Lo strato limite 200/287 Equazioni di Navier Stokes in un flusso incomprimibile ∇·V =0 , (363) DV ρ + ∇p = µ∇2V . (364) Dt In forma scalare, in regime stazionario su una lastra piana bidimensionale (x > 0, y = 0) ad incidenza nulla (α = 0): ∂u ∂v + = 0, ∂x ∂y � 2 � ∂u ∂u 1 ∂p ∂ u ∂ 2u u +v + = ν + 2 , 2 ∂x ∂y ρ ∂x ∂x ∂y � 2 2 � ∂v ∂v 1 ∂p ∂ v ∂ v u +v + = ν + 2 . 2 ∂x ∂y ρ ∂y ∂x ∂y (365) (366) (367) �� �� � � Back Close La viscosità µ si misura in Kg/(m s); ν = µ/ρ si misura in m2/s. 201/287 • La viscosità è una funzione di stato (dipende solo dal punto) ed è essenzialmente funzione di temperatura e pressione. • La viscosità aumenta sempre con la pressione. • Nei liquidi la viscosità diminuisce rapidamente con la temperatura. • Nei gas rarefatti aumenta con la temperatura. Per l’aria (legge di Sutherland): µ = µ0 � T T0 �3/2 T0 = 288K, µ0 = 1.79 × 10−5 Kg . ms T0 + 110 , T + 110 (368) �� �� � � Back Close Derivazione delle equazioni dello strato limite • Nel modello di flusso ideale la velocità sul corpo impermeabile è tangente ad esso, ma finita. • L’esperienza mostra che, in un flusso reale, sul corpo è V = 0: deve esistere una regione (adiacente al corpo), di spessore piccolo δ rispetto alla dimensione caratteristica L, in cui la velocità passa da valori finiti a 0. • In questa regione ∆u/V∞ ≈ O(1), ∂u/∂y ≈ ∆u/δ. • Se δ è piccolo allora µ∂u/∂y non è trascurabile anche se µ � 1. • In questa regione (strato limite) occorre utilizzare un’altra scala di lunghezze (δ) per adimensionalizzare le equazioni. • Nello strato limite la velocità normale alla parete (v) è piccola (rispetto a u) occorre adimensionalizzare anche v con una diversa scala delle velocità. • Prandtl ricava le equazioni dello strato limite ipotizzando a priori che, nello strato limite, i termini convettivi e diffusivi (dissipativi) siano dello stesso ordine di grandezza. 202/287 �� �� � � Back Close Adimensionalizzazione x y y ∗ x = , y = = ; L δ �L u v p u∗ = , v∗ = , p∗ = . 2 V∞ βV∞ ρV∞ ∗ (369) 203/287 (370) Continuità: ∂u∗ β ∂v ∗ + =0. ∗ ∗ ∂x � ∂y Quantità di moto lungo x: ∗ ∂u ∗ ∗ ∗ β ∗ ∂u ∂p 1 u + v + ∗= ∗ ∗ ∂x � ∂y ∂x Re∞ � 2 ∗ (371) 2 ∗� ∂ u 1∂ u + 2 ∗2 2 ∗ ∂x � ∂y . (372) Quantità di moto lungo y: ∗ ∂v ∗ ∗ ∗ β ∗ ∂v 1 ∂p 1 u + v + = ∗ ∗ ∗ ∂x � ∂y β� ∂y Re∞ � 2 ∗ 2 ∗� ∂ v 1∂ v + 2 ∗2 2 ∗ ∂x � ∂y . (373) �� �� � � Back Close Dalla continuità risulta β=�, (374) la scala delle velocità normali e dello strato limite coincidono. Dalla quantità di moto lungo x, imponendo che termini convettivi e diffusivi dissipativi siano dello stesso ordine, si ottiene: 1 δ 1 Re∞� = 1 ⇒ � = √ ; =√ . Re∞ L Re∞ 2 204/287 (375) Le equazioni diventano: ∂u∗ ∂v ∗ + ∗ =0; ∗ ∂x ∂y ∗ ∗ ∂p∗ ∂ 2u∗ ∗ ∂u ∗ ∂u 2 u + v + = + O(� ); 2 ∗ ∗ ∗ ∗ ∂x ∂y ∂x ∂y ∂p∗ 2 = O(� ). ∗ ∂y (376) (377) (378) �� �� � � Back Close Equazioni di Prandtl (dimensionali) ∂u ∂v + = 0, ∂x ∂y ∂u ∂u 1 ∂p ∂ 2u u +v + = ν 2 , ∂x ∂y ρ ∂x ∂y ∂p = 0. ∂y 205/287 (379) (380) (381) Condizioni al contorno u(x, 0) = v(x, 0) = 0 ; lim u(x, y) = V∞ ; y→∞ p = p(x) = p∞. (382) (383) (384) Occorre inoltre conoscere il profilo di velocità u = u(y) ad x = 0. �� �� � � Back Close Risultati fondamentali della teoria 206/287 • In flussi ad elevato numero di Reynolds (Re∞ � 1) esiste, in √ prossimità del corpo, una regione sottile di spessore δ/L ≈ 1/ Re∞ (lo strato limite) in cui la viscosità non può più essere trascurata. • Ad una data stazione x, la pressione è costante lungo y: nello strato limite p = p(x). • La pressione è data dal campo di moto ideale! • Nello strato limite si genera un’elevata vorticità ζ ≈ ∂u/∂y che, in base al teorema di Stokes, giustifica la circolazione presente intorno a corpi bidimensionali portanti. �� �� � � Back Close Equazioni di Prandtl per un corpo generico Le equazioni di Prandtl sono state appena ricavate nel caso di lastra piana. Si dimostra che le stesse equazioni sono valide per un corpo bidimensionale generico (per esempio un profilo alare) con le seguenti ipotesi e definizioni: 207/287 • x indica l’ascissa curvilinea lungo il corpo. In genere l’origine viene posta nel punto di ristagno anteriore. • y indica la coordinata pependicolare, per ogni x al corpo. • u e v sono rispettivamente le componenti di velocità in ogni punto dello strato limite in direzione tangente e perpendicolare al corpo. • Il raggio di curvatura del corpo r(x) è tale che L/r = O(�) � 1 e dr/dx = O(�) � 1. La curvatura del corpo è piccola e non varia bruscamente. In queste ipotesi le equazioni (379), (380) e (381) sono ancora valide anche √ se l’equazione di continuità è ora approssimata (a meno √ di O(1/ Re∞) e la quantità di moto lungo y vale a meno di O(1/ Re∞) (invece di O(1/Re∞)). �� �� � � Back Close 208/287 Condizioni al contorno u(x, 0) = v(x, 0) = 0 ; lim u(x, y) = Ue(x) ; y→∞ (385) (386) dp dUe = −ρUe . (387) dx dx • Ue(x) è la velocità sul corpo determinata risolvendo il flusso ideale, influenza della forma del corpo sullo strato limite. • Due problemi indipendenti: sul ventre e sul dorso del profilo a partire da condizioni iniziali note nel punto di ristagno. �� �� � � Back Close Il coefficiente di attrito In un flusso incomprimibile: � ∂Vj ∂Vi τij = −pδij + µ + ∂xi ∂xj � 209/287 (388) Tenendo conto che ∂/∂y ≈ O(1/δ) e v ≈ O(δV∞), nell’ipotesi di strato limite il termine fondamentale della parte dissipativa del tensore degli sforzi (τ ) è ∂u τ ≈µ . (389) ∂y τ valutato alla parete y = 0 fornisce lo sforzo di attrito alla parete: � � ∂u τw = µ . (390) ∂y y=0 Nel caso di una lastra piana di lunghezza L si ottiene quindi la resistenza per unità di lunghezza: d= � L τw dx . 0 (391) �� �� � � Back Close Coefficiente di attrito: τw Cf (x) = 1 2 . ρUe 2 (392) 210/287 Coefficiente di resistenza di una lastra piana di lunghezza L: d Cd = 1 2 = ρV∞L 2 � 1 Cf 0 � � x L � � x d L . (393) Lo spessore dello strato limite Definizione: u[x, δ(x)] = Ue(x) . (394) • La condizione al contorno per y → ∞ indica che questa condizione è esattamente verificata solo all’infinito. • Non esiste una definizione senza ambiguità dello spessore dello strato limite. • Definizione pratica (convenzionale): u[x, δ(x)] = 0.99 Ue(x). �� �� � � Back Close Lo spessore di spostamento 211/287 � ∞ � � u(x, y) δ (x) = 1− dy . (395) Ue(x) 0 • δ ∗ è univocamente determinato (non ci sono ambiguità). • La portata di massa che attraversa lo strato limite ad una data stazione x si ottiene supponendo il flusso ideale (u(x, y) = Ue(x)) ed ispessendo il corpo di una quantità δ ∗(x): ∗ y→∞: ρ � y 0 u dy = ρUe (y − δ ∗) . (396) �� �� � � Back Close Velocità normale al bordo dello strato limite 212/287 Conservazione della massa: ρV∞δ = Da cui si ottiene: δ∗ = � x 0 � δ ρu dy + � x ρvδ (x) dx . (397) vδ (x) vδ (x) dδ ∗ dx ⇒ = . V∞ V∞ dx (398) 0 0 �� �� � � Back Close • La lastra piana si comporta come un corpo di geometria yc = δ ∗(x) immerso in una corrente a potenziale (non viscosa). Infatti la condizione di tangenza della corrente ideale per y = δ ∗ è: v v dyc dδ ∗ ≈ = = . (399) u V∞ dx dx Nel caso di corpo generico si ottiene, in modo analogo: dδ ∗ vδ (x) = Ue(x) . (400) dx È possibile risolvere il campo di moto nel seguente modo iterativo: 1. calcolare il campo di moto ideale (non viscoso) con la condizione sul corpo di velocità del fluido tangente al corpo stesso; 2. calcolare lo strato limite sul ventre e sul dorso del corpo partendo dal punto di ristagno anteriore; 3. correggere la geometria del corpo con lo spessore di spostamento calcolato; 4. reiterare il procedimento a paetire dal punto 1. 213/287 �� �� � � Back Close Spessore di quantità di moto � ∞ � � u(x, y) u(x, y) θ(x) = 1− dy . (401) Ue(x) Ue(x) 0 Bilancio di quantità di moto in direzione x per una lastra piana: d= � h 0 ρV∞2 dy − � δ ρu2 dy . 214/287 (402) 0 �� �� � � Back Close Per la conservazione della massa: � Quindi: d= h 0 � ρV∞2 dy = V∞ δ 0 � δ ρu dy . (403) 215/287 0 (ρV∞u − ρu2) dy = ρV∞2 θ . (404) θ(x) Cd(x) = 2 . (405) x • Lo spessore di quantità di moto è indice della resistenza (viscosa) della lastra piana. • Il risultato è valido anche per un profilo alare (con θ valutato nella scia del profilo). �� �� � � Back Close Fattore di forma dello strato limite δ∗ H(x) = (406) θ • H caratterizza la forma del profilo di velocità u = u(y) all’interno dello strato limite. 216/287 Prob. n. 19: Calcolare H per un profilo di velocità triangolare u y y≤δ: = ; Ue δ u y>δ: =1. Ue (407) �� �� � � Back Close Soluzione delle equazioni di Prandtl per la lastra piana Equazioni (adimensionali): 217/287 ∂u ∂v + = 0, ∂x ∂y ∂u ∂u ∂ 2u u +v = . 2 ∂x ∂y ∂y (408) (409) Condizioni al contorno: u(x, 0) = v(x, 0) = 0 ; lim u(x, y) = 1 . y→∞ (410) (411) • Si deve risolvere un sistema di equazioni a derivate parziali non lineare! Introducendo la funzione di corrente ψ(x, y) l’equazione di continuità (408) è automaticamente soddisfatta. �� �� � � Back Close Si cercheranno soluzioni simili, cioè nella forma ψ(x, y) = X(x)f (η) , (412) 218/287 dove η = y/g(x). Essendo ∂η g �(x) =− η ; ∂x g(x) ∂η 1 = ∂y g(x) (413) si ottiene ∂ψ X(x) � u = = f (η) , ∂y g(x) � ∂ψ g (x) � � v = − = −X (x)f (η) + X(x) ηf (η) , ∂x g(x) ∂u X �(x) � g �(x) [ηf ��(η) + f �(η)] , = f (η) − X(x) 2 ∂x g(x) g (x) ∂u X(x) �� = 2 f (η) , ∂y g (x) ∂ 2u X(x) ��� = 3 f (η) . 2 ∂y g (x) (414) (415) (416) (417) �� �� � � Back Close Sostituendo nella (409) si ottiene: f ��� + X �(x)g(x)f f �� + [X(x)g �(x) − X �(x)g(x)] f �2 = 0 . (418) 219/287 Affinchè f = f (η), l’equazione (418) deve essere ordinaria in η e non dipendere da x, cioè: X �(x)g(x) = k1 , X(x)g �(x) = k2 , (419) con k1 e k2 costanti arbitrarie. Ponendo k1 = k2 = 1/2, dalle (419) si ottiene x + C1 [X(x)g(x)] = 1 ⇒ X = . g(x) � (420) Si può porre, senza perdere di generalità, C1 = 0. Sostituendo l’espressione di X(x) nella seconda delle (419) ed integrando: √ g(x) = C2 x , (421) dove si può porre, ancora una volta, C2 = 1. In definitiva: √ √ g(x) = x ; X(x) = x . (422) �� �� � � Back Close L’equazione (418) si riduce alla equazione di Blasius: 1 f + f f �� = 0 , 2 ��� (423) 220/287 con condizioni al contorno (ai limiti): f �(0) = 0 , f (0) = 0 , lim f �(η) = 1 . η→+∞ (424) Questo problema può essere risolto numericamente in modo abbastanza semplice. Prob. n. Blasius 20: Risolvere al calcolatore il problema di �� �� � � Back Close 221/287 Valori della funzione di Blasius f e delle sue derivate. �� �� � � Back Close Risultati della soluzione lastra piana η = ydim � V∞ , νx u = f �(η) . 222/287 (425) • Il profilo di velocità è simile: al variare√di x è sempre lo stesso in η mentre in ydim risulta solo scalato di x. 1 (426) v = √ [ηf �(η) − f (η)] . 2 x • Nello strato limite esiste√una (piccola) componente di velocità normale che varia come 1/ x. � νx • u = 0.99 → η = 5.0 ⇒ δ99% = 5.0 : lo spessore dello strato V∞ � � δ99% 5.00 5 √ limite varia parabolicamente con x. ≈ x Rex � � νx νx ∗ • δ = 1.721 , θ = 0.664 , H=2.59. V∞ V∞ 5 Rex è il numero di Reynolds in cui si è usato x come lunghezza di riferimento. �� �� � � Back Close 223/287 Profilo di velocità nello strato limite sulla lastra piana, confronto tra soluzione di Blasius ed esperimenti. τw = µV∞ � V∞ �� 0.664 �� f (0) , f (0) = 0.332 , Cf = √ . (427) νx Rex �� �� � � Back Close 224/287 θ(L) 1.328 √ Cd(L) = 2 = . L ReL (428) �� �� � � Back Close Flussi con gradiente di pressione, punto di separazione Bilancio di quantità di moto lungo x valutato per y = 0: � 2 ∂ u µ ∂y 2 � y=0 ∂p = . ∂x 225/287 (429) • La curvatura del profilo di velocità alla parete è direttamente collegata al gradiente di pressione. ∂p ∂x < 0 (favorevole) ∂p ∂x > 0 (sfavorevole) �� �� � � Back Close Definizione del punto di separazione: xs : . � ∂u ∂y � =0 226/287 y=0 ∂p • Strati limite con gradienti sfavorevoli di pressione ( ∂x > 0) possono portare alla separazione della vena fluida. • Il punto di separazione dipende solo dal gradiente di pressione (e non dal numero di Reynolds). • La separazione è un punto di singolarità delle equazioni di Prandtl che cessano di essere valide: negli strati limite separati la pressione sul corpo non è più indipendente dalla viscosità. �� �� � � Back Close La turbolenza 227/287 L’esperienza di Reynolds L’esperimento di Reynolds ha messo in luce l’esistenza di due regimi di moto in un condotto profondamente diversi, il passaggio da un regime all’altro è identificato da un numero di Reynolds critico Recr ≈ 2200 (basato sulla velocità media e sul diametro del condotto). • Re < Recr : il flusso è stabile regime laminare; • Re > Recr : regime turbolento (il flusso è instabile). �� �� � � Strato limite turbolento su lastra piana Back Close Strato limite turbolento su lastra piana 228/287 Visualizzazione mediante fumi di un flusso d’aria su una lastra piana (V∞ = 3.3 m/s), transizione a Rex ≈ 2 × 105: (a) vista dall’alto; (b) vista laterale. �� �� � � Back Close Getto assialsimmetrico 229/287 Fluorescenza indotta da laser, ReD ≈ 2300. �� �� � � Back Close Proprietà di un flusso turbolento 1. Fluttuazioni di pressione e velocità (anche di temperatura se c’è flusso termico). Le fluttuazioni di velocità sono in tutte e 3 le direzioni (anche in caso di fenomeno laminare 2D); le fluttuazioni sono intorno ad un valore medio. 230/287 2. Vortici (Eddies) di diverse dimensioni (da 40mm a 0.05mm nell’esperimento della fotografia precedente). 3. Variazioni casuali delle proprietà del fluido; non è possibile prevederle deterministicamente ad un dato istante in un dato punto. 4. Moto autosostenibile. Una volta innescato, il flusso turbolento è in grado di mantenersi da solo producendo nuovi vortici che sostituiscono quelli persi per effetto della dissipazione. 5. Il mescolamento è molto più forte che nel caso laminare (in cui è dovuto esclusivamente ad azioni molecolari). I vortici turbolenti si muovono in 3 dimensioni e causano una rapida diffusione di massa, quantità di moto ed energia. Attrito e flusso termico sono molto più elevati del caso laminare. Il mescolamento turbolento è proporzionale al gradiente del flusso medio. �� �� � � Back Close Medie e fluttuazioni u = u + u� , 1 u= T � t0 +T u dt . (430) 231/287 t0 � = 0, per misurare le fluttuazioni si • Per definizione di media u √ utilizza u�2. Lastra piana. �� �� � � Back Close • Anche se il flusso è 2D in media esistono fluttuazioni di V in tutte le direzioni. • Le fluttuazioni scompaiono alla parete (sottostrato laminare). 232/287 • Il profilo di velocità medio turbolento è più panciuto del corrispondente laminare: a parità di numero di Reynolds, in uno strato limite turbolento gli sforzi di attrito sono molto più grandi. • Lo spessore di uno strato limite turbolento è maggiore. • Allontanandosi dalla parete le fluttuazioni di velocità diventano uguali: la turbolenza diventa isotropa. �� �� � � Back Close 233/287 Lastra piana, Cf = Cf (Rex). �� �� � � Back Close Equazioni di Navier-Stokes mediate alla Reynolds Equazioni di Navier-Stokes per un flusso incomprimibile: ∇·V = 0 ; DV ρ = −∇p + µ∇2V . Dt 234/287 (431) con V = (u, v, w)T . Si assuma u = u + u� , v = v + v � , w = w + w � , p = p + p� , T = T + T � . L’equazione di continuità mediata nel tempo diventa: ∇·V = 0 . (432) �� �� � � Back Close L’equazione di quantità di motodiventa: Du ρ = −px + µ∇2u − ρ[(u�u�)x + (v �u�)y + (w�u�)z ], Dt Dv ρ = −py + µ∇2v − ρ[(u�v �)x + (v �v �)y + (w�v �)z ], (433) Dt Dw ρ = −pz + µ∇2w − ρ[(u�w�)x + (v �w�)y + (w�w�)z ], Dt 235/287 (il pedice indica derivazione parziale rispetto alla corrispondente variabile). • τ R = σi(−ρu�iu�j )σj: tensore di Reynolds. �� �� � � Back Close Posto � ∂V i ∂V j τij = µ + ∂xj ∂xi � − ρu�iu�j , (434) 236/287 Il bilancio di quantità di moto diventa: DV ρ = −∇p + ∇ · τ . Dt (435) • È formalmente identico al caso laminare avendo sostituito le grandezze con la loro media ed aggiunto il tensore di Reynolds al tensore “laminare” degli sforzi. • L’introduzione di altre 6 incognite (le componenti del tensore di Reynolds) rende il sistema indeterminato, a meno che non si trovi una legge (od almeno un modello accurato) che definisca il tensore di Reynolds (Problema della chiusura delle equazioni di NavierStokes mediate alla Reynolds). �� �� � � Back Close Strato limite turbolento L’analisi dimensionale delle equazioni di Reynolds nei flussi di strato limite mette in evidenza che le equazioni possono essere approssimate ad una forma equivalente alle equazioni di Prandtl posto τ ≈ µ ∂u − ∂y ρu�v �. 237/287 La viscosità turbolenta (eddy viscosity) Nel 1877 Boussinesq formulò la seguente ipotesi: − ρu�v � = −ρu�v � ∂u = µt , ∂y (436) dove µt è la viscosità turbolenta (eddy viscosity). • Le equazioni dello strato limite turbolento diventano formalmente identiche a quelle dello strato limite laminare previa sostituzione di u e v con i valor medi e la viscosità µ con µtot = µ + µt. Quanto vale µt? �� �� � � Back Close • L’ipotesi (intelligente) consiste nell’assumere che il meccanismo di scambio di quantità di moto dovuto al ricircolo caotico della turbolenza avvenga in maniera perfettamente analoga a quello a livello molecolare in un fluido newtoniano (µ). 238/287 • Per la maggioranza dei flussi la correlazione u�v � < 0. • Quindi, come per la viscosità molecolare, µt > 0: lo sforzo turbolento tende ad accelerare la particella adiacente mediamente più lenta. • Se µt fosse una funzione di stato come la viscosità molecolare (µ = µ(p, T )) le equazioni di Reynolds sarebbero chiuse, ma purtroppo non è cosı̀, l’esperienza ha messo in luce che la viscosità turbolenta dipende dalla geometria e dal tipo di flusso. • Oggi vengono utilizzati dei modelli di turbolenza che, su base semi-empirica, propongono delle espressioni chiuse per la viscosità turbolenta, o più in generale, per tutte le componenti del tensore di Reynolds. • Questi modelli vengono utilizzati con successo per problemi in cui la fisica è chiara a priori. �� �� � � Back Close Lo strato limite sui profili alari ad elevato numero di Reynolds Strato limite sul dorso e sul ventre del profilo a partire dal punto di ristagno anteriore 239/287 �� �� � � Back Close 1. Punto di ristagno; nell’intorno del punto di ristagno lo spessore dello strato limite è finito. 2. Strato limite laminare. 3. (Eventuale) separazione laminare xsl : può avvenire se si incontra un forte gradiente sfavorevole di pressione prima della transizione a flusso turbolento (profili sottili); si forma quindi una bolla di separazione laminare, nella bolla il flusso transisce a turbolento e, generalmente, riattacca. 4. (Eventuale) punto di transizione a flusso turbolento; dipende da diversi parametri, i più importanti sono: numero di Reynolds, gradiente di pressione, turbolenza iniziale della corrente, rugosità della superficie, numero di Mach. 5. (Eventuale) strato limite turbolento. 6. (Eventuale) separazione turbolenta: può avvenire se si incontra un forte gradiente sfavorevole di pressione; in condizioni di crociera in genere i profili lavorano senza separazione. 7. Scia, di spessore piccolo se non c’è separazione o questa è molto vicina al bordo d’uscita. 240/287 �� �� � � Back Close La resistenza dei profili alari in subsonico • In campo subsonico la resistenza totale che agisce su un profilo (2D) è solo di origine viscosa ed è indicata come resistenza di profilo (dp). 241/287 • La resistenza di profilo può essere distinta nei seguenti contributi: 1. resistenza di attrito (df ), dovuta all’azione diretta degli sforzi tangenziali che si esercitano sulle pareti, sia nella regione laminare che in quella turbolenta; 2. resistenza di scia o di forma (dwake), che deriva dal mancato recupero di pressione conseguente a (eventuali) separazioni ed alla formazione della scia. dp = df + dwake . (437) �� �� � � Back Close La resistenza di scia Dovuta a due effetti concomitanti: 242/287 1. variazione delle distribuzioni di pressione rispetto a quella valutata con il modello di flusso ideale sulle superfici del corpo; 2. sensibile diminuzione del livello di pressione sulla base ddelle geometrie con coda tronca. • Se la pressione sul corpo fosse perfettamente identica a quella del modello ideale la resistenza di scia sarebbe nulla. • La resistenza di scia è tanto maggiore quanto più estesa è la zona di flusso separato. • Nei corpi aerodinamici è dominante la resistenza di attrito. • Nei corpi tozzi è dominante la resistenza di scia. Si consideri, a parità di Re, una lastra piana ad α = 0o ed una ad α = 90o: Cd90o ≈ 100Cd0o (438) �� �� � � Back Close 243/287 Flusso intorno al cilindro, Cd = Cd(ReD ). �� �� � � Back Close Perchè il coefficiente di resistenza diminuisce quando il flusso transisce a turbolento? o • In caso di flusso laminare la separazione avviene a θ ≈ 100 . 244/287 • In caso di flusso turbolento la separazione avviene a θ ≈ 80o. • Per flusso turbolento il recupero di pressione è maggiore e quindi diminuisce sensibilmente la resistenza di scia. �� �� � � Back Close I profili laminari Nel caso di corpi aerodinamici la resistenza si riduce in modo significativo se il flusso si mantiene lungo il corpo il più possibile laminare. 245/287 • I profili laminari sono caratterizzati dalla presenza di una estesa zona di flusso laminare a partire dal bordo d’attacco in crociera. • L’obiettivo è raggiunto spostando il più possibile indietro il punto in cui inizia la ricompressione (dp/dx > 0) e lo strato limite diventa instabile. • In condizioni portanti il picco di pressione può essere mantenuto verso poppa progettando una opportuna linea media caratterizzata da carico basico costante. �� �� � � Back Close 246/287 �� �� � � Back Close 247/287 Caratteristiche del profilo NACA 651 − 212 �� �� � � Back Close • Le polari dei profili laminari sono caratterizzate dalla presenza della tipica sacca laminare nell’intorno dell’angolo di attacco ideale in cui il coefficiente di resistenza è notevolmente più basso. 248/287 • Lontano dall’incidenza ideale, per effetto del carico addizionale, lo strato limite transisce a turbolento molto prima, come nei profili convenzionali (la sacca scompare). • Fuori sacca le prestazioni di un profilo laminare sono, in genere, più scadenti di un corrispondente profilo convenzionale. • Per effetto della contaminazione è molto delicato mantenere le condizioni di flusso laminare. �� �� � � Back Close Superfici portanti Oltre all’ala principale, un’aeromobile convenzionale possiede altre superfici portanti: 249/287 piano orizzontale: consente il controllo e garantisce la stabilità intorno all’asse di beccheggio. piano verticale o deriva: consente il controllo e garantisce la stabilità intorno all’asse di imbardata. • Il controllo intorno all’asse di rollio è consentito dagli alettoni. �� �� � � Back Close Sistemi di ipersostentazione Hanno il compito di aumentare CLmax e di ridurre la velocità minima di sostentamento. 250/287 Classificazione: 1. sistemi meccanici (flaps); 2. sistemi di controllo dello strato limite; 3. sistemi gettosostentati (jet flaps). SI discutono brevemente qui solo i sistemi meccanici. �� �� � � Back Close Tipi di flap: 251/287 �� �� � � Back Close Alettone semplice • Una cerniera consente la rotazione della parte posteriore del profilo, la conseguente variazione della curvatura comporta una variazione di αzl e quindi del Cl a parità di incidenza. 252/287 • In genere l’angolo di stallo diminuisce. Curva Cl = Cl (α) per un profilo con alettone al variare dell’inclinazione dell’alettone δ. �� �� � � Back Close Alettone con uno o più slot 253/287 Profilo NACA 653 − 118, alettone con doppio slot (0.309c). • Lo slot consente il passaggio di flusso ad alta pressione del ventre sul dorso, la separazione viene cosı̀ notevolmente ritardata e l’angolo di stallo aumenta. • Significativo aumento del Clmax . �� �� � � Back Close Tipo ∆CLmax Alettone ≈ 0.9 Flap con slot ≈ 1.5 Flap con doppio slot ≈ 1.9 254/287 Flap Fowler È uno slotted flap che si abbassa con un moto di rototraslazione per cui la portanza viene ulteriormente aumentata a causa dell’aumento della corda del profilo. �� �� � � Back Close Slat Un’aletta con canale posta anteriormente al profilo. Coefficienti di pressione su una sezione dell’ala del B737-100. 40o flaps, α = 8o . Confronto tra prova di volo ed analisi numerica del flusso non viscoso. 255/287 �� �� � � Back Close 256/287 Effetto dello slat sul CLmax . �� �� � � Back Close Effetti della comprimibilità 257/287 • In campi di moto comprimibili le equazioni di continuità e quantità di moto sono accoppiate all’equazione dell’energia: il campo di moto dipende dal campo termico. • Nel caso di campi ideali (Re → ∞) con condizioni a monte uniformi l’equazione dell’energia ha una soluzione particolarmente semplice (H = cost) e la trattazione risulta semplificata nonchè valida in tutto il campo di moto a parte lo strato limite. • La fisica dei flussi con M > 1 è profondamente diversa da quella subsonica! �� �� � � Back Close Equazioni di Eulero in coordinate intrinseche Flusso 2D, stazionario, ideale; equazioni di Eulero: ∇ · (ρV) = 0 ; ρV · ∇ V + ∇p = 0 . 258/287 (439) (440) �� �� � � Back Close Coordinate intrinseche ξ = ξ(x, y), n = n(x, y): ξ : V = V ξ; n:n⊥ξ. (441) ξ = σ x cos θ + σ y sin θ ; n = −σ x sin θ + σ y cos θ . (442) (443) dξ = (−σ x sin θ + σ y cos θ)dθ = ndθ ; dn = (−σ x cos θ − σ y sin θ)dθ = −ξdθ . (444) (445) In particolare si ha che ∂ξ ∂ξ = ∂θ n ∂ξ 259/287 . ∂ ∂ ∇ = ξ +n . ∂ξ ∂n (446) �� �� � � Back Close Continuità: 1 ∂V 1 ∂ρ ∂θ + + =0. (447) V ∂ξ ρ ∂ξ ∂n Oppure, applicando il bilancio integrale tra 2 linee di corrente: ∂(ρV A) =0. ∂ξ (448) ∂V ∂p ∂p 2 ∂θ ρV ξ + ρV n+ ξ+ n=0. ∂ξ ∂ξ ∂ξ ∂n (449) 260/287 Quantità di moto: Poichè |∂θ/∂ξ| = |1/R|, dove R è il raggio di curvatura e proiettando nelle direzioni ξ e n si ottiene: ∂V ∂p ρV + = 0; ∂ξ ∂ξ V 2 ∂p ρ + = 0. R ∂n (450) (451) �� �� � � Back Close 1. Affinchè la velocità possa variare lungo la linea di corrente è necessaria, lungo la stessa una variazione di pressione di segno opposto. 2. Se la linea di corrente è curva è necessario un gradiente di pressione normale per bilanciare la forza centrifuga. 261/287 Ricaviamo una relazione tra variazione di V e variazione di A lungo la linea di corrente. Continuità: 1 ∂V 1 ∂ρ 1 ∂A + + =0. (452) V ∂ξ ρ ∂ξ A ∂ξ Essendo il flusso ideale (isoentropico): ∂p 2 ∂ρ =a . ∂ξ ∂ξ (453) Dalla quantità di moto lungo ξ: 1 ∂ρ V ∂V =− 2 . ρ ∂ξ a ∂ξ (454) �� �� � � Back Close Dalla continuità: Inoltre 1 ∂A 2 1 ∂V = −(1 − M ) . A ∂ξ V ∂ξ (455) 1 ∂A 1 ∂p 2 = (1 − M ) 2 . A ∂ξ ρV ∂ξ (456) 262/287 • In un flusso supersonico all’aumentare della sezione del tubo di flusso la velocità aumenta e la pressione diminuisce. • Se il numero di Mach è uguale a 1 allora nel tubo di flusso ∂A/∂ξ = 0: il passaggio da subsonico a supersonico (o viceversa) avviene in una sezione di minimo (gola) del tubo di flusso. • A parità di variazione d’area, la comprimibilità esalta le variazioni di pressione. �� �� � � Back Close Bilancio dell’energia in coordinate intrinseche: ∂H =0. (457) ∂ξ L’equazione dell’energia ed il bilancio di quantità di moto lungo ξ non sono indipendenti. 263/287 Relazioni del flusso isoentropico 1. s = cost; 2. H = cpT + V2 2 = γ p γ−1 ρ + V2 2 = cost (il flusso è anche isoentalpico). Ipotesi di gas piucheperfetto: 1. p = ρRT ; 2. dh = cpdT . Dalla relazione di Gibbs dh = T ds+ ρ1 dp si ha che un flusso isoentropico è caratterizzato dalle relazioni: � �γ/(γ−1) � �γ p T ρ = . (458) = prif Trif ρrif �� �� � � Back Close L’equazione dell’energia si può scrivere: T0 γ−1 2 =1+ M , T 2 (459) 264/287 dove il pedice 0 indica condizioni di ristagno; per cui, in un flusso isoentropico: � � p0 γ − 1 2 γ/(γ−1) = 1+ M ; p 2 � � ρ0 γ − 1 2 1/(γ−1) = 1+ M . ρ 2 (460) (461) • In un flusso isoentropico, note le condizioni termodinamiche nel punto di ristagno e noto il numero di Mach locale, è noto lo stato termodinamico. • In un flusso reale le condizioni di ristagno variano al variare del punto: sono cioè a loro volta funzioni dello stato termofluidodinamico attuale della particella. �� �� � � Back Close Il coefficiente di pressione in un flusso comprimibile p − p∞ 2 Cp = 1 = 2 2 ρ V γM ∞ ∞ ∞ 2 � p −1 p∞ � . (462) 265/287 Utilizzando le relazioni del flusso isoentropico: 2 Cp = 2 γM∞ �� γ−1 2 1+ M 2 γ � �− γ−1 γ−1 2 1+ M∞ 2 γ � γ−1 � − 1 . (463) Nel punto di ristagno: 2 Cp(M = 0) = 2 γM∞ �� γ−1 2 1+ M∞ 2 γ � γ−1 � −1 . • Nel punto di ristagno di un flusso comprimibile Cp > 1. (464) �� �� � � Back Close Per M = 1: Cp∗ 2 = 2 γM∞ �� γ−1 1+ 2 γ � �− γ−1 γ−1 2 1+ M∞ 2 γ � γ−1 � −1 . (465) 266/287 • Per una corrente caratterizzata da un dato valore di M∞ esiste un ben preciso valore del coeffficiente di pressione (Cp∗) nel punto in cui M = 1. �� �� � � Back Close Effetti della comprimibilità per flussi subcritici intorno a profili alari Si consideri un flusso subcritico (M < 1 ovunque) intorno ad un profilo sottile a piccole incidenze (ipotesi di piccole perturbazioni). Si dimostra che in ogni punto del campo (formula di Prandtl-Glauert): CpM∞=0 Cp ≈ � , 2 1 − M∞ 267/287 (466) dove CpM∞=0 indica il coefficiente di pressione nello stesso punto per il caso dello stesso profilo alla stessa incidenza e M∞ = 0. • Flussi ideali intorno a profili sottili a piccole incidenze in regime subcritico possono essere studiati con le tecniche sviluppate per l’analisi incomprimibile! � 2 il coefficiente di pressio• Basta amplificare del fattore 1/ 1 − M∞ ne. �� �� � � Back Close Chiaramente risulta: Cl M∞=0 Cl ≈ � , 2 1 − M∞ (467) 268/287 dove Cl M∞=0 indica il coefficiente di portanza dello stesso profilo alla stessa incidenza e M∞ = 0. • In condizioni�subcritiche il coefficiente di portanza aumenta 2 rispetto al caso incomprimibile. del fattore 1/ 1 − M∞ Essendo αzl indipendente da M∞ risulta: Clα M∞=0 . 2 1 − M∞ Clα ≈ � (468) • Si dimostra, invece, che il Cd è solo debolmente influenzato da M∞ in condizioni subcritiche. �� �� � � Back Close Calcolo approssimato del Mach critico inferiore • Per un dato profilo in flusso ideale il Mach critico inferiore dipende solo dall’angolo di attacco. 269/287 � • Quando M∞ = M∞,cr la condizione M = 1 viene raggiunta nel punto di minima pressione. Procedura 1. Si assegna α. 2. Si calcola il campo di pressione per M∞ = 0. 3. Si determina il valore minimo del coefficiente di pressione Cp,min. � 2. 4. Si diagramma in funzione di M∞ la curva Cp,min/ 1 − M∞ 5. Si diagrammala curva Cp∗ = Cp∗(M∞) (equazione (465)). � 6. L’ascissa del punto di intersezione delle due curve individua M∞,cr . � Prob. n. 21: Calcolare M∞,cr per un dato profilo NACA ad un assetto assegnato �� �� � � Back Close Regime transonico � �� • Il regime transonico è caratterizzato da M∞,cr < M∞ < M∞,cr . 270/287 • Caratterizza la crociera della maggior parte dei velivoli civili e militari. • È il regime più difficile da analizzare teoricamente. • Anche nelle ipotesi di flusso ideale e piccole perturbazioni le equazioni che governano il problema sono non lineari. • Solo la comparsa negli anni ’70 dei calcolatori elettronici di grossa potenza di calcolo ha consentito la soluzione con metodi numerici di queste equazioni e quindi la determinazione dei campi transonici. • In transonico (ed anche in supersonico) compare una nuova forma di resistenza: la resistenza d’onda associata alla perdita di pressione di ristagno attraverso le possibili onde d’urto che si formano nel campo. �� �� � � Back Close • Onda d’urto: superficie di discontinuità di un flusso ideale che si forma in regime stazionario solo se M > 1. Una particella che attraversa un’onda d’urto subisce un salto positivo di pressione densità e temperatura, una riduzione della velocità, ad entalpia totale costante. 271/287 • Il processo è irreversibile e non isoentropico (la pressione di ristagno diminuisce). �� �� � � Back Close 272/287 �� �� � � Back Close 273/287 Profilo RAE 2822; α = 2.31o, M∞ = 0.729, Re∞ = 6.5 × 106; linee iso-Mach. �� �� � � Back Close 274/287 Profilo RAE 2822; α = 2.31o , M∞ = 0.729, Re∞ = 6.5 × 106 ; distribuzione di pressione sul corpo. �� �� � � Back Close 275/287 • Oltre alla crescita della resistenza con V∞2 c’è una ripida variazione del coefficiente di resistenza: il muro del suono. • MDD , Mach di divergenza della resistenza: M∞ tale che dCd/dM∞ = 0.1. NACA 0012-34; Cd = Cd(M∞). �� �� � � Back Close • Il transonico è caratterizzato da una forte interazione tra strato limite e onda d’urto • Attraverso l’onda d’urto si ottiene un gradiente di pressione infinitamente sfavorevole. 276/287 • Lo strato limite separa molto facilmente. • Lo strato limite separato si ingrossa, l’urto avanza e si indebolisce, lo strato limite riattacca, l’urto riarretra ed aumenta in intensità e cosı̀ via: si genera un fenomeno instazionario detto buffet. • Il buffet è pericoloso per le ali; la barriera di buffet costituisce il limite per la velocità massima dei velivoli da trasporto commerciale. �� �� � � Back Close Profili supercritici Sono profili caratterizzati da Cd accettabili anche in regime transonico e consentono quindi di volare in crociera transonica. 277/287 �� �� � � Back Close • I profili supercritici sono caratterizzati dall’assenza in crociera di picchi di pressione (a parte i profili peaky) per limitare i valori massimi di Mach e quindi l’intensità delle onde d’urto. 278/287 • Per recuperare carico in crociera al fine di raggiungere il necessario Cl spesso sono caratterizzati da forti curvature nella parte poppiera (rear loading). • I profili laminari in condizioni di progetto sono caratterizzati da picchi di pressione inferiori a quelli dei NACA a 4 e 5 cifre. • I profili laminari sono quindi caratterizzati (a parità di Cl ) da valori � più elevati di M∞,cr : consentono di raggiungere velocità di crociera più elevate allontanando l’insorgenza del drag rise. �� �� � � Back Close L’ala a freccia � L’ala a freccia consente di aumentare (a parità di assetto) il M∞,cr , di conseguenza aumenta anche MDD e consente quindi un volo a velocità di crociera più elevate (a parità di potenza del propulsore). Schema di un’ala a freccia infinita. 279/287 �� �� � � Back Close • In un flusso ideale intorno ad un’ala a freccia infinita il campo di moto è bidimensionale rispetto ad un riferimento (inerziale) che si muove con velocità V∞ sin Λ. 280/287 • Il campo di moto intorno al profilo individuato dalla sezione AC è quindi bidimensionale e caratterizzato da M̄∞ ≈ M∞ cos Λ. � • Le condizioni critiche si raggiungeranno quando M̄∞ = M̄∞,cr � (M̄∞,cr è il Mach critico inferiore del profilo AC). � � • Il Mach critico inferiore dell’ala è quindi M∞,cr = M̄∞,cr / cos Λ. • Le linee di corrente sono fortemente tridimensionali. �� �� � � Back Close 281/287 tan αef f tan α α = , αef f ≈ ; cos Λ cos Λ Vef2 f = V∞2 (sin2 α + cos2 α cos2 Λ) = V∞2 (1 − cos2 α sin2 Λ) ≈ V∞2 cos2 Λ . (469) (470) �� �� � � Back Close La portanza è indipendente dal sistema inerziale scelto: 1 1 2 CL ρ∞V∞S = CLef f ρ∞Vef2 f Sef f . 2 2 Per b → ∞: S → bc ; Sef f b → c cos Λ = S . cos Λ (471) 282/287 (472) CLV∞2 = CLef f Vef2 f ⇒ CL = CLef f cos2 Λ ; (473) α CLef f = Clα αef f = Clα ; (474) cos Λ α CL = Clα cos2 Λ = Clα cos Λα . (475) cos Λ • Il coefficiente di portanza di un’ala a freccia infinita è minore di un fattore cos Λ rispetto a quello della corrispondente ala dritta. �� �� � � Back Close 283/287 Effetto dell’allungamento e della freccia sul CLα . �� �� � � Back Close Altri effetti dell’ala a freccia • Fissato lo svergolamento di un’ala, all’aumentare della freccia (positiva) il carico si sposta verso le estremità e quindi si allontana dall’andamento ellittico con maggiori rischi di stallo all’estremità. 284/287 • Fissato lo svergolamento di un’ala, all’aumentare della freccia (negativa) il carico si sposta verso la mezzeria (soluzione preferibile dal punto di vista aerodinamico, ma fino ad oggi praticamente non utilizzata per problemi strutturali-aeroelastici). • Per frecce positive tendenza al fenomeno del nose-up. �� �� � � Back Close L’aeromobile 285/287 Le polari CD = CD (CL, M∞, Re∞, conf igurazione, trim, motore) . (476) Polare, curva di portanza e dei momenti per un ala di AR = 10 �� �� � � Back Close Espressione approssimata della polare L’espressione parabolica della polare costituisce una buona approssimazione della polare reale nell’intorno della crociera del velivolo: CL2 CD = CD0 + πARe 286/287 (477) CD0 = CDp + CDw : coefficiente di resistenza a portanza nulla. CDp : coefficiente di resistenza di profilo. CDw : coefficiente di resistenza d’onda; e: fattore di Oswald. Una buona approssimazione, nel caso di ala isolata in flusso iposonico per CDp : � +b/2 1 CDp = Cd(y)cdy , (478) SW −b/2 Cd(y): coefficiente di resistenza del profilo dell’ala alla stazione y. �� �� � � Back Close L’aerodinamica viscosa è fortemente non lineare, comunque in avamprogetto si assume sovente: CD0 ≈ 1 � Sw 287/287 C D k Sk ; (479) k k: k-esimo componente del velivolo (ala, fusoliera, gondola motore, deriva, piano orizzontale, etc.); CDk : coefficiente di resistenza del k-esimo componente; Sk : superficie di riferimento del k-esimo componente. Errori insiti nell’approssimazione parabolica della polare: • in generale il coefficiente di resistenza non è minimo per CL = 0; • la resistenza di profilo e la resistenza d’onda variano al variare di CL ; • in condizioni di alta portanza la polare del velivolo si discosta molto dall’andamento parabolico che addirittura non prevede lo stallo dell’aeromobile. �� �� � � Back Close