Corso di storia economica
Patrizio Bianchi
Lezione 5
Ricostruzione e sviluppo
Le fasi della economia italiana
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1861-1880, lunga recessione
1880-1887, prima espansione
1887-1896, crisi economica
1896-1815, primo decollo industriale
1915-1918, economia di guerra
1918-1929,riconversione e stabilizzazione
1929-1933, grande crisi
1933-1940, economia chiusa
1940-1945, economia di guerra
1945-1958, ricostruzione
1959-1962, boom economico
1962-1975, la crisi più lunga (stop-and-go)
1975-1985, crisi petrolifera e ristrutturazione industriale
1985-2000, rilancio europeo
2000-ora, globalizzazione e crisi
Fase III: apertura economica e sviluppo
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1945-1958, ricostruzione
1959-1962, boom economico
1962-1975, la crisi più lunga (stop-and-go)
1975-1985, crisi petrolifera e
ristrutturazione industriale
• 1985-2000, rilancio europeo
La situazione internazionale: diversamente che alla fine della I° Guerra
Mondiale, nel 1945 i vincitori gestirono in maniera positiva la
ricostruzione e la pace, provvedendo alle nazioni europee risorse per lo
sviluppo e spingendo ad una netta apertura dei mercati internazionali
Le linee di ridefinizione del
quadro internazionale furono:
Il nuovo economico ordine
internazionale:
Il Piano Marshall
Nazioni unite
Prove di Europa
Nato e patto di Varsavia
Nel 1944 gli Alleati si trovano a Bretton
Woods (Canada) per definire le nuove
regole della economia mondiale dopo
la fine della Guerra
Viene stabilito che:
1.Cambi fissi ed il dollaro come moneta di
riferimento Gli USA tengono oro e
garantiscono la convertibilità della moneta)
2.Un organismo internazionale,
International Monetary Fund, che controlli
e regoli i comportamenti economici e le
politiche monetarie dei singoli paesi
3. Una banca, World Bank, che provveda a
prestare ai paesi più arretrati, risorse per
sostenere lo sviluppo
4.Apertura dei mercati internazionali,
regolata da una istituzione internazionale,
World Trade Organization, da attivare
attraverso un General Agreement on Trade
and Tariff, che spinga i paesi ad aprire le
economie
H.D.White (Usa) a Bretton
Woods con Lord Keynes (GB)
Gli Stati Uniti promossero un vasto Piano di recupero
economico (ERP), proposto dal Segretario di Stato
George Marshall, che trasferì ingenti risorse in Europa a
sostegno della ricostruzione e della apertura economica
Per la gestione di questi fondi si crearono le prime
organizzazioni europee di cooperazioni fra nazioni
Contestualmente si creò la
Organization for United Nations, che
sostituì la fallimentare Società delle
Nazioni
Tuttavia immediatamente il fronte
degli alleati si ruppe e iniziò la
violenta separazione fra Stati Uniti e
alleati (Nato) e URSS e alleati
(Patto Varsavia), con la spaccatura
verticale dell’Europa
L’Italia alla fine della guerra
• Alla fine della guerra l’Italia ricominciò una
intensa attività di ricostruzione industriale, che si
basò su:
• 1. apertura internazionale e quindi aumento
estensione del mercato
• 2. mantenimento impresa pubblica (IRI) come
sostegno e complemento di una industria privata
manifatturiera, rivolta alla esportazione
• 3. forte contenimento dei salari e promozione
della emigrazione dal Sud e dalla campagne
verso Triangolo Industriale
L’Italia degli anni cinquanta era
ancora un paese con forti segni di
arretratezza e con molte
contraddizioni
Un paese con alti indici di
disoccupazione, di lavoro minorile, di
emigrazione
Dalla ricostruzione al boom
• Negli anni cinquanta, l’apertura dei mercati
internazionali, i bassi costi di manodopera, gli
investimenti finanziati dall’ERP, favoriscono una
forte crescita delle esportazioni, che trascinano
la produzione,
• La maggior produzione richiama maggiori
investimenti e attrae un maggior numero di
lavoratori, facendo aumentare i consumi
• I forti investimenti pubblici in infrastrutture
contribuiscono ad aumentare la domanda
complessiva, che spinge quindi ad un circolo
virtuoso.
•Quando tutti questi elementi si sommano
(1959-1962) vi è un a forte accelerazione
definita BOOM ECONOMICO
indice della produzione industrie manifatturiere
300
250
200
150
produzione
100
50
1965
1964
1963
1962
1961
1960
1959
1958
1957
1956
1955
1954
1953
1952
1951
0
•Un contributo essenziale allo sviluppo avviene con la
creazione della Comunità economica del carbone e
dell’acciaio, creata per gestire le risorse strategiche che
furono una delle cause della guerra mondiale. Una
Europa unita che crescerà sempre negli anni
europa
• I paesi europei erano in difficili situazioni di
ricostruzione e decolonizzazione, dopo il
successo della CECA, ci fu l’insuccesso della
Comunità europea di difesa (1954)
• La creazione della Comunità economica
europea (1956) fu il modo per aprire i mercati
interni europei, mantenendo una protezione
esterna a salvaguardia di industrie fragili, ma
anche per avviare un cammino di unificazione
europea
fatturato
737
ANIC - ENI
653
SIR
592
Standa-ME
489
SNAM- ENI
457
AlfaR.-IRI
449
Alitalia-IRI
417
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404
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387
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2836
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FIAT -IFI
fatturato 1974 (milioni prezzi correnti
Mo
2844
p-
agip- ENI
agi
impresa
L’industria italiana negli anni sessanta e
settanta
• L’industria italiana era fortemente segnata dalla
presenza della industria pubblica, creata prima
della guerra
• L’IRI garantiva le produzioni di base ed i servizi
pubblici, ma anche realizzava investimenti nel
Mezzogiorno
• L’ENI, creata da E.Mattei nel 1954, riuniva le
imprese create negli anni trenta per produrre
energia (petrolio, gas,metano)
• Le grandi imprese private erano concentrate
nella trasformazione manifatturiera
Anche l’Italia
degli anni
sessanta è
tuttavia un paese
con molte
contraddizioni
Il paese si
spacca ancor
più in due: un
centro nord
industrializzato,
un sud sempre
più
marginalizzato,
con le risorse
migliori che
emigrano a
nord
Una struttura sociale ancora molto contadina ed una forte accelerazione
urbana, con salari bassi e difficili condizioni di vita generano un diffuso
malessere, a cui si risponde con politiche di STOP-and-GO
Politiche di stop-and-go
• Per sostenere le esportazioni si tenta di contenere i
salari, ma così facendo si riducono i consumi interni
• Per sostenere i consumi interni si tenta di alzare i salari,
ma così facendo si riducono le esportazioni
• Per sostenere la domanda si potrebbe accelerare la
spesa pubblica, ma così facendo c’è rischio di inflazione
• Per evitare l’inflazione si deve ridurre la spesa pubblica,
ma questo genera il rischio di stagnazione.
Quali possibili risposte a questo conflitto?
Alla fine degli anni sessanta in
tutto il mondo parte una dura
contestazione, che pone in
grave difficoltà la gestione delle
istituzioni (autunno caldo)
Contestualmente parte la più grave crisi petrolifera del
dopoguerra, con un aumento vertiginoso dei prezzi da parte
dell’OPEC, il cartello dei paesi produttori
In tutti i paesi vi una spinta verso l’alto dei prezzi
(inflazione) ed un blocco della produzione
(stagnazione). Si genera una crisi senza precedenti
detta STAGFLATION
La situazione internazionale precipita
• Nel maggio 1971 il Presidente Nixon dichiara la
inconvertibilità del dollaro in oro, quindi
dichiarando finito il sistema di Bretton Woods
• Le monete cominciano a fluttuare e si avvia una
straordinaria speculazione monetaria, mentre i
prezzi del petrolio e delle materie prime
(espressi in dollari) vanno alle stelle e nei paesi
occidentali anche il costi del lavoro sale, in una
rincorsa inflazionistica, che porta in Italia ad
aumenti dei prezzi del 25% all’anno
La ristrutturazione della industria
italiana
• Nel 1980 un durissimo scontro sindacale alla FIAT apre
la ristrutturazione della grande industria in Italia, in
parallelo con quanto stava avvenendo nel resto d’Europa
• Gli occupati della grande impresa privata erano 850 mila
nel 1968, salgono a 1 milione nel 1973, stabili fino al
1980, per poi scendere (914 mila nel 1981, 800 mila
1983) fino a dimezzarsi nel 1994 (574 mila).
• L’IRI raddoppia gli occupati dal 1960 al 1980 (556 mila
addetti), attraverso salvataggi di imprese in crisi, fino a
giungere a livelli di ingovernabilità
I distretti
industriali
Negli anni
della crisi
della grande
impresa si
consolidano
realtà
industriali di
piccole e
medie
dimensioni,
specializzat
e in settori
tradizionali,
fortemente
orientate
all’export
Rilancio europeo ed uscita dalla crisi
• Dalla metà degli anni
ottanta si avvia un
processo di rilancio della
unità europea che
ristabilisce la centralità
del mercato europeo
• 1987 l’Atto Unico, 1992
Mercato Unico e Trattato
di Maastricht,1997
accordo per la
integrazione monetaria,
2001 moneta unica
Paesi che utilizzano l’Euro
europa
• Ancora una volta la crisi nei singoli paesi viene
superata, ricercando a livello europeo un
accordo per sostenere lo sviluppo, ampliando
l’integrazione fra i paesi della Comunità ed
ampliando la Comunità a nuovi membri
• Alla fine degli anni ottanta il blocco sovietico
implode dal punto di vista economico e crolla,
prima in Polonia, poi in tutti i paesi dell’Est, poi in
Russia, cambia il quadro politico e l’Unione
Europea si estende ad Est come in precedenza
si era ampliata a Sud.
Ampliamento verso
Est, con
integrazione paesi
ex Patto di
Varsavia
Una Europa con
redditi molto diversi,
diversi tassi di
crescita, diversi
problemi di sviluppo
Privatizzazioni e liberalizzazioni
• In tutto il Mondo, ed anche in Europa, si avvia una nuova
fase economica, che prevede una apertura dei mercati
internazionali, una completa liberalizzazione del mercato
dei capitali, una sostanziale riduzione del ruolo dello
stato in Economia (Washington Consensus)
• La privatizzazione e la liberalizzazione del sistema
bancario si realizza in Italia tra il 1992 e il 1996, la
privatizzazione dell’IRI tra il 1997 e il 2000.
• I perni regolatori del sistema industriale per 70 anni
vengono meno e si va alla ricerca di nuovi equilibri
principali gruppi
Industria
italiana nel
2001
70000
ifi
eni
60000
olivetti
fatturato milioni euro 2001
enel
montedison
50000
parmalat
pirelli
posteit
40000
esso it
finmecc
30000
gestore
omnitel
edizioni h
20000
alitalia
ferrovie
10000
rinascente
autogerma
riva acc
0
1
gruppi
ibm it
fininvest
I limiti dello sviluppo italiano
• L’economia italiana è cresciuta molto, ma è
ancora debole nei settori della ricerca e delle
produzioni ad alta tecnologia
• È quindi esposta alla concorrenza sia dei paesi
più arretrati (sui beni ad alto contenuto di
lavoro), sia con i paesi più avanzati (sui beni ad
alto contenuto di tecnologia)
• La struttura sociale del paese sta cambiando
rapidamente, con forti tassi di invecchiamento
della popolazione locale e rilevanti flussi
migratori dall’esterno
Nel 1997-2000 l’Italia riesce ad entrare nella moneta
unica europea e quindi a consolidare la propria
posizione con quella dei maggiori paesi europei
Questo risultato è reso possibile anche dai risultati di
un processo di privatizzazioni che non ha confronti in
Europa
Ma nel frattempo è cominciata una
nuova fase storica: crolla l’Unione
sovietica ed il mondo bipolare
viene meno, mentre l’economia si
globalizza sempre di più
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lezione n. 5