cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 289 17 Ricostruzione microchirurgica del nervo ricorrente CAPITOLO Andrea Ortensi, Valerio D’Orazi, Enrico De Antoni “et inciduntur reversivi... e chirurgicis operantibus in collo, ignorantibus anatomiam” Berengario da Carpi, Commentaria super anatomia Mundini L e lesioni del nervo laringeo inferiore (NLI) sono tra le possibili complicanze della chirurgia del collo e del mediastino. Tutta la chirurgia del mediastino e della regione anteriore del collo, compresa la chirurgia della carotide e dei vasi epiaortici 1, 13, nonché gli accessi anteriori alla colonna cervicale 15, 27, sono gravati dal rischio di una lesione di tale nervo. Sono state inoltre descritte in letteratura lesioni ricorrenziali iatrogeniche nella chirurgia di distretti lontani dal decorso del nervo, a seguito di errori tecnici legati all’uso della maschera laringea, in corso di anestesia generale 23. È comunque nella chirurgia della tiroide che la lesione iatrogenica del NLI acquista un’incidenza significativa, in considerazione degli stretti rapporti anatomici tra esso e la ghiandola tiroide. Oggi le lesioni del NLI possono essere riparate con tecniche di ricostruzione microchirurgiche. La ricostruzione del nervo può essere effettuata tramite neu- rorrafia termino-terminale, fascicolare, o utilizzando un innesto, sia intervenendo immediatamente, sia intervenendo in un tempo successivo. In alternativa si può eseguire un’anastomosi tra il NLI e l’ansa dell’ipoglosso, in particolare la branca terminale diretta al muscolo sternotiroideo. Tali tecniche non sono in grado di ripristinare una normale motilità della corda vocale, ma ne migliorano comunque il tono e il trofismo muscolare, consentendo una adeguata funzione fonatoria e ventilatoria. Indicazione e tipologie di trattamento L’obiettivo del trattamento delle paralisi cordali unilaterali è quello di risolvere le seguenti problematiche cliniche: impedire i fenomeni di aspirazione, contrastare, se presente, la dispnea e recupera- 289 cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 290 Il carcinoma differenziato della tiroide re una buona funzione vocale. A tale scopo sono state proposte essenzialmente tre tipologie di trattamento: le tireoplastiche, l’iniezione di sostanze inerti nella corda vocale e le metodiche di reinnervazione microchirurgica. Le prime due, di pertinenza otorinolaringoiatrica, si propongono entrambe, con l’inserzione di materiale protesico, di medializzare in maniera fissa la corda vocale, stabilizzando al tempo stesso il piano glottico; la reinnervazione microchirurgica si presenta potenzialmente come la soluzione più fisiologica, proponendosi di restituire una certa funzione muscolare all’apparato laringeo. Sfortunatamente nessun tipo di reinnervazione è in grado di ripristinare il movimento attivo della corda vocale paralizzata. È necessario distinguere fra le lesioni ricorrenziali riconosciute intraoperatoriamente e quelle diagnosticate in base al riconoscimento di una disfonia postoperatoria. In questi ultimi casi l’indicazione chirurgica va posta dopo un periodo di attesa fra i sei mesi e un anno, per escludere la possibilità di un recupero spontaneo, che si osserva in circa la metà dei casi. Inoltre il trattamento operativo deve essere preceduto anche da un’adeguata terapia foniatrica, sia per la possibilità che ciò si traduca in un sufficiente miglioramento funzionale, sia per favorire i risultati dell’intervento. Le condizioni generali del paziente e la sintomatologia condizionano notevolmente la scelta del trattamento. Condizioni scadute e frequenti episodi di aspirazione mettono in secondo piano la funzione vocale. L’intervento più semplice e meno costoso è rappresentato dall’iniezione di materiale inerte, tipo teflon, per medializzare la corda; tale intervento inoltre è di immediata efficacia e necessita della sola anestesia locale. 290 D’altra parte però offre solo modesti risultati vocali, contro la sostanziale efficacia sui fenomeni ab ingestis. I limiti di tale metodica sono rappresentati dalla sua irreversibilità e dalla scarsa efficacia sulla capacità fonatoria. Le maggiori complicanze sono costituite dalla migrazione o espulsione dell’impianto e dalla formazione di granulomi; ne conseguono un peggioramento della qualità della voce ma anche, seppure raramente, fenomeni ostruttivi della via aerea 19. Una tecnica analoga, che però prevede l’iniezione di sostanze biologiche riassorbibili (collagene), è stata proposta come soluzione temporanea nell’attesa di un recupero spontaneo o per il tempo necessario alla reinnervazione. Anche nella tireoplastica classica viene ottenuta la medializzazione della corda vocale mediante un impianto alloplastico; durante l’intervento, se eseguito in anestesia locale, è possibile controllare la voce del paziente, modificando a tal fine la forma e le dimensioni dell’impianto. Una tecnica combinata prevede la realizzazione della laringoplastica, associata a una reinnervazione con lembo neuromuscolare: in pratica l’impianto alloplastico viene utilizzato come misura per confezionare un adeguato flap muscolare peduncolato sull’ansa dell’ipoglosso 34. Si evita in tal modo l’atrofia della corda, ottenendo al tempo stesso una immediata risoluzione della disfonia. La tireoplastica si dimostra superiore all’iniezione di teflon nel garantire una buona fonazione e ottimale nel controllo dell’aspirazione. La tecnica è inoltre reversibile o modulabile con successivi interventi. Le complicanze comprendono la migrazione dell’impianto, la sua estrusione nelle vie aeree e l’ostruzione delle stesse per la comparsa di ematomi o edema cordale. L’incidenza di compli- cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 291 Ricostruzione microchirurgica del nervo ricorrente canze è ridotta dall’impiego di una tecnica accurata, con emostasi assoluta, prestando molta attenzione a non procurare lesioni mucose o del ventricolo, e ottenendo una salda fissazione dell’impianto alla cartilagine. Le metodiche di reinnervazione rappresentano storicamente la più antica soluzione proposta. La prima segnalazione in letteratura di una ricostruzione del NLI risale al 1909 ed è opera di J. Horsley, che descrisse un caso di riparazione del NLI in seguito a una ferita d’arma da fuoco, caso in cui fu ottenuta (almeno così è riferito) una completa ripresa funzionale in tre mesi 21. Nel 1926 Blalock e Crowe eseguirono uno studio sperimentale sui cani, descrivendo tre casi di parziale recupero del movimento della corda vocale, senza atrofia della stessa, in seguito a neurorrafia del segmento distale del NLI sia con ansa dell’ipoglosso, che con il frenico che con una branca del ricorrente controlaterale. Mediante studi istologici gli Autori dimostrarono una crescita degli assoni dopo l’anastomosi in tutti e tre i casi 3. Frazier e Mosser nello stesso anno riportarono una casistica di 10 pazienti nei quali il NLI veniva anastomizzato con l’ansa dell’ipoglosso a distanza di un periodo fra 8 mesi e 11 anni dalla lesione ricorrenziale monolaterale. Gli Autori riscontrarono in totale un miglioramento nel 60% dei casi, notando però che i risultati migliori si ottenevano nella riparazione delle lesioni più recenti 17. In contrasto con questi incoraggianti risultati iniziali, Hoover nel 1953 affermò l’insuccesso dei tentativi di ripristino della funzione laringea dopo anastomosi nervosa tra NLI e ansa dell’ipoglosso 20. Tali affermazioni vennero ribadite e specificate nel 1963 da Siribodi, il quale dimostrò una ripresa dell’attività elettro- miografica dopo riparazione del NLI, ma non una ripresa dei movimenti funzionali. Egli suggerì che la rigenerazione aberrante delle fibre adduttrici e abduttrici fosse la causa della mancata funzionalità laringea 31. Successivamente Crumley definì tale situazione come “sincinesia laringea” 8. Doyle nel 1967 riportò una quasi completa ripresa funzionale dopo anastomosi del nervo sia sui cani che sull’uomo 14; Gordon e McCabe nel 1968 descrissero il ripristino funzionale delle sole fibre adduttrici dopo sezione completa del nervo e riparazione immediata con anastomosi termino-terminale 18. Tashiro nel 1972 evidenziò con esame elettromiografico la ripresa funzionale, ma incoordinata, del nervo dopo la riparazione 32. Tali risultati vennero confermati da Murakami e Kirchner che, sempre tramite esame EMG, rilevarono la simultanea attivazione sia dei muscoli adduttori che abduttori dopo la reinnervazione, confermando l’ipotesi di una crescita disordinata degli assoni 26. Nel 1974 Sato, eseguendo rilievi elettromiografici dopo stimolazione diretta dei muscoli laringei, concluse che la scarsa funzionalità di tali muscoli reinnervati dipendeva sia dalla crescita disordinata degli assoni che dalla funzione muscolare danneggiata 30. Mentre tutti gli Autori sono concordi nel ritenere che la reinnervazione del laringe costituisce l’unica opzione terapeutica nelle paralisi ricorrenziali monolaterali, notevoli controversie nascono su quale nervo utilizzare nell’anastomosi per ottenere i migliori risultati funzionali. Roger Crumley, che già in un suo lavoro del 1982 aveva espresso delle perplessità riguardo la ricostruzione T-T (terminoterminale) del NLI 11, nel 1988 ha proposto l’utilizzo dell’ansa dell’ipoglosso, in 291 cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 292 Il carcinoma differenziato della tiroide particolare della branca diretta al muscolo sternotiroideo 12. Egli raccomanda l’utilizzo di tale nervo per numerose ragioni: innanzitutto la branca dell’ipoglosso diretta al muscolo sternotiroideo è disposta in posizione anatomica favorevole nei confronti del ricorrente stesso. Inoltre l’attivazione dello sternotiroideo avviene prevalentemente durante l’inspirazione, e durante il ciclo respiratorio è possibile ottenere un tono di voce continuo. Infine la paralisi del muscolo sternotiroideo, conseguente alla denervazione, causa un rilasciamento della cartilagine tiroidea medializzando così la corda paralizzata, senza provocare alterazioni funzionali o danni estetici. Lo stesso Autore, in un lavoro del 1991, riporta le conclusioni di uno studio effettuato su 20 pazienti operati con tale metodica (di cui 12 con completo follow-up) nei quali ha ottenuto un buon risultato funzionale 10. Altri Autori sono in disaccordo con Crumley riguardo l’utilizzo dell’ansa dell’ipoglosso, ritenendo che la sua azione possa dare come risultato l’adduzione della corda in inspirazione piuttosto che durante la fonazione 16. Rice nel 1982 ha proposto l’utilizzo del nervo laringeo superiore considerandolo ideale per migliorare la fonazione nella paralisi unilaterale della corda vocale 29. Egli sosteneva che tale nervo è attivo durante la fonazione ed è situato anatomicamente vicino al NLI Successive ricerche eseguite da Woodson hanno però dimostrato che durante il normale ciclo respiratorio il muscolo cricotiroideo viene attivato prevalentemente durante l’inspirazione, potendo determinare un’ostruzione delle vie aeree 35. Crumley ha commentato l’utilizzo del nervo laringeo superiore con l’espressione “robbing Peter to pay Paul” (fare un debito nuovo per pagarne uno vecchio), soste- 292 nendo che in tal modo verrebbe meno la normale azione adduttoria del muscolo cricotiroideo 9. Per la reinnervazione laringea nelle paralisi ricorrenziali unilaterali è stato proposto da Alcuni Autori 28 anche l’utilizzo del nervo ipoglosso quale potenziale donatore. Tali Autori, in accordo con quanto già sostenuto da Crumley, ritengono che un buon tono muscolare della corda, con o senza motilità, debba essere preferito a una corda mobile ma incoordinata, come si osserva in qualche caso di reinnervazione diretta del NLI; tuttavia preferiscono utilizzare il nervo ipoglosso e non la sua ansa, in quanto in questo modo è possibile evitare sia il fenomeno della sincinesia sia quello dell’inadeguato numero di assoni rigenerati. Tale nervo presenta infatti sia il vantaggio di essere costituito da oltre 9 000 assoni divisi in 5 fascicoli nella sua porzione più distale (si tenga presente che il NLI è composto da circa 1 000 assoni, e l’ansa dell’ipoglosso ne possiede ancora meno), sia quello di essere attivo quando è richiesta l’adduzione della corda vocale, cioè durante la deglutizione e la fonazione, mentre è inattivo durante l’inspirazione. Si tenga presente inoltre che il nervo ipoglosso viene impiegato con successo nelle reinnervazioni del nervo facciale con una morbidità estremamente bassa 7, 25. Sorprendentemente in letteratura non sono riportati altri casi che prevedano l’utilizzo del nervo ipoglosso per la reinnervazione laringea. Recentemente Chou et al. 6 hanno riproposto la neurorrafia termino-terminale diretta, sostenendo che i pazienti sottoposti a tale procedura, sebbene non abbiano presentato una motilità attiva della corda vocale, hanno comunque riportato un miglioramento della chiusura glottica durante la fonazione, con un cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 293 Ricostruzione microchirurgica del nervo ricorrente conseguente incremento del tono e del timbro della voce. Risulta evidente come non esista un’univocità di pensiero riguardo il trattamento ideale delle lesioni ricorrenziali monolaterali, sebbene molti Autori sostengano la validità dell’anastomosi ansa-NLI. La lesione iatrogenica bilaterale dei nervi ricorrenti pone invece problematiche strategico-terapeutiche totalmente differenti. Nel caso in cui la paralisi sia avvenuta in fase adduttoria e qualora non vi sia la necessità di una tracheostomia d’urgenza per risolvere un’insufficienza respiratoria acuta, si deve comunque prendere in considerazione il confezionamento di una tracheostomia d’attesa nel caso di una dispnea invalidante, per valutare se dopo 6-12 mesi vi sia una ripresa funzionale, specie nei casi in cui la paralisi è insorta progressivamente (ematoma, edema, ischemia ricorrenziale) dopo un intervento di tiroidectomia 24. Nel caso invece in cui non vi sia la necessità della tracheostomia, è comunque necessario attendere 6-12 mesi per valutare l’eventuale ripresa funzionale, che, qualora si verificasse da un lato, potrebbe porre l’indicazione all’esecuzione dell’anastomosi ansa-NLI. In tutte le altre situazioni sarà un otorinolaringoiatra a valutare quale tecnica utilizzare per ottenere il giusto compromesso tra la possibilità di ripristinare la funzione fonatoria e il mantenimento di quella respiratoria. Fig. 1 La neurorrafia termino-terminale eseguita apponendo 2-3 punti staccati epifascicolari in nylon 9-0 (nei quali normalmente abbiamo riscontrato 4 o 5 fascicoli) e apponendo 2-3 punti staccati epifascicolari in nylon 9-0 con l’ausilio del Varioscopio (ingrandimento 3.6-9¥) oppure del microscopio operatore (ingrandimento 4-40¥) (Fig. 2). Ortensi riferisce nella sua esperienza alcune ricostruzioni con neurorrafia termino-terminale, effettuate contestualmente all’atto operatorio (tiroidectomia totale per tireopatia plurinodulare). Successivamente l’Autore ha abbandonato tale metodica, così come la maggior par- Tecniche di ricostruzione del NLI La neurorrafia termino-terminale si esegue procedendo con l’accurata identificazione dei due monconi sezionati (Fig. 1) Fig. 2 Neurorrafia eseguita mediante l’ausilio del microscopio operatore (ingrandimento 4-40¥) 293 cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 294 Il carcinoma differenziato della tiroide te degli Autori esperti nel settore, per gli scarsi risultati ottenuti. Quando si esegue infatti una neurorrafia termino-terminale il risultato funzionale è aleatorio: può essere buono in alcuni casi, ma in prevalenza è scarso o nullo, a causa della sincinesia dei muscoli adduttori e abduttori con conseguenti fascicolazioni e scosse spasmodiche delle corde vocali. Nell’intervento di neurorrafia ansa dell’ipoglosso-NLI si esegue un’incisione leggermente obliqua che dal margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo (o un paio di centimetri più lateralmente) si dirige inferiormente e medialmente fino a livello del I-II anello tracheale. È possibile così accedere alla regione paratracheale e identificare l’ansa dell’ipoglosso anteriormente alla vena giugulare interna. Tale accesso, per ovvie ragioni, non è necessario quando la ricostruzione avviene nel contesto dell’intervento in cui il NLI viene sezionato. Si apre quindi la fascia tesa tra i muscoli nastriformi e il muscolo sternocleidomastoideo, esponendo la vena giugulare interna. Si cerca la branca dell’ansa diretta al muscolo sternotiroideo, eventualmente con l’ausilio di un elettrostimolatore (ma alcuni Autori non ne vedono una reale necessità), e, una volta identificata, essa viene sezionata a livello della sua inserzione muscolare (Fig. 3). Alcuni Autori sostengono l’utilità di sezionare, a livello dell’inserzione muscolare, anche la branca diretta allo sternoioideo oltre a quella diretta allo sternotiroideo, per ottenere una maggiore mobilizzazione dell’ansa cervicale (della quale entrambe costituiscono rami); inoltre quest’ultimo ramo nervoso può essere utilizzato insieme al ramo per lo sternoioideo, aumentando così il numero di fibre nervose che porteranno un ulteriore impulso al NLI 5. 294 Fig. 3 Neurorrafia ansa dell’ipoglosso-NLI A questo punto è opportuno fare alcune considerazioni anatomiche sull’ansa cervicale e sui suoi rami. L’ansa cervicale (denominata nel passato “ansa dell’ipoglosso”) 5 è formata dall’unione di due radici nervose principali che si anastomizzano alla loro estremità. Dall’ansa cervicale originano i rami nervosi destinati ai muscoli nastriformi del collo (omoioideo, sternoioideo e sternotiroideo). La radice superiore o ramo discendente dell’ipoglosso origina dalla porzione superiore dell’arco del nervo ipoglosso e discende lungo la superficie laterale del fascio vascolo-nervoso del collo, frequentemente adesa alla guaina carotidea. La radice inferiore o ramo discendente del plesso cervicale origina dall’unione di due rami cervicali, più comunemente C2 e C3, e assume una posizione posterolaterale rispetto alla vena giugulare interna 33. I nervi diretti ai muscoli sternoioideo e sternotiroideo sono branche terminali di un tronco comune che origina dall’estremità delle due radici principali e presenta numerose varianti anatomiche 4. L’intervento di reinnervazione prosegue, in tecnica microchirurgica e con ausilio di un mezzo ottico di ingrandi- cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 295 Ricostruzione microchirurgica del nervo ricorrente mento, con la preparazione del moncone distale del NLI sezionato, che generalmente ha una lunghezza media tra 2 mm e 1 cm nel punto in cui si inserisce in laringe, e pari a 2 cm inferiormente all’articolazione cricotiroidea. Tale preparazione risulta ovviamente più agevole nei casi in cui la ricostruzione avvenga nell’ambito dell’intervento che ha determinato la lesione. Si esegue quindi l’anastomosi posizionando 2-3 punti staccati epifascicolari in nylon 9-0 con l’ausilio del varioscopio o del microscopio operatore; questa fase presenta delle difficoltà tecniche legate all’estrema sottigliezza dei fascicoli di questo nervo, forse tra i più delicati da manipolare tra tutte le strutture nervose. Dopo il confezionamento dell’anastomosi si iniettano 1-2 cc di colla di fibrina per stabilizzare l’anastomosi (Fig. 4). È necessario che al termine della neurorrafia non vi sia tensione tra i due monconi suturati, poiché altrimenti l’anastomosi potrebbe essere danneggiata dalla fisiologica escursione del laringe durante la deglutizione e la fonazione. È inoltre fondamentale che i due nervi abbiano un diametro congruente, perché se così non fosse non si otterrebbero dei buoni risultati a causa del fenomeno della fuga assonale. A tal proposito si consideri che il NLI ha un diametro di circa 1 mm e che il tronco nervoso comune che dall’ansa cervicale si dirige ai muscoli sternoioideo e sternotiroideo misura 0.9 mm di diametro 5. Per la valutazione dei risultati vanno presi in considerazione alcuni parametri pre- e postoperatori. Tutti i pazienti devono essere sottoposti a videolaringoscopia postoperatoria; a videolaringoscopia preoperatoria devono essere sottoposti invece solo coloro su cui viene effettuato l’intervento in elezione. Criteri quali-quantitativi (spettrografia vocale) della voce devono essere analizzati nell’immediato postoperatorio e a 6 mesi dall’intervento. Tutti i pazienti devono essere preferibilmente sottoposti a terapia riabilitativa foniatrica. Ortensi riporta 14 casi in cui ha eseguito un’anastomosi tra il capo sezionato distale del NLI e il ramo dell’ansa dell’ipoglosso diretto al muscolo sternotiroideo, sei casi contestuali al riscontro operatorio della lesione, e otto casi a una distanza variabile da 6 mesi a 5 anni dall’intervento. Relativamente a questi ultimi, in sei casi è ricorso intraoperatoriamente a iniezione di pasta riassorbibile della corda paralizzata al fine di darle un sostegno provvisorio per un periodo di 8-12 settimane, nell’attesa di una ripresa funzionale del nervo. Risultati Fig. 4 Iniezione di colla di fibrina per stabilizzare l’anastomosi Ortensi non riferisce complicazioni legate a nessuno degli interventi di reinnervazione. La degenza postoperatoria non ha mai superato i 4 giorni. I primi due 295 cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 296 Il carcinoma differenziato della tiroide pazienti della sua serie sottoposti a ricostruzione T-T per lesione unilaterale del NLI non hanno avuto un miglioramento del tono e del timbro della voce e alla videolaringoscopia non si è evidenziata una ripresa del tono della corda vocale paralizzata, che in un caso presentava tremolio e fibrillazione tale da rendere necessaria un’iniezione di teflon nella corda stessa, in quanto il paziente rifiutava un eventuale reintervento (ansaNLI). Circa i casi trattati mediante anastomosi ansa-NLI, Ortensi riferisce un buon miglioramento nel 70% dei casi, miglioramento che è stato dimostrato sia alla videolaringoscopia dall’aumento del tono muscolare della corda vocale lesa, sia dall’incremento della voce e del tono vocale. In questa serie di pazienti la reinnervazione era avvenuta in alcuni pazienti contestualmente al riscontro intraoperatorio della lesione, in altri successivamente con un intervallo di tempo tra i 6 e i 31 mesi (in media 20 mesi). Dei rimanenti 4 casi, in 3 ha comunque ottenuto un incremento del tono della corda vocale paralizzata dimostrato alla videolaringoscopia, sebbene l’incremento della voce e del tono vocale non siano stati del tutto soddisfacenti, mentre un caso è sfuggito al follow-up. In nessun caso trattato ha verificato un movimento attivo della corda vocale. Considerazioni conclusive La ricostruzione termino-terminale del nervo laringeo inferiore sezionato sembra essere la più accettabile qualora la lesione venga riconosciuta nel corso dell’intervento chirurgico, anche perché, a fronte di un limitato aumento del tempo 296 operatorio, consente il miglior affrontamento selettivo dei singoli fascicoli e non compromette la possibilità di ulteriori procedure correttive. Nonostante l’apparente razionalità del trattamento, i risultati sono spesso deludenti, anche se un lavoro recente 6 rimette di nuovo in discussione tale teoria per i buoni risultati funzionali pubblicati dagli Autori. L’anastomosi tra il capo laringeo del NLI e l’ansa cervicale, in particolare la sua branca terminale destinata al muscolo sternotiroideo, ideale sia dal punto di vista anatomico che per il suo meccanismo d’azione, sembra essere una valida alternativa alla ricostruzione diretta del nervo sezionato, specie nei casi in cui la ricostruzione avviene in un secondo tempo e il reperimento del moncone prossimale del nervo presenta notevoli difficoltà. In considerazione dell’elevato rapporto costi-benefici a fronte di risultati non sempre eccellenti, i pazienti candidati a tale intervento devono essere individui che hanno una forte motivazione al recupero della loro perfetta funzione fonatoria, in buone condizioni generali, di età non superiore a 70 anni, e che necessitano della loro voce per motivi professionali. Le tecniche alternative a tale intervento, come la tireoplastica di tipo I (secondo Isshiki 22) e le iniezioni cordali di teflon, se da una parte presentano il vantaggio di avere un minor costo (specie per quanto riguarda il teflon), dall’altra non presentano gli stessi risultati funzionali 12 . Va oltretutto tenuto presente che, mentre la tireoplastica di tipo I secondo Isshiki è reversibile, ciò non accade per le iniezioni cordali di teflon. Sulla base della sua esperienza Ortensi ritiene che la ricostruzione termino-terminale del nervo laringeo inferiore sezionato non offra generalmente buoni ri- cap_17_DeAntoni 13-09-2006 12:27 Pagina 297 Ricostruzione microchirurgica del nervo ricorrente sultati funzionali; tuttavia, spinto da risultati incoraggianti pubblicati in letteratura, egli ha eseguito recentemente delle ricostruzioni dirette del nervo sezionato senza che si siano verificati i noti fenomeni della sincinesia, sebbene nessuno dei pazienti abbia presentato un movimento attivo della corda vocale. Benché alcuni Autori abbiano eseguito esperimenti su animali utilizzando nervi motori di “maggior potenza” (nervo ipoglosso e nervo frenico) facendo intravedere ottimi risultati anche sull’uomo, e Autori cinesi riportino ottimi risultati eseguendo un’anastomosi superselettiva con la branca adduttoria del NLI sezionato 36, lo stato attuale dell’arte nel campo della reinnervazione del NLI non offre comunque in nessun caso la possibilità di una restitutio ad integrum. È auspicabile che tali ricerche vengano applicate in campo clinico in un prossimo futuro, nell’ipotesi concreta di poter realizzare una reinnervazione diretta e selettiva dei due gruppi di muscoli adduttori e abduttori, superando così la già descritta problematica della sincinesia 35. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Ballotta E, Da Giau G, Renon L, et al. Cranial and cervical nerve injuries after carotid endarterectomy: a prospective study. Surg 1999; 125:85-91. Berengario Da Carpi. 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