5. Analisi del territorio della Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale di Loredana Barreca∗, Pasquale A. Marziliano*, Giuliano Menguzzato*, Luca Pelle*, Giancarlo Ruello**, Angelo Scuderi* 1. Inquadramento geografico ed amministrativo La Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale è un ente locale territoriale in provincia di Reggio Calabria, istituito nel 2000. Vi fanno parte nove comuni: Sant’Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli, Cosoleto, Delianuova, Scido, Santa Cristina d’Aspromonte, Oppido Mamertina, Varapodio e Molochio (tab. 1). Ha una superficie di 277,3 km2 racchiusi in un perimetro di 109 km. Interessa l’area pedemontana e montana dei versanti nord-occidentali dell’Aspromonte prospicienti il settore centro-meridionale della Piana di Gioia Tauro. Presenta forma allungata, quasi trapezoidale, con i due lati maggiori, di lunghezza pressoché uguale, orientati da nord/est a sud/ovest, mentre gli altri due hanno dimensioni differenti, più corto quello di nord/est, più lungo quello sul lato opposto. Nel settore orientale, lungo lo spartiacque fra il versante ionico e quello tirrenico dell’Appennino calabrese, si raggiungono le quote più elevate, 1894 metri s.l.m. nel comune di Cosoleto, mentre in quello opposto prevalgono le aree pianeggianti, estreme propaggini verso oriente della Piana di Gioia Tauro. Il limite è segnato a nord dal territorio dei comuni di Rizziconi, Taurianova, Sappo Minulio e Cittanova; a est da quelli di Ciminà, Platì, Careri, San Luca e Samo; a sud di Africo, Roghudi, Roccaforte del Greco; a ovest di Scilla e a nord/ovest di Bagnara Calabra, Melicuccà, San Procopio e Seminara. Il 45% del territorio (125,8 km2) è classificato come montano. Circa un terzo della superficie, 82,3 km2, pari rispettivamente, al 50% e al 32% del territorio classificato come collinare e montano, rientra nel Parco Nazionale d’Aspromonte secondo la nuova perimetrazione in vigore dal 15 Ottobre 2008. È un territorio che presenta aspetti nettamente contrapposti, quello delle aree pianeggianti della Piana di Gioia Tauro nel settore nord/occidentale che si ∗ Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari e Forestali (GESAF), Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. ** Scienze e Tecnologie applicate all’Ambiente - Sezione Tecnologie innovative per la Gestione del Territorio, Università degli Studi di Siena. 107 spinge fino ai centri abitati e quello montano nel settore sud/orientale. Il passaggio da uno all’altro è piuttosto brusco ed è costituito da una fascia collinare, di limitata ampiezza, che si sviluppa immediatamente a monte dei centri abitati collegando, nel settore nord/orientale, questa zona con le aree pianeggianti poste tra 800 e 1000 metri, mentre in quello sud/occidentale sale, con pendenze più o meno accentuate, fino alle quote più elevate di Serro Falcone (1845 metri s.l.m.). Questa particolare configurazione del territorio conferisce a tutta l’area un aspetto spiccatamente montano che si accentua gradualmente man mano che ci si avvicina al cuore del massiccio aspromontano. Tabella 1 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Superficie e quote caratteristiche del territorio dei comuni. COMUNE Quota (metri s.l.m.) minima Sant'Eufemia d'Aspromonte Sinopoli Cosoleto Delianuova Scido Santa Cristina d'Aspromonte Oppido Mamertina Varapodio Molochio Totale massima dislivello Superficie totale (km2) 299 1838 1539 32,4 97 98 374 288 1832 1883 1667 1557 1735 1785 1293 1269 25,0 34,1 21,2 17,4 180 1550 1370 23,2 39 1304 1265 58,3 48 149 1074 1040 1026 891 28,7 37,1 277,3 Nei Comuni di Molochio, Varapodio e Oppido Mamertina, le aree più in quota non si spingono oltre i 1050 metri s.l.m. e sono caratterizzate da ampi pianori più o meno ondulati che da Serro La Guardia a nord scendono verso Piano Puzzonaro, Piano Alati, Piano dello Zillastro fino a raggiungere Piano Zervò, nel comune di Santa Cristina, dove sorge il Sanatorio Vittorio Emanuele III. Procedendo oltre, i rilievi si fanno via via più elevati e aderti e conferiscono al territorio l’aspetto montano tipico dell’Aspromonte. I centri abitati si trovano al limite della Piana di Gioia Tauro, dove iniziano le ripide pendici che portano alle aree pianeggianti dei piani Puzzonaro e Alati, 108 dello Zillastro e di Zervò e, quindi, alle zone montane Monte Cannavi, Fistocchio, Pidia e più a sud di Monte Scorda e Misafumera e di Serro Falcone. 1.1. Morfologia Il territorio della Comunità Montana presenta una morfologia piuttosto tormentata, fortemente condizionata dalla presenza di montagne che raggiungono quote di poco inferiori a quelle massime in questo settore della Calabria, e dal complesso e articolato reticolo idrografico che le caratterizza. Si nota una prevalenza abbastanza netta delle aree poste ad altitudini comprese tra 301 e 700 metri s.l.m. (45% dell’intera superficie della Comunità Montana), seguita dalla montagna con il 30% della superficie. Le aree pianeggianti (25% della superficie pari a 6.804,40 ettari) si trovano nel settore settentrionale e caratterizzano quella parte della Piana di Gioia Tauro più intensamente interessata da colture agrarie (fig. 1). Nell’ambito di questo territorio è possibile individuare, in modo molto schematico, la presenza di situazioni abbastanza simili, caratterizzate da due vaste aree pianeggianti che si alternano ad altrettante zone con acclività, a tratti, anche molto accentuata. La prima di queste aree pianeggianti o con versanti poco scoscesi, si trova al limite occidentale della piana di Gioia Tauro e comprende le zone poste a quote inferiori a 400/500 metri. Si tratta dell’area dove sono stati edificati quasi tutti i centri abitati, attorno ai quali si è poi affermata una fiorente attività agricola basata, prevalentemente, sulla coltivazione dell’olivo e, più di recente, degli agrumi. La seconda si sviluppa, con una certa continuità, da nord/est verso sud/ovest, e si trova tra 800 e 1000 metri di quota. Queste due aree sono raccordate fra loro da una fascia piuttosto ampia contraddistinta da acclività decisamente elevate, che tendono ad aumentare in modo significativo, soprattutto in prossimità degli alvei dei torrenti, tanto da rendere le pendici difficilmente agibili. Le aree poste a quote superiori a 1000/1100 m si trovano quasi esclusivamente nel settore meridionale del territorio della Comunità Montana e caratterizzano i versanti settentrionali dell’Aspromonte. Anche queste zone sono segnate da una morfologia piuttosto accidentata, con grande presenza di piccole valli, che limita la percorribilità di alcuni tratti e conferisce loro la caratteristica di territorio impervio, tipica dell’Aspromonte. 109 Figura 1 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Distribuzione del territorio in funzione della quota. 1.2. Altimetria Il territorio della Comunità Montana si estende da una quota minima di 39 metri s.l.m. in località Quarantano Inferiore nel comune di Oppido Mamertina, fino a 1883 metri s.l.m. in località Serro Schiavo nel comune di Cosoleto, a 1844 metri. Le aree poste a quote inferiori a 200 metri rappresentano una discreta parte del territorio (13% della superficie complessiva), mentre quelle tra 201 e 600 metri ne costituiscono il 36% (fig. 2). I territori tra 800 e 1000 metri s.l.m. presentano una morfologia piuttosto dolce e comprendono la parte più meridionale dei Piani di Melia nord e il Piano Alati ed i Piani di Zervò e di Carmelia più a sud. Salendo di quota, le aree tra 1000 e 1200 metri s.l.m., sono ancora abbastanza estese, mentre quelle oltre 1200 metri s.l.m. tendono progressivamente a ridursi. Le aree poste oltre 1600 metri di quota coprono un’area di appena 7,2 km2 e ricadono nei demani comunali di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli, Cosoleto e Delianuova. 1.3. Pendenza Le pendenze sono profondamente condizionate dalla morfologia del territorio e tendono ad aumentare in modo significativo, soprattutto in corrispondenza 110 dei corsi d’acqua che, con alvei profondamente incisi, scendono verso la Piana di Gioia Tauro. Le aree pianeggianti o, comunque, con pendenze inferiori al 20%, interessano zone che, generalmente, non superano i 500/600 metri di quota. Comprendono essenzialmente le zone olivetate, tipiche dei Comuni di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli, Oppido Mamertina, Varapodio e Molochio. Oltre a queste aree vi rientrano anche quelle poste tra 800 e 1200 metri s.l.m. nel comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte in località Piano San Donato e quelle comprese tra Piani di Zervò e la località Vaccarizzio in quelli di Santa Cristina e Oppido Mamertina. Altre aree si riscontrano più a nord, in località Piano Alati, nel comune di Varapodio e Piano Tripitò in quello di Molochio, oltre che nella zona di Carmelia nel Comune di Delianuova. Complessivamente rappresentano il 45% del territorio della Comunità Montana. Questo andamento appare chiaramente anche dalla Carta delle Pendenze. Nelle zone montane, invece, così come in quelle comprese fra la Piana di Gioia Tauro in basso e le zone pianeggianti comprese tra 800 e 1000 m s.l.m. più in alto, l’acclività aumenta significativamente tanto da rendere parecchie aree praticamente inagibili, soprattutto quelle in corrispondenza degli alvei dei torrenti (fig. 3). Figura 2 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Variazione della superficie in funzione della quota. 1.4. Esposizione La macroesposizione è chiaramente condizionata dall’andamento generale dei rilievi montuosi e dalla presenza di numerosi corsi d’acqua che modificano, a volte in modo significativo, le condizioni locali di esposizione. Come risulta dalla Carta delle Esposizioni prevalgono abbastanza nettamente le aree con 111 esposizione nord (da NW e NE), con il 40% della superficie interessata, seguite da quelle ovest (da SW a NW) con il 31%. Le aree con esposizione sud (da SE a SW) ed est (da NE a SE), sono piuttosto limitate e coprono, rispettivamente, l’8% e il 21% della superficie complessiva della Comunità Montana (fig. 4). Figura 3 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Variazione della pendenza in funzione della quota. Figura 4 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Variazione della superficie in funzione dell'esposizione. 112 1.5. Geologia Geologicamente il territorio della Comunità Montana presenta differenze fra le aree collinari e montane e quelle pianeggianti della Piana di Gioia Tauro. In particolare, le zone montane all’estremità nord-orientale del territorio, al confine con la Comunità Montana Versante Tirrenico Settentrionale, sono caratterizzate dalla presenza di rocce granitiche, estremo prolungamento verso sud del vasto complesso di rocce acide intrusive che contraddistingue l’Altopiano delle Serre Catanzaresi. Scendendo verso sud e fino all’estremità sud-occidentale dell’area, prevalgono, invece, gli scisti e gli gneiss quarzosobiotitici, intercalati nelle zone pianeggianti, da depositi rossastri. La Piana di Gioia Tauro e gran parte delle aree poste a monte dei centri abitati sono caratterizzate da sabbie e arenarie a cemento calcareo, con residui di depositi continentali rossastri, soprattutto lungo i corsi d’acqua, e da detriti vari nel settore centro-settentrionale, nei comuni di Varapodio e Oppido Mamertina. 1.6. I suoli Nel settore montano e collinare del territorio della Comunità Montana, dall’alterazione di queste rocce hanno avuto origine suoli che, secondo la classificazione americana (Soil Taxonomy, 1999), sono riferibili ai grandi gruppi dei Dystrudepts e dei Dystroxerepts (ARSSA, 2003), mentre nelle aree pianeggianti della Piana di Gioia Tauro si riscontrano suoli ascrivibili agli Hapludands. I primi sono tipici di aree dominate da rocce metamorfiche, con una morfologia piuttosto aspra, su versanti da moderatamente a fortemente acclivi. Si tratta di suoli con epipedon di colore scuro, ricco di sostanza organica. I suoli sono da sottili a moderatamente profondi, presentano scheletro frequente, hanno tessitura grossolana e reazione acida. Nonostante la diminuzione delle piogge durante la stagione estiva, prerogativa del clima mediterraneo, le caratteristiche ecologiche generali di queste zone garantiscono condizioni favorevoli per l’affermazione di specie forestali, grazie anche all’elevata umidità dell’aria e alle frequenti nebbie. I secondi traggono origine sempre da rocce metamorfiche oppure da depositi conglomeratici sabbiosi, anche con presenza di materiale di origine vulcanica. Presentano un orizzonte superficiale ben sviluppato, di colore scuro ben strutturato e ricco di sostanza organica. La tessitura è di tipo franco-sabbiosa e lo scheletro risulta da scarso a comune. Hanno reazione da acida a subacida e la capacità di scambio cationico è medio-alta. Presentano una riserva idrica moderata e un buon drenaggio. Alcune di queste aree sono ancor oggi 113 utilizzate come pascoli ma, la maggior parte, è stata rimboschita nel secolo scorso, dopo il secondo dopoguerra, impiegando soprattutto conifere. In misura nettamente inferiore sono interessate da cedui di faggio, da tempo non più utilizzati. Ancora più in basso, sui ripidi versanti immediatamente a ridosso delle aree pianeggianti e in prossimità dei centri abitati, dove i fenomeni di erosione dovuti alla distruzione della copertura forestale, ad un uso del suolo basato sul pascolo e laddove gli incendi sono stati piuttosto frequenti, i suoli sono riferibili al gruppo dei Dystroxerepts (ARSSA, 2003). Si tratta di suoli sottili, ricchi di scheletro, con un orizzonte superficiale di colore scuro ricco di sostanza organica e con tessitura grossolana. Sono caratterizzati da una bassa riserva idrica e da una reazione acida. Dal punto di vista forestale queste aree sono contraddistinte da popolamenti piuttosto radi, a prevalenza di querce eliofile, in precarie/discrete condizioni vegetative che, nelle zone più esposte, hanno lasciato il posto alla macchia piuttosto rada o, nelle situazioni più estreme, a una vegetazione erbacea alquanto stentata. Infine, alle quote più basse, su depositi di origine vulcanica e su sabbie e conglomerati bruno-rossastri, si sono formati suoli riferibili agli Hapludands, da profondi a molto profondi, a tessitura media, con reazione da acida a subacida, ben drenati e con moderata riserva idrica. Presentano un epipedon di colore bruno scuro, relativamente ricco di sostanza organica e manifestano un’elevata saturazione in basi. In genere sono facilmente erodibili. Si tratta per lo più di suoli fertili che sostengono una vegetazione quasi sempre rigogliosa. Presentano, però, il rischio di un’eccessiva acidificazione che potrebbe comprometterne la fertilità. 2. Caratteristiche climatiche Il mesoclima è di tipo mediterraneo; da temperato-caldo alle quote inferiori, passa a temperato-freddo con l’aumentare dell’altitudine, fino a diventare freddo alle quote più elevate. Caratteristiche peculiari di queste condizioni climatiche, che hanno notevole influenza sull’assetto e la stabilità della vegetazione, sono: (i) abbondanti precipitazioni comprese tra 1000 mm annui, anche a quote molto modeste, e 1900 mm alle altitudini superiori; (ii) temperature medie annue comprese tra 17 e 11 °C, con un periodo invernale piuttosto rigido; (iii) presenza di un periodo siccitoso estivo che, sebbene tenda a diminuire con la quota, risulta sempre importante; e in ultimo, (iiii) grande infedeltà del clima mediterraneo. Fatti questi che, nella gestione di sistemi forestali impongono, comunque, la continuità della copertura e un grado di densità sempre più o meno elevato. 114 Secondo la classificazione di de Philippis (1937), le varietà di clima che si possono riscontrare nel territorio della Comunità Montana sono: (i) varietà con estate calda e molto siccitosa (piogge inferiori a 100 mm annui) nel caso del clima temperato-caldo; quella con estate temperata e siccitosa (piogge inferiori a 150 mm annui) che passa, all’aumentare della quota, alla (ii) varietà con estate fresca, ma sempre piuttosto siccitosa (piogge raramente superiori a 150 mm annui) nel caso dei climi temperato-freddi; (iii) varietà con minimo di piogge in estate, nel caso del clima freddo alle quote più elevate. Ai fini ecologici risultano importanti anche le gelate che si verificano anche a quote modeste nei primi mesi dell’anno e che, con l’aumentare dell’altitudine, si possono protrarre fino a maggio inoltrato. L’indice di De Martonne, con valori superiori a 30 già nelle zone rivierasche e superiori a 80 alle quote più elevate, evidenzia condizioni via via più favorevoli per la vegetazione forestale all’aumentare dell’altitudine. Secondo la classificazione fitoclimatica di Pavari, il territorio della Comunità Montana rientra per la maggior parte nella sottozona calda del Lauretum e in minor misura nella sottozona media e fredda. Solo nel settore meridionale della Comunità Montana, dove il carattere montano del territorio diventa l’elemento predominante, le aree rientrano nella zona del Castanetum e del Fagetum. 3. Idrografia L’idrografia del territorio della Comunità Montana è contraddistinta dal fiume Petrace e dai suoi numerosissimi affluenti che interessano il 96% del territorio. Solo all’estremità meridionale dell’area, un settore del comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte (9,0 km2 pari al 4% della superficie totale) e alcuni settori dei demani di Varapodio e Oppido Mamertina (pari all’1% della superficie totale), rientrano nel bacino idrografico della Fiumara Sfalassà. Per contro, l’estremità orientale della Comunità Montana, al confine con quella Versante Jonico Meridionale, ricade nel bacino del torrente Condoianni e in quello della fiumara di Careri che hanno foce nel mare Jonio. Considerando solo le aste fluviali con codice Horton ≥ 3 (il valore più elevato riscontrato per i corsi presenti all’interno della Comunità Montana è 7) si possono identificare 1020 aste fluviali. Il reticolo idrografico principale, ottenuto accorpando le aste fluviali con il medesimo ordine, ha portato all’individuazione di 30 tra torrenti e valloni, di cui 28 versano le loro acque nel bacino del Fiume Petrace e 2 (Torrente Cuvalà e Vallone dei Morticini) nella Fiumara Sfalassà. Nei bacini del torrente Condoianni e della Fiumara di Careri non sono state evidenziate aste con codice Horton ≥ di 3. 115 Dei 30 corsi d’acqua, 17 hanno una lunghezza inferiore a 5 km, 8 tra 5 e 10 e solo 5 superano i 10 km. Il corso d’acqua con lo sviluppo maggiore è il Torrente Vasì, nei Comuni di Sinopoli e Cosoleto, che misura poco meno di 25 km. In generale, si tratta di corsi d’acqua a carattere prevalentemente torrentizio, con portata significativa quasi esclusivamente durante la stagione autunnoinvernale, quando le precipitazioni sono particolarmente abbondanti e possono dare origine a fenomeni di piena anche gravi e catastrofici. Durante la stagione estiva “la corrente si contrae a uno stato di magra che da fine maggio può giungere fino a ottobre, con minimi valori in agosto“ (Gambi, 1978), tanto che questi fiumi si riducono quasi a ruscelli appena visibili. Quasi tutti hanno andamento da sud verso nord e presentano un profilo abbastanza tipico, caratterizzato, nel tratto iniziale, da una “poderosa inclinazione dei pendii […] da cui ha origine il profilo longitudinale fortemente declive dei letti fluviali […] che aumenta la velocità di scorrimento delle masse idriche […] e bruscamente scoscendono con repentino balzo, aprendo con la loro erosione regressiva gole e aspri e fondi solchi […] lungo i fianchi ripidi e franosi del rilievo” (Gambi, 1978). Ma, non appena giungono a valle, l’alveo si allarga a formare le fiumare, nel cui letto i contadini, nel passato, hanno ritagliato orti e agrumeti (Sestini, 1963). 4. Viabilità 4.1. Viabilità principale Il territorio della Comunità Montana è attraversato da un’ampia rete di strade statali, provinciali e comunali, soprattutto, nelle aree poste alle quote inferiori. Per quanto riguarda le Strade Statali, due sono quelle principali, la S.S. n° 183 che da Gambarie d’Aspromonte porta verso Sant’Eufemia d’Aspromonte attraversando i comuni di Sinopoli, Cosoleto e Delianuova, e la S.S. n° 112 che collega il versante occidentale dell’Aspromonte con quello orientale passando per i Piani di Zervò. Le aree montane sono attraversate dalla strada comunale che collega lo Zomaro con i Piani di Carmelia. Inoltre, è in fase di realizzazione una strada pedemontana destinata a collegare lo Zomaro con Gambarie d’Aspromonte. Le distanze da Reggio Calabria e da Gioia Tauro sono abbastanza contenute e non superano 80 km. Ci sono anche numerose strade comunali che collegano i vari centri abitati con le rispettive aree montane dei Piani di Carmelia, Monte Fistocchio attraversando Monte Pedia e i Piani di Junco, l’ex Sanatorio Vittorio Emanuele III, il villaggio di Trepidò e i Piani dell’Abbruschiato. 116 Complessivamente, la rete viaria principale si sviluppa per un totale di 210 km. Considerando solo le aree montane, essa si riduce a 81 km, con una densità di 2,91 metri a ettaro. Molte di queste strade attraversano direttamente le aree boscate. 4.2. Viabilità secondaria Il territorio della Comunità Montana è caratterizzato, soprattutto nelle aree dove prevalgono i cedui e dove nel passato sono stati realizzati interventi di rimboschimento e di ricostituzione boschiva finanziati della I° e II° Legge Speciale Calabria, da una vasta rete di piste forestali a fondo naturale. Purtroppo queste non sempre sono agevolmente percorribili per carenza di manutenzione. Importante è anche la rete delle strade interpoderali costruite a servizio dell’attività agricola che, all’occorrenza, possono essere utilizzate anche per scopi forestali. La viabilità secondaria presenta uno sviluppo complessivo di 1.202 km, con una densità di 43,3 metri a ettaro. Considerando solo le aree montane, le piste si riducono a 647 km, pari a 30 metri a ettaro. Questi valori evidenziano la presenza di una rete di piste sufficientemente sviluppata, adeguata per una gestione sostenibile dei soprassuoli forestali. A un esame più attento, però, emerge come non tutte le aree boscate siano adeguatamente servite, per cui, in alcuni casi, è necessario un completamento della viabilità secondaria, basato essenzialmente sulla creazione di collegamenti fra le varie piste già esistenti, prescindendo da quelli che sono i limiti di proprietà. 5. La popolazione Al 1 gennaio 2008 erano residenti nei paesi della Comunità Montana 23.294 persone, con una leggera prevalenze delle donne rispetto agli uomini (tab. 2). Dal confronto con i dati del censimento del 1991 e 2001 si nota, in tutti i comuni, una diminuzione dei cittadini residenti, con la sola eccezione del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte dove si è verificato un leggero aumento. L’esodo è stato tendenzialmente più accentuato nei piccoli paesi rispetto a quelli più grandi, con una lieve attenuazione del fenomeno rispetto al 1991 e al 2001 (tab. 3). Il 56% della popolazione è concentrata in tre soli paesi, Oppido Mamertina, Sant’Eufemia d’Aspromonte e Delianuova. Tale tendenza è confermata anche ai dati relativi al 2008. I dati del censimento del 2001, mettono in evidenza il grande problema dell’occupazione. Infatti, solo il 16,5% della popolazione residente, 3930 su 117 23796 abitanti, ha una occupazione stabile. Complessivamente sono presenti 1205 imprese, di cui solamente 312 a carattere industriale. Tabella 2 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Numero di abitanti residenti e principali attività lavorative nei singoli comuni. Num ero abitanti C om une A ttività amm inistrative industriali di servizio num ero n. addetti nu mero n. add etti nu mero n. add etti 12 19 33 57 4 28 67 207 129 301 15 335 17 59 81 179 6 76 anno 2001 o ccupati Cosoleto Delianova M oloc hio* 976 3584 2803 104 843 314 Opp ido Mam ertina* Santa Cristina dʹA sprom onte 5559 1095 835 154 85 19 217 74 173 21 362 47 20 7 256 33 SantʹEufemia dʹA sprom onte S cid o 4074 1047 893 162 70 0 271 0 186 40 345 110 21 6 277 52 213 Sinopoli 2329 368 24 62 58 93 14 Varapod io* 2329 257 18 39 75 154 4 64 Totale 23796 3930 312 948 796 1648 97 1334 *) C om uni il cu i territorio è solo in parte classificato montano. Tabella 3 - Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale. Variazione della popolazione residente. Superficie Popolazione (n° abitanti) totale Comune Cosoleto Delianuova Molochio* Oppido Mamertina* Santa Cristina d’Aspromonte Sant’Eufemia d’Aspromonte Scido Sinopoli Varapodio* Totale - (km-2) 34,1 21,2 37,1 58,3 1991 1154 3718 3078 6252 2001 976 3584 2803 5559 2008 951 3537 2656 5484 23,2 1168 1095 1047 32,4 4184 4074 4136 17,4 25,0 28,7 277,3 1152 2335 2640 25701 1047 2329 2329 23796 1000 2237 2246 23294 Riferimenti bibliografici ARSSA (2003). I suoli della Calabria. Carta dei suoli in scala 1:250.000 della Regione Calabria. Monografia Divulgativa 2003, Rubettino Industrie Grafiche Editoriali - Soveria Mannelli, 387 pp. 118 De Philippis A. (1937). Varietà di Pinus nigra e reazione del suolo. L’Alpe, 15(1): 2-3. Gambi L. (1978). Le Regioni d’Italia. Vol. XVI: Calbaria. UTET, Torino. Sestini A. (1963). Il paesaggio – Milano, Touring Club Italiano, pag:9-12. Soil Survey Staff (1999). Keys to soil Taxonomy. Pocahomntas Press, Inc. Blacksburg, Virginia. 119