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La scoliosi: possibili cause, trattamento e prevenzione
Parlare di scoliosi vuol dire aprire un capitolo che al momento non ha ancora un filo conduttore
comune tra i vari professionisti del settore. Basti pensare che solo nel 25% circa dei casi la scoliosi
è ad eziologia nota dovuta cioè a cause conosciute. In questa categoria comprendono le scoliosi
congenite cioè dalla nascita, traumatiche e funzionali dovute a compensi posturali. Per il rimanente
75% circa la causa è ignota e pertanto viene definita scoliosi idiopatica cioè malattia spontanea
che si manifesta senza cause apparenti.
La scoliosi colpisce circa il 20% dei bambini in età dello sviluppo; di questi il 5% presenterà una
scoliosi con importanti probabilità evolutive.
La scoliosi idiopatica cioè quella particolare forma della quale non si conoscono ancora le cause,
colpisce prevalentemente il sesso femminile sul maschile con un rapporto di circa 6 a 1.
Fig.1
Fig.1
Fig.2
Soggetto di 11 anni
con atteggiamento
scoliotico
di
1°grado. Di solito
questa fase è la più
pericolosa perché
tutte le scoliosi
gravi evolute sono
passate per un
1°grado
probabilmente
sottovalutato.
Esito finale di
una scoliosi
evolutiva
idiopatica non
diagnosticata
precocemente,
passata per un 1°
grado.
Fig.2
Definizione di scoliosi:
Una definizione data da Perdriolle definisce la scoliosi “come una deformazione antero-posteriore
in lordosi, generata da un movimento di torsione”.
Noi sappiamo che una colonna vertebrale normale comporta tre armoniche curvature sul piano
sagittale (vista di lato): la lordosi cervicale, la cifosi dorsale e la lordosi lombare; se vista sul piano
frontale (dal davanti) risulta dritta.
Come si riconosce allora una scoliosi?
Quando siamo in presenza di una scoliosi si avranno tre segni maggiori caratteristici:
1. Una deviazione del rachide sul piano frontale;
2. Una torsione con rotazione delle vertebre prevalentemente sul piano orizzontale e conseguente
formazione del gibbo;
3. Tendenza al raddrizzamento delle curve del dorso e lombari sul piano sagittale. Più raramente
vi è tendenza all’accentuazione delle fisiologiche cifosi e lordosi del rachide.
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Fig 3
Fig.4
Esempio di colonna
normale con le quattro
curve rappresentate vista
di
fianco:
lordosi
cervicale; cifosi dorsale;
lordosi lombare e cifosi
sacrale. Vista di fronte
la colonna è un asse
diritta
Esempio di come si
vede una colonna
scoliotica sull'asse
antero-posteriore, in
questo
caso
dovrebbe essere un
asse diritto.
Fig.3
Fig.4
Se vengono a mancare il secondo o terzo punto, si può ipotizzare una scoliosi di scarsa o nessuna
evolutività, o un atteggiamento scoliotico. Quest’ultimo, è importante sottolinearlo, si tratta di una
deviazione funzionale di solito “reversibile” del rachide, dovuto a fattori esterni quali: diversa
lunghezza degli arti inferiori, dislivello del bacino, cattive posizioni mantenute a lungo, dolore
unilaterale (ad es. contrattura muscolare) e può essere anche legata a tipologie di depressione. Un
atteggiamento scoliotico si riequilibra nei test tramite un rialzo di compensazione, e gli accertamenti
radiografici confermano la simmetria del bacino a l’assenza di rotazione vertebrale. E’ importante
che il soggetto venga rassicurato dal professionista a cui si rivolge sul fatto che l’atteggiamento
scoliotico non si trasforma mai in scoliosi strutturata (cioè “irreversibile”), ma và comunque sempre
tenuta sotto osservazione fino alla fine della crescita.
Dopo aver verificato il carattere strutturale della scoliosi, è fondamentale escludere l’ipotesi di una
deviazione scoliotica conseguente ad un’altra patologia, e questo si fa attraverso un accurato esame
obiettivo neurologico che escluda possibili sospetti di patologie infiammatorie, tumorali o
distrofiche. In questo caso sono presenti dolori persistenti, disturbi della sensibilità e anomalie nella
coordinazione del soggetto.
Fig.5
Come si evidenzia una alterazione
posturale riferibile in questo caso ad
un atteggiamento scoliotico. Come si
può vedere dalla foto nelle scoliosi
vere e proprio le spalle ed il bacino
sono quasi sempre perfettamente
allineati sull'asse orizzontale, anche se
non tra loro, e raramente si osservano
asimmetrie pericolose o gravi. Infatti
una delle teorie è che proprio in questi
due distretti venga a mancare l'effetto
tampone di compenso posturale e alla
fine chi si adatta è proprio la colonna
con il suo avvitamento. Si parla di
IMMATURITA' DEL SISTEMA
PROPRIOCETTIVO.
Fig.5
3
Le possibili cause
Le teorie sull’origine della scoliosi formulate sulla base di ricerche sperimentali e cliniche
attendibili sono molte, però nessuna di esse è ancora in grado di fornire spiegazioni scientificamente
validi ed inconfutabili. Tra le possibili cause si è indirizzati su una teoria “multifattoriale”, cioè
legata a particolari e più fattori, che sono:
•
•
•
•
•
Fattori genetici (possibile eredità familiare);
Fattori tissutali e metabolici (possibili alterazioni enzimatiche muscolari);
Fattori muscolari e meccanici;
Fattori di crescita (sono determinanti nella malattia scoliotica se si considera che il 70% circa
dei casi si manifestano nel periodo di crescita);
Fattori neurologici;
Attualmente ci sono studi che sembrerebbero provare l’origine centrale della scoliosi idiopatica,
cioè di quella che non si conosce la causa, dove l’incidenza genetica sarebbe fondamentale. La
causa è riconducibile a un disturbo neurologico che determina un ritardo nella maturazione del
sistema propriocettivo e dell’equilibrio posturale.
La scoliosi è, per la sua stessa essenza, una malattia del sistema tonico posturale (B. Bricot). Ma
questo fatto comporta una riflessione, che un attento professionista non può trascurare; è cioè il
fatto che se il sistema tonico posturale risulta squilibrato vuol dire che sono squilibrati uno o più
recettori che lo influenzano.
I recettori del sistema tonico posturale
I recettori del sistema tonico posturale sono considerati in ordine di importanza:
il piede;
l’occhio;
l’apparato stomatognatico,
le articolazioni e tutto il sistema propriocettivo, cute compresa dove vengono considerate
stimolazioni patologiche fuori sistema la presenza di eventuali cicatrici, piercing, tatuaggi.
Una ricerca condotta in una 5^ elementare, dove sono stati esaminati nei bambini i tre primi
recettori sopra menzionati più la presenza di eventuali cicatrici tossiche, ha evidenziato che il 75%
degli alunni ha almeno un recettore squilibrato. Quindi conoscere il sistema tonico posturale
significa comprendere meglio la scoliosi e scoprire certe possibili cause scatenanti.
L’esame obiettivo di un soggetto scoliotico
Di solito questi soggetti vengono in consultazione perché qualcuno tra il personale scolastico, visite
medico sportive, ma soprattutto per l'osservazione attenta dei genitori (la mamma di solito)
evidenzia che il bambino o bambina non ha una corretta postura e in consultazione dice lo vedo
sempre più storto. Infatti l'interessato difficilmente porterà alla sua coscienza l'alterazione posturale
insorta in quanto tale patologia raramente è accompagnata da dolore o da una vera e propria
limitazione funzionale.
Al momento della visita lo specialista (del quale ci si deve informare riguardo ai titoli accademici e
alla esperienza acquisita nello specifico settore) ricerca i tre segni caratteristici di una scoliosi
idiopatica.
Si osserva il soggetto posteriormente per verificare l’equilibrio della curvatura della schiena, la
posizione delle spalle e il triangolo della taglia (lo spazio tra un braccio rilassato ed il fianco
corrispondente). Poi c’è il test in flessione anteriore che si effettua curvandosi in avanti lasciando le
braccia a penzoloni: questa posizione permette di valutare la presenza del gibbo, ovvero una
maggiore prominenza di una lato della schiena rispetto all’altro. Il gibbo è l’espressione clinica
della rotazione vertebrale e quindi di una scoliosi pericolosa. L’esame continua poi con la visione
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del soggetto lateralmente per valutare la regolarità e l’equilibrio delle curve in lordosi e cifosi del
rachide.
Si possono riscontrare cinque tipologie di curve scoliotiche:
•
•
•
•
•
Scoliosi lombari (costituiscono il 24% circa delle idiopatiche)
Scoliosi dorsolombari (16%)
Scoliosi combinate a due curve (37%)
Scoliosi dorsali (22%)
Scoliosi cervicodorsali (1%)
Fig.6
Esempio di una grave scoliosi con importante
gibbo. Le scoliosi si classificano in gradi: dal
primo
al
terzo
grado
e
poi
diventano
chirurgiche. E' importante sapere che tutte le
scoliosi chirurgiche o di terzo grado sono tutte
passate attraverso un'atteggiamento scoliotico,
un primo e successivamente un 2° grado
probabilmente sottovalutati o poco osservati.
Fig.6
Ai dati clinici vanno aggiunti altri elementi di valutazione come il peso, la statura, l’eventuale sport
praticato e le sue prestazioni sotto sforzo, in particolare dal punto di vista respiratorio. Viene anche
ricercata l’esistenza di precedenti familiari di scoliosi.
A completamento della visita si valuta l’esame radiografico del rachide che inizialmente si effettua
attraverso le proiezioni della colonna vertebrale in toto frontalmente e lateralmente (vedi prime due
figure) in posizione eretta. Le radiografie permetteranno di misurare l’angolo e l'inclinazione della
scoliosi in gradi definendone in questo modo la gravità, impostare un trattamento, formulare una
eventuale prognosi. (tabella 1)
TABELLA 1
Da 0° a 30°
Sorveglianza medica e rieducazione
Da 30° a 50-60° Tutori ortopedici (corsetto) e rieducazione
Oltre i 50°-60° Intervento chirurgico
Fig.7
Fig.7-8
Esempi
di
ginnastica
correttiva usata una volta
con maggior intensità e
ancora oggi prescritta allo
scopo di portare una
maggior coscienza corporea
del soggetto portatore di
scoliosi; fig. 8 Es.di busto
frequentemente
usato
modello Milwaukee.
fig.8
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L’evolutività della curva scoliotica
Una volta diagnosticata la scoliosi, nessun elemento clinico o radiografico permette di dire quale
sarà la sua evolutività. Ecco che diventa quindi indispensabile stabilire una prognosi di evolutività
prima di iniziare il trattamento, utilizzando diversi criteri: i gradi della curva, la forma anatomoradiologica , l’età del soggetto e il grado di maturazione ossea.
È un dato acquisito che il peggioramento dell’angolazione avviene contemporaneamente alla
crescita del rachide è pertanto fondamentale misurare l'altezza del soggetto e verificare l'eventuale
aggravamento solo dopo una crescita di circa 4-5 cm. dalla radiografia precedente. Si evince che di
conseguenza le scoliosi più evolutive sono quelle che vengono diagnosticate in giovane età. (tabella
2)
TABELLA 2: EVOLUTIVITA’ POTENZIALE DELLE SCOLIOSI SECONDO L’ETA’
ETA’
Da 10 a 12 anni
Da 12 a 15 anni
Oltre i 15 anni
RISCHIO EVOLUTIVO ( %)
88
56
29
Infatti l’inizio della pubertà corrisponde ad una forte accelerazione della crescita del rachide, ed è in
questo periodo che il controllo periodico deve essere rigoroso per tenere sotto osservazione la curva
scoliotica.
Un altro indice di evolutività è rappresentato dall’entità dell’angolo della curva scoliotica
confrontato con il grado di maturazione scheletrica, (tabella 3).
Questo test consiste nell'osservare la maturazione delle creste iliache considerate come osso ultimo
nella crescita e in base alla fase di consolidazione viene chiamato test di Risser.
Un Risser 4 indica che la crescita del tronco e la fase di peggioramento della scoliosi sono
terminate.
TABELLA 3: EVOLUTIVITA’ POTENZIALE DELLA SCOLIOSI
SECONDO L’ANGOLO E IL TEST DI RISSER
Angolo
< 20°
20° - 29°
Risser 0 – 1 (%)
22,2
68
Risser 2 – 4 (%)
1,6
23
Con il progredire degli studi scientifici in campo posturologico e con l’evoluzione di nuovi
strumenti di diagnosi, si è visto come un soggetto scoliotico, nella deambulazione, può presentare
un alterato carico pressorio tra l’appoggio di un piede e l’altro causato da un’asimmetria del
movimento pelvico. Ecco che valutare con una pedana baropodomentrica l’appoggio plantare di un
soggetto scoliotico, permette un’ulteriore approfondimento dell’esame e una opportunità di
valutazione prima, durante e alla fine del trattamento.
Il trattamento
Esistono ancora molti dubbi su quello che dovrà essere il trattamento di una scoliosi. Sicuramente la
condotta terapeutica deve prendere in considerazione sia l’età del soggetto che i valori angolari
della curva. A seconda di questi dati si opterà per il solo trattamento rieducativo, basato su esercizi
di riprogrammazione posturale globale e recupero del sistema propriocettivo, oppure per un
trattamento ortopedico con tutore e rieducazione associata. Il trattamento chirurgico risulterà
indicato quando si è constatato che non andrà a buon fine il trattamento conservativo e l’angolo
della curva è superiore ai 50°.
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La prevenzione
Come abbiamo visto le deformazioni scoliotiche non sono altro che le conseguenze di uno
squilibrio generalizzato del sistema posturale. La conoscenza di questo sistema ci dà la possibilità di
individuare precocemente la malattia scoliotica, anche prima dell’apparizione delle deformazioni e
la fissazioni degli esiti. Ecco quindi che una tempestiva e mirata rieducazione, ma soprattutto una
continua osservazione da parte di personale in grado di decifrare anche il minimo dei cambiamenti
posturali, permette di prevenire o per lo meno di limitare possibili gravi evoluzioni.
Terapista della Riabilitazione
Dott. Roberto Busetto
Laurea in Fisioterapia
Master in Posturologia presso facoltà di Medicina e Chirurgia
Università “La Sapienza” Roma
Allenatore federale CONI settore judo
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