDITORE
3.
Le tre doti dell’imprenditore
1. Adeguata propensione al rischio;
2. Creatività;
Capacità di coordinare e valorizzare il lavoro di tanti
soggetti (ars combinatoria)
La motivazione
Il profitto = imprenditore capitalistico
Il bene comune = imprenditore sociale
L’ articolo 45 della Costituzione
Italiana
La Repubblica riconosce la funzione sociale della
cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di
speculazione privata.
La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi
più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il
carattere e le finalità.
La legge sulla cooperazione sociale
L. 8 novembre 1991, n. 381
Scopo mutualistico: “l’interesse generale della comunità
alla promozione umana e all’integrazione sociale dei
cittadini” (art. 1, comma 1);
Le attività strumentali al raggiungimento dello scopo
mutualistico:
a) La gestione di servizi socio-sanitari ed educativi;
b) Lo svolgimento di attività diverse – agricole, industriali,
commerciali o di servizi – finalizzate all’inserimento
lavorativo di persone svantaggiate
L’impresa sociale
Organizzazioni private, ivi compresi gli enti di cui al libro V
del codice civile, che esercitano in via stabile e principale
un’attività economica organizzata al fine della produzione
e dello scambio di beni e servizi di utilità sociale, diretta a
realizzare finalità di interesse generale (art. 1 D.Lgs.
155/06).
I requisiti dell’impresa sociale
Essere costituita con atto pubblico
Avere una struttura democratica
Destinare gli utili allo svolgimento dell’attività statutaria o a
incremento del patrimonio
Tenere le scritture contabili
Redigere il bilancio
Coinvolgere i lavoratori e i destinatari delle attività nella
gestione dell’impresa
Avere la maggioranza degli amministratori soci
I settori di attività
Assistenza sociale, sanitaria e socio sanitaria
Educazione e istruzione
Tutela ambientale
Tutela dei beni culturali
Formazione universitaria
Formazione extrascolastica
Turismo sociale
Ogni altra attività d’impresa finalizzata all’inserimento
lavorativo delle persone disabili e svantaggiate , quando
questi costituiscono almeno il 30% del personale.
BIBLIOGRAFIA
Economia:
Economia Civile – L. Bruni, S. Zamagni Ed. il Mulino;
Verso il Mercato di Qualità Sociale – a cura di G. Ecchia e D. Lanzi,
Ed. AICCON
Etica ed Economia – A. Sen – Ed. Laterza
Terzo Settore/Sociologia:
Il privato sociale che emerge: realtà e dilemmi, a cura di P. Donati;
Gli enti non profit – A. Propersi, G. Rossi, Ed. Il Sole 24 Ore
Storia:
Ricchezza francescana – G. Todeschini, Ed- Il Mulino
Umanesimo italiano – E. Garin – Ed. Laterza
Matematica e grammatica:
Qualsiasi manuale delle scuole primarie
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la sfida dell`economia civile