Ulcere da pressione e idrocolloidi made easy Volume 2 | Numero 4 | Novembre 2011 www.woundsinternational.com Introduzione Che cos’è una medicazione idrocolloidale? Le ulcere da pressione rappresentano una sfida importante con cui si confrontano i sistemi sanitari e causano ai pazienti notevoli disagi, dolore e umiliazione. Sebbene sia doveroso fare di tutto per evitare la formazione delle ulcere da pressione, non sempre questo è possibile. Il presente articolo descrive il ruolo delle medicazioni idrocolloidali nel trattamento delle ulcere da pressione di I e II stadio (Riquadro 1). Le medicazioni idrocolloidali sono costituite da uno strato di materiale gelificante adeso ad una pellicola semipermeabile o ad un supporto in schiuma. Lo strato gelificante è composto da una matrice adesiva contenente una combinazione di materiali assorbenti come la carbossimetilcellulosa sodica, la pectina e la gelatina. Ne risulta una medicazione assorbente e autoadesiva, anche in condizioni di umidità8. Autori: Fletcher J, Moore Z, Anderson I, Matsuzaki K. Informazioni complete sugli autori a pag. 5. L’entita’ del problema La reale incidenza delle ulcere da pressione, e i costi ad essa associati, non sono noti. Le stime indicano che in Europa sia soggetto ad ulcere da pressione circa il 18% dei pazienti ospedalizzati1. Nel 2004 si stimava che il costo totale delle cure dedicate alle ulcere da pressione in Gran Bretagna rappresentava il 4% della spesa sanitaria nazionale (circa 2 miliardi di sterline)2. Inoltre, sempre in Gran Bretagna, le ulcere da pressione sono state considerate responsabili della morte di 4.708 persone fra il 2003 e il 20083. Negli Stati Uniti si calcola che i costi associati alle ulcere da pressione nel settore ospedaliero possano raggiungere gli 11 miliardi di dollari l’anno4. Gli idrocolloidi e le ulcere da pressione Gli idrocolloidi sono diffusamente utilizzati nel trattamento delle ulcere da pressione5. Se ne consiglia l’impiego nelle ulcere da pressione di II e III stadio6, ma vengono utilizzati sempre più spesso anche nella gestione delle ulcere da pressione di I stadio7. Sebbene diverse medicazioni idrocolloidali possano apparire simili, la loro capacità di gestione dei fluidi può variare in maniera significativa9. Molti prodotti sono disponibili in una quantità di forme, misure e spessori diversi. Fra questi ci possono essere medicazioni disegnate appositamente per specifiche aree anatomiche (per es. il sacro o il tallone); altre possono essere molto sottili o avere bordi smussati e margini di spessore degradante per evitare che la medicazione formi delle grinze, si increspi o si arrotoli ai bordi. I prodotti più sottili possono essere semitrasparenti per consentire la visualizzazione della lesione senza bisogno di rimuovere la medicazione. Materiali di rivestimento diversi possono alterare la ‘scivolosità’ della medicazione. Una superficie esterna più ‘scivolosa’ abbassa il coefficiente di attrito fra medicazione e paziente riducendo così l’entità di taglio e frizione trasmessi alla cute sottostante e il rischio di danni aggiuntivi. Molte delle medicazioni idrocolloidali più recenti, inclusi alcuni prodotti di maggiore spessore, sono dotate di margini smussati e superficie esterna levigata. Come funzionano le medicazioni idrocolloidali? Alle medicazioni idrocolloidali vengono associate numerose qualità fondamentali per la gestione delle ulcere da pressione fra cui: Riquadro 1 Ulcere da pressione: definizione e classificazione6 Lesione localizzata della cute e/o del tessuto sottocutaneo, solitamente in corrispondenza di una prominenza ossea, risultante da pressione o da pressione associata a forze di taglio (o stiramento). Alle ulcere da pressione concorrono altri fattori, anche contraddittori, il cui significato deve essere ancora chiarito. Classificazione NPUAP/EPUAP: Categoria/Stadio I: Eritema non sbiancante di cute integra Categoria/Stadio II: Perdita di spessore parziale del derma o vescicola* Categoria/Stadio III: Perdita di cute a tutto spessore (tessuto adiposo visibile) Categoria/Stadio IV: Perdita tessutale a tutto spessore (muscolo/osso visibile) * Fotografia utilizzata per gentile concessione di Dale Copson, MSc, BSc(Hons) RN, Tissue Viability, Nurse Specialist. Le altre fotografie sono rese disponibili per concessione di ConvaTec. Questo è un articolo di formazione generica sugli idrocolloidi e le ulcere da pressione. Non tutte le affermazioni contenute sono attribuibili ai prodotti idrocolloidali di ConvaTec. 1 Ulcere da pressione e idrocolloidi n n n n n made easy la produzione di un ambiente umido per la ferita la gestione dell’essudato l’agevolazione dello sbrigliamento autolitico la creazione di una barriera contro i microrganismi supporto nella gestione del dolore10. Un ambiente ottimale per la guarigione Le medicazioni idrocolloidali creano un ambiente umido noto per la sua efficacia nel favorire la guarigione delle ferite11. Nello specifico si ritiene che gli idrocolloidi promuovano l’angiogenesi, aumentino il numero dei fibroblasti dermici, stimolino la produzione di tessuto di granulazione ed aumentino la quantità di collagene sintetitzzato10. Sbrigliamento autolitico La capacità degli idrocolloidi di trattenere l’umidità aiuta ad ammorbidire e reidratare delicatamente il tessuto necrotico e lo slough, facilitando lo sbrigliamento autolitico. Questo può richiedere un tempo più lungo rispetto al debridement chirurgico o biochirurgico. (per es. terapia con larve), ma in alcune situazione può essere il metodo più appropriato. Prevenzione dell’infezione e dell’infezione crociata Gli idrocolloidi sono adesivi e impermeabili e, per alcuni di essi, si è dimostrato che agiscono come barriera contro virus e batteri (per es. allo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), al virus dell’epatite B (HBV) e al virus dell’immunodeficienza umana (HIV-1)), a condizione che la medicazione resti intatta e in assenza di perdite o infiltrazioni12-14. Per questo motivo gli idrocolloidi possono essere di beneficio nell’impiego in aree regolarmente soggette a pesanti contaminazioni, come il sacro. Diversi studi hanno esaminato la possibilità che la natura occlusiva delle medicazioni idrocolloidali aumenti il rischio di infezione, ma non sono state riscontrate evidenze cliniche che suggeriscano che questo sia il caso15,16. Protezione del tessuto neoformato o delle ulcere da pressione di Categoria/Stadio I Una medicazione idrocolloidale dotata di rivestimento esterno liscio riduce il coefficiente di attrito all’interfaccia paziente-superficie di supporto17. La riduzione dell’attrito significa che il paziente è in grado di muoversi liberamente sulla superficie di supporto e che l’area coperta dalla medicazione ha più probabilità di essere esposta a minori livelli di pressione, stiramento e frizione7,18, riducendo così il rischio che un’ulcera da pressione di Categoria/Stadio I evolva in un danno più profondo. Su cute arrossata (ulcere da pressione di Categoria/Stadio I) è possibile applicare medicazioni idrocolloidali semitrasparenti che consentono di visualizzare possibili peggioramenti senza dover rimuovere la medicazione stessa. Gestione del dolore La formazione di gel durante l’impiego della medicazione idrocolloidale rende la rimozione facile e atraumatica. Si ritiene che l’ambiente umido e privo di ossigeno, creato dalla medicazione, protegga le terminazioni nervose aiutando a ridurre il dolore nel letto della ferita20,21. Riquadro 2 Consigli per la valutazione delle ulcere da pressione n La valutazione sistematica e il monitoraggio dei progressi possono n n n n n essere agevolati dall’uso di uno strumento di valutazione della lesione validato6 L’uso di fotografie (con il consenso preventivo) può aiutare a fornire un punto di partenza e una fototeca in serie, su cui misurare miglioramenti e peggioramenti19 Andrebbe utilizzato un metodo standardizzato di classificazione dello stato della lesione Le dimensioni della ferita vanno rilevate ogni 1 o 2 settimane mentre le altre caratteristiche dovrebbero essere osservate ad ogni cambio di medicazione6 Durante ciascuna valutazione, particolare cura deve essere impiegata nell’identificare e gestire eventuali preoccupazioni del paziente rispetto al trattamento in essere e allo stato della lesione6 In caso di lesioni che sono state identificate come guaribili, ma che non registrano progressioni nelle prime due settimane di trattamento, è necessario rivalutare il protocollo di cura e i cambiamenti nelle caratteristiche specifiche del paziente6 Quali evidenze? Le medicazioni idrocolloidali sono disponibili sul mercato da molti anni e sono state oggetto di studio in un’ampia gamma di ferite acute e croniche. Molti studi hanno confermato che gli idrocollloidi sono più efficaci delle medicazioni tradizionali (come le garze)10(Tavola 1). Principi di gestione delle ulcere da pressione L’esatta valutazione su base continuativa dell’individuo e della lesione sono elementi fondamentali di una gestione efficace delle ulcere da pressione22. Se consideriamo l’impatto negativo che le ulcere da pressione hanno sulla qualità della vita in termini di salute23, è evidente come sia essenziale che venga adottato un approccio sistematico (Riquadro 2). Il coinvolgimento del paziente e della sua famiglia è determinante al fine di assicurare che i problemi e le preoccupazioni del singolo vengano affrontati6. La valutazione dovrebbe includere l’esame di tutte le attività della vita quotidiana6. Inoltre la scelta della corretta medicazione topica, o intervento in generale, dipende da una chiara comprensione dell’obiettivo del trattamento24. La definizione dell’obiettivo è facilitata dalla dettagliata osservazione della lesione, inclusi categoria/stadio di appartenenza, localizzazione, dimensioni e forma, condizioni del letto della ferita, livello e consistenza dell’essudato, dolore, cattivo odore, condizioni della cute perilesionale e presenza o assenza di infezione6. Quando usare gli idrocolloidi per il trattamento delle ulcere da pressione? La gestione di soggetti affetti da ulcere da pressione implica una quantità infinita di interventi come l’ottimizzazione della nutrizione, il riposizionamento e l’utilizzo di letti speciali, materassi e cuscini, 2 Tavola 1 Sintesi degli studi Studio di riferimento Terapia Disegno Criteri di selezione Outcome clinici Hollisaz M, et al. BMC Dermatology 2004; 4: 1825 Medicazione idrocolloidale (n=31) vs crema phenytoin con garza (n=30) vs medicazione semplice (garza umida) (n=30) Studio clinico randomizzato Ulcere da pressione di Categoria/Stadio I e II in maschi paraplegici (n=83 con 91 ulcere) Indipendentemente da localizzazione e da categoria/ stadio, sono completamente guarite più ulcere nel gruppo degli idrocolloidi che negli altri gruppi Chang KW, et al. Med J Malaysia 1998; 53(4): 428-3126 Idrocolloide (Duoderm CGF (ConvaTec)) vs garza con soluzione fisiologica Studio clinico controllato randomizzato Ulcere da pressione di Categoria/Stadio II o III (n=34) Aderenza al letto della ferita, gestione dell’essudato, confort in generale e dolore alla rimozione della medicazione, tutti erano notevolmente a favore dell’idrocolloide La riduzione media alla misurazione della superficie era del 34% per l’idrocolloide. Nei pazienti trattati con la garza si rilevava un aumento medio della superficie del 9% Graumlich J, et al. J Am Ger Soc 2003; 51: 147-5427 Idrocolloide vs collagene Studio clinico randomizzato controllato, singolo cieco, a gruppi paralleli Ulcere da pressione di Categoria/Stadio II (80%) o III (20%); età mediana: 83,1 anni I tassi di guarigione e i tempi di guarigione in generale erano simili nei due gruppi I costi per paziente per 8 settimane erano stimati in $222 per l’idrocolloide e $627 per il collagene Meaume S, et al. J Wound Care 2002; 11(6): 219-2428 Medicazioni usate nelle ulcere degli arti inferiori e nelle ulcere da pressione Sviluppo di modelli di costo-efficacia basati su una revisione della letteratura I modelli erano usati per calcolare il costo per ulcera guarita su un periodo di 12 settimane Nelle ulcere da pressione, in Francia, un idrocolloide (DuoDERM (ConvaTec)) aveva il miglior rapporto costo-efficacia Kerstein M, et al. Dis Manage & Health Outcomes 2001; 9(11): 651-329 Protocolli per ulcere da pressione e agli arti inferiori Progettazione di studio usando gli outcome rilevati da una revisione della letteratura Il costo di 12 settimane di trattamento veniva tracciato per le diverse modalità attraverso una base di evidenze cliniche comuni di almeno 100 lesioni I costi per paziente guarito erano i più bassi nel caso di ulcere agli arti inferiori trattate con idrocolloidi e i più alti per quelle trattate con garza e soluzione fisiologica, a causa delle differenze nel tempo/persona necessario alla cura Heyneman A, et al. J Clin Nurs 2008; 17(9); 1164-7330 Medicazioni idrocolloidali Revisione sistematica degli idrocolloidi nelle ulcere da pressione Studi clinici randomizzati controllati di idrocolloidi nel trattamento delle ulcere da pressione (28 studi in totale) Per gli idrocolloidi si rilevava una maggiore capacità di assorbimento, un minore tempo necessario per il cambio medicazione e minore dolore durante i cambi di medicazione rispetto alle medicazioni in garza Gli idrocolloidi sembravano essere meno costosi del collagene, delle garze imbevute di soluzione fisiologia e povidone, ma più costosi dell’idrogel, della schiuma di poliuretano e del collagenase Gli idrocolloidi sono più efficaci delle medicazioni in garza nella riduzione delle dimensioni della lesione, ma meno efficaci degli alginati, delle medicazioni in poliuretano, degli enzimi topici e delle medicazioni biosintetiche che si sommano alla cura delle pelle e dell’incontinenza7, 31. E’ necessario dare priorità all’attenuazione della causa di pressione e alla gestione di tutti quei fattori generici, come la nutrizione, che possono ritardare il processo di guarigione. Il trattamento locale della ferita dovrebbe essere incentrato sul raggiungimento dell’ambiente ottimale per la guarigione e sul conseguimento di qualunque altro risultato connesso al paziente, come il sollievo dal dolore e la riduzione della produzione di essudato. Si ritiene che le medicazioni idrocolloidali possiedano numerose caratteristiche chiave, utili nella gestione delle ulcere da pressione, fra le quali: n protezione della cute perilesionale n rimozione del tessuto necrotico e slough n mantenimento di un ambiente umido nel letto della ferita che eviti l’iperidratazione delle lesione stessa22. Ampio è il dibattito in letteratura intorno al ruolo di specifiche tipologie di medicazioni che affrontano questi aspetti delle ulcere da pressione30, 32, 33 . Attualmente le medicazioni idrocolloidali sono largamente impiegate nel trattamento di ulcere da pressione di Categoria/Stadio II. Ma sono anche utilizzate come medicazione primaria nel trattamento di ulcere da pressione di Categoria/Stadio III e IV che stanno progredendo nella guarigione e sono divenute poco profonde. Gli idrocolloidi creano un’interfaccia lesione-medicazione umida, facilitano l’autolisi e promuovono la produzione di tessuto di granulazione, creando in questo modo un ambiente della ferita considerato ottimale per il raggiungimento della guarigione della lesione30. Le medicazioni idrocolloidali sottili (ad esempio DuoDERM® SignalTM e DuoDERM® Extra Sottile) sono sempre più utilizzate nella gestione delle ulcere da pressione di Categoria/Stadio I. La loro superficie esterna liscia contribuisce a ridurre l’attrito o le forze di taglio (stiramento) che possono danneggiare ulteriormente la cute sottostante7. E’ possibile che il controllo dell’umidità fornito dalle medicazioni idrocolloidali, evitando la macerazione, abbia un ruolo nel mantenimento dell’integrità tessutale e nella prevenzione di aggravamenti nelle ulcere da pressione di Categoria/Stadio I. La capacità di assorbimento è stata identificata come una caratteristica ideale delle medicazioni usate per la prevenzione delle ulcere da pressione34. Inoltre gli idrocolloidi sottili sono molto più 3 facili da maneggiare di quanto lo siano le medicazioni in film perché ci sono meno probabilità che si ripieghino su stessi. Indipendentemente dallo stadio di guarigione, gli idrocolloidi sono anche utili come medicazione secondaria grazie al loro rivestimento impermeabile e alla capacità di ridurre l’attrito e le forze di taglio. Tuttavia bisogna sempre tenere presenti le possibili interazioni fra idrocolloide e medicazione primaria per lesioni cavitarie. Per esempio un filler idrocolloidale, in Hydrofiber® o in alginato può essere coperto con una medicazione idrocolloidale, ma il gel amorfo tende a produrre un ambiente troppo umido perché possa essere gestito da una medicazione idrocolloidale . Protezione della cute perilesionale Le medicazioni idrocolloidali di solito si estendono oltre i margini della ferita sulla cute sana e proteggono la cute perilesionale: n assicurando alla cute perilesionale sana una copertura protettiva n assorbendo l’essudato della ferita e allontanando così dalla cute sana l’umidità eccessiva e gli enzimi proteolitici potenzialmente dannosi35. Sbrigliamento autolitico In presenza di tessuto devitalizzato le medicazioni idrocolloidali facilitano lo sbrigliamento autolitico creando un’interfaccia umida fra lesione e medicazione10. Tuttavia la decisione di usare o meno una medicazione idrocolloidale dipende dal livello di essudato nella lesione. Se la ferita è caratterizzata da un livello di essudato da basso a moderato allora una medicazione idrocolloidale può essere una scelta di trattamento appropriata, ma se la ferita produce un livello elevato di essudato può essere necessaria una medicazione primaria più assorbente9. La guarigione in ambiente umido Il gel che si forma quando l’essudato viene assorbito da un idrocolloide mantiene un’interfaccia lesione-medicazione umida e previene al contempo un accumulo di fluidi sulla superficie della lesione. Pertanto gli idrocolloidi sono un aiuto prezioso anche nella gestione delle ulcere da pressione poco profonde, deterse e granuleggianti. Infatti, in una revisione sistematica, si è rilevato che gli idrocolloidi erano più efficaci delle medicazioni in garza nel favorire la guarigione delle ferite ed erano associati a livelli di dolore inferiori e tempi ridotti per i cambi di medicazione30. Aspetti pratici Scelta di una medicazione idrocolloidale In presenza di livelli di essudato moderati, le medicazioni idrocolloidali di maggiore spessore sono la scelta più adatta. Di contro, se i livelli di essudato sono bassi, o la medicazione viene applicata su una cute a rischio di ulteriore cedimento, una medicazione sottile può essere più appropriata. Analogamente, man mano che l’ulcera da pressione guarisce e i livelli di essudato scendono, può essere necessario usare una medicazione più sottile. Le medicazioni idrocolloidali non sono disegnate per essere usate in associazione con una medicazione secondaria. Se i livelli di essudato sono elevati può essere necessario scegliere una medicazione alternativa. Quando la cute è a rischio di rottura, cioè nelle ulcere da pressione di Categoria/Stadio I, una medicazione idrocolloidale sottile (per es. DuoDERM® SignalTM o DuoDERM® Extra Sottile) ridurrà le probabilità che la medicazione formi delle grinze o si arrotoli causando ulteriori problemi7. Idrocolloidi e ulcere da pressione caso clinico Il Sig. I era un uomo di 70 anni con carcinoma gastrico e metastasi, ricoverato in ospedale per il trattamento di dispnea e dolore oncologico di fase terminale. Sebbene fosse stata applicata una medicazione in film sull’area sacrale e fosse stato usato un materasso ad aria di modello avanzato, a un mese dal ricovero si sviluppò un’ulcera da pressione. La superficie totale era di 45cm2 (Categoria/Stadio I: 30cm2; Categoria/Stadio II: 15cm2) (Figura 1). Poiché il Sig. I era molto magro, intorno all’area sacrale era stata applicato un padding in spugna poliuretanica per proteggere le prominenze ossee. Sulla lesione veniva applicata una medicazione idrocolloidale sottile due volte a settimana. Il settimo giorno dopo l’inizio del trattamento, la lesione da pressione di Categoria/Stadio I era guarita mentre le zone di Categoria/Stadio II mostravano segni di miglioramento (Figura 2). Le lesioni di Categoria/Stadio II erano completamente guarite quando la medicazione venne cambiata il quattordicesimo giorno dopo l’inizio del trattamento (Figura 3). Purtroppo il Sig. I morì di carcinoma gastrico 17 giorni dopo. Fig 1: Ulcera da pressione sacrale – Categoria/Stadio I e II Fig 2: Dopo sette giorni di trattamento con una medicazione idrocolloidale sottile la lesione di Categoria/Stadio I era stata portata a guarigione Fig 3: Dopo 14 giorni di trattamento la lesione da pressione di Categoria/Stadio II era completamente guarita Fotografie per gentile concessione di K Matsuzaki 4 Applicazione delle medicazioni idrocolloidali Rimozione delle medicazioni idrocolloidali La medicazione idrocolloidale scelta deve essere di forma e misura adeguata alla lesione ed estendersi sulla cute sana per circa 3cm per tutta l’area perilesionale. A meno che una rimozione precoce non sia resa necessaria da motivazioni cliniche, le medicazioni idrocolloidali dovrebbero restare in situ fino a quando la bolla di gel che si forma non raggiunge i bordi della medicazione36. Il gel favorisce la rimozione atraumatica della medicazione. Qualora la rimozione si renda necessaria prima che il gel si sia formato, si consiglia di togliere con cautela l’idrocolloide sollevandone un bordo e staccandolo delicatamente mentre si inumidisce la cute36. Alcune medicazioni sono dotate un sistema che indica quando si deve effettuare il cambio medicazione (per es. DuoDERM® SignalTM). Le medicazioni idrocolloidali dovrebbero essere riscaldate fra le mani prima dell’applicazione. Il calore migliora l’adesività e la malleabilità della medicazione consentendole di conformarsi meglio ai bordi della lesione. Di solito si consiglia al paziente di non apporre pesi sulla medicazione per 20-30 minuti dopo l’applicazione in modo da dare alla medicazione il tempo di aderire bene36. Nell’eventualità che si possano verificare perdite da un lato della medicazione, per esempio a causa della gravità, si può applicare la medicazione in modo tale che, su quel lato, si estenda maggiormente in cute sana36. Le medicazioni con i bordi smussati presentano meno probabilità di formare grinze, incresparsi o arrotolarsi. Le medicazioni idrocolloidali sono impermeabili: i pazienti possono continuare a fare il bagno o la doccia mantenendo la medicazione in situ. Frequenza dei cambi medicazione In generale le medicazioni idrocolloidali vengono sostituite ogni 3-5 giorni, anche se alcune possono restare in situ fino a 7 giorni. Tuttavia cambi più frequenti possono essere necessari in caso di elevata produzione di essudato, per es. all’inizio del trattamento o se si sospetta un’infezione. Per quanto tempo vanno usati gli idrocolloidi? L’uso degli idrocolloidi nel piano terapeutico può essere protratto fintanto che la medicazione soddisfi gli obiettivi clinici. La lesione, ed altri parametri clinici, devono essere valutati ad ogni cambio di medicazione così da individuare gli aggiustamenti necessari da apportare al piano terapeutico6. L’utilizzo di un approccio sistematico nella valutazione è particolarmente utile, soprattutto se associato all’impiego di un valido e affidabile strumento di valutazione6. E’ essenziale tenere una precisa documentazione su paziente e lesione in ogni momento per migliorare la comunicazione, fornire le motivazioni alla base delle decisioni prese e dimostrare l’elevato livello delle cure somministrate37. Le medicazioni idrocolloidali possono essere usate sulle ulcere da pressione fino al punto di chiusura della lesione. Costo-efficacia E’ stato dimostrato che gli idrocolloidi hanno un rapporto costo-efficacia superiore a quello della garza nel trattamento delle ulcere da pressione28, 29 (Tavola1). Questo sembra essere dovuto principalmente alla minore quantità di tempo, in termini di contatto clinico, richiesto durante il trattamento con una medicazione idrocolloidale. Informazioni sugli autori Fletcher J1, Moore Z2, Anderson I3, Matsuzaki K4. 1. Docente Senior, Sezione di Wound Healing, Dipartimento di Dermatologia e Wound Healing, School of Medicine, Università di Cardiff, Cardiff, GB, e Ricercatore, National Institute for Health and Clinical Excellence, GB 2. Presidente uscente di EWMA e Docente in Wound Healing & Riparazione Tessutale e Metodologie di Ricerca, Royal College of Surgeons, Irlanda 3. Tutor di Programma, Tissue Viability, e Docente in Apprendimento e Insegnamemto nella Pratica Sanitaria, Università di Hertfordshire, Hatfield, GB 4. Professore Associato, Dipartimento di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, St Marianna University School of Medicine, e Dipartimento di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Kawasaki Municipal Tama Hospital, Miyamae, Kawasaki, Giappone. Con il sostegno di un contributo educazionale di ConvaTec. Le opinioni espresse in questa sezione ‘Made Easy’ non riflettono necessariamente quelle di ConvaTec. Ristampato con il permesso di Wounds International. (®/™, se non altrimenti indicato, indicano un marchio di proprietà di ConvaTec Inc.) Riassunto Le ulcere da pressione rappresentano un problema diffuso e sono estremamente costose in termini di impiego di risorse e di effetti devastanti sulla qualità della vita. Le medicazioni idrocolloidali promuovono la guarigione in ambiente umido, gestiscono l’essudato, favoriscono lo sbrigliamento autolitico e sono d’aiuto nella gestione del dolore. Possono essere usate come medicazione primaria nelle lesioni da pressione di Categoria/Stadio I o II, nelle lesioni da pressione poco profonde di Categoria/Stadio III o IV, e in caso di cute neoformata. La superficie esterna liscia e i bordi smussati di alcune medicazioni idrocolloidali più recenti aiutano a proteggere i tessuti da ulteriori danni legati alla pressione riducendo la pressione stessa, le forze di stiramento e frizione e limitando le probabilità che la medicazione formi delle grinze, si increspi o si arrotoli ai bordi. Per citare questo articolo Fletcher J, Moore Z, Anderson I, Matsuzaki K. Hydrocolloids and pressure ulcers Made Easy. Wounds International 2011; 2(4): Disponibile su: http://www.woundsinternational.com © Wounds International 2011 AP-011780-MM 5 Bibliografia 1. Vanderwee K, Clark M, Dealey C, et al. Pressure ulcer prevalence in Europe: a pilot study. J Eval Clin Pract 2007; 13: 227-35. 2. Bennett G, Dealey C, Posnett J. The cost of pressure ulcers in the UK. Age Ageing 2004; 33(3): 230-35. 3. Hospitals ‘name and shamed’ on bedsores record which costs NHS £4bn a year. The Telegraph, 4 Jul 2011. Available at: http://www.telegraph.co.uk/health/ healthnews/8613764/Hospitals-namedand-shamed-on-bedsores-record-whichcosts-NHS-4bn-a-year.html (accessed 10 October 2011). 4. Bales I, Padwojski A. Reaching for the moon: achieving zero pressure ulcer prevalence. J Wound Care 2009; 18(4): 137-44. 5. Lohi J, Sipponen A, Jokinen JJ. 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