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Brigata paracadutisti "Folgore"
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Brigata paracadutisti "Folgore"
La Brigata paracadutisti "Folgore" è l'unica
Grande Unità di paracadutisti dell'Esercito Italiano;
una seconda unità, ma di rango minore, è costituita
dal 4º Reggimento alpini paracadutisti, ricreato nel
2006 a partire dal preesistente Battaglione alpini
paracadutisti "Monte Cervino". La "Folgore"
operativamente è una Grande unità di fanteria
leggera con capacità di operare a seguito di
aviolancio e/o aviotrasporto, è alle dipendenze del 1º
Comando forze di difesa di Vittorio Veneto.
Stemma della Brigata
Indice
1 Storia
2 La Brigata "Folgore" oggi
3 "Folgore"
4 Reparto comando e supporti tattici "Folgore"
5 183° Reggimento paracadutisti "Nembo"
6 185º Reggimento paracadutisti ricognizione
acquisizione obiettivi "Folgore"
7 186° Reggimento paracadutisti "Folgore"
8 "Folgore" e "Nembo" nella RSI
9 Le missioni di pace
10 Il caso Restore Hope: torture ed abusi in Somalia
11 La "marcia" su Pisa
11.1 L'antefatto
11.2 I tafferugli
11.3 Il seguito
12 Onorificenze
13 Stemmi
14 Preghiera del paracadutista
15 Note
16 Voci correlate
17 Altri progetti
18 Collegamenti esterni
Descrizione generale
Attiva
luglio 1942 - 23 novembre 1942 e
1º gennaio 1963 - oggi
Nazione
Italia
Servizio
Esercito
Tipo
paracadutisti
Dimensione
brigata
Guarnigione/QG
Livorno, Pisa, Pistoia, Siena e
Legnago
Soprannome
Folgore
Marcia
Come folgore dal cielo
Reparti dipendenti
Storia
Per approfondire, vedi la voce Fanti dell'aria.
« Fra le sabbie non più deserte
son qui di presidio per l’eternità i ragazzi
della Folgore
fior fiore di un popolo e di un Esercito in
armi.
Caduti per un’idea, senza rimpianto, onorati
nel ricordo dello stesso nemico,
essi additano agli italiani, nella buona e
nell’avversa fortuna,
il cammino dell’onore e della gloria.
Viandante, arrestati e riverisci.
Dio degli Eserciti,
accogli gli spiriti di questi ragazzi in
9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col
Moschin"
183º Reggimento paracadutisti "Nembo"
185º Reggimento paracadutisti ricognizione
acquisizione obiettivi "Folgore"
186º Reggimento paracadutisti "Folgore"
187º Reggimento paracadutisti "Folgore"
8º Reggimento genio guastatori paracadutisti
"Folgore"
Reparto comando e supporti tattici "Folgore"
Centro Addestramento di Paracadutismo
Comandanti
Comandante
corrente
Generale di Brigata Federico
D'Apuzzo
Simboli
basco amaranto,
tipico della
specialità
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quell’angolo di cielo
che riserbi ai martiri ed agli Eroi. »
(Epigrafe davanti al cimitero della Folgore a El
Alamein)
I primi reparti di paracadutisti italiani furono istruiti
e formati poco prima della seconda guerra mondiale
a Castel Benito, nei pressi di Tripoli, dove sorse la
prima Scuola Militare di Paracadutismo della Regia
Aeronautica con istruttori
dell'esercito.L'addestramento in volo era affidato al
15º Stormo.
Simbolo
Simbolo
Le prime truppe ad essere addestrate furono due battaglioni libici del Regio Corpo Truppe Coloniali; i
"Fanti dell'aria". A questi farà seguito un primo battaglione di truppe italiane ed il Battaglione Carabinieri
Paracadutisti.
Poco dopo nacque in Italia la Scuola di Tarquinia, ove venne reimpiegato il personale di Castelbenito e
nacquero i primi elementi della futura Divisione Folgore.
Nel 1941 era operativa una Divisione Paracadutisti completa, la 185ª Divisione Paracadutisti "Folgore",
nata ed addestrata per l'occupazione di Malta (Operazione C3), che però visto l'andamento della guerra in
Africa sarà invece impegnata a terra in Africa Settentrionale dal luglio 1942.
Il comportamento eroico della divisione Folgore durante la battaglia di El Alamein, dove 3.500
paracadutisti resistettero all'attacco portato da tre divisioni britanniche, la 7^ Divisione Corazzata (i famosi
Desert Rats, veterani di tante battaglie africane) e due di fanteria, per un totale di circa 50.000 uomini, 400
pezzi di artiglieria, 350 carri e 250 blindati[1], suscitò il rispetto e l'ammirazione anche da parte degli stessi
nemici britannici.
L'11 novembre del 1942 infatti, a battaglia ormai conclusa Radio Londra trasmise il famoso comunicato:
« I resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane. »
(Radio Londra)
Dal fronte di El Alamein la Folgore si ritirò il 3 novembre 1942, alle 2:00 a.m., senza acqua e trasportando
a braccia i propri pezzi anticarro. Alle 14:35 del giorno 6, dopo aver esaurito tutte le munizioni ed aver
distrutto le armi, ciò che restava della Divisione si arrese, ma senza mostrare bandiera bianca e senza alzare
le mani ai britannici.
In Libia nel 1942 con alcuni sopravvissuti si formò il 285° Battaglione "Folgore", comandato dal
capitano Lombardini. Fu impiegato nella difesa della linea del Mareth in Tunisia nel 1943, e anche in tale
occasione diede un'eccellente prova resistendo ai tanti attacchi britannici. Con l'inarrestabile avanzata delle
soverchianti forze alleate, anche i pochi sopravvissuti del "Folgore" si ritirarono in direzione di Tunisi, e si
arresero a Takrouna, dopo una strenua difesa contro truppe neozelandesi.
In Italia, nel frattempo, nacque una seconda Scuola a Viterbo e una nuova divisione, la Nembo. Una terza,
battezzata Ciclone, era in progetto ma l'armistizio di Cassibile ne interrompe la costituzione. Dopo la
guerra, la Nembo venne assorbita dalla Folgore.
Durante la guerra di liberazione reparti di paracadutisti italiani parteciparono a numerose operazioni di
aviolancio in aiuto dei partigiani, sabotaggio e ricognizione, sia autonomamente che a fianco degli inglesi.
Ad alcune di queste operazioni parteciparono anhe veterani di El Alamein usciti dai campi di prigionia e
molto considerati dagli ufficiali britannici. Le più note operazioni di questo tipo furono l'operazione Potato
[2] e l'operazione Herring nell'imminenza della liberazione del Po.
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La Brigata "Folgore" oggi
Attualmente la "Folgore" è una Brigata, con 6 Reggimenti, con sede
a Livorno, Pistoia, Siena, Pisa e Legnago.
È costituita da tre Reggimenti d'arma base (183º, 186º e 187º), un
Reggimento d'assalto (il 9º Col Moschin), un Reggimento
acquisizione obiettivi (185º) che precedentemente era il
Reggimento artiglieria paracadutisti, un Reggimento genio
guastatori (8º) ed un Reparto comando e supporti tattici, oltre al
C.A.PAR. di Pisa (Centro Addestramento Paracadutismo, ex
SMIPAR - Scuola MIlitare di PARacadutismo, a sua volta ex
CAP).
Reggimenti esistenti:
8º Reggimento genio guastatori paracadutisti "Folgore" di
Legnago (VR)
9º Reggimento paracadutisti d'assalto "Col Moschin" di
Livorno, appartenente alle Forze Speciali
183º Reggimento paracadutisti "Nembo" di Pistoia
185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione
obiettivi "Folgore" di Livorno
186º Reggimento paracadutisti "Folgore" di Siena
187º Reggimento paracadutisti "Folgore" di Livorno
Una paracadutista della "Folgore",
equipaggiata con un Beretta SC
70/90, in servizio d'ordine durante i
XX Giochi olimpici invernali di
Torino 2006.
Il 23 ottobre si festeggia l'anniversario della battaglia di El Alamein (1942). Patrono: san Michele
Arcangelo (29 settembre).
"Folgore"
Denominazione di due distinti reparti (per lungo periodo
coesistenti) dell'esercito italiano: la Brigata paracadutisti Folgore e
la Divisione di fanteria (poi meccanizzata) "Folgore".
Elementi araldici comuni ai due reparti: il gladio alato di
mostrine/fregi (integrato da un paracadute per la Brigata
paracadutisti) e il lampo giallo nel distintivo dell'unità (in campo
rosso per la Divisione di fanteria, in campo azzurro per la Brigata
paracadutisti). Attualmente la scuola militare di paracadutismo
(C.A.PAR.) si trova a Pisa.
Paracadutisti prima di un lancio
Reparto comando e supporti tattici "Folgore"
Costituito in Pisa il 1º ottobre 1963 quale Quartier Generale della ricostituita Brigata paracadutisti
"Folgore", assume la denominazione di Reparto comando e trasmissioni il 1º ottobre 1975. La Compagnia
trasmissioni che ne fa parte dal settembre 1977 ha ereditato le tradizioni della 185ª Compagnia genio
collegamenti della Divisione "Folgore". Dal 1º gennaio 1994 ingloba a sé la Compagnia genio guastatori
paracadutisti "Folgore", assumendo così la denominazione attuale di Reparto comando e supporti tattici. Il
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Reparto, inquadrato nella Brigata paracadutisti "Folgore" è un'unità di supporto fondamentale destinata, al
sostegno logistico ed alla sicurezza del Comando Brigata, alla gestione del sistema di trasmissioni
dell'intera Brigata, a soddisfare le esigenze di mobilità e contromobilità delle varie unità che compongono
la Grande Unità elementare. Ha partecipato a tutte le operazioni "fuori area" nelle quali è stato presente il
Comando Brigata paracadutisti "Folgore".
183° Reggimento paracadutisti "Nembo"
La 183ª Divisione paracadutisti "Nembo" venne costituita nel
1943 come seconda Divisione paracadutisti con l'impiego di
nuovi reparti e del 185º Reggimento della "Folgore". La
"Nembo" fu inviata alla vigilia dell'8 settembre 1943 in
Sardegna dove sarà decimata dalla malaria. Reimpiegata salvo
la 12/183ª, che aderì alla RSI, nella guerra di liberazione
italiana trova la sua maggiore gloria nelle battaglie di
Filottrano, Case Grizzano e nell'operazione Herring (queste
ultime nel Gruppo di Combattimento Folgore, da essa
costituito dopo la riconfigurazione della Divisione dovuta alle
perdite subite).
183º Reggimento in sfilata il 2 giugno
2006 a Roma
Alla fine della seconda guerra mondiale diverrà il "Nembo" è
sarà utilizzato, come Reggimento prima e Battaglione poi, nella
fanteria meccanizzata, passando per le sedi di Belluno, Villa Vicentina, Cervignano del Friuli e Gradisca
d'Isonzo. In quest'ultima sede rimarrà fino al 1991, anno in cui si è ricostituito il 183º Battaglione
paracadutisti "Nembo", inquadrato questa volta nella Brigata paracadutisti "Folgore". La "Folgore" stessa
era stata ricostituita negli anni sessanta con istruttori provenienti proprio dal "Nembo", inquadrato all'epoca
nella Divisione meccanizzata "Folgore" di Treviso.
Nel 1993 è promosso al rango di Reggimento, mentre dal 1991 a seguire ha partecipato a tutte le missioni
internazionali che hanno visto impiegati l'Italia ed i paracadutisti.
185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi
"Folgore"
Il 185º Reggimento R.A.O. è inquadrato nella Brigata paracadutisti "Folgore". Precedentemente inquadrato
all'interno della Brigata quale 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti, armato con obici aviolanciabili da
105/14 e mortai pesanti da 120 mm. Attualmente è una delle unità che fa parte delle Forze per Operazioni
Speciali dell'Esercito Italiano, in quanto i suoi compiti principali sono divenuti la ricognizione,
l'acquisizione obiettivi e la guida laser di ordigni "intelligenti" lanciati da vettori aerei, attività da svolgere
eventualmente in territorio ostile. Il Reggimento è quindi impiegato per operazioni speciali relative alla
funzione operativa dell'intelligence militare e al controllo del fuoco finalizzato all'ingaggio di obiettivi ad
alta priorità. L'unità rientra nel cosiddetto "bacino FOS" (Forze per Operazioni Speciali), più correttamente
Combat Support dedicato alle OS (Operazioni Speciali).
Ufficiali, sottufficiali e truppa dell'unità sono reclutati attraverso concorsi banditi dall'Esercito, ma è
prevista la possibilità di alimentare l'unità anche con personale proveniente, a domanda e previo verifica
dei requisiti psico-fisici, da altre unità dell'Esercito. Per poter conseguire l'abilitazione di "Acquisitore" è
previsto un iter di addestramento molto impegnativo della durata di circa due anni che prevede
obbligatoriamente il conseguimento del brevetto militare di paracadutismo.
Il Reggimento, di stanza a Livorno, è stato impegnato ottenendo il plauso degli alleati e delle Forze Armate
Statunitensi, in Afghanistan e in Iraq, dove il sergente maggiore Salvatore Marracino ed il maggiore Nicola
Ciardelli del Reggimento hanno perso tragicamente la vita.
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186° Reggimento paracadutisti "Folgore"
Per approfondire, vedi la voce 186º reggimento paracadutisti "Folgore".
"Folgore" e "Nembo" nella RSI
Dopo l'8 settembre 1943 paracadutisti della "Nembo" vengono
impiegati in combattimento durante lo sbarco di Anzio. Viene
ricostituita anche la divisione "Folgore". Combatteranno anche per
la difesa di Roma, fino alla sua caduta. In seguito alcuni reparti di
paracadutisti vengono impiegati sulle Alpi occidentali a protezione
dei confini con la Francia.
Le missioni di pace
Parà della RSI al fronte di Monte
Cassino nel 1944
La Brigata è stata impiegata in numerose missioni di peacekeeping
negli anni recenti.
Libano (1982), una delle prime missioni internazionali di pace.
Iraq, Kurdistan iracheno (1991), un gruppo tattico paracadutisti opera nel quadro della missione di
soccorso umanitario "ITALFOR Airone".
Sicilia (1992), la brigata fornisce effettivi all'operazione "Vespri Siciliani" per il controllo del
territorio e la difesa di obiettivi sensibili.
Somalia (28 dicembre 1992 - 3 settembre 1993), operazione "Restore Hope" (ITALFOR Ibis).
Bosnia-Erzegovina (a partire dal 1996), missione IFOR poi SFOR.
Kosovo, missione KFOR.
Albania (1997), partecipazione alla forza di pace FMP.
Timor Est (1999)
Afghanistan (luglio 2003 - febbraio 2004), missione Enduring Freedom
Iraq (aprile - settembre 2005), operazione Antica Babilonia.
Sudan, missione Leone.
Libano (aprile 2007), operazione Leonte 2 sotto egida dell'ONU (risoluzione 1701), a seguito della
guerra tra Israele ed Hezbollah dell'estate del 2006.|
Afganistan (da aprile 2009), un contingente viene schierato in concomitanza con le locali elezioni.
Nel corso della missione i paracadutisti sono impegnati in operazioni contro i guerriglieri Talebani
rimanendo coinvolti in diversi conflitti a fuoco ed attentati con IED sepolte nel terreno o autobomba.
Il 17 settembre 2009, un attentatore suicida, alla guida di un'auto imbottita con 150 kg di esplosivo,
si è fatto esplodere contro un convoglio di ritorno dall'aeroporto di Kabul, causando la morte di 6
paracadutisti che si trovavano sui due blindati Lince coinvolti nell'esplosione. [3]
Il caso Restore Hope: torture ed abusi in Somalia
Fecero scalpore la pubblicazione nel 1997 da parte del settimanale Panorama di fotografie riguardanti le
violenze subite da alcuni somali da parte di alcuni paracadutisti della "Folgore" (tra cui la foto di un civile
con degli elettrodi posizionati sui genitali), riferite al 1993 e scattate nel campo di Johar, accompagnate dal
resoconto di un caporalmaggiore che lanciava accuse sull'intera gestione della missione.
Al seguito di tale servizio venne aperta un'inchiesta presso la Procura di Livorno, e fu attivata una
Commissione governativa che sentì varie testimonianze. La Commissione, pur smentendo alcune accuse da
parte dei civili somali, appurò che vi furono degli episodi di violenza da parte dei militari, e riconobbe
alcune responsabilità dei comandi militari della missione. Il presunto responsabile dell'atto, condannato in
primo grado nel 2000, non è arrivato a un definizione definitiva della sua posizione a causa della
sopraggiunta prescrizione. [4]
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La "marcia" su Pisa
L'antefatto
La Scuola Militare di Paracadutismo (SMiPar) è stata al centro di alcune contestazioni a causa di una
marcia improvvisata nel centro di Pisa il 18 gennaio 1981.[5]
La marcia avvenne in seguito ad un episodio di teppismo, ovvero il pestaggio di due reclute della scuola in
un bar della città a causa del quale i due militari furono ricoverati. I vertici della SMiPar tennero la notizia
riservata, ma tra gli ufficiali di complemento, circolò la voce che ad uno dei due allievi fu necessaria
l'amputazione dei testicoli.[6]
A seguito di tale evento, 3 ufficiali di complemento, organizzarono una "spedizione punitiva", che nelle
loro intenzioni doveva essere mirata ed eseguita da pochi elementi di truppa scelti tra i graduati istruttori.
La voce si sparse e, verso sera, all'ora della libera uscita, all'appuntamento fissato a Porta a Lucca si
ritrovarono tra i duecento e i quattrocento militari, tutti in borghese. Quest'ultima cifra è quella riportata dai
giornali dell'epoca, poi citati nelle interrogazioni parlamentari che seguirono.[5][7], L'unico dei 3 ufficiali
organizzatori, presente all'appuntamento, realizzò immediatamente che, data la numerosità dei presenti, era
difficile mantenere il controllo della situazione se fosse stato messo in atto il proposito originale e quindi,
decise per una sfilata lungo la via centrale di Pisa. Il gruppo si inquadrò spontaneamente in ranghi ordinati
ed iniziò la marcia in direzione della stazione ferroviaria.
Una volta in marcia, i parà iniziarono a "cadenzare il passo" e ad intonare i canti della Brigata oltre all'urlo
di reparto[8]. Proseguendo con la sfilata, alcuni partecipanti alternarono ai canti militari, alcuni saluti
romani, accenni a canti fascisti e slogan, tra cui "Boia chi molla, è il grido di battaglia", caratteristico delle
manifestazioni di destra dell'epoca.[9][6]
I tafferugli
Giunti nei pressi del ponte sull'Arno, un gruppo di giovani pisani, alcuni a bordo di ciclomotori, altri a
piedi, iniziarono ad inveire verso il reparto mantenendosi, inizialmente, a debita distanza dalla formazione,
finché un ragazzo su una Vespa, seguito da pochi altri ciclomotori, caricò lo schieramento con il suo
ciclomotore impennato. Le prime file dello schieramento si lanciarono verso i motociclisti facendoli
cadere. Uno dei contusi fu trasportato al pronto soccorso per le ferite procuratesi con la caduta. La fuga
improvvisa degli altri ragazzi, scatenò una sorta di caccia all'uomo lungo i vicoli laterali della città, senza
conseguenze mediche. La cronaca e le interrogazioni parlamentari riportano alcuni danneggiamenti,
particolarmente all'insegna alla sede di una organizzazione di sinistra, avvenuta mentre il reparto si
ricompattava e continuava la marcia verso la stazione. [6]
Accorsero sul posto le prime unità della Polizia di Stato e dei Carabinieri ed un funzionario di PS intimò
con un megafono al corteo di fermarsi e rientrare in caserma. I parà diedero ben poca importanza
all'avvertimento, continuando l'avanzata e costringendo le volanti della Polizia che si erano portate davanti
al corteo, ad arretrare in retromarcia, operazione resa difficoltosa dalla presenza in strada di molta gente
incuriosita. In breve giunsero ulteriori rinforzi sia di PS in tenuta antisommossa, che di Carabinieri. Il
funzionario di P.S., minacciò una carica per disperdere i militari, ma i parà mimarono una "controcarica"
che dissuase la Polizia da mettere in atto il proposito, preferendo contenere la manifestazione che si
avviava alla volta della stazione di Pisa con sufficiente ordine. Raggiunta la meta dei manifestanti, la
situazione venne ulteriormente normalizzata da un fotografo locale conosciuto nell'ambiente dei militari
che si rivolse ai paracadutisti e li invitò amichevolmente a tornare in caserma. Lo schieramento
ordinatamente rientrò in caserma cantando. Tutta la truppa fu immediatamente consegnata in caserma a
tempo indeterminato.[6]
Il seguito
L'indomani ebbero luogo le reazioni, rimbalzate dalla stampa a livello nazionale e approdate in Parlamento,
dove vennero presentate interrogazioni al Ministro della Difesa. Alcuni organi di stampa parlarono di
marcia fascista su Pisa. La giunta comunale della città discusse una mozione per proporre il trasferimento
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della SMiPar in altra località, incontrando il dissenso degli esercenti cittadini contrari al provvedimento, di
fronte alla prospettiva di perdere le entrate derivanti dalla presenza dei giovani in città. Vennero fatte
pressioni sui politici locali e la mozione fu ritirata.
Due giorni dopo l'episodio, i vertici militari inviarono in ispezione alla SMiPar, il generale di corpo
d'armata Alvaro Rubeo, Ispettore delle Armi di Fanteria e Cavalleria, che fece una dura reprimenda a tutti i
reparti, schierati in adunata generale. Alla fine del rimprovero, però, alcuni testimoni riportano che il
generale, inaspettatamente, concluse dichiarando che se avesse avuto ancora vent'anni, alla marcia avrebbe
partecipato anche lui. Seguirono grida di acclamazione e l'alto ufficiale fu irritualmente portato in trionfo
sostenuto a braccia.[6]
Le indagini della procura militare non si conclusero con condanne, mentre l'inchiesta interna portò
all'adozione di una punizione di tre mesi per uno dei graduati istruttori di leva e la mancata accettazione
della domanda di permanenza in servizio effettivo dell'unico ufficiale presente alla marcia.[6]
Questo episodio non fu l'unico che vide coinvolti i paracadutisti in risse con giovani pisani. Nel febbraio
1992, a seguito di un litigio tra un giovane pisano e un paracadutista fiorentino nel quale il pisano avrebbe
avuto la peggio, duecento giovani locali il giorno dopo diedero indiscriminatamente la caccia ai
paracadutisti in libera uscita, al grido di "terroni", "fascisti", "sporchi fiorentini". Il fatto si stemperò dopo
la visita del sindaco dell'epoca, Sergio Cortopassi, che portò la solidarietà della città, espressa anche da
numerose telefonate in caserma, contro quello che definì "un atto di teppismo".[10]
Onorificenze
Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
«187°Reggimento Paracadutisti "Folgore"»
— Khost (Afghanistan), 15 giugno 2003 - 15 settembre 2003
Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
«9°Reggimento Paracadutisti d'assalto"Folgore"»
— Alto Adige (1967-1971) Sardegna (1992) Libano (1982-1984) Irak e in Turchia (1991),
Somalia (1992-1993)
Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
«9°Reggimento Paracadutisti d'assalto "Folgore"»
— prima guerra mondiale
Medaglia d'oro al valor militare
«Reggimenti 186º e 187º Paracadutisti "Folgore": Medaglia collettiva per la battaglia di El
Alamein»
Medaglia d'oro al valor militare
«185º Artiglieria Paracadutisti "Folgore": Medaglia collettiva per la battaglia di El Alamein»
Medaglia d'oro al valor militare
«Divisione paracadutisti "Folgore" (185^): Medaglia collettiva per la battaglia di El
Alamein»
Medaglia d'oro al valor militare
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«186° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Africa Settentrionale, 22 luglio - 12 ottobre 1942 Battaglia di El Alamein, 23 ottobre - 6
novembre 1942
Medaglia d'oro al valor militare
«187° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Africa Settentrionale, 22 luglio - 12 ottobre 1942 Battaglia di El Alamein, 23 ottobre - 6
novembre 1942
Medaglia d'oro al valor militare
«185° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Africa Settentrionale, 22 luglio - 12 ottobre 1942 Battaglia di El Alamein, 23 ottobre - 6
novembre 1942
Medaglia d'oro al valor dell'Esercito
«9° Reggimento paracadutisti d'assalto "Folgore"»
— Somalia, 27 dicembre 1992 - 7 settembre 1993
Medaglia d'argento al valor militare
«9° Reggimento paracadutisti d'assalto "Folgore"»
— Col Moschin, 15 giugno 1918; Col della Berretta, 20 ottobre 1918
Medaglia d'argento al valor militare
«9° Reggimento paracadutisti d'assalto "Folgore"»
— Colli al Volturno, Guardiagrele, Cingoli, Musone, Esino, 11 febbraio - 25 luglio 1944
Medaglia d'argento al valor militare
«9° Reggimento paracadutisti d'assalto "Folgore"»
— Guerra per la liberazione d'Italia, 20 marzo - 30 aprile 1945
Medaglia d'argento al valor militare
«183° reggimento paracadutisti "Nembo"»
— Tossignano, marzo-aprile 1945; Case Grizzano. 19 aprile 1945: zona di Poggio Rusco, 23
aprile 1945
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
«183° reggimento paracadutisti "Nembo"»
— Somalia, 21 maggio 1993 - 7 settembre 1993
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
«9° Reggimento paracadutisti d'assalto "Folgore"»
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
«186° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Somalia, 27 dicembre 1992 - 8 giugno 1993
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
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«187° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Somalia, 27 dicembre 1992 - 8 giugno 1993
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
«185° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Somalia, 29 aprile 1993 - 7 settembre 1993
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
«187° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Sarajevo 3 luglio 1996 - 24 marzo 1997
Medaglia d'argento al valor dell'Esercito
«186° Reggimento paracadutisti "Folgore"»
— Dakovica, Belo Polje, Decane, Bica, Grabac (Kosovo) 17-18 marzo 2004
Medaglia d'argento al valor civile
«183° reggimento paracadutisti "Nembo"»
— Vajont, ottobre 1963
Medaglia di bronzo al valor militare
«8° Reggimento genio guastatori paracadutisti "Folgore"»
— Valli Santerno, Senio, Sillaro, marzo-aprile 1945 - C.Grizzano, 19 aprile 1945
Medaglia di bronzo al valor militare
«183° reggimento paracadutisti "Nembo"»
— Filottrano, 9 luglio 1944
Medaglia di bronzo al valor dell'esercito
«183° Reggimento paracadutisti "Nembo"»
— Friuli, 6 -15 maggio 1976
Medaglia di bronzo al valor dell'esercito
«8° Reggimento genio guastatori paracadutisti "Folgore"»
— Friuli, 6 - 15 maggio 1976
Croce di guerra al valor militare
«183° Reggimento paracadutisti "Nembo"»
— Filottrano, 8-9 luglio 1944
Stemmi
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Stemma 9º Paracadutisti
d'assalto
Stemma 183º
Paracadutisti
Stemma 186º
Paracadutisti
Stemma 185º
Paracadutisti RAO
Stemma 8º Genio
Guastatori Paracadutisti
Stemma Centro
Addestramento
Paracadutismo
Preghiera del paracadutista
« Eterno Immenso Iddio
che creasti gli eterni spazi e ne misurasti le misteriose profondità,
guarda benigno a noi, Paracadutisti d’Italia,
che nell’adempimento del nostro dovere,
balzando dai nostri apparecchi,
ci lanciamo nella vastità dei cieli.
Manda L’Arcangelo S. Michele a nostro custode:
Guida e proteggi l’ardimentoso volo.
Candida come la seta del paracadute sia sempre la nostra fede
E indomito il coraggio.
La nostra giovane vita è tua o Signore!
Se è scritto che cadiamo, sia!
Ma da ogni goccia del nostro sangue
sorgano gagliardi figli e fratelli in numeri,
orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro
immancabile avvenire.
Benedici, o Signore,
la Patria, le famiglie, i nostri cari!
Per loro nell’alba e nel tramonto,sempre la nostra vita!
E per noi Signore,
il Tuo glorificante sorriso.
Così sia. »
(Preghiera del Paracadutista)
Stemma 187º
Paracadutisti
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Note
1. ^ http://www.folgore.it/el_alamein/forzeincampo.htm
2. ^ http://www.adam-matthew-publications.co.uk/collections_az/SOE-1-5/contents-of-reels.aspx
3. ^ http://www.corriere.it/esteri/09_settembre_17/kabul_esplosione_ambasciate_b337c62e-a360-11de-a21300144f02aabc.shtml
4. ^ la Repubblica/cronaca: Torture in Somalia condannato Ercole. URL consultato il 6 dic 2009.
5. ^ a b Camera dei Deputati. resoconto stenografico seduta di giovedì 22 gennaio 1981 (pdf). 22 gennaio
1981. URL consultato il 23 novembre 2009.
6. ^ a b c d e f La Marcia su Pisa in Storie e Leggende sulla Folgore. Bunker Africano, 10 giu 2008 (archiviato
dall'url originale il 23 nov 2009) Il sito ha probabilmente una tipologia di accesso a traffico mensile, per cui in
caso di accessi molto frequenti, potrebbe essere messo fuori linea per alcuni giorni, dopo di che ritorna
perfettamente consultabile
7. ^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/27/pisa-spedizione-punitiva-controparacadutisti.html
8. ^ L'urlo di reparto è un urlo che contraddistingue un reparto o un corso di un ente militare che spesso ricalca il
nome del reparto; nel caso specifico si tratta di "Folgore!" ma esistono anche altri esempi visibili anche durante
le parate tra i quali le Compagnie d'onore ("Onore!") o il Reggimento San Marco ("San Marco!").
9. ^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/27/pisa-spedizione-punitiva-controparacadutisti.html
10. ^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/27/pisa-spedizione-punitiva-controparacadutisti.html
Voci correlate
Paracadutismo
Esercito Italiano
4º Reggimento alpini paracadutisti "Monte Cervino"
1º Reggimento arditi paracadutisti "Folgore"
Caserma Bandini
Medaglie, decorazioni ed ordini cavallereschi italiani
Tragedia della Meloria
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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Sito della Divisione Nembo
Sito dello Squadrone "F"
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Ultima modifica per la pagina: 23:39, 8 giu 2010.
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