I ritmi del pianeta Questa sezione del sito contiene la spiegazione di vari esempi di dati provenienti dal Centro di Monitoraggio di Coerenza Globale nell’Istituto di Ricerca di HeartMath situato a Boulder Creek, in California. I grafici contengono esemplari di segnali in dominio temporale, spettri di frequenza, spettrogrammi e diagrammi tridimensionali waterfall. Le figure spettrografiche mostrano chiaramente le varie risonanze di Schumann e le loro variazioni col passare del tempo. Inoltre è disponibile un file audio se si desidera ascoltare come ‘suonano’ questi ritmi planetari quando vengono trasformati in frequenze udibili. Potete osservare le rappresentazioni, aggiornate quasi a tempo reale, dei cambiamenti nelle risonanze e i campi elettromagnetici generati dalla ionosfera Terrestre su http://www.glcoherence.org/monitoring-system/live-data. html Figura 1. Questi grafici mostrano all’incirca otto secondi di dati ottenuti dal sensore di campi magnetici. Il primo grafico rappresenta i campi verticali che colpiscono il sensore dall’alto, il grafico in mezzo configura i campi provenienti dalle direzioni Nord/Sud, e infine l’ultimo grafico quelli captati dai lati Est/Ovest. Questi sono segnali complessi che contengono numerose onde quasi ferme con lunghezze d’onda paragonabili alle dimensioni planetarie. Queste onde sono conosciute come ‘risonanze di Schumann’. Le risonanze di Schumann Le risonanze di Schumann prendono il loro nome dal noto fisico tedesco Winfried Schumann, che fu il primo a scoprirle nel 1952. Il sole irradia parte della superficie terrestre ionizzandola e forma uno strato di plasma conduttore: la ionosfera. Relativamente alla superficie del pianeta, che è caricata negativamente, la ionosfera è caratterizzata da una carica positiva. Questo crea una tensione elettrica all’interno dello spazio fra la ionosfera e la superficie terrestre. Ogni secondo si stima che si verifichino all’incirca 1000 tempeste che assistono al processo di eccitazione delle risonanze tutt’attorno il pianeta. 1 Le risonanze di Schumann sono rese possibili dal fatto che la superficie conduttiva della Terra e il limite inferiore della ionosfera sono separati da una cavità di aria isolante che agisce da guida per le onde. Le frequenze risonanti in questa cavità appartengono alla gamma di frequenze ultrabasse(ULF) e alla successione di frequenze estremamente basse(ELF). (Vedi fig.2) Figura 2. Le risonanze di Schumann nella cavità fra la superficie terrestre e la ionosfera Sette delle risonanze sono rappresentate nella figura 3. Queste, quando sono in modalità a bassa frequenza, vibrano rispettivamente a 7.83, 14, 20, 26, 33, 39 and 45 Hz, con una variazione quotidiana di circa ± 0.5 Hertz dovuta al giornaliero incremento o decremento nella ionizzazione della ionosfera, che si può ricondurre a sua volta alle variazioni nella quantità di radiazioni provenienti dal sole. Questo ha l’effetto di ridurre l’altezza della ionosfera di pomeriggio secondo il tempo locale. Un altro fattore che influenza queste frequenze è l’attività solare durante i suoi cicli, che durano dai 9 ai 14 anni. Quest’attività comprende gli 11 anni circa dei cicli delle macchie solari, l’attività solare, le espulsioni di massa coronale e le tempeste geomagnetiche. Si crede che la cavità sia principalmente eccitata dall’energia proveniente dalle fulminanti tempeste che si verificano tutt’attorno il globo, ma forse potrebbero esserci anche altre fonti di eccitazione. Figura 3. I segnali in dominio temporale configurati nella Figura 1 sono stati trasformati in frequenze tramite il sistema di conversione di Fourier. Le risonanze di Schumann verificatesi nel giro di 8 ore sono rispettivamente visibili a 7.8, 14, 20, 26, 33, 39, e 45 Hz. Le risonanze di Schumann sono servite ad analizzare e monitorare lo strato inferiore della ionosfera, e possono anche essere usate per rilevare i relativi disturbi ionosferici e geomagnetici. La misura dei campi elettromagnetici terrestri, 2 una pratica relativamente recente, si collega al preventivo rilievo di sintomi poco prima che si verifichi un terremoto. Le risonanze sono state anche utilizzate per studiare la fitta correlazione fra ritmi planetari e attività psicobiologiche umane. (per maggiori dettagli si veda, http://www.glcoherence.org/monitoring-system/commentaries.html, 7 luglio. 2009) Anche se l’esistenza di queste risonanze è un fatto ben noto scientificamente, la presenza di queste onde elettromagnetiche e il come queste frequenze di sottofondo intervengano ad influenzare importanti oscillatori biologici come il cuore e il cervello sono delle tematiche di cui correntemente si conosce poco. GCI ha l’obiettivo di espandere la nostra conoscenza di questi fenomeni tramite le sue ricerche scientifiche. Figura 4. Questo grafico rappresenta un diagramma tridimensionale waterfall con spettri di un’ora che si susseguono per un periodo di cinque giorni. La prima ora è configurata all’estremo inferiore del grafico e da qui si ha un resoconto graduale via salendo . Le aree più scure indicano un’attività più intensa, e infatti si può notare che le risonanze di Schumann, anche se sempre presenti, sono più intense durante il giorno piuttosto che le ore notturne. Quando per la prima volta Schumann pubblicò i risultati delle sue ricerche, non ci volle molto ad accorgersi che la risonanza terrestre di 7.8hz fosse molto simile alla frequenza presente nei ritmi umani delle onde cerebrali. Herbert König, successore di Schumann all’università di Munich, dimostrò di seguito una correlazione fra le risonanze di Schumann e i ritmi del cervello umano. Numerosi studi condotti nel Centro Crono biologico di Halberg all’università del Minnesota e altre ricerche scientifiche, si sono impegnati a comprovare e espandere la cognizione che attività solare, risonanze di Schumann, ritmi geomagnetici e una vasta gamma di indicatori della salute e benessere di persone e animali sono intimamente interconnessi. Perfino eventi storici come guerre, disagi sociali, evenienze militari e atti di terrorismo possono essere correlati ai cicli solari. Figura 5. Questo è uno spettrogramma che mostra le risonanze di Schumann in un periodo di 24 ore. Le risonanze sono visibili grazie all’intensificazione cromatica(rosso incandescente) che subisce il grafico col passare del tempo. Si noti come l’intensità sia più forte durante il giorno piuttosto che la notte. Anche se le bande ad alta frequenza sono presenti pure durante la notte, in questo grafico non sono chiaramente visibili. 3 Figura 6. Questo è un altro spettrogramma che mostra le risonanze di Schumann in un periodo di 5 giorni. Si noti la differenza in intensità da una notte all’altra. Il campo magnetico della Terra Il campo magnetico terrestre è una delle più potenti variabili conosciute. Cambia in relazione all’attività solare, alla rotazione del pianeta, il suo satellite e il sole, ai cicli diurni (giorno-notte), alle pulsazioni geomagnetiche, e probabilmente a una vasta gamma di influenze interplanetarie. La Terra possiede un forte campo magnetico interno che appare sia generato dalle correnti elettriche che fluiscono nella superficie di metallo liquido del suo nucleo, dirette dalle fonti interiori del calore. Questo viene chiamato il processo dinamo. La potenza di queste correnti in superficie varia dai 0.035 – 0.070 microtesla. Il campo magnetico terrestre somiglia quello di una calamita, o ‘campo dipolo’, con l’asse inclinato di 11,5 gradi dall’asse di rivoluzione del pianeta. Dalla misura della potenza del campo magnetico terrestre di Carl Friedrich Gauss nel 1835, fu continuamente misurato per 150 anni rilevando una decadenza del 10%. La presenza magnetica del pianeta viene percepita da varie specie di animali, inclusi uccelli, e viene utilizzata per navigare durante le migrazioni. Varie specie di mucche allineano il proprio corpo in direzione nord-sud attraverso le proprie sensazioni del campo magnetico, ma si confondono quando sono vicino delle centraline elettriche ad alto voltaggio, a causa dei campi magnetici che le circondano. È necessario distinguere fra due tipi di poli: • Poli magnetici, • Poli geografici Il polo nord geografico in realtà rappresenta il polo sud magnetico, e viceversa. Le posizioni dei poli magnetici non sono fisse, si spostano fino a 15 km ogni anno. Energie provenienti da venti solari emettono delle particelle cariche che vanno a scontrarsi col campo magnetico terrestre creando una cavità attorno alla Terra: la magnetosfera. La magnetosfera è una regione nello spazio la cui forma dipende dalle estensioni del campo magnetico interno, il plasma del vento solare, e il campo magnetico interplanetario. 4 Malgrado la nomenclatura usata, la magnetosfera terrestre non è sferica. A causa dei venti solari la parte che si affaccia verso l’astro risulta spiaccicata, mentre la parte anteriore assomiglia una coda. Uno dei fenomeni visibili della collisione fra magnetosfera e campo magnetico terrestre sono le aurore boreali e australi (a nord e sud). Ci sono anche altri fattori che modificano la configurazione del campo magnetico; onde che partono dalla parte esteriore del campo si propagano lungo la superficie terrestre, e quando la raggiungono causano delle minuscole oscillazioni nel campo, chiamate anche micropulsazioni. A livello fenomenologico queste micropulsazioni vengono classificate in base alla forma dell’onda in pulsazioni continue (Pc) e pulsazioni irregolari (Pi). Per definizione queste onde vanno comprese nella gamma di frequenze ultrabasse (ULF), che vanno da 1 ai 1000megahertz. Essendo le frequenze talmente basse sono usualmente caratterizzate dal loro periodo di oscillazione (da 1 a 1000 sec) piuttosto che il valore nominale delle frequenze. Ci sono vari meccanismi che permettono l’emergere di queste onde: • L’oscillazione risonante del campo magnetico principale terrestre in risposta alle onde provenienti dai venti solari. • Onde sulla magnetopausa stimolate dal flusso dei venti solari • Improvvise pulsazioni piezometriche che spostano la magnetopausa all’interno o all’esterno. • Inaspettati cambiamenti di rotta dei venti solari, che causano lo sventolarsi della coda del campo magnetico terrestre. (Quest’ultimo paragrafo è un estratto di un articolo sulle fonti di variazione di campi magnetici stabili di Robert L. McPherron, su Enciclopedia Britannica 2009, Enciclopedia Britannica Online. 4 NOVEMBRE 2009 <http://www. britannica.com/EBchecked/topic/229754/geomagnetic-field>.) 7/5/200 9 39 Hz 33 Hz 26 Hz 20 Hz 14 Hz 7.8 Hz Figura 7. Su questa figura, Pulsazioni continue nella gamma di pulsazioni Pc1 indicate con la freccia verde. Oltre alle risonanze di Schumann, appaiono sullo spettrogramma delle pulsazioni geomagnetiche appartenenti alla gamma di frequenze ultrabasse. Queste pulsazioni magnetiche, visibili sulla figura soprastante seguono un ritmo diurno di giornonotte. In genere questa gamma di pulsazioni e visibile con lo spettrometro durante le ore notturne nella nostra base a Boulder Creek. Alcuni articoli scientifici propongono che questa gamma di pulsazioni sia talmente vicina alla sequenza di frequenze ritmiche del cuore umano da poter influenzare il nostro sistema cardiovascolare. Ascoltate le risonanze del pianeta su <http://www.glcoherence.org/monitoring-system/earth-rhythms.html>. (Questo file audio di 6 minuti è stato preso da Maggie, un sensore magnetico di GCI, ed è stato trasformato in una frequenza più alta per renderlo udibile. La registrazione è avvenuta di notte in un periodo dove l’attività ionosferica appariva relativamente bassa) 5