A cura di fr. Giacinto D’Angelo 1. Premessa storica Francesco, e poi i suoi frati, mediante la predicazione itinerante, suscitarono nel popolo un desiderio di risveglio della vita cristiana e un fervore religioso tali da spingere molti a seguirli sulla via della penitenza entrando nei conventi dei Frati o nei monasteri delle Clarisse. Non tutti, però, erano liberi per poterlo fare e, rimanendo nel secolo, non rinunciavano a volerli seguire in uno stile di vita analoga alla scelta dei Frati e delle Clarisse. Nacque, così, un diffuso movimento popolare legato ai francescani, l’Ordine dei fratelli della penitenza o Terz’Ordine di San Francesco, oggi Ordine Francescano Secolare. Terzo, in ordine cronologico, l’OFS partecipa all’unica finalità che accomuna tutta la famiglia francescana: la conformità a Cristo attraverso la radicale osservanza del Vangelo, sulle tracce di Francesco d’Assisi. Quindi, l’OFS è una realtà ecclesiale fiorita come componente essenziale della famiglia francescana ed offre un complementare e vitale contributo per la pienezza del carisma francescano; un carisma che suscita entusiasmo e si dilata, fuori dei conventi e dei monasteri, per prendere dimora nelle case e nelle strutture secolari: nobili e plebei, chierici (preti, vescovi, papi) e laici, uomini e donne, vedono in Francesco un “singolare maestro di vita evangelica, veramente glorioso; mediante il suo esempio, la sua Regola e il suo insegnamento, si rinnova la Chiesa di Cristo nei suoi fedeli, uomini e donne, e trionfa la triplice milizia degli eletti. A tutti dava una regola di vita, e indicava la via della salvezza a ciascuno secondo la propria condizione” (1 Cel 37, FF 384-85). La spiritualità francescana è andata arricchendosi attraverso la ricerca di perfezione dei fratelli e sorelle della penitenza ed è passata nelle Regole che, nel tempo della sua storia, l’Ordine Francescano Secolare ha avuto da san Francesco e dai Papi. La strada secolare ha prodotto, nei secoli, frutti di santità e di perfezione nell’esercizio eroico delle virtù. Ne ricordiamo solo alcuni/e: santa Elisabetta d’Ungheria, san Ferdinando III di Castiglia, santa Rosa da Viterbo, beato Lucchese da Poggibonsi, san Ludovico IX di Francia, santa Margherita da Cortona, san Rocco da Montpellier, santa Brigida di Svezia, san Tommaso Moro, san Carlo Borromeo, santa Maria Francesca dalle Cinque Piaghe, san Giuseppe Benedetto Cottolengo, san Giovannui M. Vianney, san Giuseppe Cafasso, beato Pio IX, san Giovanni Bosco, beato Contardo Ferrini, san Pio X, san Luigi Guanella, santa Francesca Saveria Cabrini, san Luigi Orione, beato Giovanni XXIII. Fra i terziari famosi, nelle arti e nelle scienze, vanno ricordati: Dante, Giotto, Leonardo da Vinci, Antonello da Messina, G. Galilei, Cervantes, Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, L. Galvani, A. Volta ecc. 2. Norme di vita per i francescani secolari In questo breve excursus storico si sottolineano gli aspetti essenziali delle norme di vita su cui tanti fratelli e sorelle hanno modellato la loro vita di santità, di testimonianza cristiana e impegno per l’evangelizzazione. 2.1 Prima Lettera ai Fedeli Questa prima lettera per Paul Sabatier è un’anticipazione (per alcuni solo un tardivo estratto) della seconda lettera; per K. Esser il rapporto tra le due lettere è quello che passa tra la forma vivendi e la Regola non bollata per i frati minori. Kajetan Esser diede alla prima redazione della Lettera ai Fedeli il sottotitolo “Esortazione di San Francesco ai Fratelli e alle Sorelle della Penitenza”, individuandovi un primo programma di vita evangelica per i Terziari che, nel 1221, ebbero la regola dal cardinale Ugolino da Ostia, Memoriale propositi. Nella nuova edizione delle Fonti Francescane il sottotitolo di Esser è stato sostituito dall’epigrafe premessa al codice di Volterra: Queste sono parole di vita e di salvezza, e se qualcuno le avrà lette e messe in pratica, troverà la vita e attingerà la salvezza dal Signore. La lettera, poco anteriore al Memoriale propositi, è in due brevi capitoli: può essere considerata un invito programmatico per una via di penitenza evangelica per allontanarsi da quella della perdizione. Infatti, sintetizza la condizione felice di “quelli e quelle” che amano Dio e il prossimo e “fanno frutti degni di penitenza” e quella infelice dei “ciechi” che “non vivono nella penitenza”. E’ interessane l’esordio che sottolinea l’amore a Dio e al prossimo e l’eucaristia, come elementi fondamentali per la vita evangelica: “Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima e la mente, con tutta la forza e amano i loro prossimi come se stessi… ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno frutti degni di penitenza” (vv. 1-2). Altrettanto significativa, per la spiritualità francescana, è la traduzione pratica che Francesco fa della centralità di Cristo nella propria vita: “Oh, come sono beati e benedetti quelli e quelle, quando fanno tali cose e perseverano in esse, perché riposerà su di essi lo Spirito del Signore, e farà presso di loro la sua abitazione e dimora, e sono figli del Padre celeste del quale compiono le opere. E sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando nello Spirito Santo l’anima si unisce al Signore nostro Gesù Cristo. Siamo suoi fratelli quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli. Siamo madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri” (vv. 5-10). 2.2. Seconda Lettera ai Fedeli La lettera, in dodici capitoli, risale agli ultimi anni di vita di Francesco. L’ambito dei suoi destinatari è più largo dei soli “fratelli della penitenza” della prima lettera. La lettera è ricca di citazioni bibliche e Francesco, animato dal bisogno interiore di annunciare a tutti le parole del Verbo del Padre e le parole dello Spirito Santo “che sono spirito e vita“, partendo dalla contemplazione degli eventi principali della salvezza (nascita del Verbo nella vera carne e sua offerta sacrificale sulla croce vv. 4-14) propone un preciso programma di vita evangelica intorno - all’amore di Dio, vv. 18-21.22-24; all’amore concreto del prossimo, vv. 25-31.38-44.47; alla fede nella Chiesa, vv. 33-36; alla vita ascetica, vv. 32.45-46. * * * Con le sue due Lettere ai Fedeli Francesco intese istituire un suo Ordine della Penitenza, poi chiamato Terz’Ordine? La questione è ancora aperta e non si è pervenuti ad una conclusione, storicamente accertata. Tuttavia Francesco può essere considerato l’ispiratore di un ampio richiamo penitenziale che, di certo, ebbe vasta risonanza tra i contemporanei e numerosi seguaci, nella condizione secolare. A tale movimento, approvato dalla Chiesa, fu data una norma di vita dai frati e dalle autorità ecclesiastiche. Va ricordato, però, che la prima Lettera ai Fedeli fa da premessa all’attuale Regola di Paolo VI (1978). Un significativo ripartire, nei tempi nostri, dall’esortazione di Francesco per i fratelli e le sorelle della penitenza; un documento spirituale, se non normativo, che esprime tutta la sensibilità evangelica di Francesco e il suo ardore di coinvolgere, nell’amore a Dio e al prossimo, quanti incontrava sul suo cammino. - 2.3. Memoriale propositi o Regola Antica, 1221 Memoriale propositi, o Regola Antica, del 1221, è il primo documento che regola il già esistente movimento secolare dei Fratelli e Sorelle della penitenza, pronti a tradurre l’ideale evangelico di Francesco nella loro vita personale, nella famiglia e nella società . A redigerlo fu il cardinale Ugolino di Ostia, Protettore dell’Ordine e futuro Gregorio IX (1227-41), che riassumendo le indicazioni essenziali per i penitenti offre al movimento francescano spontaneo una base giuridica per il riconoscimento di Ordine della penitenza. Questo primo documento legislativo e spirituale dell’OFS è stato il testo di riferimento per le successive Regole ed ha esercitato un ruolo notevole nel radicare il carisma francescano nella vita dei fratelli e delle sorelle della penitenza, come si può rilevare dall’incipit: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, amen. Il Memoriale del progetto di vita dei fratelli e delle sorelle della penitenza, viventi nelle proprie case, iniziato nell’anno del Signore 1221, è questo: “ (FF, nuova edizione, 3364/1). Il documento, in otto paragrafi, offre precise indicazioni per le scelte e i comportamenti dei secolari francescani. I paragrafi hanno questi titoli: - Del vestire - Dell’astinenza - Del digiuno - Del modo di pregare - Della confessione e della comunione, del dovere della restituzione, di non portare armi e dei giuramenti - Della messa e della riunione mensile - Della visita ai malati e della sepoltura dei defunti - Della correzione e delle dispense e degli officiali. A conclusione del Memoriale propositi c’è il Rito per la benedizione delle vesti. Per avere un’idea di quanto fosse alto l’ideale proposto e quanto esigente l’impegno per i francescani secolari, in questa prima Regola, mi limito a due esemplificazioni: a) La preghiera quotidiana: celebrare ogni giorno in chiesa le sette ore canoniche (mattutino, prima, terza, sesta, nona, vespri e compieta) secondo l’uso dei chierici (modulato sulla tradizione dell’Antico Testamento ove al pio israelita veniva chiesto di lodare il Signore sette volte al giorno). Non andando in chiesa, o per gli illetterati, si concedeva di recitare i Pater noster. Nella Regola bollata dei Frati Minori, infatti, per i laici erano prescritti 24 Pater noster per mattutino, 5 per le lodi, 7 per prima - terza - sesta - nona, 12 per vespro e 7 per compieta1. b) Non prendano contro nessuno armi da offesa, né le portino con sé (FF 3364/7): il francescano è per la pace e per la fratellanza universale; la rinuncia alle armi, in quel periodo burrascoso di continue lotte, era un atteggiamento profetico e doveva coerentemente attestare la scelta di vita del francescano secolare. 2.4. Regola dei fratelli e delle sorelle della penitenza Niccolò IV, costit. Supra montem, 1289 Niccolò IV (1288-92), fra Girolamo Masci, è il primo Papa francescano, passato alla storia come il Papa delle missioni: inviò Giovanni da Montecorvino in Cina (1294-1328). Con la bolla Supra montem del 18 agosto1289, il Papa riprende il Memoriale propositi, ne rielabora la redazione e lo conferma come regola dei penitenti francescani. La Regola di Niccolò IV, base legislativa dell’Ordine fino all’intervento di Leone XIII nel 1883, mira a conferire una volto più spirituale e certezza giuridica alle Fraternità dei penitenti francescani moltiplicatesi capillarmente in tutti i luoghi di presenza dei Frati. Nei venti capitoli la Regola, conservando sostanzialmente il contenuto, amplia e dà una organica sistemazione al Memoriale propositi. L’importanza dell’intervento papale è che, finalmente, dai semplici interventi ispirazionali offerti in precedenza ai francescani penitenti si perviene ad un riconoscimento ufficiale del movimento, ratificato con bolla pontificia, il cui punto nodale è la solidità della fede fondata sulla “roccia della fede cattolica” (Supra montem): lo stile di vita dei penitenti francescani va edificato sulla fede cattolica e sulla fedeltà incondizionata alla madre Chiesa. Inoltre, il Papa indica Francesco come il fondatore dei penitenti francescani: “Perciò il glorioso confessore di Cristo san Francesco, istitutore di questo Ordine, mostrando nel contempo con la vita e con l’esempio la via per accedere al Signore, educò i suoi figli nella sincerità di questa fede e comandò loro di professarla, di tenerla sempre con fermezza e di esprimerla in opere, affinché, camminando in modo salutare per i suoi sentieri, meritassero di conseguire l’eterna beatitudine al termine del pellegrinaggio terreno” (FF 3365). 1 Nella struttura della Liturgia delle ore, oggi, si è molto semplificato. Le ore canoniche sono: Ufficio delle Letture (l’antico ‘mattutino’), da recitare a qualsiasi ora del giorno; Lodi (all’alba), Ora media (una sola ora da scegliere tra: Terza, dalle 8 alle 10, Sesta, dalle 11 alle 14, e Nona, alle 15), Vespri (al tramonto del sole) e Compieta (ultima preghiera del giorno, prima di andare a letto). Un principio fondamentale per la Liturgia delle Ore è l’orarietà, cioè il rispetto dell’ora corrispondente ad ogni singola ora: non si può celebrare Lodi a mezzogiorno o Vespri a sera tardi ecc.; quando non è possibile lodare Dio con i salmi, nell’orario congruo, allora si possono utilizzare le indicazioni dei Pater noster. Lo stretto legame dell’Ordine dei penitenti con san Francesco e i Frati Minori è ribadito al cap. XVI: “Ma poiché la presente forma di vita è stata istituita dal suddetto beato Francesco, disponiamo che i visitatori e gli istruttori vengano scelti nell’Ordine dei frati minori, quelli che i custodi e i guardiani dello stesso Ordine riterranno di assegnare quando su ciò siano richiesti” (FF 3386). Per circa 600 anni, è stata la Regola per il Terz’Ordine secolare. Nel corso di questo lungo periodo vanno ricordati gli Statuti generali o Costituzioni (Innocenzo XI, 1688), che apportarono delle aggiunte, capitolo per capitolo, per l’organizzazione del movimento francescano secolare. 2.5. Regola del Terz’Ordine Francescano Leone XIII, costit. Misericors Dei Filius,1883 Leone XIII (1878-1903), vescovo di Perugia (1846-77) e terziario francescano dal 1872, è un Papa che ha amato molto la famiglia francescana. I suoi lungimiranti interventi per i Frati Minori (bolla Felicitate quidam, 1897, per l’unificazione delle varie componenti dell’Ordine) e per i Terziari (Regola, 1883), sono indicativi di una stima e fiducia per i Frati Minori e per il movimento francescano secolare. Leone XIII, passato alla storia come il Papa dei lavoratori per l’enciclica sociale Rerum novarum (1891), aveva a cuore il rinnovamento cristiano della società, disorientata dal positivismo e materialismo del XIX secolo. La questione romana, poi, dopo l’annessione dello stato pontificio ad opera del liberalismo massonico, promotore dell’unificazione d’Italia e del trasferimento della capitale del Regno a Roma, senza dimenticare le leggi eversive con la soppressione degli ordini religiosi, avevano creato nella società italiana un clima di anticlericalismo e di emarginazione dei cristiani. Leone XIII ebbe una grande stima del Terz’Ordine francescano secolare e conoscendo la sua presenza capillare su tutto il territorio italiano puntò sul rinnovamento e potenziamento del movimento francescano per un suo contributo alla riforma sociale cristiana. Pertanto sostituì la Regola di Niccolo IV, ormai obsoleta per tempi culturalmente e socialmente cambiati, e promulgò, con la costituzione apostolica Misericors Dei Filius del 30 maggio 1883, la nuova Regola del Terz’Ordine secolare di San Francesco. Nella costituzione il Papa, dichiarando l’intento del documento emanato, esprime anche le attese della Chiesa dalla rinnovata testimonianza dei laicato francescano: “Noi, ispirando il nostro animo a tali principi nell’esercizio del sommo pontificato, stimiamo dovere del nostro ufficio valutare la natura dei tempi com’è giusto e considerare tutte le circostanze, perché non vi sia difficoltà che ostacoli qualcuno dalla pratica di salutari virtù. Ed ora ci è piaciuto adeguare a questa norma il sodalizio francescano del Terz’Ordine secolare e ponderare diligentemente se sia opportuno adattarne la legislazione secondo i nuovi tempi. Noi abbiamo già raccomandato caldamente alla pietà dei fedeli questa eccellente istituzione del patriarca san Francesco nella nostra enciclica Auspicato, pubblicata il 17 settembre dello scorso anno. La pubblicammo con il desiderio e l’unico intento di richiamare in tempo opportuno, con il nostro invito, quanti più possibile all’acquisto della santità cristiana. Infatti, origine principale dei mali che ci sovrastano e dei pericoli che ci minacciano è la trascuratezza dell’osservanza delle virtù cristiane… Ora l’osservanza appunto dei precetti di Gesù Cristo mirano gli istituti di san Francesco, poiché il santissimo loro fondatore non si propose altro che aprire ad essi come una palestra in cui la vita cristiana venisse esercitata con maggiore diligenza. Certamente i primi due Ordini francescani, addestrandosi alla scuola di grandi virtù, tendono a qualcosa di più perfetto e divino. Ma questi due Ordini sono accessibili a pochi, cioè a quelli soltanto ai quali per speciale grazia di Dio è concesso di aspirare con fervore singolare alla santità dei consigli evangelici. Il Terz’Ordine, invece, è stato fatto per il popolo. E quanta efficacia esso abbia nel formare costumi buoni, integri e pii, risulta evidente dalla cosa in sé e dalla testimonianza dei tempi passati” (FF 3393-95). La Regola di Leone XIII di quella di Niccolò IV conserva quanto vi era di attualità e modifica o ripropone quanto, ai suoi tempi, riteneva necessario per una vita cristiana fervorosa e impegnata. Il tutto in tre brevi capitoli I - Accettazione, noviziato e professione II - Della disciplina III - Degli uffici, della visita, della Regola completati da altri tre sulle indulgenze e i privilegi. La Regola di Leone XIII provocò, immediatamente, un’ondata di rinnovamento in tutto il francescanesimo secolare d’Italia e, in particolare, un maggiore impegno dei Terziari nell’ambito sociale. 2.6. Regola dell’Ordine Francescano Secolare di Paolo VI, costit. Seraphicus patriarca 1978 L’onda innovativa del Concilio Vaticano II, con l’invito agli Istituti di rinnovarsi e ritornare al carisma delle origini, raggiunse anche il movimento francescano secolare, che, già nel 1966, fu autorizzato alla revisione della Regola. Il lavoro di revisione, a livello interfrancescano, durò un decennio e, nel 1977, si pervenne alla stesura del nuovo testo della Regola, promulgata da Paolo VI con la lettera apostolica Seraphicus patriarca del 24 giugno 1978. La struttura della nuova Regola è costituita da un prologo, tre capitoli (per complessivi 26 articoli: 2 in più di quella di Leone XIII) e la benedizione finale: Prologo: la menzionata prima Lettera ai Fedeli, di cui si è parlato a p. 15. Primo capitolo: 3 articoli per presentare l’OFS come un Ordine impegnato, sulle orme di san Francesco, a vivere il Vangelo nel nostro tempo. Secondo capitolo: in 16 articoli indica la forma di vita per motivare comportamenti idonei per la ricerca di conformarsi a Cristo sull’esempio di Francesco. Il terzo capitolo, La vita della Fraternità, organizza in 7 articoli la vita interna e di comunione, nella regione e nella nazione, delle Fraternità .Benedizione finale. 3. La vita della Fraternità OFS a Nocera La data di istituzione della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare, rione Grotti di Nocera Superiore, presso il convento Santa Maria degli Angeli, non è conosciuta ma possiamo presumere che sia iniziata con l’apertura del convento quando la chiesa, antica parrocchia secolare dal titolo Santa Maria della Torre, fu ceduta nel 1589 da Mons. Sulpicio Costanzo, Vescovo di Nocera dei Pagani, ai Frati Minori che la chiamarono Santa Maria degli Angeli; nello stesso anno un benefattore napoletano, Antonio Manzi, donò ai Frati una casa e un orto su cui fu costruito il convento ad un solo piano, iniziato nel 1592. Ab immemorabili, quindi, i francescani secolari hanno sempre affiancato la vita evangelica dei frati di Santa Maria degli Angeli e collaborato all’evangelizzazione del territorio. Oggi la Fraternità OFS è costituita da circa cinquanta sodali, assidui agli incontri formativi; ioltre 15 novizi, 11 aspiranti; una trentina, invece, sono i professi che per malattia o motivi vari non frequentano. 3.1. Il Consiglio della Fraternità, in carica dal 22 gennaio 2012, è così costituito: Ministra: Vice Ministra: Consiglieri: Rosetta Petrosino Claudia Abate Giovanna Filosa, Michela Trotta, Maria Rosa Di Domenico Ernestina Vicinanza e Giuseppina Petrosino, Segretaria ed economa: Ernestina Vicinanza Assistente: P. Giacinto D’Angelo Responsabile del laboratorio: Giuseppina Petrosino Delegate alla Formazione , insieme a P. Giacinto D’Angelo: M. R. Di Domenico: novizi di 1° anno e professi temporanei Michela Trotta: novizi di 2° anno e delegata Gi.Fra. Giovanna Filosa: vice delegata Gi.Fra. Angela Aitella: Iniziandi e simpatizzanti Altri membri cooptati del Consiglio sono: Angela Aitella (formazione), ANNA Trotta (per il laboratorio). Responsabili di zona: Gemma Pecoraro e i coniugi Luigi e Maria Rosaria Esposito (Nocera Inferiore), Maria Sellitti (Grotti), Giovanna Geniale (Portaromana). Il Consiglio si riunisce una volta al mese il venerdì precedente la terza domenica del mese e quando lo esigono circostanze particolari. Programma formativo 2011-12 Documento CEI, Educare alla vita buona del Vangelo Orientamenti pastorali per il decennio 2010/20 anche quelli in formazione iniziale, alle ore 16 (o 17), la prima e terza domenica del mese sul tema: Educazione al Vangelo e vita quotidiana, testo OFS nazionale, Assisi 2011. Inoltre: aggiornamento sui documenti magisteriali e confronto con il contesto sociale in continua evoluzione. La formazione a tutta la Fraternità (compresi quanti sono in formazione iniziale) viene offerta nei due incontri mensili e nelle varie iniziative promozionali (ritiri, ora di adorazione, lectio divina ecc.) e la partecipazione alle varie iniziative durante i tempi liturgici: ora di adorazione settimanale, i ritiri di avvento e di quaresima, le novene e veglie dell’Immacolata e di Pentecoste, i transiti di San Francesco e Santa Chiara, la novena di san Francesco, il triduo per Santa Elisabetta. Programma formativo differenziato per iniziandi, novizi e professi temporanei Due incontri mensili, animati dall’Assistente P. Giacinto D’Angelo e dalla delegata Angela Aitella: 2° e 4° lunedì del mese alle ore 18.30 (con l’ora solare) o 18.00 (con l’ora legale).. Percorso formativo con questi obiettivi: discernimento vocazionale e verifica della fede; rinnovata coscienza degli impegni battesimali; diventare adulti nella fede; educazione alla preghiera; conoscere s. Francesco e s. Chiara. Testi di riferimento: Youcat italiano, Youth catechism per conoscere e vivere la fede nella Chiesa, Città Nuova, 2011; inoltre Le Fonti francescane. Il periodo di discernimento vocazionale dura un anno. A seconda dei casi e della preparazione di base è previsto il prolungamento a due anni il tempo di discernimento. Il noviziato dura due anni:. Novizi di 1° anno Un incontro mensile animato dall’Assistente P. Giacinto D’Angelo e dalla delegata Maria Rosa Di Domenico: 4° sabato del mese alle ore 19.00. - Maturazione della vocazione secolare; senso di appartenenza ad un Ordine; introduzione agli scritti di San Francesco e alla spiritualità francescana. - Storia delle Regole OFS dalla Lettera di san Francesco ai fedeli, al Memoriale propositi (1221) e a quella di Paolo VI (1978): i contenuti della forma di vita OFS. * Novizi di 2° anno un incontro mensile animato dall’Assistente P. Giacinto D’Angelo e dalla delegata Michela Trotta: 2° sabato del mese alle ore 16.30. - Biografie di san Francesco, santa Chiara e santa Elisabetta. - Studio delle Costituzioni generali OFS Per i professi temporanei (i primi tre anni di professione) la formazione specifica continua con un incontro mensile, animato dall’Assistente P. Giacinto D’Angelo e dalla delegata Maria Rosa Di Domenico: il 3° sabato del mese alle ore 17.00. - spiritualità francescana: la via di Francesco; la preghiera e la Fraternità nelle Fonti Francescane - spiritualità secolare: vocazione laicale, secolare e magistero della Chiesa - spiritualità secolare-francescana: la famiglia, il lavoro, l’impegno socio-politico. 3.4. Iniziative di evangelizzazione La nostra Fraternità è interparrocchiale (insiste tra Nocera Inferiore e Nocera Superiore con alcuni adepti anche dei paesi vicini) sicché alcune sorelle e fratelli collaborano nelle rispettive parrocchie (catechesi, caritas ecc.) e convengono nella Fraternità per coltivare la vita francescana. Le iniziative attivate per le Missioni sono il laboratorio missionario (le sorelle si riuniscono nella sede OFS a Santa Maria degli Angeli ogni martedì pomeriggio o lavorano a casa per l’allestimento di una/due mostre all’anno), e la sagra del dolce a san Francesco. Inoltre, alcune consorelle, personalmente, e la Fraternità con l’adesione all’adozione a distanza, attivata dal Centro Provinciale Missionario, contribuiscono alla promozione umana e religiosa in terre disagiate. Analoga collaborazione nella promozione umana e religiosa è offerta per la Tanzania, Croazia, Brasile, con la caritas diocesana, con l’ “Associazione Amici di P. Faustino Caruso”. Non manca, ovviamente, una fraterna attenzione alle Sorelle Clarisse del territorio provinciale e della Fondazione brasiliana.