Tendenze italiane ■ Andrea Graziani D’italici Olezzi La Profumeria italiana: primati storici, creatori e avanguardie.Dai Ricettari, all’Industria, formule e visioni per un nuovo scenario N el 1920, Vittorio Taramelli, pubblica “Profumo Italico”, trattato ragionato sulla botanica e sull’estrazione di sostanze odorose da piante per la profumeria nazionale. Un importante e imponente manuale sull’industria profumiera italica e sulle coltivazioni autoctone da preservare, incentivare ed esaltare nelle creazioni olfattive. La botanica si prefigge di selezionare tutta una serie di piante che per origine o per particolare vocazione siano emblemi di “Italica Natura”. La predominanza di ambizioni autarchiche mettono a confronto esperti botanici e profumieri di fronte alla nuova esigenza di portare alla ribalta un gusto italico anche nell’industria profumiera. La storia passa per la “maniera” olfattiva descritta tra le pagine del “Ricettario Fiorentino” del 1574, dove si riportano metodi per “stillare per limbicco piante nostrali”. Nei ricettari la storia della profumeria e della cosmesi italica si celebra attraverso preparazioni che sono la matrice di tutta una produzione che ha fatto il giro del mondo. Brillantine, Bandoline profumate, finissime Creme di malva e Latte Verginale sono i belletti che più si sono diffusi nel mondo a marchio “d’italica invenzione”. La raffinata esaltazione del gusto olfattivo rispecchia la volontà di affermare un saper fare che sia inequivocabilmente italico. La nascente industria profumiera necessita di una nuova identità che possa recuperare ed eguagliare i meriti, le invenzioni e i primati che sono stati affermati altrove e che spesso sono stati attribuiti a terzi. D’italiche movenze Gabriele d’Annunzio è l’emblema di “Uomo Italico”, di italiana raffinatezza. Colui che afferma lo stile, che porta nel mondo la matrice italiana e ne marca ogni ambito, dal sistema Vestimentario a quello della profumeria. Il profumo è la declinazione imprescindibile di un modo di essere, di un 46 Kosmetica • marzo 2013 gusto univoco e unitario, che è stratificazione di storia e cultura, tipicamente italiana. La cultura è distinzione; il distinguersi è la necessità assoluta. La moda olfattiva è espressione dell’italianità nel mondo. La sua “Aqua Nuntia” nasce come manifesto olfattivo italico; è la risposta a quella profumeria francese e inglese che conosce da acutissimo consumatore ed esperto Aromatario. Incita la produzione italiana a distinguersi e a cercare una forza espressiva dirompente. Sostiene gli imprenditori italici regalando nomi per nuovi prodotti e celebrandoli nei motti pubblicitari. Gi.Vi.Emme e Nicky Chini crescono sotto la sua cura, diventando icone di un modo di essere italico. Il “naming” dei profumi richiama ancora matrici e “savoir faire” francesi ma la cultura olfattiva comincia a elaborare nuove impressioni. “Giacinto Innamorato” di casa Visconti di Modrone, seduce e stupisce col nome e ammalia con il candore; è il nuovo esperimento olfattivo di italica movenza. Gareggia con la già affermata “Violetta di Parma” di Casa Borsari, vera icona della profumeria italiana nel mondo. Ne “I Profumi del Carnaro”, d’Annunzio forgia un lessico olfattivo di mirabile valore e afferma che “così in Italia, con materia e mano d’opera italiane, sono stati plasmati tutti gli elementi che costituiscono i profumi del Carnaro, meravigliosi e olezzanti frutti di una nostra industria.” La società Anonima stabilimenti Lepit di Bologna è l’industria italica che produce “I Profumi del Carnaro” e che viene adornata dal motto “Cum Lenitate Asperitas”. La “Fiumanella”, una delle creazioni olfattive, “oggi la violetta di Fiume è la più odorosa violetta del mondo. Sola mihi redolet”. “Il Lauro di Laurana, tenue, sfuggente, delicatissimo. Laurana: evocazione di gloria, per i poeti: ridestante il ricordo di due mirabili artisti.” Fino ad arrivare a “il grido di conquista della nuova Italia redenta: “L’alala” Il motto gridato che d’Annunzio conia per infiammare il cuore degli italiani e per portare alla ribalta internazionale un certo modo di essere e di sentire, espressione di italica distinzione. Invenzioni medicamentose Nel 1835, Pietro Bortolotti, farmacista-profumiere in Bologna, pubblica un testo che nel titolo recita: “modo di farsi intendere senza esprimersi, ossia la profumeria divenuta il telegrafo del cuore umano”. il profumo può “nel formare il cuore della giovinezza, soave- Kosmetica • marzo 2013 mente trarre ad apprezzare la significanza” tutto quell’apparato semiotico narrante che “possa agevolmente, e adoperata con avvedutezza, valga a sempre più illustrare i progressi dell’odierno buon gusto e la civiltà del secolo decimo nono”. Pietro Bortolotti, nel 1827 brevetta l’ “Acqua di Felsina”, approvata dalla bolognese Commissione di Sanità, che da mirabile Acqua di Colonia diventa vero e unico portentoso medicamento, conforto “aggradevole” contro morbi e malesseri. Nel 1876 vince la medaglia d’oro all’esposizione di Filadelfia e nel 1878 a Parigi alla Mondiale Esposizione vince l’unica medaglia assegnata a tale categoria, “per le vere sue qualità salubri e il suo gradevole profumo”, sbaragliando le più blasonate maison francesi e inglesi. Altra importante casa italica è la Premiata Officina di Profumerie e saponi da Toletta Migone & C., fondata a Milano nel 1778. Con “Acqua Chinina”, Angelo mignon recupera un’antica ricetta rinascimentale per creare un profumo con ampissime valenze cosmetiche che vanno dal rafforzamento dei capelli con effetto anti-canutimento per passare alla cura delle barbe e al rimedio anti deliquio da calura. “Excelsior” e “Bacio d’Amore” sono i profumi che spopolano nelle Barberie ma che si stanno affermando anche al di fuori dell’Italia. Sono creazioni olfattive della Casa italiana di profumi con maggiore respiro internazionale. Sono prodotti massivamente pubblicizzati. Sono i soggetti dei famosi calendarietti da barbiere e sono le icone di uno status anelato e di rinnovata, voluttuosa bellezza italica. Attraverso i calendarietti si propagandano gusto italico nella grafica e nell’illustrazione. Nuances olfattive e nomi per educare al nuovo scenario italiano che parla con nomi e con accenti italiani e italiane coloriture olfattive. Nel 1924, col calendarietto profumato “Chronos”, viene inaugurata una serie chiamata “Profumo Italico” dove a ogni mese viene tratteggiata una città italiana affiancandola alla descrizione di una nota olfattiva. Il profumo si lega ai territori, le città sono associate a una determinata nota olfattiva. Parma olezza di violetta, Roma di tiglio e pino marittimo. Firenze di Iris e Venezia di spezie d’Oriente. Una sorta di souvenir profumato che celebra l’Italia e le città d’arte. Nella seconda metà degli anni ‘30 la Casa di Profumo romana “Emef”, si distingue per una serie di flaconi di lusso, espressione del più alto artigianato delle vetrerie di Murano. Seguso e Venini s’i- 47 Tendenze italiane spirano ai monumenti delle città italiane per creare sontuosi flaconi per i nuovi “Souvenir olfattivi” di assoluto pregio artistico. La scia dei turisti americani in visita in Italia scopre le creazioni che diventano oggetti-souvenir di grande appeal: è un grande successo di vendita ed export. Il successo di un “made in italy” che è nuovo riconoscimento per l’industria italiana di profumi che stenta a essere replicato nei decenni successivi. La scomparsa delle “Case di Profumi” come “Emef” e “Migone”, lasciano un vuoto importante nel panorama internazionale fino all’avvento degli stilisti e del sistema moda che guadagnerà posizioni di assoluta predominanza nel mondo. La profumeria italica, tuttavia stenterà a emergere di nuovo con una connotazione univoca. meria artistica contemporanea si svolge in creazioni emblematiche come “Noblige” del Laboratorio Olfattivo. Limone, Bergamotto, Lavandin, Lavanda, Iris, Neroli e Ambretta, socchiudono un mondo rituale di nobili movenze. Un sentore di molteplici gestualità da toeletta impregnate di italica tradizione. Sono sensazioni olfattive, confortevoli e luminose, che parlano di padri e nonni e di fazzoletti profumati lasciati cadere per civettuola, cortese rappresentazione. Le complesse architetture olfattive di “Alambar” riportano a Venezia, crocevia di esotiche note. All’ambra assoluta e alla sua ossessiva celebrazione, alle spezie che sanno di fuga in mondi lontani, a quel sottile stridulo di bergamotto che lenisce e chiarifica. Panorama italico e nuovi aromatari “Nu_be” ci porta alle origini del mondo a quella natura primordiale fatta di elementi assoluti. Tratteggia immagini olfattive nitide di dirompente forza ri-creativa. Sono creazioni propellenti che narrano del Cosmo e dell’origine della vita. Sono portatili evasioni in formato spray. Narrazioni suggestive di odori inediti e di esperienze oniriche. Calcano tratti avanguardistici di matrice futurista. La nuova avanguardia olfattiva trova suggestioni poetico-narrative nelle note di “Meo Fusciuni”. Sono note di luoghi, crocevia delle memorie che si scompongono in tratti odorosi. Sono luminose immagini di vissuto e sottili sussulti di strati emozionali. Parlano di terre e luoghi sospesi, rievocando olfazioni stivate nella memoria più remota. Giuseppe Imprezzabile, “aromatario remoto”, guida e orchestra le scie odorose come se inanellasse una collana di perle. Fruga nella tradizione con sapiente impulso e riscrive colori olfattivi in chiave minima. Del Negli anni ‘70 Bruno Acampora si ritaglia un modo di essere nella profumeria internazionale, ricco di suggestioni e di memorie olfattive stratificate. Il suo linguaggio colpisce per forza e solida inquietudine. Richiama “Capri” e la sua scia odorosa, riporta il sottile ardore di grandiosità “Romane in Seplasia”, con stridule note resinose. il suo Musc “Muse” è il muschio dell’immaginario collettivo: è italico nella sua espressione, avvolge e conforta ma avvelena inesorabilmente. Corrobborante nella sua evoluzione, lascivo nel suo dimenarsi e sedimentare. “Prima T” riporta alla memoria le note della profumeria italica più autentica: gelsomino, violetta, narciso, rosa e lilium. Orchestra sentori nostalgici con commistioni sentimentali. Confonde e rifonde i sensi nelle note fieno di “Sballo”, rovistando nelle memorie latenti di fiori e di ventosi olezzi. il panorama italico di profu- Avanguardie e futurismi suo essere italico celebra un’alchimia che sa di Sicilia nel narcotico zampillo frusciante di “Ciavuro d’Amuri”. Un racconto intimo di velata e tremula, ritrosa esplorazione sentimentale della sua terra ritrovata. Un viaggio che trascende la materia per forgiare suggestioni personali. Tremuli contorni e figure che ritornano fuori fuoco in uno sbiadito color sepia. Alessandro Gualtieri nelle creazioni alias “Nasomatto”, ripercorre suggestive e remote strade a ritroso alla ricerca dell’odore nell’accezione più mistica e sacrale. Sono frammenti di stridula commozione e fervido trasporto sensuale. Sono scaglie di torbida e turbinosa passione, di viscere e di umori sessuali. Sono repentine ossessioni di fulgida luminosa vocazione ascetica. Sono nebbiose e tremule sensazioni di beatitudine temporanea. Olezzi vividi, creati per liberarsi da un’ossessione reclusa e insabbiata tra le pieghe di lunga memoria. Scenari e visioni La nuova profumeria italiana deve rincorrere una nuova visone e recuperare in parallelo, scenari e movenze di un certa matrice d’italica essenza. Una gestualità che è strettamente legata al modo di essere, a ciò che nei secoli ha connotato e creato uno stile nel comporre gli olezzi. La moda si è guadagnata un primato assoluto, riconosciuto in tutto il mondo, attraverso l’affermazione del gusto e del manufatto d’eccellenza, espressione del più alto artigianato e del genio italico. In uno scenario fortemente globalizzato, le visioni olfattive più autentiche sono legate a un certo territorio e recuperano sottili sfumature di un modus univoco; Sono espressioni creative, che narrano di visioni e autentiche elucubrazioni. Sono caratteristiche produzioni che fondono design, materiali e materie odorose in un perfetto connubio strutturale. Per un nuovo Rinascimento italico e una nuova narrazione olfattiva. La profumeria italica è assolutamente necessaria e riaffermarla è assolutamente doveroso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bibliografia - Vittorio Taramelli, il Profumo Italico, Baroni, Milano 1920. - Ricettario Fiorentino, Arte de’ medici e degli speziali, Fiorenza MDLXXIIII, Nella Stamperia Dei Giunti. 48 Kosmetica • marzo 2013