Carlo Peruchetti
Direttore Produzione I Pomeriggi Museicali, Teatro degli Arcimboldi, Milano
La possibilità di figurare tra i luoghi coinvolti nel progetto Art Around. Immagini per lo spazio pubblico,
nonché di partecipare attivamente al suo percorso creativo – come il progetto stesso prevede nella sua
ottica work in progress – concede al Teatro degli Arcimboldi di Milano – e alla Fondazione I Pomeriggi
Musicali che lo gestisce – di prendere parte a un’iniziativa d’eccellenza. Il Teatro degli Arcimboldi, dal 2007,
dopo aver assolto la sua funzione di sala ospite per le produzioni scaligere e aver vissuto due stagioni di
conduzione compartecipata da parte del Comune di Milano e di cinque fondazioni cittadine, si è trovato a
doversi “ri-creare” come luogo di cultura decentrato sotto la gestione esclusiva della Fondazione I
Pomeriggi Musicali. “Ri-creare” un luogo di cultura significa trovare per esso una nuova e vitale identità,
radicarlo nel territorio, così come renderlo in grado di interessare bacini d’utenza che ne trascendano i
limiti geografici. Inoltre, nel caso di Milano, significa inserirlo in una mappatura d’offerta culturale cittadina
di gran lunga superiore alla domanda che la sostiene; in definitiva, significa riuscire a creare per esso un
nuovo, specifico pubblico.
La Fondazione I Pomeriggi Musicali ha puntato sull’eclettismo delle proposte, realizzando cartelloni in
grado di spaziare quasi esaustivamente fra i diversi generi di spettacolo dal vivo, coscienziosamente
mantenendo come unico minimo comune denominatore l’alta qualità di quanto offerto.
Posizionato al confine tra la Zona Nord e l’inizio della topografia del centro, in quattro anni d’attività, la sala
della Bicocca è così stata in grado di convogliare verso di sé l’interesse del traffico culturale di Milano e
dell’hinterland e, grazie alla caratura internazionale della sua programmazione, di richiamare a sé pubblico
dall’estero. Questo è quanto il Teatro degli Arcimboldi può oggi offrire come contributo al progetto Art
Around. Forte inoltre dei suoi oltre 250.000 spettatori di media a stagione, si sente capace di fornire al
progetto un apporto considerevole anche da un punto di vista quantitativo. Ora, considerando i risultati
raggiunti, pare un momento opportuno e fertile per affiancare alla regolare attività del teatro l’impegno
all’interno di un’iniziativa che, trascendendo l’operato delle singole istituzioni coinvolte in un ottica
“distrettuale”, possa configurarsi come naturale direttrice d’evoluzione del percorso finora seguito.
Invero, la linea d’esempio nel cui solco si inserisce Art Around è da ascrivere in tutto e per tutto a quanto
realizzato da importanti modelli internazionali, i quali, grazie a una forza motrice culturale, hanno dato
origine a esperienze oggi definite “distretti culturali evoluti” (si faccia riferimento al caso di Linz in Austria,
citato da Pier Luigi Sacco e Sabrina Pedrini nel loro saggio Il distretto culturale: un nuovo modello di sviluppo
locale?). Art Around, nel suo coinvolgere le istituzioni della cultura operanti nel distretto del Nord Milano, è
da considerare primo tassello di un mosaico di relazioni reciproche e collaborazioni fra chi, in questa zona
della città, opera e produce cultura, in una prospettiva di permeabilità di idee e iniziative.
In un contesto soggetto a forti trasformazioni, in cui proprio i luoghi dedicati al consumo culturale si vanno
ridefinendo e devono necessariamente trovare nuove modalità per servire le proprie utenze, è importante
poter fornire il proprio contributo a un’iniziativa che mira a interrogarsi sulla loro evoluzione – tema al
quale è stato giustappunto dedicato il primo appuntamento di lavoro di Art Around: il convegno Cultura
dove sei? I luoghi della cultura nel flusso dei cambiamenti economici, sociali e tecnologici. Il teatro è luogo
pubblico per eccellenza, non solo perché alla comunità pubblica si rivolge e la comunità pubblica accoglie,
ma perché il pubblico risulta essere elemento assiomatico della sua stessa esistenza e natura. La nascita di
spazi “altri”, di nuove esperienze che indagano altrettanto nuove prassi di fruizione, l’arrembante ingerenza
degli universi virtuali, impongono fortemente l’interrogativo: Cultura dove sei? La ridefinizione dei luoghi
della cultura e della funzione che essi dovranno rivestire nel futuro prossimo deve necessariamente essere
approcciata in costante dialogo con quanto di nuovo sta nascendo, per fare in modo che, pur nel necessario
rispetto delle proprie identità, storia e tradizione, i luoghi deputati alla cultura non scadano nell’essere
relegati a una fruizione di tipo museale – nell’accezione peggiore del termine – ma traggano linfa da
quest’epoca di cambiamento.
Per rifarsi alla lezione della storia, quando si pensa a un teatro decentrato, la data a cui la memoria si volge
è il 1876, quando si inaugurava il Festspielhaus di Bayreuth. La nascita del teatro wagneriano come nuovo
spazio progettato per modificare radicalmente la fruizione della rappresentazione musicale fu resa possibile
dall’evoluzione che aveva investito trasporti, tecniche di costruzione e dalla grande innovazione portata
dall’utilizzo della luce elettrica. Cambiamenti tecnologici, dunque, risibili se paragonati alle dinamiche
esperienze moderne, ma che sconvolsero il mondo con la stessa dirompenza portata oggi dall’ascesa dei
nuovi media, che vanno violentemente ad accelerare l’ultima fase di ciò che Walter Benjamin definì
“l’epoca della riproducibilità tecnica”. Ampliando l’argomentazione ai luoghi della cultura nel loro
complesso e all’atteggiamento dialettico con il quale dovrebbero approcciare il cambiamento portato
dall’evoluzione tecnologica, appare pregnante quanto Marc Fumaroli, storico e accademico francese,
esprime in un articolo apparso su “La Repubblica” del 19 aprile 2011, in cui strenuamente si definisce
contrario all’impermeabilità fra cultura e tecnologia, definendola come: « […] una tendenza che va
combattuta, anche imparando meglio ad utilizzare le nuove tecnologie, che possono favorire nuove forme
di lettura, di pedagogia e di conoscenza».
Il presente che stiamo vivendo è dunque da considerare in tutto e per tutto un momento storico di
passaggio verso nuove modalità di fruizione legate ai cambiamenti tecnologici. Art Around si sta
interrogando, e sta operando, per cercare di capire quali queste modalità saranno e sperimentare nuovi
percorsi per il futuro. Poter avere la possibilità di partecipare a questo atto di vero e proprio pionierismo
culturale è senza dubbio per il Teatro degli Arcimboldi – e per la Fondazione I Pomeriggi Musicali – motivo
di orgoglio.
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