APAT
SISTEMA NAZIONALE CONOSCITIVO E DEI CONTROLLI IN
CAMPO AMBIENTALE
Centro Tematico Nazionale Agenti Fisici
Procedure per la conversione dei dati esistenti sul rumore ambientale nei
descrittori previsti dalla Direttiva Europea 2002/49/CE
AGF-T-LGU-04-05
OBIETTIVO SPECIFICO : OB 06.09
TASK: TK 06.09.04
TEMI: T24
STATO: (1) Definitivo
VERSIONE: 0
REDATTO DA: (2)
Giovanni Brambilla
David Casini
Andrea Poggi
Co-autori:
Riccardo Bojola
Gaetano Licitra
DATA:
26/07/2005
RIVISTO DA: (3)
Giovanni Brambilla
DATA:
26/07/2005
APPROVATO PER IL
RILASCIO DA: (4)
Sandro Fabbri
Giancarlo Torri
DATA DI RILASCIO:
01/12/2005
(1)
(2)
(3)
(4)
Bozza, definitivo
Autore/autori del documento
Responsabile della task
Responsabile CTN_AGF e Responsabile di Progetto APAT
INDICE
INDICE.......................................................................................................................... III
1.
SOMMARIO ...................................................................................................... 1
2.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO ................................................................... 4
3.
GLI OBIETTIVI E L’ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO ..................... 6
4.
REQUISITI DEI DATI PER LA LORO CONVERSIONE .......................... 8
5.
ASPETTI TEMPORALI ................................................................................. 10
5.1
Influenza delle condizioni meteorologiche sul livello LAeq annuo ................ 12
5.2
Traffico veicolare ............................................................................................. 18
5.3
Traffico ferroviario .......................................................................................... 28
5.4
Traffico aeroportuale ...................................................................................... 31
6.
ASPETTI DEL CAMPO ACUSTICO ........................................................... 35
6.1
Indagine sperimentale ..................................................................................... 36
6.2
Risultati e fattori di conversione .................................................................... 39
7.
ASPETTI SPAZIALI ...................................................................................... 45
CONCLUSIONI .......................................................................................................... 50
BIBLIOGRAFIA ......................................................................................................... 52
APPENDICE ................................................................................................................ 54
III
1.
SOMMARIO
Il recepimento della direttiva 2002/49/CE, realizzato con il decreto legislativo n. 194 del
19 agosto 2005, comporta numerosi adempimenti scadenzati nel tempo ed introduce
numerose ed importanti novità rispetto alla vigente legislazione italiana, almeno per
quanto concerne il rumore prodotto dalle principali infrastrutture di trasporto e dalle
attività industriali negli agglomerati.
In merito agli aspetti metrologici, l’adozione dei due nuovi descrittori Lden e Lnight,
entrambi basati sul livello LAeq ed impiegati per valutare rispettivamente il disturbo
(annoyance) indotto sulla popolazione (Lden) e l’interferenza del rumore sul sonno
(Lnight), comporta considerevoli modifiche rispetto ad alcune grandezze impiegate nella
legislazione italiana vigente. Tali modifiche sono sintetizzabili nei tre seguenti aspetti:
- differente suddivisione delle 24 ore in periodi e diversa penalizzazione dei
corrispondenti livelli LAeq;
- considerazione del solo suono incidente sulla facciata dell’edificio;
- posizione di riferimento del microfono a 4 m dal suolo.
In merito agli aspetti temporali, inoltre, si registrano ulteriori differenze dovute a:
- impiego degli stessi periodi temporali per tutte le tipologie di sorgenti sonore, siano
esse i sistemi di trasporto, compreso il rumore aeroportuale che in Italia ha una
diversa temporizzazione (LVA), o sorgenti di tipo puntuale;
- rappresentatività dei valori di Lden e Lnight dell’esposizione su base annua
comportando, quindi, la necessità di valutare la variabilità durante l’anno
dell’emissione sonora della sorgente e delle condizioni meteoclimatiche ove queste
influiscano sensibilmente sulla propagazione sonora.
Nel contempo una delle positive conseguenze dello sviluppo della legislazione italiana
dal 1991 ad oggi è stato il progressivo incremento dell’attività di rilevamento del
rumore ambientale e il conseguente aumento di dati acustici raccolti che, attualmente, è
verosimile costituiscano un consistente patrimonio riguardante scenari territoriali
abbastanza diversificati e distribuito tra i vari soggetti coinvolti a diverso titolo e
finalità. Come detto, la direttiva 2002/49/CE, a cui conformarsi per la futura attività di
monitoraggio, crea indubbiamente una rilevante discontinuità che è auspicabile sia
superata attraverso un processo di transizione e di armonizzazione che, tra l’altro, non
vanifichi l’utilità del consistente patrimonio informativo derivante dai dati di rumore
ambientale finora acquisiti, siano essi rilevati direttamente o elaborati numericamente.
Questo patrimonio, tra l’altro, è indispensabile per valutare l’evoluzione nel lungo
termine dell’inquinamento acustico.
Per le finalità sopra esposte è necessario che i dati acustici già raccolti, qualora
rispondenti a specifici requisiti, siano convertibili, con una predefinita accuratezza, nei
nuovi descrittori introdotti dalla direttiva 2002/49/CE. L’individuazione di queste
procedure di conversione costituisce l’obiettivo del presente studio (Task Tk 06.09.04)
1
che, implicitamente, fornisce indicazioni utili anche per la riformulazione in termini di
Lden e Lnight dei valori limite vigenti.
L’attività svolta è iniziata con la definizione dei requisiti che i dati acustici acquisiti
rispettino onde procedere alla loro conversione in Lden e Lnight. In particolare, partendo
dall’assunto di disporre del livello LAeq riferito ad uno specificato intervallo temporale,
è indispensabile che questo dato sia corredato di una documentazione adeguata per
ciascuno dei seguenti aspetti:
- configurazione geometrica del sito, con indicazione almeno della distanza del punto
di determinazione di LAeq dalla sorgente, dal suolo e da eventuali edifici;
- descrizione della tipologia di sorgente sonora cui il dato di LAeq si riferisce;
- data, tempi di riferimento (diurno e/o notturno), intervalli temporali ai quali si
riferisce il livello LAeq;
- numerosità e distribuzione nell’arco dell’anno dei dati di LAeq sufficienti a
descrivere la variabilità annuale dell’emissione sonora della sorgente.
Le differenze sui valori dei descrittori derivanti dalla diversa suddivisione delle 24 ore
sono state analizzate in funzione della tipologia di sorgente sonora (traffico stradale
urbano ed extra-urbano, traffico ferroviario e aeroportuale) e per due diverse
temporizzazioni delle 24 ore, la prima proposta dalla direttiva 2002/49/CE e la seconda
(giorno 06÷20, sera 20÷22, notte 22÷06) coincidente con la temporizzazione stabilita
dal decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005. Con quest’ultima temporizzazione, tra
l’altro, il livello Lnight coincide con l’attuale LAeq per il tempo di riferimento notturno.
Per tutti i sistemi di trasporto e per le due temporizzazioni delle 24 ore il valore di Lden è
risultato superiore a quello del descrittore vigente (LAeq diurno 06÷22 per il traffico
stradale e ferroviario, LVA 24 ore per il traffico aeroportuale) a seguito della
penalizzazione applicata al livello LAeq nel periodo serale (+ 5 dB) e notturno (+ 10 dB).
Non si registrano consistenti differenze tra le due temporizzazioni delle 24 ore in quanto
per il traffico stradale e ferroviario esse sono contenute in alcuni decimi di dB e per
quello aeroportuale sono dell’ordine di 1-2 dB. In ogni caso lo scenario temporale
stabilito dal decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005 comporta minori differenze
tra Lden e i descrittori attualmente impiegati. Il consistente insieme di dati raccolti per il
traffico stradale ha permesso di individuare delle procedure per la stima di Lden a partire
da valori di LAeq a diverso dettaglio temporale. Per traffico stradale urbano ed
extraurbano il valore medio delle differenze Lden - LAeq,d è dell’ordine di 2,7 dB. Le
differenze Lnight - LAeq,n riscontrate sono dell’ordine dei decimi di dB per il traffico
stradale e ferroviario, mentre risultano più consistenti (intorno a - 7 dB) per il traffico
aeroportuale in quanto il valore di Lnight è privo della penalizzazione di 10 dB applicata,
invece, a LVA,n. È da sottolineare che risultati ottenuti per il traffico ferroviario e quello
aeroportuale sono da considerare indicativi a causa dell’esigua numerosità dei dati
raccolti che limita la significatività statistica dei risultati ottenuti.
In merito all’influenza delle condizioni meteoclimatiche sul valore annuale dei
descrittori Lden e Lnight si specificano preliminarmente i requisiti che i dati acustici
devono avere per procedere alla loro conversione (in presenza o meno dei valori dei
parametri meteoclimatici) e vengono fornite indicazioni di carattere generale tratte dalla
revisione della norma ISO 1996-2.2 ed altre più specifiche per il traffico stradale. Nella
pratica per distanze sorgente-ricettore inferiori a 30 m e per terreni “duri”, quali
tipicamente le aree densamente edificate, l’influenza delle condizioni meteorologiche
può, in prima approssimazione, essere trascurata. Si osserva, altresì, che dati acustici
2
riferiti o rilevati per periodi più o meno lunghi distribuiti abbastanza omogeneamente
nell’arco dell’anno sono rappresentativi anche della variabilità delle condizioni meteo e
dell’emissività della sorgente sonora e, quindi, la loro conversione non richiede la
conoscenza dei parametri meteoclimatici o considerazioni sulla loro rappresentatività su
base annuale.
Relativamente alla correzione da apportare ai rilevamenti eseguiti a 1 m dalla facciata
dell’edificio, e quindi comprensivi delle riflessioni provenienti da questa, per risalire al
valore del livello del solo suono incidente, è stata condotta un’indagine sperimentale
appositamente predisposta con un protocollo di rilevamento finalizzato a:
- valutare la distribuzione dei livelli sonori dovuti al traffico veicolare in funzione
della distanza microfono-facciata degli edifici prospicienti la sede stradale e della
distanza facciata-linea di traffico;
- condurre alcune verifiche preliminari sulla metodologia di misura proposta dalla
revisione della norma ISO 1996–2.2 per determinare il solo suono incidente sulla
facciata dell’edificio.
I risultati sperimentali conseguiti, confrontati anche con un modello numerico
semplificato, hanno permesso di determinare il fattore di correzione in dB da apportare
al livello rilevato ad una certa distanza dalla facciata, nell’intervallo da 1 a 4 m, e dalla
sede stradale per stimare il livello del solo suono incidente. In prima approssimazione
questo fattore di correzione, comprensivo dell’effetto della divergenza geometrica, può
essere assunto pari a – 3 dB.
In merito ai fattori di conversione per rapportare le diverse di altezze dal suolo dei
ricettori alla quota di riferimento di 4 m, sono state condotte delle simulazioni
numeriche con il modello francese NMPB-Routes-96 che hanno fornito utili
informazioni quantitative non solo per la quota più ricorrente di 1,5 m dal suolo ma
anche per quelle a piani di altezza superiore a 4 m. La differenza L4m – L1,5m è positiva e
cresce per distanze sorgente-ricettore tra 10 e 30 m a causa dell’effetto suolo, mentre a
distanze inferiori a 10 m è negativa e diminuisce al ridursi della distanza.
Al di là delle procedure descritte in questo rapporto, è di fondamentale importanza
sottolineare che qualsiasi procedura adottata per la conversione dei dati acustici nei
nuovi descrittori Lden e Lnight debba essere compiutamente documentata al fine di
soddisfare le evidenti esigenze di trasparenza e di ripercorribilità.
3
2.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO
La direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio [1] relativa alla
determinazione e alla gestione del rumore ambientale prodotto dai sistemi di trasporto e
dalle attività industriali comporta una serie di rilevanti adempimenti scadenzati nel
tempo, a partire da luglio 2005, e introduce numerose ed importanti novità rispetto alla
legislazione italiana vigente. Tra queste, quelle inerenti gli aspetti metrologici
riguardano l’introduzione di due nuovi descrittori per l’esposizione della popolazione al
rumore ambientale, entrambi basati sul livello continuo equivalente LAeq e formulati nel
modo seguente:
⎡ ⎛
⎛ L Aeq ,e + 5 ⎞
⎛ L Aeq ,n +10 ⎞ ⎞⎤
⎜
⎟
⎜
⎟ ⎟⎥
⎢1 ⎜
⎜
⎟
⎜
⎟
(
L Aeq ,d / 10 )
10
10
⎝
⎠
⎝
⎠ ⎟⎥ [dB(A)]
⎜
(2.1) Lden = 10 ⋅ log ⎢
t d ⋅10
+ t e ⋅10
+ t n ⋅10
⎜
⎟⎥
24
⎢
⎜
⎟⎥
⎢⎣ ⎝
⎠⎦
(2.2)
Lnight = L Aeq, n
[dB(A)]
Nella relazione (2.1) Lden (livello giorno-sera-notte) è il descrittore impiegato per
valutare il disturbo (annoyance) potenzialmente indotto sulla popolazione ed è un indice
cumulativo dell’esposizione riferita all’arco delle 24 ore (td + te + tn = 24), ottenuto
sommando i contributi dei livelli LAeq nei periodi diurno (LAeq,d), serale (LAeq,e) e
notturno (LAeq,n). Per ciascuno dei tre periodi è proposta una durata continuativa di
td = 12, te = 4 e tn = 8 ore, con orari di inizio e fine proposti alle ore 07÷19, 19÷23 e
23÷07 rispettivamente. Durata dei periodi e loro orari, tuttavia, devono essere definiti
dagli Stati membri, tenendo presente che il periodo serale, sempre continuativo, può
essere ridotto fino a due ore (2≤ te ≤ 4) con corrispondente estensione del periodo diurno
e/o notturno. In particolare il decreto legislativo n. 194 del 19 agosto 2005, con il quale
in Italia si recepisce la direttiva 2002/49/CE [2] e in vigore dal 8 ottobre 2005, stabilisce
che il periodo serale è di due ore a partire dalle 20 e con termine alle 22. In ogni caso i
periodi così definiti si applicano a tutte le tipologie di sorgenti sonore. I livelli LAeq,e e
LAeq,n sono penalizzati rispettivamente di 5 e 10 dB per tener conto della maggiore
criticità dei periodi serale e notturno nei confronti del disturbo indotto sulla
popolazione.
Nella relazione (2.2) Lnight è il descrittore impiegato per valutare gli effetti di
interferenza del rumore sul sonno, e coincide con il livello LAeq riferito al periodo
notturno (LAeq,n) avente una durata di 8 ore, con orari di inizio e fine proposti alle ore 23
e alle ore 7 rispettivamente. Per la scelta adottata per il periodo serale (ore 20÷22), ne
consegue che il livello Lnight viene a coincidere con l’attuale livello LAeq per il tempo di
riferimento notturno, ad esclusione dell’indice LVA,n del rumore aeroportuale.
4
Entrambi i descrittori devono essere determinati separatamente per ciascuna tipologia di
sorgente, diversificando quindi tra traffico stradale, ferroviario, aeroportuale ed attività
industriali. La determinazione dei descrittori, siano essi misurati o stimati con modelli
numerici, deve essere eseguita ad un’altezza dal suolo di 4,0 m (± 0,2 m); in alternativa
sono utilizzabili quote diverse, comunque non inferiori a 1,5 m, ma il valore deve essere
ricondotto alla posizione di riferimento di 4 m e deve riguardare solo il suono incidente
sulla facciata più esposta, escludendo pertanto le riflessioni prodotte da quest’ultima. La
facciata più esposta è quella che presenta il valore maggiore del descrittore impiegato
relativamente alla sorgente specifica esaminata. Ne consegue che uno stesso edificio
potrà presentare facciate più esposte diverse in corrispondenza di differenti tipologie di
sorgente sonora.
I valori dei descrittori, inoltre, devono essere rappresentativi dell’esposizione su base
annua comportando, quindi, la necessità di valutare la variabilità durante l’anno
dell’emissione sonora della sorgente e delle condizioni meteoclimatiche allorché queste
ultime influenzino sensibilmente la propagazione sonora (distanza sorgente-ricettore
superiore a 30 m e ambienti non densamente edificati).
I due nuovi descrittori si differenziano da quelli adottati nella legislazione italiana
principalmente per tre aspetti: uno di natura temporale, un altro inerente il campo
acustico ed il terzo di natura spaziale.
In merito all’aspetto temporale, risulta diversa la suddivisione delle 24 ore, a seguito
dell’introduzione del periodo serale, e si applica una penalizzazione dei livelli LAeq per i
periodi serale (+ 5dB) e notturno (+10 dB) non contemplata nella legislazione italiana.
L’impiego degli stessi periodi temporali per tutte le sorgenti sonore oggetto della
direttiva, inoltre, implica l’eliminazione dell’indice italiano LVA attualmente utilizzato
per la descrizione del rumore aeroportuale.
Relativamente al campo acustico, la procedura di misurazione dei livelli Lden e Lnight,
come già detto, fa riferimento al suono incidente sulla facciata dell’edificio escludendo,
pertanto, le riflessioni prodotte da quest’ultima. Al contrario le attuali procedure di
misurazione prescritte dalla legislazione italiana (rilevamento a 1 m dalla facciata
dell’edificio) includono queste riflessioni nei valori misurati di LAeq.
L’aspetto di natura spaziale riguarda l’altezza rispetto al suolo del punto ove si procede
alla determinazione dei descrittori del rumore ambientale che, come detto, è pari a 4 m
(± 0,2 m). Questa altezza è prescritta anche nella legislazione italiana per i rilevamenti
del rumore stradale e ferroviario all’interno della fascia di pertinenza acustica
dell’infrastruttura, mentre per misure all’esterno di detta fascia, o in generale per
sorgenti sonore di tipo puntuale, si fa riferimento alla posizione, reale o ipotizzata, del
ricettore oggetto della verifica di conformità ai valori limite; in presenza di edifici a più
piani, pertanto, la determinazione di LAeq si esegue all’altezza del piano ove si trova il
ricettore.
Ne consegue che il recepimento della direttiva 2002/49/CE, realizzato con il decreto
legislativo n. 194 del 19 agosto 2005, presenta un rilevante impatto sulla legislazione
italiana vigente anche considerando solamente gli aspetti metrologici.
5
3.
GLI OBIETTIVI E L’ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO
A partire dal 1991, con l’emanazione del DPCM 1/3/1991, si è registrata una crescita
più accentuata dell’attività di monitoraggio del rumore ambientale che si è espansa sia
spazialmente, riguardando aree territoriali sempre più ampie, sia temporalmente, con
indagini ripetute periodicamente specie nelle grandi aree urbane per seguire
l’evoluzione dell’inquinamento acustico. A questa crescita hanno contribuito molteplici
fattori, tra i quali:
- lo sviluppo della legislazione italiana, dalla legge quadro sull’inquinamento acustico
n. 447 del 1995 ai suoi numerosi decreti e regolamenti di attuazione;
- l’accresciuta sensibilità della popolazione nei confronti dei negativi effetti indotti
dal rumore sulla salute e sulla qualità della vita;
- la disponibilità di strumentazione con potenzialità sempre maggiori e di impiego in
campo sempre più agevole;
- l’aumento dei soggetti istituzionalmente coinvolti nel controllo sul territorio, ad
iniziare dal sistema agenziale APAT/ARPA/APPA.
Diretta conseguenza del quadro sopra delineato è il continuo aumento dei dati di rumore
ambientale raccolti, siano essi ottenuti da rilevamenti ovvero determinati mediante
metodi numerici. È verosimile, pertanto, che attualmente in Italia il patrimonio di dati
sul rumore ambientale sia alquanto consistente, riguardi scenari territoriali abbastanza
diversificati e sia distribuito tra i vari soggetti coinvolti a diverso titolo e finalità. Per i
dati antecedenti il 1991 è plausibile riscontrare una diffusa disomogeneità in quanto
rilevati con modalità assai diversificate, mentre per quelli successivi dovrebbe
osservarsi una convergenza verso una maggiore omogeneità grazie alle procedure di
rilevamento prescritte dalla legislazione e dalla normativa tecnica di settore in
progressivo sviluppo.
L’introduzione con la direttiva 2002/49/CE [1] dei nuovi descrittori per il rumore
ambientale e delle relative procedure metrologiche, a cui conformarsi per la futura
attività di monitoraggio, crea indubbiamente una rilevante discontinuità che è
auspicabile sia superata attraverso un processo di transizione e di armonizzazione che,
tra l’altro, non vanifichi l’utilità del consistente patrimonio informativo derivante dai
dati di rumore ambientale finora acquisiti. Anche se, ai fini della redazione delle
mappature acustiche richieste dalla direttiva, non sono utilizzabili dati antecedenti a tre
anni rispetto all’anno di riferimento delle mappe, questo patrimonio di dati è
indispensabile per valutare l’evoluzione nel lungo termine dell’inquinamento acustico.
Ne consegue la necessità che i dati già raccolti, qualora abbiano requisiti idonei, siano
convertibili, con una predefinita accuratezza, nei nuovi descrittori introdotti dalla
direttiva 2002/49/CE.
L’individuazione di procedure di calcolo per la suddetta conversione costituisce
l’obiettivo del presente studio (Task Tk 06.09.04) che, implicitamente, fornisce
6
indicazioni utili anche per la riformulazione in termini di Lden e Lnight dei valori limite
vigenti. Lo studio, in particolare le indicazioni in esso fornite, è in stretta relazione con
un altro prodotto CTN sulla determinazione della popolazione esposta
(task Tk 04.04.04, “Indicazioni operative per la costruzione dell’indicatore popolazione
esposta al rumore in riferimento alla direttiva europea 2002/49/CE”). L’insieme di
questi due lavori, infatti, si propone di fornire degli strumenti operativi utili per
affrontare i compiti tecnici derivanti dalla direttiva 2002/49/CE, pertinenti alla specifica
realtà nazionale.
Il coordinamento dello studio è stato affidato al CNR-IDAC (Istituzione Principale di
Riferimento) nell’ambito di una convenzione stipulata con l’ARPA Emilia Romagna,
agenzia leader per il CTN Agenti Fisici. Allo studio ha partecipato l’ARPA Toscana
secondo quanto di seguito riportato.
Soggetti attuatori
Giovanni Brambilla (coordinatore dello studio, CNR-Istituto di Acustica “O.M.
Corbino”, Roma);
Gaetano Licitra (ARPA Toscana);
Andrea Poggi (ARPA Toscana, Dipartimento di Firenze).
Collaboratori dei soggetti attuatori
Riccardo Bojola (assegno di ricerca CNR-IDAC presso ARPA Toscana);
David Casini (ARPA Toscana, Dipartimento di Firenze);
Mauro Cerchiai (ARPA Toscana, Dipartimento di Pisa);
Gianluca Memoli (ARPA Toscana, Dipartimento di Pisa).
Referente della struttura tecnica
Andrea Franchini (ARPA Emilia Romagna).
7
4.
REQUISTI DEI DATI PER LA LORO CONVERSIONE
Prima dell’applicazione di qualsiasi procedura per la conversione nei descrittori Lden e/o
Lnight dei dati di rumorosità ambientale fino ad ora acquisiti, siano essi ottenuti da rilievi
sperimentali o da elaborazioni e modellizzazioni pregresse, è fondamentale verificare
che tali dati siano conformi ai requisiti richiesti per consentire la loro conversione entro
predeterminati intervalli di accuratezza.
Poiché i descrittori Lden e Lnight sono basati sul livello continuo equivalente LAeq è ovvio
che i dati acustici, affinché siano convertibili in detti descrittori, debbano anche essi
essere espressi in termini di livello LAeq. Questo parametro, d’altronde, essendo
diffusamente impiegato nella legislazione vigente è il più frequentemente ricorrente nei
dati acustici finora acquisiti.
In generale è per lo meno sconsigliabile procedere alla conversione del livello LAeq se
questo non è accompagnato da una documentazione adeguata in merito ad ognuno dei
seguenti aspetti:
- configurazione geometrica del sito, con indicazione almeno della distanza del punto
di determinazione di LAeq dalla sorgente, dal suolo e da eventuali edifici;
- configurazione geometrica della facciata alla quale si riferisce il punto di
determinazione di LAeq;
- descrizione della tipologia di sorgente sonora cui il dato di LAeq si riferisce;
- data, tempi di riferimento (diurno e/o notturno), intervalli temporali ai quali si
riferisce il livello LAeq;
- numerosità e distribuzione nell’arco dell’anno dei dati di LAeq sufficienti a
descrivere la variabilità annuale dell’emissione sonora della sorgente.
La mancante o incompleta documentazione anche solo su uno dei suddetti aspetti di
fatto rende inutile ed ingiustificata la conversione di LAeq nei descrittori Lden e/o Lnight.
Il tempo di misurazione a cui il livello LAeq è riferito è assai variabile, contemplando
rilevamenti di 10-15 minuti nell’arco orario, misure in continuo su base oraria, per le
intere 24 ore o per una settimana.
In generale livelli LAeq rilevati su intervalli brevi (10-15 minuti) non consentono di
stimare con sufficiente accuratezza la variabilità del rumore nell’arco delle 24 ore, a
meno che l’emissione sonora sia stazionaria nel tempo. Questa breve durata è assai
diffusa per la stima del livello LAeq orario del rumore da traffico veicolare, stima che
però è affetta da un’incertezza tanto più ampia quanto minore è il flusso veicolare
transitante durante il rilevamento.
Dal livello LAeq orario, rilevato o stimato per uno o più intervalli orari nelle 24 ore, è
possibile stimare l’andamento nell’intero arco delle 24 ore attribuendo per analogia un
andamento temporale rappresentativo, su base statistica, della tipologia di sorgente
sonora oggetto del rilevamento (ad esempio traffico veicolare intenso oppure locale) e
adattando questo andamento ai dati orari rilevati o stimati. Dalla serie dei 24 valori di
8
LAeq orario così ottenuti si determinano i livelli Lden e Lnight mediante le relazioni (2.1) e
(2.2). Queste relazioni si applicano anche ai dati acquisiti con un monitoraggio in
continuo nelle 24 ore o esteso a più giorni della settimana che consente, ovviamente,
una maggiore accuratezza nella descrizione della variabilità del rumore ambientale.
I dati acustici acquisiti negli anni passati solitamente di maggiore reperibilità, invece,
sono quelli impiegati per la verifica di conformità ai valori limite stabiliti dalla
legislazione, ossia i livelli LAeq per i tempi di riferimento diurno (06-22) e notturno
(22-06). Dati sui livelli LAeq diurni sono molto più ricorrenti di quelli notturni e,
comunque, entrambi sono un valore aggregato, rispettivamente su 16 e 8 ore, che non
consente una sua diretta conversione, soprattutto in Lden. Questa difficoltà è superabile
ricorrendo a procedure di conversione su base statistica diversificate per tipologia di
sorgente sonora che saranno descritte nel paragrafo successivo.
Si sottolinea che la mancata conformità di un dato di rumorosità ambientale già
disponibile, ottenuto da rilievi o da elaborazioni numeriche, ai requisiti sopra esposti per
la sua conversione in Lden e/o Lnight non implica in alcun modo una scarsa attendibilità
del dato stesso, che mantiene inalterata la sua valenza e rilevanza per il contesto
ambientale cui si riferisce.
9
5.
ASPETTI TEMPORALI
Nella Tabella n. 5.1 sono sintetizzate le principali differenze tra la legislazione italiana
vigente e la direttiva 2002/49/CE [3].
N. intervalli temporali
Durata
intervalli
Legislazione italiana
Direttiva 2002/49/CE
2 (diurno e notturno)
3 (diurno, serale, notturno)
Tutte le
sorgenti, tranne
rumore
aeroportuale
diurno 16 ore (06-22)
notturno 8 ore (22-06)
Rumore
aeroportuale
diurno 17 ore (06-23)
notturno 7 ore
(00-06 e 23-24)
Strade
almeno una settimana *
Ferrovie
almeno 24 ore *
Aeroporti
tre settimane
nell’arco dell’anno
Base
temporale
del
descrittore Altre sorgenti
acustico
TR per i valori limite
assoluti di immissione;
TM per i valori limite
differenziali di immissione;
TL per i valori di
attenzione
Tutte le
sorgenti
diurno da 12 a
14 ore
serale da 2 a 4
ore
notturno 8 ore
annuale,
riferito a condizioni
meteorologiche
corrispondenti all’anno
medio (calcolato almeno
su 10 anni)
* se ricettore nella fascia di pertinenza
acustica, TR per i valori limite assoluti di
immissione
TR = tempo di riferimento; TM = tempo di misurazione; TL = tempo a lungo termine
Tabella n. 5.1: Differenze negli aspetti temporali tra la legislazione italiana e la
direttiva europea 2002/49/CE [3]
Poiché è facoltà degli Stati membri definire gli orari di inizio e termine dei tre periodi
(giorno, sera, notte) nei quali suddividere l’arco delle 24 ore e avendo l’Italia stabilito il
periodo serale dalle ore 20 alle 22 [2], nello studio sono stati esaminati i due scenari
temporali elencati nella Tabella n. 5.2 [3].
10
Periodo
Scenario 1
(orari proposti nella Direttiva)
Scenario 2
(D.Lgs n. 194/2005)
Diurno (“day”)
07÷19
06÷20
Serale (“evening”)
19÷23
20÷22
Notturno (“night”)
23÷07
22÷06
Tabella n. 5.2: Scenari temporali ipotizzabili per la suddivisione delle 24 ore [3]
Lo scenario 2 si diversifica meno dagli attuali tempi di riferimento diurno e notturno per
cui, verosimilmente, è quello a minor impatto sulla legislazione italiana vigente.
Secondo quest’ultima, inoltre, per la verifica di conformità ai valori di attenzione (non
applicabili, tuttavia, nelle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture di trasporto) si
fa riferimento al tempo a lungo termine che, peraltro, non è univocamente definito e che
potrebbe configurarsi su base annuale, come indicato nella Direttiva, con qualche
cautela per le aree a connotazione turistica stagionale ove questa scelta può risultare non
molto appropriata ai fini della caratterizzazione acustica del territorio.
A prescindere dalla tipologia di sorgente sonora, la determinazione su base annuale del
descrittore della rumorosità pone la necessità di valutare la variabilità durante l’anno
dell’emissione sonora della sorgente e delle condizioni meteoclimatiche, allorché queste
ultime influenzino sensibilmente la propagazione sonora (distanza sorgente-ricettore
superiore a 30 m e terreni “morbidi”).
In merito alla variabilità annuale dell’emissione sonora della sorgente è indubbio che il
rumore da traffico stradale, per la sua natura aleatoria, sia quello che presenta la
maggiore variabilità. Indagini sperimentali condotte in ambito urbano [4] hanno
mostrato che il monitoraggio su base settimanale, escludendo il mese di agosto ed aree
ad accentuate connotazioni turistiche stagionali, costituisce un buon compromesso tra le
opposte esigenze di economia di tempo e di risorse da dedicare al rilevamento e quelle
di stimare il valore annuale di LAeq,anno entro margini di accuratezza sufficienti per gli
obiettivi prefissati (ad esempio 80% di probabilità per la stima di LAeq,anno entro ± 1 dB a
partire da valori settimanali di LAeq con scarto entro ± 1 dB [4]). Altre indagini [5],
inoltre, hanno evidenziato che una più accurata stima del valore annuale di LAeq è
conseguibile con una scelta casuale dei giorni di monitoraggio durante l’anno,
comunque non inferiori a sei, rispetto al rilevamento per lo stesso numero di giorni
consecutivi. La maggiore efficienza ai fini dell’accuratezza della stima del livello
sonoro annuo da parte del campionamento del tutto casuale rispetto a quello misto
(rilevamento in continuo settimanale ma per settimane scelte casualmente) e a quello
esclusivamente continuo è ulteriormente evidenziata nella Tabella n. 5.3, ottenuta da
una base dati di 10 anni dei valori di LAeq a 24 ore del rumore da traffico stradale [6].
11
Probabilità per il LAeq
del campione di
Settimane Totale (giorni) discostarsi non più di
1 dB dal valore annuale
Durata
Campionamento
Continuo
Casuale
Misto
Giorni
Entità dello
scarto dB
(90%)
1
-
1
35%
10
7
-
7
50%
6
14
-
14
54%
5
28
-
28
60%
4
7
-
7
68%
3,6
14
-
14
84%
2,2
28
-
28
94%
>2
-
2
14
64%
3,6
-
3
21
74%
3,2
-
4
28
76%
2,8
Tabella n. 5.3: Scarti dei valori LAeq dei singoli campioni rispetto al valore
annuale per differenti tecniche di campionamento temporale [6]
5.1
Influenza delle condizioni meteorologiche sul livello LAeq annuo
I dati acustici disponibili possono essere accompagnati o meno dai valori dei parametri
meteoclimatici rilevati durante il monitoraggio, ovvero assunti durante la
modellizzazione numerica. Si ritiene che, almeno per dati precedenti il 2000, sia assai
frequente l’assenza di indicazioni sui parametri meteoclimatici. In tale circostanza
qualsiasi stima che intenda tener conto dell’influenza delle condizioni meteoclimatiche
sulla propagazione sonora per estrapolare il valore di Lden su base annuale è tanto più
azzardata, o in altri termini meno accurata, quanto più la configurazione ambientale
presenti caratteristiche che esaltano detta influenza.
In termini operativi, e in prima approssimazione, si può ritenere che per distanze
sorgente-ricettore inferiori a 30 m e per terreni “duri” (G ≈ 0), come tipicamente è il
caso degli ambienti densamente edificati, l’influenza meteo sia trascurabile e, pertanto,
il dato acustico, anche se privo di informazioni meteoclimatiche, non richiede per queste
situazioni correzioni significative relativamente a questo aspetto.
Dati acustici ottenuti da monitoraggi per periodi temporali più o meno lunghi distribuiti
abbastanza omogeneamente nell’arco dell’anno, quali quelli forniti da centraline fisse,
sono di per se stessi rappresentativi della variabilità delle condizioni meteoclimatiche,
anche se queste non sono esplicitate, oltre che dell’emissività della sorgente sonora. Ne
consegue che questi dati possono essere direttamente utilizzabili per estrapolare il dato
su base annuale anche per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e per terreni
“morbidi”, come tendenzialmente è il caso degli ambienti extraurbani.
Qualora il dato acustico sia accompagnato dai valori dei parametri meteoclimatici è
ovvio che questi si riferiscono alle condizioni meteoclimatiche presenti durante il
periodo di rilevamento e, pertanto, si pone la questione della loro rappresentatività su
12
base annuale. Quanto più temporalmente esteso è il periodo di rilevamento, meglio
ancora se distribuito omogeneamente nel corso dell’anno, tanto più accurata sarà
l’estrapolazione delle condizioni meteoclimatiche annuali. Questa accuratezza, come già
detto, è tanto più necessaria quanto più le condizioni meteoclimatiche influiscono sulla
propagazione sonora, ossia per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e per terreni
morbidi.
Indicazioni di carattere generale sull’influenza delle condizioni meteoclimatiche sono
riportate nella revisione della norma ISO 1996-2.2 [7] (punto 7 e Allegato A). In
particolare detta influenza è modesta, anche per terreni morbidi, allorché l’altezza
rispetto al suolo della sorgente hs e del ricettore hr siano tali da soddisfare il seguente
requisito:
hs + hr
≥ 0,1
r
(5.1)
[m]
ove r è la distanza sorgente-ricettore. Se il suolo è “duro” sono accettabili anche
distanze maggiori. Per le usuali altezze di hs = 0,5 m e hr = 4 m si ricava che il requisito
della relazione (5.1) è rispettato fino a distanze in pianta sorgente ricettore non superiori
a 45 m (nella pratica cautelativamente fino a 30 m). Quando ciò non si verifichi, lo
standard citato dà indicazione di rilevare la temperatura T (in Kelvin) dell’aria e la
velocità (m/s) del vento u a quote rispetto al suolo di 0,5 e 10 m al fine di calcolare la
curvatura del raggio sonoro R, data in prima approssimazione dalla relazione:
(5.2)
R=
3,2
0,6ΔT + Δu cos θ
[km]
ove ΔT e Δu sono le differenze alle due quote rispettivamente della temperatura
dell’aria e della velocità del vento e θ è l’angolo della direzione del vento rispetto alla
direzione sorgente-ricettore. Per R > 0 si hanno condizioni favorevoli alla propagazione
sonora (sottovento, incurvamento verso il basso dei raggi sonori), R = ∞ si riferisce a
condizioni omogenee (assenza di vento, raggi sonori rettilinei) e R < 0 a condizioni
sfavorevoli per la propagazione sonora (sopravento, incurvamento verso l’alto dei raggi
sonori). Per condizioni favorevoli alla propagazione sonora la norma associa
un’incertezza σm (scarto tipo) al valore misurato dovuta all’influenza delle condizioni
meteoclimatiche, valutabile mediante il grafico in Figura n. 5.1.
13
R < -10
0<R<10
Figura n. 5.1: Scarto tipo σm associabile al valore misurato dovuto all’influenza
delle condizioni meteorologiche [7]
Si distinguono condizioni di propagazione alta (High) e bassa (Low) in funzione
dell’altezza rispetto al suolo della sorgente hs e del ricettore hr:
propagazione alta
propagazione bassa
hs ≥ 1,5 m e hr ≥ 1,5 m
oppure
hs < 1,5 m e hr ≥ 4 m
hs < 1,5 m e hr ≤ 2 m
È da osservare che il grafico in Figura n. 5.1 non è applicabile a misurazioni di lungo
periodo e per ricettore schermato rispetto alla sorgente.
Per completezza di documentazione si riportano anche le indicazioni del documento
predisposto dal gruppo di lavoro della Commissione Europea sulle problematiche della
stima dell’esposizione al rumore (WG-AEN) [8] che propone i valori riportati nella
Tabella n. 5.4 (toolkit 10).
Periodo
Giorno (07-19)
Sera (19-23)
Notte (23-07)
Probabilità media di occorrenza durante l’anno
50% condizioni favorevoli alla propagazione
75% condizioni favorevoli alla propagazione
100% condizioni favorevoli alla propagazione
Tabella n. 5.4: Valori medi annuali di occorrenza di condizioni favorevoli alla
propagazione sonora da impiegare in assenza di dati meteo locali [8]
Gli attuali orientamenti normativi internazionali e la modellistica numerica convergono
verso due impostazioni ben definite: una cautelativa, riconducibile alla procedura di
calcolo descritta nella norma ISO 9613-2 [9], che propone di considerare condizioni
meteorologiche favorevoli alla propagazione sonora, e l’altra più accurata introdotta con
il modello numerico francese NMPB-Routes-96, recepito nella norma francese
XP S 31-133 [10] e raccomandato dalla Commissione europea per la previsione del
rumore da traffico stradale negli Stati membri, come l’Italia, non dotati di un modello di
riferimento nazionale [11].
14
In particolare, l’algoritmo francese prevede la determinazione del livello sonoro di
lungo termine LAeq,TL secondo la relazione seguente:
(5.3)
L Aeq,TL = 10 ⋅ log ⎡ p f ⋅10
⎢⎣
(L Aeq, f / 10) + (1 − p
f
)⋅10(L
Aeq ,h
/ 10
)⎤
⎥⎦
[dB(A)]
in cui pf è la frazione del tempo a lungo termine TL in cui si registrano condizioni
favorevoli alla propagazione sonora (riconducibili a condizioni di vento portante e di
inversione termica) determinanti il livello LAeq,f e (1-pf) è la rimanente frazione del
tempo TL in cui si verificano condizioni omogenee (raggi sonori rettilinei) alle quali
corrisponde il livello LAeq,h. Ne consegue la necessità di conoscere l’occorrenza, sul
lungo termine, dei fenomeni relativi a ciascun tipo di condizione meteoclimatica per
ogni percorso sorgente - ricettore. In Italia, purtroppo, non sono attualmente disponibili
mappe microclimatiche contenenti informazioni di questo tipo, né d’altra parte risulta
facile stimare l’occorrenza di condizioni omogenee e favorevoli per ogni zona del
territorio sulla base dei dati meteoclimatici reperibili.
Stanti le carenze sui dati meteoclimatici, non è ad oggi possibile in molti casi una
implementazione completa del modello francese. Alcune indicazioni utili sull’entità
dell’influenza delle condizioni meteoclimatiche nei confronti del livello LAeq al ricettore
sono deducibili dal grafico nella Figura n. 5.2 che riporta la differenza sul livello LAeq
tra condizioni favorevoli alla propagazione sonora e quelle omogenee in funzione della
distanza sorgente sonora-ricettore. Il grafico è stato ottenuto applicando il metodo
NMPB-Routes-96 ad una configurazione ipotetica di strada rettilinea di larghezza 8 m a
due corsie e due sensi di marcia, terreno piano, ricettori all’altezza di 4 m e ortogonali
alla strada posti a distanze progressivamente crescenti a passi di 5 m.
Differenza LAeq favorevoli - LAeq omogenee dB
12
G=1
G = 0.75
G = 0,5
G = 0,25
G=0
10
8
6
4
2
0
0
100
200
300
400
500
Distanza sorgente-ricettore m
Figura n. 5.2: Differenza del livello LAeq tra condizioni meteorologiche favorevoli
alla propagazione sonora e quelle omogenee secondo il metodo
NMPB-Routes-96
15
Come prevedibile, la differenza, a parità della distanza sorgente-ricettore, aumenta
progressivamente al crescere dell’effetto del suolo (parametro G). A scopo cautelativo si
tenderebbe ad assumere un suolo con G = 1 ma questa condizione, di fatto, raramente
corrisponde alla realtà. Più verosimile è ipotizzare valori di G = 0,75 in condizioni
extraurbane e di G = 0,25 in ambito urbano. Il grafico nella Figura n. 5.2 indica,
ovviamente, la differenza massima ottenibile qualora si possa escludere il verificarsi di
condizioni meteoclimatiche omogenee per la propagazione sonora, in quanto si
considera il 100% di occorrenza di condizioni favorevoli rispetto a una situazione
meteoclimatica completamente omogenea (per G = 1 tale differenza è di circa 11 dB
alla distanza sorgente-ricettore di 500 m, mentre a distanze non superiori a 30 m la
differenza non supera 1,5 dB). In situazioni reali di condizioni miste, come nel caso di
rilievi non di breve durata, questa differenza massima diminuisce di un’entità crescente
al diminuire della percentuale di occorrenza delle condizioni favorevoli, come illustrato
nel grafico in Figura n. 5.3. Ad esempio in corrispondenza di una differenza massima di
5 dB tra il livello LAeq in condizioni completamente favorevoli (100%) e quello in
condizioni del tutto omogenee (0%) lo scarto tra il considerare il 75% o il 25% di
occorrenza di condizioni favorevoli risulta pari a 2,3 dB.
L’esame congiunto dei due grafici nelle Figure n. 5.2 e 5.3 evidenzia che per distanze
sorgente-ricettore inferiori a 30 m l’influenza delle condizioni meteoclimatiche è di
entità tale da rientrare nell’errore sperimentale. Per distanze superiori, l’utilizzo di tali
grafici è lecito fin tanto che si possa escludere un’occorrenza significativa di condizioni
sfavorevoli.
Quanto sopra esposto riguarda specificamente il rumore da traffico stradale. Per le
sorgenti puntuali e il traffico ferroviario che presentano leggi di decadimento spaziale
del livello sonoro diversificate sono necessarie indagini specifiche.
6
5
75% favorevoli
50% favorevoli
25% favorevoli
0% favorevoli
Scarto dB
4
3
2
1
0
0
1
2
3
4
5
6
Differenza favorevoli - omogenee dB
Figura n. 5.3: Scarto in dB corrispondente a diverse percentuali di occorrenza di
condizioni favorevoli alla propagazione sonora
16
Riassumendo, in merito all’influenza delle condizioni meteoclimatiche sul valore
annuale del descrittore acustico si può affermare quanto segue:
- è preferibile non procedere alla conversione di LAeq in Lden e Lnight se non si
conoscono i valori dei parametri meteoclimatici di riferimento annuale o almeno
quelli durante il rilevamento per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e
ambienti con presenza significativa di effetto suolo, come tendenzialmente avviene
negli ambiti extraurbani;
- si può procedere alla conversione di LAeq in Lden e Lnight anche se non si conoscono i
valori dei parametri meteo di riferimento annuale o quelli durante il rilevamento per
distanze sorgente-ricettore inferiori a 30 m e terreni duri (ad esempio negli ambienti
densamente abitati);
- la conversione, inoltre, è possibile qualora i valori di LAeq derivino da monitoraggi per
periodi temporali più o meno lunghi distribuiti abbastanza omogeneamente nell’arco
dell’anno;
- per distanze sorgente-ricettore superiori a 30 m e terreni morbidi è indispensabile che
il dato di LAeq sia accompagnato dai valori dei parametri meteo durante il rilevamento
e si pone la questione della rappresentatività di questi su base annuale.
17
5.2
Traffico veicolare
Come già detto al § 4, i dati acustici acquisiti negli anni passati solitamente di maggiore
reperibilità sono quelli impiegati per la verifica di conformità ai valori limite stabiliti
dalla legislazione, ossia i livelli LAeq per i tempi di riferimento diurno (06-22) e notturno
(22-06). Dati sui livelli LAeq diurni sono molto più ricorrenti di quelli notturni e,
comunque, entrambi sono un valore aggregato, rispettivamente su 16 e 8 ore, che non
consente una sua diretta conversione soprattutto in Lden. Questa difficoltà è superabile
ricorrendo a procedure di conversione su base statistica. A questo scopo è stata condotta
un’analisi sulle differenze dei livelli Lden, calcolati per i due scenari temporali riportati
nella Tabella n. 5.2, rispetto ai livelli LAeq da traffico veicolare per il tempo di
riferimento diurno (06-22). In particolare sono stati impiegati due insiemi di serie
temporali di LAeq,h orario rilevato in continuo per 24 ore riguardanti traffico urbano (804
serie) ed extraurbano (157 serie), descritti sinteticamente nelle Tabelle n. 5.5 e n. 5.6
[3].
Abitanti
N. città N. siti N. serie temporali
N. serie temporali
Domenica
> 250.000
5
98
427
52
100.000÷250.000
4
69
302
51
< 100.000
25
50
75
7
Totale
34
217
804
110
Tabella n. 5.5: Dati sulle serie temporali di 24 ore di LAeq orario da traffico
veicolare urbano [3]
Tipo strada N. siti N. serie temporali
N. serie temporali
Domenica
Autostrada
4
13
1
B
6
6
---
Ca
15
74
11
Cb
14
64
8
Totale
39
157
20
Tabella n. 5.6: Dati sulle serie temporali di 24 ore di LAeq orario da traffico
veicolare extraurbano suddivise secondo le tipologie di strada del
Nuovo Codice della Strada (1992)
I risultati ottenuti sono sintetizzati nel “box plot” riportato nella Figura n. 5.4,
comprendente anche la distribuzione delle differenze Lden - LAeq,d, e nella Tabella n. 5.7.
Appare evidente, peraltro come prevedibile, che i valori di Lden risultano superiori a
quelli di LAeq,d e che, inoltre, lo scenario temporale 2, pur essendo meno diversificato
rispetto ai vigenti tempi di riferimento, presenta differenze contenute (- 0,3 dB per
traffico urbano e - 0,5 dB per traffico extraurbano sui valori medi) rispetto a quanto
ottenuto con la temporizzazione proposta nella direttiva 2002/49/CE (scenario 1).
18
8
Traffico extraurbano
Traffico urbano
6
Lden - LAeq,d dB
95%
95%
95%
4
95%
75%
75%
75%
50%
50%
2
75
50%
25%
25%
50
25%
5%
25
5%
5%
0
5%
-2
s 19-23
n 23-07
s 20-22
n 22-06
s 19-23
n 23-07
SCENARI TEMPORALI
s 20-22
n 22-06
Figura n. 5.4: Box plot delle differenze Lden – LAeq,d per traffico stradale urbano
ed extraurbano [3]
Scenari temporali
(vedi Tabella n. 5.2)
Scenario 1
Scenario 2
Parametri
statistici
Traffico stradale
Urbano Extraurbano
(804 casi) (160 casi)
Media
2,8
2,6
Scarto tipo
1,2
1,1
Interquartile
1,9
1,2
Mediana
2,8
2,5
Media
2,5
2,1
Scarto tipo
1,4
1,2
Interquartile
2,0
1,4
Mediana
2,5
2,0
Tabella n. 5.7: Statistica delle differenze Lden – LAeq,d (dB) per traffico stradale
urbano ed extraurbano [3]
D’altro canto, anche un’analisi del confronto tra il livello LAeq notturno secondo la
temporizzazione della direttiva (23-07) e quello conforme alla legislazione italiana
19
vigente (22-06) mostra differenze nei valori medi alquanto contenute: media 0,2 dB e
scarto tipo 0,9 dB per traffico urbano, media 0,5 dB e scarto tipo 0,9 dB per traffico
extraurbano. Ciò, verosimilmente, è imputabile al fatto che il contributo del livello
LAeq,h nell’ora 22-23 (temporizzazione italiana) al valore del livello LAeq,n notturno
(22-06) è paragonabile, soprattutto in ambito urbano, a quello del livello LAeq,h nell’ora
06-07 (temporizzazione della direttiva) nei confronti del livello LAeq,n notturno (23-07),
come mostrato nella Figura n. 5.5 ove detti contributi sono espressi in termini di
differenza LAeq,h - LAeq,n [3].
8
6
95%
95%
95%
4
75%
50%
75%
75%
50%
50%
2
95%
75
50
25%
LAeq,h - LAeq,n dB
25%
25
25%
0
5%
5%
5%
-2
5%
-4
-6
Traffico extraurbano
Traffico urbano
-8
-10
-12
22
06
06
22
Ora
Figura n. 5.5: Box plot delle differenze LAeq,h – LAeq,n per traffico stradale urbano
ed extraurbano [3]
Ne consegue che la stima di Lnight, che si ricorda privo di penalizzazione secondo la
relazione (2.2), secondo la temporizzazione della direttiva (23-07) è conseguibile dal
valore x del livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno (22-06) con i valori
riportati nella Tabella n. 5.8 per il traffico urbano ed extraurbano, mentre secondo la
temporizzazione del D. Lgs. n. 194/2005 (22-06) coincide con il livello LAeq,n.
Traffico veicolare LAeq,n dB(A)
Lnight dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB
Urbano
x
x + 0,2
± 1,2
Extraurbano
x
x + 0,5
± 1,4
Tabella n. 5.8: Stima del livello Lnight dal valore di LAeq,n notturno
Analogamente, noto il valore x del livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno il
valore stimato del livello Lden (con le due temporizzazioni prese in esame)) si ottiene
aggiungendo a x i valori riportati nella Tabella n. 5.9 per il traffico urbano ed
extraurbano.
20
Traffico
veicolare
LAeq,d
dB(A)
Urbano
x
Extraurbano
x
Scenario Lden dB(A)
temporale
Intervallo di confidenza al
90% dB
1
x + 2,8
± 2,0
2
x + 2,5
± 2,2
1
x + 2,6
± 1,8
2
x + 2,1
± 2,0
Tabella n. 5.9: Stima del livello Lden dal valore di LAeq,d diurno
Un’analoga analisi statistica condotta sulle differenze Lden - LAeq,n ha fornito per la stima
di Lden dal livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno i valori riportati nella
Tabella n. 5.10.
Traffico
veicolare
LAeq,n
dB(A)
Urbano
x
Extraurbano
x
Scenario
L dB(A)
temporale den
Intervallo di confidenza al
90% dB
1
x + 8,5
± 2,1
2
x + 8,1
± 1,8
1
x + 8,9
± 2,2
2
x + 8,3
± 1,8
Tabella n. 5.10: Stima del livello Lden dal valore di LAeq,n notturno
Un’ulteriore analisi è stata condotta sulla correlazione tra i valori della differenza
LAeq,d - LAeq,n e quelli delle due differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per entrambe le
tipologie di traffico veicolare e per i due scenari temporali. I risultati ottenuti, riportati
nelle Figure n. 5.6 (traffico urbano) e n. 5.7 (traffico extraurbano), mostrano andamenti
molto simili per entrambe le condizioni di traffico e di scenario temporale con una
buona correlazione tra dette differenze (valori del coefficiente di correlazione r intorno a
0,97). Si osserva una correlazione per lo scenario 2 leggermente migliore rispetto allo
scenario 1.
I grafici riportati nelle Figure n. 5.6 e n. 5.7 sono utili qualora si conosca solo la
tipologia di traffico e in base alla categoria della strada sia stimata la differenza
LAeq,d - LAeq,n. In genere quest’ultima aumenta passando da strade a flusso veicolare
intenso (solitamente LAeq,d - LAeq,n < 3 dB) a quelle locali con traffico scarso (in genere
LAeq,d - LAeq,n > 8 dB).
21
15
Lden - LAeq,d
L - L Scenario temporale 1
14
13
den
12
Lden - LAeq,d
11
Lden - LAeq,n Scenario temporale 2
10
Lden - LAeq,TR dB
r = 0,97
Aeq,n
9
r = 0,98
8
7
Traffico urbano
6
5
4
3
r = -0,96
2
r = -0,99
1
0
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
LAeq06-22 - LAeq22-06 dB
Figura n. 5.6: Correlazione tra la differenza LAeq,d - LAeq,n e le differenze
Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per traffico urbano nei due scenari
13
r = 0,97
12
11
Traffico extraurbano
10
Lden - LAeq,TR dB
9
r = 0,98
8
Lden - LAeq,d
L - L Scenario temporale 1
7
6
den
r = -0,96
5
4
den
3
2
Aeq,n
Lden - LAeq,d
L - L Scenario temporale 2
Aeq,n
r = -0,99
1
0
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
LAeq06-22 - LAeq22-06 dB
Figura n. 5.7: Correlazione tra la differenza LAeq,d - LAeq,n e le differenze
Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per traffico extraurbano nei due scenari
22
Qualora sia noto il valore, stimato o misurato, del livello LAeq in uno o più intervalli
orari, solitamente inclusi nel tempo di riferimento diurno, si può risalire all’andamento
di LAeq,h orario nell’intero arco delle 24 ore attribuendo per analogia un andamento
temporale rappresentativo, su base statistica, della tipologia di strada oggetto della
valutazione (ad esempio strada di scorrimento con flusso veicolare intenso oppure
strada locale) e adattando questo andamento ai dati orari rilevati o stimati. Per
individuare questi andamenti temporali di LAeq,h orario rappresentativi di diverse
tipologie di strada è stata condotta un’analisi dei gruppi (cluster analysis) sull’insieme
delle serie temporali di LAeq,h orario descritte nella Tabella n. 5.5, escludendo quelle
rilevate nella domenica. I risultati ottenuti sulle 694 serie temporali di LAeq,h orario sono
sintetizzati nella Tabella n. 5.11 e nella Figura n. 5.8, ove sono indicati i tre andamenti
che si ritiene costituiscano un compromesso ragionevole tra un’adeguata
discriminazione tra gli andamenti e un numero ridotto di essi per agevolare le modalità
applicative della procedura di stima. Gli andamenti ottenuti, espressi in termini di valore
medio della differenza LAeq,h - LAeq,d, mostrano, come prevedibile, differenze tra loro più
accentuate nei periodi serale e notturno. Nella Tabella n. 5.11 sono riportati anche i
valori medi delle differenze LAeq,d - LAeq,n e lo scarto tipo ottenuti dalle serie temporali
raggruppate nelle tre tipologie di andamenti di LAeq,h orario. In base a questi valori è
plausibile che l’andamento 1 sia rappresentativo delle strade a flusso veicolare intenso,
l’andamento 2 di quelle a flusso di entità media (strade di quartiere) e l’andamento 3 sia
attribuibile alle strade locali.
2
0
-2
LAeq,h - LAeq,d dB
-4
-6
-8
-10
Tipo 1
Tipo 2
Tipo 3
-12
-14
-16
-18
6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5
Tempo ore
Figura n. 5.8: Andamenti temporali tipici del rumore da traffico veicolare urbano
(domenica esclusa)
23
Tipologia
1
2
3
N. serie temporali di
LAeq,h orario
353
266
75
Valore medio di
LAeq,d - LAeq,n dB
4,2
7,1
9,9
Inizio ora
LAeq,h - LAeq,d
dB
s dB
LAeq,h - LAeq,d
dB
s dB
LAeq,h - LAeq,d
dB
s dB
06
- 1,9
2,2
- 3,4
2,6
- 6,1
3,6
07
0,2
1,7
0,1
2,0
- 1,6
3,2
08
0,6
1,5
0,7
1,3
0,6
2,6
09
0,2
1,4
0,5
1,3
0,2
2,0
10
0,0
1,2
0,4
1,2
0,1
1,8
11
0,2
1,2
0,4
1,2
0,2
2,2
12
0,1
1,3
0,3
1,3
0,5
1,9
13
- 0,1
1,2
0,1
1,3
0,3
2,4
14
- 0,3
1,3
0,0
1,4
- 0,5
2,6
15
- 0,2
1,2
0,0
1,1
- 0,4
2,3
16
- 0,0
1,3
0,1
1,2
- 0,1
2,6
17
0,2
1,2
0,4
1,2
0,1
2,5
18
0,0
1,2
0,0
1,3
- 0,7
2,6
19
- 0,3
1,3
- 0,5
1,6
- 0,9
2,5
20
- 1,0
1,3
- 2,0
1,6
- 2,8
2,6
21
- 2,0
1,4
- 3,6
2,1
- 5,0
2,9
22
- 2,4
1,6
- 4,6
2,0
- 6,3
2,3
23
- 2,5
1,7
- 5,3
2,3
- 7,4
2,9
24
- 3,3
2,1
- 6,7
2,5
- 9,3
2,7
01
- 4,5
2,2
- 9,1
2,5
- 12,0
2,8
02
- 5,9
2,4
- 11,5
2,5
- 14,9
2,9
03
- 7,1
2,6
- 12,4
2,6
- 16,6
2,7
04
- 7,1
2,5
- 11,2
2,8
- 16,8
3,5
05
- 5,1
2,7
- 7,6
2,7
- 12,2
3,1
Tabella n. 5.11: Valori medi delle differenze LAeq,h - LAeq,d e scarto tipo s per i tre
andamenti temporali tipici del rumore da traffico veicolare
urbano (domenica esclusa)
24
Noto il valore x, stimato o misurato, del livello LAeq,h in un singolo intervallo orario, il
livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno si ottiene sottraendo a x il valore
riportato nella Tabella n. 5.11 in corrispondenza dell’ora in esame e della tipologia di
andamento temporale prescelta. Il valore di LAeq,d così ottenuto, ovviamente, è affetto da
un’incertezza valutabile mediante lo scarto tipo (vedi collone “s” nella Tabella n. 5.11).
Ad esempio se il dato di LAeq,h, stimato o misurato, nell’intervallo orario 10-11 è pari a
72 dB(A) e riguarda una strada con andamento di LAeq,h orario di tipo 2, allora il valore
stimato del livello LAeq,d per il tempo di riferimento diurno è pari a 72 – 0,4 = 71,6
dB(A) con incertezza di ± 1,2 dB, mentre il valore stimato del livello LAeq,n per il tempo
di riferimento notturno è pari a 71,6 – 7,1 = 64,5 dB(A).
Qualora siano disponibili i valori x di LAeq,h in più intervalli orari, l’andamento prescelto
per la tipologia di strada verrà traslato rispetto a detti valori in modo da rendere minima
la somma dei quadrati delle differenze Δ illustrate nell’esempio riportato nella Figura
n. 5.9.
Ricavati i valori stimati di LAeq,d e di LAeq,n per i tempi di riferimento diurno e notturno è
possibile risalire ai valori di Lden e di Lnight mediante le procedure su basi statistiche
precedentemente descritte.
In alternativa è possibile stimare direttamente i valori di Lden e di Lnight (ore 23-07) dal
livello LAeq,h del singolo intervallo orario utilizzando i dati riportati nella Tabella
n. 5.12, diversificati per tipologia di strada.
x2
73
71
70
Δ2
Δ1
72
x1
69
LAeq,h dB(A)
68
67
66
65
64
63
62
61
60
59
58
6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5
Tempo ore
Figura n. 5.9: Esempio della procedura per l’adattamento dell’andamento
temporale della tipologia di strada ai valori x di LAeq,h orario
disponibili
25
Tipologia
Inizio ora
1
2
3
LAeq,h – Lden LAeq,h – Lnight LAeq,h – Lden LAeq,h – Lnight LAeq,h – Lden LAeq,h – Lnight
(23-07) dB
dB
(23-07) dB
(23-07) dB
dB
dB
06
- 5,2
2,4
- 5,0
4,0
- 6,3
4,2
07
- 3,1
4,5
- 1,5
7,4
- 1,9
8,7
08
- 2,7
4,9
- 0,8
8,1
0,4
11,0
09
- 3,1
4,5
- 1,1
7,8
0,0
10,5
10
- 3,3
4,3
- 1,2
7,8
- 0,1
10,4
11
- 3,1
4,5
- 1,2
7,8
0,0
10,6
12
- 3,2
4,4
- 1,3
7,6
0,3
10,8
13
- 3,4
4,2
- 1,4
7,5
0,1
10,6
14
- 3,6
4,0
- 1,6
7,3
- 0,7
9,8
15
- 3,5
4,1
- 1,6
7,4
- 0,6
9,9
16
- 3,3
4,3
- 1,5
7,5
- 0,3
10,2
17
- 3,1
4,5
- 1,2
7,8
- 0,1
10,4
18
- 3,3
4,3
- 1,6
7,3
- 0,9
9,6
19
- 3,6
4,0
- 2,1
6,9
- 1,2
9,4
20
- 4,3
3,3
- 3,6
5,4
- 3,0
7,5
21
- 5,3
2,3
- 5,2
3,8
- 5,2
5,4
22
- 5,7
1,9
- 6,2
2,8
- 6,5
4,0
23
- 5,8
1,8
- 6,9
2,1
- 7,6
2,9
24
- 6,6
1,0
- 8,3
0,7
- 9,5
1,0
01
- 7,8
- 0,2
- 10,7
- 1,7
- 12,2
- 1,7
02
- 9,2
- 1,6
- 13,1
- 4,2
- 15,1
- 4,6
03
- 10,4
- 2,8
- 14,0
- 5,1
- 16,8
- 6,3
04
- 10,4
- 2,8
- 12,8
- 3,8
- 17,0
- 6,5
05
- 8,4
- 0,8
- 9,2
- 0,2
- 12,4
- 1,8
Tabella n. 5.12: Valori medi delle differenze LAeq,h - Lden e LAeq,h – Lnight (23-07)
per i tre andamenti temporali tipici del rumore da traffico
veicolare urbano (domenica esclusa)
26
È opportuno sottolineare che gli andamenti temporali tipici di LAeq,h orario dovrebbero
essere ricavati da rilevamenti locali in modo che siano effettivamente rappresentativi
dell’area oggetto di studio, mentre quelli sopra riportati sono ottenuti da monitoraggi in
diverse città e, pertanto, hanno lo scopo principale di descrivere la metodologia di stima.
Pur con questa cautela, questi ultimi presentano una buona attendibilità come
evidenziato nella Figura n. 5.10 che mostra per l’andamento di tipo 1 come le serie
temporali rilevate in alcune strade a flusso veicolare intenso (linee sottili), non incluse
nell’insieme di dati utilizzato per l’analisi, siano sostanzialmente contenute all’interno
dell’intervallo di variabilità pari a ± una volta lo scarto tipo (linee spesse).
2
0
LAeq,h - LAeq,d dB
-2
-4
-6
-8
Andamento tipo 1
-10
-12
6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 0 1 2 3 4 5
Tempo ore
Figura n. 5.10: Intervallo di variabilità a ± una volta lo scarto tipo per l’andamento
di tipo 1 (linee spesse) e serie temporali sperimentali di LAeq,h (linee
sottili)
27
5.3
Traffico ferroviario
Per questa tipologia di sorgente sonora la significatività dell’analisi statistica condotta è
stata fortemente limitata a causa del ridotto numero di serie temporali a 24 ore di LAeq,h
orari che è stato possibile raccogliere (38 configurazioni). I dati analizzati, inoltre,
riguardano solo due tratte ferroviarie, ossia la Grosseto-Pisa e la Milano-Bologna. Ne
deriva che i risultati ottenuti non possono essere generalizzati ad altre tratte, specie se
sensibilmente diverse nella composizione delle tipologie di convogli e nella
distribuzione dei transiti nell’arco delle 24 ore.
Nella Figura n. 5.11 è riportata la distribuzione delle differenze Lden - LAeq,d ottenute
determinando Lden secondo la temporizzazione della direttiva 2002/49/CE, mentre nella
Tabella n. 5.13 sono sintetizzati i principali parametri statistici della suddetta
distribuzione corrispondente ad entrambi gli scenari temporali indicati nella Tabella
n. 5.2. Si osservano differenze anche sensibili (valore medio 7,7 dB, superiore di circa
5 dB rispetto a quanto osservato per il traffico stradale) dovute sia al numero dei transiti
nel periodo notturno, flussi medi orari spesso comparabili a quelli diurni, sia alla loro
emissione sonora, solitamente elevata per la consistente presenza di convogli merci.
Sono assai contenute, invece, le differenze tra i due scenari temporali.
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 1.81
2
Mean = 7.7
N = 38.00
0
2.0
4.0
3.0
6.0
5.0
8.0
7.0
10.0
9.0
11.0
Figura n. 5.11: Distribuzione delle differenze Lden - LAeq,d con Lden corrispondente
alla temporizzazione della direttiva 2002/49/CE
28
Scenari temporali
(vedi Tabella n. 5.2)
Scenario 1
Scenario 2
Parametri
statistici
Lden - LAeq,d
dB
Media
7,7
Scarto tipo
1,8
Interquartile
1,7
Mediana
7,7
Media
7,7
Scarto tipo
1,9
Interquartile
1,3
Mediana
7,8
Tabella n. 5.13: Statistica delle differenze Lden – LAeq,d (dB) per traffico ferroviario
Analogamente a quanto già descritto per il traffico veicolare, ferma restando la
necessaria cautela nel generalizzare i risultati ottenuti su un insieme contenuto di dati e,
pertanto, non sufficientemente rappresentativo, noto il valore x del livello LAeq,d per il
tempo di riferimento diurno è possibile stimare il valore del livello Lden (con le due
temporizzazioni prese in esame) aggiungendo a x il valore riportato nella Tabella
n. 5.14.
Scenario
temporale
LAeq,d x dB(A)
LAeq,n x dB(A)
LAeq,d x dB(A)
LAeq,n x dB(A)
1
2
Lden dB(A)
Intervallo di confidenza al 90% dB
x + 7,7
± 2,8
x + 6,1
± 0,9
x + 7,7
± 2,8
x + 6,1
± 0,6
Tabella n. 5.14: Stima del livello Lden dal valore di LAeq,d diurno e di LAeq,n
notturno
La stessa analisi statistica condotta sulle differenze Lden - LAeq,n ha fornito per la stima di
Lden dal livello LAeq,n per il tempo di riferimento notturno i valori riportati ancora nella
Tabella n. 5.14 per i due scenari temporali.
Come già osservato per il traffico veicolare, anche per quello ferroviario il contributo
del livello LAeq,h nell’ora 22-23 al valore del livello LAeq,n notturno (temporizzazione
italiana 22-06) è paragonabile a quello del livello LAeq,h nell’ora 06-07 nei confronti del
livello LAeq,n notturno (temporizzazione della direttiva 23-07). La stima di Lnight, che si
ricorda privo di penalizzazione secondo la relazione (2.2), conforme alla
temporizzazione della direttiva dal valore x del livello LAeq,n per il tempo di riferimento
notturno (22-06) è conseguibile con i valori riportati nella Tabella n. 5.15.
29
LAeq,n dB(A)
Lnight
(23-07)
dB(A)
Intervallo di confidenza al 90% dB
x
x – 0,2
± 0,6
Tabella n. 5.15: Stima del livello Lnight dal valore di LAeq,n notturno
L’analisi della correlazione tra i valori della differenza LAeq,d - LAeq,n e quelli delle due
differenze Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n ha fornito i risultati mostrati nella Figura n. 5.12,
dalla quale si osserva come siano assai contenute le differenze tra i due scenari
temporali e la differenza LAeq,d - LAeq,n assuma frequentemente valori negativi,
imputabili sia al numero dei transiti nel periodo notturno (flussi medi orari spesso
comparabili a quelli diurni) sia all’emissione sonora dei convogli (maggiore presenza di
treni merci).
12
11
Lden - LAeq,d
L - L Scenario temporale 1
10
Lden - LAeq,d
den
Lden - LAeq,n Scenario temporale 2
Lden - LAeq,TR dB
9
r = -0,99
8
Aeq,n
r = 0,87
7
r = 0,95
6
5
4
3
r = -1
2
1
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
LAeq06-22 - LAeq22-06 dB
Figura n. 5.12: Correlazione tra la differenza LAeq,d - LAeq,n e le differenze
Lden - LAeq,d e Lden - LAeq,n per i due scenari
Si sottolinea che l’insieme di dati oggetto dell’analisi statistica era alquanto ridotto e
riguardante solo due tratte ferroviarie a traffico intenso. La generalizzazione dei risultati
a tratte diverse, pertanto, richiede molta cautela anche se il traffico ferroviario è meno
aleatorio rispetto a quello veicolare.
30
5.4
Traffico aeroportuale
La formulazione del vigente descrittore del rumore aeroportuale LVA,24h, che si ricorda
essere la seguente:
(5.4)
7
⎡ 17
⎤
LVA,24h = 10 ⋅ log ⎢ ⋅10 (LVAd / 10 ) + ⋅10 ((LVAn +10 ) / 10 ) ⎥
24
⎣ 24
⎦
[dB(A)]
è tale che le sue differenze con il valore di Lden (nello scenario temporale 1 proposto
dalla direttiva, vedi Tabella n. 5.2) derivanti dalla diversa suddivisione delle 24 ore sono
tanto maggiori quanto più consistente è il traffico dei velivoli nel periodo serale e nella
fascia oraria 06-07 che nella temporizzazione della direttiva è inclusa nel periodo
notturno (con penalizzazione di 10 dB) mentre fa parte del tempo di riferimento diurno
(senza alcuna penalizzazione) per la legislazione italiana vigente. Per valutare le
suddette differenze è stato impiegato un insieme di dati ricavato dall’attività di
monitoraggio acustico in quattro aeroporti: uno a grande volume di traffico (311 valori
di LVA,d, LVA,n e Lden), due a volume intermedio (36 e 26 configurazioni a 24 ore di
LAeq,h) e uno a basso volume (10 configurazioni a 24 ore di LAeq,h). In generale i dati
solitamente disponibili sono i livelli LVA per i tempi di riferimento diurno (06-23) e
notturno (0-6 e 23-0) dai quali non è possibile ricavare il valore di Lden in quanto per il
calcolo di quest’ultimo secondo la relazione (2.1) è necessario conoscere i livelli LAeq,h
orari nell’arco delle 24 ore. Nel caso specifico i livelli LAeq,h orari del rumore
aeroportuale nell’arco delle 24 ore erano disponibili solo per gli aeroporti “B”, “C” e
“D”, mentre per l’aeroporto “A” erano noti solo i livelli LVA per i tempi di riferimento
diurno (06-23) e notturno (0-6 e 23-0) e il livello Lden secondo lo scenario temporale 1
proposto dalla direttiva (vedi Tabella n. 5.2).
In riferimento ai dati raccolti, i principali parametri statistici descrittivi dei valori
ottenuti per la differenza Lden – LVA sono riportati nella Tabella n. 5.16.
Aeroporti
Lden – LVA dB (scenario temporale 1, Tabella n. 5.2)
N. Casi Media Scarto tipo Mediana Interquartile
Traffico elevato “A”
311
1,8
0,9
1,8
1,2
Traffico intermedio “B”
36
3,4
0,4
3,3
0,5
Traffico intermedio “C”
26
3,0
0,8
3,3
0,7
Traffico scarso “D”
10
1,6
1,4
1,2
2,0
Tabella n. 5.16: Statistica delle differenze Lden – LVA (dB) per i quattro aeroporti
esaminati
Le suddette differenze sono riportate anche nel diagramma nella Figura n. 5.12 in
funzione della differenza LVA,d – LVA,n. La linea tratteggiata nel diagramma si riferisce
31
all’ipotesi teorica di distribuzione uniforme dei livelli LAeq,h orari nei tempi di
riferimento diurno e notturno.
Avendo a disposizione i livelli LAeq,h orari del rumore aeroportuale nell’arco delle 24
ore per i tre aeroporti “B”, “C” e “D” è stato possibile determinare anche il valore di
Lden secondo lo scenario temporale stabilito dal D. Lgs n. 194/2005 (scenario 2 nella
Tabella n. 5.2). I principali parametri statistici descrittivi dei valori ottenuti per la
differenza Lden – LVA sono riportati nella Tabella n. 5.17.
Confrontando le differenze Lden – LVA ottenute per i due scenari temporali emerge che
queste sono prevalentemente inferiori (92% dei casi esaminati) per lo scenario
temporale stabilito dal D. Lgs n. 194/2005 rispetto allo scenario proposto dalla direttiva
2002/49/CE, come evidenziato anche nel grafico riportato nella Figura n. 5.13.
Analogamente a quanto già descritto per il traffico ferroviario, ferma restando la
necessaria cautela nel generalizzare i risultati ottenuti sulle 72 serie temporali di LAeq,h
orario raccolte, noto il valore x del livello LVA è possibile stimare il valore del livello
Lden (con la temporizzazione degli scenari 1 e 2) aggiungendo a x i valori riportati nella
Tabella n. 5.18.
5
A
B
C
D
Lden - LVA dB
4
3
2
1
0
-14 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0
2
4
6
8 10 12 14 16 18 20 22 24
LVAd - LVAn dB
Figura n. 5.12: Differenze Lden – LVA per rumore aeroportuale in funzione delle
differenze LVAd – LVAn
Aeroporti
Lden – LVA dB (scenario temporale 2, Tabella 5.2)
N. Casi Media Scarto tipo Mediana Interquartile
Traffico intermedio “B”
36
2,5
0,8
2,5
0,8
Traffico intermedio “C”
26
2,0
0,9
2,2
1,2
Traffico scarso “D”
10
1,4
1,2
0,8
1,8
Tabella n. 5.17: Statistica delle differenze Lden – LVA (dB) per i tre aeroporti dei
quali erano disponibili i livelli LAeq,h orari
32
LVA x dB(A) Intervallo di confidenza al 90% dB
Lden (scenario 1) dB(A)
x + 3,0
± 1,6
Lden (scenario 2) dB(A)
x + 2,2
± 1,9
Tabella n. 5.18: Stima del livello Lden nei due scenari temporali dal valore di LVA
La stima di Lnight, che si ricorda privo di penalizzazione secondo la relazione (2.2), dal
valore x del livello LVA,n per il tempo di riferimento notturno è conseguibile con i valori
riportati nella Tabella n. 5.19 in funzione dello scenario temporale.
5
B
C
D
4
Lden,EC - Lden,20-22 dB
3
2
1
0
-1
-2
-14 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0
2
4
6
8 10 12 14 16 18 20 22 24
LVAd - LVAn dB
Figura n. 5.13: Differenze Lden (scenario 1) – Lden (scenario 2) per rumore
aeroportuale in funzione delle differenze LVAd – LVAn
LVA,n x dB(A)
Intervallo di confidenza al 90% dB
Lnight (ore 23-07) dB(A)
x – 8,9
± 3,2
Lnight (ore 22-06) dB(A)
x – 5,3
± 6,8
Tabella n. 5.19: Stima del livello Lnight dal valore di LVA,n notturno
L’ampia variabilità della distribuzione oraria del traffico aereo nel tempo di riferimento
notturno registrata per i tre aeroporti esaminati, plausibilmente riscontrabile anche in
altri aeroporti, rende non sufficientemente accurata la stima di Lnight dal valore di LVA,n.
Si sottolinea che i valori sopra esposti fanno riferimento a dati di LVA ottenuti da sistemi
di monitoraggio, a prescindere dai requisiti per l’entità del traffico aereo nei tre
quadrimestri dell’anno come richiesto dal D.M. Ambiente 31.10.1997 [12]. Qualora si
disponesse solo dei valori di LVA diurno e notturno conformi alle specifiche dei periodi
33
di osservazione richiesti dal suddetto D.M. (le tre settimane a maggior traffico aereo
nell’anno) è ovvio che l’applicazione dei fattori di conversione sopra esposti a detti
valori di LVA condurrebbe verosimilmente ad una sovrastima del livello sonoro annuale,
tanto maggiore quanto più elevata è la variabilità del traffico aereo nei vari mesi
dell’anno (ad esempio aeroporti ad accentuata connotazione turistica stagionale).
34
6.
ASPETTI DEL CAMPO ACUSTICO
Come già detto, i descrittori Lden e Lnight introdotti dalla direttiva 2002/49/CE sono da
determinare in condizioni di suono incidente sulla facciata dell’edificio, escludendo le
riflessioni prodotte da quest’ultima. Al contrario le attuali procedure di misurazione
prescritte dalla legislazione italiana (rilevamento a 1 m dalla facciata dell’edificio)
includono queste riflessioni nei valori misurati di LAeq. Ne consegue che per convertire i
dati acustici fino ad ora acquisiti a 1 m dalla facciata dell’edificio (o ad altre distanze da
quest’ultima) occorre determinare dei fattori correttivi per risalire al valore del livello
del suono incidente.
È da sottolineare che nella direttiva 2002/49/CE sono presenti numerosi riferimenti alla
norma ISO 1996-2:1987 [13] che, tuttavia, non prevede come vincolante la
determinazione del solo suono incidente. La norma, infatti, specifica che le posizioni di
misura da preferire siano a distanza dalla facciata compresa tra 1 e 2 m, e solo qualora si
desideri escludere l’influenza delle riflessioni dalla facciata retrostante il microfono il
rilevamento sia da eseguire ad almeno 3,5 m dalla facciata stessa o a 0,5 m dal vano
della finestra aperta.
La norma ISO sopra citata è attualmente in corso di revisione [7]. Nel nuovo documento
la condizione di riferimento da adottare per la descrizione del rumore ambientale è
quella di suono incidente, conformemente al requisito della direttiva europea. La bozza
in questione (Allegato B) contiene anche delle indicazioni sulle metodologie e sul setup di misura, nonché sulle condizioni per le quali è possibile correggere il valore
rilevato per risalire al solo suono incidente. In particolare, si indicano i seguenti fattori
di correzione:
- nessuna correzione (0 dB) per misure in assenza di facciata dietro al microfono;
- - 6 dB per rilievi a ridosso della facciata;
- - 3 dB a predefinite distanze dalla sorgente e dalla facciata dell’edificio.
Indagini sperimentali condotte da ARPA Toscana [14] hanno mostrato che la correzione
di - 3 dB può essere eccessiva nel caso di microfono a 1 m dalla facciata e rumore da
traffico stradale, configurazione per la quale è stato ottenuto un valore medio per la
correzione di - 1,5 dB con uno scarto tipo di 0,7 dB. In considerazione di queste
discrepanze si è deciso di procedere ad una sistematica indagine sperimentale con un
predefinito protocollo di misura al fine di analizzare in dettaglio questo importante
aspetto, almeno limitatamente al rumore da traffico stradale in quanto sorgente sonora
più diffusa e presente in ambito urbano. Al riguardo si segnala anche uno studio
condotto dal Building Research Establishment inglese [15] finalizzato a convertire nei
nuovi descrittori Lden e Lnight i dati acustici acquisiti nell’indagine nazionale “Noise
Incidence Study 2000” rilevati a 1,2 m dal suolo e a 1 m dalla facciata dell’edificio.
Un’indagine bibliografica preliminare ha permesso di individuare anche alcuni lavori
nella letteratura scientifica che hanno affrontato problematiche affini, svolgendo analisi
35
approfondite sull’influenza delle facciate a distanze predefinite dall’edificio (0 e 2 m)
[16, 17] e studiando in dettaglio il fenomeno dell’interferenza costruttiva che si verifica
sulle superfici dei fabbricati [18]. Altri contributi di ricerca hanno studiato la riflessione
sugli edifici in modo analitico, con la finalità di semplificare gli algoritmi dei
programmi di calcolo [19] oppure con modelli semplificati e in scala [20].
6.1
Indagine sperimentale
Il protocollo dell’indagine sperimentale è stato predisposto in modo da perseguire i
seguenti obiettivi:
1) valutare la distribuzione dei livelli sonori dovuti al traffico veicolare in funzione
della distanza microfono–facciata degli edifici prospicienti la sede stradale;
2) condurre alcune verifiche preliminari sulla metodologia di misura proposta dalla
bozza di standard internazionale ISO 1996–2, per determinare, con apposito set-up, il
solo suono incidente sulla facciata dell’edificio.
Relativamente al secondo punto, la norma citata prevede in particolare di posizionare il
microfono su di una piastra di dimensioni almeno 0,5 × 0,7 m e spessore inferiore a
25 mm. L’immagine a sinistra nella Figura n. 6.1 illustra il tipo di montaggio previsto.
Figura n. 6.1: A sinistra schema del montaggio del microfono (ISO/DIS
1996–2:2003), a destra esempio di allestimento a ridosso della
facciata dell’edificio
Per la sperimentazione è stata realizzata una piastra di dimensioni conformi a quelle
richieste dallo standard ISO, con massa superficiale di circa 7 kg/m2 anche al fine di
consentirne un agevole posizionamento a 4 m dal suolo, una volta montata su apposito
supporto (vedi l’immagine a destra in Figura n. 6.1). In particolare, per minimizzare gli
eventuali fenomeni di risonanza, la piastra è stata realizzata utilizzando una lamina
sandwich in acciaio e alluminio, con spessori rispettivamente di 0,5 e 1 mm, accoppiati
con uno strato di mastice plastico viscoelastico dall’elevato potere dissipativo (questo
36
tipo di materiale multistrato è comunemente detto lamiera “sorda” o “silente”). Sul lato
della piastra rivolto verso il muro, è stato inoltre apposto un foglio di gomma di qualche
mm di spessore, come previsto anche dalla bozza di standard (vedi Figura n. 6.2).
Figura n. 6.2:
Piastra utilizzata per la determinazione del livello di pressione
sonora in facciata
La sperimentazione condotta mediante tale dispositivo di misura ha affrontato in
particolare i seguenti aspetti:
1) la verifica del fattore correttivo proposto dalla norma ISO per il contributo della
riflessione della facciata retrostante il microfono;
2) una prima valutazione delle condizioni di applicabilità di tale correzione,
valutandone in particolare la variazione in funzione della distanza del microfono (più
piastra) dallo spigolo verticale più vicino dell’edificio.
Sono stati condotti rilievi in nove siti distinti, con le seguenti caratteristiche generali:
- inserimento in ambito urbano;
- linea di traffico visibile dal microfono sotto un’ampia porzione angolare (circa
180°);
- condizioni di traffico medio o intenso, salvo due casi, e prevalentemente scorrevole;
- sezioni stradali con edifici su un solo lato (sezione a L), fatta eccezione per due siti
aventi edifici a destra e a sinistra della sede viaria (sezione a U);
- distanze facciata-centro strada comprese fra 6 e 25 m;
- modanature o irregolarità superficiali delle facciate modeste e comunque inferiori a
50 mm entro 1 m di distanza dal microfono, come previsto dallo standard ISO.
Nella scelta dei siti, è stata verificata preliminarmente la possibilità di effettuare in
parallelo, sullo stesso tratto di strada, rilievi in campo libero e davanti a fabbricati.
Sono stati inoltre definiti dei protocolli d’indagine dettagliati, per garantire la massima
omogeneità dei dati raccolti; in particolare è stato previsto:
1) il posizionamento dei microfoni ad altezza di 4 m dal piano stradale;
2) configurazioni di rilevamento come illustrate nella Figura n. 6.3 (un esempio di
configurazione è riportato nella Figura n. 6.4);
37
3) serie di almeno tre rilievi simultanei per coppie di microfoni, di durata 2÷3 minuti;
4) allineamento delle catene microfoniche utilizzate in coppia al valore nominale del
calibratore di livello sonoro.
In riferimento al punto 2) le serie di misure simultanee relative alla coppia di microfoni
p.1–p.2 sono state utilizzate per valutare la correzione teorica di 6 dB mentre con i dati
della coppia p.2–p.3 è stato ricavato il fattore di conversione per ottenere il suono
incidente sulla facciata. In alcuni siti infine, è stata prevista anche la posizione p.1bis, a
puro scopo di confronto con alcuni risultati ottenuti in precedenti studi [18].
Nella campagna di misure sono state utilizzate due catene strumentali (analizzatori di
spettro a bande di 1/3 di ottava 01dB Harmonie a 4 canali e Symphonie a 2 canali) con
microfoni prepolarizzati da ½” ad incidenza normale.
In Appendice A, sono riportati per ogni sito tutti i dati raccolti nel corso della campagna
di misure, organizzati in schede appositamente predisposte.
Figura n. 6.3: Posizioni dei microfoni utilizzate nello studio: d distanza facciata–
centro strada; d1 distanza tra le posizioni p.2 e p.3; d2 distanza tra il
microfono p.2 (in facciata) e lo spigolo dell’edificio
38
2m
p.2
p.3
Figura n. 6.4: Esempio di posizioni dei microfoni p.2 (in facciata) e p.3 (a varie
distanze dalla facciata) utilizzate nello studio
6.2
Risultati e fattori di conversione
Dalle serie di dati acquisiti presso i nove siti oggetto di indagine è stato possibile
determinare il contributo della riflessione in corrispondenza della facciata dell’edificio
confrontando il dato rilevato per il microfono posto sulla piastra a contatto con la
facciata p.2 con quello corrispondente al microfono p.1 (assenza di facciata),
verificando in tal modo, altresì, la metodologia di misura proposta dalla norma ISO. In
particolare, per ciascun sito dalle rilevazioni eseguite è stato ricavato il valore medio
riportato nella Tabella n. 6.1 insieme al corrispondente scarto tipo.
Contributo della riflessione della facciata retrostante il microfono [dB]
Sito 1
Sito 2
Sito 3
Sito 4
Sito 5
Sito 6
Sito 7
Sito 8
Sito 9
Media
4,7±0,3
5,7±0,2
5,5±0,2
6,5±0,5
5,6±0,8
5,8±0,4
5,2±0,1
5,2±0,3
6,0±0,1
5,7±0,5
Tabella n. 6.1: Risultati della differenza tra il microfono in facciata (p.2) e quello
in campo libero (p.1), ottenuti dai livelli LAeq rilevati nei due
microfoni
Sull’insieme dei dati acquisiti il valore medio pesato sull’incertezza associata ad ogni
sito risulta di poco inferiore a 6 dB (5,7 dB) e, comunque, entro uno scarto tipo di
± 0,5 dB da questo valore teorico (vedi ultima colonna di Tabella n. 6.1).
39
In due dei siti esaminati (6 e 9) sono stati eseguiti ulteriori rilevamenti nella
configurazione p.1–p.2 variando la distanza (d2) del microfono in facciata (p.2)
dall’estremità dell’edificio e mantenendo fissa la posizione di quello relativo alla
condizione di campo libero (p.1).
Con questo tipo di misurazioni si è voluto verificare l’influenza dell’estensione della
facciata retrostante sulle misure con piastra condotte secondo la nuova revisione della
norma ISO 1996–2. I risultati ottenuti, in termini di valore medio e scarto tipo, sono
riportati nella Tabella n. 6.2. Si può notare come la distanza d2, nell’intervallo dei valori
esaminati, non influenza sostanzialmente il valore del contributo della riflessione della
facciata retrostante il microfono.
Sito 6
Sito 9
d2 [m]
8,0
6,0
4,0
2,0
1,1
4,4
3,0
2,0
1,5
0,7
Riflessione [dB]
5,8
5,7
5,5
5,7
5,5
6,0
6,2
5,9
6,0
5,9
Scarto tipo [dB]
0,1
0,1
0,1
0,1
0,2
0,2
0,6
0,5
0,1
0,3
Tabella n. 6.2: Risultati per vari valori della distanza d2 per due dei siti esaminati,
ottenuti dai livelli LAeq rilevati nei due microfoni p.1-p.2
I dati relativi alla serie di misure acquisite con la coppia di microfoni p.2 – p.3 sono stati
utilizzati per stimare il fattore correttivo in dB (δmisura) da apportare al livello sonoro
misurato a distanza d1 dalla facciata dell’edificio per stimare il solo suono incidente
sulla facciata retrostante il microfono. In particolare, tale correzione è stata determinata
utilizzando la seguente relazione:
δ misura = ∑ (Li , p.2 − Li , p.3 ) / n − 5,7
n
(6.1)
[dB]
i =1
dove:
n è il numero di misurazioni ripetute nella configurazione p.2–p.3, a distanza d1;
Li è il LAeq misurato simultaneamente nelle posizioni p.2 e p.3 [dBA];
5,7 è il valor medio della differenza tra la misura a contatto della facciata
dell’edificio e il livello sonoro incidente (vedi ultima colonna di Tabella 6.1) [dB].
Il fattore δmisura tiene conto complessivamente sia della riflessione della facciata, sia
della distanza dalla sorgente sonora.
I dati ricavati mediante la relazione 6.1 sono stati quindi confrontati con quelli ottenuti
con un modello acustico di tipo semplificato [21], costituito da una sorgente sonora
lineare indefinitamente estesa S, posta a terra, e dalla corrispondente sorgente immagine
(S) di pari potenza acustica e a distanza (d) dalla facciata dell’edificio E, assumendo in
tal modo una facciata piana indefinita perfettamente riflettente (vedi Figura n. 6.5).
Ovviamente il fenomeno è assai più complesso in quanto la facciata può in qualche
misura assorbire il suono, così come produrre una riflessione non solo speculare ma
parzialmente diffusa (scattering). Per calcolare il livello sonoro alle varie distanze dalla
facciata dell’edificio si è assunto, inoltre, l’incoerenza tra onda sonora incidente e
riflessa dalla facciata.
40
d1
d
Figura n. 6.5:
(d)
Configurazione geometrica del modello acustico semplificato
Con tale modello, è stato possibile determinare i valori teorici per il parametro δ (vedi
relazione 6.2) da confrontare con quelli ottenuti dalle misure mediante la relazione
(6.1). La Tabella n. 6.3 riassume per ciascun sito i risultati di questo confronto.
(6.2) δ teorico = −10 ⋅ log10 ⎛⎜ d 2 + 16 (d − d1 )2 + 16 + d 2 + 16 (d + d1 )2 + 16 ⎞⎟ [dB]
⎠
⎝
dove d e d1 sono le distanze espresse in m di cui alla Figura n. 6.3.
δteorico – δmisura [dB]
d1 [m] Sito 1 Sito 2 Sito 3 Sito 4 Sito 5 Sito 6 Sito 7 Sito 8 Sito 9 Mediana Interquartile
0,5
0,3
-0,2
-0,1
-0,3
0,2
-0,3
-
-
-0,1
-0,1
0,3
1
0,2
-0,1
-0,1
-0,2
0,1
-0,5
0,2
0,2
-0,1
-0,1
0,3
2
0,2
-0,1
-
-0,5
-0,1
-0,4
0,3
0,4
-0,7
-0,1
0,6
4
-
-0,4
-
-
-
-0,2
0,1
0,5
-0,8
-0,2
0,5
6,5
-
-
-
-
-
-
-
-0,1
-
-
-
8
-
-
-
-
-
-
0,0
-
-
-
-
Tabella n. 6.3: Risultati dello scarto dal valore teorico per i vari siti
Nonostante l’estrema semplificazione introdotta con il modello utilizzato, i risultati
indicano con chiarezza che l’accordo fra i dati di δteorico e δmisura, nell’intervallo di
distanze d1 fra 0,5 e 4 m, è decisamente buono, con scarti in valore assoluto mediamente
inferiori a 0,5 dB e mai superiori a 1 dB. La relazione (6.2) può, pertanto, fornire con
sufficiente accuratezza e in forma semplice fattori correttivi per stimare il suono
incidente sulla facciata applicabili a una vasta casistica di situazioni concrete.
Sulla base della relazione (6.2), corretta per il lieve scarto medio riscontrato (- 0,1 dB)
fra dati teorici e risultati delle misure, sono stati calcolati i fattori correttivi suddetti in
funzione delle varie distanze microfono–facciata (da 1 a 4 m) e facciata-sede stradale
(vedi Figura n. 6.6).
41
Tenuto conto che tipicamente il microfono viene posizionato in un campo di distanze
dalla facciata fra 1 e 2 m e che le distanze sorgente–edificio sono solitamente comprese,
specialmente in ambito urbano densamente edificato, fra 5 e 10 m, si propone di
utilizzare come fattore correttivo il valore di - 3 dB (linea orizzontale più scura in
Figura n. 6.6) da apportare al livello sonoro misurato in facciata per stimare quello
incidente. Un tale valore costante rende, infatti, del tutto trascurabile lo scarto rispetto
alle curve ricavate per le distanze di 1 e 2 m e, comunque, anche nel caso peggiore di
misure eseguite a 4 m dalla facciata la differenza è al massimo di 0,5 dB, come
evidenziato dai risultati dell’indagine sperimentale. La Figura n. 6.7 riporta la
dispersione delle misure (δmisura) rispetto al fattore correttivo proposto di –3 dB, con
associato un intervallo di variabilità di ± 0,5 dB.
distanza facciata - sorgente (m)
0
5
10
15
20
25
30
35
-2.5
-2.6
-2.7
Fattore correttivo (dBA)
-2.8
-2.9
-3.0
-3.1
-3.2
-3.3
-3.4
-3.5
-3.6
-3.7
-3.8
1 (m)
2 (m)
3 (m)
4 (m)
Figura n. 6.6: Fattori correttivi per stimare il suono incidente sulla facciata degli
edifici prospicienti la strada. Le curve corrispondono a differenti
valori della distanza del microfono dalla facciata dei fabbricati (d1).
La linea orizzontale nera corrisponde al valore di – 3 dB
Si ribadisce che tale fattore correttivo tiene conto non solo del contributo della
riflessione della facciata retrostante il microfono, ma anche della divergenza geometrica
tra la sorgente sonora e le posizioni dei due microfoni p.2 e p.3.
Considerato che nelle coppie di microfoni p.2-p.3 sono stati acquisiti anche gli spettri a
bande di 1/3 di ottava da 50 a 10.000 Hz (vedi Appendice) si è proceduto a determinare
anche l’andamento in funzione della frequenza del valore medio delle differenze dei
livelli Leq alla distanza d1 = 2 m per i sette siti con sezione a L.
42
distanza facciata - sorgente (m)
0
5
10
15
20
25
30
35
-2.0
-2.2
-2.4
Fattore correttivo (dBA)
+0.5dB
-2.6
-2.8
-3.0
-3.2
-3.4
-0.5dB
-3.6
-3.8
-4.0
Figura n. 6.7: Dispersione dei fattori correttivi misurati. La linea orizzontale nera
corrisponde al valore di – 3 dB e quelle tratteggiate a 3±0,5 dB
È stata scelta solo la distanza d1 = 2 m in modo da potere confrontare i risultati
sperimentali con quelli conseguiti mediante un modello [16] sviluppato in precedenza.
Questo modello considera il traffico veicolare una sorgente lineare estesa che produce
onde sonore incidenti sulla facciata dell’edificio secondo un intervallo di angoli di
incidenza, alcuni dei quali sono riflessi verso il microfono antistante la facciata.
Nell’ipotesi di assenza di attenuazione sonora dovuta all’effetto suolo e
all’assorbimento dell’aria e di uguale energia sonora incidente per intervallo angolare si
ottiene l’andamento in frequenza per la differenza p.2-p.3 riportato con la spezzata a
tratto intero nella Figura n. 6.8.
Nella stessa figura sono illustrati il valore medio e l’intervallo di variabilità a ± lo scarto
tipo dei dati sperimentali. Il buon accordo con i risultati ottenuti dalla sperimentazione
(coefficiente di correlazione r = 0,90), conferma la validità del protocollo sperimentale
predisposto che potrà proficuamente essere impiegato in ulteriori auspicabili indagini
sul campo per ampliare la dimensione campionaria e la casistica delle configurazioni
ambientali.
43
LAeqfacciata - LAeq a 2 m [dB]
6
Modello teorico
Dati sperimentali
(valore medio e ± 1 scarto tipo)
5
4
3
2
1
100
1000
Frequenza centrale 1/3 ottava [Hz]
Figura n. 6.8: Confronto tra i risultati della indagine sperimentale e quelli del
modello teorico [16] per d1 = 2 m tra i microfoni p.2 e p.3
Per completezza di documentazione si riportano anche i risultati sperimentali ottenuti
nei due di nove siti ove si è proceduto anche al rilevamento sincrono nei microfoni p.3 e
p.1bis (vedi Figura n. 6.3). I valori medi delle differenze tra i livelli LAeq (p.3-p.1bis)
sono risultati pari a 2,3 ± 0,5 e 1,8 ± 0,2 dB per d1 = 2 m. L’esiguità del campione non
consente alcuna considerazione statistica significativa ed anche il confronto con i
risultati dell’indagine precedente svolta da ARPAT [14] può essere solo indicativo in
quanto, pur essendo la disposizione dei due suddetti microfoni simile, è diversa la
distanza d1, pari a 2 m invece che 1 m come in [14].
44
7.
ASPETTI SPAZIALI
Come noto la legislazione italiana vigente prescrive che per la verifica di conformità ai
valori limite assoluti durante il rilevamento del rumore in ambiente esterno l’altezza del
microfono debba essere scelta in accordo con la reale o ipotizzata posizione dei ricettori.
È vero, altresì, che per la misura del rumore da traffico veicolare e ferroviario viene
stabilita per il microfono una quota da terra di 4 m, mentre per il rumore aeroportuale la
quota non deve essere inferiore a 3 m dal piano di campagna o dal piano di appoggio in
presenza di edifici.
Anche se le disposizioni sopra citate risalgono al 1997 per il rumore aeroportuale [12] e
al 1998 per il rumore da traffico veicolare e ferroviario [22] è verosimile che esistano
numerosi rilevamenti o elaborazioni numeriche di dati acustici in corrispondenza di
posizioni dei ricettori a quote da terra diverse da 4 m. Tra queste assai ricorrenti sono
quelle a 1,2-1,5 m dal piano stradale sia per motivi logistici di esecuzione più agevole
dei rilevamenti, sia perché rappresentative dell’esposizione delle persone presenti sulla
strada. Anche se queste altezze del microfono non sono escluse dalla direttiva
2002/49/CE in essa è richiesto, comunque, di rapportare il livello del descrittore ivi
rilevato o stimato alla quota da terra di 4 m. Ne consegue la necessità di determinare un
fattore di conversione per stimare il livello alla quota da terra di 4 m a partire dal dato
acustico riferito a quota diversa. Il problema riguarda numerosi Stati che, come l’Italia,
nella loro legislazione hanno definito protocolli sperimentali diversi da quelli prescritti
dalla direttiva 2002/49/CE. Tra questi l’Inghilterra ha condotto un’indagine finalizzata a
determinare il fattore di conversione tra quote da terra di 1,2 e 4 m per il rumore da
traffico stradale sulla base sia di rilievi sperimentali sia di una simulazione numerica
[15]. In particolare, dopo una disamina dei vantaggi e svantaggi per i rilevamenti a
queste due quote, sintetizzati nella Tabella n. 7.1, per 82 siti, privi di ostacoli tra
sorgente e ricettore di altezza superiore a 1 m, è riportata la statistica delle differenze tra
i livelli di diversi descrittori acustici rilevati a 4 e 1,2 m da terra e a 1 m dalla facciata
dell’edificio. Per quanto concerne i livelli LAeq e Lden sono fornite le differenze e gli
scarti tipo riportati nella Tabella n. 7.2. Si osserva un’ampia variabilità delle differenze
L4m – L1,2m, comparabile con l’entità del loro valore medio.
45
Quota da terra m
Principali vantaggi
Principali svantaggi
1,2
Rappresentativa dell’esposizione delle
persone all’esterno degli edifici.
Minore influenza del vento.
Schermatura da parte di veicoli
parcheggiati.
In presenza di sorgenti molteplici ostacoli
bassi possono schermare alcune sorgenti.
4
Rappresentativa dell’esposizione delle
persone al piano rialzato dell’edificio.
Minore influenza del rumore antropico
in prossimità del microfono.
Posizionamento meno agevole del
microfono.
Livelli bassi prodotti da sorgenti sonore
esterne possono essere aumentati da
rumori interni trasmessi da finestre aperte.
Tabella n. 7.1: Vantaggi e svantaggi dei rilevamenti a quote da terra di 1,2 e 4 m
[15]
Descrittore acustico L
LAeq
Lden
Parametro statistico
Media
Scarto tipo
Media
Scarto tipo
L4m – L1,2m dB
1,5
1,3
1,6
1,2
Tabella n. 7.2: Statistica delle differenze dei livelli LAeq e Lden rilevati a 4 e 1,2 m
da terra [15]
In considerazione dell’ampiezza dello scarto tipo è stato ritenuto opportuno eseguire
un’ulteriore simulazione numerica applicando il modello francese NMPB-Routes-96 a
diverse configurazioni ambientali tra le quali due sono rappresentative delle
configurazioni più ricorrenti nell’indagine inglese [15]. Queste configurazioni,
schematizzate nelle Figure n. 7.1 e n. 7.2, corrispondono rispettivamente ad assenza e
presenza della facciata dell’edificio retrostante il ricettore. Nel calcolo, strada e facciata
dell’edificio sono stati considerati perfettamente riflettenti, mentre l’influenza del suolo
interposto è stata valutata per vari valori del parametro G previsto dal modello.
Figura n. 7.1: Configurazione in assenza di edificio impiegata per la simulazione
numerica [15]
46
Figura n. 7.2: Configurazione in presenza di edificio impiegata per la simulazione
numerica [15]
È stata riscontrata una convergenza dei risultati delle simulazioni numeriche con i dati
sperimentali dello studio inglese in corrispondenza di una delle seguenti condizioni:
- effetto suolo consistente (G=1) e distanze sorgente-ricettore (in pianta) superiori a
30 m, condizioni meteoclimatiche al 100% favorevoli alla propagazione sonora;
- effetto suolo consistente (G=1) e distanze sorgente-ricettore (in pianta) tra 10 e
15 m, condizioni meteoclimatiche omogenee al 100%;
- presenza di schermi acustici di altezza inferiore a 1 m che schermano il ricettore a
1,2 m dal suolo ma non quello a 4m.
Nella realtà potrebbe verificarsi una concorrenza delle tre condizioni sopra elencate e,
pertanto, ciascuna di esse diventerebbe meno vincolante. L’influenza della riflessione
della facciata dell’edificio a 1 m apporta variazioni dell’ordine di 0,2-0,3 dB sulla
differenza L4m – L1,2m.
Ulteriori simulazioni eseguite con il modello francese NMPB-Routes-96, impostato
secondo i seguenti parametri:
- sorgente lineare indefinita;
- larghezza sede stradale 8 m, unica linea di traffico al centro della sede e priva di
pendenze lungo il tracciato;
- campo libero, condizioni di propagazione al 100% omogenee;
hanno fornito i risultati riportati nelle Figure n. 7.3 e n. 7.4. In particolare il grafico in
Figura n. 7.3 rappresenta la differenza L4m-L1,5m per due valori di G (pari a 0,25 per
ambito urbano e 0,75 per quello extraurbano) in funzione della distanza (in pianta) fra
sorgente (linea di traffico, non bordo strada) e ricettore. A 30 m è ben visibile come le
differenti condizioni di terreno possono influire significativamente sull’entità del fattore
correttivo (circa 2 dB), mentre a distanze inferiori a 10 m prevale l’effetto della
divergenza geometrica.
47
5
4
L(4 m) - L(1.5 m) [dBA]
3
G = 0.25
G = 0.75
2
1
0
-1
-2
-3
-4
-5
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Distanza (in pianta) microfono - sorgente [m]
Figura n. 7.3: Differenza L4m-L1,5m per G = 0,25 (ambito urbano) e G = 0,75
(ambito extraurbano) in funzione della distanza sorgente-ricettore
Il grafico in Figura n. 7.4, invece, riporta le differenze L4m-Lpiano per altre altezze del
ricettore diverse da 1,5 m (2° piano = 7m; 3° piano = 10m; 4° piano = 13 m;
5° piano = 16 m) in funzione della distanza (in pianta) fra la sorgente (linea di traffico,
non bordo strada) e il ricettore. Per questo grafico non è stata impostata alcuna
differenza nella tipologia di terreno, bensì è stato utilizzato un unico valore di G pari a
0,5; lo scarto delle 4 curve rispetto alle corrispondenti con G = 0,25 e G =0,75 risulta
infatti, a parità di distanza, sempre entro 0,5 dBA e, quindi, trascurabile.
7
6
L(4 m) - L(piano) [dBA]
5
4
2° p
3° p
4° p
5° p
3
2
1
0
-1
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Distanza (in pianta) microfono - sorgente [m]
Figura n. 7.4: Differenza L4m-Lpiano in funzione della distanza sorgente-ricettore
48
Da notare come la variazione della correzione L4m-L1,5m per differenti tipologie di
terreno in condizioni omogenee di propagazione a 30 m (circa 2 dB) è sensibilmente
maggiore della differenza a 4 m di altezza fra condizioni meteo favorevoli e omogenee,
nel range di 30 m indicato al paragrafo 5.1, anche assumendo G = 1 (circa 1 dB).
Sulla base di questa osservazione risulta più chiara anche la scelta qui formulata di
ipotizzare condizioni propagative omogenee per l’esecuzione del rilevamento. In
particolare, considerando che in Italia le misure a 1,5 metri disponibili sono tipicamente
di tipo spot (brevi intervalli temporali) e che ragionevolmente il loro svolgimento
avviene in presenza di condizioni meteoclimatiche propendenti verso quelle sfavorevoli,
si è ritenuto che il modo migliore per rappresentare gli effetti propagativi conseguenti
fosse quello di simulare con il modello NMPB-Routes-96 un’occorrenza di condizioni
omogenee pari al 100%.
Si sottolinea, infine, che le correzioni proposte sono certamente affette da incertezza, in
particolare per l’altezza di 1,5 m, anche tenuto conto che lo stesso modello NMPBRoutes-96 prevederebbe di collocare i ricettori ad una quota dal suolo non inferiore a 2
m.
Le considerazioni sopra esposte non sono direttamente generalizzabili sia al traffico
ferroviario (per la direttività dell’emissione sonora), sia alle sorgenti puntuali per le
quali l’altezza rispetto al suolo è una variabile da non trascurare.
49
CONCLUSIONI
L’attività svolta può essere sintetizzata nei seguenti aspetti:
- raccolta ed analisi della documentazione sui vari argomenti oggetto dello studio;
- acquisizione di dati da rilevamenti del rumore da traffico stradale, ferroviario ed
aeroportuale di durata non inferiore alle 24 ore;
- pianificazione ed esecuzione di un’indagine sperimentale per la determinazione del
fattore di conversione suono incidente-riflesso sulla facciata dell’edificio retrostante
il microfono;
- impiego di modelli numerici di simulazione acustica per stimare il suddetto fattore
di conversione, l’influenza delle condizioni meteoclimatiche sulla propagazione
sonora e il fattore di conversione per rapportare alla quota da terra di 4 m dati
acustici riferiti a quote diverse.
I risultati ottenuti, sintetizzati nella tabella seguente per lo scenario temporale stabilito
dal decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 194 di recepimento della direttiva 2002/49/CE
(giorno 06÷22, sera 20÷22, notte 22÷06), appaiono interessanti e per alcuni aspetti,
come ad esempio il traffico veicolare, di sicura ricaduta applicativa in relazione anche
agli adempimenti futuri prescritti con il suddetto decreto legislativo.
Traffico
Lden - LAeq,d dB
Lden - LAeq,n dB
Stradale urbano
2,5 (± 2,2)
8,1 (± 1,8)
Stradale
extraurbano
2,1 (± 2,0)
8,3 (± 1,8)
Ferroviario
7,7 (± 2,8)
6,1 (± 0,6)
Lden – LVA,24h dB
Lnight – LVA,n dB
2,2 (± 1,9)
- 5,3 (± 6,8)
Aeroportuale
Suono incidente – riflesso
dB
- 3 (± 0,5)
Sintesi dei fattori correttivi secondo lo scenario temporale (giorno 06÷22, sera
20÷22, notte 22÷06) stabilito dal decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 194 di
recepimento della direttiva 2002/49/CE. Tra parentesi tonde è riportato
l’intervallo di confidenza al 90%
L’esiguità dei dati raccolti per il traffico ferroviario ed aeroportuale, pur evidenziando la
peculiarità di queste due sorgenti sonore, non consente generalizzazioni
sufficientemente attendibili. Anche la sperimentazione condotta per determinare il
fattore di conversione suono incidente-riflesso sulla facciata dell’edificio retrostante il
microfono, pur se ha impegnato importanti risorse di tempo e di personale, è auspicabile
sia proseguita ed estesa ad un maggiore numero di configurazioni ambientali e di
traffico veicolare. Di sicuro interesse applicativo sono anche i risultati ottenuti mediante
50
simulazioni numeriche per rapportare alla quota di riferimento di 4 m i livelli di rumore
da traffico stradale determinati per ricettori ad altezze diverse (1,5 m e superiori). In
merito all’influenza delle condizioni meteoclimatiche sul valore annuale dei descrittori
acustici si sottolinea l’urgenza di acquisire ed elaborare i parametri meteorologici al fine
di redarre carte locali per aree meteoclimatiche omogenee che consentano una più
compiuta applicazione del modello NMPB-Routes-96.
Al di là delle procedure descritte in questo rapporto, è di fondamentale importanza
sottolineare che qualsiasi procedura adottata per la conversione dei dati acustici nei
nuovi descrittori Lden e Lnight debba essere compiutamente documentata al fine di
soddisfare le evidenti esigenze di trasparenza e di ripercorribilità.
51
BIBLIOGRAFIA
[1] Direttiva 2002/49/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 25 giugno 2002,
Determinazione e gestione del rumore ambientale, GUCE L 189/12, 18.7.2002,
Bruxelles.
[2] Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 194, Attuazione della direttiva 2002/49/CE
relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale, Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale n. 222, 23.9.2005.
[3] G. Brambilla, A. Franchini, D. Bertoni, A. Callegari, Effetti della Direttiva
2002/49/CE sulla metrologia e sui limiti del rumore ambientale, Atti Seminario
AIA-GAA “La direttiva 2002/49/CE e il suo impatto sulla legislazione italiana”,
ISBN 88-88942-05-X, pag. 17-31, Pisa, novembre 2004.
[4] G. Brambilla, Time variability of urban noise and estimate of its long term LAeq
level, Proceedings Forum Acusticum 2002, paper NOI-04-007-IP, Sevilla,
settembre 2002.
[5] E. Gaja, A. Gimenez, S. Sancho, A. Reig, Sampling techniques for the estimation of
the annual equivalent noise level under urban traffic conditions, Applied Acoustics,
vol. 64, pag. 43-53, 2003.
[6] I. Flindell, Lecture on “Designing outdoor sound measurements”, citata in
N.J. Craven, G. Kerry “A good practice guide on sources and magnitude of
uncertainty arising in the practical measurement of environmental noise”, pag. 102,
University of Salford (UK), 2001.
[7] ISO/DIS 1996-2.2, Acoustics-Description, assessment and measurement of
environmental noise-Part 2: Determination of environmental noise levels, 2005.
[8] European Commission Working Group WG-AEN, Position paper on good practice
guide for strategic noise mapping and the production of associated data on noise
exposure, Rapporto versione 1, dicembre 2003.
[9] ISO 9613-2, Acoustics-Attenuation of sound during propagation outdoors-Part 2:
A general method of calculation, 1996.
[10] Norma XP S 31-133, Bruit des infrastructures de transports terrestres-calcul de
l’atténuation du son lors de sa propagation en milieu extérieur, incluant les effets
météorologiques, aprile 2001.
[11] Raccomandazione Commissione Europea 6.8.2003, Linee guida relative ai metodi
di calcolo aggiornati per il rumore dell’attività industriale, degli aeromobili, del
traffico veicolare e ferroviario e i relativi dati di rumorosità, GUCE L 212/49,
22.8.2003, Bruxelles.
52
[12] D.M. Ambiente 31.10.1997, Metodologia di misura del rumore aeroportuale,
GURI serie generale n. 267, 15.11.1997.
[13] ISO 1996-2:1987/Adm 1: 1998, Acoustics–Description and measurement of
environmental noise-Part 2: acquisition of data pertinent to land use, 1987.
[14] G. Licitra, L. Boccini, M. Cerchiai, A. D’Ambra, A. Zari, Confronto fra gli
indicatori proposti dalla Commissione europea e la normativa italiana: l’effetto
della correzione per le riflessioni, Atti Convegno AIA 2000, pag. 35-38, Trani,
giugno 2000.
[15] Building Research Establishment, The national Noise Incidence Study 2000
(England and Wales): 1,2 m and 4 m assessment heights, Report 204271f, febbraio
2002.
[16] Hall F.L., Papakyriakou M.J., Quirt J.D., Comparison of outdoor microphone
locations for measuring sound insulation of building facades, Journal of Sound and
Vibration 92(4), pag. 559-567, 1984.
[17] Heutschi K., A simple method to evaluate the increase of traffic noise emission
level due to buildings, for a long straight street, Applied Acoustics 44,
pag. 259-274, 1994.
[18] Quirt J.D., Sound fields near exterior building surfaces, Journal of Acoustical
Society of America 77(2), pag. 557-566, 1985.
[19] Makarewicz R., Kokowski P., Reflection of noise from a building’s facade, Applied
Acoustics 43, pag. 149-157, 1994.
[20] Ismail M.R., Oldham D.J., A scale model investigation of sound reflection from
building facades, Applied Acoustics 66, pag. 123-147, 2005.
[21] R. Bojola, D. Casini, M. Cerchiai, G. Memoli, Valutazione dell’influenza del suono
riflesso nelle misure in facciata degli edifici, Atti Convegno AIA 2005, pag. 127132, Ancona, 2005.
[22] D.M. Ambiente 16.03.1998, Tecniche di rilevamento e di misurazione
dell’inquinamento acustico, GURI serie generale n. 76, 1.4.1998.
53
APPENDICE
Dati acquisiti nel corso dell’indagine sperimentale sulle differenze
tra suono incidente e suono riflesso dalla facciata dell’edificio
54
Sito 1: VIA TOSCANA, LIVORNO, 22 dicembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
15,0
8,7
8,5
9,0
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
12,3
1
1
180°
0
tradizionale
basso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
12,5
L
12,0
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
55
Vista del sito in Via Toscana con una configurazione di misura (sito 1)
Inquadramento cartografico del sito in Via Toscana con indicate le postazioni di misura (sito 1)
56
Sito 1: VIA TOSCANA, LIVORNO, 22 dicembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 3 minuti
d1
[m]
A
2,4
±0,3
2,5
1,0
±0,1
2,4
2,0
±0
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,4
±0,1
1,9
±0,2
6,2
±0,9
0,7
±0,1
2,8
±0,2
5,8
±0,7
1,2
±0,2
4,6
±0,9
3,1
±1,9
2,2
±0,3
7,2
±1,3
1
±0,8
2,8
±0,2
6
±0,4
3,4
±0,4
4,5
±0,2
4,3
±0,2
4,5
±0,9
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,3 3,5 2,3 2 2,9 3 2,2 2,4 2,5 2,7 2,6 2,5 2 1,6 1 0,5 -1 -2,8
±0,5 ±0,1 ±0,4 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,7 ±0,7 ±0,4
0,6 1,5 2,8 2,2 2,3 2,7 2,3 2,5 2,6 2,8 2,5 2,4 1,9 1,2 0,5 0,5 -0,5 -2,9
±0,8 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,3
3,3 2,5 2,2 2,4 1,3 2,6 2,2 2,5 2,5 2,7 2,5 2,5 2 1,3 1,1 1 -0,1 -2
±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,4 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,4 ±0,5 ±0,8 ±1 ±1,4
Tabella A.1: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d1
[m]
0,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
-0,3 0,1 -0,3 -0,1 -0,1 0,1 0 -0,1 -0,2 -0,2 -0,3 -0,6 -0,2 -0,4 -0,3 -0,4 -0,1 -0,1 -0,3 -0,5 -0,8 -1 -1 -0,7 -0,9
±0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,1 ±0,4
Tabella A.2: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4
d3
[m]
9,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
4.7 6.4 4.6 4.4 4.8 5.1 6.5 5.1 4.7 4.9 4.9 3.8 4.7 4.5 4.4 4.7 4.8 4.6 4.6 4.6 5.4 4.1 4.9 3.9 0.3
±0.3 ±0.2 ±0.9 ±2.5 ±0.6 ±0.8 ±0.7 ±0.5 ±0.5 ±1 ±0.5 ±0.3 ±0.4 ±0.4 ±0.5 ±0.3 ±0.2 ±0.1 ±0.1 ±0.3 ±2.6 ±0.6 ±3.6 ±4.5 ±0.3
Tabella A.3: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
57
Sito 2: PIAZZA MAZZINI, LIVORNO, 22 dicembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
8,8
10,7
11,4
8,6
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
8,5
1
1
180°
0
tradizionale
intenso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
15,4
L
15,0
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
58
Vista del sito in Piazza Mazzini con una configurazione di misura (sito 2)
Inquadramento cartografico del sito in Piazza Mazzini con indicate le postazioni di misura (sito 2)
59
Sito 2: PIAZZA MAZZINI, LIVORNO, 22 dicembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 3 minuti
d1
[m]
A
2,9
±0,1
2,7
1,0
±0,1
2,7
2,0
±0,1
2,4
4,0
±0,2
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,4
±0
1,6
±0,2
5,1
±0,3
2,2
±0,7
0,6
±0
2,3
±0,1
5,3
±0,6
2,2
±0,7
0,9
±0
3,2
±0,7
3,6
±0,6
3,1
±0,6
1,5
±0,1
4,6
±0,6
1,6
±0,3
2,1
±0,4
2,4
±0,3
4,8
±0,5
2,6
±0,3
2,2
±0,4
3,4
±0,2
4,1
±0,8
2,6
±0,1
2,2
±0,3
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5 5,5 3,8 2,5 2,4 3,7 2,5 3,1 3 3,4 3,1 2,8 2,3 2 1,6 1,4 0,4 -1,7
±0,5 ±0,3 ±0,4 ±0,2 ±0 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,6 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,3
2,7 2,7 3,7 2,6 2,6 2,6 2,6 2,9 2,9 3,1 2,8 2,7 2,2 1,6 1,4 1,7 -0,3 -2,3
±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,2 ±0,3 ±1,3 ±0,2 ±0,3
2,6 2,4 2,5 2,5 2,5 2,8 2,6 2,9 2,9 3 2,7 2,5 2,2 1,6 1,1 0,8 -0,4 -2,3
±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,5 ±1,3 ±1,7
2,4 2,5 2,4 1,6 2,3 2,3 2,3 2,6 2,7 2,9 2,8 2,8 2,1 1,3 1,3 1 0,9 0,8
±0,1 ±0,3 ±0,1 ±1,5 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,6 ±0,7 ±0,4 ±0,2 ±0,7
Tabella A.4: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d3
[m]
8,6
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5.7 6.2 6.1 5 4.6 5.2 5.4 6
6 5.5 5.9 5.4 5.8 5.8 5.9 5.9 5.8 5.6 5.4 5.7 5 4.7 3.9 3.2 1.3
±0.2 ±0.4 ±0.5 ±0.8 ±0.3 ±0.9 ±0.2 ±0.3 ±0.7 ±0.2 ±0.2 ±0.4 ±0.7 ±0.4 ±0.2 ±0.2 ±0.5 ±0.2 ±0.7 ±0.7 ±0.6 ±0.5 ±0.7 ±0.7 ±0.9
Tabella A.5: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
60
Sito 3: VIA BUONARROTI, PISA, 21 dicembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
7,5
3,9
8,0
4,3
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
17,8
9,0
1
1
180°
0
tradizionale
basso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
12,0
U
12,0
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
61
Vista del sito in Via Buonarroti con una configurazione di misura (sito 3)
Inquadramento cartografico del sito di Via Buonarroti con indicate le postazioni di misura (sito 3)
62
Sito 3: VIA BUONARROTI, PISA, 21 dicembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 2 minuti
d1
[m]
A
2,9
±0,1
2,9
1,0
±0,1
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,7
±0,1
0,7
±0
0,9
±0,1
0,9
±0,1
1,3
±0
1,5
±0,1
1,7
±0,4
2,3
±0,3
3,1
±0,5
2,9
±0,4
4,5
±0,4
4,3
±0,7
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,6 5,1 3,6 2,4 3,2 3,6 2,5 2,8 2,8 3,1 3,1 3,1 2,6 2 1,5 1,6 0,6 -2,1
±0,4 ±0 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,5 ±1
5,8 5,2 3,7 2,5 3,1 3,6 2,5 2,8 2,7 3 3,1 3 2,6 1,9 1,4 1,6 0,6 -2,1
±0,4 ±0,6 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,7
Tabella A.6: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d3
[m]
4,3
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,5 5,6 6,3 6,3 6,2 5,8 6,1 5 6,2 5,8 5,2 5,7 5,7 5,5 5,2 5,2 5,2 5,4 5,9 5,8 5,3 4,8 5,1 4,4 3,6
±0,2 ±0,9 ±0,7 ±1,4 ±1,1 ±1 ±1,6 ±0,5 ±1,6 ±0,8 ±0,5 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±1,2 ±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,4 ±0,6 ±3,3
Tabella A.7: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
63
Sito 4: S. GOBAIN, PISA, 21 dicembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
10,5
18,6
5,5
4,5
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
9,5
1
1
180°
0
tradizionale
intenso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
64
9,5
L
Vista del sito S. Gobain con una configurazione di misura (sito 4)
Inquadramento cartografico del sito S. Gobain con indicate le postazioni di misura (sito 4)
65
Sito 4: S. GOBAIN, PISA, 21 dicembre 2004 – 9 serie di misure, durata minima 2,5 minuti
d1
[m]
A
2,9
±0,1
2,9
1,0
±0,1
3
2,0
±0,1
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,7
±0,1
0,7
±0
6,3
±1,1
0,9
±0,1
0,9
±0,1
6,2
±0,8
1,3
±0
1,5
±0,1
3,3
±0,4
1,7
±0,4
2,3
±0,3
1,4
±0,3
3,1
±0,5
2,9
±0,4
2,9
±0,6
4,5
±0,4
4,3
±0,7
3,5
±0,2
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,6 5,1 3,6 2,4 3,2 3,6 2,5 2,8 2,8 3,1 3,1 3,1 2,6 2 1,5 1,6 0,6 -2,1
±0,4 ±0 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,5 ±1
5,8 5,2 3,7 2,5 3,1 3,6 2,5 2,8 2,7 3 3,1 3 2,6 1,9 1,4 1,6 0,6 -2,1
±0,4 ±0,6 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,7
2,9 2,9 3 3,1 2,9 2,9 3 3,1 2,9 3,1 3,2 3,1 2,6 2,2 1,6 1,6 0,8 -1,7
±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1
Tabella A.8: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d1
[m]
0,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
-0,4 0,1 0 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,6 -0,5 -0,5 -0,4 -0,5 -0,3 -0,2 -0,5 -0,7 -0,6 -0,7 -0,5 0,1 0,3
±0 ±0,4 ±0,3 ±0,5 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2
Tabella A.9: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4.
d3
[m]
4,5
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
6,5 6,7 6,9 6,7 5,3 6,4 6,8 6,7 6,9 6,8 6,9 6,6 6,5 6,4 6,5 6,4 6,6 6,7 6,7 6,5 6,5 6,5 6 5,2 2,8
±0,5 ±0,9 ±0,6 ±1,3 ±0,9 ±0,7 ±0,8 ±0,9 ±0,8 ±0,4 ±0,4 ±0,6 ±0,4 ±0,4 ±0,5 ±0,4 ±0,6 ±0,5 ±0,5 ±0,6 ±0,6 ±0,6 ±0,7 ±0,9 ±0,7
Tabella A.10: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
67
Sito 5: VIA CORRIDONI, FIRENZE, 15 dicembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
7,3
10,9
10,2
8,8
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
11,1
9,0
1
0
180°
0
tradizionale
intenso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
14,2
U
14,0
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
68
Vista del sito in Via Corridoni con una configurazione di misura (sito 5)
Inquadramento cartografico del sito in Via Corridoni con indicate le postazioni di misura (sito 5)
69
Sito 5: VIA CORRIDONI, FIRENZE, 15 dicembre 2004, – 4 serie di misure, durata minima 3 minuti
d1
[m]
A
2,5
±0,1
2,6
1,0
±0,1
2,7
2,0
±0,1
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,6
±0,1
2,2
±0,3
6,2
±0,8
0,7
±0,1
2,4
±0,3
5,4
±0,6
1
±0,1
4,5
±0,9
3,1
±0,5
1,8
±0,2
5,3
±1,2
2,4
±0,5
2,7
±0,2
5,5
±0,1
1,8
±0,6
3,5
±0,2
3,6
±0,2
3,3
±0,3
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5 4,9 3,8 2,6 1,8 3,4 2,3 2,7 2,6 2,4 2,3 2,2 1,8 1,4 0,6 -1,1 -2,9 -2,5
±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3
2,7 3,6 3,6 3,2 2,3 2,8 2,7 2,8 2,6 2,7 2,5 2,5 2,2 1,8 1,1 -0,7 -2,5 -2,6
±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,3 ±0,4
3,1 3,4 3,1 3,2 2,3 3,1 2,8 2,9 2,8 2,7 2,7 2,5 1,9 1,6 0,7 -1,1 -2,8 -2,5
±0,5 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,3
Tabella A.11: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d3
[m]
8,8
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,6 4,3 4,7 4,6 6,3 5,6 5,7 5,8 6,1 6 5,5 4,9 5,6 5,9 5,5 5,7 5,4 5,6 5,6 5,5 5,3 4,5 2,4 1,1 1,7
±0,8 ±0,7 ±0,3 ±2 ±1,2 ±0,4 ±0,3 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,6 ±0,5 ±0,6 ±1,2 ±0,6 ±1,2 ±0,8 ±1 ±1 ±1,1 ±1,5 ±2,3 ±3,2 ±2,8 ±3,6
Tabella A.12: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
71
Sito 6: VIALE XI AGOSTO, FIRENZE, 15 dicembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
21,2
12,2
4,2
4,3
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
18,0
3
3
180°
0
tradizionale
medio
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
73
8,2
L
Vista del sito in Viale XI Agosto con una configurazione di misura (sito 6)
Inquadramento cartografico del sito in Viale XI Agosto con indicate le postazioni di misura (sito 6)
74
Sito 6: VIALE XI AGOSTO, FIRENZE, 15 dicembre 2004 – 3 serie di misure, durata minima 3 minuti
d1
[m]
A
3
±0.1
3,2
1,0
±0,1
3
2,0
±0,1
2,7
4,0
±0,1
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,5
±0,1
1,9
±0,5
4,5
±0,9
1,8
±0,6
0,9
±0,2
2,6
±0,9
5,3
±0,7
3,1
±0,6
1,2
±0,1
4,3
±0,7
4,3
±0,3
3,8
±0,7
2
±0,1
4,8
±0,8
1,8
±0,2
2,5
±0,6
3,1
±0,2
4,6
±0,4
2,7
±0,4
3,1
±0,4
4,7
±0,1
2,9
±0,7
3,2
±0,3
2,7
±0,3
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
6 4,4 2,3 2
4 3,4 3,4 2,7 3 2,7 3
3 2,8 2,5 2,1 0,6 -0,7 -2,8
±0,4 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,4 ±0,3 ±0,3
2,4 3,1 2,3 2,1 3,3 3,1 3,6 3,4 3,1 3,1 3,3 3,2 3,1 3,5 3 1,8 -0,3 -3,1
±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,9 ±0,3 ±0,5 ±0,4 ±0,8
2,3 2,8 2,6 2,3 3,1 3,1 3,3 3,1 3
3 3,2 3,1 2,8 2,9 2,7 1,2 -0,6 -3,9
±0,4 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0.0 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,4 ±0,8 ±0,7 ±2,3
2,1 2,3 2,4 2 2,8 2,6 2,8 2,8 2,7 2,6 2,8 2,9 2,7 2,5 2,7 1,5 -0,4 -2,3
±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,5 ±0,7
Tabella A.13: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d3
[m]
4,3
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,8 2,9 5,3 6,3 5,6 5,8 5,1 4,6 4,4 4,9 4,6 6 5,6 5,8 5,8 5,8 5,8 5,9 5,9 5,6 5,5 5,6 4 2,3 0,1
±0,4 ±1,3 ±0,8 ±0,8 ±0,3 ±0,5 ±0,6 ±1,1 ±1,1 ±0,6 ±0,5 ±0,6 ±0,8 ±0,6 ±0,5 ±0,4 ±0,3 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,6 ±0,7 ±0,8 ±0,9 ±0,9
Tabella A.14: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
75
Sito 7: ARCHIVIO REGIONE, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio – microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
31,0
14,2
9,0
5,0
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
14
2
2
180°
0
tradizionale
intenso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
13,0
L
15
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
76
Vista del sito dell’Archivio della Regione con una configurazione di misura (sito 7)
Inquadramento cartografico del sito dell’Archivio della Regione con indicate le postazioni di misura
(sito 7)
77
Sito 7: ARCHIVIO REGIONE, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004 – 4 serie di misure, durata minima 2 minuti
d1
[m]
A
2,5
±0,1
2,5
2,0
±0,2
2,5
4,0
±0,1
2,4
8,0
±0,1
1,0
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
2
±0,2
4,9
±0,8
2,7
±0,6
1,9
±0,3
3,3
±0,3
5,1
±0,2
3,4
±0,6
3,2
±0,2
5,1
±0,5
3,3
±0,3
4
±0,3
3,9
±0,1
7,4
±0,8
4,4
±0,8
5,2
±0,9
4,9
±0,3
6
±0,9
4,6
±0,6
5,2
±0,5
5,2
±0,3
2,6
±0,9
3,5
±0,6
4,1
±0,3
3,9
±0,3
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
1,7 3,7 2,1 3,3 3 2,9 2,6 2,8 2,6 2,2 2,4 2,4 2,1 1,9 1,6 -0,5 -3,5 -5,4
±0,3 ±0,1 ±0,3 ±0,4 ±0,1 ±0,4 ±0,4 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,4 ±0,3 ±0,3 ±0,5 ±0,3
2,8 2,7 3,3 3,3 3,1 2,6 1,9 2,9 2,4 2,4 2,5 2,4 2,1 2,1 1,8 -0,1 -2,7 -4,6
±0,4 ±0,6 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,4 ±0,5 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,7 ±0,8
2,8 2,7 3,2 3,8 3,7 2,8 1,9 2,8 2,2 2,2 2,4 2,3 1,9 1,9 1,9 -0,3 -2,9 -5,2
±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,5 ±0,6
1,6 1,3 2,3 3,4 2,8 1,9 1,4 2,5 2,5 2,5 2,6 2,4 1,8 1,9 1,2 -0,9 -4,5 -6,6
±0,4 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,7 ±0,2
Tabella A.15: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d1
[m]
0,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
-0,2 -1 0,2 0,2 0,1 0 0,1 -0,1 -0,3 -0,3 -0,6 -0,5 -0,4 -0,5 -0,1 -0,1 -0,2 0,1 0,3 0 -0,2 -0,3 -0,4 -0,1 -2,3
±0,1 ±0,6 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,4 ±0,1
Tabella A.16: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4
d3
[m]
5,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,2 4,4 5,3 5 5,6 6,6 6,2 4,8 5,1 5,3 5,7 5,7 5 4,8 5,4 5,5 4,8 5,3 5,2 4,8 4,9 4,8 2,9 0,3 -2,1
±0,1 ±0,3 ±0,4 ±0,5 ±0,3 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1
Tabella A.17: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
79
Sito 8: COSTRUZIONI PONTELLO, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
12,1
6,5
2,9
5,0
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
11,2
1
1
180°
0
tradizionale
intenso
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
6,9
L
2 p.
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
80
Vista del sito dell’edificio Pontello con una configurazione di misura (sito 8)
Inquadramento cartografico del sito dell’edificio Pontello con indicate le postazioni di misura
(sito 8)
81
Sito 8: COSTRUZIONI PONTELLO, sp5 Lucchese, FIRENZE, 29 novembre 2004 – 6 serie di misure, durata minima 2 minuti
d1
[m]
A
2,5
±0,1
2,2
2,0
±0,2
1,8
4,0
±0,2
1,8
6,4
±0,1
1,0
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
2
±0,1
3,2
±1,7
2,4
±1,2
3
±0,3
3,1
±0,6
3,5
±1,3
2,7
±0,9
1,8
±0,9
4,6
±0,5
2,7
±0,5
2,7
±0,6
1,1
±1,7
5,1
±0,8
2,8
±0,4
2,4
±0,4
1,6
±1,1
3,6
±0,8
3
±0,9
2,3
±0,3
2,1
±0,7
2,5
±0,4
2,2
±0,6
2,1
±0,5
2,1
±0,4
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
2,3 3,2 2,2 2,6 2,1 2,3 2,5 2,7 2,5 2,4 2,6 3 3,1 3,2 2,8 1,7 0,6 -2,3
±0,3 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0 ±0,1 ±0.0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,4
3,1 3 2,8 2,3 2,3 1,9 2,2 2,5 2,2 2,2 2,1 2,3 2 1,9 1,4 0,2 -1,1 -3,9
±0,3 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,4 ±0,4 ±0,3 ±0,5 ±0,5
2,7 2,9 3 1,8 1,8 1,8 1,9 2,1 1,9 1,7 1,4 1,5 1,3 1 0,7 -0,6 -2 -4,4
±1 ±0,4 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,5 ±0,9 ±0,4
2 2,8 2,5 1,7 2 1,9 2,1 2,1 1,9 1,6 1,6 1,7 1,5 1,3 0,8 -0,6 -1,8 -4,6
±1,2 ±0,3 ±0,1 ±0,3 ±0.0 ±0,3 ±0,4 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0 ±0,4
Tabella A.18: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d1
[m]
0,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
-0,2 0,3 0,4 0,1 0 -0,4 -0,2 -0,3 -0,5 0,2 0 -0,4 -0,5 -0,2 -0,3 -0,1 -0,2 -0,3 0,1 -0,2 -0,6 -1,1 -1,9 -2,8 -4,6
±0 ±0,4 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0 ±0 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,6
Tabella A.19: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4
d3
[m]
5,0
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,2 4,9 5,5 4,5 5,7 4,5 4,5 5,1 5,5 5,8 4,9 4,8 5,1 5,4 5,6 5,3 5,1 5 5,3 5 5,1 4,6 3,8 2,9 -0,2
±0,3 ±2,9 ±0,6 ±0,4 ±0,8 ±1 ±0,3 ±1,2 ±0,3 ±0,5 ±0,6 ±0,5 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,6 ±0,2 ±0,4 ±0,2 ±0,4 ±0,3
Tabella A.20: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.1.
82
Sito 9: VIALE RIGHI, FIRENZE, 09 marzo 2005
Dati relativi alla geometria del posizionamento:
Altezza delle postazioni microfoniche (h) [m]
Distanza in pianta facciata edificio - sorgente (d) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo verticale più vicino (d2) [m]
Distanza del microfono su piastra dal bordo orizzontale più vicino (d4) [m]
Distanza edificio - microfono in campo libero (d3) [m]
4,0
7,5
4,4
11,8
7,6
Descrizione della sorgente:
Larghezza della sezione stradale (da edificio a edificio, per sez. a U) [m]
Larghezza sede stradale [m]
Numero sensi di marcia dx (*)
Numero sensi di marcia sx (*)
Stima angolo di vista microfono - sorgente [°]
Stima del gradiente di pendenza della strada (**) [%]
Tipologia di asfalto
Tipo di traffico (basso, medio, intenso)
6,3
1
1
180°
0
tradizionale
medio
Altre caratteristiche del sito indagato:
Altezza edificio alla postazione di misura [m]
Tipologia sezione stradale (L o U)
Altezza media edifici limitrofi (n° piani fuori terra)
(*) È dx il lato dov’è posizionato il microfono; (**) > 2, oppure 0.
83
15,8
L
Vista del sito in Viale A. Righi con una configurazione di misura (sito 9)
Inquadramento cartografico del sito in Viale A. Righi con indicate le postazioni di misura (sito 9)
84
Sito 9: VIALE RIGHI, FIRENZE, 09 marzo 2005 – 3 serie di misure, durata minima 3 minuti
d1
[m]
A
2,8
±0,1
2,8
1,0
±0,1
3,2
2,0
±0,2
2,9
4,0
±0,1
0,5
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,7
±0
1,4
±0,1
5,2
±0,5
1,2
±0,4
0,9
±0,1
2,4
±0,3
5
±0,1
1,8
±0,4
1,3
±0,2
3,2
±0,1
3,7
±1,1
1,5
±0,8
2,5
±0,4
6,2
±0,3
1,3
±0,4
1,9
±0,4
4
±0,4
6,5
±0,2
2
±0,2
2,1
±0,3
5,7
±0,4
4,1
±0,1
3,7
±0,4
2,4
±0,2
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,6 4,7 2,7 2,5 3,8 2,9 2,8 2,5 2,9 2,8 2,7 2,6 2,3 1,8 1,2 -0,7 -1,4 -1,3
±0,3 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,5 ±0,1
2,5 2,7 4,2 2,9 3,3 2,8 2,7 2,6 3 2,9 2,8 2,8 2,3 1,9 1 -0,9 -2,2 -1,4
±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,9 ±0,4 ±0,5
2 3,2 3 3,5 3,1 3,5 3,1 3,1 3,1 3,3 3,5 3,6 2,9 1,7 1,3 0,4 -1,5 -1,5
±0,3 ±0,2 ±0,5 ±0 ±0,1 ±0,5 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,7 ±1,2 ±0,5 ±0,8 ±0,4 ±1,4 ±0,4 ±0,6
2,4 2,6 3,2 3,2 3 3,1 2,8 2,9 3 2,9 2,7 2,6 2,3 1,7 1,1 -1 -2,1 -1,6
±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,1
Tabella A.21: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata (p.3), misurati al variare della
distanza d1 dall’edificio
d1
[m]
A
-0,2
±0,1
-0,3
0,0
±0,1
0,0
50
[Hz]
63
[Hz]
-0,3
±0,1
-0,7
±0,1
0,2
±0,2
-0,2
±0,2
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
0,7 0 -0,1 -0,2
±0,3 ±0,0 ±0 ±0,1
0,2 -0,2 -0,2 -0,4
±0,2 ±0,1 ±0,5 ±0,1
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
-0,2 0
0 -0,3 -0,7 0 -0,3 -0,3 0 0,1 0,1 0,1 0,2 0,5 1,1 1,7 2,5 -0,1
±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,5 ±0,8
-0,6 -0,3 -0,3 -0,5 -0,7 -0,2 -0,6 -0,5 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,1 -0,3 0,2 0,3 0,1 0,7
±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,2
Tabella A.22: Media degli scarti e relativo scarto tipo nella configurazione p.2-p.4: le due righe di risultati si riferiscono a serie di
misure distinte, effettuate con catene microfoniche invertite.
85
Sito 9: VIALE RIGHI, FIRENZE, 09 marzo 2005
d2
[m]
0,7
1,5
2,0
3,0
4,4
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
5,8
±0,2
5,9
±0,1
5,8
±0,1
6,1
±0,1
6
±0,1
2
±0,6
4,2
±0,4
4,3
±0,3
3,7
±0,1
4,6
±1,4
4,3
±0,5
5,5
±0,6
4,9
±0,6
5,7
±0,7
5,5
±0,5
5,2
±1,8
5,1
±0,4
5,3
±0,2
4,4
±0,7
6
±0,6
4,8
±1,8
4,5
±0,6
4,6
±0,2
3,7
±0,3
4,5
±0,5
4,3
±0,9
4,4
±0,6
4,7
±0,1
5,1
±0,2
5,8
±0,5
4,5
±0,8
4,5
±0,3
5
±0,4
4,9
±0,8
5,8
±0,4
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
5,8 5,9 5,9 5,5 5,4 6,4 6,2 6,1 5,7 5,6 5,8 5,8 5,6 5 4,3 2,5 0,4 0,8
±1,1 ±0,3 ±0,3 ±0,6 ±0,5 ±0,4 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,4 ±0,4 ±0,2
5,5 5,6 6,1 5,4 6 6,4 6,2 6,1 5,8 6
6 5,8 5,3 4,7 4,2 2,8 1,3 1,5
±0,6 ±0,1 ±0,4 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,4 ±0,4 ±0,4
5,9 5,6 6,4 6 6,3 6,2 6,3 6 5,8 5,7 5,7 5,7 5,2 4,7 3,9 2,2 1 1,7
±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,5 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,4 ±0,3 ±0,4 ±0,3
6 6,9 6,9 6,1 6,4 6,5 6,4 6,2 6
6 5,8 5,8 5,4 4,7 3,9 2,2 1,1 1,7
±0,4 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,6
5,8 5,8 6,1 5,6 6,2 6,5 6,5 6,2 6 5,9 5,7 5,7 5,9 5,2 4,2 2,5 1,3 1,9
±0,3 ±0,2 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,3 ±0,2 ±0,7 ±0,3 ±0,4 ±0,6 ±0,7 ±1,3
Tabella A.23: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e quello in campo libero (p.1), misurati al
variare della distanza d2 dallo spigolo verticale dell’edificio.
d2
[m]
0,7
1,5
2,0
3,0
4,4
A
50
[Hz]
63
[Hz]
80
[Hz]
100
[Hz]
125
[Hz]
160
[Hz]
3,3
±0,1
3,3
±0,1
3,1
±0
3,1
±0,1
3,2
±0,2
2,4
±0,4
4,3
±1,1
5,2
±0,6
5,6
±0,4
5,2
±0,5
3,8
±1,1
4,7
±0,6
5,9
±0,8
5,7
±0,9
5
±0,1
3,1
±0,2
4,2
±1,2
1,7
±0,5
2
±0,5
3,7
±1,1
1,4
±0,3
2,4
±0,4
1,6
±0,7
1,8
±0,5
1,3
±0,4
2,2
±0,3
1,8
±0,1
2,7
±0,4
2,4
±0,5
2
±0,2
2,3
±0,3
2,7
±0,2
3,2
±0,2
3,6
±0,3
3,7
±0,4
200
[Hz]
250
[Hz]
315
[Hz]
400
[Hz]
500
[Hz]
630
[Hz]
800
[Hz]
1000
[Hz]
1250
[Hz]
1600
[Hz]
2000
[Hz]
2500
[Hz]
3150
[Hz]
4000
[Hz]
5000
[Hz]
6300
[Hz]
8000 10000
[Hz] [Hz]
2,7 3,5 4,1 3,9 3,2 3,7 3,7 3,5 3,1 3,2 3,2 3,2 2,9 2,5 2 0,4 -1,3 -1,3
±0,3 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,3 ±0,1 ±0,5 ±0,8 ±0,3
2,7 3,2 4 3,3 3,3 3,6 3,2 3,4 3,3 3,4 3,3 3,1 2,6 2,2 1,6 -0,2 -1,9 -1,5
±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,2 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1
2,4 3 4,3 4,2 3,4 3,3 3,4 3
3 3,2 3,2 2,7 2,4 2,1 1,5 -0,3 -2 -1,4
±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,0 ±0,0 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0 ±0,2 ±0,8 ±0,2
2,4 3,6 4,1 3,9 3 3,7 3,3 3 2,9 3,1 3 2,9 2,4 1,9 1,3 -0,7 -2 -1,4
±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,2 ±0,1 ±0,1 ±0,1 ±0,7 ±0,4 ±0,6
2 3,2 3 3,5 3,1 3,5 3,1 3,1 3,1 3,3 3,5 3,6 2,9 1,7 1,3 0,4 -1,5 -1,5
±0,3 ±0,2 ±0,5 ±0 ±0,1 ±0,5 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,1 ±0,7 ±1,2 ±0,5 ±0,8 ±0,4 ±1,4 ±0,4 ±0,6
Tabella A.24: Media degli scarti e relativo scarto tipo fra il microfono sulla piastra (p.2) e in facciata con d1=2m (p.3), misurati al
variare della distanza d2 dallo spigolo verticale dell’edificio
86
Scarica

Procedure per la conversione dei dati esistenti sul rumore