Criterio del luogo delle radici Sia dato un sistema di controllo a retroazione unitaria del tipo riportato in figura, R(s) Y(s) Figura 1: sistema retroazionato considerato nell’analisi. dove G(S) è una funzione razionale fratta che si puo’ esprimere nella forma m G(s) = N ( s) = D( s ) ∏ ( s + zi ) i =1 n ∏ ( s + pi ) (1) i =1 e K è il guadagno statico d’anello portato in evidenza fuori dalla f.d.t. di G(s). Abbiamo visto col Criterio di Nyquist come è possibile verificare la stabilità a ciclo chiuso del sistema al variare di k andando a disegnare il diagramma polare di KG(s) e valutando i circondamenti del punto critico (-1+j0). Un altro criterio che consente di ottenere informazioni sulla stabilità del sistema a ciclo chiuso in figura è il Criterio del Luogo delle Radici. Come vedremo nel seguito questo criterio non solo fornisce informazioni sulla stabilità, ma fornisce anche informazioni sulla posizione dei poli al variare del parametro di guadagno statico d’anello K. In questa maniera sono in grado di pervenire ad una conoscenza più accurata della dinamica del sistema: conoscendo, infatti, la posizione dei poli nel piano s è possibile determinare il valore di parametri fondamentali del sistema quali il tempo di salita, il tempo di assestamento, la sovraelongazione, la banda passante e il modulo alla risonanza. La funzione di trasferimento (f.d.t.) a ciclo chiuso del sistema sopra illustrato è: W ( s) = KG( s ) 1 + KG( s ) (2) Quindi i poli del sistema a ciclo chiuso sono le soluzioni dell’equazione caratteristica 1 + KG ( s ) = 0 (3) Fissato un valore di K, le soluzioni della equazione caratteristica restituiscono le posizioni nel piano complesso degli n poli del sistema, dove n è l’ordine dei sistema stesso. Al variare di K, quindi, questi n punti descriveranno altrettante curve: l’insieme di tali curve è detto luogo delle radici. DEFINIZIONE: Per il sistema di Figura 1, con funzione di trasferimento d’anello (1), si chiama luogo delle radici il luogo descritto nel piano complesso dalle radici dell’equazione caratteristica (3) al variare del parametro reale K da -∞ a +∞, con K≠0. Precisamente, la parte del luogo corrispondente a K>0 prende il nome di luogo diretto (LD), mentre si chiama luogo inverso (LI) quella corrispondente a K<0. Il valore K=0 viene escluso dalla precedente definizione poiché corrisponde alla situazione in cui la retroazione è assente è, quindi, i poli del sistema in figura coincidono con quelli di G(s). E’ possibile andare a disegnare il luogo delle radici andando a risolvere per punti la (3). Naturalmente questo è fattibile solo con l’ausilio di un calcolatore elettronico. Allo scopo di determinare la forma del luogo delle radici, si può osservare che l’equazione (3) è equivalente a N (s) 1 =− D( s) K (4) N ( s) 1 = D( s ) K (5) ⎧( 2h + 1)180° , K > 0 , h int arg N ( s ) − arg D ( s ) = 180° − arg K = ⎨ ⎩ 2h180° , K < 0 , h int (6) che ancora è equivalente alle equazioni e La (6) è sufficiente a caratterizzare completamente l’aspetto geometrico del luogo mentre le (5) serve a determinare la punteggiatura del luogo rispetto a K, ovvero per determinare a che valore di K corrisponde uno specifico punto del luogo. Dalla (1), ancora si può scrivere m m ⎧ ⎪ arg N ( s ) = arg ∏ ( s + zi ) = ∑ arg ( s + zi ) ⎪ i =1 i =1 ⎨ n n ⎪arg D ( s ) = arg ∏ ( s + p ) = ∑ arg ( s + p ) i i ⎪⎩ i =1 i =1 (6) che rappresentano l’angolo formato con l’asse reale dal vettore che congiunge il punto del luogo avente coordinata s e gli zeri e i poli della funzione G(s). Un punto appartiene al luogo diretto se (arg N(s) - arg D(s)) è un multiplo dispari di 180° mentre appartiene al luogo inverso se è un multiplo pari di 180°. Per quel che riguarda la punteggiatura, l’equazione (5) si può scrivere anche n D( s) = K = N (s) ∏ s + pi i =i m ∏ s + zi (7) i =1 quindi il valore di K per uno specifico valore s del luogo si può ricavare dalla equazione (7) ovvero facendo il rapporto tra il prodotto delle distanze del punto s dai poli di G(s) e il prodotto delle distanze dagli zeri di G(s). Il segno di K dipende dall’appartenenza del punto al luogo diretto o al luogo inverso. Esistono, tuttavia, delle regole che consentono un agevole tracciamento, seppur qualitativo, del luogo delle radici. La conoscenza di queste regole non solo aiuta nella determinazione del luogo senza l’ausilio di strumenti di calcolo ma consente anche di meglio intuire l’effetto che potrebbe avere nel sistema retroazionato l’aggiunta di un polo o di uno zero o, ancora, la variazione del guadagno. REGOLE DI TRACCIAMENTO 1. Il luogo delle radici è costituito da un numero di rami pari a 2n dove n è il numero dei poli della f.d.t. ad anello aperto G(s). 2. Il luogo delle radici è simmetrico rispetto all’asse reale. L’equazione caratteristica è, infatti, a coefficienti reali e quindi se fossero presenti radici complesse essere sarebbero anche coniugate e, quindi, simmetriche rispetto all’asse reale. 3. I rami partono dalla posizione degli n poli della G(s). L’equazione caratteristica (3) si può riscrivere nella forma D(s)+KN(s)=0. Si vede, quindi, che per K→0 si riduce a D(s)=0 la cui soluzione fornisce i poli della f.d.t. G(s). 4. Sia nel luogo diretto che nel luogo inverso i rami terminano negli m zeri di G(s). Per K→ ∞, l’equazione caratteristica degenera nella N(s)=0. Essendo m ≤ n può capitare che alcuni rami non abbiano i corrispondenti zeri su cui arrivare. In questo caso i restanti n-m rami tenderanno all’infinito. 5. I rami che tendono all’infinito lo fanno lungo asintoti che si intersecano sull’asse reale nel punto di ascissa xA = m n i =1 i =i ∑ z i − ∑ pi n−m e dividono l’angolo giro in parti uguali. In particolare formano con l’asse reale angoli pari a ⎧ (2h + 1)π ⎪ n − m , h = 0,1, ..., n − m − 1, K > 0 ⎨ 2 hπ ⎪ , h = 0,1, ..., n − m − 1, K < 0 ⎩ n−m 6. Tutti i punti dell’asse reale, tranne quelli corrispondenti a singolarità di G(s), fanno parte del luogo delle radici. In particolare a. K>0 (LD) fanno parte del luogo diretto i segmenti che lasciano a destra un numero dispari di poli e zeri. Si considererà 0 come un numero pari. b. K<0 (LI) fanno parte del luogo inverso quei segmenti che lasciano un numero pari di poli e zeri al finito. In generale, si può dire che se un punto dell’asse reale fa parte del luogo diretto allora non farà parte del luogo inverso e viceversa. 7. Quando n-m ≥ 2, il baricentro del luogo delle radici non dipende da K e coincide con il punto dell’asse reale di ascissa xb = − 1 n ∑ pi n i =1 8. Una radice multipla di ordine h corrisponde ad un punto del luogo delle radici in comune ad h rami del luogo stesso. I rami che partono dal polo multiplo formano con l’asse reale una stella che divide l’angolo giro in parti uguali. Gli h rami che convergono in una radice di molteplicità h vi convergono in direzioni opposte. Nel punto, poi, si originano altri h rami che ne divergono in direzioni opposte. I 2h rami dividono l’angolo giro in angoli uguali pari a 180/h. In corrispondenza delle radici multiple si annullano le derivate di G(s) fino alla (h-1)-esima. Nel caso di radici doppie il loro calcolo è più semplice. Si può, infatti, utilizzare la formula m n 1 1 ∑ s + z −∑ s + p = 0 i i =1 i i =1 9. Si consideri il polo -pj di G(s) avente molteplicità hj. Gli hj rami del luogo diretto e del luogo inverso che partono da questo polo hanno in quel punto tangenti che formano con l’asse reale angoli uguali a m n ⎧1 ⎡ ⎤ ⎪ ⎢( 2l + 1)π + ∑ arg(− p j + zi ) − ∑ arg(− p j + pi )⎥ , l = 0,1, ..., h j − 1 , K > 0 ⎪h j ⎢ i =1 i≠ j ⎦⎥ α jl ⎨ ⎣ m n ⎪ 1 ⎡2lπ + arg(− p + z ) − arg(− p + p )⎤ , l = 0,1, ..., h − 1 , K > 0 ∑ ∑ j j i j i ⎥ ⎪ h ⎢ j ⎢ = 1 ≠ i i j ⎣ ⎦⎥ ⎩ 10. Si consideri lo zero -zj di G(s) avente molteplicità hj. Gli hj rami del luogo diretto e del luogo inverso che partono da questo polo hanno in quel punto tangenti che formano con l’asse reale angoli uguali a m n ⎧1 ⎡ ⎤ ⎪ ⎢( 2l + 1)π − ∑ arg(− z j + zi ) + ∑ arg(− z j + pi )⎥ , l = 0,1, ..., h j − 1 , K > 0 ⎪h j ⎢ i≠ j i =1 ⎦⎥ α jl ⎨ ⎣ m n ⎪ 1 ⎡2lπ − arg(− z + z ) + arg(− z + p )⎤ , l = 0,1, ..., h − 1, K > 0 ∑ ∑ j j i j i ⎥ ⎪ h ⎢ j ⎢ ≠ = 1 i j i ⎣ ⎦⎥ ⎩ 11. Eventuali punti di incrocio sull’asse reale si possono determinare trovando i massimi e i minimi relativi della funzione –D(x)/N(x) dove x è reale. In particolare se x* è un punto di minimo e il punto s=x* appartiene al luogo diretto, esistono due rami complessi che confluiscono sull’asse reale in x*. Se x* è un punto di massimo e il punto s=x* appartiene al luogo diretto, esistono due rami reali che si incontrano in x* e poi si separano diventando complessi. La situazione è rovesciata nel caso di luogo inverso. 12. In ogni punto del luogo il valore del modulo di K è dato da n K= ∏ηi i =1 m ∏ λi i =1 dove ηi e λi sono, rispettivamente, le distanze del punto dai poli e dagli zeri di G(s).