Le competenze educative del tutor dell'orientamento in ambito scolastico e universitario The Educational competencies of the Guidance Tutor in the Area of School and University Andrea Traverso Questo saggio vuole presentare le competenze educative della figura professionale del tutor dell'orientamento in ambito scolastico e universitario con la finalità di specificare con maggiore attenzione il contributo e la specificità della pedagogia. Oltre alle competenze verranno specificati i compiti, le attitudini ed i valori di riferimento della professioni utili al percorso di consolidamento personale e di acquisizione delle Career Management Skills. This paper aims to present the educational skills of the tutors in schools and universities with the aim to specify more carefully the contribution and the specificity of the pedagogy. In addition to the skills, the paper aims to present tasks, attitudes and values of reference of professions useful to the path of consolidation and acquisition of Career Management Skills. Parole chiave: Competenze, tutoraggio, progetto educativo, Keywords: Skills, Tutoring, Educational Project Articolo ricevuto: 25 gennaio 2015 Versione finale: 2 marzo 2015 Il tutor che si dedica all'orientamento, nonostante possa operare in contesti differenti e con specifici interlocutori203, ha tra i propri compiti, tra le competenze professionali e le abilità esercitate in situazione alcune specificità preminentemente educative che afferiscono ad un bagaglio formativo che deve essere continuamente valorizzato, implementato e coordinato ai mutamenti dei sistema relazionali e delle richieste del mondo del lavoro. In ambito scolastico e universitario queste competenze (Schiersmann et alii, 2012) vengono ulteriormente valorizzate e rappresentano lo sfondo d'azione e di relazione aderente alla mission dei contesti nei quali vengono agite. L'intenzione di questo contributo non è, dunque, quella di ascrivere la professione ad uno specifico contesto disciplinare e di tradizione scientifica, quello pedagogico, ma di mettere in rilievo (e far interagire) le competenze pedagogiche, educative e didattiche della figura professionale al fine di valorizzarne i possibili percorsi formativi e di aggiornamento. La prospettiva assunta è, dunque, quella per la quale l'orientamento sia, a tutti gli effetti, un processo educativo in 203 Nei documenti ISFOL viene differenziato, nella denominazione, ma non nelle specifiche conoscenze, competence e aspetti valoriali della professione in: orientatore per gli studi universitari, orientatore per le scuole superiori e orientatore scuola lavoro (2.6.5.4.0. consiglieri dell'orientamento) http://www.isfol.it/temi/Lavoro_professioni [ultimo accesso 24 gennaio 2015]. 254 quanto educarsi significa realizzare la propria identità (anche lavorativa) e la propria personalità, mettendo in relazione mondi differenti: quello personale con quello lavorativo, quello emotivo con quello pragmatico (Giugni, 1973, 50-56). L'orientamento è un fatto pedagogico (Loiodice 2004, Altea 2012), un tessuto che sostiene la persona creando un effetto di realtà entro il quale poter vivere e con il quale potersi migliorare. Al tempo stesso ha anche un evidente potere inclusivo in quanto «in un'ottica in cui si presta attenzione alla persona, con le sue potenzialità, e al suo corretto inserimento nel contesto sociale, è possibile ambire alla diminuzione delle disuguaglianze che caratterizzano ancora la società moderna» (Amoretti, Rania, 2005, 25-26). L'accompagnamento in un'esperienza di transizione204 è di per sé una forma di relazione educativa: è educativa la tensione dell'orientatore ed è, altresì educativo, l'orizzonte in costruzione di colui o colei che viene accompagnato. La dimensione pedagogica dell'azione del tutor di orientamento in ambito scolastico e universitario (Valiente, Verdù, 2013) è il tentativo di perseguire una partecipazione diffusa al processo che, pur essendo individuale, attraversa la vita, le storie e gli interessi di più persone. Si tratta di un processo di transizione che, passando dal singolo alla comunità, implica la definizione di obiettivi, la presa di decisioni, l'impegno e la previsione di risorse e di attività, la predisposizione di piani di valutazione (Sloss, 1997). Le peculiarità educative emergono con maggiore efficacia mantenendo come modello e schema di lavoro quanto proposto da ISFOL e da O*NET OnLine205 . Destrutturando il profilo professionale in compiti ed attività specifiche, conoscenze, skills, attitudini possiamo ricostruire la profilatura pedagogica con chiarezza. Il punto di partenza di tale operazione è la descrizione della figura professionale che possiamo trovare nei documenti nazionali prodotti dall'ISFOL, dei "consiglieri dell'orientamento"206 i quali «valutano le capacità e le propensioni de204 CIOFS-FP Liguria, Linee guida per l'orientamento nei corsi polisettoriali (fascia 16-17 anni). L'esperienza realizzata in Liguria dal 2004 al 2006, Studi Progetti Esperienze per una nuova Formazione Professionale, CIOFS-FP Liguria, Genova. 205 «The O*NET program is the nation's primary source of occupational information. Central to the project is the O*NET database, containing information on hundreds of standardized and occupation-specific descriptors. The database, which is available to the public at no cost, is continually updated by surveying a broad range of workers from each occupation. Information from this database forms the heart of O*NET OnLine, an interactive application for exploring and searching occupations. The database also provides the basis for our Career Exploration Tools, a set of valuable assessment instruments for workers and students looking to find or change careers. The O*NET program is partner of the americanjobcenter®network». 206 Tra le diverse figure presenti nei diversi repertori professionali troviamo: consigliere di orientamento scolastico e professionale, esperto di informazione per i giovani, esperto regionale di orientamento al lavoro, orientatore per gli studi universitari, orientatore per le scuole superiori, orientatore scuola lavoro. 255 gli individui, li informano sulla struttura e le dinamiche del mercato del lavoro e dell'offerta educativa e formativa, li assistono nell'individuazione dei percorsi più adeguati allo sviluppo e alla crescita personale, sociale, educativa e professionale». L'ACQUISIZIONE DI SKILLS EDUCATIVE207 Le skills possono essere definite come l'insieme di procedure e processi cognitivi che rendono possibile la capacità di eseguire bene le funzioni e le mansioni connesse con una professione. Si tratta di processi che devono essere appresi nel tempo e che consentono di trasferire efficacemente nel lavoro le conoscenze acquisite dai percorsi formativi (Swanson, 1995; Swanson, Parcover, 1998). Il tutor si occupa della formazione, della realizzazione e della crescita dell'altro, opera con una postura educativa e dirige, al tempo stesso, l'attenzione a sé208. Le skills educative trovano maggiore manifestazione nei percorsi di accompagnamento – piuttosto che in attività di sportello ad esempio – per la natura progettuale e relazionale propria delle professioni educative. La conferma di tale attitudine è certificabile da alcuni referenziali della professione "educatore sociale" i quali riportano che «per impegnarsi professionalmente, rispettando al tempo stesso la personalità di un'altra persona, è richiesto all'educatore un orientamento verso l'inclusione, un alto grado di concentrazione sui bisogni dell'utente, una coscienza etica ed una moralità professionale e, infine ma non ultima, la capacità di separare i rapporti privati dalle relazioni professionali. Questo richiede un alto livello di empatia, consapevolezza, riflessività etica, estroversione, adattamento e senso della responsabilità, ed un grande intuito professionale». [Inoltre, per poter assolvere al proprio mandato] «l'educatore sociale, autonomamente e in collaborazione con altri, deve essere in grado di: - definire gli obiettivi, progettare e sistematizzare l'insieme della pratica educativa all'interno dell'istituzione in cui lavora; - definire gli obiettivi, pianificare, strutturare, implementare, coordinare e valutare piccole e grandi azioni, attività socio educative, processi, progetti e progetti di sviluppo, adattando il tutto sia al singolo che al gruppo (Hulse-Killacky, 1994); 207 Sono riconosciute come altre skills della professione di tutor dell'orientamento: leggere e comprendere, scrivere, parlare; in http://www.onetonline.org/link/summary/21-1012.00 [ultima consultazione 12 febbraio 2015]. Altre skills sono state raccolte e rielaborate a partire dal materiale di http://professionioccupazione.isfol.it/scheda.php?id_menu=3&id=2.6.5.4.0&limite=0 [ultimo accesso 10 febbraio 2015] e, oltre a quelle evidenziate nel testo sono: skills relative alla gestione delle risorse umane e dei materiali, skills relative all'analisi ed al controllo dei sistemi, skills tecniche per la progettazione, gestione e monitoraggio dei processi. 208 In riferimento alla tutorship nella formazione continua si veda invece, a titolo esemplificativo: STRIANO M., Progettare tutorship knowledge management. Modelli operativi e profili professionali nella formazione continua, Pensa Multimedia, Lecce 2005. 256 - assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle decisioni che prende, essere in grado di motivarle, basandosi sull'esperienza e sulla professionalità; - adattare e realizzare momenti di consulenza alle singole persone/utenti e a gruppi, saper fornire sostegno ed orientamento alle famiglie, ai colleghi e ad altri professionisti»209. Entrando maggiormente nel dettaglio e selezionando quanto presentato nei documenti ISFOL e da O*NET OnLine possiamo cristallizzare gli strumenti educativi esercitati dai tutor dell'orientamento in ambito scolastico ed universitario. Ascolto attivo Il tutor, in ogni momento del percorso di orientamento, deve essere in condizione di prestare piena attenzione a ciò che gli altri hanno da dire, nella forma e nei contenuti, concedendo/prendendosi il tempo necessario per evidenziare gli snodi che sono stati superati; ponendo le necessarie domande ai fini di comprendere ed interpretare e, infine, non interrompere il flusso narrativo (Batini, Del Sarto 2007; Batini, Surian 2009, Batini 2009) e relazionale. Questa competenza fonda la possibilità della sua mobilizzazione sulla comunicazione efficace (Boda, 2005) e su una tensione all'assertività (Pasero, 2009). Responsabilità educativa Questa competenza (Santerini, 1998) designa la necessità di essere consapevoli dell'influenza che è possibile esercitare sull'altro e delle reazioni degli altri, in modo da poterle comprendere, spiegare e giustificare. La responsabilità diventa condivisa laddove possa esistere una dimensione empatica sui fatti, e non solamente sulle emozioni e sulle condizioni esistenziali. Pensiero critico ed esercizio critico e riflessivo del pensiero Il pensiero critico (Paul, Elder, Bartell, 1997; Butterworth, Thwaites, 2013)) può essere associato all'uso della logica e del ragionamento per identificare i punti di forza e di debolezza di soluzioni alternative rispetto ad un problema da affrontare e giungere «all'emancipazione e la partecipazione alla vita sociale» (Boda, Mosiello 2005). «La facoltà della critica è generata dall'educazione e dall'allenamento. Si tratta di un abito mentale oltre che di una capacità. Essa è condizione prima dello sviluppo umano. È la nostra unica tutela contro l'illusione, l'in- 209 Le citazioni sono tratte da AIEJI, The professional competences of social educators. A conceptual framework, Denmark, 2006 [http://aieji.net/wp-content/uploads/2010/12/A-conceptualframework.pdf]. La versione italiana del documento è stata curata da Paola Scarpa e Marina Testi per conto di ANEP, Associazione Nazionale Educatori Professionali. 257 ganno, la superstizione e la misconoscenza di noi stessi e del mondo a noi circostante» (Sumner, 1940). Problem Solving La competenza riguarda la necessità di essere in grado di identificare i problemi complessi (sul posto di lavoro, nei contesti formativi e nel quotidiano), saperli destrutturare raccogliendo, elaborando le informazioni al fine di sviluppare e valutare le diverse opzioni e implementare possibili soluzioni. È necessario, predisponendo un'adeguata strutturazione delle modalità di organizzazione e dei processi cognitivi di ragionamento (problem finding, solution planning, decision making, results and processes assessment), precisare i termini (tempi, scadenze, vincoli e strumenti) dell'individuazione e della valutazione di congruità delle possibili soluzioni superando le difficoltà e le incertezze insite nel prendere decisioni. Decision Making Il tema della presa di decisioni (Rumiati 2009), della necessità di prendere la decisione giusta, perseguendo non solo la responsabilità delle proprie scelte, siano essere in ambito educativo o scolastico (Parmigiani, 2010) è specifico dei processi di accompagnamento e transizione. Considerare i relativi costi e benefici delle azioni possibili per scegliere la più appropriata non è solo una specificità del mondo delle aziende e del mercato (Schiavina, 2006) ma è la pratica educativa che consente ad una educatore/un tutor dell'orientamento in ambito scolastico ed universitario di agire secondo una logica progettuale per la risoluzione del problemi. Relazione (educativa) La somma delle interazione e delle relazioni finalizzate alla costruzione di un progetto comune, costituite dall'insieme delle informazioni e dalle risposte che ciascuno di noi assegna ad esse, può determinare la fertilità educativa di un percorso di orientamento. «Si tratta, pertanto, di aggregare la funzione orientativa nella relazione educativa, sia in termini pragmatici – in ordine alle modalità della mediazione che l'insegnante opera tra l'allievo e il sapere – sia in termini ideologici, in rapporto alla concezione dell'educazione in generale e dei fini della scuola in particolare» (Grange, 2003). Rappresentazione mentali Il tutor dell'orientamento, sia in contesto scolastico che universitario, sono in grado di esplorare le rappresentazioni mentali, le idee che gli utenti hanno dei processi formativi e lavorativi. In tal senso, le rappresentazioni mentali corrispondono a sistemi di lettura e comprensione della realtà che il soggetto utilizza per pensarla, scoprirla, organizzarla e agirla. 258 LE ATTIVITÀ, LO STILE DI LAVORO DEL TUTOR ED I VALORI DELLA PROFESSIONE. Il tutor di orientamento esercita la sua funzione educativa all'interno delle mansioni e delle funzioni che le sono attribuite tra quanto indicato a repertorio210: a) la conduzione di un colloquio individuale (Maida, Nuzzo, Reati, 2006; Mancinelli, 2007; Modica, 2007); b) il coordinamento e la gestione di gruppi (es. durante attività di laboratorio, workshop, gruppi di confronto e discussione, semplici incontri informativi e formativi); c) il sostegno all'inserimento di fasce deboli all'interno della classe/aula della formazione (relazione educativa) e all'interno di processi di apprendimento condivisi (relazione didattica) (Krunblotz, 1996); d) la progettazione individualizzata, finalizzata al supporto ed alla valorizzazione del progetto di vita (Zunker, 1994) , del progetto formativo e del progetto lavorativo (Parmigiani, Traverso, a cura di, 2011; Alvarez Perez et alii, 2013); e) la valutazione delle capacità e delle attitudini in una prospettiva formativa (Barbier, 1989). Ognuna di queste mansioni è sovrapponibile a quanto solitamente è richiesto (ed agito) ad un educatore nella relazione ed incontro con chiunque, all'interno di un percorso educativo, necessiti di un intervento individualizzato per il raggiungimento di obiettivi e per il miglioramento della qualità della vita. Riconoscere i propri valori professionali All'interno di ogni competenza (Rey, 2003; Pellerey, 2004) è possibile individuare uno spazio etico nel quale poter riconoscere i valori connessi con la professione e con il contesto nel quale essa viene esercitata. In particolare, si fa riferimento ai valori professionali che rappresentano caratteristiche o condizioni di 210 Condurre colloqui conoscitivi e di orientamento, coordinare e tenere attività di laboratorio (di orientamento, di tecniche per la ricerca del lavoro, di inserimento lavorativo, ecc.), favorire l'inserimento lavorativo di stranieri, detenuti o individui svantaggiati, aiutare gli utenti nella redazione del curriculum vitae, costruire progetti individualizzati di inserimento lavorativo, fornire assistenza o servizi di orientamento, valutare le capacità e le propensioni degli individui, curare i rapporti con i soggetti esterni o con il territorio (aziende, istituzioni scolastiche, amministrative, famiglie, ecc.), fare il bilancio delle competenze, raccogliere ed archiviare informazioni relative al mercato del lavoro (normativa, professioni richieste, formazione professionale, ecc.), fornire informazioni o fare promozione presso le istituzioni scolastiche (in merito a mercato del lavoro, sistema scolastico-formativo, ecc.). http://professionioccupazione.isfol.it/scheda.php? id_menu=1&id= 2.6.5.4.0&limite=0 [ultimo accesso 10 febbraio 2015]. 259 lavoro che rispondono alle aspirazioni dell'individuo e alle scelte etiche e di responsabilità sociale dell'azienda (Vischi, 2011). Valorizzare le proprie attività Le attività educative che competono al tutor dell'orientamento sono insieme di mansioni lavorative, pratiche e comportamenti che afferiscono a molte altre figure professionali. La caratterizzazione educativa è data dallo stile con cui vengono interpretare e dagli strumenti, descritti in precedenza, con le quali sono praticate (Repetto et alii, 2012). Facciamo, quindi, riferimento a: - stabilire e mantenere buone relazioni interpersonali che siano fondate sulla cooperazione, la solidarietà, tese a consolidarsi nel tempo; - identificare i bisogni formativi di altre persone, progettando e organizzando specifici percorsi formativi ed educativi; - utilizzare l'osservazione per raccogliere informazioni selezionandone la fonte e verificandone l'attendibilità; - analizzare le informazioni e valutarne la congruenza rispetto agli obiettivi da perseguire e ipotizzare diverse soluzioni sulla base della loro fondatezza; - identificare i bisogni di crescita e le possibili condizioni di disagio al fine di concorrere ad un processo di empowerment (Dallago, 2006; Bruscaglioni, 2007) e miglioramento della qualità della vita; - pensare in modo creativo sviluppando e progettando nuove relazioni, attività, sistemi, prodotti; - incoraggiare e far crescere la fiducia reciproca, il rispetto e la cooperazione fra i membri di un gruppo (Swank, McCarthy, 2013); - coordinare il lavoro e le attività di altri al fine di promuovere l'obiettivo ed il bene comune, gestendo e negoziando, se necessario, controversie, lamentele; - risolvere conflitti interpersonali. Gli stili di lavoro In ogni contesto lavorativo i fattori contestuali e le pratiche sono forzatamente messi in relazione con le dimensioni personali (aspirazioni, desideri, obiettivi) e con quelle del gruppo (obiettivi comuni, solidarietà di ruolo) determinando stili di lavoro (approcci e atteggiamenti) individuali che possono incidere nello svolgimento dei compiti. Il tutor dell'orientamento in ambito scolastico ed universitario è chiamato a creare le condizioni lavorative che promuovano: - un'attenzione all'altro, una sensibilità ai sentimenti e alle emozioni altrui; - l'affidabilità e la responsabilità (in rapporto all'assolvimento di compiti e mansioni ed in rapporto alle dimensioni etico-valoriali); - l'integrità, l'onestà e la moralità; - la gestione delle proprie emozioni (Riva, 2004; Poggi 2008); 260 - la tolleranza dello stress (Dominici, 2011); - l'innovazione, la creatività, l'originalità per fare fronte ai problemi e per promuovere il benessere delle relazioni; - un esercizio di leadership emotiva (Goleman, 2012) che sia in grado di influenzare il gruppo di lavoro. CAREER MANAGEMENT SKILLS (CMS) Le "Linee Guida Nazionali per l'orientamento permanente" parlano specificatamente di Career Management Skills (CMS), come sono definite dai documenti UE, indicando con questa espressione «l'insieme delle competenze che forniscono a individui e gruppi modalità strutturate per raccogliere, analizzare, sintetizzare e organizzare autonomamente informazioni in materia di istruzione e lavoro, nonché per prendere decisione e affrontare momenti di transizione. La formazione a tali competenze può aiutare gli individui a gestire i percorsi di carriera (formativa e lavorativa) non lineari, promuovendo l'uguaglianza e l'inclusione» (MIUR, 2014). Le Career Management Skills (Bridgstock, 2009), utili per navigare in modo proattivo nel mondo del lavoro e per gestire con successo la gestione del processo di costruzione del proprio progetto formativo o della propria carriera, fondano la proprio efficacia nell'apprendimento permanente (Dozza, Chianese a cura di 2013; Secci, 2013; Balducci, Marchi 2014) e nell'adattabilità (Moos, 1987; Lenzi, Martelli, 2007). In particolare in ambito universitario, il ruolo del tutor d'orientamento – e la sua sensibilità educativa – sostengono il percorso di acquisizione delle Career Management Skills al fine di prevenire l'incertezza dei progetti formativi, il rischio di abbandono universitario (McInnis, Hartley, Polesel, e Teese, 2000), o scolastico, e incrementare, invece, i dati degli esiti occupazionali. Attivare percorsi di sostegno alla preparazione per la transizione al mondo del lavoro, e mantenere l'occupabilità, riguarda solo parzialmente la porzione di "tragitto" che coinvolge le istituzioni scolastiche ma, di certo, in questo periodo si creano i presupposti per capire le esigenze del mercato del lavoro e la capacità di impegnarsi attivamente nel processo di costruzione di carriera (Galassi et alii 1992; Savickas, 2011) Le capacità di orientamento (CMS) "si riferiscono a tutta una serie di competenze che forniscono modi strutturati per singoli e gruppi per raccogliere, analizzare, sintetizzare e organizzare aiuto, informazioni educative e professionale, nonché la capacità di prendere e attuare decisioni e transizioni". Le CMS sono sempre più propagandate come necessità per tutti i cittadini, giovani e adulti (Zannini, 2005), soprattutto in considerazione delle realtà di occupazione e di lavoro autonomo in una società basata sulla conoscenza, dove 'proteiforme', car- 261 riere 'portafoglio' dovrebbero diventare sempre più la norma, e l'orientamento professionale permanente un diritto di tutti i cittadini (Sultana, 2012). Come riportato dalle "Linee Guida Nazionali per l'orientamento permanente (MIUR, 2014), documento snodo che sancisce il passaggio da una visione dell'orientamento come strumento per gestire la transizione tra scuola, formazione e lavoro, si ribadisce la convinzione che l'orientamento sia un valore permanente nella vita di ogni persona in grado di garantire lo sviluppo ed il sostegno dei processi di (Sart, 2013, 2014) e scelta, al fine di promuovere l'occupazione, al crescita e l'inclusione sociale «per realizzare un efficace sistema integrato di orientamento è necessario costruire una "comunità orientativa educante" caratterizzata da una forte responsabilità sociale di tutti gli attori coinvolti al fine di favorire lo sviluppo sociale ed economico del territorio, l'occupabilità dei giovani e l'inclusione sociale. Questo implica la condivisione della responsabilità con gli altri servizi e gli attori presenti sul territorio, a cominciare dai Soggetti istituzionali» (MIUR, 2014) e l'impegno a promuovere: - il potenziamento della collaborazione con le aziende, il mondo dell'associazionismo, del terzo settore, nelle attività di progettazione e nella valutazione educativa (Galliani, Bonazza, Rizzo, 2011); - lo sviluppo, all'interno dei percorsi scolastici e formativi, di esperienze imprenditoriali pratiche e concrete di attività autonoma (start up), sostenute da un sistema tutoriale attivato dalla (Scandella, 2007) [o da altre istituzioni scolastiche e formative] in collaborazione con i soggetti economici e imprenditoriali, per evidenziare le opportunità occupazionali offerte dal lavoro indipendente e autonomo e sostenere lo spirito di iniziativa imprenditoriale dei giovani; - la creazione di laboratori di "Career Management Skills" nei contesti scolastici con la presenza anche di imprenditori o rappresentanti del mondo del lavoro; - la comparazione, la selezione e la condivisione di modelli di certificazione delle competenze (Balducci, Marchi, 2014) - lo sviluppo di stage e tirocini, rendendoli strutturali nel percorso formativo della scuola secondaria di II grado; - la promozione di una maggiore diffusione dell'apprendistato, con adeguate azioni di informazione e sostegno ai giovani che scelgono questo percorso e alle loro famiglie; - l'individuazione delle migliori pratiche sperimentate con successo con i ragazzi a rischio o fuoriusciti dal sistema (ma lo stesso approccio è riconosciuto efficace anche con i ragazzi "plusdotati"). Gli individui sviluppano queste abilità in modi diversi e a ritmi diversi. La capacità di orientamento possono essere apprese con gli insegnanti, i genitori, gli amici, la comunità, i datori di lavoro e colleghi. Ci sono molti modelli di apprendimento, ma il ciclo di apprendimento di Kolb si adatta bene con il contesto sociale del quadro che descrive un processo di apprendimento esperienziale in ter262 mini di quattro fasi: l'esperienza concreta, l'osservazione riflessiva, la teorizzazione, la sperimentazione attiva, fasi che accomunano l'educatore impegnato in un percorso di ricerca di senso, di sé e di sé in relazione all'altro. BIBLIOGRAFIA AIEJI, The professional competences of social educators. A conceptual framework, Denmark, 2006 [http://aieji.net/wp-content/uploads/2010/12/A-conceptualframework.pdf]. ALTEA F., Al posto sbagliato. Educazione ed orientamento al lavoro, Armando Editore, Roma 2012. ALVAREZ PEREZ P.R., PEREZ-JORGE D., LOPEZ AGUILAR D., GONZALEZ E., GONZALEZ RAMALLAL M., DORTA R.L., Academis tutorship and planning of the career of university sports students of high level, International Conferenze Life Design and Career Counseling: Building Hope and Resilience, Padova, 2013. AMORETTI G., RANIA N., L'orientamento: teorie, strumenti e metodi, Carocci, Roma 2005. BALDUCCI M.G., MARCHI S. (a cura di), Certificazione delle competenze e apprendimento permanente. Una pluralità di discorsi, Carocci, Roma 2014. BARBIER J.M., La valutazione nel processo formativo, Loescher, Torino 1989. BATINI F., L'isola sconosciuta. Un progetto di orientamento narrativo. Metodi e risultati, Pensa Multimedia, Lecce 2009. BATINI F., DEL SARTO G., Raccontare storie, Politiche del lavoro e orientamento narrativo, Carocci, Roma 2007. BATINI F., SURIAN A., Storientando. Un progetto e una ricerca con il metodo dell'orientamento narrativo, Pensa Multimedia, Lecce 2009. BAUDOUIN N., Le sens de l'orientation : une approche clinique de l'orientation scolaire et professionnelle, L'Harmattan, 2007. BODA G., Life skills: la comunicazione efficace, Carocci Faber, Roma 2005. BODA G., MOSIELLO F., Life Skills: il pensiero critico, Carocci Faber, Roma 2005. BRIDGSTOCK R., The graduate attributes we've overlooked: enhancing graduate employability through career management skills, «Higher Education Research & Development», Vol. 28, No. 1, March 2009, 31–44. BRUSCAGLIONI M., Persona empowement. Poter aprire nuove possibilità nel lavoro e nella vita, FrancoAngeli, Milano 2007) BUTTERWORTH J., THWAITES G., Thinking skills: Critical Thinking and Problem Solving, Cambridge International 2013. CIOFS-FP Piemonte (a cura di), Le competenze orientative. Un approccio metodologico e proposte di strumenti, (Studi progetti esperienze per una nuova formazione professionale), CIOFS-FP, Roma 2004. 263 CONSOLINI M., Laboratorio di orientamento. Come organizzare percorsi individualizzati attraverso servizi in rete, FrancoAngeli, Milano 2002. CUNTI A., Aiutami a scegliere. Percorsi di orientamento per progettare e progettarsi, FrancoAngeli, Milano 2008. DALLAGO L., Che cos'è l'empowerment, Carocci, Roma 2006. DEGL'INNOCENTI E., MEINARDI G., PECCENINI R., RUSSO R., CECILIA E., TONI P., Scuola e lavoro. Progetto orientamento. Ed. Paravia, Torino 2001. DELL'ORO F., Cercasi scuola disperatamente. Orientamento scolastico e dintorni, Apogeo, Milano 2012. DI NUOVO S., MAGNANO P., Competenze trasversali e scelte formative. Strumenti per valutare metacognizione, motivazione, interessi e abilità sociali per la continuità tra livelli scolastici, Centro Studi Erickson, Gardolo (TN), 2013. DOMINICI R., Valutazione e prevenzione dello stress-correlato. Modelli e strumenti operativi per intervenire sul disagio lavorativo, FrancoAngeli, Milano 2011. DOZZA L., CHIANESE G., (a cura di), Una società a misura di apprendimento. Educazione permanente tra teoria e pratiche, FrancoAngeli, Milano 2013. GALASSI, J.P., CRACE, R.K., MARTIN, G.A., JAMES, R.M. & WALLACE, R.L., Client preferences and anticipations in career counseling: A preliminary investigation. Journal of Counseling Psychology, 39, 1992, 46-55. GALLIANI L., BONAZZA V., RIZZO U., La progettazione della valutazione educativa, Pensamultimedia, Lecce 2011. GIROTTI L., Progettarsi: l'orientamento come compito educativo permanente, Vita e Pensiero, Milano 2006. GIUGNI G., Pedagogia della scuola. La scuola in funzione dell'educazione permanente e dell'orientamento, Le Monnier, Firenze 1973. GOLEMAN D., Leadership emotiva. Una nuova intelligenza per guidarci oltre la crisi, Rizzoli, Milano 2012. GRANGE T., Orientamento, progettualità e didattica: dall'impegno pedagogico alla prassi educativa, in A.PERUCCA, L'orientamento fra miti, mode e grandi silenzi, Analtea Edizioni, Lecce, 2003, pp. 223-232. GUICHARD J., HUTEAU M., Psicologia dell'orientamento professionale. Teorie e pratiche per orientare la scelta negli studi e nelle professioni, Cortina Raffaello, Milano 2003. HULSE-KILLACKY D., Development of the corrective feedback instrument: A tool for use in counselor training groups, The Journal for Specialists in Group Work, 11, 1994, 19 (4), 197-210. HUTEAU M., « Les méthodes d'éducation à l'orientation et leur évaluation », OSP, 1999, 28, n° 2, p. 225-251. KOLB D.A., Experiential learning: experience as the source of learning and development, Englewood Cliffs, NJ: Prentice Hall 1984. 264 KRUNBOLTZ J.D., A learning theory of career counseling, SAVICKAS, MARK L. (Ed); Walsh, W. Bruce (Ed). Handbook of career counseling theory and practice. Palo Alto, CA, US: Davies-Black Publishing 1996, pp. 55-80. LENZI G., MARTELLI A., Apprendere da adulti tra autorealizzazione, adattabilità e cittadinanza attiva, FrancoAngeli, Milano 2007. LOIODICE I., Non perdere la bussola: orientamento e formazione in età adulta, FrancoAngeli, Milano 2004. MAIDA S., NUZZO A., REATI A., Il colloquio nella pratica educativa, Carocci, Roma 2006. MANCINELLI M. R., Il colloquio in orientamento, FrancoAngeli, Milano 2007. McINNIS, C., HARTLEY, R., POLESEL, J., & TEESE, R., Non-completion in vocational education and training and higher education, Centre for the Study of Higher Education, University of Melbourne, Melbourne 2000 [www.staffs.ac.uk/institutes/access/docs/28604Aust.doc]. MIUR, Linee Guida Nazionali per l'apprendimento permanente, Roma 2014. MODICA S., Colloquio, in R: CERRI (a cura di), Didattica in azione. Professionalità e interazione nei contesti educativi, Carocci, Roma 2007, pp. 51-66. MOOS R.H., Person-Environment Congruence in Work, School and Healt Care Settings, «Journal of Vocational Behavior», 31, pp. 231-247. PARMIGIANI D., Tra il dire e il fare. Come si decide a scuola dalla riunione alla classe, FrancoAngeli, Milano 2010. PARMIGIANI D., TRAVERSO A. (a cura di), Progettare l'educazione. Contesti, competenze, esperienze, FrancoAngeli, Milano 2011. PASERO G. (a cura di), L'assertività della vita privata e professionale. Prospettive metodologiche e suggerimenti pratici per migliorare la qualità delle relazioni, FrancoAngeli 2009. PAUL, R., ELDER, L., BARTELL T., California Teacher Preparation for Instruction in Critical Thinking: Research Findings and Policy Recommendations, California Commission on Teacher Credentialing. Foundation for Critical Thinking, Sacramento California 1997. PELLEREY M., Le competenze individuali e il portfolio, La Nuova Italia Scientifica, Roma 2004. PETRUCCELLI F., MESSURI I., SANTILLI M., Bilancio di competenze e orientamento professionale e scolastico. FrancoAngeli, Milano 2012. POGGI I., La mente del cuore. Le emozioni nel lavoro, nella scuola, nella vita, Armando Editore, Roma 2008. REPETTO, E., MALIK, B., FERRER, P., MANZANO, N., HIEBERT B., International Competencies for Educational and Vocational Guidance Practitioners, International Association for Educational and Vocational Guidance. Retrieved 28 December 2012. REY B. (ed.), Les compétences à l'école, De Boeck, Bruxelles 2003. 265 RIVA M.G., Il lavoro pedagogico come ricerca dei significati e ascolto delle emozioni, Guerini Scientifica, Milano 2004. RUMIATI R., Decidere, Il Mulino, Bologna 2009. SANTERINI M., L'educatore tra professionalità pedagogica e responsabilità sociale, La Scuola, Brescia 1998. SART G. , The Effects Of Emotional Intelligence Training On High School Students' Conflict Resolution, Empathy And Leadership Skills, And Personality Development, V. International Congress of Education Research, ÇANAKKALE, TÜRKİYE, 69 Haziran 2013. SART G. , The Impacts Of Strategic Talent Management Assessment On Improving Innovation Oriented Career Decision, 1st Eurasian Educational Research Congress, International EJER 2014 Congress, İSTANBUL, TÜRKİYE, 24-26 Nisan 2014, pp. 1027-1029. SAVICKAS, M. Career Counseling. Washington: American Psychological Association. 2011, p. 6 SCANDELLA O., Interpretare la tutorship. Nuovi significati e pratiche nella scuola dell'autonomia, FrancoAngeli, Milano 2007. SCHIAVINA L., Metodi e strumenti per la modellizzazione aziendale. Come gestire il problem solving e il decision making, FrancoAngeli, Milano 2006. SCHIERSMANN, C., ERTELT, B.-J., KATSAROV, J., MULVEY, R., REID, H, & WEBER, P. (eds.) "Core Competences for Career Guidance and Counselling Professionals". NICE Handbook for the Academic Training of Career Guidance and Counselling Professionals. Heidelberg: Heidelberg University, Institute of Educational Science, 2012, pp. 41–60. SECCI C., Apprendimento permanente e educazione. Una lettura pedagogica, FrancoAngeli, Milano 2013. SLOSS M. A., Self-monitoring: The Effects of Varying Degrees of Contacts with a Studyskills counselor on the achievement and Commitment of College Students, University of Arizona, 1977. STRIANO M., Progettare tutorship knowledge management. Modelli operativi e profili professionali nella formazione continua, Pensa Multimedia, Lecce 2005. SULTANA R.G. (2012), Learning career management skills in Europe: a critical review, in «Journal of Education and Work», Taylor & Francis, Vol. 25, Issue 2, 2012, pp. 225-248. SUMNER W. G., Folkways: A Study of the Sociological Importance of Usages, Manners, Customs, Mores, and Morals, Ginn and Co., New York 1940. SWANSON, J.L., The process and outcome of career counseling. In W.B. Walsh & S.H. Osipow (Eds.), Handbook of vocational psychology: Theory, research and practice. Mahwah, NJ: Erlbaum, 1995, 295-329. SWANSON, J.L.; PARCOVER, J.A., Annual Review: Practise and research in career counseling and development. The Career Development Quarterly, 47, 2, , 1998, 98135. 266 SWANK J.M., McCARTHY S.N., The Counselor Feedback Training Model; Teaching Counseling Students Feedback Skills, Adultspan Journal, 2, 12, 2013, pp. 100-112. VALIENTE M., VERDÙ A., The academic tutor in the University, Congreso International INTED, Valencia (Spain), 2013. VISCHI A., Riflessione pedagogica e culture d'impresa. Tra progettualità formativa e responsabilità sociale, Vita e Pensiero, Milano 2011. ZANNIELLO G., Educazione e orientamento professionale, Armando Editore, Roma 1997. ZANNINI L., La tutorship nella formazione degli adulti. Uno sguardo pedagogico, Guerini Associati, Milano 2005. ZUNKER V. G., Career counseling: applied concepts of life planning, Brooks/Cole Pub. Co. Pacific Grove, California 1994. 267