TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA CAPITOLO 12 12 METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA diffusion bonding. Infine si daranno brevi cenni relativi agli aspetti progettuali ed economici delle due tecnologie. Sinossi N elle costruzioni aerospaziali si manifesta spesso l‟esigenza di realizzare componenti o assiemi finiti. In particolare, è sempre conveniente produrre componenti cosiddetti net shape allo scopo di risparmiare ulteriori costose lavorazioni di finitura oppure per evitare difficoltà e criticità tecnologiche o, infine, per ragioni di pericolosità o di rispetto dell‟igiene ambientale. D‟altra parte, nel caso degli assiemi, una struttura cosiddetta integrale consente di eliminare o ridurre le giunzioni, le quali di solito comportano aumento di costo e di peso e riduzione delle prestazioni meccaniche. Le tecnologie di metallurgia delle polveri (sinterizzazione) e di formatura superplastica, oggetto del presente capitolo, sono tra le più adatte per raggiungere questi obbiettivi. Per quanto riguarda la metallurgia delle polveri, verranno presi in considerazione i precursori e le loro tecniche produttive, i processi di compattazione e sinterizzazione, illustrando altresì i possibili processi alternativi, nonché le tecniche secondarie e di finitura. La trattazione della formatura superplastica prenderà le mosse dai fondamenti teorici della superplasticità e della cavitazione, per passare alla descrizione delle caratteristiche delle leghe superplastiche, della tecnologia vera e propria e della tecnica di giunzione simbiotica con la formatura superplastica, ovvero la 12.1 Processi a caldo non convenzionali E ntrambi i processi presi in esame nel presente capitolo necessitano di elevate temperature operative e di semilavorati aventi natura e/o caratteristiche non convenzionali: possono perciò a buon diritto essere definiti processi a caldo non convenzionali. La metallurgia delle polveri (MP) è un processo tecnologico nel quale i componenti vengono prodotti da polveri metalliche. La sequenza tipica di questa tecnologia prevede innanzitutto che le polveri vengano compresse nella forma desiderata e poi riscaldate per provocarne la solidarizzazione in una massa dura e rigida. La pressatura avviene in un impianto assimilabile ad una pressa, usando attrezzi specificamente realizzati per il componente da produrre. L‟attrezzatura, che in genere consiste in uno stampo e in uno o più punzoni, può essere costosa, così che la metallurgia delle polveri è una tecnologia adatta per le medie/grandi serie produttive. Il trattamento termico (sinterizzazione) avviene ad una temperatura inferiore a quella di fusione. La metallurgia delle polveri costituisce un‟importante alternativa alle tecnologie tradizionali di formatura per i seguenti motivi (tra gli altri): Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 1 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA i componenti prodotti per MP possono essere net shape o near net shape, eliminando o riducendo così la necessità di lavorazioni ulteriori; supporti motore, dischi turbina, longheroni/ordinate delle gondole motore, ventole e giranti. Taluni metalli e leghe, come il titanio e le leghe alluminio zinco, quando possiedono una struttura cristallina molto fine (grani di dimensione inferiore ai 10m) e vengono deformati ad elevata temperatura e bassa velocità, mostrano un caratteristico comportamento superplastico, che può dar luogo ad allungamenti a trazione superiori al 2000%. Questi materiali posso essere formati secondo morfologie complesse tramite la tecnologia di formatura superplastica (FS). L‟estrema duttilità e la relativamente bassa resistenza delle leghe superplastiche offre i seguenti vantaggi: la MP comporta sfridi molto ridotti: il 97% circa della polvere di partenza è convertita in prodotto finito. Ciò costituisce un vantaggio rilevante rispetto alle tecnologie di colata; grazie alla natura del materiale di partenza, la MP consente di ottenere manufatti aventi prefissati livelli di porosità: ciò consente di realizzare ingranaggi e supporti autolubrificanti, riempiendo i pori con sostanze opportune (olio, grafite, PTFE, etc.); agli attrezzi di formatura è richiesta una resistenza minore, stante la minor prestanza del materiale da lavorare, così anche il loro costo è minore; taluni metalli che sono difficili o pericolosi da formare con tecniche standard possono essere lavorati con la MP: per esempio i filamenti in tungsteno delle lampadine ad incandescenza sono realizzati con la MP; possono essere realizzati componenti integrali di forma complessa, con tolleranze strette e dettagli accurati, eliminando così lavorazioni secondarie e giunzioni; talune leghe metalliche e cermets possono essere realizzati solo con la MP; grazie alla formabilità dei materiali, si possono ottenere risparmi di materiale e quindi di peso; la MP si confronta vantaggiosamente con la gran parte delle tecniche di colata per ciò che attiene il controllo dimensionale: si possono ottenere routinariamente tolleranze di -/+ 0.125mm; non si ha la generazione di sforzi residui di origine termoplastica. Per contro, la FS presenta le seguenti limitazioni: il materiale non deve essere superplastico alla temperatura di servizio; la MP può essere facilmente automatizzabile. a causa dell‟estrema sensibilità alla velocità di deformazione propria delle leghe superplastiche, esse devono essere formate a ratei di 10-4/10-2 s-1. Ciò comporta tempi-ciclo molto più lunghi di quelli tipici dello stampaggio tradizionale: la FS è quindi un processo intrinsecamente costoso. La MP presenta però anche inconvenienti e svantaggi: gli impianti e le attrezzature sono costosi; le polveri metalliche sono costose e difficili da immagazzinare e maneggiare; possono insorgere problemi di degrado (igroscopicità) ed incendio (reattività); Le leghe superplastiche (specie le Zn-22Al e Ti-6Al-4V) possono essere formate anche per forgiatura ed estrusione dei lingotti, oltre che per termo-formatura, formatura a vuoto e formatura per soffiatura delle lamiere. Uno sviluppo molto importante è consistito nella capacità di produrre strutture in parete sottile combinando la FS con la diffusion bonding (DB), esemplificate in Figura 12.1. non tutte le forme possono essere realizzate, in quanto le polveri nello stampo fluiscono con difficoltà in direzione laterale; possono verificarsi variazioni di densità nelle diverse parti del manufatto, specie per forme complesse; Dopo aver giuntato le lamiere selettivamente tramite DB, la struttura viene pressurizzata in uno stampo per mezzo di argon, in modo da far espandere le lamiere nelle zone libere da collegamenti. La costruzione che si ottiene è leggera e rigida, particolarmente efficiente ed adatta alle applicazioni aerospaziali. Un tale processo migliora la produttività eliminando le giunzioni chiodate e realizza componenti dimensionalmente accurati e privi di tensioni residue. I materiali più comunemente utilizzati per gli stampi di formatura superplastica sono gli acciai bassolegati, gli acciai da fonderia per utensili, le ceramiche e la grafite. La scelta ultima dipende dalla temperatura di formatura e dalle caratteristiche meccaniche della lega superplastica. normalmente i manufatti prodotti con la MP non superano i 2-3 Kg di massa; raramente si sono raggiunti i 20-25 Kg. Tramite la MP si possono lavorare rame, ferro, alluminio, nickel, titanio, metalli refrattari (tungsteno, molibdeno); nel caso di ottone, bronzo, acciai e acciai inossidabili, si usano polveri pre-alligate, dove ciascuna particella è essa stessa una lega. Nelle costruzioni aerospaziali sono tradizionalmente realizzati per MP numerosi componenti motoristici, quali ingranaggi, camme, supporti di banco, filtri, guida-valvole, anelli di pistoni e bielle. Oggigiorno l‟evoluzione della tecnologia consente di produrre anche componenti strutturali, quali gambe dei carrelli, Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 2 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA dimensione: se le particelle sono sferiche è sufficiente una sola dimensione, in altri casi ne sono necessarie due o tre. Le dimensioni sono definite dalla granulometria (mesh count), la quale coincide con il numero di aperture per pollice lineare presenti nei vagli utilizzati per selezionare le polveri. Così, tanto maggiore è la granulometria, tanto minore è la dimensione delle particelle. La granulometria in genere varia da 65 a 400, mentre le dimensioni delle particelle possono variare da 0,1 a 1000 m. Esistono altri metodi per la selezione delle particelle, quali la sedimentazione, la microscopia ottica ed a raggi-X e la diffrazione Laser; forma: le particelle possono assumere svariate forme (sferica, cilindrica, cubica, appiattita, aciculare); il metodo più semplice per misurare la forma consiste nel definire l‟allungamento (rapporto tra la dimensione maggiore e la dimensione minore) ed il fattore di forma Ks, che si calcola come rapporto tra area superficiale A e volume V di una particella, adimensionalizzato rispetto al volume di una sfera equivalente di diametro D, così da risultare: Figura 12.1: esempi di strutture aerospaziali prodotte per DB+FS La tecnologia è ormai consolidata per le strutture aerospaziali in titanio, ma esistono anche realizzazioni in lega di alluminio 7475-T6, leghe di nickel Inconel 100 e Inconel 718, acciai ad alto tenore di carbonio. La maggior parte delle applicazioni si riferisce comunque a parti in titanio di velivoli militari, come il Tornado ed il Mirage 2000: ordinate di fusoliera, slats di bordo d‟attacco e condotti degli scambiatori di calore. La carenatura di prua dell‟F-15 è pure realizzata per FS, mentre sull‟EFA esistono parti realizzate per FS in lega di titanio Ti6Al4V e di alluminio 7475. Parti realizzate per FS sono presenti anche sui velivoli civili: per esempio l‟impianto dell‟acqua sanitaria sull‟Airbus A-340. Ks = AD/V Da ciò consegue che, per dimensioni piccole e fattori di forma grandi, si ha una maggior area superficiale per la medesima massa di polvere e quindi elevata sensibilità all‟ossidazione e alla flocculazione (agglomerazione delle particelle). Nonostante questi inconvenienti, polveri di minor dimensione vengono preferite perché conferiscono al pezzo finito migliori prestazioni meccaniche; struttura interna: a questo riguardo vengono definiti i pori aperti (spazi tra una particella e l‟altra) che possono venir riempiti da acqua, lubrificante o metallo fuso ed i pori chiusi, che sono cavità interne alle singole particelle e possono influenzare il valore della densità. In genere, il processo di FS viene eseguito a circa 900 °C per le leghe di titanio e circa 500 °C per le leghe d‟alluminio. Le stesse temperature valgono anche per la DB, anche se la presenza di uno strato di ossido sulle lamiere di alluminio rappresenta un grave inconveniente, che ne degrada le prestazioni. Per quanto riguarda i tempi ciclo, a titolo di esempio, delle lamiere in lega di nickel 718 dello spessore di 2 mm, formate superplasticamente su stampi in ceramica alla temperatura di 950 °C e alla pressione di argon a 2 MPa, richiedono un tempo di 4 ore. Altre caratteristiche funzionalmente importanti sono: attrito inter-particellare e fluidità: la prima di queste proprietà influisce direttamente sulla capacità della polvere di fluire nello stampo ed impaccarsi densamente. Essa viene misurata dall‟angolo a riposo, che la polvere assume quando si dispone in mucchio su di una superficie liscia: ad un angolo grande corrisponde un attrito elevato (tipico di particelle piccole e non sferiche); la fluidità viene misurata dal tempo che una determinata quantità di polvere impiega a fuoriuscire da un‟apertura calibrata. Per migliorare la fluidità e facilitare il riempimento dello stampo si aggiungono lubrificanti; 12.2 Metallurgia delle polveri L a tecnologia della metallurgia delle polveri consiste essenzialmente nei seguenti passi: impaccamento, densità e porosità: l‟impaccamento è legato a due grandezze: la densità vera, che è propria delle particelle fuse in un tutt‟uno e la densità massica, che è propria delle particelle non ancora solidarizzate e vi è la presenza dei pori esterni; per questo motivo la densità massica è sempre minore della densità vera ed il fattore di impaccamento Fi, dato dal rapporto di tali grandezze, è sempre tipicamente 0,5 < Fi < 0,7. Esso dipende dalle dimensioni delle particelle e dalla distribuzione statistica, dal fatto di venir “vibrate” per facilitare l‟assestamento e produzione delle polveri miscelazione compattazione sinterizzazione operazioni di finitura produzione e miscelazione delle polveri – le polveri consistono in fini particolati solidi, la geometria delle cui particelle è definita da: Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 3 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA dall‟elettrolita al catodo, da cui è rimosso in forma di particelle di elevata purezza; compattate sotto pressione. La porosità p viene definita come il rapporto tra il volume dei pori ed il volume totale del materiale. Prescindendo dalla presenza di cavità interne alle particelle, fattore d‟impaccamento e porosità sono complementari rispetto all‟unità (Fi + p = 1); polverizzazione meccanica: il metallo viene frantumato in mulini a rulli, a palle o a martelli (Figura 12.3) fino ad avere particelle appiattite nel caso di materiali duttili, angolose nel caso di materiali fragili; natura chimica e film superficiali: da un punto di vista chimico, le polveri sono classificate in elementari e pre-alligate. Le prime consistono in metalli puri e possono venir miscelate con polveri di altri metalli puri per dar luogo a leghe non ottenibili tramite la metallurgica convenzionale. Le polveri elementari sono più cedevoli di quelle pre-alligate, così da poter essere compattate più facilmente fino a densità maggiori. Nel caso delle polveri pre-alligate, ciascuna particella è essa stessa già una lega. La Tabella 12.1 riporta natura chimica, applicazione ed uso dei più comuni precursori per la metallurgia delle polveri. Tabella 12.1 - Natura chimica, applicazione ed uso delle polveri Figura 12.2 - Tecniche di produzione per atomizzazione La formazione di film superficiali, che possono essere costituiti da umidità, ossidi, silicati o sostanze organiche adsorbite, rappresenta un problema; perciò essi devono venir rimossi prima della compattazione. Esistono numerosi metodi per la produzione di polveri metalliche; la scelta dipende dalle dimensioni, dalla forma e dal grado di purezza, nonché dalle caratteristiche interne e superficiali delle particelle che si vogliono ottenere. Tali proprietà sono molto importanti perché influiscono sulla fluidità e permeabilità durante i processi successivi di compattazione e sinterizzazione. I più comuni sono: Figura 12.3 - Tecnica di produzione per polverizzazione meccanica estrazione dal fuso: il metallo fuso viene fatto percolare su di un disco rotante di grande massa termica (Figura 12.4a) oppure è il disco stesso che, sfiorando la superficie del fuso, ne estrae delle goccioline (Figura 12.4b); in entrambi i casi, le goccioline si solidificano poi istantaneamente. atomizzazione: il metodo consiste nella conversione del metallo fuso in uno spruzzo di goccioline che solidificano poi in particelle; esso può essere applicato ad ogni tipo di metallo e di lega. L‟atomizzazione può avvenire tramite un getto di gas, di acqua o per forza centrifuga (Figura 12.2). Una volta prodotte, le polveri devono essere miscelate (blending) quando si tratta di polveri della stessa natura e di granulometria diversa e mescolate (mixing), quando si tratta di polveri di diversa natura chimica. Tali operazioni possono avvenire (cfr. Figura 12.5) in tamburi cilindrici o a doppio cono oppure in miscelatori a vite o a pale, i quali sono riempiti per il 20-40% e sono dotati di dispositivi per evitare la segregazione ponderale. Spesso in questa fase vengono aggiunti additivi speciali, quali: riduzione chimica: utilizzando idrogeno o monossido di carbonio, ossidi metallici vengono deprivati dell‟ossigeno dando luogo a polveri sferiche fini, porose, di metalli puri; deposizione elettrolitica: in una cella elettrolitica, l‟anodo è costituito dal metallo di cui si vuole ricavare la polvere. Esso si dissolve e viene trasferito lubrificanti (per migliorare la fluidità) Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 4 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA leganti (per migliorare la consistenza “a verde”)1 de-flocculanti (per evitare la coalescenza). Infine va sottolineato che le operazioni di miscelazione e/o mescolamento vanno svolte in atmosfera controllata per evitare contaminazioni/deterioramenti, avendo inoltre grande cura di evitare possibili cause d‟innesco (fiamme, scintille, fonti di calore), stante l‟estrema reattività delle polveri di magnesio, alluminio, titanio, zirconio e torio. a Figura 12.6 - Schema della tecnica di compattazione Dopo questa fase il manufatto è chiamato compattato verde, a significare che il processo non è ancora concluso. Al termine della compattazione, la densità è molto maggiore della densità massica della polvere, mentre la resistenza del manufatto ne consente sì la manipolazione, ma è ancora ben lontana dalla resistenza finale conferita dalla sinterizzazione. La pressione applicata durante la compattazione, dapprima re-impacca le polveri secondo uno schema più efficiente, elimina i ponti creatisi durante il riempimento, riduce il volume dei pori (il cui valore teorico minimo è del 24%) e incrementa il numero dei punti di contatto tra le particelle. Allorché la pressione aumenta, le particelle si deformano plasticamente, provocando l‟estensione dell‟aria inter-particellare di contatto e inducendo altre particelle a entrare in contatto. b Nel contempo, il volume dei pori si riduce ulteriormente (cfr. Figura 12.7). Figura 12.4 - Tecniche di produzione per estrazione dal fuso Figura 12.7 - Relazione tra pressione di compattazione e densità Figura 12.5 – Diverse tecniche di miscelazione di polveri Le presse adottate nella fase di compattazione possono essere di tipo meccanico o idraulico, a singolo, doppio o molteplice azionamento. La capacità di tali presse è espressa in termini di forza F. La capacità necessaria per compattare un manufatto di area proiettata2 Ap dipende (F=ApPc) dalla pressione di compattazione pc, che varia da metallo a metallo, come esemplificato in Tabella 12.2. compattazione e sinterizzazione – durante la fase di compattazione, viene applicato un elevato valore di pressione alla polvere per conferirle la forma voluta. Il metodo più comune di compattazione è la pressatura, in cui due punzoni a moto contrapposto comprimono la polvere contenuta in uno stampo (cfr. Figura 12.6). 1 “a verde” è lo stato del materiale compattato ma non sinterizzato. 2 Per una pressa verticale, l‟area è proiettata in un piano orizzontale. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 5 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA fini sono le particelle iniziali, tanto maggiore è l‟effetto. La Figura 12.8 - Meccanismo microscopico di sinterizzazionemostra il meccanismo microscopico della sinterizzazione, la quale comporta altresì trasporto di massa tramite fenomeni di diffusione e di flusso plastico. Tabella 12.2 - Pressioni di compattazione per diversi metalli Figura 12.8 - Meccanismo microscopico di sinterizzazione Di solito le presse hanno capacità di 200-300 tons, anche se, per la maggior parte delle applicazioni, una capacità di 100 tons è sufficiente; per altro esistono anche presse da 5.000 tons. Per quanto riguarda le attrezzature, ovvero i punzoni e gli stampi, esse devono essere realizzate con materiali compatibili con l‟abrasività delle polveri e la numerosità produttiva, tipicamente acciai temprati in olio di durezza 60-64 HRC, con superfici lappate e tolleranze molto strette (tipicamente inferiori a 25m). Per ragioni di ottimizzazione produttiva, il trattamento termico avviene in impianti automatizzati, nei quali si svolgono i seguenti passi tecnologici (cfr Figura 12.9): pre-riscaldo e pirolisi dei lubrificanti e leganti sinterizzazione raffreddamento A compattazione conclusa, il manufatto è ancora carente di resistenza e durezza: la sinterizzazione è un processo di trattamento termico eseguito sul compattato verde per unire le particelle che lo costituiscono ed aumentarne le proprietà meccaniche. Tale trattamento avviene di solito a temperature tra il 70 e il 90% della fusione del metallo e tempi variabili da 10 min a 8 ore; la Tabella 12.3 riporta le temperature di sinterizzazione di svariati tipi di metalli. Tabella 12.3 - Temperature di sinterizzazione per diversi metalli Figura 12.9 - Schema sinterizzazione del trattamento termico di Normalmente l‟atmosfera nei forni di trattamento è controllata (gas inerti o vuoto), per i seguenti motivi: proteggere dall‟ossidazione fornire un‟atmosfera riducente per disossidare fornire un‟atmosfera carburizzante coadiuvare la rimozione di lubrificanti e leganti. La sinterizzazione può portare a risultati diversi, i quali dipendono dai parametri tecnologici e comportano gradi diversi di porosità e, in certi casi, anche strutture diverse. A questo proposito, la Tabella 12.4 mette a confronto le proprietà meccaniche di una lega di titanio per impiego aerospaziale ottenuta con diverse tecnologie, mentre la La sinterizzazione avviene grazie alla riduzione dell‟energia di superficie. Nel compattato verde ogni particella possiede la propria superficie, cosicchè la superficie totale è elevatissima. Grazie all‟apporto del calore, si formano giunzioni e ponti, riducendo così la superficie e la relativa energia superficiale: tanto più Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 6 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA Tabella 12.5 sintetizza le proprietà meccaniche assolute di diversi metalli e leghe ottenuti per sinterizzazione. Tabella 12.4 - Confronto tra le proprietà meccaniche di una lega di titanio per impiego aerospaziale ottenuta con diverse tecnologie Tabella 12.5 - Proprietà meccaniche di leghe metalliche sinterizzate tecnologie alternative – la tecnologia convenzionale di compattazione/sinterizzazione mostrata sin qui costituisce il processo più largamente adottato; d‟altra parte esistono tecnologie alternative in grado di soddisfare esigenze particolari, che ricadono in differenti categorie: a) metodi di compattazione; b) di compattazione e sinterizzazione; c) di sinterizzazione; di seguito sono illustrati i principali: risultante è disomogenea/anisotropa. Nella compattazione isostatica, la pressione è idrostatica e viene applicata a temperatura ambiente (cold isostatic pressing – CIP) oppure a caldo (hot isostatic pressing – HIP). Nel primo caso, illustrato in Figura 12.10, la polvere contenuta in stampi elastomerici viene compattata da acqua o olio in pressione (400-1.000 MPa). I vantaggi sono dati dalla miglior omogeneità del materiale e dal risparmio di stampi metallici costosi. Per contro, la forma e le dimensioni devono essere migliorate per mezzo di operazioni di finitura, in quanto non precise a sufficienza. compattazione isostatica (isostatic pressing) – nelle tecniche convenzionali di compattazione, la pressione è applicata uniassialmente, cosicché la struttura Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 7 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA operazioni secondarie e di finitura – per migliorare ulteriormente le proprietà dei manufatti prodotti tramite la metallurgia delle polveri oppure per impartire proprietà aggiuntive, possono venir condotte operazioni secondarie e/o di finitura, quali: densificazione – per aumentare la densità e migliorare la rugosità superficiale e l‟accuratezza dimensionale; impregnazione – il sinterizzato viene impregnato con lubrificanti liquidi (olio) o solidi (PTFE) in percentuali fino al 30%, che riempiono i pori, conferendo proprietà auto-lubrificanti (bronzine e supporti auto-lubrificanti); Figura 12.10 - Schema della tecnica di compattazione isostatica La tecnica HIP comporta elevate temperature e pressioni (1100 °C e 100 Mpa) fornite da gas (argo o elio), adotta stampi metallici deformabili e consente di effettuare contemporaneamente le operazioni di compattazione e di sinterizzazione. I manufatti prodotti con questa tecnica possiedono elevate densità (porosità nulla) e proprietà meccaniche. Stante l‟elevato costo, la tecnica è adottata quasi solo dall‟industria aerospaziale per le super-leghe; infiltrazione – il sinterizzato viene infiltrato per capillarità da metalli basso fondenti (rame o stagno) per aumentare la densità e impedire l‟assorbimento di umidità nei pori, trattamento termico – per migliorare durezza e resistenza; lavorazione di macchina – per produrre forme complesse; rettifica – per migliorare la rugosità e le tolleranze; rivestimento – per migliorare la resistenza all‟abrasione e alla corrosione, nonché – talvolta – l‟aspetto estetico. stampaggio ad iniezione (injection moulding) – la tecnica è assimilabile a quella adottata per i polimeri; essa consta dei seguenti passi: 12.3 Formatura superplastica polveri metalliche sottili (dimensione < 25m) vengono mescolate (50-85% in volume) con un legante (resina fenolica, polietilene, cera, gel); I l processo tecnologico di formatura superplastica dipende dai meccanismi micro-metallurgici della superplasticità e della cavitazione, può applicarsi solo ad alcuni metalli e leghe metalliche e spesso si accompagna alla tecnica di giunzione per diffusion bonding: questi sono gli aspetti trattati con maggior dettaglio nel seguito: vengono formati pellet di queste miscele; i pellet vengono riscaldati fino alla temperatura di fusione del legante e iniettati in stampo chiuso superplasticità e cavitazione – talune leghe, quando vengono deformate in trazione a particolari temperature e velocità di deformazione, mostrano allungamenti molto elevati: questo fenomeno viene chiamato superplasticità. Il flusso plastico cui questo fenomeno avviene è molto lento. Nel seguito verrà trattata la superplasticità isoterma che richiede una dimensione dei grani ultra-fine e stabile a temperature > 0.5 Tm (temperatura di fusione). dopo raffreddamento, il manufatto viene estratto e il legante rimosso termicamente o chimicamente si effettua l‟operazione di sinterizzazione. Si possono ottenere manufatti di dimensioni accurate, forma complicata, buone caratteristiche meccaniche, ma di costo elevato e massa limitata (non superiore a 250g); Nei metalli e nelle leghe metalliche duttili, caratterizzate a temperature < 0.4 Tm, dove la deformazione plastica avviene a causa dello scorrimento ed interazione delle dislocazioni, la tipica curva forza-allungamento assume la forma riportata in Figura 12.11. Dopo aver raggiunto il carico massimo, la curva decade a causa della strizione diffusa, che interessa un‟area estesa. Dopo che essa si è sviluppata sino ad un certo grado, si verifica una strizione localizzata: il materiale si assottiglia in corrispondenza di una banda molto stretta e giunge rapidamente a rottura. laminazione – le polveri vengono laminate in nastri sottili (velocità di laminazione 30 m/min) e poi sinterizzate; estrusione – le polveri sono preliminarmente compattate in billette, che vengono poi estruse; in alternativa, esse vengono chiuse sotto vuoto in un contenitore di lamiera e poi estruse; in ogni caso si ottengono densità molto alte; forgiatura – le polveri vengono compattate e sinterizzate in una pre-forma, la quale viene poi forgiata; i vantaggi consistono in grande densificazione, riduzione degli sfridi e riduzione del numero di stampate. Si ottengono ottime finiture superficiali e tolleranze dimensionali strette, tanto da rendere tali forgiati adatti alle applicazioni aerospaziali Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 8 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA anche il parametro tempo e nella relazione deve incorporarsi anche la velocità di deformazione d/dt: = kn(d/dt)m m è l‟esponente dell‟incrudimento dinamico, dipendente dalla temperatura. In condizioni di incrudimento dinamico (< 0.4 Tm, m = 0), la relazione precedente è ancora valida, mentre in assenza di incrudimento (per opportuni valori di temperatura e rateo di deformazione), la densità delle dislocazioni mobili rimane inalterata, n = 0 e risulta: = k(d/dt)m Figura 12.11 - Curva carico-allungamento di un materiale duttile. La strizione localizzata contribuisce quasi per nulla all‟allungamento totale del materiale: ad esempio, per un acciaio dolce da stampaggio con un allungamento totale del 50%, l‟allungamento uniforme contribuisce per il 34%, l‟allungamento diffuso per il 15% e quello dovuto alla strizione localizzata solo per l‟1%. Derivando dalla curva carico-allungamento di Figura 12.11 la curva sforzo-deformazione di Figura 12.12, si evidenzia un incrudimento dalla condizione indeformata sino alla rottura. Il legame è non lineare sino al carico massimo Pmax e lineare da questo alla rottura; esso è descritto dalla relazione: Figura 12.13 - Curva carico-allungamento per > 0.5 Tm Sotto le cosiddette condizioni di deformazione a caldo (hot working), ovvero per m = 0.2, l‟aumento del rateo di deformazione incrementa lo sforzo. Al contrario, la curva carico-allungamento nel caso di deformazione a caldo (riportata schematicamente in Figura 12.13), confrontata con quella di Figura 12.11, mostra che il contributo della strizione diffusa è ora divenuto preponderante: nel caso dell‟alluminio puro a 400 °C e con un rateo di deformazione 1x10-3 sec-1, l‟allungamento totale è del 60%, di cui il 55% dipende dalla strizione diffusa. = k n dove k è una costante ed n il coefficiente di incrudimento. Infatti, essendo = P/A (con P carico e A area della sezione), dalla relazione precedente risulta: P/A = k(d/dt)m e ponendo l la lunghezza di misura, risulta: d/dt = ldl/ldt = ldA/Adt da cui si può ottenere il rateo di strizione3: -dA/dt = (P/k)1/m 1/[A(1-m)/m] il quale è inversamente proporzionale all‟area della sezione e grandemente sensibile ad m. Così l‟aumento di m stabilizza la strizione diffusa e aumenta l‟allungamento diffuso, mentre l‟aumento di n incrementa l‟allungamento uniforme. Figura 12.12 - Curva sforzo-deformazione effettiva L‟instabilità del carico (dp = 0) avviene se d/d = ed a questo punto = n, essendo il valore limite della deformazione uniforme effettiva. Nella maggior parte dei metalli n < 0.5 e questo limita la deformazione uniforme a circa il 60%. Se viene innalzata la temperatura e sono attivati i processi microstrutturali legati dalla temperatura, entra in gioco L‟integrazione di questa equazione sotto certe condizioni al contorno consente di calcolare l‟allungamento totale tot di un materiale sensibile alla velocità di deformazione: tot = 0 + 100[(1 - a1/m)-m – 1], essendo 0 l‟allungamento uniforme. 3 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 9 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA m e dimensioni del grano4 Inoltre, l‟osservazione microscopica mostra: trascurabile ingrossamento del grano curvatura delle superfici di fase distruzione della direzionalità rotazione dei grani scorrimento delle superfici di bordo grano bassa densità di dislocazioni dopo deformazione variazioni della struttura. Per giustificare tutto ciò sono state formulate numerose teorie, le più accreditate delle quali interpretano la superplasticità come un fenomeno complesso legato a alti valori di m, i quali valori derivano dalla combinazione di differenti meccanismi metallurgici, come: auto-diffusione e diffusione dei soluti al bordo grano dovuta agli sforzi scorrimento viscoso dovuto alla diffusione scorrimento viscoso dovuto alla dislocazione ricristallizzazione dinamica scorrimento delle dislocazioni controllato dalla diffusione Figura 12.14 - Influenza di m sulla strizione scorrimento al bordo di grano. L‟effetto di m è illustrato nella Figura 12.14, la quale mostra che, quando m approssima l‟unità, il rateo di strizione in corrispondenza di tutte le sezioni approssima un valore comune e, per m = 1, -dA/dt è indipendente da A. In tal modo un provino irregolare manterrebbe la propria irregolarità durante la prova, non si osservebbero concentrazioni di deformazione e si manifesterebbero grandi allungamenti (come nei polimeri e nel vetro fusi). Così le leghe superplastiche, alcune delle quali esibiscono allungamenti totali >2000%, possiedono valori di m tipicamente vicini a 0.6: nelle giuste condizioni di temperatura e rateo di deformazione, ciò estende prodigiosamente la capacità del metallo di allungarsi grazie al meccanismo della strizione diffusa. Le rappresentazioni riportate in Figura 12.15 (relative ad una tipica lega bifasica, costituita da grani di natura diversa in quanto ricchi rispettivamente dei due alliganti) mostrano in maniera schematica come tali meccanismi diano luogo agli elevati allungamenti propri della superplasticità. In molte leghe5, durante il flusso superplastico, avviene il fenomeno della cavitazione. Le cavità nucleano ai bordi grano in conseguenza dell‟incompleto adattamento degli scorrimenti al bordo. Il fenomeno globale consiste in: nucleazione delle micro-cavità crescita e interconnessione coalescenza in macro-cavità rottura prematura del materiale Dal punto di vista metallurgico, la superplasticità dipende dal verificarsi di particolari relazioni, in particolare tra: Evidenze sperimentali mostrano altresì che le cavità possono innescarsi a partire da difetti pre-esistenti quali cricche associate a particelle intermetalliche dure o inclusioni, le quali si formano nel corso del processo termomeccanico necessario a costituire la microstruttura superplastica. Nelle leghe non soggette a cavitazione, il cedimento avviene durante la deformazione superplastica a causa dell‟instabilizzarsi del flusso plastico, mentre nelle sforzi e deformazioni sforzi e velocità di deformazione m e velocità di deformazione sforzi, deformazioni e temperatura mmax e temperatura 4 Una struttura a grano fine (di dimensioni microniche), si può ottenere tramite: a) rapida solidificazione, b) trattamento termico, c) aggiunta in lega di elementi affinanti, d) metallurgia delle polveri. 5 Sono affette dal fenomeno della cavitazione le leghe di ferro, titanio, alluminio, magnesio, rame, zinco, piombo e argento. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 10 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA leghe soggette a cavitazione il cedimento avviene per interconnessione delle cavità, che porta a superfici di frattura piane, assimilabili a quelle tipiche di fatica. diffusione e di scorrimento delle dislocazioni attraverso le superfici stesse. Se il fenomeno di adattamento non è sufficientemente rapido rispetto al rateo di deformazione imposto, allora si creano le cavità. Figura 12.16 - Nucleazione, crescita e coalescenza delle cavità a causa dell’insufficiente adattamento del materiale agli scorrimenti di bordo grano Figura 12.15 superplastica - Meccanismi di deformazione I fattori che influenzano la nucleazione delle cavità includono quelli relativi alla microstruttura, quali: Oltre all‟influenza sulle modalità di rottura, gli effetti della cavitazione portano conseguenze deleterie sulle proprietà in servizio di pezzi realizzati per formatura superplastica, quali resistenza, duttilità, tenacità a frattura, resistenza all‟impatto, scorrimento viscoso, fatica e corrosione. Una condizione favorevole allo sviluppo della cavitazione è senz‟altro la presenza di sforzi di trazione localizzati, mentre è dimostrato che la sovrapposizione di uno stato di sforzo di compressione idrostatica durante deformazioni superplastiche a trazione mono- o bi-assiali può ridurre o addirittura eliminare la cavitazione. Questa può anche essere rimossa tramite un trattamento di hot isostatic pressing (HIP) eseguito a posteriori. Per controllare la cavitazione è necessario conoscere i parametri microstrutturali e deformativi che la influenzano. Come si è visto, la deformazione viene accumulata durante il flusso superplastico soprattutto a causa degli scorrimenti al bordo grano. Se i grani rigidi devono muoversi relativamente l‟uno rispetto all‟altro (cfr. Figura 12.16,) si verifica necessariamente la formazione di vuoti. Fortunatamente, i movimenti relativi possono essere assorbiti grazie alla redistribuzione del materiale nella sottile fascia (spessore pari al 7% della dimensione del grano) adiacente alle superfici di bordo. Ciò avviene grazie ai fenomeni di dimensioni del grano natura, dimensione, frazione volumetrica distribuzione delle inclusioni dure e proporzione e proprietà fisiche delle principali fasi presenti nella lega oltre a quelli associati con le condizioni di deformazione, quali: deformazione velocità di deformazione temperatura stato di sforzo leghe superplastiche – le lamiere adatte alla formatura superplastica devono possedere una struttura uniforme costituita da grani fini (< 10m) oppure devono essere in grado di sviluppare tale struttura durante la formatura superplastica. Le leghe che sono attualmente disponibili in commercio ricadono in entrambe queste categorie. Mentre nel caso delle leghe di titanio Ti6Al4V il normale processo standard di produzione è perfettamente adeguato a fornire semilavorati adatti alla formatura superplastica, leghe di alluminio Al6Cu0.4Zr (Supral) e AlZn5.5MgCu (7475) richiedono particolari accorgimenti. Nel primo Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 11 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA caso è necessario adottare un metodo di colata speciale per ottenere un livello di supersaturazione dello zirconio sufficientemente alto, come mostrato in Figura 12.17. Le fasi successive di produzione sono convenzionali, in quanto la lamiera ricristallizza dinamicamente direttamente nel corso della formatura superplastica. Figura 12.17 - Schema del processo produttivo di lamiere superplastiche in lega d’alluminio Al6Cu0.4Zr (Supral) Viceversa, nel caso della lega ad elevata resistenza 7475, il processo di colata è convenzionale, ma la lamiera assume la struttura a grano estremamente fine solo grazie ad un accurato trattamento termomeccanico effettuato durante gli ultimi passi della produzione (cfr. Figura 12.18). Una volta ottenute, queste leghe vengono sottoposte alla deformazione superplastica; le loro proprietà meccaniche possono però variare a causa di modificazioni strutturali: è quindi importante per il progettista conoscere le reali prestazioni strutturali del pezzo realizzato con tale tecnica. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 12 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA Figura 12.18 - Trattamento termo-meccanico per ottenere lamiere superplastiche in lega d’alluminio AlZn5.5MgCu (7475) Figura 12.20 - Effetto delle deformazioni superplastiche sulla resistenza a fatica della lega di titanio Ti6Al4V Nel caso della lega di titanio Ti6Al4V si osserva una marcata riduzione della resistenza statica (cfr. Figura 12.19) in larga parte imputabile al trattamento termico impartito dalla formatura superplastica. Figura 12.19 - Effetto delle deformazioni superplastiche sulla resistenza statica della lega di titanio Ti6Al4V Al contrario appare evidente dall‟esame della Figura 12.20 che la deformazione superplastica esercita un‟influenza trascurabile sulla resistenza a fatica della stessa lega. Figura 12.21 - Effetto delle deformazioni superplastiche sulla resistenza statica della lega di alluminio Al6Cu0.4Zr Nel caso delle leghe di alluminio, l‟assenza di una fase addizionale capace di adattare la struttura agli scorrimenti di bordo grano, fa sì che le deformazioni superplastiche provochino la formazione di cavità intergranulari. Questo porta a rilevanti conseguenze sulla resistenza statica (cfr. Figura 12.21, relativa alla lega Al6Cu0.4Zr - Supral -) nonché sulla resistenza a fatica, mostrata dalla Figura 12.22, relativa alla lega di alluminio-litio 8090. Lo stesso meccanismo microstrutturale di cavitazione provoca il sensibile peggioramento della tenacità a frattura (aumento della velocità di propagazione della cricca) mostrato in Figura 12.23 relativamente alla lega Al6Cu0.4Zr Figura 12.22 - Effetto delle deformazioni superplastiche sulla resistenza a fatica della lega alluminio-litio 8090 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 13 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA meccanica. Materiali superplastici ancora più avanzati sono: le ceramiche, quali zirconia stabilizzata con yttrio, i compositi ceramici costituiti da zirconia stabilizzata con yttrio e fibre corte di alumina, i carburi di ferro, gli intermetallici come gli aluminuri ed i siliciuri di nickel e gli aluminuri di titanio, per non parlare di nuovi semilavorati ottenuti per metallurgia delle polveri (ghisa bianca). formatura superplastica – l‟eccezionale duttilità delle leghe superplastiche può essere sfruttata per formare parti che non potrebbeero essere prodotte convenientemente con altri materiali di più limitata duttilità. Sono stati sviluppati numerosi processi di formatura superplastica in grado di migliorare efficienza e convenienza produttiva, ma tale processo richiede la valutazione contemporanea di diversi fattori interattivi (quali proprietà del materiale, temperatura, rateo di deformazione, modificazioni microstrutturali, tipologie degli stampi, assottigliamenti delle lemaiere, innesco di cavitazione), che devono essere valutati preventivamente tramite tecniche di simulazione. Come illustrato nei paragrafi precedenti, esistono alcune condizioni sine-qua-non per la formatura superplastica: Figura 12.23 - Effetto delle deformazioni superplastiche sulla velocità di propagazione della cricca (lega Al6Cu0.4Zr - Supral) struttura microcristallina del materiale (< 10m) elevata temperatura di processo (> 0.5T m) Da ultimo, a dimostrazione dell‟influenza esercitata dalla cavitazione, la Figura 12.24 riporta l‟effetto dell‟operazione di hot isostatic pressing (chiusura dei vuoti provocati dalla cavitazione) sulla tenacità a frattura della lega Supral. bassi ratei di deformazione (10-4 < d/dt < 10-2) Inoltre, solo poche leghe di interesse aerospaziale godono di caratteristiche superplastiche (ovvero possiedono una microstruttura stabile con la temperatura e la velocità di deformazione), tra le quali: lega di titanio Ti6Al4V lega di alluminio 7475 superlega Supral Una volta scelta la lega adatta ed adottate le condizioni di processo opportune, la formatura superplastica può essere implementata tramite una delle seguenti tecnologie 6: blow forming e vacuum forming (cfr. Figura 12.25): essi costituiscono di fatto lo stesso processo, talvolta chiamato stretch-forming, nel quale viene imposto al diaframma (costituito da una lamiera superplastica) una pressione differenziale indotta da un gas. Nel vacuum forming i livelli di pressione sono quelli atmosferici, mentre nel blow forming raggiungono 0.7-3.5 bar. La temperatura è di 900 °C (per le leghe di titanio), mentre la velocità di pressurizzazione è regolata in modo da non dar luogo ad eccessivi ratei di deformazione. La lamiera è vincolata ai bordi così da scorrere e omogeneizzare l‟assottigliamento Figura 12.24 - Effetto dell’hot isostatic pressing sulla tenacità a frattura della lega Al6Cu0.4Zr - Supral Negli ultimi anni, oltre alle classiche leghe di alluminio e di titanio, sono stati sviluppati nuovi materiali con micro- strutture fini e comportamenti superplastici; tra questi i più promettenti sono: gli acciai inossidabili microduplex, le leghe alluminiolitio, le leghe di alluminio rinforzate con whiskers in carburo di silicio, le leghe alluminio-magnesio, le leghe di nickel e l‟alluminio con alligazione thermo-forming (cfr. Figura 12.26 e Figura 12.27): è una tecnologia già adottata nell‟industria della trasformazione dei polimeri, che può essere implementata secondo la sequenza di Figura 12.26, dove la pressione del gas e 6 Limitatamente alle tecniche di formatura delle lamiere e non considerando in questa sede le tecniche di formatura dei pezzi massicci, quali forgiatura, estrusione e trafilatura dieless. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 14 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA quella esercitata da un punzone mobile sono concordi, oppure secondo la sequenza di Figura 12.27, in cui la lamiera è formata grazie all‟azione di stampi (concavi o convessi) mobili ed alla pressione di un gas neutro (per evitare l‟ossidazione). Figura 12.27 -Tecnologia di FS per termoformatura: a) con stampo concavo, b) con stampo convesso mobile Figura 12.25 -Tecnologia di FS per blow forming Figura 12.28 - Tecnologia di FS per deep-drawing FS/DB (cfr. Figura 12.29): l‟adozione combinata della FS e della tecnica di giunzione tramite diffusion bonding-DB (che verrà approfondita nel seguito) amplia grandemente le potenzialità della prima. La combinazione sinergica è possibile grazie al fatto che le temperature di processo sono le medesime. In aggiunta, il lento flusso plastico tipico delle leghe superplastiche coadiuva i processi di diffusione che stanno alla base della DB; anche i valori di pressione dei due processi (2-3.5 bar) sono compatibili. La combinazione FS/DB si applica di solito alla tecnica blow-moulding di una lamiera, che può venir ottimizzata per ottenere one-shot strutture più complesse ed integrate, tramite le tecniche a 2, 3 e 4 lamiere, descritte nel seguito. Figura 12.26 - Tecnologia di FS per: a) plug-assisted thermoforming, b) snap-back thermoforming deep-drawing (cfr. Figura 12.28): questa tecnica dello stampaggio profondo non offre particolari vantaggi, in quanto conta sull‟incrudimento per garantire l‟opportuna formabilità e per prevenire l‟eccessivo assottigliamento e le rotture precoci. Quindi, poiché i materiali superplastici non incrudiscono in maniera rilevante, ma fanno dipendere la propria formabilità dall‟alto incrudimento dinamico, la tecnica non è particolarmente adatta ad essi. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 15 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA costante e la somma delle deformazioni plastiche deve essere nulla. Poiché si hanno elevatissime elongazioni nel piano, si verificano contestualmente rilevanti assottigliamenti dello spessore, i quali devono essere controllati per verificare che siano soddisfatti i requisiti di tolleranza. I metodi consistono in: trattare il materiale superplastico in modo da ottenere un elevato valore del parametro m; utilizzare un lubrificante superficiale; usare tecniche di thermo-forming per controllare le deformazioni localizzate; modificare la forma dei manufatti e degli stampi per minimizzare le concentrazioni di sforzo; usare lamiere a spessore variabile; Figura 12.29 – Combinazione delle tecnologie FS/DB applicare la pressione con un profilo temporale pre-determinato, tale da mantenere la velocità di deformazione al valore costante corrispondente al massimo del parametro m. Da ultimo è necessario accennare ai principali problemi collaterali alle tecnologie della FS, ovvero: impianti e stampi di formatura: normalmente vengo usate presse meccaniche o idrauliche (singolo/multiplo effetto), del tipo mostrato in Figura 12.30, in grado di garantire la tenuta pneumatica lungo il contorno delle lamiere prima dell‟immissione del gas. Il riscaldamento deriva da piastre metalliche o ceramiche inglobanti resistenze elettriche, che sono frapposte tra lo stampo e i piani della pressa. controllo della cavitazione: come visto in precedenza, la maggior parte delle leghe superplastiche patisce gli effetti della cavitazione. I metodi adottati per tener conto di ciò sono: ridurre gli ammissibili delle proprietà elastiche; imporre una back-pressure durante la formatura in modo che la lamiera sia sede di una pressione idrostatica pari al valore dello sforzo di flusso plastico (tipicamente 2-3.5 bar). Siccome la pressione di formatura dovrà comunque essere più elevata della back-pressure, il suo profilo temporale verrà otterruto aggiungendo al profilo originario un valore pari alla back-pressure. diffusion bonding – una giunzione ottenuta per diffusion bonding (DB) rappresenta il sogno dell‟ingegnere: avere un giunto con la stessa struttura e prestazioni meccaniche dei materiali giuntati. La DB è un processo che richiede alte temperature per migliorare la diffusione e comporta limitate deformazioni microscopiche. Esistono due tipi di DB: a) diffusion welding (in fase solida), quando i due aderenti si solidarizzano per pressione e temperatura, ma senza arrivare a fusione; b) diffusion brazing (in fase liquida) se i due aderenti si solidarizzano, talvolta senza l‟intervento della pressione, grazie alla fusione di uno strato intermedio o di un rivestimento. Le principali peculiarità della DB sono: Figura 12.30 - Pressa a piani riscaldati per la FS Gli stampi per FS sono soggetti ad elevate temperature, forti gradienti termici, pressioni esercitate dai gas, azioni corrosive ed attacco chimico da parte di materiali reattivi che costituiscono le lamiere superplastiche. I materiali in grado di sopportare la concomitanza di tali cimenti senza cedere, criccarsi, degradarsi, ossidarsi e distorcersi sono taluni acciai (Fe22Cr4Ni9Mn) per produzioni superiori ai 100 esemplari, la grafite per produzioni di circa 100 esemplari e la ceramica per produzioni non superiori ai 10 esemplari; la resistenza del giunto approssima quella degli aderenti; la giunzione comporta minime distorsioni quindi è possibile un accurato controllo dimensionale; possono essere realizzate giunzioni molto estese; controllo dell’assottigliamento: nella deformazione super plastica le deformazioni elastiche sono trascurabili, così che il volume può essere considerato possono essere giuntati pezzi sottili e spessi; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 16 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA possono essere giuntati aderenti prodotti per colata, forgiatura, metallurgia delle polveri e MMC, anche di diversa natura chimico-fisica; accuratamente per evitare di alterare la microstruttra e la composizione chimica. la durata del processo è indipendente dall‟area della giunzione, dalla complessità delle forme e dal numero dei componenti; temperatura, che deve essere mantenuta costante uniforme e più alta possibile, compatibilmente con le caratteristiche del materiale; i costi di lavorazione di macchina sono ridotti; pressione, che deve essere la più alta possibile per ridurre i tempi di processo, ma deve anche tener conto dei costi per le presse e gli stampi; I principali parametri tecnologici della DB sono quindi: i giunti sono resistenti alla corrosione, in quanto non vengono utilizzati flussanti (cfr. Cap. XVI); il progetto efficiente strutturale può essere tempo, che deve essere tale da garantire buone caratteristiche globali del giunto e nel contempo non alterare la microstruttura degli aderenti (p.e. crescita del grano); tempi ciclo di parecchie ore sono comunque accettabili a questo riguardo. molto la DB si combina convenientemente con la FS. La DB allo stato solido si basa sui seguenti meccanismi: I requisiti relativi alle caratteristiche del materiale sono: deformazione plastica sotto carico planarità: gli aderenti non devono presentare imperfezioni superficiali di grande lunghezza d‟onda, che ne impedirebbero l‟intimo contatto; deformazione per scorrimento viscoso diffusione rugosità: il meccanismo teorico della DB si basa sul concetto di superfici perfettamente lisce: in pratica una rugosità Ra = 0.5 m (valore tipico per la rettifica) costituisce un compromesso accettabile tra risultato finale e costi di finitura; ricristallizzazione e migrazione a bordo grano A pressioni molto inferiori allo sforzo di snervamento e temperature superiori al 50% della temperatura di fusione la deformazione è confinata alle sole asperità superficiali e lo scorrimento viscoso è espresso dalla relazione: assenza di contaminanti superficiali, usualmente consistenti in umidità, lubrificanti o ossidi; essi devono essere rimossi con metodi fisico/chimici per evitare il formarsi di micro-vuoti. d/dt = Ane(-Qc/RT) dove: I materiali che possono essere utilizzabili nella DB sono: d/dt = velocità di scorrimento viscoso A = costante del materiale sforzo n = costante d‟incrudimento (1.5-2.0 per il titanio) Qc = energia di attivazione R = costante dei gas T = temperatura assoluta Per i materiali a grano fine, la deformazione superplastica con limitato incrudimento può accelerare le deformazioni delle asperità (la riduzione delle dimensioni del grano da 2 a 0.5m può aumentare la velocità di deformazione di un fattore 103). Alla fine dei processi di deformazione, l‟interfaccia consiste in aree giuntate separate da aree che contengono piccoli vuoti. La pressione idrostatica può accelerare la chiusura dei vuoti tramite diffusione se essi hanno dimensioni > 20m; sotto di tali valori prevalgono leghe di titanio, giuntate a 930-950 °C, 20-30 bar, con tempi ciclo di 1-1.5 ore; la resistenza a taglio del giunto è di 575 MPa, pari a quella degli aderenti; leghe di alluminio, giuntate a 500°C e 70 bar per 15 minuti; la resistenza a taglio è di 150-170 Mpa, pari al 50% di quella degli aderenti7; ceramiche, giuntate con l‟ausilio di uno strato interlaminare di lega di titanio a 1000-1100 °C per circa 3 ore, in modo da ottenere resistenze a taglio di 120-150 MPa; metal matrix composite (MMC). Le tecniche che implementano il meccanismo di diffusion bonding sono principalmente: DB di componenti massicci (cfr. Figura 12.31); è un‟alternativa alla lavorazione di macchina o alla forgiatura. La pressione è applicata tramite mezzi meccanici, di solito in diverse direzioni. Si ha una maggior sensibilità alla planarità delle superfici ed alla eventuale presenza di difetti. meccanismi di diffusione volumetrica ed al bordo grano. Il fenomeno è favorito dalle piccole dimensione dei grani, ma i parametri più importanti sono temperatura/pressione. La DB spesso fa uso di strati interlaminari costituiti da fogli metallici o rivestimenti elettrodeposti, che portano alla riduzione dei valori di temperatura, pressione, tempo, ma devono essere scelti 7 Da notare che i valori tipici di resistenza per giunti chiodati e incollati tra lamiere della stessa natura sono rispettivamente di 10 e 20-40 MPa. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 17 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA la metallurgia delle polveri è economicamente profittevole per serie produttive numerose ( > 10.000 pz.); è l‟unica tecnologia in grado di produrre parti con livello di porosità controllato (fino al 50%); è in grado di produrre parti con materiali altrimenti non utilizzabili; la geometria dei manufatti deve consentirne l‟espulsione dallo stampo dopo la pressatura; non possono essere realizzate filettature; possono essere realizzati angoli di raccordo; Figura 12.31 - Tecnica di DB per componenti massicci possono essere realizzate pareti di spessore non inferiore a 1.5mm e fori di diametro superiore a 1.5mm; DB di lamiere sottili (cfr. Figura 12.32); di solito la pressione è applicata tramite la pressurizzazione di gas e riesce a garantire un miglior contatto intimo tra gli aderenti; inoltre lo stato di finitura delle lamiere garantisce una migliore rugosità. Per questi motivi, tale tecnica presenta minori criticità e promette prestazioni più apprezzabili. devono essere adottate le tolleranze dimensionali massime compatibili con l‟uso del manufatto (in genere dell‟ordine di -/+ 0.05-0.1mm). Figura 12.33 - Quattro classi di difficoltà tecnologica per la metallurgia delle polveri Nonostante gli alti costi delle polveri e degli attrezzi di formatura, le limitazioni riguardo alle dimensioni ed alla complessità dei manufatti, nonché le ridotte proprietà meccaniche al confronto di quelle ottenibili tramite le tecnologie concorrenti, la metallurgia delle polveri sta diventantando sempre più competitiva, soprattutto in virtù della sua capacità di produrre manufatti net shape, ovvero che non richiedono lavorazioni di finitura. Tra l‟altro, tale caratteristica riduce o elimina del tutto gli sfridi. Figura 12.32 - Tecnica di DB per lamiere sottili 12.4 Aspetti progettuali ed economici „adozione delle tecnologie che sono state illustrate in questo capitolo è conveniente per talune situazioni produttive e determinati tipi di manufatti; qui di seguito si approfondiscono tali aspetti per le due tecniche produttive e anche per la tecnica di giunzione per diffusion bonding, la quale costituisce il complemento ideale alla FS: L Tabella 12.6 - Confronto tra metallurgia delle polveri e forgiatura: riduzione degli sfridi e risparmi di costo metallurgia delle polveri – l‟associazione delle industrie del settore definisce quattro morfologie tipiche di manufatti producibili con la metallurgia delle polveri, cui corrispondono altrettanti livelli di difficoltà tecnologia, esemplificati in Figura 12.33. La medesima associazione fornisce anche le linee-guida per la progettazione di parti realizzate con tale tecnica: A questo riguardo, la Tabella 12.6 mette a confronto le tecnologie della forgiatura e della metallurgia delle polveri applicate alle costruzioni aeronautiche, in termini di peso del grezzo e di peso del pezzo finito 8. Si rilevano riduzioni 8 In realtà, le parti realizzate con la metallurgia delle polveri devono venir sottoposte ad ulteriori lavorazioni di macchina, cosicchè il loro peso è ancora inferiore. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 18 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA componenti per i quali è richiesta esasperata accuratezza e ripetibilità della forma e delle dimensioni, quale il serbatoio dell‟idrazina dell‟Ariane-5 mostrato in Figura 12.38. Strutture di questo tipo devono rispettare tolleranze di -/+ 250m sulle dimensioni e 100m sugli spessori. degli sfridi sino all‟85% e potenziali risparmi di costo sino al 50%. formatura superplastica – i fondamentali obiettivi progettuali e tecnologici associati con la scelta di un qualsiasi processo produttivo e del materiale relativo sono la massimizzazione dell‟efficienza strutturale la minimizzazione dei costi produttivi il raggiungimento di un compromesso tra questi A tal proposito, la Tabella 12.7 riassume i benefici offerti dalla tecnologia della formatura superplastica. Tabella 12.7 - Vantaggi della formatura superplastica Caratteristica Costi/benefici Capacità di formatura superiore rispetto ai processi concorrenti Processo one-shot Strutture integrali piuttosto che strutture giuntate Riduzione dei costi per stampi e trattamenti termici intermedi Riduzione dei costi di giunzione Accuratezza/ripetibilità Stampi a semplice cavità Usura degli stampi trascurabile Tempi di processo indipendenti da dimensione e numero Non necessità di stampi accoppiati Riduzione dei costi di ripristino Benefici crescenti con l‟uso di stampi multi-cavità Benefici strutturali Riduzione delle giunz aumento eff. strutturale - Bassa variabilità delle proprietà strutturali - - Per altro, va sottolineato che i massimi benefici della FS derivano dall‟adozione della concurrent engineering tra progettazione/produzione, tramite la sinergia CAD/CAM. I principali vantaggi in termini di efficienza strutturale si esplicitano in tre categorie di componenti, ciascuna delle quali deriva la propria miglior prestazione dalla superiore capacità di formatura offerta della FS: Figura 12.34 - Pannello corrugato prodotto per FS e irrigidito con elementi doublers giuntati per diffusion bonding componenti aventi forma tale da migliorare le prestazioni a instabilità, siano essi pannelli corrugati e irrigiditi per diffusion bonding (Figura 12.34), puntoni rastremati (Figura 12.35) e anime caricate a taglio (Figura 12.36), quest‟ultima appartenente alla struttura alare dell‟A-310; componenti aventi forma tale da ridurre il numero di giunzioni, come ad esempio la staffa della valvola di eiezione Northrop (Figura 12.37), il cui peso si è così ridotto di oltre il 20%; Figura 12.35 - Puntone rastremato Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 19 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA Figura 12.36 - Jack Can dell’Airbus A-310, in grado di sostenere pressioni di implosione di 5 bar in caso di crash landing Figura 12.37 - Staffa di sostegno valvola di eiezione Northrop: a) realizzazione convenzionale; b) realizzazione per FS Figura 12.38 - Serbatoio dell’idrazina dell’Ariane-5, realizzato in due semisfere per FS saldate con tecnica electron-beam Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 20 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA Il problema che potrebbe inficiare parte dei vantaggi sin qui elencati consiste nell‟assottigliamento differenziale delle lamiere, derivante da curvature localizzate, vincoli lungo i bordi ed alti coefficienti d‟attrito; le contromisure consistono in: a uso di lamiere a spessore variabile; adozione di stampi concavi e convessi in serie; uso di pre-forme; adozione di rinforzi selettivi (tramite DB); uso di lubrificanti per ridurre l‟attrito. diffusion bonding – i vantaggi della tecnica di giunzione tramite diffusion bonding sono riassunti in Tabella 12.8: Tabella 12.8 - Vantaggi della diffusion bonding Caratteristica Tempi di processo indipendenti dall‟ area del giunto Resistenza del giunto pari a quella degli aderenti Distorsioni termoelastiche molto ridotte Costi/benefici Benefici crescenti con l‟estensione della giunzione Benefici strutturali - - Elevata efficienza delle giunzioni - - b Tale tecnica di giunzione può essere adottata per strutture massicce o per lamiere; in quest‟ultimo caso si hanno i vantaggi derivanti dalla loro miglior finitura superficiale e dalla possibilità di applicare la pressione tramite gas. Oggigiorno è ormai assodato il fatto che i maggiori vantaggi in termini di proprietà strutturali e di costo derivano dall‟uso combinato di formatura superplastica e diffusion bonding, come illustrato nella Tabella 12.9: Tabella 12.9 - Vantaggi derivanti dalla combinazione di formatura superplastica e diffusion bonding Caratteristica Semplici lamiere di partenza Concurrent processes FS/DB Strutture complesse monolitiche Combinazione dei vantaggi di FS e DB separatamente Minimizzazione degli sfridi Costi/benefici Particolarmente importante per Ti Combinazione delle operazioni di formatura/ giunz. Riduzione del numero degli elementi di giunz. Sfruttamento dei vantaggi dei due processi separati Particolarmente importante per Ti Benefici strutturali - Riduzione dei punti di debolezza dovuti alle giunzioni Sfruttamento dei vantaggi dei due processi separati Figura 12.39 a-b - Strutture FS/DB a 2, 3 e 4 lamiere Nella comune pratica tecnologica, le strutture ottenute per FS/DB vengono classificate in tre categorie: a 2 lamiere, a 3 lamiere ed a 4 lamiere, come schematizzato nelle Figura 12.39a-c. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 21 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA c FS/DB (14 elementi e 90 rivetti), con risparmi di peso del 40% e di costo del 30%. Figura 12.41– Portello di emergenza del Bae 125/800 Bibliografia [1] Buratti, V.: “Caratterizzazione Termofisica di Leghe NiTi Porose” Tesi di Laurea DIA – Politecnico di Milano, 2007 [2] Grimes, R.: “The Manufacture of Superplastic Alloys” in AGARD-LS168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. [3] Groover, M.P.: “Fundamentals of Modern Manufacturing” Figura 12.39 c - Strutture FS/DB a 2, 3 e 4 lamiere John Wiley & Sons, Inc., Hoboken – New Jersey, 2007. [4] Guibert, M.P.: “Fabrication des Avions et Missiles” Dunod, Parigi, 1960. [5] Hamilton, C.H.: “Superplastic Sheet Forming” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. 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Per esempio, nel caso del portello di emergenza del Bae 125/800 mostrato in Figura 12.41, si è passati dalla soluzione in alluminio stampato (76 elementi e 1000 rivetti) ad una in titanio Partridge, P.G.: “Diffusion Bonding of Metals” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. [10] Partridge, P.G., McDarmaid, D.S., Bottomley, I. and Common, D.: Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l‟uso di questo materiale a scopo di lucro. E‟ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini present i nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 22 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 12 -METALLURGIA DELLE POLVERI E FORMATURA SUPERPLASTICA “The Mechanical Properties of Superplastically Formed Titanium and Aluminum Alloys” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. [11] Pearce, R.: “Superplasticity-An Overview” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. [12] Ridley, N.: “Cavitation and Superplasticity” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. [13] Sherby, O.D. and Wadsworth, J.: “Advances and Future Directions in Superplastic Materials” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-surSeine, 1989. [14] Squaranti, S.: “Production Technologies of NiTi Shape Memory Alloys Functionalized components” Tesi di Laurea DIA – Politecnico di Milano, 2006. [15] Stephen, D.: “Designing for Superplastic Alloys” in AGARD-LS-168 “Superplasticity”, AGARD, Neuilly-sur-Seine, 1989. 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