In questo sito, gli sfondi ritraggono il promontorio del Circeo considerando che risiedo non lontano da lì, ecco quindi la sua storia: Circe è una dea della religione greca. Compare nell'Odissea (libro X, XI e XII) di Omero e nel mito degli Argonauti. Circe vive nell'isola di Eea ed è figlia di Elio e della ninfa Perseide e sorella di Eete (re della Colchide) e di Pasifae (moglie di Minosse), nonché zia di Medea. Secondo un'altra tradizione è figlia del Giorno e della Notte. Altri credono che il re Eete fosse suo padre, Ecate sua madre e Medea sua sorella. Ulisse, dopo aver visitato il paese dei Lestrigoni, risalendo la costa italiana, giunge all'isola di Eea. L'isola, coperta da fitta vegetazione, sembra disabitata e Ulisse invia in ricognizione parte del suo equipaggio, sotto la guida di Euriloco. In una vallata, gli uomini scoprono che all'esterno di un palazzo, dal quale risuona una voce melodiosa, dove vi sono animali feroci. Tutti gli uomini, con l'eccezione di Euriloco, entrano nel palazzo e vengono bene accolti dalla padrona, che altro non è che la maga Circe. Gli uomini vengono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali (oppure si dice che i maiali li abbiano partoriti), leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. Subito dopo, Circe li spinge verso le stalle e li rinchiude. Euriloco, torna velocemente alla nave e racconta a Ulisse quanto accaduto. Il sovrano di Itaca decide di andare dalla maga per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontra il dio Ermes, messaggero degli dèi, che gli svela il segreto per rimanere immune agli incantesimi di Circe. Se mischierà in ciò che Circe gli offre da bere un'erba magica chiamata moly, non subirà alcuna trasformazione. Ulisse raggiunge la maga, la quale gli offre da bere (come aveva fatto con i suoi compagni), ma Ulisse, avendo avuto la precau- zione di mescolare il moly con la bevanda, non si trasforma in animale. Egli minaccia di uccidere Circe, la quale riconosce la propria sconfitta e ridà forma umana ai compagni di Ulisse e anche a tutti gli altri tramutati in bestie feroci. Ulisse trascorre con lei un anno e da lei ha un figlio, Telegono e forse anche una figlia, chiamata Cassifone. Un'appendice della Teogonia di Esiodo racconta che i loro figli sono due: Anzio e Latino, che regnarono sui Tirreni. Ulisse è costretto a cedere ai desideri dei suoi compagni, che vogliono tornare a casa e chiede a Circe la strada migliore per il ritorno. La maga gli consiglia di visitare gli inferi e di consultare l'ombra dell'indovino Tiresia, quindi Ulisse riparte con la sua nave. Nell'episodio dell'Odissea, sono presenti molte scene tipiche ed epiteti. Questi, infatti, erano utilizzati dagli aedi per ricordare più facilmente il poema, sempre narrato oralmente, fin quando il tiranno Pisistrato non volle metterlo per iscritto insieme all'Iliade. Alla fine, non più spinto dalla curiosità come nella grotta di Polifemo, ma dal dovere di salvare i suoi compagni, Ulisse riesce a calmare nuovamente le acque. Proprio queste però, saranno per lui causa di tante sofferenze poiché servendosi di loro, il dio Poseidone renderà sempre più tortuoso il ritorno (in greco Nostos) dell'eroe a Itaca, dall'amata e fedele moglie Penelope. Il Circeo Il Promontorio del Circeo, è un piccolo e isolato massiccio montuoso che si erge sul Mar Tirreno, insieme al promontorio di Gaeta, come estrema propaggine meridionale della provincia di Latina. Insieme all'Isola d'Ischia e all'arcipelago ponziano, racchiude le acque del golfo di Gaeta. È composto prevalentemente da marne e arenarie del Paleogene e da calcari del Lias inferiore. Tra le cime principali la più alta è il Monte Circeo (541 m s.l.m.), detto anche Monte Circello, raggiungibile a piedi mediante un’ ascensione di media difficoltà della durata di circa 4h30" (a/r) con partenza da Torre Paola, a Sabaudia. Circondato dalla pianura pontina che prima della bonifica era una vasta area paludosa, è plausibile che un tempo fosse completamente circondato dalle acque. Oggi chiude, con Torre Paola, i 20 km di spiaggia che da Sabaudia raggiunge la Marina di Latina, per poi riaprirsi in prossimità del porto turistico di San Felice Circeo. In condizioni di buona visibilità, è possibile scorgere all'orizzonte il Vesuvio. Sulle sue pendici sono sorti diversi insediamenti storici, di cui sopravvivono i resti di Circeii, (acropoli e mura megalitiche), nonché il centro storico di San Felice Circeo. Numerose anche le grotte, tra le quali la Grotta Guattari (accessibile con permesso speciale) dove nel 1939 Alberto Carlo Blanc, paleontologo, vi rinvenì uno dei primi resti fossili dell'Uomo di Neanderthal. Secondo la tradizione, con la sua nave, Ulisse sarebbe entrato in quella che oggi si chiama Cala dei Pescatori, sul lago di Paola, per poi rimanere vittima delle malìe della Maga Circe il cui profilo sarebbe oggi ancora visibile nella sagoma della montagna. Nell'Odissea si può infatti leggere: « ... Ecco, ed all'isola Eèa giungemmo, ove Circe abitava, Circe dai riccioli belli, la diva possente canora, ch'era sorella d'Eèta, signore di mente feroce. » (Odissea, Canto X, vv. 135-137)