LA SCRITTURA CUNEIFORME
AUTORI
Enrico Emanuele Corazzini
Alessio Di Lorenzo
Camilla Goracci
Liceo Scientifico Statale “Leonardo Da
Vinci” Pescara
Classe 1 sezione I
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a.s. 2013/2014
•La nascita della scrittura p.3;
•La scrittura cuneiforme p.7;
•Quattro tipi di scrittura cuneiforme p.10;
•Sumerico p.11;
•Accadico p.15;
•Ittita p.17
•Hurrita p.19
•L’evoluzione della scrittura p. 22
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Babilonesi
Sumeri
Ecco la Mesopotamia
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Ma originariamente
in Mesopotamia esistevano
due tipi di scrittura: quella “sumerica” e quella “proto-elamita”.
La prima visse a lungo, la seconda si estinse.
La prima (sumerica) è in parte decifrabile ed è stata tradotta,
mentre la seconda (proto-elamita) ancora oggi è poco nota.
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La scrittura cuneiforme si
chiama così perché è formata
da segmenti rettilinei a cuneo,
da cui il nome di «cuneiforme».
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In origine la scrittura era costituita
da geroglifici pittografici naturalistici
che in seguito, per comodità e velocità
di scrittura, vennero inclinati
di 90° verso sinistra.
I geroglifici furono modificati in
figure composte da segmenti rettilinei,
graffiati sul supporto scrittorio fatto
di argilla molle, mediante uno stilo
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I Sumeri scrivevano per contare…
Per tenere la contabilità di ciò che entrava e usciva dai
magazzini, cominciarono ad usare cilindri d’argilla in cui
veniva inserita un certo numero di gettoni che
corrispondeva ad un certo numero di messi o attrezzi.
continua
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Sul cilindro vi era un sigillo che indicava di cosa si
trattava. Col tempo si sostituirono i gettoni a tavolette
d’argilla con immagini di messi o strumenti,
accompagnati da altri segni che indicavano la quantità
degli oggetti.
Era nata così la prima forma di scrittura.
Questa scrittura era un sistema pittografico in cui
ciascun segno rappresentava un oggetto.
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Ecco qui l’alfabeto cuneiforme sumerico…
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TRADUZIONE
1. šum-ma a-wi-lum
2. níg.ga dingir
Se un uomo ha
rubato dei beni di
proprietà del dio
o del Palazzo,
quell’uomo sarà
messo a morte;
colui il quale
abbia ricevuto
dalle sue mani la
refurtiva sarà
messo a morte.
3. ù é.gal
4. iš-ri-iq
5. a-wi-lum šu-ú
6. id-da-ak
7. ù ša šu-úr-qá-am
8. i-na qá-ti-šu
9. im-ḫu-ru
10.id-da-ak
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I millennio a.C. - I secolo dell’era cristiana
Gli Accadi, entrando
in Mesopotamia, accettarono
tale scrittura, successivamente
adattata alla lingua locale e
modificata progressivamente sino
a che, sotto la dominazione persiana,
divenne autonoma, pur rimanendo cuneiforme;
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La storia della decifrazione del cuneiforme
accadico, avvenuta nel corso del diciannovesimo
secolo, è strettamente legata a quella della
decifrazione del cuneiforme persiano. Il persiano
costituiva, assieme all’accadico e all’elamico, una
delle tre scritture attestate nelle iscrizioni
rinvenute in siti del territorio corrispondente
all’antica Persia (Iran).
Niebuhr (lo scopritore) contribuì a porre le prime
solide basi teoriche allo studio del cuneiforme:
egli confermò la direzione della scrittura da
sinistra a destra e distinse tre diversi tipi di
scrittura, isolando i caratteri semplici da quelli più
complessi.
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1570 a.C. - 1200 a.C. (ca)
La scrittura cuneiforme ittita è una variante del cuneiforme
accadico di epoca paleobabilonese, elaborata dagli Ittiti,
popolazione di origine indoeuropea attestata in Anatolia (Turchia)
tra il XVI e l'inizio del XII sec. a.C.
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Un articolo da loro scritto riguarda la loro Legge. Essa dice che se
qualcuno in una lite violenta acceca uno schiavo darà (come
risarcimento) 20 sicli di argento al proprietario dello schiavo. Se è
un incidente egli darà (come risarcimento) 10 sicli di argento. Se
qualcuno (nel corso di una lite) fa cadere 2 o 3 dente di un uomo
libero, darà (come risarcimento) 12 sicli di argento. Se è uno
schiavo darà (come risarcimento) 6 sicli di argento.
Se una persona libera veniva uccisa, l’assassino doveva essere
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ucciso.
Fine III millennio a.C. - fine II millennio a.C.
La scrittura utilizzata per esprimere l’urrita è il cuneiforme sillabico
di derivazione accadica. Essa ebbe larga diffusione come lingua
letteraria presso varie popolazioni del vicino Oriente antico
(soprattutto presso gli Ittiti).
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Il documento più importante per la
ricostruzione dei caratteri della scrittura
hurrita, utilizzata nel regno di Mittani, è la
lettera di El Amarna inviata dal sovrano
mittanico Tušratta al faraone Amenofi III e
interamente scritta in lingua hurrica (XIV sec.
a.C.). Esso dice: Tišatal, l’endan di Urkeš ha
costruito un tempio di Nergal. Che Lubadag
protegga questo tempio!
Il testo è conservato su una tavoletta di
calcare che era poste sotto le zampe anteriori
di un leoncino di bronzo con le fauci
spalancate. Al momento è conservato al
museo del Louvre.
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Camilla
Alessio
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Enrico
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Popoli, tempi e spazi
(Archimede Edizioni) (M.
Meschini; R. Persico; G.
Monaci ; G. Della
Valentina)
Enciclopedia Treccani
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Cuneiforme