Le ulcere gastriche del suino Giuseppe Baricco Meeting di Patologia Comparata Moretta (CN) 7 Marzo 2008 Parlando di ulcera gastrica, il suino “moderno” è in primo piano… • Perché è una patologia che è in progressivo aumento • Perché si presenta in modo subdolo e imprevedibile • Perchè, come molti problemi degli allevamenti moderni, si presenta come una forma di “tecnopatìa” che interessa trasversalmente aspetti zootecnici, medici, genetici e di management • Perchè non riguarda solo gli aspetti zooeconomici, ma anche il tema del benessere animale Incidenza e significato economico della malattia • • • • • Lesioni attuali o pregresse di tipo ulceroso si rilevano con buona frequenza negli allevamenti In Italia la situazione è leggermente migliore a causa della maggiore età di macellazione Si tratta di animali in normali condizioni di allevamento, con normali prestazioni Implicazioni sul benessere ? (EFSA Journal, 2007, 572) Il significato economico della malattia discende dalla mortalità Rilievo di ulcere al macello 20 18 16 14 12 % 10 8 6 4 2 0 Amory et al. 2006 (n= 800) Robertson et al. 2002 (n= 15.700) Appino et al. 2006 (n=595) Incidenza della mortalità • Fatto 100 il valore globale della mortalità negli allevamenti suini, quella dovuta all’ulcera gastrica si attesta tra il 3 ed il 4,5% • E’ un numero solo apparentemente non alto: infatti l’incidenza della mortalità da ulcera gastrica è al primo posto dopo quella dovuta alle grandi malattie, batteriche o virali, dei moderni allevamenti • Inoltre, la caratteristica di presentarsi in forme talvolta estese e ricorrenti rende l’ulcera gastrica, quando presente, un problema vero e fortemente “sentito”, tanto dagli allevatori quanto dai veterinari…. Descrizione della malattia • I suini hanno uno stomaco caratterizzato da una particolare estensione della pars oesophagea, parte più craniale della mucosa dell’organo, ricoperta da un epitelio squamoso stratificato simile a quello dell’esofago Descrizione della malattia • • I suini hanno uno stomaco caratterizzato da una particolare estensione della pars oesophagea, parte più craniale della mucosa dell’organo, ricoperta da un epitelio squamoso stratificato simile a quello dell’esofago Lo stomaco dei suini in allevamento intensivo quasi MAI si presenta anatomicamente perfetto all’esame autoptico, a qualunque età Descrizione della malattia • • • I suini hanno uno stomaco caratterizzato da una particolare estensione della pars oesophagea, parte più craniale della mucosa dell’organo, ricoperta da un epitelio squamoso stratificato simile a quello dell’esofago Lo stomaco dei suini in allevamento intensivo quasi MAI si presenta anatomicamente perfetto all’esame autoptico, a qualunque età E’ rilievo “normale” un certo grado di ipercheratosi della pars oesophagea, una iperemia della mucosa, gradi variabili di erosione e di infiammazione Descrizione della malattia • • • • • • • • Le ulcere del suino sono in massima parte a carico della pars oesophagea Possono essere colpiti suini di ogni età, ma più frequentemente soggetti in forte accrescimento (tra i 40 e gli 80 kg di peso) e scrofe nel periparto Gli animali con ulcera gastrica vengono spesso trovati morti in buone condizioni oppure, se non vengono a morte in forma peracuta, manifestano crescita scarsa o nulla e si alimentano e bevono in modo incerto e con difficoltà (@ scarti) All’osservazione “in vivo” essi mostrano un caratteristico aspetto pallido-biancastro della cute e delle mucose apprezzabili Quasi mai è presente diarrea o rammollimento delle feci: al contrario, l’osservazione più frequente è di feci compatte e di aspetto caprino Il colore è ovviamente scuro a causa della melena: l’osservazione di strie visibili di sangue nelle feci orienta la diagnosi verso forme morbose emorragiche localizzate più a valle Le lesioni variano da leggere erosioni superficiali di colore rosso-brunastro fino a ulcerazioni anche ampie della superficie mucosa, più o meno approfondite La perforazione è rara ma non impossibile: la superficie delle ulcere può essere coperta da materiale necrotico, o da coaguli di sangue di dimensioni anche imponenti Grosso coagulo di sangue Colorazione pallida della cute e delle mucose Eziologia della malattia (1) • • • • La causa più comunemente indicata come prevalente nella generazione della malattia è da ricondursi alla macinazione fine dei mangimi Quando la dimensione media delle particelle è uguale o inferiore ai 4-500 micron, allora si è nella situazione che tipicamente favorisce l’insorgenza dell’ulcera gastrica nel suino La prima correlazione con la granulometria risiede nel fatto che le farine fini provocherebbero un maggior grado di rimescolamento della massa contenuta nello stomaco, e di conseguenza una esposizione più prolungata della mucosa della pars oesophagea a materiale (di provenienza distale) caratterizzato da un pH particolarmente basso La seconda correlazione discende dalla maggiore velocità di svuotamento dello stomaco indotta dalle farine fini: cosa che favorirebbe la risalita dei succhi biliari fino alla mucosa della pars oesophagea, sulla quale agirebbero in modo da favorire l’instaurarsi di fenomeni erosivi Eziologia della malattia (2) • Il secondo fattore di primaria importanza nella generazione della malattia dipende dall’uso incauto di farmaci antiinfiammatori non steroidei da parte degli allevatori e dei veterinari • In tempi recenti si sono resi disponibili per la terapia di massa (attraverso l’acqua o il mangime) sia l’ac. acetilsalicilico, che il paracetamolo, che il ketoprofene • La pregressa somministrazione di dosi elevate (fino a 4 g/100 kg di ac. acetilsalicilico) per tempi prolungati (oltre i due-tre giorni di cura) è il rilievo anamnestico più frequente in caso di intervento per un evento improvviso, acuto ed esteso di ulcere gastriche in una popolazione di suini • Occorre infatti ricordare che queste terapie si vanno ad implementare su una popolazione i cui stomaci, come si è visto, non sono mai in perfetto stato di salute! Eziologia della malattia (3) • Vengono poi riportati in letteratura alcuni altri fattori di allevamento che hanno mostrato di poter favorire l’osservazione di una alta percentuale di ulcere gastriche nei nostri allevamenti: – La contemporanea presenza in allevamento del complesso PRDC, da qualunque causa generato – Le occasioni di digiuno – L’allevamento su pavimenti integralmente grigliati – La somministrazione di mangime pellettato – La densità degli animali nei boxes – L’ereditarietà (coefficiente 0,52) • Inoltre la diffusione della pratica di acidificare i mangimi con alte dosi di acidi organici (formico, lattico, citrico) non può avere effetti particolarmente favorevoli sulla integrità della mucosa gastrica dei giovani suini: le dosi utilizzate, infatti, corrisponderebbero ad un sistematico “condimento” delle diete dei nostri bambini con il 5-10% di aceto di vino! E l’Helicobacter? (1) • • • Negli stomaci di suini ammalati o sani è comune l’isolamento di Helicobacter spp., in particolare di H. heilmannii biotipo 1 H. pylori è in grado di provocare la malattia in suini gnotobiotici, ma non è in natura presente negli allevamenti: suini infettati con H. pylori introdotti in gruppi di animali sani non hanno generato circolazione del batterio, cosa che invece succede regolarmente con H. heilmannii La localizzazione delle lesioni indotte dall’infezione (prevalentemente la zona secretoria) è diversa da quella della malattia naturale (pars oesophagea): Isolamento di H. heilmannii dal muco di stomaci di suino (Appino et al., 2006) 70 60 50 % 40 30 20 10 0 Con lesioni Senza lesioni E l’Helicobacter? (2) • Lesione naturale • Lesione da Helicobacter spp. • I suini fino a 80 kg di peso vivo attraversano fasi di allevamento (lo svezzamento e la messa a terra) durante le quali la somministrazione di cocktails antibiotici ad ampio spettro è quasi la norma: tra i farmaci utilizzati più comunemente vi sono i betalattamici ed i macrolidi, che sono la base della terapia antibatterica dell’ulcera nell’uomo… vi è dunque una metafilassi involontaria rispetto all’Helicobacter? Pertanto allo stato delle attuali conoscenze è più probabile che i batteri spirillari (che come visto circolano ampiamente negli allevamenti suini) si comportino da commensali ed opportunisti piuttosto che da patogeni primari Il rilievo di H. heilmannii nell’uomo è evento del tutto occasionale, e pertanto l’ipotesi di un ciclo zoonosico basato su di esso al momento non viene preso in seria considerazione Norme di controllo e terapia (1) • • • • Nei casi peracuti non vi è nulla da fare: servono esclusivamente come “campanello di allarme” Anche i soggetti che sopravvivono come scarti non vengono curati con farmaci specifici (che tra l’altro non sono neppure disponibili): o guariscono con le misure generali, o vengono soppressi La verifica della granulometria dei mangimi è semplice e poco costosa: il suo incremento porta benefici sanitari (su ulcere e salmonelle), ed effetti negativi sulle prestazioni… che possono essere efficacemente contrastati da un bravo nutrizionista! Occorre avere un valore medio delle particelle a 800 – 1000 micron, e limitare la parte finissima (< 150 micron) al di sotto del 2,5% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% < 150 um max 2,5 300-150 um max 20 1000 - 300 um min > 1000 um max 47,5 30 Norme di controllo e terapia (2) • Evitare le occasioni di digiuno (come spesso avviene nelle giornate festive) • Controllare il sovraffollamento e le lotte gerarchiche per l’accesso al cibo • In sintesi, un tipico approccio MULTIFATTORIALE • Non hanno dato risultati particolarmente significativi i farmaci e gli additivi che finora sono stati testati per controllare il problema: – La Vitamina U (s-metil metionina solfonio) e la cisteina, che si ritiene possano eccitare la produzione di muco e per conseguenza la capacità di autoprotezione della mucosa – I prodotti antiacidi, come il bicarbonato di sodio, l’ossido di magnesio e l’idrossido di alluminio i quali, occorre ricordarlo, inattivano prontamente gli acidi organici aggiunti ai mangimi