Settimana Vocazionale Adolescenti 2009
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Filippi - La gioia della fraternità
La pagina biblica:
Rendo grazie al mio Dio ogni volta che io mi ricordo di voi, sempre, quando prego per tutti voi, lo
faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al
presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a
compimento fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto, del resto, che io vi provi questi sentimenti per
tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il
Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. Infatti Dio è mio testimone del vivo
desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Gesù Cristo. E perciò prego che la vostra carità cresca
sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed
essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene
per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
(Fil 1,3-11)
Lectio:
Paolo giunge nella comunità dei Filippi dopo essere stato a Gerusalemme. Subito si accorge di una
realtà bene diversa. Si tratta di una colonia romana, dove il culto di divinità latine è diffuso e
questo gli procurerà non poche difficoltà. Ciononostante, i membri della comunità cristiana si
distinguono per la loro vivacità e affidabilità. Composta da persone molto diverse tra loro, ospita
anche la presenza di diverse donne, attive e sollecite nel lavorare per la causa della diffusione del
Vangelo. L’attenzione e la cura nei confronti di Paolo da parte dei filippesi sono notevoli, sia da un
punto di vista di sostegno spirituale che materiale. Pur arrestato, a motivo di un’accusa di
propaganda contraria alle divinità latine Paolo non si sente dunque mai solo. È un anno, quello
trascorso a Filippi, che suscita nel cuore dell’apostolo un affetto particolare per i fratelli e le sorelle
di questa comunità, spinge dolo a esprimersi con parole che stanno a metà tra la manifestazione
della sua amicizia e l’esortazione a non mollare, a mettere ancora più entusiasmo, anche nelle
difficoltà.
“Rendo grazie al mio Dio ogni volta che io mi ricordo di voi, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con
gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente”
È anzitutto la preghiera l’occasione attraverso la quale Paolo ci tiene a comunicare la forza di
questo legame, del suo affetto e della sua stima. Il ricordo dei suoi amici trasforma la preghiera in
motivo di gioia e fiducia. C’è qualcosa di profondo e di autentico che tiene in vita il loro rapporto,
qualcosa che va oltre loro stessi, ma al tempo stesso li coinvolge totalmente: la diffusione del
Vangelo.
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“Vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me
siete tutti partecipi della grazia”
Non c’è momento in cui la solidarietà tra fratelli venga meno. Che le cose vadano male perché si è
in catene, o che vadano bene, perché il Vangelo si diffonde e si consolida, il filo non si spezza, la
sintonia non si dissolve, la comunione sincera e impegnata resiste, cresce, matura nell’affrontare
quanto la vita mette davanti.
“Dio è mio testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Gesù Cristo. E perciò prego che
la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò
che è meglio ed essere integri”
È un profondo desiderio che rassomiglia a quello viscerale di Dio per le sue creature. L’amicizia che
lega Paolo a questi fratelli e a queste sorelle viene da dentro, la sente concretamente. Si tratta di
amici reali, di persone con un nome e un cognome, pregi e difetti. Per loro spera sempre di più, il
meglio, la felicità, l’amore vero, la libertà.
Meditatio:
Gli amici sono un dono!!!
Nel racconto Il piccolo Principe, Antoine de Saint- Exupéry ( 1900- 1944) dedica all’amicizia alcune
riflessioni, riflessioni contenute nell’episodio in cui il suo piccolo protagonista, che sta cercando
degli amici, incontra la volpe, la quale vorrebbe farsi da lui “ addomesticare “ , vorrebbe cioè che
egli divenisse suo amico.
“ Se tu mi addomestichi – gli dice la volpe – noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me
unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo “ . E aggiunge: “ Se tu mi addomestichi, la mia vita
sarà come illuminata”.
La volpe insegna, con dolcezza, al piccolo principe come sia importante quella cosa, da molti
dimenticata, che è l’amicizia e come le amicizie, che possono essere tante, siano però anche tutte
uniche. Una frase detta dalla volpe risalta sulle altre. “Gli uomini – essa afferma – non hanno più
tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono
mercantili di amici, gli uomini non hanno più amici”.L’amicizia è un sentimento gratuito, un
sentimento che non si può né comprare né vendere. Proprio per questo motivo deve essere puro,
vero senza ombre.
Questo è possibile oggi???? Possiamo considerare “Amici” con la A maiuscola tutte quelle persone
così catalogate in face book, msn…. Infatti, secondo filosofi e scrittori, la ricchezza non serve a
procurarsi gli amici, o, meglio, non serve a procurarsi i “VERI” amici, ma solo a circondarsi di molti
“FALSI” amici. “ Le amicizie fra i poveri – scrive sant’Ambrogio – per lo più sono migliori di quelle
fra i ricchi; e spesso i ricchi sono senza amici, mentre i poveri ne hanno molti. Non c’è infatti vera
amicizia, dove c’è ingannevole adulazione. I più cercano di compiacere i ricchi con le adulazioni;
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con il povero nessuno finge. Tutto ciò che si dà al povero è sincero: l’amicizia che si ha per lui è
senza invidia “ .
Nei tempi antichi tutti erano amici dei ricchi, essendo il denaro il bene più invidiabile del tempo,
oggi noi tutti siamo amici degli amici degli amici; non per conoscenza ma solo per un’invidiabile
numero di contatti. Pensaci bene, quanti dei tuoi amici virtuali può essere considerato veramente
Amico.
L’amicizia, dunque, non appartiene alla dimensione dell’avere ma a quella dell’essere. Non si
hanno molti amici, ma si è amico di molte persone. L’amicizia non è una “COSA” che si può
possedere.Dell’amicizia si può dire ciò che Fromm ha scritto sull’amore. “ Si può – egli si chiede –
avere amore? Se così fosse, l’amore dovrebbe necessariamente essere una cosa, una sostanza che
si può avere, custodire, possedere. La verità è che non esiste affatto l’' amore' come cosa: si tratta
di un’astrazione, forse una dea o un essere di un altro mondo, benché nessuno abbia mai visto la
divinità in questione. In realtà, esiste soltanto l’atto di amare; e amare è un’attività produttiva, che
implica l’occuparsi dell’altro, conoscere, rispondere, accettare, si tratti di una persona, di un albero,
di un dipinto, di un’idea ( ... ) Dal momento che amare è un’attività produttiva, si può soltanto
essere in amore o entrare in stato amoroso; ma non si può ' prendersi' un amore, espressione che
denota un atteggiamento passivo “ .
Sono brutti tempi questi, dove gli uomini « vogliono avere un amico » , ma « nessuno si occupa di
essere un amico » . Del resto, quanti di noi si vantano di avere molti amici e, quindi, mostrano di
ritenere che l’avere sia una categoria assolutamente naturale/scontata dell’esistenza umana. In
breve, l’amicizia è un processo di cui si è protagonisti e non un possesso. Io posso essere amico di
qualcuno, ma nell’amicizia non ho, non posseggo assolutamente nulla. Anzi, meno ho e più sono in
grado di essere amico.
Riprendendo il pensiero di Paolo gli amici sono un regalo, ce li troviamo accanto, presenti. E
quando non sono con noi fisicamente sentiamo tutta la loro forza di quanto però ci lega a loro. Ho
mai pensato di farli oggetto della mia preghiera, del mio “grazie” a Dio perché ci sono? Li ho mai
considerati, alla luce del Vangelo, come segni dell’amore di Dio per me, e quindi, motivo di gioia
per la cura che lui ha nei miei confronti? Quando? Quale aspetto di Dio mi ha svelato?
Ce li troviamo accanto, presenti. E quando non sono con noi fisicamente sentiamo tutta la loro
forza di quanto però ci lega a loro. Ho mai pensato di farli oggetto della mia preghiera, del mio
“grazie” a Dio perché ci sono? Li ho mai considerati, alla luce del Vangelo, come segni dell’amore
di Dio per me, e quindi, motivo di gioia per la cura che lui ha nei miei confronti? Quando? Quale
aspetto di Dio mi ha svelato?
Un amico si riconosce nel momento del bisogno, si usa dire. Che tipo di aiuto mi viene dai miei
amici? Che tipo di aiuto chiedo a loro? In che modo sono stati una risorsa di gioia nel momento
della difficoltà?
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Certe volte un’amicizia si interrompe perché ci si accorge che l’altro non è proprio come ce lo
aspettavamo, si è mostrato in un modo che non ci piace. Forse, certe volte, si tende un po’ ad
idealizzare gli amici, a volerli possedere a nostro piacimento. In quali amicizie mi rendo conto di
essere aperto ad accogliere l’altro per quello che è e a lasciarlo libero? In quali il mio ideale rischia
di soffocare la gioia dell’amicizia?
Per concludere
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La comunità come luogo anche di relazioni umane forti
La riconoscenza per il lavoro condiviso
Realizzare fino in fondo il progetto di Dio su di noi
La preghiera reciproca perché l’amore cresca continuamente
La prospettiva finale, il giorno di Cristo Signore
Questi sono alcuni spunti che emergono dal brano e dalla riflessione; facciamone tesoro affinchè
diventino una solida base che ci porti a Cristo ed impegniamoci a vivere con minore superficialità
le nostre amicizie.
L’actio
Domani quindi approfittiamone per ascoltare quelle domande, quelle incomprensioni che troppo
spesso lasciamo in sospeso tra di noi.
Quante volte hai pregato per un amico? Siamo capaci di affidare gli altri all’amore del Signore? Ci
ricordiamo che coloro che ci stanno intorno sono, come noi, dono di Dio?
Impegniamoci quindi domani mattina a ringraziare il Signore e a recitare la preghiera dell’amico.
A te, Signore, amante della vita,
Amico dell’uomo,
innalzo la mia preghiera
per l’amico che mi hai fatto incontrare
sul cammino del mondo.
Uno come me, ma non uguale a me.
Fa’ che la nostra
sia l’amicizia di due esseri
che si completano con i tuoi doni,
che si scambiano le tue ricchezze,
che si parlano con il linguaggio
che tu hai posto nel cuore.
Aiutaci a guardare con quello sguardo,
che comprende senza che l’altro chieda.
Aiutaci ad avere un cuore grande,
che sa partire prima che l’altro esprima.
Aiuta la nostra amicizia
Affinché non divenga chiusura;
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dalle il respiro della vera libertà,
la forza di resistere nelle difficoltà,
il coraggio di andare oltre
il desiderio dell’egoismo.
La volontà di cedere per amore,
di amare anche oltre l’errore,
di giungere al sommo dell’amore: perdonare.
Perché soltanto quando si sa perdonare,
si può credere all’amore.
Fa’ che le nostre mani
siano protese in un gesto di pace.
Fa’ che le nostre parole
siano dolci ma anche forti.
Fa’ che il nostro sorriso,
come le nostre lacrime,
non siano una maschera,
ma esprimano la profondità e la verità
dei sentimenti più sinceri e autentici.
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