APAT SISTEMA NAZIONALE CONOSCITIVO E DEI CONTROLLI IN CAMPO AMBIENTALE Centro Tematico Nazionale Agenti Fisici Procedure per la conversione dei dati esistenti sul rumore ambientale nei descrittori previsti dalla Direttiva Europea 2002/49/CE AGF-T-LGU-04-05 OBIETTIVO SPECIFICO : OB 06.09 TASK: TK 06.09.04 TEMI: T24 STATO: (1) Definitivo VERSIONE: 0 REDATTO DA: (2) Giovanni Brambilla David Casini Andrea Poggi Co-autori: Riccardo Bojola Gaetano Licitra DATA: 26/07/2005 RIVISTO DA: (3) Giovanni Brambilla DATA: 26/07/2005 APPROVATO PER IL RILASCIO DA: (4) Sandro Fabbri Giancarlo Torri DATA DI RILASCIO: 01/12/2005 (1) (2) (3) (4) Bozza, definitivo Autore/autori del documento Responsabile della task Responsabile CTN_AGF e Responsabile di Progetto APAT INDICE INDICE.......................................................................................................................... III 1. SOMMARIO ...................................................................................................... 1 2. IL QUADRO DI RIFERIMENTO ................................................................... 4 3. GLI OBIETTIVI E L’ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO ..................... 6 4. REQUISITI DEI DATI PER LA LORO CONVERSIONE .......................... 8 5. ASPETTI TEMPORALI ................................................................................. 10 5.1 Influenza delle condizioni meteorologiche sul livello LAeq annuo ................ 12 5.2 Traffico veicolare ............................................................................................. 18 5.3 Traffico ferroviario .......................................................................................... 28 5.4 Traffico aeroportuale ...................................................................................... 31 6. ASPETTI DEL CAMPO ACUSTICO ........................................................... 35 6.1 Indagine sperimentale ..................................................................................... 36 6.2 Risultati e fattori di conversione .................................................................... 39 7. ASPETTI SPAZIALI ...................................................................................... 45 CONCLUSIONI .......................................................................................................... 50 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................................... 52 APPENDICE ................................................................................................................ 54 III 1. SOMMARIO Il recepimento della direttiva 2002/49/CE, realizzato con il decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005, comporta numerosi adempimenti scadenzati nel tempo ed introduce numerose ed importanti novità rispetto alla vigente legislazione italiana, almeno per quanto concerne il rumore prodotto dalle principali infrastrutture di trasporto e dalle attività industriali negli agglomerati. In merito agli aspetti metrologici, l’adozione dei due nuovi descrittori Lden e Lnight, entrambi basati sul livello LAeq ed impiegati per valutare rispettivamente il disturbo (annoyance) indotto sulla popolazione (Lden) e l’interferenza del rumore sul sonno (Lnight), comporta considerevoli modifiche rispetto ad alcune grandezze impiegate nella legislazione italiana vigente. Tali modifiche sono sintetizzabili nei tre seguenti aspetti: - differente suddivisione delle 24 ore in periodi e diversa penalizzazione dei corrispondenti livelli LAeq; - considerazione del solo suono incidente sulla facciata dell’edificio; - posizione di riferimento del microfono a 4 m dal suolo. In merito agli aspetti temporali, inoltre, si registrano ulteriori differenze dovute a: - impiego degli stessi periodi temporali per tutte le tipologie di sorgenti sonore, siano esse i sistemi di trasporto, compreso il rumore aeroportuale che in Italia ha una diversa temporizzazione (LVA), o sorgenti di tipo puntuale; - rappresentatività dei valori di Lden e Lnight dell’esposizione su base annua comportando, quindi, la necessità di valutare la variabilità durante l’anno dell’emissione sonora della sorgente e delle condizioni meteoclimatiche ove queste influiscano sensibilmente sulla propagazione sonora. Nel contempo una delle positive conseguenze dello sviluppo della legislazione italiana dal 1991 ad oggi è stato il progressivo incremento dell’attività di rilevamento del rumore ambientale e il conseguente aumento di dati acustici raccolti che, attualmente, è verosimile costituiscano un consistente patrimonio riguardante scenari territoriali abbastanza diversificati e distribuito tra i vari soggetti coinvolti a diverso titolo e finalità. Come detto, la direttiva 2002/49/CE, a cui conformarsi per la futura attività di monitoraggio, crea indubbiamente una rilevante discontinuità che è auspicabile sia superata attraverso un processo di transizione e di armonizzazione che, tra l’altro, non vanifichi l’utilità del consistente patrimonio informativo derivante dai dati di rumore ambientale finora acquisiti, siano essi rilevati direttamente o elaborati numericamente. Questo patrimonio, tra l’altro, è indispensabile per valutare l’evoluzione nel lungo termine dell’inquinamento acustico. Per le finalità sopra esposte è necessario che i dati acustici già raccolti, qualora rispondenti a specifici requisiti, siano convertibili, con una predefinita accuratezza, nei nuovi descrittori introdotti dalla direttiva 2002/49/CE. L’individuazione di queste procedure di conversione costituisce l’obiettivo del presente studio (Task Tk 06.09.04) 1 che, implicitamente, fornisce indicazioni utili anche per la riformulazione in termini di Lden e Lnight dei valori limite vigenti. L’attività svolta è iniziata con la definizione dei requisiti che i dati acustici acquisiti rispettino onde procedere alla loro conversione in Lden e Lnight. In particolare, partendo dall’assunto di disporre del livello LAeq riferito ad uno specificato intervallo temporale, è indispensabile che questo dato sia corredato di una documentazione adeguata per ciascuno dei seguenti aspetti: - configurazione geometrica del sito, con indicazione almeno della distanza del punto di determinazione di LAeq dalla sorgente, dal suolo e da eventuali edifici; - descrizione della tipologia di sorgente sonora cui il dato di LAeq si riferisce; - data, tempi di riferimento (diurno e/o notturno), intervalli temporali ai quali si riferisce il livello LAeq; - numerosità e distribuzione nell’arco dell’anno dei dati di LAeq sufficienti a descrivere la variabilità annuale dell’emissione sonora della sorgente. Le differenze sui valori dei descrittori derivanti dalla diversa suddivisione delle 24 ore sono state analizzate in funzione della tipologia di sorgente sonora (traffico stradale urbano ed extra-urbano, traffico ferroviario e aeroportuale) e per due diverse temporizzazioni delle 24 ore, la prima proposta dalla direttiva 2002/49/CE e la seconda (giorno 06÷20, sera 20÷22, notte 22÷06) coincidente con la temporizzazione stabilita dal decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005. Con quest’ultima temporizzazione, tra l’altro, il livello Lnight coincide con l’attuale LAeq per il tempo di riferimento notturno. Per tutti i sistemi di trasporto e per le due temporizzazioni delle 24 ore il valore di Lden è risultato superiore a quello del descrittore vigente (LAeq diurno 06÷22 per il traffico stradale e ferroviario, LVA 24 ore per il traffico aeroportuale) a seguito della penalizzazione applicata al livello LAeq nel periodo serale (+ 5 dB) e notturno (+ 10 dB). Non si registrano consistenti differenze tra le due temporizzazioni delle 24 ore in quanto per il traffico stradale e ferroviario esse sono contenute in alcuni decimi di dB e per quello aeroportuale sono dell’ordine di 1-2 dB. In ogni caso lo scenario temporale stabilito dal decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005 comporta minori differenze tra Lden e i descrittori attualmente impiegati. Il consistente insieme di dati raccolti per il traffico stradale ha permesso di individuare delle procedure per la stima di Lden a partire da valori di LAeq a diverso dettaglio temporale. Per traffico stradale urbano ed extraurbano il valore medio delle differenze Lden - LAeq,d è dell’ordine di 2,7 dB. Le differenze Lnight - LAeq,n riscontrate sono dell’ordine dei decimi di dB per il traffico stradale e ferroviario, mentre risultano più consistenti (intorno a - 7 dB) per il traffico aeroportuale in quanto il valore di Lnight è privo della penalizzazione di 10 dB applicata, invece, a LVA,n. È da sottolineare che risultati ottenuti per il traffico ferroviario e quello aeroportuale sono da considerare indicativi a causa dell’esigua numerosità dei dati raccolti che limita la significatività statistica dei risultati ottenuti. In merito all’influenza delle condizioni meteoclimatiche sul valore annuale dei descrittori Lden e Lnight si specificano preliminarmente i requisiti che i dati acustici devono avere per procedere alla loro conversione (in presenza o meno dei valori dei parametri meteoclimatici) e vengono fornite indicazioni di carattere generale tratte dalla revisione della norma ISO 1996-2.2 ed altre più specifiche per il traffico stradale. Nella pratica per distanze sorgente-ricettore inferiori a 30 m e per terreni “duri”, quali tipicamente le aree densamente edificate, l’influenza delle condizioni meteorologiche può, in prima approssimazione, essere trascurata. Si osserva, altresì, che dati acustici 2 riferiti o rilevati per periodi più o meno lunghi distribuiti abbastanza omogeneamente nell’arco dell’anno sono rappresentativi anche della variabilità delle condizioni meteo e dell’emissività della sorgente sonora e, quindi, la loro conversione non richiede la conoscenza dei parametri meteoclimatici o considerazioni sulla loro rappresentatività su base annuale. Relativamente alla correzione da apportare ai rilevamenti eseguiti a 1 m dalla facciata dell’edificio, e quindi comprensivi delle riflessioni provenienti da questa, per risalire al valore del livello del solo suono incidente, è stata condotta un’indagine sperimentale appositamente predisposta con un protocollo di rilevamento finalizzato a: - valutare la distribuzione dei livelli sonori dovuti al traffico veicolare in funzione della distanza microfono-facciata degli edifici prospicienti la sede stradale e della distanza facciata-linea di traffico; - condurre alcune verifiche preliminari sulla metodologia di misura proposta dalla revisione della norma ISO 1996–2.2 per determinare il solo suono incidente sulla facciata dell’edificio. I risultati sperimentali conseguiti, confrontati anche con un modello numerico semplificato, hanno permesso di determinare il fattore di correzione in dB da apportare al livello rilevato ad una certa distanza dalla facciata, nell’intervallo da 1 a 4 m, e dalla sede stradale per stimare il livello del solo suono incidente. In prima approssimazione questo fattore di correzione, comprensivo dell’effetto della divergenza geometrica, può essere assunto pari a – 3 dB. In merito ai fattori di conversione per rapportare le diverse di altezze dal suolo dei ricettori alla quota di riferimento di 4 m, sono state condotte delle simulazioni numeriche con il modello francese NMPB-Routes-96 che hanno fornito utili informazioni quantitative non solo per la quota più ricorrente di 1,5 m dal suolo ma anche per quelle a piani di altezza superiore a 4 m. La differenza L4m – L1,5m è positiva e cresce per distanze sorgente-ricettore tra 10 e 30 m a causa dell’effetto suolo, mentre a distanze inferiori a 10 m è negativa e diminuisce al ridursi della distanza. Al di là delle procedure descritte in questo rapporto, è di fondamentale importanza sottolineare che qualsiasi procedura adottata per la conversione dei dati acustici nei nuovi descrittori Lden e Lnight debba essere compiutamente documentata al fine di soddisfare le evidenti esigenze di trasparenza e di ripercorribilità. 3 2. IL QUADRO DI RIFERIMENTO La direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio [1] relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale prodotto dai sistemi di trasporto e dalle attività industriali comporta una serie di rilevanti adempimenti scadenzati nel tempo, a partire da luglio 2005, e introduce numerose ed importanti novità rispetto alla legislazione italiana vigente. Tra queste, quelle inerenti gli aspetti metrologici riguardano l’introduzione di due nuovi descrittori per l’esposizione della popolazione al rumore ambientale, entrambi basati sul livello continuo equivalente LAeq e formulati nel modo seguente: ⎡ ⎛ ⎛ L Aeq ,e + 5 ⎞ ⎛ L Aeq ,n +10 ⎞ ⎞⎤ ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ ⎟⎥ ⎢1 ⎜ ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ ( L Aeq ,d / 10 ) 10 10 ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎟⎥ [dB(A)] ⎜ (2.1) Lden = 10 ⋅ log ⎢ t d ⋅10 + t e ⋅10 + t n ⋅10 ⎜ ⎟⎥ 24 ⎢ ⎜ ⎟⎥ ⎢⎣ ⎝ ⎠⎦ (2.2) Lnight = L Aeq, n [dB(A)] Nella relazione (2.1) Lden (livello giorno-sera-notte) è il descrittore impiegato per valutare il disturbo (annoyance) potenzialmente indotto sulla popolazione ed è un indice cumulativo dell’esposizione riferita all’arco delle 24 ore (td + te + tn = 24), ottenuto sommando i contributi dei livelli LAeq nei periodi diurno (LAeq,d), serale (LAeq,e) e notturno (LAeq,n). Per ciascuno dei tre periodi è proposta una durata continuativa di td = 12, te = 4 e tn = 8 ore, con orari di inizio e fine proposti alle ore 07÷19, 19÷23 e 23÷07 rispettivamente. Durata dei periodi e loro orari, tuttavia, devono essere definiti dagli Stati membri, tenendo presente che il periodo serale, sempre continuativo, può essere ridotto fino a due ore (2≤ te ≤ 4) con corrispondente estensione del periodo diurno e/o notturno. In particolare il decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005, con il quale in Italia si recepisce la direttiva 2002/49/CE [2] e in vigore dal 8 ottobre 2005, stabilisce che il periodo serale è di due ore a partire dalle 20 e con termine alle 22. In ogni caso i periodi così definiti si applicano a tutte le tipologie di sorgenti sonore. I livelli LAeq,e e LAeq,n sono penalizzati rispettivamente di 5 e 10 dB per tener conto della maggiore criticità dei periodi serale e notturno nei confronti del disturbo indotto sulla popolazione. Nella relazione (2.2) Lnight è il descrittore impiegato per valutare gli effetti di interferenza del rumore sul sonno, e coincide con il livello LAeq riferito al periodo notturno (LAeq,n) avente una durata di 8 ore, con orari di inizio e fine proposti alle ore 23 e alle ore 7 rispettivamente. Per la scelta adottata per il periodo serale (ore 20÷22), ne consegue che il livello Lnight viene a coincidere con l’attuale livello LAeq per il tempo di riferimento notturno, ad esclusione dell’indice LVA,n del rumore aeroportuale. 4 Entrambi i descrittori devono essere determinati separatamente per ciascuna tipologia di sorgente, diversificando quindi tra traffico stradale, ferroviario, aeroportuale ed attività industriali. La determinazione dei descrittori, siano essi misurati o stimati con modelli numerici, deve essere eseguita ad un’altezza dal suolo di 4,0 m (± 0,2 m); in alternativa sono utilizzabili quote diverse, comunque non inferiori a 1,5 m, ma il valore deve essere ricondotto alla posizione di riferimento di 4 m e deve riguardare solo il suono incidente sulla facciata più esposta, escludendo pertanto le riflessioni prodotte da quest’ultima. La facciata più esposta è quella che presenta il valore maggiore del descrittore impiegato relativamente alla sorgente specifica esaminata. Ne consegue che uno stesso edificio potrà presentare facciate più esposte diverse in corrispondenza di differenti tipologie di sorgente sonora. I valori dei descrittori, inoltre, devono essere rappresentativi dell’esposizione su base annua comportando, quindi, la necessità di valutare la variabilità durante l’anno dell’emissione sonora della sorgente e delle condizioni meteoclimatiche allorché queste ultime influenzino sensibilmente la propagazione sonora (distanza sorgente-ricettore superiore a 30 m e ambienti non densamente edificati). I due nuovi descrittori si differenziano da quelli adottati nella legislazione italiana principalmente per tre aspetti: uno di natura temporale, un altro inerente il campo acustico ed il terzo di natura spaziale. In merito all’aspetto temporale, risulta diversa la suddivisione delle 24 ore, a seguito dell’introduzione del periodo serale, e si applica una penalizzazione dei livelli LAeq per i periodi serale (+ 5dB) e notturno (+10 dB) non contemplata nella legislazione italiana. L’impiego degli stessi periodi temporali per tutte le sorgenti sonore oggetto della direttiva, inoltre, implica l’eliminazione dell’indice italiano LVA attualmente utilizzato per la descrizione del rumore aeroportuale. Relativamente al campo acustico, la procedura di misurazione dei livelli Lden e Lnight, come già detto, fa riferimento al suono incidente sulla facciata dell’edificio escludendo, pertanto, le riflessioni prodotte da quest’ultima. Al contrario le attuali procedure di misurazione prescritte dalla legislazione italiana (rilevamento a 1 m dalla facciata dell’edificio) includono queste riflessioni nei valori misurati di LAeq. L’aspetto di natura spaziale riguarda l’altezza rispetto al suolo del punto ove si procede alla determinazione dei descrittori del rumore ambientale che, come detto, è pari a 4 m (± 0,2 m). Questa altezza è prescritta anche nella legislazione italiana per i rilevamenti del rumore stradale e ferroviario all’interno della fascia di pertinenza acustica dell’infrastruttura, mentre per misure all’esterno di detta fascia, o in generale per sorgenti sonore di tipo puntuale, si fa riferimento alla posizione, reale o ipotizzata, del ricettore oggetto della verifica di conformità ai valori limite; in presenza di edifici a più piani, pertanto, la determinazione di LAeq si esegue all’altezza del piano ove si trova il ricettore. Ne consegue che il recepimento della direttiva 2002/49/CE, realizzato con il decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005, presenta un rilevante impatto sulla legislazione italiana vigente anche considerando solamente gli aspetti metrologici. 5 3. GLI OBIETTIVI E L’ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO A partire dal 1991, con l’emanazione del DPCM 1/3/1991, si è registrata una crescita più accentuata dell’attività di monitoraggio del rumore ambientale che si è espansa sia spazialmente, riguardando aree territoriali sempre più ampie, sia temporalmente, con indagini ripetute periodicamente specie nelle grandi aree urbane per seguire l’evoluzione dell’inquinamento acustico. A questa crescita hanno contribuito molteplici fattori, tra i quali: - lo sviluppo della legislazione italiana, dalla legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447 del 1995 ai suoi numerosi decreti e regolamenti di attuazione; - l’accresciuta sensibilità della popolazione nei confronti dei negativi effetti indotti dal rumore sulla salute e sulla qualità della vita; - la disponibilità di strumentazione con potenzialità sempre maggiori e di impiego in campo sempre più agevole; - l’aumento dei soggetti istituzionalmente coinvolti nel controllo sul territorio, ad iniziare dal sistema agenziale APAT/ARPA/APPA. Diretta conseguenza del quadro sopra delineato è il continuo aumento dei dati di rumore ambientale raccolti, siano essi ottenuti da rilevamenti ovvero determinati mediante metodi numerici. È verosimile, pertanto, che attualmente in Italia il patrimonio di dati sul rumore ambientale sia alquanto consistente, riguardi scenari territoriali abbastanza diversificati e sia distribuito tra i vari soggetti coinvolti a diverso titolo e finalità. Per i dati antecedenti il 1991 è plausibile riscontrare una diffusa disomogeneità in quanto rilevati con modalità assai diversificate, mentre per quelli successivi dovrebbe osservarsi una convergenza verso una maggiore omogeneità grazie alle procedure di rilevamento prescritte dalla legislazione e dalla normativa tecnica di settore in progressivo sviluppo. L’introduzione con la direttiva 2002/49/CE [1] dei nuovi descrittori per il rumore ambientale e delle relative procedure metrologiche, a cui conformarsi per la futura attività di monitoraggio, crea indubbiamente una rilevante discontinuità che è auspicabile sia superata attraverso un processo di transizione e di armonizzazione che, tra l’altro, non vanifichi l’utilità del consistente patrimonio informativo derivante dai dati di rumore ambientale finora acquisiti. Anche se, ai fini della redazione delle mappature acustiche richieste dalla direttiva, non sono utilizzabili dati antecedenti a tre anni rispetto all’anno di riferimento delle mappe, questo patrimonio di dati è indispensabile per valutare l’evoluzione nel lungo termine dell’inquinamento acustico. Ne consegue la necessità che i dati già raccolti, qualora abbiano requisiti idonei, siano convertibili, con una predefinita accuratezza, nei nuovi descrittori introdotti dalla direttiva 2002/49/CE. L’individuazione di procedure di calcolo per la suddetta conversione costituisce l’obiettivo del presente studio (Task Tk 06.09.04) che, implicitamente, fornisce 6 indicazioni utili anche per la riformulazione in termini di Lden e Lnight dei valori limite vigenti. Lo studio, in particolare le indicazioni in esso fornite, è in stretta relazione con un altro prodotto CTN sulla determinazione della popolazione esposta (task Tk 04.04.04, “Indicazioni operative per la costruzione dell’indicatore popolazione esposta al rumore in riferimento alla direttiva europea 2002/49/CE”). L’insieme di questi due lavori, infatti, si propone di fornire degli strumenti operativi utili per affrontare i compiti tecnici derivanti dalla direttiva 2002/49/CE, pertinenti alla specifica realtà nazionale. Il coordinamento dello studio è stato affidato al CNR-IDAC (Istituzione Principale di Riferimento) nell’ambito di una convenzione stipulata con l’ARPA Emilia Romagna, agenzia leader per il CTN Agenti Fisici. Allo studio ha partecipato l’ARPA Toscana secondo quanto di seguito riportato. Soggetti attuatori Giovanni Brambilla (coordinatore dello studio, CNR-Istituto di Acustica “O.M. Corbino”, Roma); Gaetano Licitra (ARPA Toscana); Andrea Poggi (ARPA Toscana, Dipartimento di Firenze). Collaboratori dei soggetti attuatori Riccardo Bojola (assegno di ricerca CNR-IDAC presso ARPA Toscana); David Casini (ARPA Toscana, Dipartimento di Firenze); Mauro Cerchiai (ARPA Toscana, Dipartimento di Pisa); Gianluca Memoli (ARPA Toscana, Dipartimento di Pisa). Referente della struttura tecnica Andrea Franchini (ARPA Emilia Romagna). 7 4. REQUISTI DEI DATI PER LA LORO CONVERSIONE Prima dell’applicazione di qualsiasi procedura per la conversione nei descrittori Lden e/o Lnight dei dati di rumorosità ambientale fino ad ora acquisiti, siano essi ottenuti da rilievi sperimentali o da elaborazioni e modellizzazioni pregresse, è fondamentale verificare che tali dati siano conformi ai requisiti richiesti per consentire la loro conversione entro predeterminati intervalli di accuratezza. Poiché i descrittori Lden e Lnight sono basati sul livello continuo equivalente LAeq è ovvio che i dati acustici, affinché siano convertibili in detti descrittori, debbano anche essi essere espressi in termini di livello LAeq. Questo parametro, d’altronde, essendo diffusamente impiegato nella legislazione vigente è il più frequentemente ricorrente nei dati acustici finora acquisiti. In generale è per lo meno sconsigliabile procedere alla conversione del livello LAeq se questo non è accompagnato da una documentazione adeguata in merito ad ognuno dei seguenti aspetti: - configurazione geometrica del sito, con indicazione almeno della distanza del punto di determinazione di LAeq dalla sorgente, dal suolo e da eventuali edifici; - configurazione geometrica della facciata alla quale si riferisce il punto di determinazione di LAeq; - descrizione della tipologia di sorgente sonora cui il dato di LAeq si riferisce; - data, tempi di riferimento (diurno e/o notturno), intervalli temporali ai quali si riferisce il livello LAeq; - numerosità e distribuzione nell’arco dell’anno dei dati di LAeq sufficienti a descrivere la variabilità annuale dell’emissione sonora della sorgente. La mancante o incompleta documentazione anche solo su uno dei suddetti aspetti di fatto rende inutile ed ingiustificata la conversione di LAeq nei descrittori Lden e/o Lnight. Il tempo di misurazione a cui il livello LAeq è riferito è assai variabile, contemplando rilevamenti di 10-15 minuti nell’arco orario, misure in continuo su base oraria, per le intere 24 ore o per una settimana. In generale livelli LAeq rilevati su intervalli brevi (10-15 minuti) non consentono di stimare con sufficiente accuratezza la variabilità del rumore nell’arco delle 24 ore, a meno che l’emissione sonora sia stazionaria nel tempo. Questa breve durata è assai diffusa per la stima del livello LAeq orario del rumore da traffico veicolare, stima che però è affetta da un’incertezza tanto più ampia quanto minore è il flusso veicolare transitante durante il rilevamento. Dal livello LAeq orario, rilevato o stimato per uno o più intervalli orari nelle 24 ore, è possibile stimare l’andamento nell’intero arco delle 24 ore attribuendo per analogia un andamento temporale rappresentativo, su base statistica, della tipologia di sorgente sonora oggetto del rilevamento (ad esempio traffico veicolare intenso oppure locale) e adattando questo andamento ai dati orari rilevati o stimati. Dalla serie dei 24 valori di 8 LAeq orario così ottenuti si determinano i livelli Lden e Lnight mediante le relazioni (2.1) e (2.2). Queste relazioni si applicano anche ai dati acquisiti con un monitoraggio in continuo nelle 24 ore o esteso a più giorni della settimana che consente, ovviamente, una maggiore accuratezza nella descrizione della variabilità del rumore ambientale. I dati acustici acquisiti negli anni passati solitamente di maggiore reperibilità, invece, sono quelli impiegati per la verifica di conformità ai valori limite stabiliti dalla legislazione, ossia i livelli LAeq per i tempi di riferimento diurno (06-22) e notturno (22-06). Dati sui livelli LAeq diurni sono molto più ricorrenti di quelli notturni e, comunque, entrambi sono un valore aggregato, rispettivamente su 16 e 8 ore, che non consente una sua diretta conversione, soprattutto in Lden. Questa difficoltà è superabile ricorrendo a procedure di conversione su base statistica diversificate per tipologia di sorgente sonora che saranno descritte nel paragrafo successivo. Si sottolinea che la mancata conformità di un dato di rumorosità ambientale già disponibile, ottenuto da rilievi o da elaborazioni numeriche, ai requisiti sopra esposti per la sua conversione in Lden e/o Lnight non implica in alcun modo una scarsa attendibilità del dato stesso, che mantiene inalterata la sua valenza e rilevanza per il contesto ambientale cui si riferisce. 9 5. ASPETTI TEMPORALI Nella Tabella n. 5.1 sono sintetizzate le principali differenze tra la legislazione italiana vigente e la direttiva 2002/49/CE [3]. N. intervalli temporali Durata intervalli Legislazione italiana Direttiva 2002/49/CE 2 (diurno e notturno) 3 (diurno, serale, notturno) Tutte le sorgenti, tranne rumore aeroportuale diurno 16 ore (06-22) notturno 8 ore (22-06) Rumore aeroportuale diurno 17 ore (06-23) notturno 7 ore (00-06 e 23-24) Strade almeno una settimana * Ferrovie almeno 24 ore * Aeroporti tre settimane nell’arco dell’anno Base temporale del descrittore Altre sorgenti acustico TR per i valori limite assoluti di immissione; TM per i valori limite differenziali di immissione; TL per i valori di attenzione Tutte le sorgenti diurno da 12 a 14 ore serale da 2 a 4 ore notturno 8 ore annuale, riferito a condizioni meteorologiche corrispondenti all’anno medio (calcolato almeno su 10 anni) * se ricettore nella fascia di pertinenza acustica, TR per i valori limite assoluti di immissione TR = tempo di riferimento; TM = tempo di misurazione; TL = tempo a lungo termine Tabella n. 5.1: Differenze negli aspetti temporali tra la legislazione italiana e la direttiva europea 2002/49/CE [3] Poiché è facoltà degli Stati membri definire gli orari di inizio e termine dei tre periodi (giorno, sera, notte) nei quali suddividere l’arco delle 24 ore e avendo l’Italia stabilito il periodo serale dalle ore 20 alle 22 [2], nello studio sono stati esaminati i due scenari temporali elencati nella Tabella n. 5.2 [3]. 10 Periodo Scenario 1 (orari proposti nella Direttiva) Scenario 2 (D.Lgs n. 194/2005) Diurno (“day”) 07÷19 06÷20 Serale (“evening”) 19÷23 20÷22 Notturno (“night”) 23÷07 22÷06 Tabella n. 5.2: Scenari temporali ipotizzabili per la suddivisione delle 24 ore [3] Lo scenario 2 si diversifica meno dagli attuali tempi di riferimento diurno e notturno per cui, verosimilmente, è quello a minor impatto sulla legislazione italiana vigente. Secondo quest’ultima, inoltre, per la verifica di conformità ai valori di attenzione (non applicabili, tuttavia, nelle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture di trasporto) si fa riferimento al tempo a lungo termine che, peraltro, non è univocamente definito e che potrebbe configurarsi su base annuale, come indicato nella Direttiva, con qualche cautela per le aree a connotazione turistica stagionale ove questa scelta può risultare non molto appropriata ai fini della caratterizzazione acustica del territorio. A prescindere dalla tipologia di sorgente sonora, la determinazione su base annuale del descrittore della rumorosità pone la necessità di valutare la variabilità durante l’anno dell’emissione sonora della sorgente e delle condizioni meteoclimatiche, allorché queste ultime influenzino sensibilmente la propagazione sonora (distanza sorgente-ricettore superiore a 30 m e terreni “morbidi”). In merito alla variabilità annuale dell’emissione sonora della sorgente è indubbio che il rumore da traffico stradale, per la sua natura aleatoria, sia quello che presenta la maggiore variabilità. Indagini sperimentali condotte in ambito urbano [4] hanno mostrato che il monitoraggio su base settimanale, escludendo il mese di agosto ed aree ad accentuate connotazioni turistiche stagionali, costituisce un buon compromesso tra le opposte esigenze di economia di tempo e di risorse da dedicare al rilevamento e quelle di stimare il valore annuale di LAeq,anno entro margini di accuratezza sufficienti per gli obiettivi prefissati (ad esempio 80% di probabilità per la stima di LAeq,anno entro ± 1 dB a partire da valori settimanali di LAeq con scarto entro ± 1 dB [4]). Altre indagini [5], inoltre, hanno evidenziato che una più accurata stima del valore annuale di LAeq è conseguibile con una scelta casuale dei giorni di monitoraggio durante l’anno, comunque non inferiori a sei, rispetto al rilevamento per lo stesso numero di giorni consecutivi. La maggiore efficienza ai fini dell’accuratezza della stima del livello sonoro annuo da parte del campionamento del tutto casuale rispetto a quello misto (rilevamento in continuo settimanale ma per settimane scelte casualmente) e a quello esclusivamente continuo è ulteriormente evidenziata nella Tabella n. 5.3, ottenuta da una base dati di 10 anni dei valori di LAeq a 24 ore del rumore da traffico stradale [6]. 11 Probabilità per il LAeq del campione di Settimane Totale (giorni) discostarsi non più di 1 dB dal valore annuale Durata Campionamento Continuo Casuale Misto Giorni Entità dello scarto dB (90%) 1 - 1 35% 10 7 - 7 50% 6 14 - 14 54% 5 28 - 28 60% 4 7 - 7 68% 3,6 14 - 14 84% 2,2 28 - 28 94% >2 - 2 14 64% 3,6 - 3 21 74% 3,2 - 4 28 76% 2,8 Tabella n. 5.3: Scarti dei valori LAeq dei singoli campioni rispetto al valore annuale per differenti tecniche di campionamento temporale [6] 5.1 Influenza delle condizioni meteorologiche sul livello LAeq annuo I dati acustici disponibili possono essere accompagnati o meno dai valori dei parametri meteoclimatici rilevati durante il monitoraggio, ovvero assunti durante la modellizzazione numerica. Si ritiene che, almeno per dati precedenti il 2000, sia assai frequente l’assenza di indicazioni sui parametri meteoclimatici. In tale circostanza qualsiasi stima che intenda tener conto dell’influenza delle condizioni meteoclimatiche sulla propagazione sonora per estrapolare il valore di Lden su base annuale è tanto più azzardata, o in altri termini meno accurata, quanto più la configurazione ambientale presenti caratteristiche che esaltano detta influenza. In termini operativi, e in prima approssimazione, si può ritenere che per distanze sorgente-ricettore inferiori a 30 m e per terreni “duri” (G ≈ 0), come tipicamente è il caso degli ambienti densamente edificati, l’influenza meteo sia trascurabile e, pertanto, il dato acustico, anche se privo di informazioni meteoclimatiche, non richiede per queste situazioni correzioni significative relativamente a questo aspetto. Dati acustici ottenuti da monitoraggi per periodi temporali più o meno lunghi distribuiti abbastanza omogeneamente nell’arco dell’anno, quali quelli forniti da centraline fisse, sono di per se stessi rappresentativi della variabilità delle condizioni meteoclimatiche, anche se queste non sono esplicitate, oltre che dell’emissività della sorgente sonora. Ne consegue che questi dati possono essere direttamente utilizzabili per estrapolare il dato su base annuale anche per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e per terreni “morbidi”, come tendenzialmente è il caso degli ambienti extraurbani. Qualora il dato acustico sia accompagnato dai valori dei parametri meteoclimatici è ovvio che questi si riferiscono alle condizioni meteoclimatiche presenti durante il periodo di rilevamento e, pertanto, si pone la questione della loro rappresentatività su 12 base annuale. Quanto più temporalmente esteso è il periodo di rilevamento, meglio ancora se distribuito omogeneamente nel corso dell’anno, tanto più accurata sarà l’estrapolazione delle condizioni meteoclimatiche annuali. Questa accuratezza, come già detto, è tanto più necessaria quanto più le condizioni meteoclimatiche influiscono sulla propagazione sonora, ossia per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e per terreni morbidi. Indicazioni di carattere generale sull’influenza delle condizioni meteoclimatiche sono riportate nella revisione della norma ISO 1996-2.2 [7] (punto 7 e Allegato A). In particolare detta influenza è modesta, anche per terreni morbidi, allorché l’altezza rispetto al suolo della sorgente hs e del ricettore hr siano tali da soddisfare il seguente requisito: hs + hr ≥ 0,1 r (5.1) [m] ove r è la distanza sorgente-ricettore. Se il suolo è “duro” sono accettabili anche distanze maggiori. Per le usuali altezze di hs = 0,5 m e hr = 4 m si ricava che il requisito della relazione (5.1) è rispettato fino a distanze in pianta sorgente ricettore non superiori a 45 m (nella pratica cautelativamente fino a 30 m). Quando ciò non si verifichi, lo standard citato dà indicazione di rilevare la temperatura T (in Kelvin) dell’aria e la velocità (m/s) del vento u a quote rispetto al suolo di 0,5 e 10 m al fine di calcolare la curvatura del raggio sonoro R, data in prima approssimazione dalla relazione: (5.2) R= 3,2 0,6ΔT + Δu cos θ [km] ove ΔT e Δu sono le differenze alle due quote rispettivamente della temperatura dell’aria e della velocità del vento e θ è l’angolo della direzione del vento rispetto alla direzione sorgente-ricettore. Per R > 0 si hanno condizioni favorevoli alla propagazione sonora (sottovento, incurvamento verso il basso dei raggi sonori), R = ∞ si riferisce a condizioni omogenee (assenza di vento, raggi sonori rettilinei) e R < 0 a condizioni sfavorevoli per la propagazione sonora (sopravento, incurvamento verso l’alto dei raggi sonori). Per condizioni favorevoli alla propagazione sonora la norma associa un’incertezza σm (scarto tipo) al valore misurato dovuta all’influenza delle condizioni meteoclimatiche, valutabile mediante il grafico in Figura n. 5.1. 13 R < -10 0<R<10 Figura n. 5.1: Scarto tipo σm associabile al valore misurato dovuto all’influenza delle condizioni meteorologiche [7] Si distinguono condizioni di propagazione alta (High) e bassa (Low) in funzione dell’altezza rispetto al suolo della sorgente hs e del ricettore hr: propagazione alta propagazione bassa hs ≥ 1,5 m e hr ≥ 1,5 m oppure hs < 1,5 m e hr ≥ 4 m hs < 1,5 m e hr ≤ 2 m È da osservare che il grafico in Figura n. 5.1 non è applicabile a misurazioni di lungo periodo e per ricettore schermato rispetto alla sorgente. Per completezza di documentazione si riportano anche le indicazioni del documento predisposto dal gruppo di lavoro della Commissione Europea sulle problematiche della stima dell’esposizione al rumore (WG-AEN) [8] che propone i valori riportati nella Tabella n. 5.4 (toolkit 10). Periodo Giorno (07-19) Sera (19-23) Notte (23-07) Probabilità media di occorrenza durante l’anno 50% condizioni favorevoli alla propagazione 75% condizioni favorevoli alla propagazione 100% condizioni favorevoli alla propagazione Tabella n. 5.4: Valori medi annuali di occorrenza di condizioni favorevoli alla propagazione sonora da impiegare in assenza di dati meteo locali [8] Gli attuali orientamenti normativi internazionali e la modellistica numerica convergono verso due impostazioni ben definite: una cautelativa, riconducibile alla procedura di calcolo descritta nella norma ISO 9613-2 [9], che propone di considerare condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione sonora, e l’altra più accurata introdotta con il modello numerico francese NMPB-Routes-96, recepito nella norma francese XP S 31-133 [10] e raccomandato dalla Commissione europea per la previsione del rumore da traffico stradale negli Stati membri, come l’Italia, non dotati di un modello di riferimento nazionale [11]. 14 In particolare, l’algoritmo francese prevede la determinazione del livello sonoro di lungo termine LAeq,TL secondo la relazione seguente: (5.3) L Aeq,TL = 10 ⋅ log ⎡ p f ⋅10 ⎢⎣ (L Aeq, f / 10) + (1 − p f )⋅10(L Aeq ,h / 10 )⎤ ⎥⎦ [dB(A)] in cui pf è la frazione del tempo a lungo termine TL in cui si registrano condizioni favorevoli alla propagazione sonora (riconducibili a condizioni di vento portante e di inversione termica) determinanti il livello LAeq,f e (1-pf) è la rimanente frazione del tempo TL in cui si verificano condizioni omogenee (raggi sonori rettilinei) alle quali corrisponde il livello LAeq,h. Ne consegue la necessità di conoscere l’occorrenza, sul lungo termine, dei fenomeni relativi a ciascun tipo di condizione meteoclimatica per ogni percorso sorgente - ricettore. In Italia, purtroppo, non sono attualmente disponibili mappe microclimatiche contenenti informazioni di questo tipo, né d’altra parte risulta facile stimare l’occorrenza di condizioni omogenee e favorevoli per ogni zona del territorio sulla base dei dati meteoclimatici reperibili. Stanti le carenze sui dati meteoclimatici, non è ad oggi possibile in molti casi una implementazione completa del modello francese. Alcune indicazioni utili sull’entità dell’influenza delle condizioni meteoclimatiche nei confronti del livello LAeq al ricettore sono deducibili dal grafico nella Figura n. 5.2 che riporta la differenza sul livello LAeq tra condizioni favorevoli alla propagazione sonora e quelle omogenee in funzione della distanza sorgente sonora-ricettore. Il grafico è stato ottenuto applicando il metodo NMPB-Routes-96 ad una configurazione ipotetica di strada rettilinea di larghezza 8 m a due corsie e due sensi di marcia, terreno piano, ricettori all’altezza di 4 m e ortogonali alla strada posti a distanze progressivamente crescenti a passi di 5 m. Differenza LAeq favorevoli - LAeq omogenee dB 12 G=1 G = 0.75 G = 0,5 G = 0,25 G=0 10 8 6 4 2 0 0 100 200 300 400 500 Distanza sorgente-ricettore m Figura n. 5.2: Differenza del livello LAeq tra condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione sonora e quelle omogenee secondo il metodo NMPB-Routes-96 15 Come prevedibile, la differenza, a parità della distanza sorgente-ricettore, aumenta progressivamente al crescere dell’effetto del suolo (parametro G). A scopo cautelativo si tenderebbe ad assumere un suolo con G = 1 ma questa condizione, di fatto, raramente corrisponde alla realtà. Più verosimile è ipotizzare valori di G = 0,75 in condizioni extraurbane e di G = 0,25 in ambito urbano. Il grafico nella Figura n. 5.2 indica, ovviamente, la differenza massima ottenibile qualora si possa escludere il verificarsi di condizioni meteoclimatiche omogenee per la propagazione sonora, in quanto si considera il 100% di occorrenza di condizioni favorevoli rispetto a una situazione meteoclimatica completamente omogenea (per G = 1 tale differenza è di circa 11 dB alla distanza sorgente-ricettore di 500 m, mentre a distanze non superiori a 30 m la differenza non supera 1,5 dB). In situazioni reali di condizioni miste, come nel caso di rilievi non di breve durata, questa differenza massima diminuisce di un’entità crescente al diminuire della percentuale di occorrenza delle condizioni favorevoli, come illustrato nel grafico in Figura n. 5.3. Ad esempio in corrispondenza di una differenza massima di 5 dB tra il livello LAeq in condizioni completamente favorevoli (100%) e quello in condizioni del tutto omogenee (0%) lo scarto tra il considerare il 75% o il 25% di occorrenza di condizioni favorevoli risulta pari a 2,3 dB. L’esame congiunto dei due grafici nelle Figure n. 5.2 e 5.3 evidenzia che per distanze sorgente-ricettore inferiori a 30 m l’influenza delle condizioni meteoclimatiche è di entità tale da rientrare nell’errore sperimentale. Per distanze superiori, l’utilizzo di tali grafici è lecito fin tanto che si possa escludere un’occorrenza significativa di condizioni sfavorevoli. Quanto sopra esposto riguarda specificamente il rumore da traffico stradale. Per le sorgenti puntuali e il traffico ferroviario che presentano leggi di decadimento spaziale del livello sonoro diversificate sono necessarie indagini specifiche. 6 5 75% favorevoli 50% favorevoli 25% favorevoli 0% favorevoli Scarto dB 4 3 2 1 0 0 1 2 3 4 5 6 Differenza favorevoli - omogenee dB Figura n. 5.3: Scarto in dB corrispondente a diverse percentuali di occorrenza di condizioni favorevoli alla propagazione sonora 16 Riassumendo, in merito all’influenza delle condizioni meteoclimatiche sul valore annuale del descrittore acustico si può affermare quanto segue: - è preferibile non procedere alla conversione di LAeq in Lden e Lnight se non si conoscono i valori dei parametri meteoclimatici di riferimento annuale o almeno quelli durante il rilevamento per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e ambienti con presenza significativa di effetto suolo, come tendenzialmente avviene negli ambiti extraurbani; - si può procedere alla conversione di LAeq in Lden e Lnight anche se non si conoscono i valori dei parametri meteo di riferimento annuale o quelli durante il rilevamento per distanze sorgente-ricettore inferiori a 30 m e terreni duri (ad esempio negli ambienti densamente abitati); - la conversione, inoltre, è possibile qualora i valori di LAeq derivino da monitoraggi per periodi temporali più o meno lunghi distribuiti abbastanza omogeneamente nell’arco dell’anno; - per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e terreni morbidi è indispensabile che il dato di LAeq sia accompagnato dai valori dei parametri meteo durante il rilevamento e si pone la questione della rappresentatività di questi su base annuale. 17 5.2 Traffico veicolare Come già detto al § 4, i dati acustici acquisiti negli anni passati solitamente di maggiore reperibilità sono quelli impiegati per la verifica di conformità ai valori limite stabiliti dalla legislazione, ossia i livelli LAeq per i tempi di riferimento diurno (06-22) e notturno (22-06). Dati sui livelli LAeq diurni sono molto più ricorrenti di quelli notturni e, comunque, entrambi sono un valore aggregato, rispettivamente su 16 e 8 ore, che non consente una sua diretta conversione soprattutto in Lden. Questa difficoltà è superabile ricorrendo a procedure di conversione su base statistica. A questo scopo è stata condotta un’analisi sulle differenze dei livelli Lden, calcolati per i due scenari temporali riportati nella Tabella n. 5.2, rispetto ai livelli LAeq da traffico veicolare per il tempo di riferimento diurno (06-22). In particolare sono stati impiegati due insiemi di serie temporali di LAeq,h orario rilevato in continuo per 24 ore riguardanti traffico urbano (804 serie) ed extraurbano (157 serie), descritti sinteticamente nelle Tabelle n. 5.5 e n. 5.6 [3]. Abitanti N. città N. siti N. serie temporali N. serie temporali Domenica > 250.000 5 98 427 52 100.000÷250.000 4 69 302 51 < 100.000 25 50 75 7 Totale 34 217 804 110 Tabella n. 5.5: Dati sulle serie temporali di 24 ore di LAeq orario da traffico veicolare urbano [3] Tipo strada N. siti N. serie temporali N. serie temporali Domenica Autostrada 4 13 1 B 6 6 --- Ca 15 74 11 Cb 14 64 8 Totale 39 157 20 Tabella n. 5.6: Dati sulle serie temporali di 24 ore di LAeq orario da traffico veicolare extraurbano suddivise secondo le tipologie di strada del Nuovo Codice della Strada (1992) I risultati ottenuti sono sintetizzati nel “box plot” riportato nella Figura n. 5.4, comprendente anche la distribuzione delle differenze Lden - LAeq,d, e nella Tabella n. 5.7. Appare evidente, peraltro come prevedibile, che i valori di Lden risultano superiori a quelli di LAeq,d e che, inoltre, lo scenario temporale 2, pur essendo meno diversificato rispetto ai vigenti tempi di riferimento, presenta differenze contenute (- 0,3 dB per traffico urbano e - 0,5 dB per traffico extraurbano sui valori medi) rispetto a quanto ottenuto con la temporizzazione proposta nella direttiva 2002/49/CE (scenario 1). 18 8 Traffico extraurbano Traffico urbano 6 Lden - LAeq,d dB 95% 95% 95% 4 95% 75% 75% 75% 50% 50% 2 75 50% 25% 25% 50 25% 5% 25 5% 5% 0 5% -2 s 19-23 n 23-07 s 20-22 n 22-06 s 19-23 n 23-07 SCENARI TEMPORALI s 20-22 n 22-06 Figura n. 5.4: Box plot delle differenze Lden – LAeq,d per traffico stradale urbano ed extraurbano [3] Scenari temporali (vedi Tabella n. 5.2) Scenario 1 Scenario 2 Parametri statistici Traffico stradale Urbano Extraurbano (804 casi) (160 casi) Media 2,8 2,6 Scarto tipo 1,2 1,1 Interquartile 1,9 1,2 Mediana 2,8 2,5 Media 2,5 2,1 Scarto tipo 1,4 1,2 Interquartile 2,0 1,4 Mediana 2,5 2,0 Tabella n. 5.7: Statistica delle differenze Lden – LAeq,d (dB) per traffico stradale urbano ed extraurbano [3] D’altro canto, anche un’analisi del confronto tra il livello LAeq notturno secondo la temporizzazione della direttiva (23-07) e quello conforme alla legislazione italiana 19 vigente (22-06) mostra differenze nei valori medi alquanto contenute: media 0,2 dB e scarto tipo 0,9 dB per traffico urbano, media 0,5 dB e scarto tipo 0,9 dB per traffico extraurbano. Ciò, verosimilmente, è imputabile al fatto che il contributo del livello LAeq,h nell’ora 22-23 (temporizzazione italiana) al valore del livello LAeq,n notturno (22-06) è paragonabile, soprattutto in ambito urbano, a quello del livello LAeq,h nell’ora 06-07 (temporizzazione della direttiva) nei confronti del livello LAeq,n notturno (23-07), come mostrato nella Figura n. 5.5 ove detti contributi sono espressi in termini di differenza LAeq,h - LAeq,n [3]. 8 6 95% 95% 95% 4 75% 50% 75% 75% 50% 50% 2 95% 75 50 25% LAeq,h - LAeq,n dB 25% 25 25% 0 5% 5% 5% -2 5% -4 -6 Traffico extraurbano Traffico urbano -8 -10 -12 22 06 06 22 Ora Figura n. 5.5: Box plot delle differenze LAeq,h – LAeq,n per traffico stradale urbano ed extraurbano [3] Ne consegue che la stima di Lnight, che si ricorda privo di penalizzazione secondo la relazione (2.2), secondo la temporizzazione della direttiva (23-07) è conseguibile dal valore x del livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno (22-06) con i valori riportati nella Tabella n. 5.8 per il traffico urbano ed extraurbano, mentre secondo la temporizzazione del D. Lgs. n. 194/2005 (22-06) coincide con il livello LAeq,n. Traffico veicolare LAeq,n dB(A) Lnight dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB Urbano x x + 0,2 ± 1,2 Extraurbano x x + 0,5 ± 1,4 Tabella n. 5.8: Stima del livello Lnight dal valore di LAeq,n notturno Analogamente, noto il valore x del livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno il valore stimato del livello Lden (con le due temporizzazioni prese in esame)) si ottiene aggiungendo a x i valori riportati nella Tabella n. 5.9 per il traffico urbano ed extraurbano. 20 Traffico veicolare LAeq,d dB(A) Urbano x Extraurbano x Scenario Lden dB(A) temporale Intervallo di confidenza al 90% dB 1 x + 2,8 ± 2,0 2 x + 2,5 ± 2,2 1 x + 2,6 ± 1,8 2 x + 2,1 ± 2,0 Tabella n. 5.9: Stima del livello Lden dal valore di LAeq,d diurno Un’analoga analisi statistica condotta sulle differenze Lden - LAeq,n ha fornito per la stima di Lden dal livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno i valori riportati nella Tabella n. 5.10. Traffico veicolare LAeq,n dB(A) Urbano x Extraurbano x Scenario L dB(A) temporale den Intervallo di confidenza al 90% dB 1 x + 8,5 ± 2,1 2 x + 8,1 ± 1,8 1 x + 8,9 ± 2,2 2 x + 8,3 ± 1,8 Tabella n. 5.10: Stima del livello Lden dal valore di LAeq,n notturno Un’ulteriore analisi è stata condotta sulla correlazione tra i valori della differenza LAeq,d - LAeq,n e quelli delle due differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per entrambe le tipologie di traffico veicolare e per i due scenari temporali. I risultati ottenuti, riportati nelle Figure n. 5.6 (traffico urbano) e n. 5.7 (traffico extraurbano), mostrano andamenti molto simili per entrambe le condizioni di traffico e di scenario temporale con una buona correlazione tra dette differenze (valori del coefficiente di correlazione r intorno a 0,97). Si osserva una correlazione per lo scenario 2 leggermente migliore rispetto allo scenario 1. I grafici riportati nelle Figure n. 5.6 e n. 5.7 sono utili qualora si conosca solo la tipologia di traffico e in base alla categoria della strada sia stimata la differenza LAeq,d - LAeq,n. In genere quest’ultima aumenta passando da strade a flusso veicolare intenso (solitamente LAeq,d - LAeq,n < 3 dB) a quelle locali con traffico scarso (in genere LAeq,d - LAeq,n > 8 dB). 21 15 Lden - LAeq,d L - L Scenario temporale 1 14 13 den 12 Lden - LAeq,d 11 Lden - LAeq,n Scenario temporale 2 10 Lden - LAeq,TR dB r = 0,97 Aeq,n 9 r = 0,98 8 7 Traffico urbano 6 5 4 3 r = -0,96 2 r = -0,99 1 0 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 LAeq06-22 - LAeq22-06 dB Figura n. 5.6: Correlazione tra la differenza LAeq,d - LAeq,n e le differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per traffico urbano nei due scenari 13 r = 0,97 12 11 Traffico extraurbano 10 Lden - LAeq,TR dB 9 r = 0,98 8 Lden - LAeq,d L - L Scenario temporale 1 7 6 den r = -0,96 5 4 den 3 2 Aeq,n Lden - LAeq,d L - L Scenario temporale 2 Aeq,n r = -0,99 1 0 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 LAeq06-22 - LAeq22-06 dB Figura n. 5.7: Correlazione tra la differenza LAeq,d - LAeq,n e le differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per traffico extraurbano nei due scenari 22 Qualora sia noto il valore, stimato o misurato, del livello LAeq in uno o più intervalli orari, solitamente inclusi nel tempo di riferimento diurno, si può risalire all’andamento di LAeq,h orario nell’intero arco delle 24 ore attribuendo per analogia un andamento temporale rappresentativo, su base statistica, della tipologia di strada oggetto della valutazione (ad esempio strada di scorrimento con flusso veicolare intenso oppure strada locale) e adattando questo andamento ai dati orari rilevati o stimati. Per individuare questi andamenti temporali di LAeq,h orario rappresentativi di diverse tipologie di strada è stata condotta un’analisi dei gruppi (cluster analysis) sull’insieme delle serie temporali di LAeq,h orario descritte nella Tabella n. 5.5, escludendo quelle rilevate nella domenica. I risultati ottenuti sulle 694 serie temporali di LAeq,h orario sono sintetizzati nella Tabella n. 5.11 e nella Figura n. 5.8, ove sono indicati i tre andamenti che si ritiene costituiscano un compromesso ragionevole tra un’adeguata discriminazione tra gli andamenti e un numero ridotto di essi per agevolare le modalità applicative della procedura di stima. Gli andamenti ottenuti, espressi in termini di valore medio della differenza LAeq,h - LAeq,d, mostrano, come prevedibile, differenze tra loro più accentuate nei periodi serale e notturno. Nella Tabella n. 5.11 sono riportati anche i valori medi delle differenze LAeq,d - LAeq,n e lo scarto tipo ottenuti dalle serie temporali raggruppate nelle tre tipologie di andamenti di LAeq,h orario. In base a questi valori è plausibile che l’andamento 1 sia rappresentativo delle strade a flusso veicolare intenso, l’andamento 2 di quelle a flusso di entità media (strade di quartiere) e l’andamento 3 sia attribuibile alle strade locali. 2 0 -2 LAeq,h - LAeq,d dB -4 -6 -8 -10 Tipo 1 Tipo 2 Tipo 3 -12 -14 -16 -18 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 Tempo ore Figura n. 5.8: Andamenti temporali tipici del rumore da traffico veicolare urbano (domenica esclusa) 23 Tipologia 1 2 3 N. serie temporali di LAeq,h orario 353 266 75 Valore medio di LAeq,d - LAeq,n dB 4,2 7,1 9,9 Inizio ora LAeq,h - LAeq,d dB s dB LAeq,h - LAeq,d dB s dB LAeq,h - LAeq,d dB s dB 06 - 1,9 2,2 - 3,4 2,6 - 6,1 3,6 07 0,2 1,7 0,1 2,0 - 1,6 3,2 08 0,6 1,5 0,7 1,3 0,6 2,6 09 0,2 1,4 0,5 1,3 0,2 2,0 10 0,0 1,2 0,4 1,2 0,1 1,8 11 0,2 1,2 0,4 1,2 0,2 2,2 12 0,1 1,3 0,3 1,3 0,5 1,9 13 - 0,1 1,2 0,1 1,3 0,3 2,4 14 - 0,3 1,3 0,0 1,4 - 0,5 2,6 15 - 0,2 1,2 0,0 1,1 - 0,4 2,3 16 - 0,0 1,3 0,1 1,2 - 0,1 2,6 17 0,2 1,2 0,4 1,2 0,1 2,5 18 0,0 1,2 0,0 1,3 - 0,7 2,6 19 - 0,3 1,3 - 0,5 1,6 - 0,9 2,5 20 - 1,0 1,3 - 2,0 1,6 - 2,8 2,6 21 - 2,0 1,4 - 3,6 2,1 - 5,0 2,9 22 - 2,4 1,6 - 4,6 2,0 - 6,3 2,3 23 - 2,5 1,7 - 5,3 2,3 - 7,4 2,9 24 - 3,3 2,1 - 6,7 2,5 - 9,3 2,7 01 - 4,5 2,2 - 9,1 2,5 - 12,0 2,8 02 - 5,9 2,4 - 11,5 2,5 - 14,9 2,9 03 - 7,1 2,6 - 12,4 2,6 - 16,6 2,7 04 - 7,1 2,5 - 11,2 2,8 - 16,8 3,5 05 - 5,1 2,7 - 7,6 2,7 - 12,2 3,1 Tabella n. 5.11: Valori medi delle differenze LAeq,h - LAeq,d e scarto tipo s per i tre andamenti temporali tipici del rumore da traffico veicolare urbano (domenica esclusa) 24 Noto il valore x, stimato o misurato, del livello LAeq,h in un singolo intervallo orario, il livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno si ottiene sottraendo a x il valore riportato nella Tabella n. 5.11 in corrispondenza dell’ora in esame e della tipologia di andamento temporale prescelta. Il valore di LAeq,d così ottenuto, ovviamente, è affetto da un’incertezza valutabile mediante lo scarto tipo (vedi collone “s” nella Tabella n. 5.11). Ad esempio se il dato di LAeq,h, stimato o misurato, nell’intervallo orario 10-11 è pari a 72 dB(A) e riguarda una strada con andamento di LAeq,h orario di tipo 2, allora il valore stimato del livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno è pari a 72 – 0,4 = 71,6 dB(A) con incertezza di ± 1,2 dB, mentre il valore stimato del livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno è pari a 71,6 – 7,1 = 64,5 dB(A). Qualora siano disponibili i valori x di LAeq,h in più intervalli orari, l’andamento prescelto per la tipologia di strada verrà traslato rispetto a detti valori in modo da rendere minima la somma dei quadrati delle differenze Δ illustrate nell’esempio riportato nella Figura n. 5.9. Ricavati i valori stimati di LAeq,d e di LAeq,n per i tempi di riferimento diurno e notturno è possibile risalire ai valori di Lden e di Lnight mediante le procedure su basi statistiche precedentemente descritte. In alternativa è possibile stimare direttamente i valori di Lden e di Lnight (ore 23-07) dal livello LAeq,h del singolo intervallo orario utilizzando i dati riportati nella Tabella n. 5.12, diversificati per tipologia di strada. x2 73 71 70 Δ2 Δ1 72 x1 69 LAeq,h dB(A) 68 67 66 65 64 63 62 61 60 59 58 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 Tempo ore Figura n. 5.9: Esempio della procedura per l’adattamento dell’andamento temporale della tipologia di strada ai valori x di LAeq,h orario disponibili 25 Tipologia Inizio ora 1 2 3 LAeq,h – Lden LAeq,h – Lnight LAeq,h – Lden LAeq,h – Lnight LAeq,h – Lden LAeq,h – Lnight (23-07) dB dB (23-07) dB (23-07) dB dB dB 06 - 5,2 2,4 - 5,0 4,0 - 6,3 4,2 07 - 3,1 4,5 - 1,5 7,4 - 1,9 8,7 08 - 2,7 4,9 - 0,8 8,1 0,4 11,0 09 - 3,1 4,5 - 1,1 7,8 0,0 10,5 10 - 3,3 4,3 - 1,2 7,8 - 0,1 10,4 11 - 3,1 4,5 - 1,2 7,8 0,0 10,6 12 - 3,2 4,4 - 1,3 7,6 0,3 10,8 13 - 3,4 4,2 - 1,4 7,5 0,1 10,6 14 - 3,6 4,0 - 1,6 7,3 - 0,7 9,8 15 - 3,5 4,1 - 1,6 7,4 - 0,6 9,9 16 - 3,3 4,3 - 1,5 7,5 - 0,3 10,2 17 - 3,1 4,5 - 1,2 7,8 - 0,1 10,4 18 - 3,3 4,3 - 1,6 7,3 - 0,9 9,6 19 - 3,6 4,0 - 2,1 6,9 - 1,2 9,4 20 - 4,3 3,3 - 3,6 5,4 - 3,0 7,5 21 - 5,3 2,3 - 5,2 3,8 - 5,2 5,4 22 - 5,7 1,9 - 6,2 2,8 - 6,5 4,0 23 - 5,8 1,8 - 6,9 2,1 - 7,6 2,9 24 - 6,6 1,0 - 8,3 0,7 - 9,5 1,0 01 - 7,8 - 0,2 - 10,7 - 1,7 - 12,2 - 1,7 02 - 9,2 - 1,6 - 13,1 - 4,2 - 15,1 - 4,6 03 - 10,4 - 2,8 - 14,0 - 5,1 - 16,8 - 6,3 04 - 10,4 - 2,8 - 12,8 - 3,8 - 17,0 - 6,5 05 - 8,4 - 0,8 - 9,2 - 0,2 - 12,4 - 1,8 Tabella n. 5.12: Valori medi delle differenze LAeq,h - Lden e LAeq,h – Lnight (23-07) per i tre andamenti temporali tipici del rumore da traffico veicolare urbano (domenica esclusa) 26 È opportuno sottolineare che gli andamenti temporali tipici di LAeq,h orario dovrebbero essere ricavati da rilevamenti locali in modo che siano effettivamente rappresentativi dell’area oggetto di studio, mentre quelli sopra riportati sono ottenuti da monitoraggi in diverse città e, pertanto, hanno lo scopo principale di descrivere la metodologia di stima. Pur con questa cautela, questi ultimi presentano una buona attendibilità come evidenziato nella Figura n. 5.10 che mostra per l’andamento di tipo 1 come le serie temporali rilevate in alcune strade a flusso veicolare intenso (linee sottili), non incluse nell’insieme di dati utilizzato per l’analisi, siano sostanzialmente contenute all’interno dell’intervallo di variabilità pari a ± una volta lo scarto tipo (linee spesse). 2 0 LAeq,h - LAeq,d dB -2 -4 -6 -8 Andamento tipo 1 -10 -12 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 0 1 2 3 4 5 Tempo ore Figura n. 5.10: Intervallo di variabilità a ± una volta lo scarto tipo per l’andamento di tipo 1 (linee spesse) e serie temporali sperimentali di LAeq,h (linee sottili) 27 5.3 Traffico ferroviario Per questa tipologia di sorgente sonora la significatività dell’analisi statistica condotta è stata fortemente limitata a causa del ridotto numero di serie temporali a 24 ore di LAeq,h orari che è stato possibile raccogliere (38 configurazioni). I dati analizzati, inoltre, riguardano solo due tratte ferroviarie, ossia la Grosseto-Pisa e la Milano-Bologna. Ne deriva che i risultati ottenuti non possono essere generalizzati ad altre tratte, specie se sensibilmente diverse nella composizione delle tipologie di convogli e nella distribuzione dei transiti nell’arco delle 24 ore. Nella Figura n. 5.11 è riportata la distribuzione delle differenze Lden - LAeq,d ottenute determinando Lden secondo la temporizzazione della direttiva 2002/49/CE, mentre nella Tabella n. 5.13 sono sintetizzati i principali parametri statistici della suddetta distribuzione corrispondente ad entrambi gli scenari temporali indicati nella Tabella n. 5.2. Si osservano differenze anche sensibili (valore medio 7,7 dB, superiore di circa 5 dB rispetto a quanto osservato per il traffico stradale) dovute sia al numero dei transiti nel periodo notturno, flussi medi orari spesso comparabili a quelli diurni, sia alla loro emissione sonora, solitamente elevata per la consistente presenza di convogli merci. Sono assai contenute, invece, le differenze tra i due scenari temporali. 14 12 10 8 6 4 Std. Dev = 1.81 2 Mean = 7.7 N = 38.00 0 2.0 4.0 3.0 6.0 5.0 8.0 7.0 10.0 9.0 11.0 Figura n. 5.11: Distribuzione delle differenze Lden - LAeq,d con Lden corrispondente alla temporizzazione della direttiva 2002/49/CE 28 Scenari temporali (vedi Tabella n. 5.2) Scenario 1 Scenario 2 Parametri statistici Lden - LAeq,d dB Media 7,7 Scarto tipo 1,8 Interquartile 1,7 Mediana 7,7 Media 7,7 Scarto tipo 1,9 Interquartile 1,3 Mediana 7,8 Tabella n. 5.13: Statistica delle differenze Lden – LAeq,d (dB) per traffico ferroviario Analogamente a quanto già descritto per il traffico veicolare, ferma restando la necessaria cautela nel generalizzare i risultati ottenuti su un insieme contenuto di dati e, pertanto, non sufficientemente rappresentativo, noto il valore x del livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno è possibile stimare il valore del livello Lden (con le due temporizzazioni prese in esame) aggiungendo a x il valore riportato nella Tabella n. 5.14. Scenario temporale LAeq,d x dB(A) LAeq,n x dB(A) LAeq,d x dB(A) LAeq,n x dB(A) 1 2 Lden dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB x + 7,7 ± 2,8 x + 6,1 ± 0,9 x + 7,7 ± 2,8 x + 6,1 ± 0,6 Tabella n. 5.14: Stima del livello Lden dal valore di LAeq,d diurno e di LAeq,n notturno La stessa analisi statistica condotta sulle differenze Lden - LAeq,n ha fornito per la stima di Lden dal livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno i valori riportati ancora nella Tabella n. 5.14 per i due scenari temporali. Come già osservato per il traffico veicolare, anche per quello ferroviario il contributo del livello LAeq,h nell’ora 22-23 al valore del livello LAeq,n notturno (temporizzazione italiana 22-06) è paragonabile a quello del livello LAeq,h nell’ora 06-07 nei confronti del livello LAeq,n notturno (temporizzazione della direttiva 23-07). La stima di Lnight, che si ricorda privo di penalizzazione secondo la relazione (2.2), conforme alla temporizzazione della direttiva dal valore x del livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno (22-06) è conseguibile con i valori riportati nella Tabella n. 5.15. 29 LAeq,n dB(A) Lnight (23-07) dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB x x – 0,2 ± 0,6 Tabella n. 5.15: Stima del livello Lnight dal valore di LAeq,n notturno L’analisi della correlazione tra i valori della differenza LAeq,d - LAeq,n e quelli delle due differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n ha fornito i risultati mostrati nella Figura n. 5.12, dalla quale si osserva come siano assai contenute le differenze tra i due scenari temporali e la differenza LAeq,d - LAeq,n assuma frequentemente valori negativi, imputabili sia al numero dei transiti nel periodo notturno (flussi medi orari spesso comparabili a quelli diurni) sia all’emissione sonora dei convogli (maggiore presenza di treni merci). 12 11 Lden - LAeq,d L - L Scenario temporale 1 10 Lden - LAeq,d den Lden - LAeq,n Scenario temporale 2 Lden - LAeq,TR dB 9 r = -0,99 8 Aeq,n r = 0,87 7 r = 0,95 6 5 4 3 r = -1 2 1 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 LAeq06-22 - LAeq22-06 dB Figura n. 5.12: Correlazione tra la differenza LAeq,d - LAeq,n e le differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per i due scenari Si sottolinea che l’insieme di dati oggetto dell’analisi statistica era alquanto ridotto e riguardante solo due tratte ferroviarie a traffico intenso. La generalizzazione dei risultati a tratte diverse, pertanto, richiede molta cautela anche se il traffico ferroviario è meno aleatorio rispetto a quello veicolare. 30 5.4 Traffico aeroportuale La formulazione del vigente descrittore del rumore aeroportuale LVA,24h, che si ricorda essere la seguente: (5.4) 7 ⎡ 17 ⎤ LVA,24h = 10 ⋅ log ⎢ ⋅10 (LVAd / 10 ) + ⋅10 ((LVAn +10 ) / 10 ) ⎥ 24 ⎣ 24 ⎦ [dB(A)] è tale che le sue differenze con il valore di Lden (nello scenario temporale 1 proposto dalla direttiva, vedi Tabella n. 5.2) derivanti dalla diversa suddivisione delle 24 ore sono tanto maggiori quanto più consistente è il traffico dei velivoli nel periodo serale e nella fascia oraria 06-07 che nella temporizzazione della direttiva è inclusa nel periodo notturno (con penalizzazione di 10 dB) mentre fa parte del tempo di riferimento diurno (senza alcuna penalizzazione) per la legislazione italiana vigente. Per valutare le suddette differenze è stato impiegato un insieme di dati ricavato dall’attività di monitoraggio acustico in quattro aeroporti: uno a grande volume di traffico (311 valori di LVA,d, LVA,n e Lden), due a volume intermedio (36 e 26 configurazioni a 24 ore di LAeq,h) e uno a basso volume (10 configurazioni a 24 ore di LAeq,h). In generale i dati solitamente disponibili sono i livelli LVA per i tempi di riferimento diurno (06-23) e notturno (0-6 e 23-0) dai quali non è possibile ricavare il valore di Lden in quanto per il calcolo di quest’ultimo secondo la relazione (2.1) è necessario conoscere i livelli LAeq,h orari nell’arco delle 24 ore. Nel caso specifico i livelli LAeq,h orari del rumore aeroportuale nell’arco delle 24 ore erano disponibili solo per gli aeroporti “B”, “C” e “D”, mentre per l’aeroporto “A” erano noti solo i livelli LVA per i tempi di riferimento diurno (06-23) e notturno (0-6 e 23-0) e il livello Lden secondo lo scenario temporale 1 proposto dalla direttiva (vedi Tabella n. 5.2). In riferimento ai dati raccolti, i principali parametri statistici descrittivi dei valori ottenuti per la differenza Lden – LVA sono riportati nella Tabella n. 5.16. Aeroporti Lden – LVA dB (scenario temporale 1, Tabella n. 5.2) N. Casi Media Scarto tipo Mediana Interquartile Traffico elevato “A” 311 1,8 0,9 1,8 1,2 Traffico intermedio “B” 36 3,4 0,4 3,3 0,5 Traffico intermedio “C” 26 3,0 0,8 3,3 0,7 Traffico scarso “D” 10 1,6 1,4 1,2 2,0 Tabella n. 5.16: Statistica delle differenze Lden – LVA (dB) per i quattro aeroporti esaminati Le suddette differenze sono riportate anche nel diagramma nella Figura n. 5.12 in funzione della differenza LVA,d – LVA,n. La linea tratteggiata nel diagramma si riferisce 31 all’ipotesi teorica di distribuzione uniforme dei livelli LAeq,h orari nei tempi di riferimento diurno e notturno. Avendo a disposizione i livelli LAeq,h orari del rumore aeroportuale nell’arco delle 24 ore per i tre aeroporti “B”, “C” e “D” è stato possibile determinare anche il valore di Lden secondo lo scenario temporale stabilito dal D. Lgs n. 194/2005 (scenario 2 nella Tabella n. 5.2). I principali parametri statistici descrittivi dei valori ottenuti per la differenza Lden – LVA sono riportati nella Tabella n. 5.17. Confrontando le differenze Lden – LVA ottenute per i due scenari temporali emerge che queste sono prevalentemente inferiori (92% dei casi esaminati) per lo scenario temporale stabilito dal D. Lgs n. 194/2005 rispetto allo scenario proposto dalla direttiva 2002/49/CE, come evidenziato anche nel grafico riportato nella Figura n. 5.13. Analogamente a quanto già descritto per il traffico ferroviario, ferma restando la necessaria cautela nel generalizzare i risultati ottenuti sulle 72 serie temporali di LAeq,h orario raccolte, noto il valore x del livello LVA è possibile stimare il valore del livello Lden (con la temporizzazione degli scenari 1 e 2) aggiungendo a x i valori riportati nella Tabella n. 5.18. 5 A B C D Lden - LVA dB 4 3 2 1 0 -14 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 LVAd - LVAn dB Figura n. 5.12: Differenze Lden – LVA per rumore aeroportuale in funzione delle differenze LVAd – LVAn Aeroporti Lden – LVA dB (scenario temporale 2, Tabella 5.2) N. Casi Media Scarto tipo Mediana Interquartile Traffico intermedio “B” 36 2,5 0,8 2,5 0,8 Traffico intermedio “C” 26 2,0 0,9 2,2 1,2 Traffico scarso “D” 10 1,4 1,2 0,8 1,8 Tabella n. 5.17: Statistica delle differenze Lden – LVA (dB) per i tre aeroporti dei quali erano disponibili i livelli LAeq,h orari 32 LVA x dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB Lden (scenario 1) dB(A) x + 3,0 ± 1,6 Lden (scenario 2) dB(A) x + 2,2 ± 1,9 Tabella n. 5.18: Stima del livello Lden nei due scenari temporali dal valore di LVA La stima di Lnight, che si ricorda privo di penalizzazione secondo la relazione (2.2), dal valore x del livello LVA,n per il tempo di riferimento notturno è conseguibile con i valori riportati nella Tabella n. 5.19 in funzione dello scenario temporale. 5 B C D 4 Lden,EC - Lden,20-22 dB 3 2 1 0 -1 -2 -14 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 LVAd - LVAn dB Figura n. 5.13: Differenze Lden (scenario 1) – Lden (scenario 2) per rumore aeroportuale in funzione delle differenze LVAd – LVAn LVA,n x dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB Lnight (ore 23-07) dB(A) x – 8,9 ± 3,2 Lnight (ore 22-06) dB(A) x – 5,3 ± 6,8 Tabella n. 5.19: Stima del livello Lnight dal valore di LVA,n notturno L’ampia variabilità della distribuzione oraria del traffico aereo nel tempo di riferimento notturno registrata per i tre aeroporti esaminati, plausibilmente riscontrabile anche in altri aeroporti, rende non sufficientemente accurata la stima di Lnight dal valore di LVA,n. Si sottolinea che i valori sopra esposti fanno riferimento a dati di LVA ottenuti da sistemi di monitoraggio, a prescindere dai requisiti per l’entità del traffico aereo nei tre quadrimestri dell’anno come richiesto dal D.M. Ambiente 31.10.1997 [12]. Qualora si disponesse solo dei valori di LVA diurno e notturno conformi alle specifiche dei periodi 33 di osservazione richiesti dal suddetto D.M. (le tre settimane a maggior traffico aereo nell’anno) è ovvio che l’applicazione dei fattori di conversione sopra esposti a detti valori di LVA condurrebbe verosimilmente ad una sovrastima del livello sonoro annuale, tanto maggiore quanto più elevata è la variabilità del traffico aereo nei vari mesi dell’anno (ad esempio aeroporti ad accentuata connotazione turistica stagionale). 34 6. ASPETTI DEL CAMPO ACUSTICO Come già detto, i descrittori Lden e Lnight introdotti dalla direttiva 2002/49/CE sono da determinare in condizioni di suono incidente sulla facciata dell’edificio, escludendo le riflessioni prodotte da quest’ultima. Al contrario le attuali procedure di misurazione prescritte dalla legislazione italiana (rilevamento a 1 m dalla facciata dell’edificio) includono queste riflessioni nei valori misurati di LAeq. Ne consegue che per convertire i dati acustici fino ad ora acquisiti a 1 m dalla facciata dell’edificio (o ad altre distanze da quest’ultima) occorre determinare dei fattori correttivi per risalire al valore del livello del suono incidente. È da sottolineare che nella direttiva 2002/49/CE sono presenti numerosi riferimenti alla norma ISO 1996-2:1987 [13] che, tuttavia, non prevede come vincolante la determinazione del solo suono incidente. La norma, infatti, specifica che le posizioni di misura da preferire siano a distanza dalla facciata compresa tra 1 e 2 m, e solo qualora si desideri escludere l’influenza delle riflessioni dalla facciata retrostante il microfono il rilevamento sia da eseguire ad almeno 3,5 m dalla facciata stessa o a 0,5 m dal vano della finestra aperta. La norma ISO sopra citata è attualmente in corso di revisione [7]. Nel nuovo documento la condizione di riferimento da adottare per la descrizione del rumore ambientale è quella di suono incidente, conformemente al requisito della direttiva europea. La bozza in questione (Allegato B) contiene anche delle indicazioni sulle metodologie e sul setup di misura, nonché sulle condizioni per le quali è possibile correggere il valore rilevato per risalire al solo suono incidente. In particolare, si indicano i seguenti fattori di correzione: - nessuna correzione (0 dB) per misure in assenza di facciata dietro al microfono; - - 6 dB per rilievi a ridosso della facciata; - - 3 dB a predefinite distanze dalla sorgente e dalla facciata dell’edificio. Indagini sperimentali condotte da ARPA Toscana [14] hanno mostrato che la correzione di - 3 dB può essere eccessiva nel caso di microfono a 1 m dalla facciata e rumore da traffico stradale, configurazione per la quale è stato ottenuto un valore medio per la correzione di - 1,5 dB con uno scarto tipo di 0,7 dB. In considerazione di queste discrepanze si è deciso di procedere ad una sistematica indagine sperimentale con un predefinito protocollo di misura al fine di analizzare in dettaglio questo importante aspetto, almeno limitatamente al rumore da traffico stradale in quanto sorgente sonora più diffusa e presente in ambito urbano. Al riguardo si segnala anche uno studio condotto dal Building Research Establishment inglese [15] finalizzato a convertire nei nuovi descrittori Lden e Lnight i dati acustici acquisiti nell’indagine nazionale “Noise Incidence Study 2000” rilevati a 1,2 m dal suolo e a 1 m dalla facciata dell’edificio. Un’indagine bibliografica preliminare ha permesso di individuare anche alcuni lavori nella letteratura scientifica che hanno affrontato problematiche affini, svolgendo analisi 35 approfondite sull’influenza delle facciate a distanze predefinite dall’edificio (0 e 2 m) [16, 17] e studiando in dettaglio il fenomeno dell’interferenza costruttiva che si verifica sulle superfici dei fabbricati [18]. Altri contributi di ricerca hanno studiato la riflessione sugli edifici in modo analitico, con la finalità di semplificare gli algoritmi dei programmi di calcolo [19] oppure con modelli semplificati e in scala [20]. 6.1 Indagine sperimentale Il protocollo dell’indagine sperimentale è stato predisposto in modo da perseguire i seguenti obiettivi: 1) valutare la distribuzione dei livelli sonori dovuti al traffico veicolare in funzione della distanza microfono–facciata degli edifici prospicienti la sede stradale; 2) condurre alcune verifiche preliminari sulla metodologia di misura proposta dalla bozza di standard internazionale ISO 1996–2, per determinare, con apposito set-up, il solo suono incidente sulla facciata dell’edificio. Relativamente al secondo punto, la norma citata prevede in particolare di posizionare il microfono su di una piastra di dimensioni almeno 0,5 × 0,7 m e spessore inferiore a 25 mm. L’immagine a sinistra nella Figura n. 6.1 illustra il tipo di montaggio previsto. Figura n. 6.1: A sinistra schema del montaggio del microfono (ISO/DIS 1996–2:2003), a destra esempio di allestimento a ridosso della facciata dell’edificio Per la sperimentazione è stata realizzata una piastra di dimensioni conformi a quelle richieste dallo standard ISO, con massa superficiale di circa 7 kg/m2 anche al fine di consentirne un agevole posizionamento a 4 m dal suolo, una volta montata su apposito supporto (vedi l’immagine a destra in Figura n. 6.1). In particolare, per minimizzare gli eventuali fenomeni di risonanza, la piastra è stata realizzata utilizzando una lamina sandwich in acciaio e alluminio, con spessori rispettivamente di 0,5 e 1 mm, accoppiati con uno strato di mastice plastico viscoelastico dall’elevato potere dissipativo (questo 36 tipo di materiale multistrato è comunemente detto lamiera “sorda” o “silente”). Sul lato della piastra rivolto verso il muro, è stato inoltre apposto un foglio di gomma di qualche mm di spessore, come previsto anche dalla bozza di standard (vedi Figura n. 6.2). Figura n. 6.2: Piastra utilizzata per la determinazione del livello di pressione sonora in facciata La sperimentazione condotta mediante tale dispositivo di misura ha affrontato in particolare i seguenti aspetti: 1) la verifica del fattore correttivo proposto dalla norma ISO per il contributo della riflessione della facciata retrostante il microfono; 2) una prima valutazione delle condizioni di applicabilità di tale correzione, valutandone in particolare la variazione in funzione della distanza del microfono (più piastra) dallo spigolo verticale più vicino dell’edificio. Sono stati condotti rilievi in nove siti distinti, con le seguenti caratteristiche generali: - inserimento in ambito urbano; - linea di traffico visibile dal microfono sotto un’ampia porzione angolare (circa 180°); - condizioni di traffico medio o intenso, salvo due casi, e prevalentemente scorrevole; - sezioni stradali con edifici su un solo lato (sezione a L), fatta eccezione per due siti aventi edifici a destra e a sinistra della sede viaria (sezione a U); - distanze facciata-centro strada comprese fra 6 e 25 m; - modanature o irregolarità superficiali delle facciate modeste e comunque inferiori a 50 mm entro 1 m di distanza dal microfono, come previsto dallo standard ISO. Nella scelta dei siti, è stata verificata preliminarmente la possibilità di effettuare in parallelo, sullo stesso tratto di strada, rilievi in campo libero e davanti a fabbricati. Sono stati inoltre definiti dei protocolli d’indagine dettagliati, per garantire la massima omogeneità dei dati raccolti; in particolare è stato previsto: 1) il posizionamento dei microfoni ad altezza di 4 m dal piano stradale; 2) configurazioni di rilevamento come illustrate nella Figura n. 6.3 (un esempio di configurazione è riportato nella Figura n. 6.4); 37 3) serie di almeno tre rilievi simultanei per coppie di microfoni, di durata 2÷3 minuti; 4) allineamento delle catene microfoniche utilizzate in coppia al valore nominale del calibratore di livello sonoro. In riferimento al punto 2) le serie di misure simultanee relative alla coppia di microfoni p.1–p.2 sono state utilizzate per valutare la correzione teorica di 6 dB mentre con i dati della coppia p.2–p.3 è stato ricavato il fattore di conversione per ottenere il suono incidente sulla facciata. In alcuni siti infine, è stata prevista anche la posizione p.1bis, a puro scopo di confronto con alcuni risultati ottenuti in precedenti studi [18]. Nella campagna di misure sono state utilizzate due catene strumentali (analizzatori di spettro a bande di 1/3 di ottava 01dB Harmonie a 4 canali e Symphonie a 2 canali) con microfoni prepolarizzati da ½” ad incidenza normale. In Appendice A, sono riportati per ogni sito tutti i dati raccolti nel corso della campagna di misure, organizzati in schede appositamente predisposte. Figura n. 6.3: Posizioni dei microfoni utilizzate nello studio: d distanza facciata– centro strada; d1 distanza tra le posizioni p.2 e p.3; d2 distanza tra il microfono p.2 (in facciata) e lo spigolo dell’edificio 38 2m p.2 p.3 Figura n. 6.4: Esempio di posizioni dei microfoni p.2 (in facciata) e p.3 (a varie distanze dalla facciata) utilizzate nello studio 6.2 Risultati e fattori di conversione Dalle serie di dati acquisiti presso i nove siti oggetto di indagine è stato possibile determinare il contributo della riflessione in corrispondenza della facciata dell’edificio confrontando il dato rilevato per il microfono posto sulla piastra a contatto con la facciata p.2 con quello corrispondente al microfono p.1 (assenza di facciata), verificando in tal modo, altresì, la metodologia di misura proposta dalla norma ISO. In particolare, per ciascun sito dalle rilevazioni eseguite è stato ricavato il valore medio riportato nella Tabella n. 6.1 insieme al corrispondente scarto tipo. Contributo della riflessione della facciata retrostante il microfono [dB] Sito 1 Sito 2 Sito 3 Sito 4 Sito 5 Sito 6 Sito 7 Sito 8 Sito 9 Media 4,7±0,3 5,7±0,2 5,5±0,2 6,5±0,5 5,6±0,8 5,8±0,4 5,2±0,1 5,2±0,3 6,0±0,1 5,7±0,5 Tabella n. 6.1: Risultati della differenza tra il microfono in facciata (p.2) e quello in campo libero (p.1), ottenuti dai livelli LAeq rilevati nei due microfoni Sull’insieme dei dati acquisiti il valore medio pesato sull’incertezza associata ad ogni sito risulta di poco inferiore a 6 dB (5,7 dB) e, comunque, entro uno scarto tipo di ± 0,5 dB da questo valore teorico (vedi ultima colonna di Tabella n. 6.1). 39 In due dei siti esaminati (6 e 9) sono stati eseguiti ulteriori rilevamenti nella configurazione p.1–p.2 variando la distanza (d2) del microfono in facciata (p.2) dall’estremità dell’edificio e mantenendo fissa la posizione di quello relativo alla condizione di campo libero (p.1). Con questo tipo di misurazioni si è voluto verificare l’influenza dell’estensione della facciata retrostante sulle misure con piastra condotte secondo la nuova revisione della norma ISO 1996–2. I risultati ottenuti, in termini di valore medio e scarto tipo, sono riportati nella Tabella n. 6.2. Si può notare come la distanza d2, nell’intervallo dei valori esaminati, non influenza sostanzialmente il valore del contributo della riflessione della facciata retrostante il microfono. Sito 6 Sito 9 d2 [m] 8,0 6,0 4,0 2,0 1,1 4,4 3,0 2,0 1,5 0,7 Riflessione [dB] 5,8 5,7 5,5 5,7 5,5 6,0 6,2 5,9 6,0 5,9 Scarto tipo [dB] 0,1 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,6 0,5 0,1 0,3 Tabella n. 6.2: Risultati per vari valori della distanza d2 per due dei siti esaminati, ottenuti dai livelli LAeq rilevati nei due microfoni p.1-p.2 I dati relativi alla serie di misure acquisite con la coppia di microfoni p.2 – p.3 sono stati utilizzati per stimare il fattore correttivo in dB (δmisura) da apportare al livello sonoro misurato a distanza d1 dalla facciata dell’edificio per stimare il solo suono incidente sulla facciata retrostante il microfono. In particolare, tale correzione è stata determinata utilizzando la seguente relazione: δ misura = ∑ (Li , p.2 − Li , p.3 ) / n − 5,7 n (6.1) [dB] i =1 dove: n è il numero di misurazioni ripetute nella configurazione p.2–p.3, a distanza d1; Li è il LAeq misurato simultaneamente nelle posizioni p.2 e p.3 [dBA]; 5,7 è il valor medio della differenza tra la misura a contatto della facciata dell’edificio e il livello sonoro incidente (vedi ultima colonna di Tabella 6.1) [dB]. Il fattore δmisura tiene conto complessivamente sia della riflessione della facciata, sia della distanza dalla sorgente sonora. I dati ricavati mediante la relazione 6.1 sono stati quindi confrontati con quelli ottenuti con un modello acustico di tipo semplificato [21], costituito da una sorgente sonora lineare indefinitamente estesa S, posta a terra, e dalla corrispondente sorgente immagine (S) di pari potenza acustica e a distanza (d) dalla facciata dell’edificio E, assumendo in tal modo una facciata piana indefinita perfettamente riflettente (vedi Figura n. 6.5). Ovviamente il fenomeno è assai più complesso in quanto la facciata può in qualche misura assorbire il suono, così come produrre una riflessione non solo speculare ma parzialmente diffusa (scattering). Per calcolare il livello sonoro alle varie distanze dalla facciata dell’edificio si è assunto, inoltre, l’incoerenza tra onda sonora incidente e riflessa dalla facciata. 40 d1 d Figura n. 6.5: (d) Configurazione geometrica del modello acustico semplificato Con tale modello, è stato possibile determinare i valori teorici per il parametro δ (vedi relazione 6.2) da confrontare con quelli ottenuti dalle misure mediante la relazione (6.1). La Tabella n. 6.3 riassume per ciascun sito i risultati di questo confronto. (6.2) δ teorico = −10 ⋅ log10 ⎛⎜ d 2 + 16 (d − d1 )2 + 16 + d 2 + 16 (d + d1 )2 + 16 ⎞⎟ [dB] ⎠ ⎝ dove d e d1 sono le distanze espresse in m di cui alla Figura n. 6.3. δteorico – δmisura [dB] d1 [m] Sito 1 Sito 2 Sito 3 Sito 4 Sito 5 Sito 6 Sito 7 Sito 8 Sito 9 Mediana Interquartile 0,5 0,3 -0,2 -0,1 -0,3 0,2 -0,3 - - -0,1 -0,1 0,3 1 0,2 -0,1 -0,1 -0,2 0,1 -0,5 0,2 0,2 -0,1 -0,1 0,3 2 0,2 -0,1 - -0,5 -0,1 -0,4 0,3 0,4 -0,7 -0,1 0,6 4 - -0,4 - - - -0,2 0,1 0,5 -0,8 -0,2 0,5 6,5 - - - - - - - -0,1 - - - 8 - - - - - - 0,0 - - - - Tabella n. 6.3: Risultati dello scarto dal valore teorico per i vari siti Nonostante l’estrema semplificazione introdotta con il modello utilizzato, i risultati indicano con chiarezza che l’accordo fra i dati di δteorico e δmisura, nell’intervallo di distanze d1 fra 0,5 e 4 m, è decisamente buono, con scarti in valore assoluto mediamente inferiori a 0,5 dB e mai superiori a 1 dB. La relazione (6.2) può, pertanto, fornire con sufficiente accuratezza e in forma semplice fattori correttivi per stimare il suono incidente sulla facciata applicabili a una vasta casistica di situazioni concrete. Sulla base della relazione (6.2), corretta per il lieve scarto medio riscontrato (- 0,1 dB) fra dati teorici e risultati delle misure, sono stati calcolati i fattori correttivi suddetti in funzione delle varie distanze microfono–facciata (da 1 a 4 m) e facciata-sede stradale (vedi Figura n. 6.6). 41 Tenuto conto che tipicamente il microfono viene posizionato in un campo di distanze dalla facciata fra 1 e 2 m e che le distanze sorgente–edificio sono solitamente comprese, specialmente in ambito urbano densamente edificato, fra 5 e 10 m, si propone di utilizzare come fattore correttivo il valore di - 3 dB (linea orizzontale più scura in Figura n. 6.6) da apportare al livello sonoro misurato in facciata per stimare quello incidente. Un tale valore costante rende, infatti, del tutto trascurabile lo scarto rispetto alle curve ricavate per le distanze di 1 e 2 m e, comunque, anche nel caso peggiore di misure eseguite a 4 m dalla facciata la differenza è al massimo di 0,5 dB, come evidenziato dai risultati dell’indagine sperimentale. La Figura n. 6.7 riporta la dispersione delle misure (δmisura) rispetto al fattore correttivo proposto di –3 dB, con associato un intervallo di variabilità di ± 0,5 dB. distanza facciata - sorgente (m) 0 5 10 15 20 25 30 35 -2.5 -2.6 -2.7 Fattore correttivo (dBA) -2.8 -2.9 -3.0 -3.1 -3.2 -3.3 -3.4 -3.5 -3.6 -3.7 -3.8 1 (m) 2 (m) 3 (m) 4 (m) Figura n. 6.6: Fattori correttivi per stimare il suono incidente sulla facciata degli edifici prospicienti la strada. Le curve corrispondono a differenti valori della distanza del microfono dalla facciata dei fabbricati (d1). La linea orizzontale nera corrisponde al valore di – 3 dB Si ribadisce che tale fattore correttivo tiene conto non solo del contributo della riflessione della facciata retrostante il microfono, ma anche della divergenza geometrica tra la sorgente sonora e le posizioni dei due microfoni p.2 e p.3. Considerato che nelle coppie di microfoni p.2-p.3 sono stati acquisiti anche gli spettri a bande di 1/3 di ottava da 50 a 10.000 Hz (vedi Appendice) si è proceduto a determinare anche l’andamento in funzione della frequenza del valore medio delle differenze dei livelli Leq alla distanza d1 = 2 m per i sette siti con sezione a L. 42 distanza facciata - sorgente (m) 0 5 10 15 20 25 30 35 -2.0 -2.2 -2.4 Fattore correttivo (dBA) +0.5dB -2.6 -2.8 -3.0 -3.2 -3.4 -0.5dB -3.6 -3.8 -4.0 Figura n. 6.7: Dispersione dei fattori correttivi misurati. La linea orizzontale nera corrisponde al valore di – 3 dB e quelle tratteggiate a 3±0,5 dB È stata scelta solo la distanza d1 = 2 m in modo da potere confrontare i risultati sperimentali con quelli conseguiti mediante un modello [16] sviluppato in precedenza. Questo modello considera il traffico veicolare una sorgente lineare estesa che produce onde sonore incidenti sulla facciata dell’edificio secondo un intervallo di angoli di incidenza, alcuni dei quali sono riflessi verso il microfono antistante la facciata. Nell’ipotesi di assenza di attenuazione sonora dovuta all’effetto suolo e all’assorbimento dell’aria e di uguale energia sonora incidente per intervallo angolare si ottiene l’andamento in frequenza per la differenza p.2-p.3 riportato con la spezzata a tratto intero nella Figura n. 6.8. Nella stessa figura sono illustrati il valore medio e l’intervallo di variabilità a ± lo scarto tipo dei dati sperimentali. Il buon accordo con i risultati ottenuti dalla sperimentazione (coefficiente di correlazione r = 0,90), conferma la validità del protocollo sperimentale predisposto che potrà proficuamente essere impiegato in ulteriori auspicabili indagini sul campo per ampliare la dimensione campionaria e la casistica delle configurazioni ambientali. 43 LAeqfacciata - LAeq a 2 m [dB] 6 Modello teorico Dati sperimentali (valore medio e ± 1 scarto tipo) 5 4 3 2 1 100 1000 Frequenza centrale 1/3 ottava [Hz] Figura n. 6.8: Confronto tra i risultati della indagine sperimentale e quelli del modello teorico [16] per d1 = 2 m tra i microfoni p.2 e p.3 Per completezza di documentazione si riportano anche i risultati sperimentali ottenuti nei due di nove siti ove si è proceduto anche al rilevamento sincrono nei microfoni p.3 e p.1bis (vedi Figura n. 6.3). I valori medi delle differenze tra i livelli LAeq (p.3-p.1bis) sono risultati pari a 2,3 ± 0,5 e 1,8 ± 0,2 dB per d1 = 2 m. L’esiguità del campione non consente alcuna considerazione statistica significativa ed anche il confronto con i risultati dell’indagine precedente svolta da ARPAT [14] può essere solo indicativo in quanto, pur essendo la disposizione dei due suddetti microfoni simile, è diversa la distanza d1, pari a 2 m invece che 1 m come in [14]. 44 7. ASPETTI SPAZIALI Come noto la legislazione italiana vigente prescrive che per la verifica di conformità ai valori limite assoluti durante il rilevamento del rumore in ambiente esterno l’altezza del microfono debba essere scelta in accordo con la reale o ipotizzata posizione dei ricettori. È vero, altresì, che per la misura del rumore da traffico veicolare e ferroviario viene stabilita per il microfono una quota da terra di 4 m, mentre per il rumore aeroportuale la quota non deve essere inferiore a 3 m dal piano di campagna o dal piano di appoggio in presenza di edifici. Anche se le disposizioni sopra citate risalgono al 1997 per il rumore aeroportuale [12] e al 1998 per il rumore da traffico veicolare e ferroviario [22] è verosimile che esistano numerosi rilevamenti o elaborazioni numeriche di dati acustici in corrispondenza di posizioni dei ricettori a quote da terra diverse da 4 m. Tra queste assai ricorrenti sono quelle a 1,2-1,5 m dal piano stradale sia per motivi logistici di esecuzione più agevole dei rilevamenti, sia perché rappresentative dell’esposizione delle persone presenti sulla strada. Anche se queste altezze del microfono non sono escluse dalla direttiva 2002/49/CE in essa è richiesto, comunque, di rapportare il livello del descrittore ivi rilevato o stimato alla quota da terra di 4 m. Ne consegue la necessità di determinare un fattore di conversione per stimare il livello alla quota da terra di 4 m a partire dal dato acustico riferito a quota diversa. Il problema riguarda numerosi Stati che, come l’Italia, nella loro legislazione hanno definito protocolli sperimentali diversi da quelli prescritti dalla direttiva 2002/49/CE. Tra questi l’Inghilterra ha condotto un’indagine finalizzata a determinare il fattore di conversione tra quote da terra di 1,2 e 4 m per il rumore da traffico stradale sulla base sia di rilievi sperimentali sia di una simulazione numerica [15]. In particolare, dopo una disamina dei vantaggi e svantaggi per i rilevamenti a queste due quote, sintetizzati nella Tabella n. 7.1, per 82 siti, privi di ostacoli tra sorgente e ricettore di altezza superiore a 1 m, è riportata la statistica delle differenze tra i livelli di diversi descrittori acustici rilevati a 4 e 1,2 m da terra e a 1 m dalla facciata dell’edificio. Per quanto concerne i livelli LAeq e Lden sono fornite le differenze e gli scarti tipo riportati nella Tabella n. 7.2. Si osserva un’ampia variabilità delle differenze L4m – L1,2m, comparabile con l’entità del loro valore medio. 45 Quota da terra m Principali vantaggi Principali svantaggi 1,2 Rappresentativa dell’esposizione delle persone all’esterno degli edifici. Minore influenza del vento. Schermatura da parte di veicoli parcheggiati. In presenza di sorgenti molteplici ostacoli bassi possono schermare alcune sorgenti. 4 Rappresentativa dell’esposizione delle persone al piano rialzato dell’edificio. Minore influenza del rumore antropico in prossimità del microfono. Posizionamento meno agevole del microfono. Livelli bassi prodotti da sorgenti sonore esterne possono essere aumentati da rumori interni trasmessi da finestre aperte. Tabella n. 7.1: Vantaggi e svantaggi dei rilevamenti a quote da terra di 1,2 e 4 m [15] Descrittore acustico L LAeq Lden Parametro statistico Media Scarto tipo Media Scarto tipo L4m – L1,2m dB 1,5 1,3 1,6 1,2 Tabella n. 7.2: Statistica delle differenze dei livelli LAeq e Lden rilevati a 4 e 1,2 m da terra [15] In considerazione dell’ampiezza dello scarto tipo è stato ritenuto opportuno eseguire un’ulteriore simulazione numerica applicando il modello francese NMPB-Routes-96 a diverse configurazioni ambientali tra le quali due sono rappresentative delle configurazioni più ricorrenti nell’indagine inglese [15]. Queste configurazioni, schematizzate nelle Figure n. 7.1 e n. 7.2, corrispondono rispettivamente ad assenza e presenza della facciata dell’edificio retrostante il ricettore. Nel calcolo, strada e facciata dell’edificio sono stati considerati perfettamente riflettenti, mentre l’influenza del suolo interposto è stata valutata per vari valori del parametro G previsto dal modello. Figura n. 7.1: Configurazione in assenza di edificio impiegata per la simulazione numerica [15] 46 Figura n. 7.2: Configurazione in presenza di edificio impiegata per la simulazione numerica [15] È stata riscontrata una convergenza dei risultati delle simulazioni numeriche con i dati sperimentali dello studio inglese in corrispondenza di una delle seguenti condizioni: - effetto suolo consistente (G=1) e distanze sorgente-ricettore (in pianta) superiori a 30 m, condizioni meteoclimatiche al 100% favorevoli alla propagazione sonora; - effetto suolo consistente (G=1) e distanze sorgente-ricettore (in pianta) tra 10 e 15 m, condizioni meteoclimatiche omogenee al 100%; - presenza di schermi acustici di altezza inferiore a 1 m che schermano il ricettore a 1,2 m dal suolo ma non quello a 4m. Nella realtà potrebbe verificarsi una concorrenza delle tre condizioni sopra elencate e, pertanto, ciascuna di esse diventerebbe meno vincolante. L’influenza della riflessione della facciata dell’edificio a 1 m apporta variazioni dell’ordine di 0,2-0,3 dB sulla differenza L4m – L1,2m. Ulteriori simulazioni eseguite con il modello francese NMPB-Routes-96, impostato secondo i seguenti parametri: - sorgente lineare indefinita; - larghezza sede stradale 8 m, unica linea di traffico al centro della sede e priva di pendenze lungo il tracciato; - campo libero, condizioni di propagazione al 100% omogenee; hanno fornito i risultati riportati nelle Figure n. 7.3 e n. 7.4. In particolare il grafico in Figura n. 7.3 rappresenta la differenza L4m-L1,5m per due valori di G (pari a 0,25 per ambito urbano e 0,75 per quello extraurbano) in funzione della distanza (in pianta) fra sorgente (linea di traffico, non bordo strada) e ricettore. A 30 m è ben visibile come le differenti condizioni di terreno possono influire significativamente sull’entità del fattore correttivo (circa 2 dB), mentre a distanze inferiori a 10 m prevale l’effetto della divergenza geometrica. 47 5 4 L(4 m) - L(1.5 m) [dBA] 3 G = 0.25 G = 0.75 2 1 0 -1 -2 -3 -4 -5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Distanza (in pianta) microfono - sorgente [m] Figura n. 7.3: Differenza L4m-L1,5m per G = 0,25 (ambito urbano) e G = 0,75 (ambito extraurbano) in funzione della distanza sorgente-ricettore Il grafico in Figura n. 7.4, invece, riporta le differenze L4m-Lpiano per altre altezze del ricettore diverse da 1,5 m (2° piano = 7m; 3° piano = 10m; 4° piano = 13 m; 5° piano = 16 m) in funzione della distanza (in pianta) fra la sorgente (linea di traffico, non bordo strada) e il ricettore. Per questo grafico non è stata impostata alcuna differenza nella tipologia di terreno, bensì è stato utilizzato un unico valore di G pari a 0,5; lo scarto delle 4 curve rispetto alle corrispondenti con G = 0,25 e G =0,75 risulta infatti, a parità di distanza, sempre entro 0,5 dBA e, quindi, trascurabile. 7 6 L(4 m) - L(piano) [dBA] 5 4 2° p 3° p 4° p 5° p 3 2 1 0 -1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Distanza (in pianta) microfono - sorgente [m] Figura n. 7.4: Differenza L4m-Lpiano in funzione della distanza sorgente-ricettore 48 Da notare come la variazione della correzione L4m-L1,5m per differenti tipologie di terreno in condizioni omogenee di propagazione a 30 m (circa 2 dB) è sensibilmente maggiore della differenza a 4 m di altezza fra condizioni meteo favorevoli e omogenee, nel range di 30 m indicato al paragrafo 5.1, anche assumendo G = 1 (circa 1 dB). Sulla base di questa osservazione risulta più chiara anche la scelta qui formulata di ipotizzare condizioni propagative omogenee per l’esecuzione del rilevamento. In particolare, considerando che in Italia le misure a 1,5 metri disponibili sono tipicamente di tipo spot (brevi intervalli temporali) e che ragionevolmente il loro svolgimento avviene in presenza di condizioni meteoclimatiche propendenti verso quelle sfavorevoli, si è ritenuto che il modo migliore per rappresentare gli effetti propagativi conseguenti fosse quello di simulare con il modello NMPB-Routes-96 un’occorrenza di condizioni omogenee pari al 100%. Si sottolinea, infine, che le correzioni proposte sono certamente affette da incertezza, in particolare per l’altezza di 1,5 m, anche tenuto conto che lo stesso modello NMPBRoutes-96 prevederebbe di collocare i ricettori ad una quota dal suolo non inferiore a 2 m. Le considerazioni sopra esposte non sono direttamente generalizzabili sia al traffico ferroviario (per la direttività dell’emissione sonora), sia alle sorgenti puntuali per le quali l’altezza rispetto al suolo è una variabile da non trascurare. 49 CONCLUSIONI L’attività svolta può essere sintetizzata nei seguenti aspetti: - raccolta ed analisi della documentazione sui vari argomenti oggetto dello studio; - acquisizione di dati da rilevamenti del rumore da traffico stradale, ferroviario ed aeroportuale di durata non inferiore alle 24 ore; - pianificazione ed esecuzione di un’indagine sperimentale per la determinazione del fattore di conversione suono incidente-riflesso sulla facciata dell’edificio retrostante il microfono; - impiego di modelli numerici di simulazione acustica per stimare il suddetto fattore di conversione, l’influenza delle condizioni meteoclimatiche sulla propagazione sonora e il fattore di conversione per rapportare alla quota da terra di 4 m dati acustici riferiti a quote diverse. I risultati ottenuti, sintetizzati nella tabella seguente per lo scenario temporale stabilito dal decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 194 di recepimento della direttiva 2002/49/CE (giorno 06÷22, sera 20÷22, notte 22÷06), appaiono interessanti e per alcuni aspetti, come ad esempio il traffico veicolare, di sicura ricaduta applicativa in relazione anche agli adempimenti futuri prescritti con il suddetto decreto legislativo. Traffico Lden - LAeq,d dB Lden - LAeq,n dB Stradale urbano 2,5 (± 2,2) 8,1 (± 1,8) Stradale extraurbano 2,1 (± 2,0) 8,3 (± 1,8) Ferroviario 7,7 (± 2,8) 6,1 (± 0,6) Lden – LVA,24h dB Lnight – LVA,n dB 2,2 (± 1,9) - 5,3 (± 6,8) Aeroportuale Suono incidente – riflesso dB - 3 (± 0,5) Sintesi dei fattori correttivi secondo lo scenario temporale (giorno 06÷22, sera 20÷22, notte 22÷06) stabilito dal decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 194 di recepimento della direttiva 2002/49/CE. Tra parentesi tonde è riportato l’intervallo di confidenza al 90% L’esiguità dei dati raccolti per il traffico ferroviario ed aeroportuale, pur evidenziando la peculiarità di queste due sorgenti sonore, non consente generalizzazioni sufficientemente attendibili. Anche la sperimentazione condotta per determinare il fattore di conversione suono incidente-riflesso sulla facciata dell’edificio retrostante il microfono, pur se ha impegnato importanti risorse di tempo e di personale, è auspicabile sia proseguita ed estesa ad un maggiore numero di configurazioni ambientali e di traffico veicolare. Di sicuro interesse applicativo sono anche i risultati ottenuti mediante 50 simulazioni numeriche per rapportare alla quota di riferimento di 4 m i livelli di rumore da traffico stradale determinati per ricettori ad altezze diverse (1,5 m e superiori). In merito all’influenza delle condizioni meteoclimatiche sul valore annuale dei descrittori acustici si sottolinea l’urgenza di acquisire ed elaborare i parametri meteorologici al fine di redarre carte locali per aree meteoclimatiche omogenee che consentano una più compiuta applicazione del modello NMPB-Routes-96. Al di là delle procedure descritte in questo rapporto, è di fondamentale importanza sottolineare che qualsiasi procedura adottata per la conversione dei dati acustici nei nuovi descrittori Lden e Lnight debba essere compiutamente documentata al fine di soddisfare le evidenti esigenze di trasparenza e di ripercorribilità. 51 BIBLIOGRAFIA [1] Direttiva 2002/49/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 25 giugno 2002, Determinazione e gestione del rumore ambientale, GUCE L 189/12, 18.7.2002, Bruxelles. 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[11] Raccomandazione Commissione Europea 6.8.2003, Linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dell’attività industriale, degli aeromobili, del traffico veicolare e ferroviario e i relativi dati di rumorosità, GUCE L 212/49, 22.8.2003, Bruxelles. 52 [12] D.M. Ambiente 31.10.1997, Metodologia di misura del rumore aeroportuale, GURI serie generale n. 267, 15.11.1997. [13] ISO 1996-2:1987/Adm 1: 1998, Acoustics–Description and measurement of environmental noise-Part 2: acquisition of data pertinent to land use, 1987. [14] G. Licitra, L. Boccini, M. Cerchiai, A. D’Ambra, A. Zari, Confronto fra gli indicatori proposti dalla Commissione europea e la normativa italiana: l’effetto della correzione per le riflessioni, Atti Convegno AIA 2000, pag. 35-38, Trani, giugno 2000. [15] Building Research Establishment, The national Noise Incidence Study 2000 (England and Wales): 1,2 m and 4 m assessment heights, Report 204271f, febbraio 2002. 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Ambiente 16.03.1998, Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico, GURI serie generale n. 76, 1.4.1998. 53 APPENDICE Dati acquisiti nel corso dell’indagine sperimentale sulle differenze tra suono incidente e suono riflesso dalla facciata dell’edificio 54 Sito 1: VIA TOSCANA, LIVORNO, 22 dicembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 15,0 8,7 8,5 9,0 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 12,3 1 1 180° 0 tradizionale basso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) 12,5 L 12,0 (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 55 Vista del sito in Via Toscana con una configurazione di misura (sito 1) Inquadramento cartografico del sito in Via Toscana con indicate le postazioni di misura (sito 1) 56 Sito 1: VIA TOSCANA, LIVORNO, 22 dicembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 3 minuti d1 [m] A 2,4 ±0,3 2,5 1,0 ±0,1 2,4 2,0 ±0 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,4 ±0,1 1,9 ±0,2 6,2 ±0,9 0,7 ±0,1 2,8 ±0,2 5,8 ±0,7 1,2 ±0,2 4,6 ±0,9 3,1 ±1,9 2,2 ±0,3 7,2 ±1,3 1 ±0,8 2,8 ±0,2 6 ±0,4 3,4 ±0,4 4,5 ±0,2 4,3 ±0,2 4,5 ±0,9 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,3 3,5 2,3 2 2,9 3 2,2 2,4 2,5 2,7 2,6 2,5 2 1,6 1 0,5 -1 -2,8 ±0,5 ±0,1 ±0,4 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,7 ±0,7 ±0,4 0,6 1,5 2,8 2,2 2,3 2,7 2,3 2,5 2,6 2,8 2,5 2,4 1,9 1,2 0,5 0,5 -0,5 -2,9 ±0,8 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,3 3,3 2,5 2,2 2,4 1,3 2,6 2,2 2,5 2,5 2,7 2,5 2,5 2 1,3 1,1 1 -0,1 -2 ±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,4 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,4 ±0,5 ±0,8 ±1 ±1,4 Tabella A.1: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d1 [m] 0,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] -0,3 0,1 -0,3 -0,1 -0,1 0,1 0 -0,1 -0,2 -0,2 -0,3 -0,6 -0,2 -0,4 -0,3 -0,4 -0,1 -0,1 -0,3 -0,5 -0,8 -1 -1 -0,7 -0,9 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,1 ±0,4 Tabella A.2: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4 d3 [m] 9,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 4.7 6.4 4.6 4.4 4.8 5.1 6.5 5.1 4.7 4.9 4.9 3.8 4.7 4.5 4.4 4.7 4.8 4.6 4.6 4.6 5.4 4.1 4.9 3.9 0.3 ±0.3 ±0.2 ±0.9 ±2.5 ±0.6 ±0.8 ±0.7 ±0.5 ±0.5 ±1 ±0.5 ±0.3 ±0.4 ±0.4 ±0.5 ±0.3 ±0.2 ±0.1 ±0.1 ±0.3 ±2.6 ±0.6 ±3.6 ±4.5 ±0.3 Tabella A.3: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 57 Sito 2: PIAZZA MAZZINI, LIVORNO, 22 dicembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 8,8 10,7 11,4 8,6 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 8,5 1 1 180° 0 tradizionale intenso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) 15,4 L 15,0 (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 58 Vista del sito in Piazza Mazzini con una configurazione di misura (sito 2) Inquadramento cartografico del sito in Piazza Mazzini con indicate le postazioni di misura (sito 2) 59 Sito 2: PIAZZA MAZZINI, LIVORNO, 22 dicembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 3 minuti d1 [m] A 2,9 ±0,1 2,7 1,0 ±0,1 2,7 2,0 ±0,1 2,4 4,0 ±0,2 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,4 ±0 1,6 ±0,2 5,1 ±0,3 2,2 ±0,7 0,6 ±0 2,3 ±0,1 5,3 ±0,6 2,2 ±0,7 0,9 ±0 3,2 ±0,7 3,6 ±0,6 3,1 ±0,6 1,5 ±0,1 4,6 ±0,6 1,6 ±0,3 2,1 ±0,4 2,4 ±0,3 4,8 ±0,5 2,6 ±0,3 2,2 ±0,4 3,4 ±0,2 4,1 ±0,8 2,6 ±0,1 2,2 ±0,3 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5 5,5 3,8 2,5 2,4 3,7 2,5 3,1 3 3,4 3,1 2,8 2,3 2 1,6 1,4 0,4 -1,7 ±0,5 ±0,3 ±0,4 ±0,2 ±0 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,6 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,3 2,7 2,7 3,7 2,6 2,6 2,6 2,6 2,9 2,9 3,1 2,8 2,7 2,2 1,6 1,4 1,7 -0,3 -2,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,2 ±0,3 ±1,3 ±0,2 ±0,3 2,6 2,4 2,5 2,5 2,5 2,8 2,6 2,9 2,9 3 2,7 2,5 2,2 1,6 1,1 0,8 -0,4 -2,3 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,5 ±1,3 ±1,7 2,4 2,5 2,4 1,6 2,3 2,3 2,3 2,6 2,7 2,9 2,8 2,8 2,1 1,3 1,3 1 0,9 0,8 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±1,5 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,6 ±0,7 ±0,4 ±0,2 ±0,7 Tabella A.4: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d3 [m] 8,6 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5.7 6.2 6.1 5 4.6 5.2 5.4 6 6 5.5 5.9 5.4 5.8 5.8 5.9 5.9 5.8 5.6 5.4 5.7 5 4.7 3.9 3.2 1.3 ±0.2 ±0.4 ±0.5 ±0.8 ±0.3 ±0.9 ±0.2 ±0.3 ±0.7 ±0.2 ±0.2 ±0.4 ±0.7 ±0.4 ±0.2 ±0.2 ±0.5 ±0.2 ±0.7 ±0.7 ±0.6 ±0.5 ±0.7 ±0.7 ±0.9 Tabella A.5: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 60 Sito 3: VIA BUONARROTI, PISA, 21 dicembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 7,5 3,9 8,0 4,3 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 17,8 9,0 1 1 180° 0 tradizionale basso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) 12,0 U 12,0 (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 61 Vista del sito in Via Buonarroti con una configurazione di misura (sito 3) Inquadramento cartografico del sito di Via Buonarroti con indicate le postazioni di misura (sito 3) 62 Sito 3: VIA BUONARROTI, PISA, 21 dicembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 2 minuti d1 [m] A 2,9 ±0,1 2,9 1,0 ±0,1 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,7 ±0,1 0,7 ±0 0,9 ±0,1 0,9 ±0,1 1,3 ±0 1,5 ±0,1 1,7 ±0,4 2,3 ±0,3 3,1 ±0,5 2,9 ±0,4 4,5 ±0,4 4,3 ±0,7 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,6 5,1 3,6 2,4 3,2 3,6 2,5 2,8 2,8 3,1 3,1 3,1 2,6 2 1,5 1,6 0,6 -2,1 ±0,4 ±0 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,5 ±1 5,8 5,2 3,7 2,5 3,1 3,6 2,5 2,8 2,7 3 3,1 3 2,6 1,9 1,4 1,6 0,6 -2,1 ±0,4 ±0,6 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,7 Tabella A.6: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d3 [m] 4,3 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,5 5,6 6,3 6,3 6,2 5,8 6,1 5 6,2 5,8 5,2 5,7 5,7 5,5 5,2 5,2 5,2 5,4 5,9 5,8 5,3 4,8 5,1 4,4 3,6 ±0,2 ±0,9 ±0,7 ±1,4 ±1,1 ±1 ±1,6 ±0,5 ±1,6 ±0,8 ±0,5 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±1,2 ±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,4 ±0,6 ±3,3 Tabella A.7: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 63 Sito 4: S. GOBAIN, PISA, 21 dicembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 10,5 18,6 5,5 4,5 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 9,5 1 1 180° 0 tradizionale intenso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 64 9,5 L Vista del sito S. Gobain con una configurazione di misura (sito 4) Inquadramento cartografico del sito S. Gobain con indicate le postazioni di misura (sito 4) 65 Sito 4: S. GOBAIN, PISA, 21 dicembre 2004 – 9 serie di misure, durata minima 2,5 minuti d1 [m] A 2,9 ±0,1 2,9 1,0 ±0,1 3 2,0 ±0,1 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,7 ±0,1 0,7 ±0 6,3 ±1,1 0,9 ±0,1 0,9 ±0,1 6,2 ±0,8 1,3 ±0 1,5 ±0,1 3,3 ±0,4 1,7 ±0,4 2,3 ±0,3 1,4 ±0,3 3,1 ±0,5 2,9 ±0,4 2,9 ±0,6 4,5 ±0,4 4,3 ±0,7 3,5 ±0,2 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,6 5,1 3,6 2,4 3,2 3,6 2,5 2,8 2,8 3,1 3,1 3,1 2,6 2 1,5 1,6 0,6 -2,1 ±0,4 ±0 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,5 ±1 5,8 5,2 3,7 2,5 3,1 3,6 2,5 2,8 2,7 3 3,1 3 2,6 1,9 1,4 1,6 0,6 -2,1 ±0,4 ±0,6 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,7 2,9 2,9 3 3,1 2,9 2,9 3 3,1 2,9 3,1 3,2 3,1 2,6 2,2 1,6 1,6 0,8 -1,7 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 Tabella A.8: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d1 [m] 0,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] -0,4 0,1 0 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,6 -0,5 -0,5 -0,4 -0,5 -0,3 -0,2 -0,5 -0,7 -0,6 -0,7 -0,5 0,1 0,3 ±0 ±0,4 ±0,3 ±0,5 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 Tabella A.9: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4. d3 [m] 4,5 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 6,5 6,7 6,9 6,7 5,3 6,4 6,8 6,7 6,9 6,8 6,9 6,6 6,5 6,4 6,5 6,4 6,6 6,7 6,7 6,5 6,5 6,5 6 5,2 2,8 ±0,5 ±0,9 ±0,6 ±1,3 ±0,9 ±0,7 ±0,8 ±0,9 ±0,8 ±0,4 ±0,4 ±0,6 ±0,4 ±0,4 ±0,5 ±0,4 ±0,6 ±0,5 ±0,5 ±0,6 ±0,6 ±0,6 ±0,7 ±0,9 ±0,7 Tabella A.10: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 67 Sito 5: VIA CORRIDONI, FIRENZE, 15 dicembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 7,3 10,9 10,2 8,8 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 11,1 9,0 1 0 180° 0 tradizionale intenso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) 14,2 U 14,0 (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 68 Vista del sito in Via Corridoni con una configurazione di misura (sito 5) Inquadramento cartografico del sito in Via Corridoni con indicate le postazioni di misura (sito 5) 69 Sito 5: VIA CORRIDONI, FIRENZE, 15 dicembre 2004, – 4 serie di misure, durata minima 3 minuti d1 [m] A 2,5 ±0,1 2,6 1,0 ±0,1 2,7 2,0 ±0,1 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,6 ±0,1 2,2 ±0,3 6,2 ±0,8 0,7 ±0,1 2,4 ±0,3 5,4 ±0,6 1 ±0,1 4,5 ±0,9 3,1 ±0,5 1,8 ±0,2 5,3 ±1,2 2,4 ±0,5 2,7 ±0,2 5,5 ±0,1 1,8 ±0,6 3,5 ±0,2 3,6 ±0,2 3,3 ±0,3 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5 4,9 3,8 2,6 1,8 3,4 2,3 2,7 2,6 2,4 2,3 2,2 1,8 1,4 0,6 -1,1 -2,9 -2,5 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 2,7 3,6 3,6 3,2 2,3 2,8 2,7 2,8 2,6 2,7 2,5 2,5 2,2 1,8 1,1 -0,7 -2,5 -2,6 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,3 ±0,4 3,1 3,4 3,1 3,2 2,3 3,1 2,8 2,9 2,8 2,7 2,7 2,5 1,9 1,6 0,7 -1,1 -2,8 -2,5 ±0,5 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,3 Tabella A.11: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d3 [m] 8,8 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,6 4,3 4,7 4,6 6,3 5,6 5,7 5,8 6,1 6 5,5 4,9 5,6 5,9 5,5 5,7 5,4 5,6 5,6 5,5 5,3 4,5 2,4 1,1 1,7 ±0,8 ±0,7 ±0,3 ±2 ±1,2 ±0,4 ±0,3 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,6 ±0,5 ±0,6 ±1,2 ±0,6 ±1,2 ±0,8 ±1 ±1 ±1,1 ±1,5 ±2,3 ±3,2 ±2,8 ±3,6 Tabella A.12: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 71 Sito 6: VIALE XI AGOSTO, FIRENZE, 15 dicembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 21,2 12,2 4,2 4,3 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 18,0 3 3 180° 0 tradizionale medio Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 73 8,2 L Vista del sito in Viale XI Agosto con una configurazione di misura (sito 6) Inquadramento cartografico del sito in Viale XI Agosto con indicate le postazioni di misura (sito 6) 74 Sito 6: VIALE XI AGOSTO, FIRENZE, 15 dicembre 2004 – 3 serie di misure, durata minima 3 minuti d1 [m] A 3 ±0.1 3,2 1,0 ±0,1 3 2,0 ±0,1 2,7 4,0 ±0,1 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,5 ±0,1 1,9 ±0,5 4,5 ±0,9 1,8 ±0,6 0,9 ±0,2 2,6 ±0,9 5,3 ±0,7 3,1 ±0,6 1,2 ±0,1 4,3 ±0,7 4,3 ±0,3 3,8 ±0,7 2 ±0,1 4,8 ±0,8 1,8 ±0,2 2,5 ±0,6 3,1 ±0,2 4,6 ±0,4 2,7 ±0,4 3,1 ±0,4 4,7 ±0,1 2,9 ±0,7 3,2 ±0,3 2,7 ±0,3 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 6 4,4 2,3 2 4 3,4 3,4 2,7 3 2,7 3 3 2,8 2,5 2,1 0,6 -0,7 -2,8 ±0,4 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,4 ±0,3 ±0,3 2,4 3,1 2,3 2,1 3,3 3,1 3,6 3,4 3,1 3,1 3,3 3,2 3,1 3,5 3 1,8 -0,3 -3,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,9 ±0,3 ±0,5 ±0,4 ±0,8 2,3 2,8 2,6 2,3 3,1 3,1 3,3 3,1 3 3 3,2 3,1 2,8 2,9 2,7 1,2 -0,6 -3,9 ±0,4 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0.0 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,4 ±0,8 ±0,7 ±2,3 2,1 2,3 2,4 2 2,8 2,6 2,8 2,8 2,7 2,6 2,8 2,9 2,7 2,5 2,7 1,5 -0,4 -2,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,5 ±0,7 Tabella A.13: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d3 [m] 4,3 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,8 2,9 5,3 6,3 5,6 5,8 5,1 4,6 4,4 4,9 4,6 6 5,6 5,8 5,8 5,8 5,8 5,9 5,9 5,6 5,5 5,6 4 2,3 0,1 ±0,4 ±1,3 ±0,8 ±0,8 ±0,3 ±0,5 ±0,6 ±1,1 ±1,1 ±0,6 ±0,5 ±0,6 ±0,8 ±0,6 ±0,5 ±0,4 ±0,3 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,6 ±0,7 ±0,8 ±0,9 ±0,9 Tabella A.14: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 75 Sito 7: ARCHIVIO REGIONE, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio – microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 31,0 14,2 9,0 5,0 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 14 2 2 180° 0 tradizionale intenso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) 13,0 L 15 (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 76 Vista del sito dell’Archivio della Regione con una configurazione di misura (sito 7) Inquadramento cartografico del sito dell’Archivio della Regione con indicate le postazioni di misura (sito 7) 77 Sito 7: ARCHIVIO REGIONE, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 2 minuti d1 [m] A 2,5 ±0,1 2,5 2,0 ±0,2 2,5 4,0 ±0,1 2,4 8,0 ±0,1 1,0 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 2 ±0,2 4,9 ±0,8 2,7 ±0,6 1,9 ±0,3 3,3 ±0,3 5,1 ±0,2 3,4 ±0,6 3,2 ±0,2 5,1 ±0,5 3,3 ±0,3 4 ±0,3 3,9 ±0,1 7,4 ±0,8 4,4 ±0,8 5,2 ±0,9 4,9 ±0,3 6 ±0,9 4,6 ±0,6 5,2 ±0,5 5,2 ±0,3 2,6 ±0,9 3,5 ±0,6 4,1 ±0,3 3,9 ±0,3 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 1,7 3,7 2,1 3,3 3 2,9 2,6 2,8 2,6 2,2 2,4 2,4 2,1 1,9 1,6 -0,5 -3,5 -5,4 ±0,3 ±0,1 ±0,3 ±0,4 ±0,1 ±0,4 ±0,4 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,4 ±0,3 ±0,3 ±0,5 ±0,3 2,8 2,7 3,3 3,3 3,1 2,6 1,9 2,9 2,4 2,4 2,5 2,4 2,1 2,1 1,8 -0,1 -2,7 -4,6 ±0,4 ±0,6 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,4 ±0,5 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,7 ±0,8 2,8 2,7 3,2 3,8 3,7 2,8 1,9 2,8 2,2 2,2 2,4 2,3 1,9 1,9 1,9 -0,3 -2,9 -5,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,5 ±0,6 1,6 1,3 2,3 3,4 2,8 1,9 1,4 2,5 2,5 2,5 2,6 2,4 1,8 1,9 1,2 -0,9 -4,5 -6,6 ±0,4 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,7 ±0,2 Tabella A.15: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d1 [m] 0,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] -0,2 -1 0,2 0,2 0,1 0 0,1 -0,1 -0,3 -0,3 -0,6 -0,5 -0,4 -0,5 -0,1 -0,1 -0,2 0,1 0,3 0 -0,2 -0,3 -0,4 -0,1 -2,3 ±0,1 ±0,6 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,4 ±0,1 Tabella A.16: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4 d3 [m] 5,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,2 4,4 5,3 5 5,6 6,6 6,2 4,8 5,1 5,3 5,7 5,7 5 4,8 5,4 5,5 4,8 5,3 5,2 4,8 4,9 4,8 2,9 0,3 -2,1 ±0,1 ±0,3 ±0,4 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 Tabella A.17: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 79 Sito 8: COSTRUZIONI PONTELLO, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 12,1 6,5 2,9 5,0 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 11,2 1 1 180° 0 tradizionale intenso Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) 6,9 L 2 p. (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 80 Vista del sito dell’edificio Pontello con una configurazione di misura (sito 8) Inquadramento cartografico del sito dell’edificio Pontello con indicate le postazioni di misura (sito 8) 81 Sito 8: COSTRUZIONI PONTELLO, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004 – 6 serie di misure, durata minima 2 minuti d1 [m] A 2,5 ±0,1 2,2 2,0 ±0,2 1,8 4,0 ±0,2 1,8 6,4 ±0,1 1,0 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 2 ±0,1 3,2 ±1,7 2,4 ±1,2 3 ±0,3 3,1 ±0,6 3,5 ±1,3 2,7 ±0,9 1,8 ±0,9 4,6 ±0,5 2,7 ±0,5 2,7 ±0,6 1,1 ±1,7 5,1 ±0,8 2,8 ±0,4 2,4 ±0,4 1,6 ±1,1 3,6 ±0,8 3 ±0,9 2,3 ±0,3 2,1 ±0,7 2,5 ±0,4 2,2 ±0,6 2,1 ±0,5 2,1 ±0,4 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 2,3 3,2 2,2 2,6 2,1 2,3 2,5 2,7 2,5 2,4 2,6 3 3,1 3,2 2,8 1,7 0,6 -2,3 ±0,3 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0 ±0,1 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,4 3,1 3 2,8 2,3 2,3 1,9 2,2 2,5 2,2 2,2 2,1 2,3 2 1,9 1,4 0,2 -1,1 -3,9 ±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,4 ±0,4 ±0,3 ±0,5 ±0,5 2,7 2,9 3 1,8 1,8 1,8 1,9 2,1 1,9 1,7 1,4 1,5 1,3 1 0,7 -0,6 -2 -4,4 ±1 ±0,4 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,5 ±0,9 ±0,4 2 2,8 2,5 1,7 2 1,9 2,1 2,1 1,9 1,6 1,6 1,7 1,5 1,3 0,8 -0,6 -1,8 -4,6 ±1,2 ±0,3 ±0,1 ±0,3 ±0.0 ±0,3 ±0,4 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0 ±0,4 Tabella A.18: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d1 [m] 0,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] -0,2 0,3 0,4 0,1 0 -0,4 -0,2 -0,3 -0,5 0,2 0 -0,4 -0,5 -0,2 -0,3 -0,1 -0,2 -0,3 0,1 -0,2 -0,6 -1,1 -1,9 -2,8 -4,6 ±0 ±0,4 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0 ±0 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,6 Tabella A.19: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4 d3 [m] 5,0 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,2 4,9 5,5 4,5 5,7 4,5 4,5 5,1 5,5 5,8 4,9 4,8 5,1 5,4 5,6 5,3 5,1 5 5,3 5 5,1 4,6 3,8 2,9 -0,2 ±0,3 ±2,9 ±0,6 ±0,4 ±0,8 ±1 ±0,3 ±1,2 ±0,3 ±0,5 ±0,6 ±0,5 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,6 ±0,2 ±0,4 ±0,2 ±0,4 ±0,3 Tabella A.20: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1. 82 Sito 9: VIALE RIGHI, FIRENZE, 09 marzo 2005 Dati relativi alla geometria del posizionamento: Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m] Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m] Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m] Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m] 4,0 7,5 4,4 11,8 7,6 Descrizione della sorgente: Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m] Larghezza sede stradale [m] Numero sensi di marcia dx (*) Numero sensi di marcia sx (*) Stima angolo di vista microfono - sorgente [°] Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%] Tipologia di asfalto Tipo di traffico (basso, medio, intenso) 6,3 1 1 180° 0 tradizionale medio Altre caratteristiche del sito indagato: Altezza edificio alla postazione di misura [m] Tipologia sezione stradale (L o U) Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra) (*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0. 83 15,8 L Vista del sito in Viale A. Righi con una configurazione di misura (sito 9) Inquadramento cartografico del sito in Viale A. Righi con indicate le postazioni di misura (sito 9) 84 Sito 9: VIALE RIGHI, FIRENZE, 09 marzo 2005 – 3 serie di misure, durata minima 3 minuti d1 [m] A 2,8 ±0,1 2,8 1,0 ±0,1 3,2 2,0 ±0,2 2,9 4,0 ±0,1 0,5 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,7 ±0 1,4 ±0,1 5,2 ±0,5 1,2 ±0,4 0,9 ±0,1 2,4 ±0,3 5 ±0,1 1,8 ±0,4 1,3 ±0,2 3,2 ±0,1 3,7 ±1,1 1,5 ±0,8 2,5 ±0,4 6,2 ±0,3 1,3 ±0,4 1,9 ±0,4 4 ±0,4 6,5 ±0,2 2 ±0,2 2,1 ±0,3 5,7 ±0,4 4,1 ±0,1 3,7 ±0,4 2,4 ±0,2 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,6 4,7 2,7 2,5 3,8 2,9 2,8 2,5 2,9 2,8 2,7 2,6 2,3 1,8 1,2 -0,7 -1,4 -1,3 ±0,3 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,5 ±0,1 2,5 2,7 4,2 2,9 3,3 2,8 2,7 2,6 3 2,9 2,8 2,8 2,3 1,9 1 -0,9 -2,2 -1,4 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,9 ±0,4 ±0,5 2 3,2 3 3,5 3,1 3,5 3,1 3,1 3,1 3,3 3,5 3,6 2,9 1,7 1,3 0,4 -1,5 -1,5 ±0,3 ±0,2 ±0,5 ±0 ±0,1 ±0,5 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,7 ±1,2 ±0,5 ±0,8 ±0,4 ±1,4 ±0,4 ±0,6 2,4 2,6 3,2 3,2 3 3,1 2,8 2,9 3 2,9 2,7 2,6 2,3 1,7 1,1 -1 -2,1 -1,6 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,1 Tabella A.21: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della distanza d1 dall’edificio d1 [m] A -0,2 ±0,1 -0,3 0,0 ±0,1 0,0 50 [Hz] 63 [Hz] -0,3 ±0,1 -0,7 ±0,1 0,2 ±0,2 -0,2 ±0,2 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 0,7 0 -0,1 -0,2 ±0,3 ±0,0 ±0 ±0,1 0,2 -0,2 -0,2 -0,4 ±0,2 ±0,1 ±0,5 ±0,1 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] -0,2 0 0 -0,3 -0,7 0 -0,3 -0,3 0 0,1 0,1 0,1 0,2 0,5 1,1 1,7 2,5 -0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,5 ±0,8 -0,6 -0,3 -0,3 -0,5 -0,7 -0,2 -0,6 -0,5 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,1 -0,3 0,2 0,3 0,1 0,7 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,2 Tabella A.22: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4: le due righe di risultati si riferiscono a serie di misure distinte, effettuate con catene microfoniche invertite. 85 Sito 9: VIALE RIGHI, FIRENZE, 09 marzo 2005 d2 [m] 0,7 1,5 2,0 3,0 4,4 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 5,8 ±0,2 5,9 ±0,1 5,8 ±0,1 6,1 ±0,1 6 ±0,1 2 ±0,6 4,2 ±0,4 4,3 ±0,3 3,7 ±0,1 4,6 ±1,4 4,3 ±0,5 5,5 ±0,6 4,9 ±0,6 5,7 ±0,7 5,5 ±0,5 5,2 ±1,8 5,1 ±0,4 5,3 ±0,2 4,4 ±0,7 6 ±0,6 4,8 ±1,8 4,5 ±0,6 4,6 ±0,2 3,7 ±0,3 4,5 ±0,5 4,3 ±0,9 4,4 ±0,6 4,7 ±0,1 5,1 ±0,2 5,8 ±0,5 4,5 ±0,8 4,5 ±0,3 5 ±0,4 4,9 ±0,8 5,8 ±0,4 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 5,8 5,9 5,9 5,5 5,4 6,4 6,2 6,1 5,7 5,6 5,8 5,8 5,6 5 4,3 2,5 0,4 0,8 ±1,1 ±0,3 ±0,3 ±0,6 ±0,5 ±0,4 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,2 5,5 5,6 6,1 5,4 6 6,4 6,2 6,1 5,8 6 6 5,8 5,3 4,7 4,2 2,8 1,3 1,5 ±0,6 ±0,1 ±0,4 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,4 ±0,4 5,9 5,6 6,4 6 6,3 6,2 6,3 6 5,8 5,7 5,7 5,7 5,2 4,7 3,9 2,2 1 1,7 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,4 ±0,3 ±0,4 ±0,3 6 6,9 6,9 6,1 6,4 6,5 6,4 6,2 6 6 5,8 5,8 5,4 4,7 3,9 2,2 1,1 1,7 ±0,4 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,6 5,8 5,8 6,1 5,6 6,2 6,5 6,5 6,2 6 5,9 5,7 5,7 5,9 5,2 4,2 2,5 1,3 1,9 ±0,3 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,7 ±0,3 ±0,4 ±0,6 ±0,7 ±1,3 Tabella A.23: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e quello in campo libero (p.1), misurati al variare della distanza d2 dallo spigolo verticale dell’edificio. d2 [m] 0,7 1,5 2,0 3,0 4,4 A 50 [Hz] 63 [Hz] 80 [Hz] 100 [Hz] 125 [Hz] 160 [Hz] 3,3 ±0,1 3,3 ±0,1 3,1 ±0 3,1 ±0,1 3,2 ±0,2 2,4 ±0,4 4,3 ±1,1 5,2 ±0,6 5,6 ±0,4 5,2 ±0,5 3,8 ±1,1 4,7 ±0,6 5,9 ±0,8 5,7 ±0,9 5 ±0,1 3,1 ±0,2 4,2 ±1,2 1,7 ±0,5 2 ±0,5 3,7 ±1,1 1,4 ±0,3 2,4 ±0,4 1,6 ±0,7 1,8 ±0,5 1,3 ±0,4 2,2 ±0,3 1,8 ±0,1 2,7 ±0,4 2,4 ±0,5 2 ±0,2 2,3 ±0,3 2,7 ±0,2 3,2 ±0,2 3,6 ±0,3 3,7 ±0,4 200 [Hz] 250 [Hz] 315 [Hz] 400 [Hz] 500 [Hz] 630 [Hz] 800 [Hz] 1000 [Hz] 1250 [Hz] 1600 [Hz] 2000 [Hz] 2500 [Hz] 3150 [Hz] 4000 [Hz] 5000 [Hz] 6300 [Hz] 8000 10000 [Hz] [Hz] 2,7 3,5 4,1 3,9 3,2 3,7 3,7 3,5 3,1 3,2 3,2 3,2 2,9 2,5 2 0,4 -1,3 -1,3 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,5 ±0,8 ±0,3 2,7 3,2 4 3,3 3,3 3,6 3,2 3,4 3,3 3,4 3,3 3,1 2,6 2,2 1,6 -0,2 -1,9 -1,5 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 2,4 3 4,3 4,2 3,4 3,3 3,4 3 3 3,2 3,2 2,7 2,4 2,1 1,5 -0,3 -2 -1,4 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,0 ±0,0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,8 ±0,2 2,4 3,6 4,1 3,9 3 3,7 3,3 3 2,9 3,1 3 2,9 2,4 1,9 1,3 -0,7 -2 -1,4 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,7 ±0,4 ±0,6 2 3,2 3 3,5 3,1 3,5 3,1 3,1 3,1 3,3 3,5 3,6 2,9 1,7 1,3 0,4 -1,5 -1,5 ±0,3 ±0,2 ±0,5 ±0 ±0,1 ±0,5 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,7 ±1,2 ±0,5 ±0,8 ±0,4 ±1,4 ±0,4 ±0,6 Tabella A.24: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata con d1=2m (p.3), misurati al variare della distanza d2 dallo spigolo verticale dell’edificio 86