Novità Prodotti e tecnica Nuovo Iveco Daily Un piccolo prodigio Anche sul cabinato, spicca il nuovo muso del Daily. Sopra, l’inedito 2,3 litri EEV da 146 CV. verticale, mentre la leva del cambio ha una manovrabilità più precisa ed efficace. Altri benefici, soprattutto per gli autisti più alti, arrivano anche dal nuovo sedile di guida che garantisce una superiore escursione in senso longitudinale e una maggiore inclinazione dello schienale sulle versioni furgone. Ma chi deve passare tante ore a bordo non può essere trascurato a livello di comfort e così i tecnici Iveco hanno ottimizzato anche l’acustica dell’abitacolo, riducendo in modo sensibile la rumorosità del motore proprio nella fascia di maggior utilizzo, quella compresa fra 1.600 e 2.000 giri. Anche la funzionalità, dicevamo, non è stata affatto trascurata, come dimostra, ad esempio, il doppio vano per le bottiglie da 0,5 e 1,5 litri nella portiera, ma la necessità di dover spesso usare la cabina come ufficio mobile ha suggerito altre chicche. Come il ripiano estraibile dallo schienale del passeggero: può essere rimosso e montato sul volante come se fosse una miniscrivania e questa operazione libera un pratico vano per ospitare anche un iPad. Tecnologico quanto basta Testo di Antonio de Felice È Superman il testimonial del nuovo furgone torinese. Una scelta quanto mai appropriata, per un mezzo aggiornato nell’estetica e ricco di funzioni avanzate, ma che non rinuncia a prestazioni e comfort. tra I suoi Punti di forza ci sono anche le motorizzazioni Euro 5 34 hp N el secondo quadrimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2010, Iveco ha incrementato le vendite del 30% nel segmento dei commerciali medi, del 14,1% in quello dei pesanti e del 18,2% tra i leggeri. A livello geografico e nel raffronto fra gli stessi mesi e anni, le vendite sono cresciute del 35,8% nell’Europa dell’Est, del 12,9 in quella occidentale e del 33,5% in America Latina. Numeri che fanno ben sperare per il futuro, soprattutto nel settore che vede in pieno combattimento anche il Daily, da pochissimo giunto alla sua ottava generazione. Il nuovo modello, presentato all’interno dell’Iveco Industrial Village, la nuova grande area espositiva sorta alle porte di Torino, ha richiesto investimenti per oltre 100 milioni di euro e si propone con un consistente pacchetto di novità che permettono ottenere qualcosa come 7.000 versioni incrociando opportunamente telai, motorizzazioni e allestimenti. Cose da superuomini, anzi, da supereroi, visto che il nuovo testimonial dell’affermato commerciale Iveco è proprio Superman, erede di Braccio di ferro utilizzato un paio di anni fa, nella nuova campagna pubblicitaria messa a punto dalla Indipendent Ideas di Lapo Elkann in collaborazione con la Warner Bros. Al lavoro con stile Gli interventi di restyling sono ben visibili sul muso, che presenta una calandra ridisegnata per il sistema di raffreddamento evoluto in grado di offrire più aria ai novembre 2011 radiatori e una fascia cromata con tanto di marchi che raccorda i nuovi gruppi ottici, ora comprensivi delle luci di marcia diurna. Il fascione anteriore, fra l’altro, ingloba anche i fendinebbia dotati della funzione Fog Cornering, che fino a 40 km/h permette di illuminare la strada nella direzione in cui è ruotato lo sterzo, così da aiutare l’autista nelle manovre. Anche nell’abitacolo, estetica e funzionalità hanno fatto un deciso passo in avanti e così la cabina del nuovo Daily sembra sfidare quella delle migliori berline del segmento C, senza però mai far dimenticare che ci si trova su un veicolo da lavoro. La plancia è stata migliorata con nuove finiture e una grafica dall’inedito disegno che aumenta la leggibilità anche con poca luce; il volante offre ora anche la regolazione assiale, oltre a quella novembre 2011 Comfort sì, ma la funzionalità del nuovo Daily non passa solo dai vani per riporre gli oggetti, visto che a disposizione degli autisti ci sono anche diversi strumenti tecnologici in grado di rendere meno gravosi i viaggi. Come il Blue&Me, ad esempio, che permette di telefonare, inviare SMS, gestire la rubrica del proprio cellulare via Bluetooth o ascoltare musica in formato Mp3 (anche grazie a una presa Usb in plancia). Oppure come il Blue&Me Fleet per la gestione delle flotte, grazie al quale è possibile conoscere il consumo di carburante, la distanza percorsa, la velocità e i dati del veicolo. Non solo: si può anche effettuare il download del cronotachigrafo digitale da remoto, così da non avere fisicamente il veicolo vicino per svolgere l’operazione periodica richiesta dalla legge. Da poco, infine, è anche disponibile il nuovo navigatore Tom Tom Go Live 1000 con schermo da 4,7 pollici che permette di calcolare la rotta tenendo conto del traffico: in più offre la funzione HD Traffic che garantisce le informazioni in tempo reale con aggiornamenti ogni due minuti. ESP9: la stabilità si fa in quattro M olto è stato fatto sul fronte della sicurezza per il nuovo Daily e tra le chicche proposte sull’ultima generazione c’è anche l’ESP9, la più recente evoluzione del controllo elettronico di stabilità della Bosch. Più leggero e compatto del modello precedente, presenta diverse novità tecniche, come i sensori di imbardata e gli accelerometri direzionali integrati nel corpo della centralina e questo ha permesso di razionalizzare la rete di trasferimento dati del veicolo e di rendere più rapido l’intervento. In particolare, il sistema montato sul Daily è l’ESP9CEi, che prevede tre differenti modulatori con tarature specifiche in base alla portata massima della versione scelta, ma tutti offrono quattro nuove funzioni che giungono per la prima volta sul mercato italiano: il Trailer Sway Mitigation (TSM) che riconosce lo sbandamento di un eventuale traino e lo contrasta in modo efficace; l’Hydraulic Rear Boost (HRB) potenzia la forza frenante al retrotreno nel caso di una frenata di emergenza; l’Hydraulic Fading Compensation (HFC) che riconosce e compensa l’eventuale affaticamento dell’impianto frenante; infine c’è e il Roll Movement Intervention e Roll Over Mitigation (RMI/ROM) in grado di monitorare il rollio del veicolo nelle manovre di emergenza e così di neutralizzare la tendenza al ribaltamento. Gasolio, biodiesel e metano L’altro piatto forte del nuovo Daily è costituito dalle motorizzazioni, tutte ovviamente Euro 5 e frutto di tecnologie studiate e sviluppate all’interno di FPT Industrial. Al vertice della gamma si colloca il nuovo 3 litri biturbo da 205 CV, in grado di sviluppare una coppia massima di ben 470 Nm e che diventa l’unità hp 35 Novità Una gamma elettrizzante A sinistra, il Daily elettrico che non perde spazio nel vano di carico e, a destra, l’invertitore di corrente. A nche per il nuovo Daily, Iveco rende disponibile un’ampia gamma di soluzioni elettriche sviluppata su base 35S e 50C, sia in allestimento furgone sia cabinato. Le batterie di trazione, realizzate con tecnologia al Sodio Nichel Crono e sviluppate in collaborazione con la svizzera Zebra, possono essere due, tre o quattro in funzione della versione scelta, non richiedono manutenzione, sono completamente sigillate e garantiscono una tensione nominale di 278 Volt. La velocità massima, limitata elettronicamente, è di 70 km/h mentre l’autonomia varia da 90 a 130 km in funzione del numero di accumulatori presenti a bordo e la ricarica può essere effettuata tramite una presa trifase da 380 Volt a 32 Ampere. Il motore di trazione è da 30 kW (40 di Da furgone a minibus T ra furgoni e cabinati del nuovo Daily c’era anche il minibus realizzato in collaborazione con Irisbus di cui, forse un po’ a sorpresa, portava anche il marchio sulla calandra. Capace di trasportare fino a 30 passeggeri e disponibile in 5 differenti allestimenti, il nuovo veicolo viene offerto con motorizzazioni di 3 litri e potenze di 146 e 170 CV, ma c’è anche la versione a metano da 136 CV. Anche il Daily Minibus, che si caratterizza per le ampie superfici vetrate e per tutte le migliorie tecniche apportate alla gamma, è disponibile con le innovazioni messe a punto in termini di sicurezza, a partire dall’ESP9. Ricca e nutrita è la dotazione di accessori che spazia dal climatizzatore per i passeggeri all’impianto audio video, dai vetri singoli o doppi fino ai rivestimenti interni secondo le necessità del cliente. Tutte le versioni, infine, sono già predisposte per il trasporto dei disabili mentre Irisbus è disponibile anche per la trasformazione in minibus partendo da cabinati o semicabinati. 36 hp Prodotti e tecnica Nuovo Iveco Daily picco) per i Daily 35S e da 40 kW (80 di picco) per i 50S e viene alloggiato longitudinalmente in posizione centrale per ottimizzare il baricentro. Il 35S furgone che abbiamo potuto provare si guida esattamente come le versioni a motore endotermico; la più potente nel suo segmento. Il sistema a doppia sovralimentazione e iniettori piezoelettrici offre una curva di erogazione più corposa in basso e abbastanza ampia per un ampio regime di giri. Sul fronte della linea di scarico, il ricircolo dei gas è stato ottimizzato tra i singoli cilindri e la linea è stata completata anche con un catalizzatore ossidante e un filtro antiparticolato. In gamma, sono disponibili altri due propulsori con la stessa cilindrata ma meno potenti: il primo da 170 CV e 400 Nm di coppia sfrutta una turbina singola ma a geometria variabile, mentre il secondo eroga 146 CV (350 Nm di coppia) e utilizza un turbo a geometria fissa con valvola waste-gate. In gamma sono disponibili anche i propulsori di 3 litri per impieghi più gravosi e tutti in grado di rispettare gli standard EEV. Si può scegliere fra il top a doppia turbina da 170 CV e 400 Nm di coppia oppure per la versione monoturbo a geometria variabile da 146 CV e 370 Nm, ma per particolari esigenze a basso inquinamento c’è anche la versione a metano da piccola cloche che sostituisce il cambio consente di selezionare la marcia avanti o la retro e tutte le funzioni sono controllabili sul display al centro della plancia. Lo spunto è considerevole e si apprezza in modo particolare la silenziosità di marcia, quasi in assenza dei classici sibili prodotti dall’invertitore presente nel vano motore. E tutte le volte che si rallenta o si frena, il motore elettrico di trazione diventa un alternatore che ricarica le batterie. La gamma Daily include versioni con portate utili da 2.958 a 3.000 kg, volumi da 7 a 17 metri cubi e passi da 3.000 a 4.350 mm. 136 CV (350 Nm) che può anche funzionare a biocarburante. L’offerta per il Daily include anche il nuovo 2,3 litri da 146 CV e 350 Nm di coppia, dotato del sistema di iniezione Multijet II in grado di effettuare fino a 8 iniezione per ciclo; questa unità, comunque, è a listino anche in due versioni meno prestazionali: 126 CV e 320 Nm oppure 106 CV e 78 kW. in un determinato momento. Tutto questo, oltre a migliorare sensibilmente i consumi, contribuisce a ridurre del 10% le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Aria nuova, infine, anche sul fronte dei cambi, dove per le unità da 2,3 litri è stato messo a punto un nuovo sei marce mentre per il 3 litri da 205 CV, quello più potente in gamma, c’è una soluzione specifica, con la stessa rapportatura, in grado di resistere alle maggiori prestazioni sviluppate dal motore. Tutti e due i selettori sono dotati di doppio overdrive per il contenimento dei consumi; per chi, invece, deve svolgere il suo lavoro prevalentemente in ambito urbano, è previsto il cambio Agile robotizzato a sei rapporti che può essere utilizzato sia in modalità automatica sia sequenziale. Aria nuova, dentro e fuori offerta sconfinata Per tutte e tre le unità a cilindrata ridotta, Iveco ha introdotto alcune novità per un ulteriore risparmio di carburante e per ridurre al minimo le emissioni nocive: lo Start&Stop e il Gear Shift Indicator. Il primo, direttamente derivato dai dispositivi per impiego automobilistico, spegne automaticamente il motore tutte le volte che ci si ferma in coda oppure a un semaforo rosso e lo avvia istantaneamente al momento di ripartire. Il GSI, invece, indica sul display della strumentazione il momento giusto per passare alla marcia superiore o a quella inferiore, in funzione delle caratteristiche della strada e del carico presente E con tanta offerta in ogni settore, è ben comprensibile come Iveco possa offrire qualcosa come 7.000 versioni per l’ottava serie del suo commerciale più diffuso, tenendo ben conto che la sua destinazione d’uso riguarda non solo le merci, ma anche le persone e le differenti trasformazioni per gli allestimenti. Proviamo a elencare sinteticamente quali sono le caratteristiche peculiari di questo mezzo offerto in sei varianti di massa totale a terra, da 3,2 a 7 tonnellate. I carichi massimi sull’asse anteriore vanno da 1.500 a 2.500 kg e da 1.900 a 5.350 kg su quello posteriore, mentre le portate utili raggiungono i 4.700 kg con un Resta sempre ampia la porta scorrevole laterale. Il vano può accogliere da 7 a 17,2 metri cubi. novembre 2011 limite di traino di 3.500 kg. Per quanto riguarda i passi, è possibile scegliere fra tre soluzioni (3.000, 3.300 e 3.950 mm) per i furgoni con lunghezze interne che vanno da 2.600 mm per le ruote singole ai 4.540 mm per le gemellate; a fronte di una larghezza interna fissa di 1.800 mm, si possono scegliere tre differenti soluzioni di altezza: il tetto basso H1 garantisce 1.545 mm di altezza che salgono a 1.900 con l’intermedio (H2) e arrivano a 2.100 con l’H3. Le differenti combinazioni permetto di sfruttare volumetrie di carico che oscillano fra i 7 e i 17,2 metri cubi. Per gli autotelai e per i cassonati, con cabina singola o doppia i passi disponibili sono sei (3.000, 3.450, 3.750, 4.100, 4.350 e 4.750 mm) con portate utili che vanno per gli autotelai da 1.335 a 4.295 kg e per i cassonati da 1.135 a 4.265 kg. Per quanto riguarda il listino, infine, i prezzi del furgone, parliamo del 29L, oscillano fra 23.500 e 25.900 euro, il 35S va da 24.500 a 33.000 euro mentre il 35C da 31.750 a 39.150 euro. Per il 50C la forbice va da 39.050 a 43.850 euro, il 60C costa 46.950 euro e il 65 viene 2.100 euro in più. Unica versione anche per il 70C che costa 51.550 euro. Per quanto riguarda i cabinati, si parte dai 22.600 euro del 29L11 per arrivare ai 48.550 del 70C21; per i doppia cabina, invece, la gamma oscilla fra i 24.100 euro del 29L11D ai 50.050 euro del 70C21D. La plancia è stata rivista nel look e migliorata nella qualità. Fra le chicche disponibili ci sono, oltre ai numerosi vani, il sedile guida con la sospensione e il tavolino ricavato dallo schienale e che può accogliere anche un iPad. Fiat Industrial Village: a Torino un grande centro polivalente S trada Settimo 223, un’arteria che collega Torino a Settimo Torinese, alla periferia nord-est della città nei pressi dell’Autoporto Pescarito, vicino alla tangenziale. È qui che si trova il nuovo Fiat Industrial Village, una struttura che sorge su un’area di 74 mila metri quadrati di cui 23 mila coperti e con un enorme spazio dedicato all’esposizione dei veicoli. Un centro decisamente importante per il gruppo Fiat, visto che all’inaugurazione, coincisa con il lancio del nuovo Daily, erano presenti anche l’amministratore delegato Sergio Marchionne, il presidente John Elkann e il sindaco di Torino, Piero Fassino. La struttura è espressamente dedicata ai professionisti del settore, che potranno trovare novembre 2011 tutta la competenza di chi opera nelle realtà Iveco, New Holland e FPT Industrial per quanto riguarda la vendita e tutti i servizi post vendita. Il Fiat Industrial Village, comunque, offre anche altro al visitatore: dall’area relax a un negozio dove poter acquistare capi di abbigliamento e accessori personalizzati, dall’area giochi fino a una piccola ma nutrita esposizione di veicoli storici e più rappresentativi dei marchi. Oltre a un’ampia officina, il centro è dotato anche di una pista Iveco da 1,2 km con rampe inclinate da 30 a 60 gradi, ma si può anche usufruire del campo prove di New Holland appositamente attrezzato per chi vuole testare le attrezzature come escavatori e pale gommate. hp 37 Novità Prodotti e tecnica Politiche comunitarie P Eurovignetta o Eurotassa? rima di trattare dell’Eurovignetta, ovvero il sistema unico di tassazione stradale europeo dei veicoli in base alle emissioni inquinanti il cui testo di legge è diventato definitivo il 12 settembre scorso (e che dovrebbe essere recepito dagli stati membri entro 24 mesi, quindi entro il 2013), occorre fare un passo indietro. Si corre altrimenti il rischio di non comprendere in modo corretta la complessa questione. Infatti, l’iter della direttiva, partito nel 1999, è stato lunghissimo: ben 12 anni! Siamo giunti alla norma battezzata come “Eurovignette III”, ma che porta ancora il numero originario 1999/62. Innanzitutto, va detto che fin dagli anni ’90 l’Europa ha tentato, con scarso successo in verità, di realizzare un sistema unico di riscossione dei pedaggi fissando diverse norme tecniche. Il fatto è che la tecnologia si evolve e molti Paesi (tra cui la Germania, con il suo sistema autonomo) hanno scelto di non recepire la norma tecnica sull’esazione dei pedaggi. Finalmente, ma solo nel 2009, arriva una nuova versione dello standard tecnico (che come quello tedesco si avvale di un sistema Gps on board e di un sistema di comunicazione) accettata dall’Unione europea in generale - ma che di fatto non è attuata ed è questo il reale problema di applicazione dell’Eurovignette - e così l’iter della direttiva 1999/62 può procedere. il dubbio È lecito: il provvedimento, infatti, suggerisce ma non obbliga i singoli paesi a reinvestire gli extrapedaggi in trasporti più sostenibili. in più, restano enormi le distanze sia tecniche che economiche all’interno dell’unione. detto questo, per evitare sgradevoli stangate e pagare le tariffe meno care, i camionisti italiani farebbero bene a sbarazzarsi dei veicoli più inquinanti Sistema unico Quasi ironica è la scritta “Record Run” su questo autoarticolato. L’autista si attende una spesa da primato per l’Eurovignetta? Testo di Carlo Otto Brambilla 38 hp novembre 2011 novembre 2011 Parallelamente, i gestori delle autostrade dovranno progressivamente aggiornare i loro sistemi automatizzati di riscossione allo standard europeo unico. Ovvio che debba esistere una norma tecnica transnazionale per l’esazione di un simile tipo di pedaggio (altri lo chiamano tassa, ma ciò dal punto di vista tecnico poco importa). L’importante è che sia i pedaggi nazionali, sia l’Eurovignette possano essere riscossi con un unico dispositivo (almeno si spera), così da evitare quel mostruoso affollamento di differenti congegni che si vede su certi camion: Telepass, Toll Collet, Go Box, sistema DARS, Telepeage e un sacco di vignettine adesive multicolore. Il vero problema non è, in prima istanza, nemmeno quello del costo della vignetta, quanto quello dell’installazione del dispositivo di pagamento sui camion. Si tratta di milioni di apparecchi da costruire (per tutti i mezzi merci oltre le 3,5 ton) da installare, da certificare. E appoggi bancari o su carte di servizio da aprire. E poi c’è la gestione Iva, la carbon tax, i meccanismi di sconto assolutamente diversi da Paese a Paese. Come gestirli in maniera uniforme? Anche questi aspetti sono tutti assai poco chiari. Infine, va detto che il gettito non è stato vincolato allo sviluppo delle infrastrutture o della sicurezza, o persino a progetti singoli importanti, ma si perde nel mare magnum del bilancio comunitario. Insomma, denari senza fine che vanno a coprire i buchi di cassa. hp 39 Novità Prodotti e tecnica Politiche comunitarie Alcuni Paesi europei sono collegati fra loro da ponti. Sui quali si dovranno installare i dispositivi per l’Eurovignetta. Da sopra in senso orario: il Telepass austriaco, quello americano e il dispositivo di Hong Kong. Sotto, una delle prime strade russe a pagamento. Prima di venire ai conti, però, c’è un altro aspetto tecnico della norma da considerare, molto importante e probabilmente sottostimato. Vediamo quale. Regolamenti da scrivere Il testo del provvedimento parla di autostrade e assi stradali prioritari di un Paese, ma sui regolamenti e sulle modalità attuative e su quali e dove siano questi assi stradali c’è un po’ di confusione. Di sicuro non sono nelle aree metropolitane e urbane: infatti, poco meno di 200 di queste aree hanno già sistemi di pagamento o limitazioni di accesso su base ambientale (da Londra a Milano a pagamento, da Stoccarda a Torino per il livello di emissioni). Dove finiscono gli assi stradali prioritari? Allo sbocco in tangenziale? Insomma, sarà compito delle norme locali, come sempre, dare una risposta a questi interrogativi, dato che le norme europee sono per l’appunto “direttive” di carattere Da sopra in senso orario, la porta su un ponte scandinavo, il Telepeage francese, l’ingresso a Londra e il sistema di Singapore. generale e non leggi de facto. Devono essere infatti recepite dalle singole nazioni con tutti i distinguo del caso. Con questo variare locale muta, ovviamente, il gettito, difficilissimo da valutare se pensiamo che in Germania il Maut (il sistema tedesco di pedaggio) frutta circa 25 miliardi di euro l’anno, ma non si applica alle statali e ai veicoli tra 3,5 e 11,99 t di Mtt. Difficile fare una previsione, ma se tutti i veicoli, soprattutto i più vecchi, pagassero in un sol colpo anche a partire dal 1° gennaio 2014, è difficile non pensare che gli introiti saranno dell’ordine dei cento miliardi di euro. Infatti, l’Eurovigentte III ha importi tra 1/4 e 1/6 dei pedaggi nazionali, ma si estende su strade senza pedaggio e anche a molti Paesi in cui il pedaggio attualmente non è previsto su nessun tratto stradale. L’autorevole “Handbook on estimation of external costs in the transport sector”, edito nel 2008 dall’Ue stessa, non fa previsioni di calcolo complessivo, ma Le altre metodologie di trasporto O vviamente negli studi Ue, fino alla ipotetica visione per il 2050, non si parla solo di camion e di trasporto su gomma in generale. Una sorta di eurovignetta, ovviamente in base agli impatti ambientali, sociali, in termini di incidenti e così via, sarà calcolata anche sulle altre modalità di trasporto: treni, navi, aerei. Difficile dire quando, ma in alcuni settori e su alcune tratte (per esempio il trasporto coil e il trasporto container) il meccanismo, se andrà in vigore così come approvato, potrebbe creare delle “storture” sia con il binario, sia con il trasporto per 40 hp via fluviale. E ricordiamo che proprio il trasporto via fiume, nel Nord/Est Europa, è più diffuso di quanto non si creda. Per esempio, l’asse Rotterdam/Mar Nero tra il fiume Reno e il Danubio è uno tra quelli già funzionanti, ma il suo sviluppo è considerato prioritario per l’Ue, proprio per via del basso impatto ambientale e sociale. Nota: per i calcoli abbiamo usato i siti ufficiali delle società autostradali aggiornati al 26 settembre 2011, oltre al sito viamichelin.it per la cartografia e i calcoli chilometrici in modalità autostrada. si focalizza sui costi indiretti del trasporto, quelli che l’Eurovignette dovrebbe aiutare a sanare. Ed è interessante notare come per la società il costo chilometrico di un pesante stradale in termini di inquinamento (pag 57, ver 1.1, febbraio 2008, Delft), sia assai simile allo schema finale dell’Eurovignette. Per esempio: 0,158 €/km per un pesante stradale Euro 0 e 0,028 €/km per un Euro 5. dalla teoria alla pratica Ma passiamo dalla teoria alla pratica e analizziamo un po’ di situazioni italiane. Il caso Euro 0 ed Euro 1. Va detto che questi veicoli ben raramente sono impiegati nelle tratte internazionali principali, semplicemente perché vietati nei trafori (non proprio in tutti, ma quasi). Solitamente sono declassati al trazionamento container o utilizzati come veicoli di riserva, con percorrenze chilometriche più basse di un normale veicolo da linea, spesso intorno ai 50/80.000 km l’anno. Ipotizziamo un Euro 1 che percorre 70.000 km l’anno per il trazionamento container tra Genova e Milano, una delle tratte più frequentate. Viaggi, molto verosimilmente, svolti quasi interamente su strade che prevedono l’Eurovignetta. E, quindi, soggette al pagamento di 12 cent di euro/km sulle autostrade e 16 cent di euro/km sulle strade suburbane (anche qui la classificazione è tutta da capire, ma evidentemente sia i porti di Genova sia le aree logistiche di Milano sono suburbane). Calcoliamo per buona misura un rapporto 20/80 (i camion non passano mai in città e ben difficilmente attraversano aree esenti da pedaggio). Il percorso tra Genova e Milano (e ritorno) è di circa novembre 2011 320 km (dipende dall’area logistica e dalla zona del porto) e costerebbe in Eurovignetta (considerato il rapporto 20/80) circa 41 euro a viaggio. Per inciso: questa tipologia di percorso da noi ipotizzata è molto realistica, chiunque faccia la A7 Milano-Genova vede questi camion ovunque. Torniamo ai calcoli: 70.000 km l’anno diviso 320 km fa circa 220 viaggi, che non a caso coincidono con i giorni lavorativi dell’anno. I camionisti lavorano di più, ma i terminal portuali non sempre. Arriviamo così a un pedaggio aggiuntivo con l’Eurovignette di quasi 9.000 euro l’anno. A questo si aggiunge, tra l’ipotetico camion Euro 1 e un Euro 6 (che fino al primo gennaio 2018 non paga nulla di Eurovignette) anche lo sconto autostradale. L’ultima normativa (c’è da dire che da noi gli sconti in base alla classe sono “a posteriori”, quindi il pedaggio in sé non è un costo industriale certo) recita come segue: “La riduzione compensata di cui al punto 1 si applica secondo i seguenti criteri: a) determinazione del fatturato totale annuo realizzato da ciascun soggetto avente titolo alla riduzione, moltiplicando il fatturato dei pedaggi pagati da un singolo veicolo per i seguenti indici di sconto: 1 per i veicoli Euro 2; 1,5 per i veicoli Euro 3; 1,75 per i veicoli Euro 4 o superiori; b) applicazione agli scaglioni di fatturato globale annuo come sopra determinati delle percentuali di riduzione compensata secondo il seguente prospetto….”. E a seguire vengono elencati gli scaglioni di sconto in base al fatturato. E anche questa voce non va consinovembre 2011 derata un costo industriale, perché dipendente dalla situazione del momento e dalla “provvidenza” che il Ministero passa ai gestori. Insomma, si fa industria senza conoscere in realtà i costi e anticipando la liquidità. Tant’è che la domanda per accedere allo sconto 2010 è scaduta il 10 agosto 2011 (deliberazione 11/2011 del Comitato Centrale dell’Albo). Peraltro, il vantaggio economico dello sconto è incerto e naturalmente una seria azienda non lo può mettere a bilancio come credito. Facciamo un altro esempio: il pedaggio A/R Milano-Voltri su una base di calcolo di 140 km è di 44,80 Euro (detax), insomma molto vicino all’Eurovignette. E dato che i trasportatori sono persone pratiche, diciamo le cose come stanno e in modo semplice: il pedaggio praticamente raddoppia, passando da circa 45 Euro a circa 87. Si tratta quindi di una banale addizione. Ma, per pura curiosità calcoliamo lo sconto autostradale come se fossimo ammessi al massimo (in Italia lo si è solo se si usa una carta di servizio, tanto il fatturato è elevato, con l’ovvia eccezione di aziende con centinaia di camion, che sono assai poche). Su 44,80 euro lo sconto per l’ipotetico Euro 6 concorrente dell’Euro 1 sarebbe di circa 10,20 euro. Ovvero circa un quarto, che per i 220 viaggi si traduce in 2.300 euro circa. Vogliamo aggiungere anche il maggiore consumo di un Euro 1 rispetto a un Euro 6 (arrotondando verso il basso per via dell’AdBlue). Un Euro 1 con un porta container a 12 gomme consuma (ribadiamo che sono ipotesi) circa il 20-25% in più di un Euro 6 con un porta container a sei gomme. Il che significa, circa 31 litri/100 km per il secondo e almeno 37 per il primo (considerando attriti, efficienza motore e così via). Arriviamo a spendere 41 euro di eurovignetta, 10,20 euro di sconto autostradale nazionale e circa 23 euro di gasolio. Facendo quattro conti in un anno di lavoro occorre sborsare 16.000 euro! Che equivale a un buon terzo abbondante del costo del lavoro (poco più di 40.000 euro l’anno). E tutto ciò senza considerare una serie di costosi aggravi: i tempi morti e le code (che sul tragitto considerato sono all’ordine del giorno), l’impossibilità per motivi di traffico di svolgere due viaggi al giorno e gli eventuali costi aggiuntivi del pernottamento a Genova o a Milano (il che non è affatto economico). A suon di sconti Certamente l’Albo e il Governo, per adeguarsi alla direttiva Ue (il dispositivo per i due pedaggi, quello Costo imputabile massimo per l’inquinamento atmosferico Strade Strade Centesimi di suburbane interurbane euro/veicolo.km (comprese le (comprese le autostrade) autostrade) Euro 0 16 12 Euro I 11 8 Euro II 9 7 Euro III 7 6 Euro IV 3 Euro V 0 3 dal 1/01/2013 0 2 Euro VI 0 0 dal 1/01/2017 2 1 Meno inquinanti di Euro VI 0 0 hp 41 Novità tradizionale e l’Eurovignette) dovranno introdurre classi di sconto fino ad Euro 6 e oltre. Quindi le penalizzazioni per un Euro 1 (che oggi paga semplicemente senza sconto) saranno maggiori. La differenza sul pedaggio crescerà a 15-20 euro. Ovviamente, sono solo nostre illazioni, ma ci pare che per analogia con Svizzera e Austria (che hanno già gli Euro 6 nella lista degli sconti) e Germania (che divide addirittura gli Euro 5 dagli EEV e presto inserirà gli Euro 6) dovremmo adottare anche noi un’analoga procedura. Paradossalmente, andando all’estero la situazione peggiora ulteriormente e in modo drastico. Le differenze di pedaggio su trafori e sulle autostrade sono maggiori che da noi (infatti, non si raggruppano tutti i veicoli oltre Euro 3 in una unica classe), ma qui vogliamo essere più generosi, e confrontiamo un Euro 3 con un Euro 6. Il che complica al massimo la situazione, soprattutto se diretti verso i paesi ambientalmente più sensibili. Per esempio, verso la Francia i costi sono più alti ma meno che in altri Paesi. Infatti, i pedaggi dei trafori per i veicoli sono raggruppati in due classi che comprendono diversi livelli di inquinamento, ma la differenza è di circa il 7-8% per i trafori e del 3% per le autostrade francesi. Si tratta quindi di cifre meno impattanti in percentuale (ma non in valore assoluto) rispetto a un viaggio italiano. Opposta la situazione se si viaggia verso la Germania attraversando l’Austria. Supponiamo di partire da Fondi, in provincia di Latina, grande centro logistico Sopra, un dispositivo sviluppato dalla VDO. A lato, il dispositivo inglese a confronto con uno smartphone e, sotto, un cartello in tedesco presso uno dei confini della Lituania. 42 hp Prodotti e tecnica Politiche comunitarie Prova su strada Mercedes Actros Mettetevi comodi Alla base del parabrezza, trovano spesso posto i vari sistemi di lettura che rischiano, in alcuni casi, di interferire tra di loro. delle verdure e della frutta, e di andare al mercato ortofrutticolo di Berlino. La distanza è di circa 1.600 km (1.591 in verità ma cerchiamo di rendere le cose semplici). L’eurovignetta A/R costa al camion Euro 3 la bellezza di 192 euro (la riduzione rispetto all’Euro 2 è sostanziale), mentre l’Euro 6 viaggia gratis fino al 1 gennaio 2018. Il pedaggio di sola andata è di 119,80 euro fino al Brennero, senza sostanziali differenze tra Euro 3 ed Euro 6 (i fattori moltiplicativi sono, come spiegato di 1,5 e 1,75 per accedere al monte sconto del 13%, quindi lo sconto reale è circa del 3% sulle autostrade italiane, almeno per il momento). La vera differenza di costo inizia in Austria. Sulla A13 del Brennero (la tratta austriaca) la differenza tra Euro 6 e Euro 3 è di 10 centesimi al km circa. Ovvero, considerando l’intera percorrenza di questa autostrada fino al confine, il prezzo è 91,37 euro per l’Euro 3 e 74,90 per l’Euro 6 (esiste già la tariffa in Austria): quasi 33 euro di differenza per una tratta A/R lunga meno di 190 km! E ora viene la Germania. Il nostro ipotetico isotermico per Berlino paga 0,155 euro/km se Euro 6 (in questo Paese non esiste la tariffa Euro 6 ma solo quella Euro 5 ed EEV) mentre l’Euro 3 paga ben 0,204 euro al km e dal confine austriaco al mercato di Berlino sono 672 km per andare e altrettanti a tornare: 65,89 euro la differenza di pedaggio. Insomma, più o meno 300 euro di differenza di pedaggio autostradale su un percorso classico da fare in settimana. Per almeno 45 settimane l’anno. C’è poi il fattore consumo, almeno il 7-9 % (al netto del costo AdBlue) su 3.200 km settimanali che sono (a un prezzo gasolio detax di 1,20 al litro) circa 100 euro. Su 45 viaggi settimane l’anno la spesa è di 18.000 euro. Le conclusioni sono di due tipi. La il comfort di marcia È uno dei punti di forza del nuovo pesante della stella. L’abbiamo appurato dopo due giorni di test, durante i quali sono emerse anche le notevoli prestazioni dei nuovi motori e i consumi ancora più bassi, grazie ai miglioramenti dell’aerodinamica e della catena cinematica prima: se il sistema dell’Eurovignette fosse realmente applicato così com’è, vi sarebbe una corsa a sbarazzarsi dei veicoli più inquinanti Euro 0, 1 e 2 in particolare, declassando gli Euro 3 alle rotte nazionali. Ovvio che se si risparmiano 18.000 euro l’anno, conviene acquistare un veicolo nuovo, che si ripaga nel classico ciclo operativo di sei anni. Ma non è tutto. Le flotte più recenti, spesso solo con veicoli Euro 5 o EEV, per esempio quelle polacche, romene, ma pure turche (anche se non potrebbero), con l’adozione dell’Eurovignette avrebbero un ulteriore vantaggio concorrenziale sulle flotte di Paesi avanzati ma con parchi circolanti non proprio al livello dello standard europeo, l’Italia in particolare. Un’impresa straniera sarebbe più concorrenziale di quanto già non sia oggi nel cabotaggio interno. Un caso banale? Un veicolo per la logistica Italia-Polonia che lascia il suo semirimorchio in deposito e nei momenti di attesa di carico, che capitano anche alle aziende più organizzate, fa un po’ di cabotaggio container. Per qualcuno illegale, per altri no. Ma certo, se si paragona un Euro 1 con i pedaggi da inquinatore e gli stipendi italiani a un EEV con gli stipendi polacchi il compito diventa arduo. Da un punto di vista tecnico, è praticamente impossibile che la norma entri in vigore ovunque e per tutti nei termini previsti. Il caso del Toll Collect tedesco insegna, anche su scala assai più piccola. Ma è certo che il trasporto italiano, se vuole sopravvivere ed avere prezzi accettabili, si deve sbarazzare al più presto degli Euro 0 e 2 (ma anche dei vecchi semirimorchi, veri divoratori di gasolio per via degli attriti) e dare attuazione a un diverso meccanismo di sconti nei pedaggi e nell’accesso alle aree metropolitane e urbane, per i veicoli meno inquinanti. novembre 2011 Più aggressiva e meglio curata nell’aerodinamica, la cabina del nuovo Actros. Sotto, quasi una poltrona per il posto di guida. V Testo di Maurizio Gussoni novembre 2011 enti milioni di chilometri di prove su strada, dieci anni per lo sviluppo e un miliardo di euro di investimento. Ecco le cifre che subito balzano agli occhi e che indicano quanto sforzo abbia profuso Mercedes-Benz nella creazione del suo nuovo veicolo pesante: l’Actros. Secondo la casa, i tre grandi principi che sono stati seguiti - e messi in pratica - per arrivare a questo nuovo prodotto sono l’affidabilità, il comfort e l’economia. E a proposito di quest’ultima, vale la pena di sparare subito tre dati: la catena cinematica ha aumentato la propria vita operativa del 20%, il contratto di assistenza costa il 6% in meno e, per quanto riguarda i consumi, nella versione Euro 5 si è raggiunto un calo del 7,6% (del 4,5% per la versione Euro 6). Valore misurato in una prova che ha visto l’Actros sotto la lente d’ingrandimento per sette giorni su una percorrenza di 10.000 km. Secondo la casa della Stella un risultato come questo è stato raggiunto lavorando su particolari come l’aerodinamica, la catena cinematica, le utenze secondarie, la resistenza al rotolamento e l’ottimizzazione del cambio. In più, è stato aggiunto, di serie, il sistema telematico FleetBoard, che negli ultimi undici anni, è già stato montato su 85.000 veicoli. La particolarità di questo sistema è quella di fornire un’enormità di dati, leggibili da qualunque parte del mondo con un semplice collegamento aInternet. Dopo la presentazione ufficiale del veicolo a Bruxelles, HP Tasporti ha potuto effettuare una lunga prova del nuovo Actros. Una prova che si è sviluppata in due fasi, una percorrenza di circa 130 km tra la viabilità ordinaria e l’autostrada oltre, il giorno successivo, un secondo test su una pista di collaudo ed un terzo tra le tortuose stradine che salgono verso le montagne nei pressi di Ulm (Germania). hp 43 Novità Silenzio, si guida Nel corso della prima giornata è stato utilizzato un veicolo allestito con cabina L-Big Space e propulsore da 421 cavalli, un’unità motrice in grado di erogare 2.100 Nm di coppia e che soddisfa le normative Euro 5. Il cambio era l’automatizzato PowerShift a 12 marce: una dotazione di serie, visto che non è previsto il cambio manuale, Il paragone che viene spontaneo è con l’Actros attuale, quindi quello della serie precedente. E qui, immediatamente, pur partendo da un ottimo prodotto si vedono i cambiamenti. Anzi, come dice il costruttore, si tratta di un’autentica rivoluzione, dato che il nuovo Actros è nuovo nel senso letterale del termine: si è partiti dalla progettazione di un veicolo che non esisteva e non con modifiche - più o meno importanti - apportate al prodotto in listino. Ragionando in funzione dei concetti che la casa ha sciorinato come cardini del progetto, ci si rende subito conto che l’obiettivo comfort è stato pienamente centrato. La silenziosità del veicolo è veramente pro- Prova su strada Mercedes Actros verbiale: a finestrini chiusi e con l’impianto di climatizzazione in funzione si fa fatica ad avvertire il rumore del traffico. L’incedere è morbido e, come la filosofia di oggi detta, vicinissimo a quello di un’automobile di alta gamma. In più i sedili, che sono stati modificati e allargati, offrono una seduta straordinariamente comoda. Anche se il nostro percorso è stato relativamente breve e non paragonabile alle grandi trasferte degli autisti di questi mezzi compiono quotidianamente, possiamo dire di essere scesi senza il minimo senso di stanchezza. In questo gioca certamente anche tutto l’ambiente della cabina stessa, alta e con il pavimento piano. Un particolare che permette di spostarsi all’interno come se si fosse im un mini appartamento. Al posto di comando Il posto di guida è stato completamente ripensato, il cockpit è come se circondasse l’autista e gli strumenti (a Led) sono forniti di un’illuminazione particolarmente vistosa. Infatti, anche quando il sole ha inondato il cruscotto, la visibilità delle spie e degli indicatori non è mai venuta meno. In più, sulla destra è posizionato un grosso display fortemente inclinato verso il guidatore che, oltre a svolgere la funzione del navigatore satellitare, fornisce moltissime indicazioni inerenti il veicolo. Il sedile di guida, ottenibile in moltissime versioni sia riguardo i rivestimenti che le funzionalità elettriche di regolazione, su richiesta può essere addirittura fornito della funzione massaggio che, nelle lunghe percorrenze autostradali, fornisce un’ulteriore dose di comfort a chi è obbligato nella stessa posizione per molto tempo. Ottima la regolazione del volante, che si effettua tramite un comodo pedale sulla sinistra e che permette di raggiungere alla perfezione la posizione desiderata. In più, il volante, è munito di numerosi tasti multifunzione che permettono di governare vari sistemi del veicolo. Una levetta sulla destra consente di comandare sia il freno motore sia molte altre funzioni. Il tutto, insomma, è pensato per consentire di governare il veicolo senza staccare le mani dal volante. Inoltre il servosterzo, che ha una certa progressività, è sempre regolato in modo da restituire i segnali della strada ma anche di limitare al minimo lo sforzo delle braccia. Nella percorrenza su strade trafficate, simili alle nostre provinciali, abbiamo notato il funzionamento del cambio. Estremamente rapido negli interventi e con un software che permette di tenere il regime del motore praticamente sempre allo stesso livello. In più, è possibile partire con una forte accelerazione affondando il piede sul pedale e ottenendo la classica funzione di kickdown in tempi piuttosto brevi. Le cambiate, comunque, avvengono totalmente senza strappi perché, com’è logico, tutto è governato dal computer. Il giusto rapporto Sorprende la cura nelle finiture e la qualità dei materiali nell’abitacolo, che presenta anche soluzioni pratiche per il lavoro. Non manca il FleetBoard, gratuito per 4 mesi. 44 hp Naturalmente il cambio, e questa scelta si fa sentire, dispone di vari programmi di gestione. In particolare, abbiamo apprezzato il programma Economy che limita automaticamente la velocità massima a 85 km/h, disattivata la funzione kickdown e attiva in modo permanente la funzione EcoRoll che, nei lunghi rilasci, permette un recupero di energia. Il tutto, ovviamente, a favore della limitazione dei consumi. Naturalmente, nel corso del nostro giro non sono mancati parecchi chilometri percorsi in coda. E qui abbiamo utilizzato la funzione di “marcia lenta”, che permette un lento avanzamento del veicolo semplicemente rilasciando il pedale del freno. Quindi, quando si procede a passo di lumaca, la guida del veicolo richiede semplicemente l’utilizzo, oltre al volante, del solo pedale del freno. Alla fine, in direzione di Ulm, abbiamo percorso un tratto autostradale. Il naturale incedere dell’Actros è quello ad andatura costante e con il regolatore di velocità innestato. Tutto l’insieme dà la sensazione che si possa procedere in questo modo all’infinito. Ma il traffico impone di effettuare cambi di corsia novembre 2011 I nuovi Actros schierati prima della prova. In autostrada hanno sorpreso i livelli di rumorosità decisamente bassi. o sorpassi. Nel primo caso lo sterzo, completamente riprogettato, permette gli spostamenti laterali con escursioni veramente minime del volante. Nel secondo, affondando sull’acceleratore, immediatamente il cambio scala le marce dovute e l’Actros schizza in avanti. Quindi, anche il sorpasso può avvenire in totale sicurezza, pur tenendo presente che il veicolo a nostra disposizione aveva un peso complessivo, carico fittizio compreso, di 40 tonnellate! Insomma, un normale percorso, fuori o sull’autostrada, ha messo in luce sicuramente che il nuovo progetto ha curato, in sostanza, l’amplificazione di tutto ciò che si cerca per questi veicoli pesanti. Il comfort, l’economicità e, specialmente, il generale concetto di vivibilità a bordo. Un mix che dai tecnici di Stoccarda è stato curato in maniera maniacale. Tanto per fare un esempio: la zona posteriore, dedicata al relax, è studiata perché dia la sensazione di entrare in un appartamento separato. Il letto, lo abbiamo provato, è un vero letto. Specie nella versione più sontuosa della cabina. In più, non mancano parecchie prese elettriche che permettono di collegare apparecchiature varie. Non c’è, però, un’uscita a 220 V, estremamente comoda forni a microonde, Dvd o televisori. Ottime anche salita e discesa dal veicolo: anche se l’altezza da superare non è di poco conto, due comode maniglie a destra e a sinistra permettono di muoversi in tutta sicurezza. Terreno difficile Il giorno successivo ha inizio la seconda prova, su un percorso ben diverso. Questa volta è stato scelto un veicolo diverso, ancora a pieno carico. Si tratta sempre di un Euro 5, ma motorizzato con il propulsore da 449 cavalli e 2.200 Nm di coppia. L’allestimento della cabina è il cosiddetto L-GigaSpace, il massimo del lusso e della comodità, un vero appartamento su ruote. L’itinerario, questa volta, è più scientifico. novembre 2011 Prima di tutto abbiamo percorso un lungo tratto all’interno di una pista militare che prevede salite, discese e tratti con l’asfalto dissestato. E qui abbiamo messo alla prova il software di gestione del cambio. Il risultato subito evidente è che l’Actros tenta sempre di non scalare la marcia per favorire la riduzione dei consumi. Ma quando ci siamo trovati, specie nelle lunghe salite, con il motore che cominciava a dare qualche segno di protesta, il PowerShift è intervenuto immediatamente scalando il rapporto e consentendo al pesante veicolo di continuare in modo omogeneo la sua marcia. Su qualche salita più ripida, poi, quando il motore ha dovuto cedere grosse quantità di coppia alle ruote, il cambio ha scalato anche due marce per volta. Insomma, questo lungo percorso pieno di dislivelli e rettilinei ha messo nuovamente in mostra l’omogeneità di marcia. Ma l’Actros su questa pista, è stato messo alla prova anche in altre situazioni. Prima di tutto abbiamo verificato il controllo di stabilità con un lento ma incessante zigzagare tra i birilli. Un destra e sinistra che, in modo continuo e abbastanza violento, ha continuamente spostato il baricentro e le masse del veicolo. Che ha continuato ad avanzare senza problemi: non abbiamo notato nessun segno di cedimento dalle traiettorie che stavamo imponendo al mezzo. Senza scosse Il bello, però, è venuto su un tratto di strada sconnessa, composto da dossi artificiali posizionati l’uno dietro l’altro senza soluzione di continuità. . Questo nuovo pesante, oltre a non perdere nulla in fatto di assetto e controllo della direzionalità, ha anche restituito agli occupanti una situazione di comfort assolutamente imprevedibile. Insomma, non si sono messe a tremare le mascelle e i nostri corpi non hanno iniziato a vibrare assieme veicolo. Il sistema di ammortizzatori della cabina e dei sedili ha attutito in gran parte que- sti continui urti che provenivano dal basso e, tutto sommato, ci siamo accorti davvero poco della della situazione della strada. Poco dopo abbiamo ripetuto l’intero giro di pista, con la versione attuale dell’Actros. Quella che, ormai, tutti chiamano “vecchia”. E le differenze sono state palesi. Non tanto in termini motoristici, visto che anche la precedente versione era fornita di ottimi motori, ma dal punto di vista dell’insonorizzazione e del comfort che si sono rivelati enormemente diversi. In più, è stata veramente eclatante la differenza di comportamento tra i due veicoli proprio sul tratto sconnesso. Con il vecchio Actros quei dossi e quelle cunette li abbiamo vissuti sulla nostra pelle e sulle nostre ossa. La cabina ha iniziato a tremare vistosamente e con lei le nostre persone. Ecco dunque, con un facile confronto è stato messo in luce un abisso dal punto di vista progettuale. Conclusa la prova in pista, ci siamo cimentati in un percorso quasi alpino. Abbiamo scalato una montagna, sempre nei dintorni di Ulm, con strade strette e affogate fra gli alberi. E qui il test in salita si è ripetuto, ma con una tipologia di percorso un po’ diversa: non sono mancati tornanti di minuscole dimensioni e qualche ripida rampa. Ma il risultato è sempre stato ottimo: il motore, ma ce lo aspettavamo, è sempre stato all’altezza nell’erogazione della potenza e della coppia. Ma quello che più ha stupito è quest’ultima generazione del cambio automatizzato che, in qualche modo, sembra che “pensi” al posto del guidatore e che “veda la strada”. Infatti, le cambiate sono sempre state effettuate al momento giusto, nell’immutata logica e filosofia della fluidità e della regolarità di marcia. Il nuovo Actros costerà qualcosa in più del precedente, ma l’attenzione degli operatori del settere, nonostante la crisi, è già alta. E questo, visto che parliamo di professionisti, qualcosa vorrà pur dire! hp 45 Novità Garanzia extralarge Prodotti e tecnica NUOVO ford Transit Tetto alto o basso, i nuovi Transit si riconoscono subito dalla calandra. A sinistra, l’inedito Duratorq disponibile con potenze da 100 a 155 CV. Il risparmio nei costi di esercizio? passa anche dall’estensione a ben 12 anni della copertura anticorrosione per il miglior trattamento delle lamiere. Tra le chicche del nuovo commerciale c’è un inedito 2,2 litri, tanta elettronica per ridurre consumi ed emissioni, e una ricca dotazione di serie già nell’allestimento base, uno dei cinque disponibili. i prezzi partono da 19.000 euro D Testo e foto di Antonio de Felice 46 hp al 1965 ad oggi è stato prodotto in oltre 6,5 milioni di esemplari, è il commerciale più venduto in Europa, è il primo fra gli importati nel nostro Paese, viene costruito in quattro stabilimenti ed è stato eletto Van of the Year nel 2001 e nel 2007. Sembra proprio che al Ford Transit i numeri per confermare che è un mezzo di successo non manchino. Ma di questi tempi la battaglia per conquistare nuove fette di mercato dev’essere combattuta su fronti che sono diventati fondamentali negli ultimi tempi, come per esempio le emissioni nocive o i consumi. E non solo perché la concorrenza ha affilato le armi, ma anche per offrire un prodotto all’altezza delle aspettative. E così, la Casa dell’ovale blu ha deciso di introdurre, dallo scorso novembre, la nuova gamma del Transit che propone diverse novità. Sotto il cofano La principale è sicuramente il motore Duratorq di 2,2 litri, con potenze di 100, 125 o 140 CV per le versioni a trazione anteriore e di 155 CV per quelle a trazione posteriore, che va a sostituire i propulsori di 2,2 e 2,4 litri finora disponibili nella gamma. La nuova unità, novembre 2011 prodotta nello stabilimento Ford di Dagenham, in Inghilterra, e in quello della joint-venture con Otosan, in Turchia, è in grado di sviluppare una coppia massima compresa fra i 100 e i 385 Nm, in base alle differenti versioni di potenza, e può essere montato trasversalmente o longitudinalmente in base alla trasmissione scelta. Sul fronte meccanico, il nuovo Duratorq ha un’iniezione che lavora a 1.800 bar di pressione contro i precedenti 1.600 e adotta iniettori piezoelettrici a otto fori che permettono una migliore nebulizzazione del gasolio, così da incrementare potenza e coppia riducendo al tempo stesso emissioni e novembre 2011 consumi. L’aumento dei valori di pressione e l’impiego di nuove turbine a geometria variabile ha obbligato i tecnici Ford a ridurre il rapporto di compressione (da 17,5:1 a 15,5:1) e questo ha anche consentito di diminuire la rumorosità meccanica. Il circuito di ricircolo dei gas di scarico ha ora una capacità di raffreddamento dei gas maggiore e presenta un nuovo collettore di aspirazione a valvola centrale che migliora la distribuzione dell’aria e ottimizza il flusso dei gas. Tutti questi accorgimenti hanno permesso di ridurre in modo considerevole la produzione di ossidi di azoto (NOx) e di superare i limiti imposti dalla normativa Euro 5. L’intera gamma Transit 2012, inoltre, è dotata di nuovi cambi manuali a sei marce, che adottano sincronizzatori più efficaci per la prima e la seconda, rapporti complessivamente più lunghi (consentono al motore di girare sensibilmente più in basso, a vantaggio dei consumi) e sono abbinate a nuove frizioni a diametro maggiorato, con rivestimento d’attrito a doppio strato, che hanno permesso di migliorare considerevolmente le partenze in salita anche sotto traino. Altre soluzioni meccaniche da evidenziare sono la nuova pompa dell’olio che eroga il lubrificante solo hp 47 Novità Prodotti e tecnica NUOVO ford Transit quando è effettivamente necessario oppure quella del servosterzo sui furgoni a trazione posteriore; in questo caso la portata del liquido è ridotta quando ne serve meno, per esempio durante la marcia in autostrada, dove l’intervento del dispositivo è sicuramente meno necessario che nelle manovre da fare in un parcheggio. Robusto e intelligente Sopra a sinistra, sulla plancia c’è il tasto ECO (con il led giallo) per ridurre i consumi; mentre la leva del cambio, sopra a destra, offre una manovrabilità decisamente migliorata. Tante novità meccaniche, quindi, ma anche dal punto di vista elettronico ci sono stati significativi interventi, a cominciare dalla ricarica rigenerativa intelligente. In sostanza, la potenza dell’alternatore viene incrementata tutte le volte che si decelera o si frena e viene ridotta durante le accelerazioni o nella marcia normale. Così è possibile ottimizzare le fasi di recupero elettrico nelle batterie e ridurre quando non serve la resistenza dell’alternatore sul motore. La gestione elettronica degli accumulatori, inoltre, consente di disaccoppiare meccanicamente proprio l’alternatore dal motore quando il livello di carica supera l’80% e questi due dispositivi abbinati sono disponibili su buona parte delle versioni del Transit 2012. Gli ingegneri Ford sono intervenuti anche sui supporti del motore, che ora hanno un nuovo disegno e trasmettono meno vibrazioni, mentre è stata adottata una nuova calotta di copertura del propulsore, più efficace contro il rumore (una mano la fornisce anche l’inedito collettore di aspirazione). Guerra alle emissioni Telecamera, sopra, e monitor, sotto, consentono di tenere d’occhio le operazioni in retromarcia. A sinistra, l’ampio gruppo ottico anteriore. 48 hp La battaglia Ford per una sostenibilità migliore arriva dall’ECO Pack, opzionale per la maggior parte delle motorizzazioni, che include il sistema Start & Stop e il limitatore di velocità a 110 km/h, entrambi disattivabili con un pulsante sulla plancia. Il primo dispositivo funziona esattamente come quello delle automobili: basta fermarsi in coda o a un semaforo, premere la frizione e mettere il cambio in folle per sentire il Duratorq arrestarsi: ripremendo la frizione, il 4 cilindri si rimette in moto in soli 6 decimi di secondo! Il dispositivo, ovviamente, è stato progettato per funzionare a temperature ambientali superiori agli zero gradi e solo quando il propulsore e termicamente a regime. Per quanto riguarda il limitatore di velocità, i tecnici Ford hanno comunicato che è possibile reimpostare in fabbrica un valore fisso in base alle richieste, mentre non c’è alcuna possibilità (almeno per ora) di registrare su una memoria quando il limitatore è stato disattivato dall’autista. Tanto per restare in argomento consumi, due anni fa Ford aveva lanciato le versioni ECOnetic a trazione anteriore, raggiungendo livelli record anche sul fronte delle emissioni nocive. Oggi fanno di meglio, con due nuove proposte. La prima è il Transit 280 ECOnetic a passo corto con motore da 100 CV che “beve” l’8,5% in meno della versione precedente. Nel ciclo combinovembre 2011 nato e utilizzando il limitatore a 100 km/h, si toccano i 6,55 litri ogni 100 km, che vuol dire oltre 900 litri di gasolio risparmiato su una percorrenza annua di 150.000 km rispetto al Transit della gamma precedente. Debutta, invece il Transit 350 ECOnetic a tetto medio, passo lungo e motore da 125 CV in grado di offrire consumi di 7,16 litri per 100 km: tanto per dare un’idea, rispetto alla versione da 115 CV commercializzata sino a oggi consuma quasi 1.875 litri in meno ogni 150.000 km. Non sono pochi. Non solo: i Transit ECOnetic e tutte le versioni da una tonnellata montano di serie i Conti Vanco Eco, gli pneumatici a bassa resistenza di rotolamento mentre sui mezzi da due tonnellate sono previsto i Conti Vanco 2 che assicurano un risparmio nell’ordine del 2%. Il risparmio passa anche dall’estensione degli intervalli di manutenzione che, con la gamma 2012, arrivano fino a 50.000 km per una cadenza sostanzialmente biennale, e in base a rapidi calcoli effettuati dalla Ford per alcuni mercati europei di riferimento, si parla di un risparmio nei costi annuali oscillante fra il 25 e il 40%, a seconda della versione. Il risparmio, se si vuole, passa anche dall’aumento a 12 anni della garanzia anticorrosione e da un miglior trattamento delle lamiere che, oltretutto, hanno ricevuto una zincatura supplementare su diverse superfici particolarmente stressate: predellini anteriori e laterali, barre longitudinali, traversine, passaruota posteriori e altre parti della scocca. Pronto a tutto Una delle caratteristiche peculiari del Transit è da sempre la sua versatilità e l’edizione 2012 non tradisce le aspettative. Il furgone, infatti, è disponibile in tre soluzioni di passo, altrettante di tetto e quattro novembre 2011 lunghezze complessive, con volumi di carico che oscillano fra i 2,8 e i 14,3 metri cubi, portate utili da 720 a 2.750 kg con masse totali a terra comprese fra 2,5 e 4,6 tonnellate. Per le versioni Combi/Tourneo sono sempre disponibili tre passi e altrettante altezze, oltre a un numero di posti compreso fra due e nove. A listino ci sono anche le soluzioni con cabina singola o doppia dove l’unica differenza sta in una misura di passo in più per le prime. In comune offrono le ruote posteriori singole o gemellate e la portata utile con massa totale a terra compresa fra 3 e 4,6 tonnellate. Nella gamma 2012 debutta anche il Transit da 2 tonnellate con trazione anteriore e motore da 100 CV (310 Nm di coppia massima) per tutti quelli che necessitano di molto carico ma non hanno particolari esigenze di traino. Da un punto di vista strettamente estetico, i nuovi furgoni Ford sono riconoscibili dalla nuova calandra con la griglia interna argentata e dai numeri blu sulla targhetta posteriore, che indicano il valore della massa totale a terra. Invariati rispetto alla gamma precedente restano i cinque livelli di allestimento: base, ECOnetic, Trend, Limited e SportVan. Decisamente ricca è la dotazione, anche a partire dalla versione più bassa: ABS con ripartitore elettronico di frenata, ESP con controllo attivo dell’imbardata, del rollio e della frenata, oltre al dispositivo che aiuta le partenze in salita. Di serie ci sono anche airbag conducente, porte posteriori cieche, porta laterale scorrevole, alzacristalli elettrici, sedile di guida a sei regolazioni, parabrezza a sbrinamento rapido, doppia batteria per avviamento a freddo. L’allestimento Trend in più include Bluetooth, climatizzatore, computer di bordo, cruise control, fendinebbia, modanature laterali, fascioni paraurti anteriore in tinta, retrovisori elettrici e riscaldabili e volante in pelle. Sull’allestimento Limited, infine, ci sono anche i cerchi in lega, l’autoradio, il sensore pioggia, l’accensione automatica dei fari e l’antifurto perimetrale. Per quanto riguarda il listino, a livello di versioni d’accesso, il Transit Van 250S con motore da 100 CV, passo corto, tetto basso e trazione anteriore costa 19.000 euro Iva esclusa; il Kombi 280S con le stesse caratteristiche viene 21.500 euro mentre il Transit Chassis 350M con passo medio e trazione posteriore parte da 22.500 euro. Da questi listini si muovono tutte le soluzioni di allestimento. Le ruote singole o gemellate, così come la trazione anteriore o posteriore, sono disponibili (per le versioni che prevedono queste opzioni) senza variazione di prezzo. Le differenze di passo dalla soluzione di accesso costano 500 euro in più e la stessa variazione di prezzo è prevista per le diverse soluzioni di tetto. Differenti PTT richiedono una maggiorazione di 1.000 euro che salgono a 1.250 se si preferiscono motorizzazioni più potenti. Rispetto a quella base, le versioni Trend e Limited costano 1.500 euro in più e, infine, la trazione integrale ove prevista richiede un plus di 5.000 euro. Sia nella soluzione con tetto H3 e passo lungo, sopra, che in quella H1 a passo corto, a lato, il nuovo Transit conferma le sue doti: elevata capacità di carico e facilità di accesso. Nella gamma 2012, debutta anche la versione da 2 tonnellate con motore da 100 CV e trazione anteriore, per chi non ha particolari esigenze di traino. hp 49 Novità News Iveco in campo per la Marina Usa Q uesta volta i veicoli commerciali e industriali non c’entrano, ma una specifica sezione di un costruttore nazionale invece sì. Infatti, la Iveco Veicoli da Difesa, società di Fiat Industrial, e la BAE System, leader mondiale nel settore della sicurezza globale, hanno siglato un accordo per la partecipazione a una gara che prevede la fornitura di 600 veicoli alla Marina militare americana. Il nuovo mezzo è un anfibio che ha un peso totale di 27 tonnellate, è in grado di trasportare fino a 12 soldati ed è stato sviluppato sulla base del Superav 8x8, presentato alle Forze Armate italiane nel 2010. La sezione di Iveco che commercializza veicoli per la difesa e la protezione civile con sede a Bolzano si occupa della produzione del Lince, attualmente in dotazione alle nostre truppe in molto teatri di guerra, e da poco anche del nuovo veicolo Freccia. Insieme a BAE System, il know how della società italiana permetterà di unire le competenze tecnologiche per realizzare un mezzo con straordinaria flessibilità di utilizzo, mobilità eccellente e capace di garantire la massima protezione contro gli ordigni esplosivi. Produzione e marketing doppio traguardo per DAF Proprio in questi giorni, DAF ha raggiunto due brillanti risultati, il primo nel settore dalle produzione e il secondo in quello commerciale. Dallo stabilimento di Leyland Trucks (si trova a nord ovest della Gran Bretagna, nella regione del Lancashire), infatti, è uscito il centomillesimo esemplare della serie LF, consegnato a Graham Bellman, responsabile del gruppo di trasporto a corto raggio Travis Perkins che in questo modo ampia la sua flotta del medio olandese già composta da oltre 1.000 mezzi. Sul fronte commerciale, invece, DAF ha siglato un importante accordo con la Arabian Truck & Costruction Company per tutte le attività di marketing, vendita e distribuzione dei ricambi DAF e Paccar. Tra l’altro, proprio nelle scorse settimane è stato inaugurato un nuovo ufficio commerciale a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, e i vertici della 50 hp società c’è l’obiettivo di espandere la rete commerciale. Si parla di un mercato dove vengono immatricolati ogni anno 7.500 veicoli nel segmento superiore alle 15 tonnellate. Accordo Eni-Renault per la mobilità a zero emissioni Una collaborazione per definire i principi generali di una partnership sulla mobilità a zero emissioni con l’introduzione della ricarica per veicoli elettrici nelle stazioni di servizio. È questo l’oggetto dell’accordo siglato di recente fra Eni Refining & Marketing, primo operatore nazionale della raffinazione petrolifera in Italia, e l’alleanza Renault Nissan. L’intesa prevede lo studio di possibili iniziative sul ruolo delle aree di distribuzione per ricariche normali e per quelle rapide, sulla creazione di spazi per la sostituzione rapida del pacco batterie, secondo un sistema messo a punto da Renault e sullo sviluppo di iniziative congiunte per l’offerta di servizi integrati di mobilità (veicoli elettrici + colonnine di ricarica). derazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici), Unasca (Unione Nazionale Autoscuole Studi Consulenza Automobilistica) e con il patrocinio del Ministero della Gioventù e di quello dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’iniziativa vuole creare diffondere maggiore consapevolezza fra i giovani sul tema dell’ambiente e fornire maggiori informazioni sull’impiego corretto ed ecosostenibile dell’auto. Nella passata stagione, ben 25 giovani hanno conseguito l’Ecopatente e tutti i partecipanti hanno ricevuto un kit didattico sul comportamento alla guida e materiale informativo su quanto si sta facendo per la ecosostenibilità. TomTom è già pronta per i veicoli elettrici Risale a diversi anni fa l’avvio della collaborazione fra TomTom e Renault nel settore della navigazione satellitare e fino a oggi sono progressivamente cresciuti i modelli equipaggiati con i prodotti della Casa olandese. Che, a settembre, ha lanciato il suo primo sistema espressamente studiato per i veicoli elettrici, come l’auto Progetto Ecopatente: insieme a Magneti Marelli Per il terzo anno consecutivo Magneti Marelli è partner dei progetto Ecopatente, promosso da Legambiente in collaborazione con Confarca (Confe- Daf consegna il centomillesimo LF di Leyland. Fluence, ma è già predisposto anche per salire su un veicolo commerciale come il Kangoo Z.E. Il sistema riceve di continuo il livello di carica della batteria ed è così in grado di visualizzare sullo schermo del navigatore l’autonomia massima, nonché di fornire i tragitti più comodi per raggiungere le colonnine di ricarica (tra le oltre 5.000 stazioni che dovrebbero essere attivate entro la fine del 2011). Come gli ultimi prodotti Live di TomTom, tra l’altro, anche quello per i veicoli elettrici è dotato del sistema HD Traffic che consente di ricevere i dati sul traffico per la propria zona o per la rotta calcolata con aggiornamenti ogni 2 minuti, praticamente in tempo reale. novembre 2011 Continental spegne 140 candeline N Nella fabbrica di Sandouville i lavori sono a buon punto. A Sandouville 230 milioni investiti anche per il Trafic Ammonta a 230 milioni di euro l’investimento che Renault ha stanziato per lo stabilimento francese di Sandouville dove, tra l’altro, verrà prodotta la futura generazione del Trafic, sul mercato dal 2014. I lavori di ammodernamento della fabbrica sono già cominciati e consentiranno presto alla Casa francese di produrre tra i confini nazionali il 100% dei suoi veicoli commerciali destinati all’Europa (l’attuale generazione del Trafic, infatti, viene prodotta in Spagna e in Gran Bretagna). Lo stabilimento di Sandouville, insieme a quelli di Mauberge e Batilly, consentirà alla Regié di confermare la sua leadership nel segmento dei veicoli commerciali in Europa, dove è leader dal 1998. Tre nuovi pneumatici per il centenario Pirelli Si chiamava Ercole 1.000x150’ il primo pneumatico per camion lanciato sul mercato dalla Pirelli nel 1911, e per festeggiare il suo primo secolo di vita nel settore truck, la Casa italiana presenta tre nuove linee per veicoli industriali. Si tratta della H:01 per il lungo raggio, della G:01 per gli impieghi misti su strada e cantiere e della novembre 2011 W:01 per gli usi strettamente invernali o comunque con temperature inferiori ai 4 gradi. La prima gamma (suddivisa in FH:01 per assi sterzanti e TH:01 per quelli motore e disponibili da gennaio 2012) è stata ottimizzata per gli impieghi in autostrada o sulle strade extraurbane e offre una migliore resa chilometrica (10-15%) rispetto alla serie precedente, grazie anche un nuovo disegno del battistrada, che offre un’usura più uniforme e mantiene elevate le doti di trazione e frenata anche sul bagnato. La serie G:01 (suddivisa in FG:01 per gli assi sterzanti e TG:01 per quelli di trazione, sul mercato da questo mese) si caratterizza, rispetto alla versione precedente per la superiore resa chilometrica (30%), per la migliore resistenza alle lacerazioni (25%) e per il maggiore livello di ricostruibilità (10%); la gamma motrice, fra l’altro, è coperta da due brevetti: il disegno del battistrada con elementi di protezione sul fondo degli incavi e la geometria a scalini del disegno dei tasselli. La linea W:01 (FW:01 per gli sterzanti e TW:01 per i trattivi, entrambi già in vendita) prevede una particolare mescola ad elevato impiego di silice e la particolare configurazione dei tasselli e la profondità delle lamelle assicurano una tenuta elevata anche sulla neve o comunque in condizioni di scarsa aderenza. Il lancio delle tre nuove famiglie è avvenuto nello stabilimento turco di Izmir, il più grande polo industriale della Pirelli dove vengono realizzati, oltre agli pneumatici per veicoli medio-pesanti, anche quelli per le auto e per le competizioni, a cominciare dalla Formula 1. All’Ecorally Press l’auto di ACI-Onda Verde Tra i 15 equipaggi che hanno affrontato il percorso fra Torino e la Città del Vaticano del 3° Ecorally Press, uno dei due rally amatoriali di regolarità su strada dedicati alla mobilità “verde”, c’era anche l’equipaggio Aci-Onda Verde composto da Paolo Benevolo e Andrea Cauli. La coppia, alla quale è stato assegnato il premio Trasporto Ecologico, ha partecipato alla manifestazione con un Fiat Doblò Cargo 1.4 T-Jet Natural Power MAXI, quindi nella versione a passo lungo e con alimentazione a metano. “Lo abbiamo scelto per estendere il discorso dei mezzi a basso impatto ambientale anche alle problematiche del trasporto merci, soprattutto in ambito urbano”.I giornalisti hanno percorso in due giorni 824 km e di questi ben 724 sono stati fatti nel corso della prima tappa, con l’obbligo di rispettare i controlli orari e le medie stabilite. Negli stessi giorni si è acque ad Hannover nel 1871 ed era specializzata nella produzione di pneumatici per auto, autocarri leggeri, veicoli industriali e biciclette. Oggi la Continental è un’importante realtà industriale nel settore dell’automotive e si occupa anche della produzione di freni e di sistemi per la frenatura. L’8 ottobre di 140 anni fa, un gruppo di banchieri e industriali fondarono l’azienda che allora si chiamava ContinentalCaoutchouc & Gutta-Percha Compagnie; nel primo stabilimento, nato proprio nella capitale dello stato federale della Bassa Sassonia, ci lavorano circa 200 dipendenti e venivano realizzati anche prodotti in gomma morbida, come borse per l’acqua calda, bambole giocattolo e tessuti gommati. Il percorso di specializzazione è stato molto lungo e ha portato a lavorare anche nel settore dell’elettronica: nel 2001, infatti, avviene l’acquisto dalla Daimler della Temic, società specializzata nelle produzioni elettroniche cheha permesso a Continental di esplorare nuovi mondi fuori da quelli delle gomme. Nel 2010 il fatturato mondiale è stato di 26 miliardi di euro e per quest’anno si dovrebbe raggiungere quota 30. disputato anche il 6° Ecorally valevole per la Coppa Fia Energie Alternative con partenza da San Marino e arrivo sempre nella Città del Vaticano. Per la cronaca ha vinto la coppia Viganò-Fovana su Alfa Romeo Mito GPL mentre la gara Press è andata a Chiodi-Chiodi su Chevrolet Spark. Il Doblò Cargo metano dell’equipaggio ACI-Onda Verde al 3° Ecorally. hp 51